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Mozione del Collegio Docenti Liceo “Benedetto Croce” Palermo. La scuola non può tacere!
PUBBLICHIAMO LA MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO SCIENTIFICO STATALE “BENEDETTO CROCE” DI PALERMO DAL TITOLO “LA SCUOLA NON PUÒ TACERE!”. Il Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce” di Palermo, di fronte ai massacri in Cisgiordania e al genocidio in atto nella Striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano, sente l’urgenza morale, civile e professionale di prendere parola e di impegnarsi a non restare in silenzio, riaffermando la propria missione educativa per la costruzione della pace, del dialogo e per favorire la comprensione e il dialogo tra le persone e i popoli. Il dramma della popolazione palestinese non può lasciare indifferente il mondo della scuola. I numeri del massacro, che riguardano migliaia di vittime civili – tra cui un altissimo numero di bambini, bambine e adolescenti – e la distruzione sistematica di scuole, ospedali, abitazioni e infrastrutture essenziali, insieme alla diffusione della fame e della malnutrizione che colpiscono soprattutto i più piccoli, testimoniano una catastrofe umanitaria di dimensioni inaudite, le cui ripercussioni dureranno per generazioni. Come Collegio dei docenti, riconosciamo che ogni bambino e ogni bambina, ovunque nascano, sono “nostri alunni” e “nostri figli”: il loro diritto alla vita, all’istruzione, alla libertà e alla dignità non è negoziabile. Per questo, noi docenti condanniamo con fermezza il genocidio che lo Stato di Israele sta commettendo contro i cittadini e le cittadine di Gaza e chiede la sua immediata cessazione, ma anche il ripristino della libertà e dei diritti fondamentali del popolo palestinese. Riteniamo che il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani universali sia condizione imprescindibile per continuare a guardarci come esseri umani, in una prospettiva di giustizia e di pace. Come docenti ci impegniamo a: * approfondire e studiare la situazione a Gaza e in Palestina, per offrire ai nostri studenti strumenti critici di comprensione della complessità del presente; * promuovere momenti di riflessione, confronto e formazione sul valore della pace, della convivenza e della solidarietà internazionale; * coltivare nelle giovani generazioni la consapevolezza che la costruzione di un futuro più giusto e più umano passa attraverso il rifiuto della violenza e l’affermazione dei diritti di tutti e di tutte. Con questa mozione il Collegio ribadisce la convinzione che la scuola non possa rimanere neutrale di fronte alle tragedie del nostro tempo e debba farsi voce di umanità, giustizia e speranza.
Militarizzazione delle scuole in Toscana: perché dire no alla propaganda di guerra
Anche quest’anno, con la nota 0016684 del 10-09-2025 (clicca qui), l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana ha inviato a tutte le scuole della regione una serie di allegati relativi alle “attività informative di orientamento ed informazione” offerte dal  Comando Militare Esercito TOSCANA. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva già approfondito la questione in due precedenti articoli  (clicca qui e clicca qui) motivando puntualmente le ragioni della sua opposizione a questo progetto. Non occorre pertanto ripetersi sull’analisi dettagliata dei documenti per la quale si rinvia ai lavori segnalati. Tuttavia, non possiamo non insistere su ciò che, a nostro avviso, anima una tale iniziativa anche alla luce di un ulteriore documento. Si tratta dell’Allegato D relativo alle possibilità per studenti e studentesse di visitare alcune unità dell’esercito. Leggiamo infatti nell’allegato: “Le visite, organizzate in occasione dell’apertura delle Caserme e/o in coincidenza di particolari Anniversari, Celebrazioni, ricorrenze storiche ed eventi, saranno finalizzate a far:  partecipare gli studenti alla solenne cerimonia dell’alzabandiera;  conoscere la storia del Reparto, i relativi mezzi e gli equipaggiamenti in dotazione di specialità;  assistere ad eventuali attività addestrative”. Si concentra in queste poche righe buona parte degli aspetti di quella militarizzazione dei luoghi del sapere che l’Osservatorio segnala da tempo. Perché in un contesto internazionale da terza guerra mondiale a pezzi studenti e studentesse dovrebbero partecipare alle cerimonie dell’alzabandiera? Per quale motivo dovrebbero conoscere i mezzi e gli equipaggiamenti militari in dotazione? A che scopo dovrebbero assistere ad attività addestrative? Perché dovrebbero assistere, come indicato in uno degli allegati introduttivi, allo svolgimento di “conferenze informative presso gli Istituti Scolastici della Toscana, su temi afferenti alla storia, ai compiti e alle “opportunità professionali” della Forza Armata”? E, soprattutto, perché le scuole toscane dovrebbero pubblicizzare queste forme di propaganda e reclutamento? Sono queste alcune delle domande alle quali urge dare una risposta al fine di contrastare il processo di militarizzazione dei luoghi di formazione in atto e proteggere la scuola come luogo di pace e di ripudio della guerra. Per questo motivo innanzitutto invitiamo le scuole toscane a non aderire a tali iniziative, eventualmente esprimendo anche una netta presa di posizione in sede di Collegio Docenti e Consiglio di Istituto.  Esortiamo, inoltre, genitori e genitrici a presentare alle scuole il documento attraverso il quale chiedere l’esonero dei propri figli e delle proprie figlie da attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta delle Forze Armate (clicca qui) e a prendere visione del prezioso Vademecum contro la militarizzazione delle scuole stilato dall’Osservatorio (clicca qui). Chiediamo infine a chiunque sia sensibile a questo problema di segnalarci episodi di militarizzazione nelle scuole scrivendoci al nostro indirizzo mail (osservatorionomili@gmail.com) e di collaborare con il nostro comitato iscrivendosi e partecipando ai gruppi di lavoro (https://osservatorionomilscuola.com/contatti/). È quantomai necessario opporre una decisa pratica di resistenza rispetto a quanto registriamo senza sosta quotidianamente. Nessuna linea di tangenza può esistere tra mondo militare e luoghi della formazione. firmata let_a_USR_TOSCANA_progetto_conf_scuole_e_visite_scolastiche_Anno_2025_2026Download firmato ALL_A_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_PRIMARI_ELEMENTARI_2025_2026Download firmato ALL_B_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_SEC_1_GRADO_MEDIE_2025_2026Download firmato ALL_C_scheda_progetto_conf_scuole_IST_SCOL_SEC_2_GRADO_SUPERIORI_2025_2026Download firmato ALL_D_scheda_progetto_visite_scolastiche_presso_le_Unita_dell_Esercito_2025_2026Download m_pi.AOODRTO.REGISTRO UFFICIALE(U).0016684.10-09-2025Download Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università 
Pisa: un minuto di silenzio non basta, ma è un buon inizio
In provincia di Pisa, numerose sono le scuole che hanno aderito al minuto di silenzio proposto da Scuola di Pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università esprimendo una chiara condanna verso le guerre e solidarietà verso il popolo Palestinese. Per quanto di nostra conoscenza, a Pisa: Liceo Dini, Liceo Carducci, IIS Galilei Pacinotti, Liceo Artistico Russoli; a Cascina: IIS Pesenti, IC Borsellino, IC De André; a Pontedera: IPSIA Pacinotti, ITI Marconi. Oltre 56 conflitti (di varia natura) attraversano il nostro pianeta. Una guerra mondiale a pezzi, che rischia di diventare globale. Un conflitto, vista la qualità e la quantità degli armamenti, che non avrebbe né vincitori, né vinti. La scuola, quella che non addestra, che non esalta le competenze, che non rinuncia alla riflessione e allo spirito critico, può giocare un ruolo decisivo, può provare a rovesciare la “normalizzazione” della guerra e della violenza che sembrano oggi prevalere. Non soltanto perché se si vuole la pace, occorre preparare la pace, ma perché se si mira a costruire, pensare e progettare il futuro, non si può non partire dall’articolo 11 della nostra Costituzione, dal ripudio della guerra. Ma, pur condannando tutte le guerre, dobbiamo anche affermare che non sono tutte uguali. Il genocidio in Palestina, dove non c’è uno scontro fra due eserciti rappresenta, infatti, la riproposizione di logiche e politiche che, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, pensavamo sconfitte per sempre. Se la scuola non vuole voltarsi dall’altra parte deve impegnarsi a fianco di chi, dal basso, pratica la solidarietà (per ultima la Global Sumud Flotilla, dove tra i tanti attivisti sono presenti anche docenti dell’Osservatorio) e, soprattutto, non rinunciare alle analisi, alle riflessioni e al confronto. Bisogna essere coscienti che non basta la pace, ma occorre giustizia. Come nodo locale dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università restiamo a disposizione di docenti e studenti per approfondire insieme i processi di militarizzazione e disciplinamento del mondo dell’istruzione ed elaborare collettivamente strategie e pratiche per denunciarle e contrastarle. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, Pisa
Educazione e Pace: la voce delle scuole contro il genocidio in Palestina e le altre guerre
COMUNICATO STAMPA In molte scuole d’Italia l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza e contro tutte le guerre è stato accolto e attuato, da Torino a Trento, fino a Palermo e Catania. Anche nella nostra zona, ampia parte della comunità educante si unisce contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In molte delle nostre scuole si è discusso e deciso con varie modalità di schierarsi e chiedere la pace. Dall’Istituto ISA 2 e il Liceo Mazzini di La Spezia, che hanno deliberato nel collegio docenti, all’Istituto Massa 6, l’Alberghiero Minuto, lo Zaccagna-Galilei, il Barsanti, Il Rossi-Pascoli, che hanno portato la drammatica situazione della Palestina e dei conflitti nel mondo all’ attenzione di tutta la comunità in questo inizio anno. Ringraziamo per la sensibilità, il profondo senso civico e l’umanità, oltre che per la consapevolezza del ruolo di educatori, tutti gli insegnanti che si sono spesi in questi giorni e non sono rimasti in silenzio. Ringraziamo anche quei DS, purtroppo non molti, che hanno dimostrato di avere a cuore la funzione più importante del nostro lavoro: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato. Facciamo inoltre un appello pubblico a tutte le istituzioni scolastiche, ai collegi docenti, affinché non raccolgano le proposte, già arrivate tramite solerte comunicazione da parte del Comando Militare dell’Esercito, di attività informative di orientamento ed informazione delle Forze Armate dentro le nostre scuole. Come educatrici ed educatori che desiderano costruire un’umanità di pace, non desideriamo che nella didattica entrino la cultura della difesa o l’esaltazione della disciplina e delle armi. LA CONOSCENZA NON HA NEMICI, LA CONOSCENZA NON HA BISOGNO DI MARCIARE. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Sindacato Sociale di Base – La Spezia Massa Carrara
La Palestina in classe e a scuola: laboratorio di condivisione di esperienze e approcci
SEGNALIAMO UN INTERESSANTE LABORATORIO SU ISCRIZIONE ORGANIZZATO DA DOCENTI PER GAZA IL 28 SETTEMBRE 2025 DALLE 16 ALLE 19 PRESSO IL CIRCOLO FAMILIARE DI UNITÀ PROLETARIA VIALE MONZA 140, MILANO. PUBBLICATO SU DOCENTI PER GAZA. Il mestiere di insegnante non può non contemplare la decolonizzazione del sapere scolastico: crediamo che sfondare il muro di paure e omertà sul tema della Palestina e sensibilizzare le nostri classi contro la riproduzione delle dinamiche coloniali, l’apartheid e il genocidio del popolo palestinese rientri tra gli obiettivi necessari di chi detiene il compito di educare alla giustizia sociale, all’inclusività, alla democrazia. La repressione coloniale in Palestina si riverbera da noi nella censura a cui il corpo docente è stato spesso sottoposto da parte del proprio stesso contesto scolastico, dai genitori o dalle istituzioni nel momento in cui ha provato, soprattutto nel corso degli ultimi due anni, a esporsi sul tema e nutrire un sapere critico che riconosca nella contemporaneità processi storici già in oggetto dei nostri programmi scolastici.  Di fronte a queste difficoltà, Docenti per Gaza organizza un laboratorio in presenza a Milano per docenti di tutti gli ordini e gradi: ad un primo incontro, qualora partecipato e efficace, seguiranno incontri successivi. L’obiettivo di questo primo appuntamento è la condivisione delle proprie esperienze, in qualità di docenti, di didattica sulla Palestina. Come abbiamo approcciato il tema del colonialismo in Palestina e del genocidio in corso? Quali discorsi abbiamo introdotto nelle nostre classi o nei nostri istituti per affrontare l’argomento? Quali difficoltà abbiamo incontrato? Abbiamo subìto esperienze di censura o repressione da parte di genitori, altri insegnanti o dirigenze? Convint3 che la paura inibisca e metta a tacere molt3 collegh3 che vogliono esprimersi all’interno delle proprie classi e dei propri istituti, spesso completamente sol3 all’interno di un collegio docenti ostile, indifferente o altrettanto timoroso di esporsi, questo laboratorio vuole aiutare ad incoraggiare l3 partecipanti a proseguire con convinzione e coraggio nel proprio fondamentale lavoro di decolonizzazione del sapere e di cura dello spirito critico. Il laboratorio si svolgerà negli spazi del CFUP – Circolo Familiare di Unità Proletaria (viale Monza 140, Milano) domenica 28 settembre dalle ore 16 alle ore 19. I locali si trovano al secondo piano dell’edificio – senza ascensore. Il laboratorio è limitato a un numero di 15 partecipanti per garantire a tutt3 la possibilità di esprimersi e raccontarsi, pertanto chiediamo all3 docenti interessat3 di compilare il modulo all’indirizzo https://forms.gle/5q9ccxmykkXQDn6B9 specificando, nel caso in cui sia possibile, in quale ordine di scuola e quale disciplina si insegna. Nel caso in cui riceveremo un numero sovrabbondante di richieste, valuteremo la possibilità di replicarlo per poter accogliere quante più persone possibile. Vi chiediamo di non compilare il modulo qualora non si abbia sicurezza della propria partecipazione per non ostacolare quella di altri potenziali partecipanti. Qualora ci si trovi nella condizione di dover annullare la propria partecipazione, si è pregat3 di comunicarlo tempestivamente al fine di poter coinvolgere altr3 interessat3. I partecipanti riceveranno nei giorni successivi un’email di conferma dell’iscrizione, nella quale verranno anche forniti dettagli sulle modalità di svolgimento dell’incontro. Per ulteriori informazioni potete scrivere all’indirizzo email info@docentipergaza.it.
Il minuto di silenzio per Gaza unisce la comunità educante italiana. Resoconto iniziative
COMUNICATO STAMPA Secondo i nostri dati, sicuramente sottostimati, l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza è stato finora accolto da circa 250 scuole di tutta Italia, da Torino a Trento a Treviso a Venezia, a Siena, Palermo, Napoli, Mantova, Como, Cagliari, Bari, Cosenza, Potenza, Perugia, Lucca, Lecce e molte altre, nelle città come nelle campagne e sulle montagne. Molte scuole delle regioni che cominceranno le lezioni il 15 settembre ci hanno già comunicato la loro adesione. Ampia parte della comunità educante italiana si unisce così contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In 52 istituti, di cui 9 a Torino e 8 nella regione Piemonte, sono state coinvolte tutte le classi, per la quasi totalità con deliberazioni dei Collegi docenti. Possiamo per ora calcolare 53.000 alunne/i, con le/i loro docenti, ma le/i partecipanti sono e saranno certamente molte/i di più: attendiamo ulteriori riscontri nei prossimi giorni. Le/i DS si sono mostrate/i favorevoli in un gran numero di scuole, emanando circolari e facendo suonare le campanelle. Le/gli insegnanti hanno interpretato nei modi più diversi questo momento, alcune/i rendendolo solenne ed emozionante, altre/i con letture e riflessioni, altre/i ancora con attività creative per i più piccoli. “Un reale minuto di silenzio, assorto e commosso”, perché “i ragazzi vogliono sapere e vogliono capire”, scrivono. Questo sarà il compito del futuro anno scolastico: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato! La Scuola per la pace Torino e Piemonte Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Docenti per Gaza
Volpago del Montello (TV) apre le scuole con azioni militaresche, contrarietà dell’Osservatorio
A Volpago del Montello (TV) nel primo giorno di scuola, l’amministrazione comunale ha invitato gli alpini della sezione locale per l’alzabandiera, procedendo spediti con lo sdoganamento delle prassi militari nelle istituzioni scolastiche (qui la notizia https://www.facebook.com/share/p/16pzfp8oeh/). Come aderenti all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Treviso e del Veneto esprimiamo una netta contrarietà alla presenza di un gruppo militare alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico presso l’Istituto Comprensivo di Volpago del Montello (TV). La scuola dovrebbe essere un luogo di formazione alla pace, alla democrazia e alla cittadinanza responsabile, valori incompatibili con la strumentalizzazione delle istituzioni militari in un contesto educativo, soprattutto in un momento in cui la società civile dovrebbe cercare di smorzare le velleità guerrafondaie del governo italiano, delle istituzioni europee e delle alleanze militari atlantiste. La scelta di introdurre forze armate in un momento simbolico come l’inizio dell’anno scolastico non solo contrasta con questi principi, ma rischia di influenzare negativamente la sensibilità degli studenti, soprattutto in una fase di crescita così delicata e in un periodo come quello attuale. La cerimonia di inizio anno scolastico dovrebbe celebrare l’inclusività e la serenità, senza riferimenti a istituzioni che, per loro natura, non possono essere completamente separabili dal contesto della guerra. SAREBBE OPPORTUNO CHE LA DIRIGENZA SCOLASTICA RIVEDA QUESTA DECISIONE, PROMUOVENDO INVECE CERIMONIE CHE CELEBRINO L’INCLUSIVITÀ, IL RISPETTO RECIPROCO E LA CULTURA DELLA PACE. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Treviso e del Veneto
Catania, docenti e scuole esprimono condanna per le guerre e solidarietà alla Palestina
A Catania i collegi docenti di tre scuole (Liceo E2. Boggio Lera”, Istituto “M. Cutelli” e IC “Parini”) hanno approvato la mozione in allegato, altri collegi (IC “Rapisardi -Dante Alighieri”, Istituto “Musco”, IC “Sauro- Giovanni XXIII”, IS “Vaccarini”) hanno espresso una chiara condanna delle guerre e solidarietà verso il popolo Palestinese. Non è tempo di silenzi o reticenze. Oltre 56 conflitti (di varia natura) attraversano il nostro pianeta. Una guerra mondiale a pezzi, che rischia di diventare globale. Un conflitto, vista la qualità, e la quantità, degli armamenti che non avrebbe né vincitori, né vinti. La scuola, quella che non addestra, che non esalta le competenze, che non rinuncia alla riflessione e allo spirito critico, può giocare un ruolo decisivo. Può provare a rovesciare la “normalizzazione” della guerra e della violenza che sembrano oggi prevalere. Non soltanto perché “se vuoi la pace, devi preparare la pace”, ma perché se vuoi costruire il futuro, se vuoi pensare/progettare il futuro, non puoi non partire dall’articolo 11 della nostra Costituzione, dal ripudio della guerra. Ma, pur condannando tutte le guerre, dobbiamo anche affermare che non sono tutte uguali. Il genocidio in Palestina, dove non c’è uno scontro fra due eserciti, rappresenta, infatti, la riproposizione di logiche e politiche che, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, pensavamo sconfitte per sempre. L’idea della pulizia etnica (a Gaza, come in Cisgiordania) va contrastata in tutti i modi possibili. Né si può accettare che il “democratico” Occidente si volti dall’altra parte, applicando la politica dei due pesi e delle due misure (nessuna sanzione, prosecuzione di tutti i rapporti politici e commerciali, cooperazione militare…) che rafforza Israele nel perseguire i suoi obiettivi. Al punto che lo stato di Tel Aviv può, come se fosse normale, radere al suolo Gaza, fare morire di fame la popolazione, bombardare Libano, Siria, Yemen, Iran, Quatar… Come si può pensare che dopo questi crimini si potrà nuovamente percorrere il cammino della pace? Di fronte a un tale fallimento, politico e culturale, non stupisce che le classi dirigenti, europee e statunitensi, complici e silenti abbiano paura del confronto e della discussione, sino ad affermare che la scuola non può, non deve, occuparsi di tali problematiche. Lo fanno attraverso il linguaggio burocratico degli uffici scolastici regionali, ma anche, come nel caso del ministro Valditara, tentando di distribuire genericamente fra tutti le responsabilità. Un modo per evitare il giudizio su ciò che sta effettivamente accadendo. Se sono tutti colpevoli, nessuno è colpevole. Se la scuola non vuole voltarsi dall’altra parte, deve impegnarsi a fianco di chi, dal basso, pratica la solidarietà (per ultima la Global Sumud Flotilla) e, soprattutto, non rinunciare alle analisi, alle riflessioni e al confronto. Bisogna essere coscienti che non basta la pace, ma occorre una pace giusta. Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Mozione approvata dagli istituti di Catania. *La Scuola ripudia la guerra* La barbarie bellica sembra essersi impadronita della nostra esistenza. In questo momento, nel nostro pianeta sono in atto oltre 50 conflitti, fra stati e/o fazioni civili: la guerra russo-ucraina, o quelle in Myanmar, Sudan, Siria sono solo alcune di un elenco purtroppo molto lungo. Bombardamenti, droni killer, massacro di civili (soprattutto donne e bambini) ci vengono riproposti quotidianamente, quasi a certificarne la normalità, come se dovessimo abituarci all’indifferenza. In Palestina, nella Striscia di Gaza e non solo, l’orrore è ancora maggiore. La popolazione è affamata, le strutture abitative distrutte per oltre il 70%, ospedali e scuole rasi al suolo, sfollamento continuo di oltre due milioni di persone. Israele parla apertamente di allontanamento di tutti i palestinesi dalla Striscia. Un progetto di pulizia etnica. Non a caso la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per la leadership israeliana (incluso Netanyahu e Gallant) per presunti crimini e violazioni del diritto umanitario nel conflitto a Gaza e più voci autorevoli hanno definito quello in corso nella Striscia un genocidio. Ebbene, di fronte a tutto questo la scuola non può più tacere. Se lo facesse, abdicherebbe al proprio compito educativo, al dovere di lavorare per la pace, per l’inclusione e contro ogni forma di discriminazione e di pregiudizio. La scuola non può rinunciare a far vivere la nostra Costituzione che, come recita l’art.11, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Per questi motivi il Collegio dei Docenti del ………… si impegna 1) Ad esporre la bandiera della Pace per ribadire la condanna di tutte le guerre; 2) Ad effettuare in tutte le classi, giorno …. settembre alle ore 9,15, un minuto di silenzio per chiedere l’immediato cessate il fuoco in Palestina e lo sblocco degli aiuti umanitari; 3) Ad affrontare, all’interno dei programmi di studio, il tema della pace e della guerra, affinché tutti gli studenti e tutte le studentesse possano maturare conoscenze adeguate ed esprimere autonomamente le loro riflessioni.
Rainews.it: Scuole, da Torino parte 1 minuto di silenzio per Gaza
Ospitiamo sul nostro sito l’articolo di Redazione pubblicato su RaiNews.it il 10 settembre 2025 in cui, nel lanciare la campagna sul minuto di silenzio per le vittime del genocidio a Gaza, viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. L’idea è partita dalla rete informale “Scuola per la pace Torino e Piemonte” per poi essere condivisa a livello nazionale da “Docenti per Gaza” e dall’”Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole“. La lista delle adesioni si è allungata ed è arrivata fino a Venezia, Trento, Pordenone, Pisa, Piacenza…continua a leggere su www.rainews.it.
Intervista a Roberta Leoni dell’Osservatorio a Radio Onda Rossa sulle iniziative della scuola per Gaza
Radio Onda Rossa, nella trasmissione La scuola non tace: Stop al genocidio, ha intervistato Roberta Leoni, docente, attivista e presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, sulle molteplici iniziative e campagne lanciate dall’Osservatorio insieme ad altre realtà associative, come Docenti per Gaza e La scuola per la pace di Torino e Piemonte, per l’inizio del nuovo anno scolastico. Qui l’audio dell’intervista. Ricordiamo tra le iniziative: * Documento per Collegi Docenti e singoli docenti Noi siamo docenti pacefondai; * Proposta minuto di silenzio per il primo giorno per le vittime del genocidio di Gaza. * Mozione per genitori per evitare ai figli e alle figlie iniziative con i militari nelle scuole. * Firma la petizione Noi siamo docenti Pacefondai. Clicca qui per l’intervista su Radio Onda Rossa.