Tag - Genocidio e pulizia etnica a Gaza

L’Olocausto gazawi continua per il 715° giorno consecutivo. Notte di terrore per i residenti della città di Gaza. Famiglia sterminata. sfollamento forzato di 270.000 palestinesi verso sud
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Gli abitanti della città di Gaza hanno trascorso una notte insonne a causa dell’intensificarsi del rumore dei caccia a bassa quota e dei bombardamenti israeliani, uditi anche dalle zone centrali della Striscia. La situazione è tragica per coloro che sono sotto attacco diretto nei quartieri di Sahaba e Daraj, con migliaia di persone in fuga verso sud attraverso l’unica strada autorizzata, Al-Rashid, sovraffollata e lenta. Le persone si spostano in camion, carretti o a piedi, impiegando spesso dalle 5 alle 7 ore per completare un tragitto che una volta richiedeva solo 15-20 minuti, il tutto nel timore di nuovi attacchi aerei. Secondo il ministero della Salute di Gaza, nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 34 palestinesi e 200 feriti a causa degli attacchi israeliani. Tre palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano mentre cercavano alimenti nei pressi di un presunto centro di distribuzione di aiuti a nord di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. In un altro massacro israeliano, nove palestinesi sono stati uccisi nel bombardamento di un edificio residenziale nel quartiere di Al-Tuffah, a nord-est della città di Gaza. Famiglia sterminata. Mahmoud Nasser al-Jumla, sua moglie e i suoi figli sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in un nuovo massacro a seguito del bombardamento della loro casa nella città di Gaza, cancellando ufficialmente la famiglia dall’anagrafe. Comunicato dell’Ufficio stampa del governo di Gaza (GMO). “Le forze di occupazione israeliane impongono lo sfollamento forzato di 270.000 palestinesi dalla città di Gaza verso sud, sotto la minaccia di bombardamenti e genocidio, mentre oltre 900.000 si rifiutano fermamente di andarsene. “Quasi 270.000 cittadini sono stati costretti a lasciare le proprie case sotto i bombardamenti incessanti. Allo stesso tempo, le squadre governative hanno anche registrato uno sfollamento inverso, con oltre 22.000 residenti che sono tornati nelle loro aree di origine all’interno della città di Gaza, entro sabato a mezzogiorno, a causa della totale mancanza di beni di prima necessità per la sopravvivenza nel sud. “L’area di Al-Mawasi a Khan Younis, e Rafah, che attualmente ospita quasi un milione di civili e che l’occupazione promuove falsamente come ‘zone umanitarie e sicure’, è stata sottoposta a oltre 110 attacchi aerei e ripetuti bombardamenti, che hanno causato la morte di oltre 2.000 palestinesi in massacri successivi. “L’area assegnata dall’occupazione nelle sue mappe come ‘zone rifugio’ non supera il 12% della superficie totale della Striscia di Gaza, eppure cerca di confinarvi più di 1,7 milioni di persone. Ciò fa parte di un piano sistematico per istituire ‘campi di concentramento’ nell’ambito di una politica di sfollamento forzato, volta a svuotare la città di Gaza e la parte settentrionale di Gaza della loro popolazione”. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
“Complici di genocidio”: il veto degli Stati Uniti al cessate il fuoco di Gaza scatena la condanna
Gaza. Gli Stati Uniti hanno esercitato il loro potere di veto per bloccare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente nella Striscia di Gaza, segnando il sesto veto di questo tipo dall’inizio del genocidio quasi due anni fa. La risoluzione è stata redatta dai dieci membri non permanenti del Consiglio – Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Somalia – ed è stata sostenuta da 14 dei 15 membri del Consiglio. Giovedì, gli Stati Uniti hanno posto il veto. La risoluzione chiedeva l’ingresso e la distribuzione senza restrizioni di aiuti umanitari a Gaza e sottolineava il ripristino dei servizi essenziali in un contesto di carestia confermata e di intensificazione delle operazioni militari. La risoluzione esortava tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco e chiedeva la distribuzione sicura e senza ostacoli degli aiuti da parte delle Nazioni Unite e dei suoi partner, in conformità con il diritto internazionale umanitario e i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza. Il veto degli Stati Uniti contro una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ha suscitato ampie condanne, con il movimento di resistenza di Hamas che ha condannato la complicità di Washington nel genocidio contro i palestinesi. “L’uso del veto da parte dell’amministrazione statunitense nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ostacolare una bozza di risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza rappresenta una palese complicità e una piena collaborazione nel crimine di genocidio commesso dall’occupazione sionista contro il popolo palestinese”, ha dichiarato Hamas giovedì. Il movimento ha aggiunto che il veto degli Stati Uniti è “un via libera alla continuazione dei crimini di uccisioni, fame e della feroce offensiva criminale contro la città di Gaza”. Esprimendo apprezzamento per i 10 paesi che hanno presentato la bozza, tra cui Algeria, Danimarca e Pakistan, Hamas ha esortato questi paesi e altre nazioni, nonché le organizzazioni internazionali, a fare pressione sul regime israeliano affinché cessi la guerra genocida e chiami i leader israeliani a rispondere dei loro crimini contro i palestinesi. Il movimento di resistenza del Jihad Islamico ha inoltre sottolineato che il veto degli Stati Uniti costituisce “un’ulteriore prova che l’amministrazione [di Donald] Trump è una vera e propria complice e un’importante istigatrice di questi crimini”. Il movimento ha osservato che quanto sta accadendo “rappresenta un disprezzo non solo per il diritto internazionale e le norme umanitarie, ma anche per i popoli e i regimi della regione, divisi tra coloro che sono impotenti e coloro che sono complici”. Anche il Movimento dei Mujahedin Palestinesi ha condannato il veto degli Stati Uniti, definendolo una licenza aperta per Israele di continuare a commettere genocidio a Gaza. Israele ha lanciato la guerra dopo che i combattenti della resistenza di Gaza hanno condotto a sorpresa l’Operazione Al-Aqsa Flood contro l’entità sionista in risposta alla decennale campagna di massacri e devastazioni del regime contro i palestinesi. Il sanguinoso assalto del regime a Gaza ha finora ucciso almeno 65.141 palestinesi, per lo più donne e bambini. (Fonti: PressTV, Quds Press, PIC).
L’Olocausto gazawi continua per il 714° giorno consecutivo. Morti e feriti nelle zone “sicure” del sud della Striscia. Robot esplosivi per distruggere ciò che resta della città di Gaza. Ripristinate le linee telefoniche
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Questa mattina presto, le forze di occupazione israeliane hanno fatto detonare un robot carico di esplosivo nel quartiere Tal Al-Hawa di Gaza per demolire un edificio residenziale, nell’ambito del piano di pulizia etnica israeliano in corso contro la città. Sono stati segnalati diversi feriti palestinesi in seguito a un attacco israeliano nella zona “sicura” di al-Mawasi Al-Qarara, a nord-ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Due bambini palestinesi sono stati uccisi in seguito a un attacco israeliano contro una tenda che ospitava famiglie sfollate a ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. I caccia israeliani hanno scatenato una cintura di fuoco prendendo di mira diversi quartieri della città di Gaza, mentre l’esercito israeliano stringe il cappio sulla popolazione rimanente per costringerla ad andarsene. Ripristinati i servizi di telecomunicazione e internet. La Compagnia palestinese delle Telecomunicazioni ha annunciato giovedì che le sue squadre sono riuscite a ripristinare i servizi internet e di linea fissa nei governatorati di Gaza e della Striscia di Gaza settentrionale, nonostante le pericolose condizioni del campo. L’Autorità di Regolamentazione delle Telecomunicazioni aveva annunciato mercoledì che i servizi internet e di linea fissa erano stati interrotti nei governatorati di Gaza e della Striscia di Gaza settentrionale a causa della continua aggressione israeliana e degli attacchi a importanti rotte di rete. Dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023, i servizi di telecomunicazioni e internet sono stati ripetutamente interrotti in tutta la regione o in gran parte di essa, a causa degli intensi bombardamenti israeliani o dell’esaurimento del carburante utilizzato per alimentare i generatori di elettricità. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota su una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza
New York.  Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato giovedì su un progetto di risoluzione che chiede un cessate il fuoco a Gaza e un accesso umanitario senza ostacoli all’enclave assediata e devastata. Alla fine di agosto, i membri eletti hanno avviato discussioni sulla bozza di risoluzione in risposta alla dichiarazione ufficiale delle Nazioni Unite sulla carestia nella Striscia di Gaza. Il progetto di risoluzione, messo ai voti il 18 settembre, chiede la fine delle restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari e richiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza, nonché il rilascio immediato e incondizionato dei detenuti. Ad agosto, esperti partner dell’ONU hanno confermato il verificarsi della carestia in una parte della Striscia, mentre una commissione ONU ha dichiarato che Israele sta commettendo un “genocidio” a Gaza. Nel 2024, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dal 7 ottobre 2023, l’occupazione israeliana sta commettendo crimini genocidari nella Striscia di Gaza, che hanno provocato l’uccisione di 65.062 palestinesi, con quasi 165.697 feriti registrati, per lo più bambini e donne, e una carestia che ha causato la morte di 432 persone, tra cui 146 bambini. (Fonti: Wafa, PIC, Quds News).
Centinaia di migliaia fuggono dalla città di Gaza mentre Israele inizia l’invasione di terra per occuparla tra pesanti bombardamenti
Gaza – Quds News. Centinaia di migliaia di palestinesi, la maggior parte dei quali già sfollati con la forza, sono fuggiti dalla città di Gaza verso il sud dell’enclave, mentre Israele porta avanti la sua letale invasione di terra per occupare la città. Radicati alla loro terra. Nonostante le ripetute minacce israeliane di sfollamento forzato e i bombardamenti incessanti, l’Ufficio stampa del governo di Gaza ha confermato martedì che più di un milione di palestinesi nel nord dell’enclave restano “radicati” alla loro terra. L’Ufficio ha detto che, su 1,3 milioni di persone nella città di Gaza e nelle cittadine a nord, circa 190.000 sono fuggite a sud mentre 15.000 sono tornate a nord a causa delle condizioni disperate nelle aree che l’esercito israeliano aveva designato come “zone sicure”. Le autorità locali hanno osservato che Israele ha attaccato regolarmente Rafah e al-Mawasi, vicino a Khan Younis, dove aveva imposto alla popolazione di fuggire. “Queste aree mancano completamente dei beni di prima necessità, sono senza ospedali, senza infrastrutture e senza servizi essenziali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione, rendendo la vita quasi impossibile”, ha dichiarato l’Ufficio in un comunicato. Quest’area non ammonta a più del 12 percento della superficie totale della Striscia di Gaza, ha aggiunto, osservando che l’occupazione israeliana “sta cercando di confinare con la forza oltre 1,7 milioni di persone in questo spazio limitato, come parte di un piano più ampio per stabilire quelli che di fatto sono ‘campi di concentramento’”. “Questo fa parte di una politica sistematica di sfollamento forzato volta a svuotare il nord di Gaza e la città di Gaza dei loro abitanti, un chiaro crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”. Le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro la città di Gaza come parte dei piani per occuparla, con i palestinesi che fuggono tra bombardamenti incessanti e condizioni umanitarie disperate. Cosa sta accadendo? Migliaia di palestinesi vengono sfollati con la forza ogni giorno dai bombardamenti indiscriminati di Israele contro la città di Gaza, che uccidono decine di civili quotidianamente. Le famiglie fuggono verso sud, seguendo gli ordini israeliani di dirigersi verso la cosiddetta “zona sicura” di al-Mawasi, un’area sovraffollata e colpita ripetutamente dalle forze israeliane. Secondo fonti locali sul terreno, la città di Gaza viene svuotata sistematicamente, edificio dopo edificio, famiglia dopo famiglia. Le fonti hanno aggiunto che le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro il quartiere di Tel al-Hawa, così come contro al-Shati e al-Remal, distruggendo decine di edifici residenziali e rifugi. L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha riferito domenica che Israele ha portato avanti “bombardamenti sistematici di torri, edifici residenziali, scuole e istituzioni civili con l’obiettivo di sterminio e sfollamento forzato” mentre continua la sua offensiva sulla città di Gaza. “Pur dichiarando di colpire la resistenza, la realtà sul campo dimostra senza dubbio che l’occupazione bombarda deliberatamente e secondo una metodologia chiara scuole, moschee, ospedali e centri medici, distrugge torri e edifici residenziali, distrugge tende di sfollati e colpisce le sedi di varie istituzioni, comprese istituzioni internazionali che operano nel campo umanitario”, ha dichiarato in un comunicato. Il portavoce della Difesa civile, Mahmoud Basal, ha detto: “Ciò che cade su Gaza non sono solo missili, ma barili di fuoco e lava vulcanica distruttiva che bruciano la terra e tutto ciò che vi è sopra”. Ciò avviene nel quadro dei piani israeliani di occupare la città di Gaza e di ripulire etnicamente la città settentrionale dai suoi abitanti attraverso lo sfollamento forzato. Pesanti bombardamenti hanno colpito la città e le forze hanno iniziato ad avanzare dalle periferie dopo settimane di attacchi letali. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato il lancio di “una potente operazione a Gaza” iniziata martedì, chiamata Carri di Gedeone 2. Il letale assalto contro la città di Gaza è stato accolto con celebrazioni in Israele, mentre il ministro della Difesa, Israel Katz, ha affermato che “la città di Gaza sta bruciando”. L’offensiva è iniziata lo stesso giorno in cui esperti indipendenti incaricati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno confermato che Israele sta commettendo genocidio a Gaza.
L’Olocausto gazawi continua per il 713° giorno consecutivo. Decine di vittime dall’alba
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Decine palestinesi sono stati uccisi e feriti nelle prime ore di giovedì mattina in una serie di attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira diverse abitazioni nel campo profughi di Al-Bureij, nella zona centrale di Gaza. Diversi civili sono stati uccisi e feriti in un attacco aereo israeliano alle porte del porto della città di Gaza. Gli ospedali accolgono 79 martiri, il bilancio delle vittime sale a 65.141 morti. Nelle ultime 24 ore, gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto i corpi di almeno 79 civili, oltre a 228 persone con ferite di varia natura a seguito degli attacchi israeliani, secondo quanto dichiarato giovedì mattina dal ministero della Salute di Gaza. Di conseguenza, un totale di 12.590 persone sono state uccise e altre 53.884 sono rimaste ferite da quando l’esercito di occupazione israeliano ha ripreso la sua guerra genocida contro Gaza, il 18 marzo 2025. Il bilancio delle vittime della guerra genocida israeliana contro Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023, è arrivata a 65.141 martiri, inclusi 2.513 richiedenti aiuti, secondo i dati del ministero della Salute. Il Ministero ha aggiunto che il numero totale dei feriti è salito a 165.925 persone, inclusi 18.414 richiedenti aiuti. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
20 agenzie umanitarie chiedono un intervento mondiale per salvare la città di Gaza
Gaza – PIC. Più di 20 importanti agenzie umanitarie hanno lanciato un appello urgente ai leader mondiali affinché intervengano nella città di Gaza, dopo che una commissione delle Nazioni Unite ha concluso per la prima volta che Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi. In una dichiarazione congiunta di mercoledì, le agenzie hanno esortato tutti gli stati membri dell’ONU ad agire in base al mandato che ha creato l’organismo internazionale 80 anni fa, avvertendo che la situazione a Gaza “non è solo una catastrofe umanitaria senza precedenti ma un genocidio”. I responsabili degli aiuti hanno descritto la sofferenza come insopportabile, sottolineando l’aumento delle morti, la fame e i civili presi di mira mentre cercavano di accedere agli aiuti. “L’enclave è sull’orlo della fase più letale della sua storia se non verrà intrapresa un’azione immediata”, hanno detto le agenzie, aggiungendo che i governi devono agire ora per fermare la distruzione sistematica della vita e porre fine all’occupazione. L’avvertimento è arrivato mentre Israele annunciava l’espansione della sua offensiva di terra contro la città di Gaza, parte dell’operazione chiamata “Carri di Gedeone 2”. Il ministro della Guerra israeliano ha dichiarato che l’offensiva sarebbe continuata finché Israele non avesse raggiunto “i suoi obiettivi”. Sostenuto militarmente e politicamente dagli Stati Uniti, Israele porta avanti una guerra genocida contro Gaza dal 7 ottobre 2023, che ha ucciso 64.964 palestinesi, ne ha feriti 165.312 e ne ha fatti morire di fame almeno 428, tra cui 146 bambini. Il segretario generale dell’ONU António Guterres ha dichiarato martedì che riferirà la situazione di Gaza e della Cisgiordania alla Corte penale internazionale, sottolineando che ciò che sta accadendo è “distruzione sistematica di una città” e “moralmente, politicamente e legalmente inaccettabile”. Ha accusato Israele di non mostrare apertura a negoziati di pace seri e di essere determinato a “spingersi fino in fondo”. Ad aggravare l’allarme, l’UNICEF ha avvertito martedì che quasi mezzo milione di bambini a Gaza stanno soffrendo un grave trauma psicologico dopo più di 700 giorni di violenza continua. Parlando in videocollegamento dal campo di Al-Mawasi, la portavoce dell’UNICEF Tess Ingram ha descritto le condizioni come disumane: “È inconcepibile aspettarsi che mezzo milione di bambini, che hanno sopportato violenza e traumi inimmaginabili, fuggano da un inferno solo per ritrovarsi in un altro”. Ha raccontato di aver incontrato una madre di nome Israa che camminava con cinque figli, affamati, assetati e due scalzi, “diretti verso l’ignoto con poche speranze di trovare sicurezza”. Ingram ha anche riferito che alcuni bambini sono stati uccisi mentre cercavano di prendere acqua. Secondo i dati dell’ONU, più di 140.000 residenti hanno lasciato la città di Gaza da metà agosto, ma i campi nel sud sono sovraffollati e pericolosamente privi di risorse. Alcune famiglie sfollate stanno persino tornando nelle zone bombardate sotto il fuoco dell’esercito israeliano a causa delle condizioni disperate nei campi. Nonostante la crescente condanna globale, Israele continua a portare avanti il suo genocidio. Esperti di diritti umani e agenzie umanitarie insistono sul fatto che il genocidio e la fame a Gaza richiedono un intervento globale urgente prima che la crisi peggiori ulteriormente.
L’esercito israeliano ostacola gli sforzi dell’OMS per fornire carburante agli ospedali
Gaza – PIC. Il ministero della Salute palestinese ha accusato l’esercito di occupazione israeliano di ostacolare deliberatamente gli sforzi dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per fornire carburante agli ospedali del governatorato di Gaza. “Le autorità di occupazione stanno bloccando l’ingresso delle forniture di carburante necessarie per far funzionare i generatori elettrici negli ospedali di Gaza, cosa che porterà i servizi sanitari a un completo arresto”, ha detto il ministero della Salute in una dichiarazione di mercoledì. Il ministero ha avvertito che la crisi di carburante in corso rischia di paralizzare i servizi medici negli ospedali, tra cui l’ospedale al-Sahaba e l’ospedale Public Aid, osservando che le ambulanze e la centrale dell’ossigeno sono destinate a smettere di funzionare entro pochi giorni. Ha rivolto un appello a tutte le parti interessate affinché intervengano immediatamente e garantiscano la consegna sicura del carburante necessario al funzionamento degli ospedali nel governatorato di Gaza.
Un milione di palestinesi “rifiuta lo sfollamento” dal nord della città di Gaza in mezzo alla carneficina israeliana
Gaza – The Cradle. Circa un milione di palestinesi nella città di Gaza e nel nord della Striscia rifiutano o non possono essere sfollati forzatamente nelle sovraffollate “zone sicure” del sud, secondo una dichiarazione rilasciata dall’Ufficio stampa del governo di Gaza il 16 settembre. “Più di un milione di palestinesi restano radicati nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza, mantenendo la loro terra e le loro case e rifiutando categoricamente lo sfollamento verso sud, nonostante i bombardamenti feroci e la guerra genocida portata avanti dall’occupazione israeliana”, hanno detto i funzionari palestinesi. > 🚨Hundreds of families have been forced to flee and be displaced from Gaza > City to the south, due to the Israeli military operation, the ongoing barbaric > bombing, and the targeting of the city's residential towers and buildings. > pic.twitter.com/YuUhm1S26Q > > — Gaza Notifications (@gazanotice) September 16, 2025 La dichiarazione sottolinea che la popolazione della città di Gaza e del nord della Striscia “supera 1,3 milioni di persone”, la maggior parte delle quali già sfollata dai propri quartieri verso le aree centrali e costiere. Secondo quanto pubblicato dai media israeliani martedì mattina, Tel Aviv stima che circa 600.000 civili rimangano ancora nella città di Gaza. I funzionari di Gaza hanno anche documentato quello che descrivono come “sfollamento inverso”, con oltre 15.000 palestinesi sono tornati “nelle loro aree originarie nella città di Gaza a partire da mezzogiorno di martedì, dopo aver inizialmente spostato beni verso sud per metterli al sicuro. Sono tornati indietro a causa della totale assenza di condizioni di vita di base”. > Families returning to Gaza City amid overcrowding and false ‘safe zones’ > claims > > Despite the heavy airstrikes and massacres, Palestinian families are returning > to Gaza City due to overcrowding of displaced people in the south, where > Israel claims there are safe “humanitarian… pic.twitter.com/2BtEhhMxDy > > — The Cradle (@TheCradleMedia) September 16, 2025 I funzionari di Gaza sottolineano inoltre che l’area di al-Mawasi, a Khan Yunis, e Rafah, nel sud della Striscia, ospitano attualmente circa 800.000 palestinesi che vivono in condizioni difficili. I funzionari israeliani si riferiscono a queste aree come a “zone umanitarie sicure”, nonostante siano state prese di mira da più di 100 attacchi  aerei negli ultimi mesi che hanno causato la morte di almeno 2.000 palestinesi. “L’area designata dall’occupazione sulle sue mappe come ‘zone rifugio’ copre solo il 12 percento del territorio totale di Gaza, dove sta cercando di stipare più di 1,7 milioni di persone”, evidenzia l’Ufficio stampa del governo di Gaza nella sua dichiarazione, aggiungendo che le cosiddette zone sicure “sono prive di tutti i beni essenziali della vita: nessun ospedale, nessuna infrastruttura o servizi vitali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione — rendendo la sopravvivenza quasi impossibile”. > Israel is forcing nearly a million Palestinians to leave Gaza City for its > so-called ‘safe zone’ in al-Mawasi, where thousands of people are crowded in > tents with little access to food, water or power. pic.twitter.com/Kcve58u9FJ > > — Al Jazeera English (@AJEnglish) September 16, 2025 L’esercito israeliano ha lanciato la sua tanto annunciata invasione di terra della città di Gaza nella notte di martedì, sotto la copertura di bombardamenti incessanti che si potevano sentire fino a Tel Aviv. Secondo i media in lingua ebraica, l’operazione Carri di Gedeone 2 era inizialmente prevista dopo un’evacuazione di massa della città di Gaza, dove vivono più di un milione di persone. Lunedì, la Radio dell’esercito israeliano aveva riferito che il ritmo dell’evacuazione era “lento e poteva influenzare l’inizio dell’operazione di terra”. Tuttavia, l’esercito israeliano ha lanciato l’operazione poche ore dopo la visita del segretario di stato USA Marco Rubio, che ha espresso l’impegno incrollabile di Washington al genocidio dei palestinesi a Gaza. Traduzione per InfoPal di F.L.
Israele bombarda per tre volte l’unico ospedale pediatrico di Gaza
Gaza – Presstv. Le forze del regime israeliano hanno bombardato tre volte un ospedale pediatrico nella città di Gaza nella tarda serata, di martedì, poche ore dopo aver lanciato la loro offensiva di terra a lungo pianificata nella più grande città di Gaza. Il ministero della Salute palestinese ha dichiarato mercoledì che gli attacchi hanno colpito i piani superiori dell’ospedale pediatrico al-Rantisi. La struttura è l’unico ospedale pediatrico specializzato della Striscia di Gaza, che cura 80 pazienti nei reparti di oncologia, dialisi, cure respiratorie e gastrointestinali, inclusi 12 casi critici. Il Ministero ha detto che l’attacco fa parte della campagna sistematica del regime per paralizzare il sistema sanitario di Gaza. Non è la prima volta che l’ospedale pediatrico al-Rantisi viene preso di mira. Nel novembre 2023, la struttura era stata attaccata dalle forze israeliane, ma il PCRF era riuscito a riparare l’edificio. Gli attacchi contro le strutture sanitarie del territorio sono diventati una routine e i responsabili godono di una quasi totale impunità dalle conseguenze legali. Dall’inizio della sua guerra contro Gaza, il 7 ottobre 2023, le forze israeliane hanno colpito strutture e personale sanitario nel territorio almeno 1.844 volte, uccidendo centinaia di pazienti e operatori sanitari. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il 94% degli ospedali di Gaza è stato danneggiato o distrutto finora. Secondo il Palestine Children’s Relief Fund (PCRF), gli attacchi aerei della scorsa notte hanno colpito il reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale. L’organizzazione ha scritto sui social media: “Continuiamo a ricevere rapporti terrificanti secondo i quali l’esercito israeliano sta lanciando continui raid e attacchi mirati con droni contro le infrastrutture dell’ospedale e i suoi pazienti”. L’attacco ha costretto 40 pazienti e le loro famiglie a fuggire in preda al terrore, mentre altri 40 sono rimasti insieme a 30 tra medici, infermieri e personale sanitario. Il ministero della Salute ha esortato le Nazioni Unite e la comunità internazionale “a intraprendere un’azione immediata per fornire protezione al personale medico e ai pazienti all’interno degli ospedali e per fermare i ripetuti attacchi contro le strutture sanitarie”. “È responsabilità collettiva degli stati e degli attori globali proteggere strutture sanitarie, pazienti e personale medico da tali attacchi e chiamare l’occupazione a risponderne”, ha aggiunto. Traduzione per InfoPal di F.F.