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22 settembre, sciopero generale e generalizzato, ma c’è chi prova a mettere i bastoni fra le ruote
ASPETTIAMO UNA RISPOSTA DA CGIL E GILDA. Tanti Collegi Docenti, a partire dall’iniziativa e dalla sensibilità di tanti colleghi e colleghe, hanno deciso di iniziare il nuovo anno scolastico effettuando un minuto di silenzio contro il genocidio in Palestina, per l’immediato cessate il fuoco e per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia. Per questa massiccia adesione all’iniziativa lanciata da Docenti per Gaza insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e alla Scuola per la pace Torino e Piemonte, noi siamo estremamente grati a tutti e a tutte gli/le insegnanti. Nel frattempo, però, cresce l’attenzione verso la missione della Global Sumud Flotilla, che deve poter approdare a Gaza e consegnare gli aiuti. Di fronte a una articolata e coerente iniziativa dal basso, USA e UE continuano a supportare la politica criminale di Israele e il governo Meloni si oppone alle pur timide proposte di sanzioni, che, comunque, non riguarderanno la fornitura di armi e la cooperazione militare con Israele. Fortunatamente cresce l’indignazione e la consapevolezza che bisogna, qui e ora, opporsi al genocidio e fermare la cosiddetta “operazione di terra”, iniziata dall’esercito israeliano. Lo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre è una prima decisiva prova per dimostrare da che parte stanno lavoratrici e lavoratori e per chiedere le dimissioni del governo Meloni. Nelle scuole, in particolare, si preannuncia una significativa partecipazione. Ebbene, in questo contesto delegati locali di CGIL e GILDA diffondono, attraverso la deleteria comunicazione What’s App, informazioni di questo tipo: “Ricordiamo ai colleghi che, come previsto dall’Accordo ARAN del 2 dicembre 2020 e dalla Legge 146/1990, in caso di sciopero i docenti devono comunicare per iscritto una delle tre opzioni: aderisco; non aderisco; non ho ancora preso una decisione. La mancata comunicazione comporta responsabilità e può essere oggetto di sanzione disciplinare”. Quindi non solo non partecipano allo sciopero, ma condividono false informazioni. Infatti, secondo la normativa vigente, il personale scolastico non è obbligato a comunicare la propria adesione o meno. Chiediamo, perciò, e con urgenza, alle strutture nazionali dei due sindacati di diffondere una comunicazione corretta. NON ADERIRE A UNO SCIOPERO È UN CONTO, BOICOTTARLO È MOLTO GRAVE. Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Catania
Molfetta, 26 settembre: Osservatorio contro la militarizzazione alla Festa di Liberazione
Il mare, segno di unione, luogo di apertura, il nostro orizzonte di Pace: a questa prospettiva dedichiamo la ventiseiesima edizione della Festa di Liberazione 2025 a Molfetta (BA). Abbiamo deciso di parlare non solo alla città, ma all’umanità stessa che ci accomuna anche oltre ciò che siamo, perché solo così potremo ricostruire Molfetta dalle fondamenta. Ecco il programma di venerdì 26 settembre: Ore 18:30 Laboratorio di lettura animata dell’albo illustrato “Il muro” di Macrì e Zanotti a cura de “La Giraffa a pois”; Ore 19:30 dibattito “I governi fanno la guerra, i popoli lottano per la pace e diritti” Interverranno: * Tony Lapiccirella Global Sumud Flottilla/Freedom Flottilla Italia * ⁠Antonio Mazzeo Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università * Vito Micunco Comitato per la Pace terra di Bari * Antonio Sasso – responsabile provinciale lavoro PRC * Contributo dello sportello medico popolare * Modera: Beppe Zanna – PRC Molfetta Ore 20:30 Cena Palestinese Ore 21:30 i concerti – IANNIS E GIORGIO il duo – KAMOKUNA Ci vediamo in Piazza Paradiso, il 26 e 27 settembre con: – Musica – Giochi in piazza – Mostre – Associazioni e comitati cittadini – Dibattiti – Cibo palestinese – Sagra della parmigiana Vi aspettiamo! Tutte le info sulla pagina Facebook.
L’Osservatorio contro la militarizzazione sostiene lo sciopero del 22 settembre: manifestazioni in tutta Italia!
Il 22 settembre è stato indetto uno sciopero generale dai sindacati di base e da numerose associazioni e movimenti dal basso a sostegno del popolo palestinese, massacrato da un genocidio perpetrato dallo Stato sionista d’Israele, e della missione della Global Sumud Flotilla, che proverà a rompere la gabbia dell’embargo costruita da Israele per scongiurare il rifornimento dei generi di prima necessità alla inerme popolazione di Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invita i/le suoi/sue aderenti e simpatizzanti ad aderire e seguire l’esempio dei portuali di Genova, dei ferrovieri e di altri lavoratori e lavoratrici della logistica che con determinazione hanno bloccato carichi di morte. Non possiamo accettare il silenzio e l’inerzia del nostro Governo complice di Israele visto il continuo rifornimento di armi e tecnologie sperimentate proprio sui Palestinesi. Non possiamo accettare in silenzio il genocidio del popolo palestinese che avviene contemporaneamente ai processi di militarizzazione del mondo della scuola e dell’università, piegando la ricerca a fini militari, la cultura alle ragioni della propaganda di guerra. La Legge di Bilancio europea evidenzia come l’economia di guerra taglia risorse economiche al sociale, alla sanità e alla scuola che avrebbero invece bisogno di essere aiutate, rafforzate e potenziate. Non è dato sapere quali saranno gli scenari delle prossime settimane ma le ultime notizie mostrano un esercito israeliano che opera per cancellare ogni presenza palestinese da Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nasce per affermare una cultura di pace e una società senza guerre. Ebbene, se vogliamo concretizzare questi propositi è impossibile tacere davanti al genocidio del popolo palestinese. Per questo invitiamo alla partecipazione allo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre e auspichiamo la riuscita delle manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese che si svolgeranno in tutta Italia. Continuiamo a costruire lo sciopero del mondo della scuola del prossimo 4 novembre in una crescente mobilitazione contro la guerra e contro la finanziaria dell’economia di guerra. Elenco delle manifestazioni per il 22 settembre (in aggiornamento continuo). * 1. Bergamo: ore 18:00 Prefettura Via Tasso * 2. Torino: ore 10:30 Piazza Carlo Felice * 3. Trieste: ore 10 al Varco 4 del Porto * 4. Milano: ore 10:00 Piazzale Cadorna * 5. Novara: ore 10:00 Piazza Matteotti * 6. Cuneo: ore 10,00, Piazza Europa * 7. Verbania: dalle ore 17,00 da Palazzo Flaim (Intra) al Municipio di Pallanza. * 8. Genova: ore 8:00 porto, Varco Albertazzi * 9. Pisa: ore 9:00 Piazza XX Settembre * 10. Ancona: ore 17:30 Mole Vanvitelliana * 11. Pescara: ore 10:00, Piazza Sacro Cuore * 12. Livorno: ore 6:00 porto, Varco Valessini * 13. Civitavecchia: ore 9:30 Porto, Molo Vespucci * 14. Roma: ore 11:00 Piazza dei Cinquecento * 15. Napoli: ore 9:30, Piazza Mancini * 16. Salerno: ore 9:00 Varco Ponente * 17. Potenza: ore 9:30 Chiesa di Santa Maria (Piazza Aldo Moro) * 18. Cosenza: ore 17:30 Piazzale Loreto * 19. Lecce: ore 10:00, Piazza Sant’Orazio * 20. Palermo: ore 10:00, Piazza Verdi * 21. Catania: ore 10:00 Piazza Stesicoro * 22. Ragusa: ore 10:00, Piazza Matteotti * 23. Bari: ore 9:30, Molo San Nicola
Parma, 19 settembre: Democrazia a Scuola, incontro con Osservatorio militarizzazione
Venerdì 19 settembre, alle ore 17.15, nella Sala conferenze dell’Assistenza Pubblica in via Gorizia 2/A a Parma si terrà un incontro pubblico sul tema “La democrazia a scuola e nelle università. Una rivoluzione necessaria”, organizzato da Parma Città Pubblica APS e dal Movimento 5 Stelle di Parma. Come insegnanti e studenti che credono nella scuola disegnata dalla nostra Costituzione riteniamo urgente interrogarci sulla situazione del nostro sistema educativo, nel quale appaiono sempre più compressi gli spazi di confronto e dibattito democratico e sempre più lontane dai valori di pace, inclusione, non violenza, dialogo e cura le indicazioni imposte dall’alto per condizionare la didattica e impedire il pensiero critico. Le politiche economiche neoliberiste assunte dall’Italia negli ultimi trent’anni hanno portato alla creazione della scuola-azienda attraverso una serie di riforme degli ordinamenti scolastici e dei programmi. Il linguaggio economico è entrato nella valutazione con l’introduzione dei concetti di debito e credito; nell’organizzazione della scuola con l’offerta formativa; nell’accento sullo studente come individuo e lavoratore che costruisce il proprio curriculum. Come questi cambiamenti hanno inciso nella concezione e nella pratica della scuola, dell’università e dell’educazione come bene comune? Quali le prospettive future? Può esistere una scuola veramente democratica senza un nuovo modello economico? Fino a che punto siamo disposti ad accettare che la militarizzazione e l’ideologia della guerra, della competizione e dell’esclusione entrino a scuola e in università? Per discuterne Roberta Roberti e Silvia Delitala dialogheranno con alcuni ospiti provenienti dal mondo della politica e dell’educazione: la senatrice Barbara Floridia (Movimento 5 Stelle), la professoressa Vincenza Pellegrino, docente di Sociologia e membro dell’Osservatorio paritetico docenti e studenti contro la normalizzazione della guerra e per la pace di UNIPR, Antonino Cento e Annachiara Galli, rappresentanti delle associazioni studentesche universitarie UDU e SSU, Serena Tusini dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e il Dott. Alessandro Monchietto del Movimento per la Biodiversità neurologica Neuropeculiar. Il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sono invitati a partecipare.
Inondare l’Università di barchette per supportare da terra la Global Sumud Flotilla
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università segnaliamo questa interessante iniziativa nonviolenta, cioè quella di inondare l’Università di barchette con i colori della bandiera Palestina, che gli studenti e le studentesse di Cambiare Rotta hanno ideato e lanciato per lunedì 15 settembre, in occasione dell’inizio dell’anno accademico all’Università di Bologna. Si tratta di un’iniziativa promossa all’interno del presidio con le tende davanti al Rettorato che si sta svolgendo da una settimana circa per sostenere come “equipaggio di terra” la missione della Global Sumud Flotilla e dare forza e risonanza alle ragioni dell’azione in solidarietà col popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. Si punta inoltre a rilanciare lo sciopero generale del 22 settembre, che vuole rappresentare un monito alle istituzioni per far sì che la flotilla possa raggiungere Gaza con gli aiuti umanitari in tutta sicurezza. In caso contrario, ci si prepara a bloccare tutto. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Il Manifesto: Contro il genocidio la conoscenza non marcia nelle scuole e nelle università
DI REDAZIONE PUBBLICATO SU IL MANIFESTO IL 14 SETTEMBRE 2025 Rilanciamo dal nostro sito l’articolo di Redazione pubblicato su Il manifesto.it il 14 settembre 2025 in cui, nel lanciare la campagna sul “La conoscenza non marcia“, viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. La campagna «La conoscenza non marcia» è stata lanciata ieri in un’assemblea che si è tenuta nella facoltà di ingegneria della Sapienza di Roma in San Pietro in Vincoli. Promossa da un ampio cartello di soggetti, tra i quali ci sono il Calp di Genova, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università...continua a leggere su Il manifesto.it.…
Contro l’israelizzazione dell’Italia arriva “La conoscenza non marcia”
PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA DELL’INIZIATIVA “LA CONOSCENZA NON MARCIA” PROMOSSA DA ANTROPOLOG@ PER LA PALESTINA, ALLA QUALE HA PARTECIPATO L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. OLTRE 30 REALTÀ PER DIRE “FUORI LA GUERRA DALL’ISTRUZIONE E DALLA RICERCA!” “NESSUNA COMPLICITÀ CON GUERRA E GENOCIDIO NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ!” L’Assemblea Nazionale “La Conoscenza non marcia” tenutasi a Roma il 13 settembre alla facoltà di Ingegneria ha visto un’ampia partecipazione con più di una trentina di interventi durante le più di 4 ore di durata. Le realtà che l’hanno promossa esprimono la più ampia soddisfazione per il confronto avuto e l’assunzione di responsabilità rispetto alla campagna nazionale prospettata, che impatterà il mondo dell’istruzione, della formazione e ricerca universitaria, e più in generale il settore del lavoro intellettuale connesso al mondo della scuola in tutti i suoi profili: dagli studenti/studentesse al corpo docenti alle varie figure che lo compongono. Possiamo riassumere in cinque punti gli obiettivi che sono stati ripresi nelle conclusioni: * appoggio e coinvolgimento diretto nelle prossime iniziative che toccano le tematiche al centro del dibattito odierno a cominciare dalla giornata di sciopero generale del 22 dicembre in supporto alla Global Sumud Flotilla, dalla manifestazione nazionale del 4 ottobre a sostegno della Resistenza Palestinese e la contestazione al match calcistico Italia-Israele del 14 ottobre, e l’interlocuzione di tutti gli appuntamenti con cui è utile e doveroso dialogare; * presentazione a livello territoriale urbi et orbi del documento di analisi che ha lanciato l’Assemblea nazionale coinvolgendo sia chi ha già aderito ed allargando la partecipazione, puntando in primis al mondo della scuola e dell’università, ma senza escludere il variegato mondo dell’attivismo su tematiche convergenti; * Attivazione di un gruppo di lavoro che elabori – insieme a giuristi solidali – l’ipotesi di una Legge di Iniziativa Popolare per la rottura di tutto il comparto con la filiera del complesso militare-industriale, per un scuola/università pubblica, decoloniale e de-militarizzata; * Promozione del boicottaggio di convegni accademici e organizzazione di contro-convegni, che ospitino rappresentanti israeliani che riconoscono l’Apertheid, la colonizzazione e il genocidio, e la politica bellicista dello Stato sionista o che danno impulso alla militarizzazione del comparto del sapere e alla collaborazione con il comparto difesa; * Attivazione di strumenti autonomi di comunicazione per promuovere la diffusione del documento e creare i presupposti per l’articolazione della Campagna Nazionale “La Conoscenza non marcia”. Qui alcuni scatti dell’Assemblea del 13 settembre 2025 a Roma. Tutte le realtà partecipanti all’Assemblea: Antropolog@ per la Palestina, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Accademiche palestinesi (Mijriam Abu Samra), CALP Portuali, Antonio Mazzeo, BDS Italia, USB Università, Comitato promotore ingegneria, UDAP, Docenti per Gaza, Rete antisionista e anticolonialista, SSB – Sindacato Sociale di Base, Usb Scuola, Coordinamento No NATO, Handala Ali – Napoli, Comunità Palestinese Roma- Lazio, Cobas varie sedi (intervento comune), Comitato di solidarietà con la Palestina in III, Coordinamento per il boicottaggio di Israele – Pisa, Studenti palestinesi, Rete dei comunisti, CUB SUR, Alessandro Ferretti, Sanitari per Gaza & Cittadini liberi per la Palestina, Movimento per il diritto all’abitare, Potere al popolo, Cuir Palermo, Ass. Geografi (Margherita Grazioli), OSA, Coordinamento Palestina Rieti e provincia, Comitato Siena per la Palestina, Giovanni Russo Spena, Collettivo studentesco Corto Circuito- Rieti, Sociologia di Posizione – Emancipatory Social Science, GKN.
“La Conoscenza non marcia”: Conferenza Stampa 11 settembre 2025 Rettorato della Sapienza
ANNUNCIO DI CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL RETTORATO SAPIENZA (AL PRESIDIO DI TENDE DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE DI CAMBIARE ROTTA), PER IL LANCIO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DE “LA CONOSCENZA NON MARCIA” DEL 13 SETTEMBRE. CONFERENZA STAMPA ORE 11 DEL 11 SETTEMBRE 2025 Il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli (Sapienza), una rete di organizzazioni del mondo dell’istruzione e della ricerca (docenti di scuola e università, student3, personale amministrativo) si riunisce unita per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia” per ottenere MISURE NORMATIVE VOLTE A FERMARE IL PROCESSO DI MILITARIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLE UNIVERSITA’ e di complicità con il genocidio del popolo palestinese. INVITIAMO TUTTE LE REALTÀ E LE PERSONE INTERESSATE A PARTECIPARE E A DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO PER LA PROMOZIONE DELLA CAMPAGNA.  La campagna si concentra sulla richiesta e sulla elaborazione di una Legge di Iniziativa Popolare, che parta dal basso e coinvolga l’intera società civile, in grado di premere sui governi per fermare la corsa al riarmo, il processo di militarizzazione dell’istruzione e della società, la pericolosa diffusione della cultura della difesa attraverso la minaccia militare e la guerra, le collaborazioni tra i luoghi della ricerca e della conoscenza con la filiera industriale bellica, e le collaborazioni tra Università e Israele] . Vogliamo ottenere una legge che, attraverso un confronto ampio e condiviso, imponga dei limiti chiari alle sempre più invadenti e opache ingerenze della filiera-militare industriale e del suo portato culturale di morte e violenza nel mondo dell’istruzione, della formazione e della ricerca. Puntiamo a una legge che impedisca in modo netto e inequivocabile i rapporti delle Università italiane con istituzioni rappresentative di paesi genocidiari come Israele. Di seguito una sintesi del documento che presenteremo il 13 settembre a Roma. Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, ma anche l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista. Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use, cioè con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori. Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma, partecipazione a manifestazioni militari e stage in aziende della filiera bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER IMPEDIRE LE SEGUENTI INZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare o che siano legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale (crimini di guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva internazionale. --------------------------------------------------------------------------------  [FZ1]non può andare in una legge la regolamentazione dei rapporti istituzionali con uno Stato.
Roma, sabato 13 settembre 2025: Assemblea di lancio campagna “La conoscenza non marcia”
ASSEMBLEA DI LANCIO DELLA CAMPAGNA NAZIONALE “LA CONOSCENZA NON MARCIA” SABATO, 13 SETTEMBRE ORE 10.30 ROMA, AULA I SEDE DI SAN PIETRO IN VINCOLI (FACOLTÀ DI INGEGNERIA SAPIENZA) LA CONOSCENZA NON MARCIA. PER DIFENDERE UNIVERSITÀ E SCUOLE DAL PROCESSO DI MILITARIZZAZIONE E DALLA COMPLICITÀ COL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE. FUORI LA GUERRA DALL’ISTRUZIONE E DALLA RICERCA! Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, ma anche l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista. Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use, cioé con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori. Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma, partecipazione a manifestazioni militari e stage in aziende della filiera bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER NON CONSENTIRE LE SEGUENTI INZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare o che siano legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale (crimini di guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva internazionale. Incontriamoci il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli (Sapienza), per discutere di tutto queste e per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia”