Fosse comuni di massa a Gaza: Hamas sollecita un’azione globale
Gaza. Hamas ha esortato i tribunali internazionali e gli organismi competenti a
perseguire i responsabili dopo che un’indagine ha rivelato che le forze
israeliane hanno spianato con bulldozer i corpi di palestinesi in cerca di aiuti
e li hanno sepolti in fosse poco profonde a Gaza.
Il gruppo con base a Gaza, in una dichiarazione di mercoledì, ha invitato in
particolare la Corte penale internazionale (CPI) e la Corte internazionale di
giustizia (CIG) a seguire il caso di tale crimine efferato, includerlo nei
rapporti che documentano i crimini del regime di Tel Aviv e portare i leader
israeliani davanti alla giustizia per i loro delitti contro i palestinesi nella
Striscia di Gaza.
Hamas ha osservato che l’indagine della CNN, intitolata “Bulldozed corpses and
unmarked graves” (“Corpi spianati e fosse comuni senza nome”), fornisce nuove
prove documentate di uno degli aspetti del genocidio sistematico di Israele
contro i palestinesi e offre ulteriori conferme del suo “tentativo deliberato di
trasformare gli aiuti in trappole di morte di massa”.
Il movimento di resistenza ha affermato che il crimine “orrendo” è parte dei
crimini di guerra e degli attacchi sistematici che Israele sta perpetrando sotto
gli occhi della comunità internazionale, con totale disprezzo per il diritto
internazionale e i più basilari principi dei diritti umani.
Hamas ha sottolineato che queste atrocità avvengono con la complicità
dell’amministrazione statunitense e di alcuni governi occidentali, insieme ai
tentativi di ostacolare il perseguimento internazionale dei criminali di guerra
israeliani, in particolare il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Più di 2.000 palestinesi risultano uccisi nel 2025 mentre aspettavano di
ricevere aiuti dalla cosiddetta Gaza Humanitarian Foundation, gestita
congiuntamente dagli Stati Uniti e da Israele.
Il rapporto della CNN, basato su analisi video, immagini satellitari e
testimonianze di ex soldati, evidenzia che Israele ha commesso violazioni
sistematiche del diritto umanitario internazionale a Gaza.
L’indagine rivela la sorte dei palestinesi scomparsi mentre cercavano di
raggiungere i convogli umanitari nel nord di Gaza.
I sopravvissuti e le famiglie dei dispersi hanno raccontato momenti caotici
segnati da spari indiscriminati delle forze israeliane, mentre i civili
disperati si affrettavano a procurarsi del cibo.
A giugno, Ammar Wadi, un giovane palestinese, aveva lasciato la sua casa in
cerca di farina e non è più tornato. Settimane dopo, sul suo telefono è stato
trovato un ultimo messaggio alla madre, che diceva: “Perdonami se succede
qualcosa”. La sua sorte resta ignota e il suo corpo non è stato ancora
recuperato.
Filmati video, geolocalizzati nell’area di Zikim, mostrano diversi corpi in
decomposizione, alcuni parzialmente sepolti, vicino a un camion di aiuti
ribaltato. Si sono osservati cani che rovistavano tra i resti, mentre le
immagini satellitari mostrano attività di bulldozer nell’area sia durante che
dopo gli incidenti.
Le squadre della difesa civile hanno riferito che numerosi corpi non hanno
potuto essere recuperati a causa dei continui attacchi israeliani.
Un ex soldato israeliano ha raccontato alla CNN che la sua unità aveva sepolto
nove palestinesi disarmati senza contrassegnare le tombe né documentarne
l’identità con fotografie. Ha descritto come l’odore della decomposizione
diventasse insopportabile mentre i cani rovistavano tra i resti.
Euro-Med Human Rights Monitor ha documentato tali pratiche attraverso un
programma sistematico che utilizza indagini sul campo nel nord e nel sud della
Striscia di Gaza.
I rapporti sul campo dell’organizzazione indicano che le forze israeliane hanno
spesso seppellito corpi palestinesi in spazi pubblici, aree aperte e luoghi
vicini a strutture critiche come centri di distribuzione degli aiuti, ospedali e
scuole.
Queste operazioni venivano spesso condotte dopo che le aree erano state
militarmente isolate, con accesso negato a squadre mediche, famiglie e residenti
locali.
Il gruppo con sede a Ginevra ha sottolineato che questa pratica elimina
potenziali prove di uccisioni illegali, ostacola indagini approfondite e nega
alle famiglie il diritto di conoscere il destino e il luogo di sepoltura dei
loro cari, violando ulteriormente la dignità umana e il diritto internazionale.
(Fonti: PressTV, PIC, Quds News, Euro-Med Monitor).