Carestia e genocidio a Gaza

InfoPal - Friday, August 22, 2025

A Tarde. Di Antonio Lobo. Josué de Castro pubblicò “La geografia della fame” nel 1946 e “La geopolitica della fame” nel 1951. Castro osservò che la fame è il risultato di relazioni sociali ineguali e che causa non solo sofferenza fisica, ma anche inferiorità e l’erosione del potenziale e della speranza umana. Lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij descrisse la povertà come una forma di esclusione, fame cronica, invisibilità e dominio che colpisce gli esseri umani con profonda sofferenza, distruggendone l’autostima, la speranza e il futuro.

Le scoperte di questi autori ci aiutano a comprendere la situazione nella Striscia di Gaza, con 363 km² e 2,1 milioni di abitanti (ONU 2023), dove la povertà estrema prevale e peggiora ogni giorno. Per quasi 100 anni, queste persone hanno subito la grave violenza dell’espansione sionista, che, dal 1948, con la creazione dello Stato di Israele in territorio palestinese, è peggiorata con morti, miseria e fame diffusa.

Fame estrema e uno stato di inedia assoluta, con numerosi decessi, soprattutto tra i bambini, caratterizzano l’attuale situazione a Gaza. Secondo i dati del ministero della Salute locale, dall’ottobre 2023, oltre 61.000 persone sono state uccise dalle azioni violente dello Stato di Israele, il 70% delle quali sono donne e bambini. Orrori inimmaginabili hanno causato la morte o la grave mutilazione di oltre 50.000 bambini. In totale, 146.000 persone sono gravemente ferite e circa 11.000 risultano disperse, probabilmente morte e sepolte tra le macerie del massacro. Secondo l’UNICEF, dalla fine del cessate il fuoco, il 18 marzo 2025, 1.309 bambini sono stati assassinati e 3.738 gravemente feriti a causa di crimini di guerra e genocidio commessi dallo Stato di Israele.

Circa 900.000 bambini muoiono di fame a Gaza, e 70.000 di loro versano in uno stato di estrema malnutrizione e sono a rischio imminente di morte (BBC News). Più di mille persone affamate sono già state uccise nelle file della fame nei sanguinosi e umilianti centri di distribuzione alimentare controllati da Israele e dagli Stati Uniti. Lo Stato di Israele sta usando la fame per torturare, corrompere, umiliare, erodere la speranza e uccidere lentamente la popolazione di Gaza, soprattutto i bambini. Sono l’avidità territoriale, la vendetta e il totale disprezzo per la vita umana a guidare un movimento tirannico, basato su violenza estrema, conquista di territori e banalità del male.

I bambini affamati non sono terroristi o antisemiti; anzi, il contrario. Sono esseri preziosi che rappresentano l’amore, la tenerezza, l’innocenza e il futuro di un mondo libero dall’avidità e dal male. La pulizia etnica, un genocidio, è in corso e tutti lo stanno vedendo. La storia sarà implacabile, poiché i discendenti si vergogneranno dei loro antenati genocidi. Ma coloro che sceglieranno di rimanere in silenzio, di tollerarla o addirittura di sostenerla saranno eternamente tormentati dal rimorso e dal peso delle preziose vite perse a Gaza, soprattutto quelle di bambini benedetti, innocenti e innocui.

Professore di Geopolitica e Geografia Politica presso l’UFBA, Università Federale di Bahia, Brasile. Dottorato di Ricerca in Geografia Umana presso l’USP, Brasile.