Source - Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università

Osservatorio per monitorare e denunciare l'attività di militarizzazione nelle scuole e nelle università.

22 settembre, sciopero generale e generalizzato, ma c’è chi prova a mettere i bastoni fra le ruote
ASPETTIAMO UNA RISPOSTA DA CGIL E GILDA. Tanti Collegi Docenti, a partire dall’iniziativa e dalla sensibilità di tanti colleghi e colleghe, hanno deciso di iniziare il nuovo anno scolastico effettuando un minuto di silenzio contro il genocidio in Palestina, per l’immediato cessate il fuoco e per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia. Per questa massiccia adesione all’iniziativa lanciata da Docenti per Gaza insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e alla Scuola per la pace Torino e Piemonte, noi siamo estremamente grati a tutti e a tutte gli/le insegnanti. Nel frattempo, però, cresce l’attenzione verso la missione della Global Sumud Flotilla, che deve poter approdare a Gaza e consegnare gli aiuti. Di fronte a una articolata e coerente iniziativa dal basso, USA e UE continuano a supportare la politica criminale di Israele e il governo Meloni si oppone alle pur timide proposte di sanzioni, che, comunque, non riguarderanno la fornitura di armi e la cooperazione militare con Israele. Fortunatamente cresce l’indignazione e la consapevolezza che bisogna, qui e ora, opporsi al genocidio e fermare la cosiddetta “operazione di terra”, iniziata dall’esercito israeliano. Lo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre è una prima decisiva prova per dimostrare da che parte stanno lavoratrici e lavoratori e per chiedere le dimissioni del governo Meloni. Nelle scuole, in particolare, si preannuncia una significativa partecipazione. Ebbene, in questo contesto delegati locali di CGIL e GILDA diffondono, attraverso la deleteria comunicazione What’s App, informazioni di questo tipo: “Ricordiamo ai colleghi che, come previsto dall’Accordo ARAN del 2 dicembre 2020 e dalla Legge 146/1990, in caso di sciopero i docenti devono comunicare per iscritto una delle tre opzioni: aderisco; non aderisco; non ho ancora preso una decisione. La mancata comunicazione comporta responsabilità e può essere oggetto di sanzione disciplinare”. Quindi non solo non partecipano allo sciopero, ma condividono false informazioni. Infatti, secondo la normativa vigente, il personale scolastico non è obbligato a comunicare la propria adesione o meno. Chiediamo, perciò, e con urgenza, alle strutture nazionali dei due sindacati di diffondere una comunicazione corretta. NON ADERIRE A UNO SCIOPERO È UN CONTO, BOICOTTARLO È MOLTO GRAVE. Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Catania
Molfetta, 26 settembre: Osservatorio contro la militarizzazione alla Festa di Liberazione
Il mare, segno di unione, luogo di apertura, il nostro orizzonte di Pace: a questa prospettiva dedichiamo la ventiseiesima edizione della Festa di Liberazione 2025 a Molfetta (BA). Abbiamo deciso di parlare non solo alla città, ma all’umanità stessa che ci accomuna anche oltre ciò che siamo, perché solo così potremo ricostruire Molfetta dalle fondamenta. Ecco il programma di venerdì 26 settembre: Ore 18:30 Laboratorio di lettura animata dell’albo illustrato “Il muro” di Macrì e Zanotti a cura de “La Giraffa a pois”; Ore 19:30 dibattito “I governi fanno la guerra, i popoli lottano per la pace e diritti” Interverranno: * Tony Lapiccirella Global Sumud Flottilla/Freedom Flottilla Italia * ⁠Antonio Mazzeo Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università * Vito Micunco Comitato per la Pace terra di Bari * Antonio Sasso – responsabile provinciale lavoro PRC * Contributo dello sportello medico popolare * Modera: Beppe Zanna – PRC Molfetta Ore 20:30 Cena Palestinese Ore 21:30 i concerti – IANNIS E GIORGIO il duo – KAMOKUNA Ci vediamo in Piazza Paradiso, il 26 e 27 settembre con: – Musica – Giochi in piazza – Mostre – Associazioni e comitati cittadini – Dibattiti – Cibo palestinese – Sagra della parmigiana Vi aspettiamo! Tutte le info sulla pagina Facebook.
Venegono Superiore (VA), 27 settembre 2025: “Festa antimilitarista” contro la guerra
VENEGONO SUPERIORE (VA), SABATO 27 SETTEMBRE 2025 CASTELLO DEI COMBONIANI, VIA DELLE MISSIONI, 12 La guerra è presente e orizzonte degli eventi. Nelle infinite variabili impazzite che costellano i giorni del pianeta Terra, la guerra ci sembra una costante. I dazi decisi da Trump, la narrazione mainstream a targhe alterne che per mesi ha chiuso gli occhi di fronte agli orrori in Palestina per poi svegliarsi indignata con colpevole ritardo; l’obiettivo del 5% di PIL da destinare alle spese militari (infrastrutture comprese) entro il 2035; i volenterosi europei con il cancelliere tedesco Merz che con una mano ringrazia Israele per svolgere il lavoro sporco e con l’altra guarda ai piani di investimento per gli armamenti e la ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra. Guerra e capitale viaggiano da sempre sullo stesso binario, oggi più che mai. Ma cosa si fa durante una guerra? Abbiamo deciso di organizzare questo incontro per mettere insieme diverse esperienze, consapevoli che è grazie ai ragionamenti e alle sensibilità collettive che potremo affinare la critica e quindi l’agire. Un’occasione per ascoltare i racconti di alcune realtà in lotta contro la guerra, da diverse angolature, chi dal punto di vista della logistica e del trasporto – via mare, aria o terra – delle armi, chi della produzione delle stesse, chi delle armi nucleari, chi dello sviluppo tecno-scientifico a supporto del comparto bellico, chi della militarizzazione della scuola, chi di quella che Simone Weil definiva l’aspetto più atroce di tutti, cioè la guerra interna. Una “festa antimilitarista” per unire, alla condivisione delle lotte, un momento più conviviale. Ma la “vera festa” che ci auspichiamo è la fine della guerra e del mondo che la produce. Nel frattempo incontriamoci, discutiamo, agiamo. Comitato promotore festa antimilitarista contro la guerra
Massa, 21 settembre: Osservatorio contro la militarizzazione alla Giornata Internazionale della Pace
Domenica 21 settembre alle ore 17, in Piazza Aranci a Massa, in occasione della Giornata Internazionale della Pace, si terrà una manifestazione con staffetta artistico-musicale e flash mob, aperta a tutte e tutti per unire le voci contro il genocidio a Gaza, la follia della guerra, il riarmo e la crescente militarizzazione delle istituzioni scolastiche. Un evento di denuncia e resistenza collettiva, organizzato dall’Associazione Mycelium, aderente all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, per affermare con forza: NON IN MIO NOME! Perché non vogliamo essere complici di un silenzio disumanizzante – e non lasceremo che questo diventi la nuova normalità.
Quinto giorno di navigazione per Stefano Bertoldi dell’Osservatorio contro la militarizzazione con Global Sumud Flotilla
PUBBLICHIAMO IL VIDEO DEL QUINTO GIORNO DI NAVIGAZIONE PER STEFANO BERTOLDI, DOCENTE E ATTIVISTA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, A BORDO DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA VERSO GAZA. Il docente, giornalista e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Stefano Bertoldi, a bordo di una delle imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla fa un resoconto quotidiano della missione umanitaria. In poche parole il racconto della navigazione che porterà il gruppo di imbarcazioni con attiviste ed attivisti di diversa nazionalità verso Gaza, con loro un carico di aiuti, messaggi di pace e speranza per il popolo palestinese martoriato da lunghi e devastanti bombardamenti.
L’Osservatorio contro la militarizzazione sostiene lo sciopero del 22 settembre: manifestazioni in tutta Italia!
Il 22 settembre è stato indetto uno sciopero generale dai sindacati di base e da numerose associazioni e movimenti dal basso a sostegno del popolo palestinese, massacrato da un genocidio perpetrato dallo Stato sionista d’Israele, e della missione della Global Sumud Flotilla, che proverà a rompere la gabbia dell’embargo costruita da Israele per scongiurare il rifornimento dei generi di prima necessità alla inerme popolazione di Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invita i/le suoi/sue aderenti e simpatizzanti ad aderire e seguire l’esempio dei portuali di Genova, dei ferrovieri e di altri lavoratori e lavoratrici della logistica che con determinazione hanno bloccato carichi di morte. Non possiamo accettare il silenzio e l’inerzia del nostro Governo complice di Israele visto il continuo rifornimento di armi e tecnologie sperimentate proprio sui Palestinesi. Non possiamo accettare in silenzio il genocidio del popolo palestinese che avviene contemporaneamente ai processi di militarizzazione del mondo della scuola e dell’università, piegando la ricerca a fini militari, la cultura alle ragioni della propaganda di guerra. La Legge di Bilancio europea evidenzia come l’economia di guerra taglia risorse economiche al sociale, alla sanità e alla scuola che avrebbero invece bisogno di essere aiutate, rafforzate e potenziate. Non è dato sapere quali saranno gli scenari delle prossime settimane ma le ultime notizie mostrano un esercito israeliano che opera per cancellare ogni presenza palestinese da Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nasce per affermare una cultura di pace e una società senza guerre. Ebbene, se vogliamo concretizzare questi propositi è impossibile tacere davanti al genocidio del popolo palestinese. Per questo invitiamo alla partecipazione allo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre e auspichiamo la riuscita delle manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese che si svolgeranno in tutta Italia. Continuiamo a costruire lo sciopero del mondo della scuola del prossimo 4 novembre in una crescente mobilitazione contro la guerra e contro la finanziaria dell’economia di guerra. Elenco delle manifestazioni per il 22 settembre (in aggiornamento continuo). * 1. Bergamo: ore 18:00 Prefettura Via Tasso * 2. Torino: ore 10:30 Piazza Carlo Felice * 3. Trieste: ore 10 al Varco 4 del Porto * 4. Milano: ore 10:00 Piazzale Cadorna * 5. Novara: ore 10:00 Piazza Matteotti * 6. Cuneo: ore 10,00, Piazza Europa * 7. Verbania: dalle ore 17,00 da Palazzo Flaim (Intra) al Municipio di Pallanza. * 8. Genova: ore 8:00 porto, Varco Albertazzi * 9. Pisa: ore 9:00 Piazza XX Settembre * 10. Ancona: ore 17:30 Mole Vanvitelliana * 11. Pescara: ore 10:00, Piazza Sacro Cuore * 12. Livorno: ore 6:00 porto, Varco Valessini * 13. Civitavecchia: ore 9:30 Porto, Molo Vespucci * 14. Roma: ore 11:00 Piazza dei Cinquecento * 15. Napoli: ore 9:30, Piazza Mancini * 16. Salerno: ore 9:00 Varco Ponente * 17. Potenza: ore 9:30 Chiesa di Santa Maria (Piazza Aldo Moro) * 18. Cosenza: ore 17:30 Piazzale Loreto * 19. Lecce: ore 10:00, Piazza Sant’Orazio * 20. Palermo: ore 10:00, Piazza Verdi * 21. Catania: ore 10:00 Piazza Stesicoro * 22. Ragusa: ore 10:00, Piazza Matteotti * 23. Bari: ore 9:30, Molo San Nicola
Parma, 19 settembre: Democrazia a Scuola, incontro con Osservatorio militarizzazione
Venerdì 19 settembre, alle ore 17.15, nella Sala conferenze dell’Assistenza Pubblica in via Gorizia 2/A a Parma si terrà un incontro pubblico sul tema “La democrazia a scuola e nelle università. Una rivoluzione necessaria”, organizzato da Parma Città Pubblica APS e dal Movimento 5 Stelle di Parma. Come insegnanti e studenti che credono nella scuola disegnata dalla nostra Costituzione riteniamo urgente interrogarci sulla situazione del nostro sistema educativo, nel quale appaiono sempre più compressi gli spazi di confronto e dibattito democratico e sempre più lontane dai valori di pace, inclusione, non violenza, dialogo e cura le indicazioni imposte dall’alto per condizionare la didattica e impedire il pensiero critico. Le politiche economiche neoliberiste assunte dall’Italia negli ultimi trent’anni hanno portato alla creazione della scuola-azienda attraverso una serie di riforme degli ordinamenti scolastici e dei programmi. Il linguaggio economico è entrato nella valutazione con l’introduzione dei concetti di debito e credito; nell’organizzazione della scuola con l’offerta formativa; nell’accento sullo studente come individuo e lavoratore che costruisce il proprio curriculum. Come questi cambiamenti hanno inciso nella concezione e nella pratica della scuola, dell’università e dell’educazione come bene comune? Quali le prospettive future? Può esistere una scuola veramente democratica senza un nuovo modello economico? Fino a che punto siamo disposti ad accettare che la militarizzazione e l’ideologia della guerra, della competizione e dell’esclusione entrino a scuola e in università? Per discuterne Roberta Roberti e Silvia Delitala dialogheranno con alcuni ospiti provenienti dal mondo della politica e dell’educazione: la senatrice Barbara Floridia (Movimento 5 Stelle), la professoressa Vincenza Pellegrino, docente di Sociologia e membro dell’Osservatorio paritetico docenti e studenti contro la normalizzazione della guerra e per la pace di UNIPR, Antonino Cento e Annachiara Galli, rappresentanti delle associazioni studentesche universitarie UDU e SSU, Serena Tusini dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e il Dott. Alessandro Monchietto del Movimento per la Biodiversità neurologica Neuropeculiar. Il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sono invitati a partecipare.
Tennis, prevenzione e carri armati: la militarizzazione avanza spedita
Dal 12 al 14 settembre Torino ha ospitato la manifestazione “Tennis and Friends – Salute e sport”, svoltasi nella centralissima Piazza Castello, che gli studenti e le studentesse dell’acampada di quella che ormai è nota come “Piazza Palestina” – presidio permanente a sostegno della popolazione di Gaza che ha da poco “compiuto” 100 giorni di vita – hanno dovuto lasciare, trasferendosi in una piazza non lontana (clicca qui per la notizia). “Tennis and Friends”, che si svolge dal 2011 “come Official Charity delle Nitto ATP Finals” (https://www.tennisandfriends.it/torino-25/), riscuote un buon successo di pubblico in questo periodo di “sinnerizzazione” della società e di innamoramento collettivo per il tennis, che sembra aver affiancato il calcio come potente “arma di distrazione di massa”. Ciò che però è rilevante agli occhi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è che tra gli enti patrocinanti dell’evento troviamo il Ministero della Difesa, poiché le Forze Armate, così come la Polizia di Stato, sono coinvolte nelle attività di prevenzione e screening proposte in queste giornate. Sul sito del dicastero leggiamo: “Lo Stato Maggiore della Difesa contribuisce al “Villaggio della Salute”, aperto nei giorni sabato e domenica, con un’area promossa dall’Ispettorato Generale della Sanità Militare […]. Cittadini e cittadine possono usufruire di visite gratuite in Otorinolaringoiatria, Cardiologia, Oculistica e Ginecologia: un’occasione concreta per prendersi cura della propria salute, in modo semplice e accessibile” (https://www.difesa.it/smd/news-italia/difesa-a-torino-per-tennis-and-friends-tre-giorni-sport-salute-prevenzione/78942.html).  Il personale in divisa ha proposto alla cittadinanza non solo visite mediche garantite dalle strutture sanitarie militari, ma anche momenti ludici rivolti in particolare alle scuole (https://www.tennisandfriends.it/wp-content/uploads/2025/09/PROGRAMMA-TORINO2025.pdf). Nel programma della giornata di venerdì 12 troviamo proposte che spaziano dal simulatore di tiro Biathlon a fucili laser al simulatore di pagaiata, passando per una dimostrazione di blsd a cura della Polizia di Stato e senza dimenticare attività proposte dagli atleti dei gruppi sportivi militari. Il tutto è stato allietato dalla fanfara della Brigata Alpina Taurinense e dalla presenza di madrine e padrini del calibro di Cristina Chiabotto e Albano Carrisi. Le giornate di sabato 13 e domenica 14 sono state dedicate ad attività di screening e prevenzione “offerte” in parte dalla ASL di Torino e in parte da medici in divisa, mentre proseguivano le manifestazioni sportive e gli incontri con specialisti della salute e personaggi pubblici, fino alla chiusura della manifestazione con l’esibizione della Fanfara III Reggimento Carabinieri.  Dal punto di vista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università eventi e manifestazioni come quella in esame sono pienamente riconducibili al progetto di diffusione della “cultura della difesa”, di cui il Programma di Comunicazione del Ministero della Difesa indica obiettivi e intenti. Tra i “temi di comunicazione” individuati dal documento troviamo proprio la sanità, che è inserita tra le funzioni che devono essere valorizzate e ricondotte a un sistema volto a presentare la “Difesa al servizio del Paese non solo per la sicurezza” (https://www.difesa.it/assets/allegati/3706/pc_md_2025.pdf, p. 25), con l’obiettivo di “cambiare la percezione dello Strumento Militare nazionale” attraverso “una mutua contaminazione reciprocamente vantaggiosa con il mondo civile” (p. 17). Ciò che qui intendiamo ribadire è che il processo di normalizzazione della presenza di Forze Armate e Forze dell’Ordine in ambito civile non è né casuale né (tantomeno) neutro, ma è al contrario l’esito di un progetto di lungo periodo, intenzionalmente e consapevolmente pianificato proprio con la finalità di “occupare” spazi e a dare risposte a esigenze non sempre adeguatamente soddisfatte da un welfare in crisi. Questo è particolarmente evidente proprio guardando al settore sanitario: la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale, già erosa da decenni di tagli, è oggi minacciata dal disinvestimento in questo capitolo di spesa a favore della crescita delle spese militari nel contesto del piano riarmo europeo. Il paradosso è evidente: le Forze Armate guadagnano credibilità e sostegno offrendo “gratuitamente” ed erogando come se fosse un “regalo” alla cittadinanza servizi che il SSN non riesce più a fornire. La distorsione è grave e incisiva anche dal punto di vista della percezione da parte dei cittadini: quello che è un diritto (la salute, le cure mediche, la prevenzione) non è garantito dai soggetti istituzionali che appaiono (e sono, in effetti) carenti per scelte (politiche) che rafforzano anche economicamente il settore militare, il quale ha così buon gioco nel presentarsi come un deus ex machina salvifico nel vicariare funzioni che non gli pertengono. L’esito perverso è l’aumento, da parte dei cittadini, della sfiducia nei confronti di settori che non vengono adeguatamente finanziati, parallelamente alla crescita di prestigio e popolarità delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, anche perché il contesto in cui il servizio è erogato è appositamente pensato per attrarre i destinatari sia con iniziative ludiche, sia grazie a una sapiente regia capace di giocare (indirettamente) su crescenti sentimenti di paura e insicurezza: non a caso proprio a Torino ha “vegliato” sulla manifestazione “un VTMM ‘Orso’, mezzo militare in configurazione ‘ambulanza’, che consente al personale medico di operare in sicurezza, garantendo un rapido intervento in area di operazioni”. A essere normalizzata, è evidente, non è più la sola presenza di personale in divisa nelle città, ma l’idea stessa che le stesse città o comunque il “nostro” tranquillo Occidente possa in un tempo neanche troppo remoto doversi riabituare all’idea e alla presenza della guerra. Qui alcuni scatti di compagni e compagne della Scuola per la Pace di Torino e Piemonte. Irene Carnazza, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Torino
Mozione del Collegio Docenti Liceo “Benedetto Croce” Palermo. La scuola non può tacere!
PUBBLICHIAMO LA MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO SCIENTIFICO STATALE “BENEDETTO CROCE” DI PALERMO DAL TITOLO “LA SCUOLA NON PUÒ TACERE!”. Il Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce” di Palermo, di fronte ai massacri in Cisgiordania e al genocidio in atto nella Striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano, sente l’urgenza morale, civile e professionale di prendere parola e di impegnarsi a non restare in silenzio, riaffermando la propria missione educativa per la costruzione della pace, del dialogo e per favorire la comprensione e il dialogo tra le persone e i popoli. Il dramma della popolazione palestinese non può lasciare indifferente il mondo della scuola. I numeri del massacro, che riguardano migliaia di vittime civili – tra cui un altissimo numero di bambini, bambine e adolescenti – e la distruzione sistematica di scuole, ospedali, abitazioni e infrastrutture essenziali, insieme alla diffusione della fame e della malnutrizione che colpiscono soprattutto i più piccoli, testimoniano una catastrofe umanitaria di dimensioni inaudite, le cui ripercussioni dureranno per generazioni. Come Collegio dei docenti, riconosciamo che ogni bambino e ogni bambina, ovunque nascano, sono “nostri alunni” e “nostri figli”: il loro diritto alla vita, all’istruzione, alla libertà e alla dignità non è negoziabile. Per questo, noi docenti condanniamo con fermezza il genocidio che lo Stato di Israele sta commettendo contro i cittadini e le cittadine di Gaza e chiede la sua immediata cessazione, ma anche il ripristino della libertà e dei diritti fondamentali del popolo palestinese. Riteniamo che il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani universali sia condizione imprescindibile per continuare a guardarci come esseri umani, in una prospettiva di giustizia e di pace. Come docenti ci impegniamo a: * approfondire e studiare la situazione a Gaza e in Palestina, per offrire ai nostri studenti strumenti critici di comprensione della complessità del presente; * promuovere momenti di riflessione, confronto e formazione sul valore della pace, della convivenza e della solidarietà internazionale; * coltivare nelle giovani generazioni la consapevolezza che la costruzione di un futuro più giusto e più umano passa attraverso il rifiuto della violenza e l’affermazione dei diritti di tutti e di tutte. Con questa mozione il Collegio ribadisce la convinzione che la scuola non possa rimanere neutrale di fronte alle tragedie del nostro tempo e debba farsi voce di umanità, giustizia e speranza.
Inondare l’Università di barchette per supportare da terra la Global Sumud Flotilla
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università segnaliamo questa interessante iniziativa nonviolenta, cioè quella di inondare l’Università di barchette con i colori della bandiera Palestina, che gli studenti e le studentesse di Cambiare Rotta hanno ideato e lanciato per lunedì 15 settembre, in occasione dell’inizio dell’anno accademico all’Università di Bologna. Si tratta di un’iniziativa promossa all’interno del presidio con le tende davanti al Rettorato che si sta svolgendo da una settimana circa per sostenere come “equipaggio di terra” la missione della Global Sumud Flotilla e dare forza e risonanza alle ragioni dell’azione in solidarietà col popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. Si punta inoltre a rilanciare lo sciopero generale del 22 settembre, che vuole rappresentare un monito alle istituzioni per far sì che la flotilla possa raggiungere Gaza con gli aiuti umanitari in tutta sicurezza. In caso contrario, ci si prepara a bloccare tutto. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Cagliari, presidio 16 settembre: Nessuna sanatoria per la RWM
Un folto gruppo di antimilitaristi, ambientalisti e persone orientate a contestare l’ampliamento della fabbrica di bombe RWM di Domusnovas si è ritrovato ieri, 16 settembre 2025, a Cagliari, dalle ore 10, davanti al palazzo della Giunta regionale in V.le Trento – strettamente presidiato dalle forze dell’ordine. Lo scopo è chiedere alla Regione di respingere lo studio di Valutazione di Impatto Ambientale presentato dalla RWM per regolarizzare gli impianti dell’ampliamento portato a termine tre anni fa tra una miriade di irregolarità su cui le amministrazioni locali avevano chiuso gli occhi, e infine giudicato illecito da una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021. Presenti numerosi studenti, comitati e associazioni tra cui Italia Nostra, USB Sardegna, Rete Iside, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, Cobas Scuola Cagliari, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Comitato Sardo di solidarietà per la Palestina, Movimento Nonviolento Sardegna, ANPI Cagliari, firmatari di una lettera indirizzata alla Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde in cui si chiede appunto di non accettare la sanatoria proposta dalla fabbrica. Questo per respingere sul piano etico-politico la logica del produrre armi che vanno a fomentare sempre più guerre, e perché gli ampliamenti dell’RWM sono insanabili sul piano della salvaguardia del territorio e dell’ambiente naturale.  Tra le storture più clamorose quella di aver costruito le linee di produzione sulla fascia di rispetto – assolutamente inedificabile – di un fiume ad alto rischio di esondazione. Molti manifestanti sono intervenuti portando argomenti contro la fabbrica di bombe RWM e i sui rapporti commerciali. Tra questi c’è la U-vision, ditta israeliana in base al cui progetto la RWM produce droni da combattimento. Una delegazione è stata ricevuta dal capo gabinetto ing. Caschili, visto che la presidente Todde era a Roma per un incontro col ministro della giustizia Nordio. Insieme alla lettera è stata inviata una scheda tecnica che contiene una serie di dettagliati punti per cui il piano di VIA presentato dall’azienda RWM non può essere accolto. Sia la lettera che la scheda tecnica sono reperibili al link: https://italianostrasardegna.blogspot.com/2025/09/rwm-lettera-aperta-alla-presidente.html L’ing. Caschili ha accennato alle motivazioni di una scelta non facile da parte della Regione, pur in assenza di una posizione pregiudizialmente orientata all’accoglimento del piano di VIA. La delegazione si è dichiarata disponibile a ogni chiarimento e ha ribadito la richiesta di un incontro con la Presidente Todde per i prossimi giorni.     I manifestanti dichiarano che terranno alta l’attenzione sugli sviluppi di questa vicenda e preparano ulteriori impegni per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza su tali cruciali questioni. Qui la lettera inviata alla presidente Alessandra Todde. RWM-LetteraToddeDownload Qui il volantino della manifestazione. Volantino_ManifestazPresidenzaRegionale_16Settembre2025Download Alcuni scatti della manifestazione.  Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari
L’esercito a scuola per distanziare i bambini. Assolto Antonio Mazzeo
RILANCIAMO L’ARTICOLO PUBBLICATO SU STAMPALIBERA.IT IL 16 SETTEMBRE 2024 SULL’ASSOLUZIONE DI ANTONIO MAZZEO, DOCENTE E ATTIVISTA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. QUANDO SI VERIFICÒ L’”OCCUPAZIONE” MILITARE DA PARTE DELLA BRIGATA “AOSTA” DEL CORTILE DELLA SCUOLA PRIMARIA “PARADISO” DI MESSINA, LA DIRIGENTE ELEONORA CORRADO RICOPRIVA L’INCARICO DI COORDINATRICE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI DELLA FLC CGIL. Di EDG – Assolto perché il fatto non sussiste. La Corte di Appello del Tribunale di Messina (Presidente Tripodi, a latere Giacobello, relatore, e Finocchiaro), in riforma della sentenza di primo grado ha assolto l’insegnante e giornalista Antonio Mazzeo, difeso dall’avvocato Fabio Repici, e ha revocato le statuizioni civili della sentenza di primo grado emessa dal giudice onorario Maria Grazia Mandanici il 24 ottobre 2024. Ad Antonio Mazzeo era stato contestato il reato di cui all’art. 595 comma II e III del codice penale (diffamazione a mezzo stampa) perché, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, aveva riportato che la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Paradiso, dottoressa Eleonora Corrado “…oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”. In primo grado, Antonio Mazzeo era stato condannato alla pena di euro 550 di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Nel corso dell’udienza del processo d’appello, il 9 settembre 2025, l’insegnante messinese ha presentato alla Corte una lunga dichiarazione difensiva. “Vi scrivo quale imputato di diffamazione, a seguito di quanto da me riportato in una nota stampa in cui stigmatizzavo la presenza di militari dell’Esercito italiano, armati, all’interno del cortile della scuola di cui la persona offesa dal reato era dirigente, in data 21 ottobre 2020, in funzione di “vigilanza” e per imporre il “distanziamento sociale” alle bambine e ai bambini della scuola primaria e ai loro genitori in tempi di emergenza da Covid-19”, spiega Mazzeo. “In questi anni, sia nella fase delle indagini preliminari (si vedano ad esempio le dichiarazioni da me rese nel corso dell’interrogatorio innanzi ai Carabinieri di Milazzo) e sia in diversi interventi pubblici ho espresso stupore e il profondo dispiacere per l’esito giudiziario delle mie affermazioni che MAI hanno inteso offendere alcuno o delegittimarne il ruolo istituzionale ricoperto”. “Mi permetto tuttavia di far presente che quanto da me narrato nell’articolo contestato, sia sulle illegittime modalità di intervento dei militari dell’Esercito e sia sull’assoluta infondatezza e insostenibilità del Patto per la Sicurezza Urbana con cui sarebbe stato giustificato il loro invio a presidio delle istituzioni scolastiche – ha trovato pieno riscontro anche nei fatti accertati nel corso del giudizio”, ha aggiunto l’insegnante. “Cosa ancora più grave è però che, a quasi cinque anni di distanza da quanto accaduto, nessun organo istituzionale ha sentito il dovere morale di assumersi la paternità dell’invio di militari armati in una scuola primaria come misura di contenimento della pandemia. Ritengo ancora oggi con maggior convinzione che chi lo ha fatto ha abusato ingiustificatamente dei suoi poteri, violando i principi costituzionali e generando ulteriori inutili traumi ai minori e ai loro genitori”. “Mi sia consentito di ricordare che mentre con difficoltà e fatica, insegnanti, studenti e genitori tentavano allora di ricostruire la normalità nelle attività didattiche dopo la lunga e drammatica chiusura delle scuole di ogni ordine e grado con il lockdown decretato nel marzo 2020, la risposta istituzionale al coronavirus privilegiava lo stato di guerra, i suoi linguaggi, le sue metafore, i suoi simboli. L’emergenza sanitaria, drammatica, reale, è stata rappresentata e manipolata come una crisi bellica globale per conseguire controlli repressivi e limitazioni delle libertà individuali e collettive e la militarizzazione dell’intera sfera sociale, politica ed economica”. “Purtroppo la sicurizzazione della risposta al coronavirus si è sviluppata in continuità con il dilagante processo di militarizzazione de iure e de facto degli istituti e degli stessi contenuti culturali e formativi, aggravatosi ulteriormente negli anni successivi come presunta risposta al conflitto in Ucraina o alle gravissime crisi umanitarie in atto nel mondo, a partire dallo scempio inumano in corso a Gaza. Come, senza essere presuntuoso, può essere considerato fatto notorio, da anni denuncio e documento come la scuola italiana si sia trasformata in laboratorio sperimentale di percorsi didattici subalterni alle logiche di guerra e agli interessi politico-militari e geostrategici dominanti. Alle città d’arte e ai siti archeologici le scuole preferiscono sempre più le visite alle caserme e alle basi USA e NATO “ospitate” in Italia o alle industrie belliche mentre agli studenti è imposta la partecipazione a parate militari, alzabandiera, conferimenti di onorificenze a presunti eroi di guerra. Ci sono poi le molteplici attività didattiche affidate a generali e ammiragli (dall’interpretazione della Costituzione all’educazione ambientale e alla salute, alla lotta alla droga e alla prevenzione dei comportamenti classificati come “devianti”, bullismo, cyberbullismo, ecc.); i cori e le bande di studenti e soldati; gli stage formativi sui cacciabombardieri e le fregate; l’alternanza scuola-lavoro a fianco dei reparti d’eccellenza delle forze armate o nelle aziende produttrici di armi. A ciò si aggiunga la conversione delle strutture scolastiche a fini sicuritari con l’installazione di videocamere e dispositivi elettronici identificativi e di controllo (tornelli ai portoni, l’obbligatorietà ad indossare badge, ecc.)”. “Fortunatamente oggi il tema della militarizzazione della scuola italiana è entrato nel dibattito politico ed educativo pubblico e negli ultimi anni, promosso da intellettuali, pedagogisti, insegnanti e organizzazioni sindacali di base, è nato un Osservatorio nazionale che ha già presentato report e dossier ripresi con attenzione dai media nazionali ed internazionali”, prosegue Mazzeo. “Comprendo bene che si possa divergere su valutazioni di ordine educativo e pedagogico ma non credo assolutamente che sia un’aula giudiziaria il luogo dove confrontarsi sui processi in atto nella società e nella scuola italiana, specie in assenza (o in vera e propria latitanza) degli interlocutori istituzionali che hanno assunto le scelte generatrici del conflitto tra le nostre rispettive parti. Ma non credo che si possano criminalizzare in sede giudiziaria le mie idee, sostenute sempre in modo rispettoso di chiunque, con esclusivo riferimento ai fatti oggetto di valutazione e ai principi da me propugnati, senza aggredire alcuno o alcuna nella sua dignità di persona”. ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2020-21, QUANDO SI VERIFICÒ L’”OCCUPAZIONE” MILITARE DA PARTE DELLA BRIGATA “AOSTA” DEL CORTILE DELLA SCUOLA PRIMARIA “PARADISO” DI MESSINA, LA DIRIGENTE ELEONORA CORRADO RICOPRIVA L’INCARICO DI COORDINATRICE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI DELLA FLC CGIL. AL PROCESSO DI PRIMO E SECONDO GRADO CONTRO L’INSEGNANTE-GIORNALISTA, LA PRESIDE SI È COSTITUITA PARTE CIVILE (DIFESA DALL’AVVOCATO FILIPPO PAGANO). Fonte: stampalibera.it.