
Cagliari: NO alla Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Tuesday, November 4, 2025NO alla Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate
Per la Costituzione Italiana, l’unità nazionale si costituisce su una Repubblica fondata sul lavoro (art.1), sulla democrazia, sulla tutela dei diritti umani individuali e collettivi, e sul ripudio della guerra come offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di soluzione delle controversie internazionali (art. 11).
Riteniamo perciò fuorviante il binomio unità nazionale e forze armate.
Il 4 novembre fu la data dell’armistizio alla fine della Prima guerra mondiale cui l’Italia intervenne come aggressore, agitando questioni irredentiste che si sarebbero potute affrontare per altra via, che non la sanguinosissima guerra causa di stragi immani e atroci sofferenze dei popoli italici e di quello sardo. Pertanto, per noi il 4 novembre è una giornata per commemorare i caduti della guerra; così come i feriti, i mutilati, i soldati che furono sparati dai carabinieri fucilieri perché indietreggiavano davanti alla morte certa tra le esplosioni, il fuoco dei lanciafiamme e i colpi di mitraglia e di cannone, e coloro che ebbero il coraggio della diserzione. Il 4 novembre è per noi una giornata per riaffermare il NO alla guerra, no all’orrore dei conflitti armati e per denunciare ogni trionfalismo e la connessa celebrazione di valori militari.
Nella legge che il 1° marzo 2024 ha istituito il 4 novembre come Giornata dell’Unione Nazionale e delle Forze Armate, è dedicata particolare attenzione alla scuola: all’art. 2 si prevede: Per celebrare la Giornata … gli istituti scolastici di ogni ordine e grado …, possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica).
Quest’anno sarà consegnata a una scuola di ogni capoluogo di provincia una bandiera italiana con cerimonia e presenza di autorità militari. Il preavviso sarà talmente ridotto da rendere impossibile la consultazione collegiale, e le scuole saranno semplici esecutrici di una decisione del ministero della difesa, come se fosse un’accademia militare. Da vari anni a questa parte i militari entrano nelle classi per trattare le tematiche più varie, spiegare quanto i valori militari siano attuali e apprezzabili, e per informare gli studenti di come sia possibile intraprendere una carriera militare.
Vari pronunciamenti a livello europeo e nella NATO dicono che dobbiamo prepararci alla guerra e dobbiamo destinare al RIARMO sempre più ingenti risorse di quello che riusciamo a produrre (frutto in buona parte dell’impegno delle classi lavoratrici), e la produzione industriale italiana, in crisi in tutti i settori, conosce l’ipertrofia del settore bellico e la crescita delle fabbriche di armi, come la fabbrica di bombe RWM nell’Iglesiente, impegnata a fare profitti astronomici e a cercare di espandersi contro le norme edilizie e di tutela ambientale.
Ci pare invece assolutamente necessario invece informare le giovani generazioni sulle immani sciagure che la guerra ha comportato nella storia contemporanea anche per il nostro paese, e sugli effetti ancora più catastrofici che può portare nel prossimo futuro.
Per ciò intendiamo rivolgere l’attenzione al percorso che bisogna intraprendere per evitare guerre, come quella in Ucraina, e genocidi. È anzitutto inaccettabile che il diritto internazionale sia valido a singhiozzo, come espresso proprio dal ministro degli esteri Taviani davanti alla belligeranza genocida dello Stato di Israele. Infatti, malgrado la tregua, a Gaza continuano le distruzioni e i massacri, e persiste la pratica di aggressione, sfratto, appropriazione di terre, omicidio, detenzione amministrativa, contro i palestinesi in Cisgiordania. Davanti a questi crimini, è chiaro che il popolo palestinese deve opporre resistenza, e da parte nostra riteniamo urgentissimo il boicottaggio economico, militare e accademico di Israele. È indispensabile denunciare l’ulteriore tentativo di questo governo di instaurare un clima liberticida tramite il ddl Gasparri che accomuna antisemitismo e antisionismo. E che ci sia la precisa volontà di imbavagliare le voci critiche è confermato nello stop ministeriale inferto al convegno di aggiornamento per i docenti “La scuola non si arruola” indetto proprio per il 4 novembre dal CESTES e dall’Osservatorio contro la militarizzazione.
Qui alcuni scatti dell’iniziativa di Cagliari.




Concentramento in piazza Gramsci, Cagliari
Cagliari Social Forum, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Comitato sardo di solidarietà per la Palestina