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Cagliari, presidio all’Assessorato alla difesa dell’ambiente, Regione Autonoma Sardegna
NON REGALIAMO AMBIENTE, SALUTE E SICUREZZA IN CAMBIO DI BOMBE E PROFITTI Lunedì 14 luglio, in una mattinata davvero torrida, un nutrito gruppo ha svolto un presidio davanti all’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente in via Roma 80, Cagliari, chiamato da Stop RWM, storico comitato di lotta contro la fabbrica di bombe. Motivo: si è giunti a un momento cruciale per le aspettative dell’RWM di ottenere l’approvazione del piano di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per gli impianti che raddoppieranno le linee di produzione (dichiarati abusivi da due sentenze del consiglio di stato), presentato all’ufficio regionale – e reso accessibile attraverso il portale SIRA con ampie parti rese illeggibili. Tali aspettative corrispondono alla volontà di segno opposto, sostenuta da una lotta che dura da anni, di tanti ecologisti, antimilitaristi e pacifisti, anche organizzati in comitati ed associazioni, che quel piano di VIA non sia approvato e che i nuovi impianti rimangano chiusi. Al piano di VIA della RWM si è infatti risposto il mese scorso con un ampio documento di osservazioni firmato da Italia Nostra Sardegna, USB Sardegna, Cobas Cagliari, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione Sindacale Sarda, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, War Free – Lìberu dae sa gherra, che fanno seguito ad altre corpose osservazioni presentate ad aprile e a dicembre 2024. Anche in questo documento cruciale è l’osservazione idrogeologica che pone al centro delle considerazioni le costruzioni, gli sbancamenti e i numerosi interventi (deviazioni, tombamenti, cementificazioni) attuati su due corsi d’acqua a carattere torrentizio, affluenti del rio Figu, interni all’area dello stabilimento ed ad alto rischio di esondazione, sulla cui area di rispetto, prevista dalla normativa, si è abusivamente costruita la volumetria edilizia dell’ampliamento delle linee di produzione, all’interno di un complesso industriale “ad alto rischio di incidente rilevante”. La richiesta della RWM è che questi fiumi siano cancellati dalla mappa dell’Agenzia regionale del Distretto Idrografico in quanto irrilevanti – richiesta irricevibile, a quanto appunto dimostrato dalle osservazioni presentate e redatte con la collaborazione dei tecnici: dott.ri Salvatore Carboni, Massimo Coraddu, Leonardo Marotta, Flavia Sicuriello. Queste e altre osservazioni vengono portate da una delegazione all’Assessora Rosanna Laconi e al funzionario dell’ufficio VIA, i quali informano che la Conferenza dei Servizi annunciata nell’incontro di dicembre non c’è stata. La RWM aveva presentato a febbraio ulteriori relazioni aggiuntive sulle problematiche idrogeologiche riscontrate, riprendendo argomenti già avanzati e criticati dagli ambientalisti e dagli ufficiali del bacino idrografico. L’ufficio VIA della Regione ha immediatamente chiesto i pareri degli enti coinvolti, e dopo averli ricevuti ha chiuso l’istruttoria. Ora redigerà una monografia istruttoria finale con parere definitivo. Intanto si è saputo che a Febbraio è arrivato all’ufficio VIA della Regione un sollecito dal Ministero della difesa a concludere la procedura di VIA ex-post riguardante l’RWM. Non solo, la ditta RWM ha ingiunto all’ufficio VIA di concludere la procedura di VIA ex-post (che dura da oltre tre anni) e le ha dato tempo di concluderla entro giugno; scaduto l’ultimatum il 1 luglio ha depositato presso il TAR un ricorso contro la Regione per la durata “eccessiva” della procedura ! Le pressioni non mancano sull’Assessorato alla difesa dell’ambiente e sull’ufficio VIA, perché non ci siano intralci sulla strada della RWM, che si ritiene evidentemente invincibile, come nei profitti, triplicati nel 2024 rispetto al 2023. Che faranno l’ufficio VIA e l’Assessorato alla difesa dell’ambiente, saranno in grado di far valere le ragioni dell’ambiente e della fragilità idrogeologica della zona ? O per motivi politici approveranno la procedura di VIA ex-post pretesa dalla RWM? Hanno partecipato al presidio anche il Comitato Sardo per la Palestina, il Movimento nonviolento, i Disarmisti esigenti, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, le Madri contro la repressione, oltre che i firmatari delle Osservazioni: USB, Cobas, Cagliari Social Forum. Mariella Setzu, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari   Fonte: Cobas Cagliari.
Cagliari, presidio pacifista: Ora e sempre contro guerre imperialiste e genocidio di popoli
Alle ore 18 del 21 giugno, il tratto di V.le Buoncammino, Cagliari, davanti alla Questura era già costellato di striscioni contro la guerra, il riarmo e l’economia di guerra, contro il genocidio dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e le guerre dello stato ebraico d’Israele, contro le politiche repressive del governo Meloni. Il presidio, indetto dal Cagliari Socialforum e da USB Fed. del sociale, ha richiamato i contenuti della manifestazione di Roma e ne ha inserito alcuni riguardo alla repressione che viene esercitata in loco per cercare di intimidire il dissenso, in particolare quello che riguarda le esercitazioni militari; dall’operazione Arcadia alla cosiddetta Lince: fascicoli della Digos approdati a interminabili procedimenti giudiziari per lo più contro persone giovani a cui si possono stroncare varie prospettive su cui costruire un futuro. Una delle ultime è il caso di Luca, accusato di aver fatto scoppiare un petardo alla manifestazione contro la Joint Stars 2025, arrestato il giorno prima della manifestazione del 14 giugno, quella in cui la polizia ha usato l’elicottero come sfollagente contro i manifestanti. Lo stesso PM, che più volte ha espresso la volontà di archiviare il caso dei generali responsabili del disastro ambientale del poligono di Teulada (andati poi assolti), era intenzionato a mandare in carcere Luca, poi messo ai domiciliari per decisione del GIP. Che dire poi del missile Aster 30 caduto inesploso durante le recenti esercitazioni nel mare di fronte alla costa di Quirra? Una vera spada di Damocle per l’incolumità di chi pratichi quelle acque, ma nessuno è responsabile di questo. Molti gli interventi al microfono di compagni e compagne del Social forum e dell’USB, dei Cobas Cagliari, che hanno dato l’adesione all’iniziativa, di Potere al popolo, del Collettivo Comunista (marxista leninista) di Nuoro, e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Le guerre di aggressione attivate dallo stato d’Israele, protetto dagli USA e dall’UE, sono state denunciate come crimini di un imperialismo colonialista in fortissima espansione. L’economia di guerra costringe a disastrosi tagli nella sanità e più in generale nello stato sociale, cosa che causerà aumento di conflittualità, laddove però il governo si è dato strumenti repressivi per criminalizzare varie forme di protesta. Le forze dell’ordine, sempre disponibili per l’ufficio della repressione, sono presentate quali figure in grado di trasmettere lezioni di cittadinanza, sia nei loro interventi dentro le scuole che in una quantità di manifestazioni culturali, come nell’ultima voluta dal Comune di Cagliari: “Carmine 2025, musica, spettacolo, sport, cultura”. Il presidio si scioglie verso le 20.30, non prima di aver proclamato qualche poesia contro la guerra di cui una è trascritta di seguito: BASTA LE GUERRE Basta le guerre e le menzogne fetenti Dove a migliaia sprofondano innocenti Dove il soldato è vivo per procura E ha perfino perduto il coraggio della paura La guerra massacra ed è fatta di balle Di finzioni escogitate, di veline reiterate E il gran campione è nudo anche in maglione militare E inganna chiedendo unità popolare Quell’unità è bugia, va ridata alle persone La facoltà dell’opinione, e vi diranno “basta” E vi diranno paga tu di tasca La mia vita azzerata, la mia lingua tagliata La mia casa distrutta E tu vedrai che quel lago di sangue Ti sarà alle caviglie rappreso in una morsa Che chiederà altro sangue Che chiederà il tuo sangue È per la libertà, ti dirà gracchiando Dalla testa di un obice, è per la libertà Stessa retorica che in Vietnam Simil retorica che in Afganistan Massacri ed armi che a nulla porteran! Massacri ed armi Massacri ed armi che a nulla che a nulla che al nulla porteran ! Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari
LERA / Rêverie
“Rêverie” isn’t about bombast; it’s about carefully constructed sonic landscapes built on intriguing juxtapositions. The band deftly blends the weight of post-metal and doom with the expansive textures of post-rock. Expect hypnotic, cyclical riffs that can feel almost obsessive, only to gracefully give way to delicate, dreamlike ambient passages. Recorded at A.C.M.E. Studio – Cagliari, […]
“La scuola va alla guerra” e “Comprendere i conflitti. Educare alla pace”: due pubblicazioni presentate a Cagliari
Si è svolto il 29 maggio 2025 a Cagliari l’incontro pubblico per la presentazione dei libri di Antonio Mazzeo, La scuola va alla guerra, ed. il Manifesto libri e Comprendere i conflitti educare alla pace, Atti del I convegno nazionale, a cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, ed. Aracne.  L’iniziativa era promossa dal CESP (Centro studi Scuola Pubblica) di Cagliari e dall’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, in collaborazione con Mesa Noa Food Coop, emporio autogestito di prodotti locali e del commercio equo e solidale, presso cui abbiamo sistemato la location dell’evento.  Sono intervenuti gli autori Antonio Mazzeo e Michele Lucivero, con Andrea Degiorgi e Mariella Setzu del Cesp, a fronte di un uditorio folto e decisamente interessato che ha svolto varie considerazioni e posto quesiti.  Il saggio “La scuola va alla guerra” che ha come sottotitolo “Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia” svolge un ampio excursus sui casi in cui figure militari intervengono nelle scuole per trattare un ampio arco di problematiche (bullismo, violenza di genere, tossico-dipendenze, educazione stradale, educazione alla cittadinanza, sport ecc.). I contatti con i militari tornano immancabilmente in quasi ogni rassegna dedicata all’orientamento, dove non mancano mai i diversi stand dei corpi d’arma del ministero della Difesa e dell’Interno, e nelle visite a strutture militari effettuate a titolo di PCTO (acronimo che ha sostituito la dicitura alternanza scuola-lavoro), dove gli studenti svolgono attività di manutenzione, assistenza tecnica su vari tipi di ordigni e sono incoraggiati a formarsi una cultura sulle armi, e in ogni caso a percepire come “normale” un ambiente militarizzato, cioè dedicato alla guerra, termine edulcorato in quello di “difesa”. Le  motivazioni di una tale logica militarista difficilmente conciliabile con lo spirito della Costituzione, calano dall’alto di scelte politiche verticistiche, e il saggio, presentato dal suo autore Antonio Mazzeo, ne dà ragguaglio rendendosi con ciò un prezioso strumento di informazione. Il libro Comprendere i conflitti educare alla pace, Atti del I convegno nazionale, è una raccolta di interventi svolti nel convegno del 5 maggio 2024 a Roma promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, e da varie prospettive esamina aspetti che hanno a che fare con le guerre: la distinzione tra casus belli e cause effettive di una guerra (Kersevan), il militarismo culturale diffuso (Barnao), la fatale attrattiva che la guerra sembra esercitare (Marchetti), la militarizzazione come svilimento del dialogo e della riflessione, fondamentali pratiche dell’azione pedagogica (Ricchiuti), e altri aspetti messi in luce nei suoi interventi dal prof. Michele Lucivero che ha curato la raccolta e scritto l’introduzione.  In questo nuovo contesto internazionale, appare urgente demistificare le nuove giustificazioni della corsa al riarmo, delle politiche belliciste, per riaffermare  l’educazione alla pace.  E’ ciò che è emerso dai vari interventi, commenti e apporti inediti dei partecipanti che si sono succeduti dopo le stimolanti relazioni degli autori. Appare importante attuare un passaparola su queste problematiche, in modo da approfondire le conoscenze ed espandere l’area della sensibilità. La serata è finita con un ottimo buffet di cibi biologici offerto da Mesa Noa e dal CESP, riaffermando anche con questo gesto conviviale quanto dobbiamo ad una terra libera da inquinanti, laddove la guerra è un formidabile agente di distruzione e di persistente inquinamento. Osservatorio contro la militarizzazione della scuole e delle università, Cesp Cagliari
Rivolta al Liceo “Siotto” di Cagliari contro il neofascismo di Blocco studentesco
La mattina del 23 maggio ha portato una sorpresa molto sgradevole agli studenti e alle studentesse del Liceo di Cagliari “Siotto“: all’ingresso della scuola verso le otto hanno incrociato un gruppo di Blocco studentesco che sosteneva presso la recinzione metallica della scuola uno striscione con la scritta delirante e insultante “Antifascismo è mafia. Dal ‘43 servi del potere”. In mezzo ai fumogeni il gruppo di Blocco Studentesco urlava al megafono frasi di contenuto fascista (clicca qui per la notizia). Da un filmato pubblicato su una testata giornalistica si nota che gli esponenti di Blocco studentesco indossavano magliette con la scritta ”Sa vida pro sa patria” intorno a un teschio con divisa militare. A parte il deprecabile gusto militarista e necrofilo, si capisce che la patria a cui si riferiscono è quella fascista, visto che dopo la caduta del fascismo nel 1943, sarebbero arrivati i “servi del potere”. Evidentemente trascurando quanto servilismo ha richiesto il fascismo ai cittadini, negando ogni libertà d’espressione e reprimendo ogni dissenso. Ci risulta che la manifestazione fosse stata autorizzata, ma l’azione di sabato 23 maggio ha suscitato non solo momenti di nervosismo ma, a quanto denuncia qualche studente, anche preoccupazione per l’incolumità di chi frequenta la scuola. La mossa di aspettare gli studenti e le studentesse fuori dalle scuole appare una strategia nazionale sistematica di Blocco studentesco e il Siotto pare preso di mira dal gruppo neofascista, il che comporterebbe un’attenzione particolare da parte della dirigenza scolastica. È preoccupante l’arroganza di gruppi neofascisti che non demordono dall’intenzione di trovare consenso nelle scuole, dove per ora, e speriamo per sempre, rimangono abbastanza isolati. Questo ci dice anche quanto resti importante una scuola libera e democratica, come luogo di una solida conoscenza storica e di una coscienza civile e sociale, e antifascista che permetta alla popolazione studentesca di prendere le distanze e manifestare nettamente la propria opposizione agli attacchi alla democrazia.  Ed è ciò che centinaia di studenti e studentesse del Liceo “Siotto”, insieme ai/alle loro insegnanti, hanno fatto, resistendo alla provocazione fascista, cantando Bella Ciao e scandendo slogan antifascisti, prima di entrare in classe. E la scuola come istituzione deve fare la sua parte per fronteggiare le incursioni dei gruppi neofascisti all’ingresso degli istituti scolastici, non sottovalutando questi fenomeni e segnalando alle autorità competenti queste azioni provocatorie, anche chiedendo un ordine restrittivo verso i gruppi di marca dichiaratamente fascista. Quale sarà la prossima scuola a ricevere una visita di Blocco studentesco? E la questura non manderà nessuno a verificare che le cose vadano senza scontri? Cobas Scuola Cagliari Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Cagliari
Cagliari, 29 maggio: presentazione “La scuola va alla guerra” e “Comprendere i conflitti, educare alla pace”
GIOVEDÌ, 29 MAGGIO, ORE 18,00 SEDE DI MESANOA IN VIA CRESPELLANI N. 48, CAGLIARI Gli eventi di guerra e aggressione militare compaiono insistentemente nelle nostre cronache, dal raccapricciante eppur reale genocidio dei palestinesi alla devastante guerra in Ucraina, per andare a conflitti in altre parti del mondo meno documentati dall’informazione mainstream. A questo clima internazionale occupato dalla violenza e incapace di trovare vie d’uscita nella politica e nel diritto internazionale fa da pendant l’appello al riarmo diffuso dall’UE, l’intensificazione della produzione bellica e delle esercitazioni di guerra, la continua esaltazione dei valori e dei corpi militari nei nostri mass media e messaggi  istituzionali. La scuola è pesantemente esposta alla presenza dei militari, per una precisa volontà calata dall’alto che intende normalizzare tale presenza e persino rendere la carriera militare una scelta interessante per molti/molte giovani. A fronte di tali pressioni riteniamo che analizzare e criticare la modalità belligerante e andare verso un’educazione alla pace sia la giusta via da percorrere, indicata dalla Costituzione e confortata dall’osservazione della storia e del nostro mondo contemporaneo.  È in questa chiave che giovedì 29 maggio alle ore 18,00 presso la sede di Mesanoa in Via Crespellani n. 48 a Cagliari, il CESP di Cagliari, e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in collaborazione con la Cooperativa Mesanoa, presentano i libri: La scuola va alla guerra e Comprendere i conflitti, educare alla pace, Atti I convegno nazionale, a cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, dialogando con gli autori Antonio Mazzeo e Michele Lucivero, già ospiti nei convegni CESP di Cagliari. Antonio Mazzeo, insegnante di scuola media di Milazzo, peace reasercher, giornalista esperto di sistemi militari e guerre, ha pubblicato diversi libri, tra cui I padrini del ponte. Affari di Mafia sullo stretto, sugli interessi criminali per la costruzione del ponte di Messina, Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo, sull’installazione del MUOS a Niscemi (CL). Ha ricevuto il premio Giorgio Bassani – Italia Nostra 2010 per il giornalismo e la Palma d’oro per la pace dall’Archivio Disarmo. Michele Lucivero, dottore di ricerca in Etica e antropologia, insegnante di Filosofia e storia in un liceo di Bisceglie, è condirettore della Collana Paideia presso l’editore Aracne, per il quale ha pubblicato diversi volumi della collona; giornalista pubblicista, cura la rivista Agorà. La filosofia in piazza, e collabora con diverse riviste, tra cui Pressenza e Mosaico di pace.
In Sardegna propaganda di guerra e screening medici per bambine e bambini
Le spese per la sanità pubblica in Italia non sono affatto tra le più alte dei paesi UE, a differenza di quanto sostiene la presidenza del Consiglio, secondo la quale il nostro Paese non ha speso mai così tanto per la salute. Ecco, ricordiamo solo alcuni dati. Il servizio sanitario è universale, ma non del tutto gratuito, prova ne sia che la quota di spese sanitarie a carico del cittadino (23,5%) è al di sopra della media europea (15,8%). Nonostante ciò il ricorso alle prestazioni intramoenia e al privato arrivano per la impossibilità del pubblico di erogare servizi in tempi veloci, non avendo personale a sua disposizione. La spesa pubblica per la sanità in Italia (8,8% del PIL) è al di sotto della media europea (9,8%). Anche in termini assoluti la spesa medica pro-capite è di 2.487 euro contro i 2.884 della media europea. Non si comprende allora il motivo per cui ci sarebbe da gioire con una sanità pubblica affossata a colpi di privatizzazioni, spending review e contenimento della spesa con risorse da sempre sperequate tra le varie figure di personale, la impossibilità di un effettivo ricambio generazionale per medici e infermieri. Molte famiglie per curarsi devono contrarre dei prestiti con banche e finanziarie e nelle isole o regioni meridionali il pendolarismo sanitario è una scelta obbligata per ricevere cure adeguate. Le famiglie del capoluogo sardo hanno quindi accolto come una sorta di manna dal cielo la notizia che avrebbero potuto approfittare degli screening a bordo della nave da guerra Trieste, in porto per l’operazione interforze “Joint Stars“. Pensiamo che le strutture sanitarie , incluse quelle militari, dovrebbero essere a disposizione della cittadinanza e non solo nei momenti di grande criticità come avvenuto negli anni pandemici. Ci indigna , oltre a preoccuparci, che un servizio essenziale come quello sanitario e l’offerta di screening ai più piccoli, per i quali si attendono di norma mesi di attesa, sia invece avvenuta a bordo di una nave da guerra, associando l’idea che all’ombra delle forze armate sia possibile ricevere servizi sanitari. La Trieste partecipava all’esercitazione nazionale interforze della Difesa Joint Stars 2025, appuntamento annuale per la più grande esercitazione militare interforze pensata per testare anche l’efficacia di nuove armi e strumenti di guerra. E i soldi impiegati per le esercitazioni militari sarebbero stati utili per ampliare la terapia intensiva, la prevenzione e i servizi di pediatria con effetti ben maggiori nel tempo. La propaganda di guerra è disgustosa e in assenza di argomentazioni si associano esercitazioni militari alla erogazione di quei servizi socio sanitari che sono stati tagliati proprio per finanziare il militare. Fonti: https://www.facebook.com/photo?fbid=1135590778607390&set=a.649135690586237 https://www.ultimavoce.it/joint-stars-2025-sardegna-sanita-e-propaganda/#google_vignette https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/12/a-cagliari-esami-sanitari-gratis-per-i-bambini-si-ma-sulla-nave-da-guerra-per-far-digerire-la-maxi-esercitazione/7984982/ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Gatti, petardi e giornali distratti: la protesta del 10 maggio a Cagliari contro Joint Stars
Chi ha un gatto sa che basta un rumore improvviso per distrarlo da qualsiasi cosa. Purtroppo, lo stesso vale per la stampa sarda, che per andare all’inseguimento di un petardo e qualche momento di tensione con la polizia, ha ignorato completamente le ragioni della mobilitazione di cui quegli episodi erano solo un dettaglio marginale, alimentando così i discorsi securitari che pervadono lo spazio pubblico da troppo tempo. Di quale mobilitazione parliamo? Di quella del 10 maggio scorso, quando circa mille persone hanno dedicato il loro sabato a protestare contro l’esercitazione militare Joint Stars e la maldestra “operazione simpatia” che l’ha accompagnata. A chiamarle in piazza era stato il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina, un coordinamento di decine di organizzazioni che da mesi denuncia il genocidio in corso a Gaza e la complicità italiana con le infinite violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese, attraverso la fornitura di armi e l’appoggio al colonialismo israeliano. Le persone e le organizzazioni presenti in piazza condividono una lettura del ruolo della Sardegna negli scenari di guerra e hanno deciso di assumersi una responsabilità nei confronti della popolazione palestinese martoriata, nella striscia di Gaza e, in maniera meno eclatante, in Cisgiordania, basata sul riconoscimento che lo stesso sistema che arma Israele è quello che toglie a noi risorse per sanità, scuola e diritti fondamentali. In piazza c’erano artisti e artiste, persone impegnate nell’attivismo per sanità e scuola, lavoratrici e lavoratori di questi fondamentali settori, uniti da un messaggio chiaro: non vogliamo ricevere come elemosina i servizi pubblici dignitosi ai quali abbiamo diritto. Eppure, nessun giornale ha ritenuto questi contenuti degni di attenzione. Le istituzioni sarde e cagliaritane, invece, hanno addirittura patrocinato l’esercitazione, alimentando lo sdegno popolare. Ma non era solo questo a indignare. La protesta andava oltre: contro la propaganda bellicista nelle scuole, il riarmo, e aziende come la RWM di Domusnovas, che fabbrica bombe facendo profitti sulla distruzione di vite e ambiente. Sono battaglie storiche, ma oggi trovano nuova forza grazie alla solidarietà con la Palestina, che ha riempito le piazze e ricordato a tutti e tutte che il genocidio parte da qui, attraverso la complicità delle nostre istituzioni. I nostri governi, i produttori di armi e un giornalismo pigro e complice, incapace di concentrarsi sui meccanismi del presente per inseguire le luci del sensazionalismo, preparano e giustificano la strage di Gaza. Se l’unica cosa che attira l’attenzione è un petardo, vorrà dire che in futuro ci muniremo di puntatori laser per segnalare alla stampa sarda e cagliaritana dove si trova la notizia. Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina
Joint Stars 2025 in Sardegna, ovvero come fare i buoni provando la guerra
Poco dopo la chiusura della Mare Aperto, imponente esercitazione militare navale, che gravitava in buona parte su poligoni e mare della Sardegna meridionale, da neanche una settimana è iniziata la Joint Stars 2025, la più grande esercitazione nazionale interforze, localizzata interamente in Sardegna, finalizzata a rafforzare la deterrenza NATO, affrontare conflitti di alta intensità e partecipata da tutti i corpi militari nazionali, con operatività anche in ambito spaziale e cibernetico. Secondo una modalità iniziata da vari anni saranno presenti studenti e studentesse universitari/e, non come semplici osservatori/trici, ma addirittura “inquadrati” nel piano operativo come i “colleghi” militari. Saranno studenti e studentesse della  LUISS e LUMSA di Roma, dell’università di Genova e della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, il che aggiunge quel prestigio accademico gradito al mondo militare. Così come per la Mare Aperto anche per questa esercitazione niente si sa dei sistemi d’arma impegnati e del munizionamento che sarà sparato – andando ad impattare sull’integrità degli ambienti naturali terrestri e marini  con conseguente inquinamento che come ben sappiamo si ripercuote sulla salute umana. Un tempo trapelavano maggiori informazioni sul tipo di esercitazioni e sulle varie attività militari che si sarebbero svolte; adesso queste rimangono avvolte nel non detto, non si chiarisce neanche in quali zone della Sardegna e dei suoi poligoni si terrà, e invece si offre al piano mediatico un intento benefico e sociale che non è affatto proprio dell’attività militare, ma serve a creare consenso. Infatti non avremo solo una Joint Stars, ma anche una Joint Stars for Charity, secondo quanto dichiarato dai militari nella conferenza stampa tenuta presso l’assessorato Igiene e sanità e dell’assistenza sociale in via Roma a Cagliari alla presenza di una quantità di figure istituzionali: il consulente alla Sanità della Regione Sardegna Daniele Cocco, il presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Marco Benucci, il direttore dell’ospedale Brotzu, Raimondo Pinna.  Al porto di Cagliari si potrà visitare la nave Trieste, la più grande unità navale della marina militare, e addirittura nella nave si potranno svolgere screening pediatrici condotti da personale medico militare e della ASL: l’Ufficio scolastico regionale ha fatto circolare questa informazione ai genitori degli alunni e delle alunne attraverso le scuole. Così in via eccezionale questi potranno fruire di un controllo che dovrebbe stare nella normalità di una prevenzione medica, cosa ridotta ormai al lumicino per i tagli nella sanità, che saranno sempre più consistenti viste le risorse formidabili che la politica intende dirottare verso la spesa militare. C’è poi molto da riflettere criticamente sul portare i bambini e le bambine in un ambiente militare, tra l’altro di grande imponenza, quale quello della nave Trieste. Esporre i bambini e le bambine alle impressioni di un ambiente militare non è nell’interesse del loro sviluppo educativo, e andrebbe proprio evitato.  Che dire ancora della pastasciutta proposta dai cuochi militari e da uno sponsor della manifestazione, e del concerto della banda interforze, il cui ricavato sarà devoluto all’acquisto di due posti letto nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale G. Brotzu di Cagliari! La spesa sanitaria può e deve occuparsi dei necessari acquisti senza passare per la carità dell’iniziativa militare – che lo fa per un’operazione auto-promozionale.  Alla kermesse si aggiungerà l’agenzia regionale Fo.Re.Stas che distribuirà piantine di macchia mediterranea. Il giorno dopo, la domenica mattina, si terrà la gara podistica organizzata dalla Onlus “Insieme contro il dolore” e dalla A.D.S. Nuova Atletica Sardegna. Nel pomeriggio all’ospedale San Michele sarà rappresentato uno spettacolo per i bambini in cura, che riceveranno giocattoli e materiali didattici. Non manca davvero niente alle iniziative collaterali di scopo benefico, sportivo e sociale che accompagneranno la Joint Stars 2025. I comitati pacifisti, i sindacati di base e i gruppi dell’antimilitarismo sardo, compreso l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, hanno dato più segnali di esasperata indignazione e protesta: a un ampio comunicato stampa con decine di sottoscrizioni, in cui tra l’altro si chiede alle autorità civili di non prestare la loro compartecipazione all’imbonimento ipocrita della Joint Stars for Charity, è seguita l’indizione, per il 10 maggio, di una manifestazione a Cagliari contro le esercitazioni e le basi miliari, il riarmo, le guerre imperialiste che depredano e schiacciano i popoli sino al genocidio, ciò che sta succedendo in Palestina. Intanto sui poligoni a fuoco della Sardegna si addensano non solo le polveri delle esplosioni create durante le esercitazioni, ma anche le insidie di un nuovo Disegno di legge, il n.1887, che da poco ha iniziato il suo iter in Commissione Difesa della Camera.  Il Ddl prevede, in particolare all’art. 15 bis, che le competenze in materia di difesa e sicurezza nazionale siano attribuite interamente allo Stato, costringendo le Regioni a chiedere autorizzazioni per l’applicazione di normative ambientali nei territori occupati da installazioni militari. Per la Sardegna, regione pesantemente militarizzata, sarebbe una ulteriore sottrazione di strumenti di tutela e controllo ambientale. Un altro aspetto allarmante del Ddl è quello delle bonifiche delle aree militari che verrebbero equiparate alle bonifiche delle aree industriali. Sarebbe ancora un assist per uno Stato che ha fatto e che vuol continuare a fare da padrone in barba alla difesa dell’ambiente e alla salute dei residenti. Sarebbe anche una mano d’aiuto al procedimento di bonifica farlocca presentato dal Comando Militare Esercito “Sardegna” per la penisola Delta (poligono di Capo Teulada), e approvato dalla Regione, penisola che dopo la bonifica tornerà alla disponibilità delle esercitazioni militari (ora è interdetta per decisione della magistratura) per fungere da terreno di bombardamenti, pur essendo Zona Speciale di Conservazione (!) in base alla normativa europea a tutela degli habitat sensibili. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari
Sardegna: Esercitazione “Joint Stars” e iniziative di propaganda bellica collegate
Il 17 aprile scorso, giovedì santo, è stata annunciata ufficialmente l’operazione “Joint Stars”, l’ennesima esercitazione militare italiana interforze sui suoli, nei cieli e nei mari della Sardegna, con il consueto seguito di inquinamento, devastazione ambientale e disprezzo per le prerogative costituzionali di una regione a statuto speciale che da anni esprime parere negativo su simili attività e chiede il ripristino ambientale dei luoghi devastati da bombe e munizioni, senza nessun risultato. Stavolta però la questione appare ancora più grave perché affiancata da una campagna propagandistica sponsorizzata da una congerie di soggetti che comprende le maggiori istituzioni regionali e grossi enti pubblici e privati, tra i quali i maggiori produttori di armi in Italia, coadiuvati da colossi commerciali come la Conad, che peraltro afferma di fare della correttezza e della prossimità ai consumatori il proprio punto di forza. Stando ai comunicati e agli articoli di stampa, nelle giornate del 10 e 11 maggio, gli organizzatori della manifestazione metteranno in scena, ai moli del porto di Cagliari “Rinascita” e “Ichnusa”, una serie di attività evidentemente finalizzate a presentare le forze armate come positive per la popolazione sarda, non però in virtù della loro potenziale utilità in caso di attacco di potenze straniere, ma in quanto erogatrici di servizi gratuiti di tutt’altro genere, prerogative di altri soggetti, a favore della parte più debole e influenzabile della cittadinanza: bambini, bambine e famiglie ai quali è spesso negato l’accesso a servizi essenziali come la prevenzione sanitaria pediatrica. Ebbene, quei servizi negati, verranno assurdamente erogati all’interno della Nave “Trieste”, l’ultimo acquisto della Marina Italiana, costata ai contribuenti ben un miliardo e duecento milioni di euro, non certo finalizzati alla sanità, quanto piuttosto al servizio attivo in scenari di guerra lontani dal territorio nazionale. “Non dare per pietà, ciò che è dovuto per diritto”, dovrebbe essere uno dei principi fondamentali di uno stato laico, e invece, evidentemente, mentre le istituzioni si girano spesso dall’altra parte di fronte alle richieste incessanti delle organizzazioni dei consumatori e dei malati e omettono di agire con l’urgenza necessaria per facilitare la ripresa di una sanità allo sbando, c’è bisogno di indorare la pillola dei fondi spesi per la guerra, un prodotto commerciale che può essere venduto solo con pubblicità ingannevoli, che richiede quel 2% del PIL che insieme a Papa Francesco consideriamo assolutamente “folle”. Ma, se alle prese in giro siamo quasi abituati, non possiamo accettare che si faccia becera propaganda sulla testa delle bambine, dei bambini e dei loro genitori, quelli che preoccupati per un bene essenziale come la salute potrebbero accorrere in massa nella pancia d’acciaio della portaerei per usufruire proprio dello screening pediatrico, un tempo svolto regolarmente nelle scuole elementari e negli appositi dispensari (da anni chiusi e abbandonati) ed ora servito dai militari all’interno di un’operazione occasionale dai chiari intenti pubblicitari. È inoltre inaccettabile che le scuole del territorio siano state sollecitate a pubblicizzare l’iniziativa presso i bambini e i genitori anche mediante la pubblicazione dell’immagine della nave da guerra sui siti web istituzionali, venendo così meno alla fondamentale attenzione pedagogica che richiede che i piccoli non vengano esposti ad armi e violenze. La distribuzione della pastasciutta a cura dei cuochi militari, di piantine da parte dell’ente regionale Forestas, insieme agli spettacoli all’interno dell’ospedale Brotzu completeranno il quadretto dell’imbonimento dei sardi, nello stile “panem et circenses”, firmato da enti pubblici che dovrebbero farsi apprezzare per la qualità dei loro servizi e non certo per simili messe in scena. Le organizzazioni della società civile firmatarie del presente comunicato chiedono alla Presidente della Regione Sarda Alessandra Todde, all’Assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, al Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, alle autorità scolastiche e a tutti gli enti pubblici e privati coinvolti nella manifestazione del 10-11 maggio di rivedere le proprie posizioni rispetto a tale iniziativa e di rinunciare a qualsiasi forma di propaganda bellica, specie nei confronti dei minori, degli ammalati e delle loro famiglie. In ogni caso, si rivolgono alla cittadinanza per evidenziare l’importanza di esercitare la valutazione critica relativamente all’esercitazione bellica “Joint Stars” e propongono di boicottare la manifestazione in maniera nonviolenta, disertando i luoghi delle relative iniziative propagandistiche. Iglesias, 01/05/2025 Sottoscrivono il comunicato: Rete Warfree – Lìberu dae sa gherra – Comitato Riconversione Rwm Arnaldo Scarpa (346 1275482) / Cinzia Guaita (327 8194752) crr.iglesias@gmail.com – presidenza@warfree.net 1. A FORAS – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna 2. A.BA.CO. Sardegna (Associazione Consumatori di Base Sardegna) 3. A.N.P.I. – Carbonia 4. A.P.S “Link – Legami di Fraternità” – Cagliari 5. A.P.S. “Maieutica” – Savona 6. A.P.S. “Oscar Romero” – Cagliari 7. A.P.S. “Rete Donne Musei” 8. A.P.S. “Rimettiamo Radici” – Fluminimaggiore 9. A.S.A.R.P. – Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica 10. A.S.D. “Gennarta” – Iglesias 11. Ass. “Comunità Papa Giovanni XXIII” per la zona Sardegna, Lazio, Campania 12. Assemblea Permanente – Villacidro 13. Associazione “Terra di Canaan” – Cagliari 14. Associazione Adiquas Nuraxi 15. Associazione culturale 25 Aprile 16. Associazione Culturale CAROVANA S.M.I. 17. Associazione culturale teatrale Il Crogiuolo – Cagliari 18. Associazione culturale Theandric Teatro Nonviolento – Selargius 19. Assotziu Consumadoris Sardigna 20. Cagliari Social Forum 21. COBAS Cagliari – Comitati di Base della Scuola 22. Collettivo Comunista (marxista-leninista ) – Nuoro 23. Collettivo sardo di Pace Terra Dignità 24. Comitato Provinciale A.N.P.I. Cagliari e Sud Sardegna 25. Comitato Riconversione Rwm – Iglesias 26. Comitato Sardo di pressione alle banche armate 27. CSS – Confederazione Sindacale Sarda 28. Disarmisti Esigenti 29. DonneAmbienteSardegna 30. Due Ruote di Speranza – Iglesias 31. Fondazione Finanza Etica 32. Fridays for Future 33. I Giardini Della Biodiversità – Iglesias 34. Il Manifesto Sardo 35. ISDE – Medici per l’ambiente – Sardegna 36. Italia Nostra Sardegna 37. La Comune – Cagliari 38. Le Radici del Sindacato – Sardegna, area alternativa in CGIL 39. Madri contro la repressione 40. Mamme da Nord a Sud 41. Mesa Noa Food Coop – Cagliari 42. Movimento dei Focolari – Iglesias 43. Movimento Nonviolento Sardegna 44. Movimento Umanità Nuova – Sardegna 45. No Tyrrhenian Link – Quartu S.E. 46. O.d.V. Consultiamoci – Iglesias 47. O.d.V. Gruppo Comunità Via Marconi – Carbonia 48. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Cagliari 49. Partito Comunista Italiano – Federazione Sulcis Iglesiente 50. Partito dei CARC 51. Rete Insegnanti Sardegna 52. Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica 53. Rete Warfree – Lìberu dae sa gherra – Iglesias 54. Rifondazione Comunista – Sardegna 55. Sardegna chiama Sardegna 56. Sardegna Pulita 57. Sardigna Libera 58. Scuola Civica di Politica “La Città in Comune” – Iglesias 59. Sinistra Futura – Sardegna 60. STOP RWM 61. Ultima Generazione 62. USB (Unione Sindacale di Base) Federazione del Sociale Sardegna