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Cagliari, presidio 16 settembre: Nessuna sanatoria per la RWM
Un folto gruppo di antimilitaristi, ambientalisti e persone orientate a contestare l’ampliamento della fabbrica di bombe RWM di Domusnovas si è ritrovato ieri, 16 settembre 2025, a Cagliari, dalle ore 10, davanti al palazzo della Giunta regionale in V.le Trento – strettamente presidiato dalle forze dell’ordine. Lo scopo è chiedere alla Regione di respingere lo studio di Valutazione di Impatto Ambientale presentato dalla RWM per regolarizzare gli impianti dell’ampliamento portato a termine tre anni fa tra una miriade di irregolarità su cui le amministrazioni locali avevano chiuso gli occhi, e infine giudicato illecito da una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021. Presenti numerosi studenti, comitati e associazioni tra cui Italia Nostra, USB Sardegna, Rete Iside, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, Cobas Scuola Cagliari, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Comitato Sardo di solidarietà per la Palestina, Movimento Nonviolento Sardegna, ANPI Cagliari, firmatari di una lettera indirizzata alla Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde in cui si chiede appunto di non accettare la sanatoria proposta dalla fabbrica. Questo per respingere sul piano etico-politico la logica del produrre armi che vanno a fomentare sempre più guerre, e perché gli ampliamenti dell’RWM sono insanabili sul piano della salvaguardia del territorio e dell’ambiente naturale.  Tra le storture più clamorose quella di aver costruito le linee di produzione sulla fascia di rispetto – assolutamente inedificabile – di un fiume ad alto rischio di esondazione. Molti manifestanti sono intervenuti portando argomenti contro la fabbrica di bombe RWM e i sui rapporti commerciali. Tra questi c’è la U-vision, ditta israeliana in base al cui progetto la RWM produce droni da combattimento. Una delegazione è stata ricevuta dal capo gabinetto ing. Caschili, visto che la presidente Todde era a Roma per un incontro col ministro della giustizia Nordio. Insieme alla lettera è stata inviata una scheda tecnica che contiene una serie di dettagliati punti per cui il piano di VIA presentato dall’azienda RWM non può essere accolto. Sia la lettera che la scheda tecnica sono reperibili al link: https://italianostrasardegna.blogspot.com/2025/09/rwm-lettera-aperta-alla-presidente.html L’ing. Caschili ha accennato alle motivazioni di una scelta non facile da parte della Regione, pur in assenza di una posizione pregiudizialmente orientata all’accoglimento del piano di VIA. La delegazione si è dichiarata disponibile a ogni chiarimento e ha ribadito la richiesta di un incontro con la Presidente Todde per i prossimi giorni.     I manifestanti dichiarano che terranno alta l’attenzione sugli sviluppi di questa vicenda e preparano ulteriori impegni per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza su tali cruciali questioni. Qui la lettera inviata alla presidente Alessandra Todde. RWM-LetteraToddeDownload Qui il volantino della manifestazione. Volantino_ManifestazPresidenzaRegionale_16Settembre2025Download Alcuni scatti della manifestazione.  Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari
Cagliari: “La corsa dell’indignazione” per rompere il silenzio sul genocidio che si sta consumando a Gaza
Tantissime persone di ogni età, famiglie con bambini, ragazzi/e e anziani, pure novantenni hanno partecipato alla “corsa dell’indignazione”  per manifestare la solidarietà al popolo martoriato della Palestina e ai partecipanti alla missione della Global Sumud Flotilla. Una manifestazione popolare convocata dal basso, dal “Movimento spontaneo per la Palestina”,  come scritto nel comunicato stampa. “Can’t stay silence”: non posso restare zitto di fronte al massacro quotidiano di persone inermi, affamate, senza più una casa, profughi nella propria terra. Gente, tanta gente (almeno 6000 persone)  – convocata attraverso il passaparola, la condivisione nelle chat – ha aderito portando solo simboli della Palestina e la bandiera della pace. Un popolo, quello sardo, che si è mosso per gridare contro il genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La manifestazione è iniziata alle ore 19:00 con il raduno davanti al Palazzo del Consiglio Regionale in via Roma e si è conclusa alla  gradinata del Bastione di Saint Rémy intorno alle 22:00. Alle 19:45 circa è partito il corteo con in testa  i runner con le magliette bianche con la scritta “Can’t stay silence” e il simbolo della Palestina. In apertura del corteo gli unici striscioni presenti nella manifestazione, quelli del “Movimento spontaneo per la Palestina”. Testa del corteo “Can’t stay silence” (Foto di Pierpaolo Loi) Il corteo ha percorso rumoroso la via Roma per confluire in piazza del Carmine. È stato chiesto un minuto di silenzio per ricordare le vittime palestinesi di questa immane carneficina quotidiana, come ha sottolineato la portavoce del “Movimento spontaneo…” Vania Erby: “Osserviamo insieme un minuto di silenzio per i nostri fratelli palestinesi vittime del genocidio. Ci possiamo abituare al male, alle atrocità che vediamo in questi giorni? Ci si abitua a tutto…Forse Ci si abitua all’idea che un popolo possa essere privato della Terra…. Ci si abitua all’idea che possa essere privato di ogni libertà’, dignità…dei sui figli…del suo futuro. Ci si abitua…Forse A chiamare difesa ciò che è sopraffazione, a chiamare terrorismo ciò che è resistenza. Noi No, non vogliamo abituarci a tutto questo. Vogliamo continuare a sentire forte questo dolore, vogliamo sentirlo per trasformarlo in resistenza. Vogliamo continuare a parlare, perché il silenzio uccide, il silenzio è una seconda condanna, il silenzio è comodo, è complice, ma è anche criminale…”. Da piazza del Carmine il corteo, ancora più rumoroso, ha proseguito fino al Corso Vittorio Emanuele, passando in mezzo ai turisti seduti ai tavolini. Al passaggio dei manifestanti sull’ingresso di un locale è stata esposta la bandiera della Palestina. Percorsa la via Manno si è proseguito per via Garibaldi per poi concludere alla alla scalinata del Bastione con l’unico slogan gridato all’unisono:”Palestina libera!”. Infine, un breve, ma intenso, discorso della portavoce del “Movimento spontaneo”, di cui riportiamo alcuni passaggi: “Siamo qui come individui, come popolo, perché come sardi, per nascita o per adozione, sappiamo quanto le radici e il senso di appartenenza ad una terra possano rappresentare e il significato che questo può avere oggi per il popolo palestinese. In queste ore si susseguono notizie e immagini sempre più agghiaccianti delle atrocità che il governo israeliano e il suo esercito sta compiendo a Gaza e in Cisgiordania, una violenza senza eguali nella storia dell’umanità, una violenza a cielo aperto che il governo israeliano sta tentando in tutti i modi di nascondere oscurando quanto proviene da Gaza e con lo sterminio stesso dei giornalisti palestinesi… Il 31 agosto è partita da Barcellona una flotta civile di 50 imbarcazioni con delegazioni provenienti da 44 paesi. Una spedizione di donne e uomini che come noi oggi chiedono pacificamente ai governi di non rimanere inermi di fronte ai crimini che il governo israeliano sta perpetrando a Gaza e al genocidio in atto; una delegazione internazionale che sta provando a fare quello che i governi non hanno avuto il coraggio di fare… Una flotta perfettamente legale, pacifica che sta cercando di rompere l’assedio in cui vive il popolo palestinese che ogni giorno viene sempre più affamato, bombardato, sterminato e privato di ogni diritto e libertà, esseri umani cui stanno strappando anche le radici. Per la flotta è stato scelto un nome denso di significato: Global Sumud Flotilla. Sumud è una parola araba che indica la capacità di resistere, la forza di sopportare tutto davanti alle avversità. Quando sono i palestinesi ad usare questa parola possiamo subito intuire quale forza possa assumere e cosa rappresenti per il popolo palestinese. L’odio sistematico con cui il governo israeliano sta cancellando un popolo, a Jabaria si distruggono anche le tombe, non credo si possa più definire guerra e credo si sia oltre il genocidio, l’obiettivo che si sta cercando di perseguire é di annientare un popolo dalle sue radici, la sua cultura radicata da millenni nella terra di Palestina. Siamo qui oggi, per opporci a tutto questo, ma siamo qui anche per ricordare a noi stessi che é ancora possibile restare umani e non voltarsi dall’altra parte come fanno i governi del pianeta, per poter avere il coraggio di dire ai nostri figli che lo sterminio del popolo gazawi non è stato fatto nel nostro nome…” Cagliari, Bastione di Saint Rémy (Foto di Pierpaolo Loi) Alla fine del suo intervento, Vania ha offerto il microfono al dott. Fawzi Ismail, presidente dell’Associazione “Amicizia Sardegna Palestina” per un saluto alla folla. Egli ha espresso tutta la sua commozione e ha ringraziato per questa straordinaria manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese. Ha sottolineato, inoltre, che il suo popolo non abbandonerà mai la sua terra, un popolo che ha dignità è un popolo resistente. Alla conclusione, il canto di “Bella ciao” ha vibrato ancora una volta nelle voci e nei cuori delle persone presenti alla manifestazione nella città di Cagliari. Pierpaolo Loi
Cagliari, presidio all’Assessorato alla difesa dell’ambiente, Regione Autonoma Sardegna
NON REGALIAMO AMBIENTE, SALUTE E SICUREZZA IN CAMBIO DI BOMBE E PROFITTI Lunedì 14 luglio, in una mattinata davvero torrida, un nutrito gruppo ha svolto un presidio davanti all’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente in via Roma 80, Cagliari, chiamato da Stop RWM, storico comitato di lotta contro la fabbrica di bombe. Motivo: si è giunti a un momento cruciale per le aspettative dell’RWM di ottenere l’approvazione del piano di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per gli impianti che raddoppieranno le linee di produzione (dichiarati abusivi da due sentenze del consiglio di stato), presentato all’ufficio regionale – e reso accessibile attraverso il portale SIRA con ampie parti rese illeggibili. Tali aspettative corrispondono alla volontà di segno opposto, sostenuta da una lotta che dura da anni, di tanti ecologisti, antimilitaristi e pacifisti, anche organizzati in comitati ed associazioni, che quel piano di VIA non sia approvato e che i nuovi impianti rimangano chiusi. Al piano di VIA della RWM si è infatti risposto il mese scorso con un ampio documento di osservazioni firmato da Italia Nostra Sardegna, USB Sardegna, Cobas Cagliari, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione Sindacale Sarda, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, War Free – Lìberu dae sa gherra, che fanno seguito ad altre corpose osservazioni presentate ad aprile e a dicembre 2024. Anche in questo documento cruciale è l’osservazione idrogeologica che pone al centro delle considerazioni le costruzioni, gli sbancamenti e i numerosi interventi (deviazioni, tombamenti, cementificazioni) attuati su due corsi d’acqua a carattere torrentizio, affluenti del rio Figu, interni all’area dello stabilimento ed ad alto rischio di esondazione, sulla cui area di rispetto, prevista dalla normativa, si è abusivamente costruita la volumetria edilizia dell’ampliamento delle linee di produzione, all’interno di un complesso industriale “ad alto rischio di incidente rilevante”. La richiesta della RWM è che questi fiumi siano cancellati dalla mappa dell’Agenzia regionale del Distretto Idrografico in quanto irrilevanti – richiesta irricevibile, a quanto appunto dimostrato dalle osservazioni presentate e redatte con la collaborazione dei tecnici: dott.ri Salvatore Carboni, Massimo Coraddu, Leonardo Marotta, Flavia Sicuriello. Queste e altre osservazioni vengono portate da una delegazione all’Assessora Rosanna Laconi e al funzionario dell’ufficio VIA, i quali informano che la Conferenza dei Servizi annunciata nell’incontro di dicembre non c’è stata. La RWM aveva presentato a febbraio ulteriori relazioni aggiuntive sulle problematiche idrogeologiche riscontrate, riprendendo argomenti già avanzati e criticati dagli ambientalisti e dagli ufficiali del bacino idrografico. L’ufficio VIA della Regione ha immediatamente chiesto i pareri degli enti coinvolti, e dopo averli ricevuti ha chiuso l’istruttoria. Ora redigerà una monografia istruttoria finale con parere definitivo. Intanto si è saputo che a Febbraio è arrivato all’ufficio VIA della Regione un sollecito dal Ministero della difesa a concludere la procedura di VIA ex-post riguardante l’RWM. Non solo, la ditta RWM ha ingiunto all’ufficio VIA di concludere la procedura di VIA ex-post (che dura da oltre tre anni) e le ha dato tempo di concluderla entro giugno; scaduto l’ultimatum il 1 luglio ha depositato presso il TAR un ricorso contro la Regione per la durata “eccessiva” della procedura ! Le pressioni non mancano sull’Assessorato alla difesa dell’ambiente e sull’ufficio VIA, perché non ci siano intralci sulla strada della RWM, che si ritiene evidentemente invincibile, come nei profitti, triplicati nel 2024 rispetto al 2023. Che faranno l’ufficio VIA e l’Assessorato alla difesa dell’ambiente, saranno in grado di far valere le ragioni dell’ambiente e della fragilità idrogeologica della zona ? O per motivi politici approveranno la procedura di VIA ex-post pretesa dalla RWM? Hanno partecipato al presidio anche il Comitato Sardo per la Palestina, il Movimento nonviolento, i Disarmisti esigenti, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, le Madri contro la repressione, oltre che i firmatari delle Osservazioni: USB, Cobas, Cagliari Social Forum. Mariella Setzu, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari   Fonte: Cobas Cagliari.
Cagliari, presidio pacifista: Ora e sempre contro guerre imperialiste e genocidio di popoli
Alle ore 18 del 21 giugno, il tratto di V.le Buoncammino, Cagliari, davanti alla Questura era già costellato di striscioni contro la guerra, il riarmo e l’economia di guerra, contro il genocidio dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e le guerre dello stato ebraico d’Israele, contro le politiche repressive del governo Meloni. Il presidio, indetto dal Cagliari Socialforum e da USB Fed. del sociale, ha richiamato i contenuti della manifestazione di Roma e ne ha inserito alcuni riguardo alla repressione che viene esercitata in loco per cercare di intimidire il dissenso, in particolare quello che riguarda le esercitazioni militari; dall’operazione Arcadia alla cosiddetta Lince: fascicoli della Digos approdati a interminabili procedimenti giudiziari per lo più contro persone giovani a cui si possono stroncare varie prospettive su cui costruire un futuro. Una delle ultime è il caso di Luca, accusato di aver fatto scoppiare un petardo alla manifestazione contro la Joint Stars 2025, arrestato il giorno prima della manifestazione del 14 giugno, quella in cui la polizia ha usato l’elicottero come sfollagente contro i manifestanti. Lo stesso PM, che più volte ha espresso la volontà di archiviare il caso dei generali responsabili del disastro ambientale del poligono di Teulada (andati poi assolti), era intenzionato a mandare in carcere Luca, poi messo ai domiciliari per decisione del GIP. Che dire poi del missile Aster 30 caduto inesploso durante le recenti esercitazioni nel mare di fronte alla costa di Quirra? Una vera spada di Damocle per l’incolumità di chi pratichi quelle acque, ma nessuno è responsabile di questo. Molti gli interventi al microfono di compagni e compagne del Social forum e dell’USB, dei Cobas Cagliari, che hanno dato l’adesione all’iniziativa, di Potere al popolo, del Collettivo Comunista (marxista leninista) di Nuoro, e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Le guerre di aggressione attivate dallo stato d’Israele, protetto dagli USA e dall’UE, sono state denunciate come crimini di un imperialismo colonialista in fortissima espansione. L’economia di guerra costringe a disastrosi tagli nella sanità e più in generale nello stato sociale, cosa che causerà aumento di conflittualità, laddove però il governo si è dato strumenti repressivi per criminalizzare varie forme di protesta. Le forze dell’ordine, sempre disponibili per l’ufficio della repressione, sono presentate quali figure in grado di trasmettere lezioni di cittadinanza, sia nei loro interventi dentro le scuole che in una quantità di manifestazioni culturali, come nell’ultima voluta dal Comune di Cagliari: “Carmine 2025, musica, spettacolo, sport, cultura”. Il presidio si scioglie verso le 20.30, non prima di aver proclamato qualche poesia contro la guerra di cui una è trascritta di seguito: BASTA LE GUERRE Basta le guerre e le menzogne fetenti Dove a migliaia sprofondano innocenti Dove il soldato è vivo per procura E ha perfino perduto il coraggio della paura La guerra massacra ed è fatta di balle Di finzioni escogitate, di veline reiterate E il gran campione è nudo anche in maglione militare E inganna chiedendo unità popolare Quell’unità è bugia, va ridata alle persone La facoltà dell’opinione, e vi diranno “basta” E vi diranno paga tu di tasca La mia vita azzerata, la mia lingua tagliata La mia casa distrutta E tu vedrai che quel lago di sangue Ti sarà alle caviglie rappreso in una morsa Che chiederà altro sangue Che chiederà il tuo sangue È per la libertà, ti dirà gracchiando Dalla testa di un obice, è per la libertà Stessa retorica che in Vietnam Simil retorica che in Afganistan Massacri ed armi che a nulla porteran! Massacri ed armi Massacri ed armi che a nulla che a nulla che al nulla porteran ! Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari
LERA / Rêverie
“Rêverie” isn’t about bombast; it’s about carefully constructed sonic landscapes built on intriguing juxtapositions. The band deftly blends the weight of post-metal and doom with the expansive textures of post-rock. Expect hypnotic, cyclical riffs that can feel almost obsessive, only to gracefully give way to delicate, dreamlike ambient passages. Recorded at A.C.M.E. Studio – Cagliari, […]
“La scuola va alla guerra” e “Comprendere i conflitti. Educare alla pace”: due pubblicazioni presentate a Cagliari
Si è svolto il 29 maggio 2025 a Cagliari l’incontro pubblico per la presentazione dei libri di Antonio Mazzeo, La scuola va alla guerra, ed. il Manifesto libri e Comprendere i conflitti educare alla pace, Atti del I convegno nazionale, a cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, ed. Aracne.  L’iniziativa era promossa dal CESP (Centro studi Scuola Pubblica) di Cagliari e dall’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, in collaborazione con Mesa Noa Food Coop, emporio autogestito di prodotti locali e del commercio equo e solidale, presso cui abbiamo sistemato la location dell’evento.  Sono intervenuti gli autori Antonio Mazzeo e Michele Lucivero, con Andrea Degiorgi e Mariella Setzu del Cesp, a fronte di un uditorio folto e decisamente interessato che ha svolto varie considerazioni e posto quesiti.  Il saggio “La scuola va alla guerra” che ha come sottotitolo “Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia” svolge un ampio excursus sui casi in cui figure militari intervengono nelle scuole per trattare un ampio arco di problematiche (bullismo, violenza di genere, tossico-dipendenze, educazione stradale, educazione alla cittadinanza, sport ecc.). I contatti con i militari tornano immancabilmente in quasi ogni rassegna dedicata all’orientamento, dove non mancano mai i diversi stand dei corpi d’arma del ministero della Difesa e dell’Interno, e nelle visite a strutture militari effettuate a titolo di PCTO (acronimo che ha sostituito la dicitura alternanza scuola-lavoro), dove gli studenti svolgono attività di manutenzione, assistenza tecnica su vari tipi di ordigni e sono incoraggiati a formarsi una cultura sulle armi, e in ogni caso a percepire come “normale” un ambiente militarizzato, cioè dedicato alla guerra, termine edulcorato in quello di “difesa”. Le  motivazioni di una tale logica militarista difficilmente conciliabile con lo spirito della Costituzione, calano dall’alto di scelte politiche verticistiche, e il saggio, presentato dal suo autore Antonio Mazzeo, ne dà ragguaglio rendendosi con ciò un prezioso strumento di informazione. Il libro Comprendere i conflitti educare alla pace, Atti del I convegno nazionale, è una raccolta di interventi svolti nel convegno del 5 maggio 2024 a Roma promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, e da varie prospettive esamina aspetti che hanno a che fare con le guerre: la distinzione tra casus belli e cause effettive di una guerra (Kersevan), il militarismo culturale diffuso (Barnao), la fatale attrattiva che la guerra sembra esercitare (Marchetti), la militarizzazione come svilimento del dialogo e della riflessione, fondamentali pratiche dell’azione pedagogica (Ricchiuti), e altri aspetti messi in luce nei suoi interventi dal prof. Michele Lucivero che ha curato la raccolta e scritto l’introduzione.  In questo nuovo contesto internazionale, appare urgente demistificare le nuove giustificazioni della corsa al riarmo, delle politiche belliciste, per riaffermare  l’educazione alla pace.  E’ ciò che è emerso dai vari interventi, commenti e apporti inediti dei partecipanti che si sono succeduti dopo le stimolanti relazioni degli autori. Appare importante attuare un passaparola su queste problematiche, in modo da approfondire le conoscenze ed espandere l’area della sensibilità. La serata è finita con un ottimo buffet di cibi biologici offerto da Mesa Noa e dal CESP, riaffermando anche con questo gesto conviviale quanto dobbiamo ad una terra libera da inquinanti, laddove la guerra è un formidabile agente di distruzione e di persistente inquinamento. Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, Cesp Cagliari
Rivolta al Liceo “Siotto” di Cagliari contro il neofascismo di Blocco studentesco
La mattina del 23 maggio ha portato una sorpresa molto sgradevole agli studenti e alle studentesse del Liceo di Cagliari “Siotto“: all’ingresso della scuola verso le otto hanno incrociato un gruppo di Blocco studentesco che sosteneva presso la recinzione metallica della scuola uno striscione con la scritta delirante e insultante “Antifascismo è mafia. Dal ‘43 servi del potere”. In mezzo ai fumogeni il gruppo di Blocco Studentesco urlava al megafono frasi di contenuto fascista (clicca qui per la notizia). Da un filmato pubblicato su una testata giornalistica si nota che gli esponenti di Blocco studentesco indossavano magliette con la scritta ”Sa vida pro sa patria” intorno a un teschio con divisa militare. A parte il deprecabile gusto militarista e necrofilo, si capisce che la patria a cui si riferiscono è quella fascista, visto che dopo la caduta del fascismo nel 1943, sarebbero arrivati i “servi del potere”. Evidentemente trascurando quanto servilismo ha richiesto il fascismo ai cittadini, negando ogni libertà d’espressione e reprimendo ogni dissenso. Ci risulta che la manifestazione fosse stata autorizzata, ma l’azione di sabato 23 maggio ha suscitato non solo momenti di nervosismo ma, a quanto denuncia qualche studente, anche preoccupazione per l’incolumità di chi frequenta la scuola. La mossa di aspettare gli studenti e le studentesse fuori dalle scuole appare una strategia nazionale sistematica di Blocco studentesco e il Siotto pare preso di mira dal gruppo neofascista, il che comporterebbe un’attenzione particolare da parte della dirigenza scolastica. È preoccupante l’arroganza di gruppi neofascisti che non demordono dall’intenzione di trovare consenso nelle scuole, dove per ora, e speriamo per sempre, rimangono abbastanza isolati. Questo ci dice anche quanto resti importante una scuola libera e democratica, come luogo di una solida conoscenza storica e di una coscienza civile e sociale, e antifascista che permetta alla popolazione studentesca di prendere le distanze e manifestare nettamente la propria opposizione agli attacchi alla democrazia.  Ed è ciò che centinaia di studenti e studentesse del Liceo “Siotto”, insieme ai/alle loro insegnanti, hanno fatto, resistendo alla provocazione fascista, cantando Bella Ciao e scandendo slogan antifascisti, prima di entrare in classe. E la scuola come istituzione deve fare la sua parte per fronteggiare le incursioni dei gruppi neofascisti all’ingresso degli istituti scolastici, non sottovalutando questi fenomeni e segnalando alle autorità competenti queste azioni provocatorie, anche chiedendo un ordine restrittivo verso i gruppi di marca dichiaratamente fascista. Quale sarà la prossima scuola a ricevere una visita di Blocco studentesco? E la questura non manderà nessuno a verificare che le cose vadano senza scontri? Cobas Scuola Cagliari Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Cagliari
CONTRO LA REPUBBLICA AFFONDATA SUL RIARMO
2 GIUGNO 2025, ORE 16 – PIAZZA COSTITUZIONE, CAGLIARI 2 GIUGNO, CAGLIARI A Foras ritorna in piazza il 2 giugno, per lottare insieme a tutte le persone che vogliono lottare con noi, per cercare di fermare questa rincorsa verso la terza guerra mondiale. Come ogni anno vediamo in Sardegna le esercitazioni più grandi del mediterraneo e ora è più chiaro a tutti la loro ragione d’essere: devono prepararsi per entrare in guerra. Per fare questo stanno spendendo tutti i soldi che potrebbero servire per le scuole e gli ospedali, sperperandoli per comprare sempre più armi. Pensavamo fosse finita per sempre l’epoca delle guerre nel nostro continente, ma invece sta ritornando e saremo noi che dovremmo andare a morire, per fare gli interessi dei padroni europei ed americani. Per fermare questi macellai, dobbiamo metterci tuttə insieme e dobbiamo fargli capire, che lə sardə hanno già visto cosa vuol dire morire per i padroni italiani: per questo ci troveranno in piazza, ogni volta che proveranno a mandare a morire noi e lə nostrə figliə. Per tutte queste motivazioni scendiamo in piazza il 2 giugno e speriamo di essere in tantə, perché il pericolo è grande ed è arrivata l’ora di muoverci, per fargli vedere che non ci hanno ancora vinto! Grafica: ERRE PUSH 2 DE LÀMPADAS, CASTEDDU A Foras torrat in pratza su 2 de làmpadas, pro peleare in paris cun totus is chi bolent benner cun nos, pro chircare de firmare custa cursa po intrare in sa tertza gherra mundiale. Nos, comente ogni annu, bideus in Sardigna is esercitatziones militares prus mannas de su mediterràneu, e como si cumprendet bene pro ite est chi ddas faent: ca si depent preparare totu cantos pro intrare in gherra. Pro faer custu sunt spendende totu su dinare chi diat serbire pro iscolas e ispidales, pro comporare semper prus armas. Nos pentzaiaus de nch’ esser essios dae su tempus de is gherras in su continente nostru, peroe nche seus torrende a intrare, aus a esser nos chi aus a deper morrer, pro faer is interessos de is meres europeos e americanos. Pro firmare custos matzellaios, si depeus ponner totus in paris e ddi depeus faer cumprender, ca is sardos ant giai bistu ite bolet narrer a morrer pro is meres continentales e ca como s’ant a agatare in pratza ogni borta chi provant a mandare a morrer a nos e a fìgios nostos. Pro totu custas cosas calaus in pratza su 2 e speraus ca aus a esser in medas, ca su perìgulu est mannu e est arribada s’ora de si mover e de faer bier ca non s’ant ancora bintu!
Cagliari, 29 maggio: presentazione “La scuola va alla guerra” e “Comprendere i conflitti, educare alla pace”
GIOVEDÌ, 29 MAGGIO, ORE 18,00 SEDE DI MESANOA IN VIA CRESPELLANI N. 48, CAGLIARI Gli eventi di guerra e aggressione militare compaiono insistentemente nelle nostre cronache, dal raccapricciante eppur reale genocidio dei palestinesi alla devastante guerra in Ucraina, per andare a conflitti in altre parti del mondo meno documentati dall’informazione mainstream. A questo clima internazionale occupato dalla violenza e incapace di trovare vie d’uscita nella politica e nel diritto internazionale fa da pendant l’appello al riarmo diffuso dall’UE, l’intensificazione della produzione bellica e delle esercitazioni di guerra, la continua esaltazione dei valori e dei corpi militari nei nostri mass media e messaggi  istituzionali. La scuola è pesantemente esposta alla presenza dei militari, per una precisa volontà calata dall’alto che intende normalizzare tale presenza e persino rendere la carriera militare una scelta interessante per molti/molte giovani. A fronte di tali pressioni riteniamo che analizzare e criticare la modalità belligerante e andare verso un’educazione alla pace sia la giusta via da percorrere, indicata dalla Costituzione e confortata dall’osservazione della storia e del nostro mondo contemporaneo.  È in questa chiave che giovedì 29 maggio alle ore 18,00 presso la sede di Mesanoa in Via Crespellani n. 48 a Cagliari, il CESP di Cagliari, e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in collaborazione con la Cooperativa Mesanoa, presentano i libri: La scuola va alla guerra e Comprendere i conflitti, educare alla pace, Atti I convegno nazionale, a cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, dialogando con gli autori Antonio Mazzeo e Michele Lucivero, già ospiti nei convegni CESP di Cagliari. Antonio Mazzeo, insegnante di scuola media di Milazzo, peace reasercher, giornalista esperto di sistemi militari e guerre, ha pubblicato diversi libri, tra cui I padrini del ponte. Affari di Mafia sullo stretto, sugli interessi criminali per la costruzione del ponte di Messina, Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo, sull’installazione del MUOS a Niscemi (CL). Ha ricevuto il premio Giorgio Bassani – Italia Nostra 2010 per il giornalismo e la Palma d’oro per la pace dall’Archivio Disarmo. Michele Lucivero, dottore di ricerca in Etica e antropologia, insegnante di Filosofia e storia in un liceo di Bisceglie, è condirettore della Collana Paideia presso l’editore Aracne, per il quale ha pubblicato diversi volumi della collona; giornalista pubblicista, cura la rivista Agorà. La filosofia in piazza, e collabora con diverse riviste, tra cui Pressenza e Mosaico di pace.
In Sardegna propaganda di guerra e screening medici per bambine e bambini
Le spese per la sanità pubblica in Italia non sono affatto tra le più alte dei paesi UE, a differenza di quanto sostiene la presidenza del Consiglio, secondo la quale il nostro Paese non ha speso mai così tanto per la salute. Ecco, ricordiamo solo alcuni dati. Il servizio sanitario è universale, ma non del tutto gratuito, prova ne sia che la quota di spese sanitarie a carico del cittadino (23,5%) è al di sopra della media europea (15,8%). Nonostante ciò il ricorso alle prestazioni intramoenia e al privato arrivano per la impossibilità del pubblico di erogare servizi in tempi veloci, non avendo personale a sua disposizione. La spesa pubblica per la sanità in Italia (8,8% del PIL) è al di sotto della media europea (9,8%). Anche in termini assoluti la spesa medica pro-capite è di 2.487 euro contro i 2.884 della media europea. Non si comprende allora il motivo per cui ci sarebbe da gioire con una sanità pubblica affossata a colpi di privatizzazioni, spending review e contenimento della spesa con risorse da sempre sperequate tra le varie figure di personale, la impossibilità di un effettivo ricambio generazionale per medici e infermieri. Molte famiglie per curarsi devono contrarre dei prestiti con banche e finanziarie e nelle isole o regioni meridionali il pendolarismo sanitario è una scelta obbligata per ricevere cure adeguate. Le famiglie del capoluogo sardo hanno quindi accolto come una sorta di manna dal cielo la notizia che avrebbero potuto approfittare degli screening a bordo della nave da guerra Trieste, in porto per l’operazione interforze “Joint Stars“. Pensiamo che le strutture sanitarie , incluse quelle militari, dovrebbero essere a disposizione della cittadinanza e non solo nei momenti di grande criticità come avvenuto negli anni pandemici. Ci indigna , oltre a preoccuparci, che un servizio essenziale come quello sanitario e l’offerta di screening ai più piccoli, per i quali si attendono di norma mesi di attesa, sia invece avvenuta a bordo di una nave da guerra, associando l’idea che all’ombra delle forze armate sia possibile ricevere servizi sanitari. La Trieste partecipava all’esercitazione nazionale interforze della Difesa Joint Stars 2025, appuntamento annuale per la più grande esercitazione militare interforze pensata per testare anche l’efficacia di nuove armi e strumenti di guerra. E i soldi impiegati per le esercitazioni militari sarebbero stati utili per ampliare la terapia intensiva, la prevenzione e i servizi di pediatria con effetti ben maggiori nel tempo. La propaganda di guerra è disgustosa e in assenza di argomentazioni si associano esercitazioni militari alla erogazione di quei servizi socio sanitari che sono stati tagliati proprio per finanziare il militare. Fonti: https://www.facebook.com/photo?fbid=1135590778607390&set=a.649135690586237 https://www.ultimavoce.it/joint-stars-2025-sardegna-sanita-e-propaganda/#google_vignette https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/12/a-cagliari-esami-sanitari-gratis-per-i-bambini-si-ma-sulla-nave-da-guerra-per-far-digerire-la-maxi-esercitazione/7984982/ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università