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CURAMI – PRIMA DI TUTTO LA SALUTE: L’ IMPORTANTE ESPERIENZA DI “SANITARI PER GAZA”
CURAMI – Prima di tutto la salute è la trasmissione in onda il sabato mattina, dalle ore 12.00 alle 12.30, con Donatella Albini, medica del centro studi e informazione sulla medicina di genere, già delegata alla sanità del Comune di Brescia e Antonino Cimino, medico e referente di Medicina Democratica di Brescia. La trasmissione viene replicata il mercoledì alle ore 12.30. Nella prima puntata di questa nuova stagione di di Curami – prima di tutto la salute andata in onda il 20 settembre 2025 ospiti Raed, e Antonella Savio, di “Sanitari per Gaza”. Il tema che si affronta è appunto quello di descrivere e raccontare l’importante esperienza di questo gruppo di sanitari impegnati in azioni di solidarietà con la popolazione palestinese vittima del genocidio israeliano. Ascolta o scarica la puntata condotta in studio da Antonino Cimino. Ascolta o scarica 
MILANO: LA “FAKE WEEK – BABELE MILANO” IN CORTEO NEL GALLARATESE PER DIFENDERE (DAVVERO) IL TERRITORIO DA CEMENTO E SPECULAZIONI
Manifestazione nella mattina di sabato 20 settembre 2025  a Milano all’interno della terza edizione di  “Fake Week / Babele Milano”  partita dalla Maura e giunta al Bosco Falck, promossa dal Comitato Difesa Bosco Falck  che con altre numerose realtà promuovono quattro giorni di iniziative in concomitanza con la Green Week del Comune di Milano.  Una iniziativa che vuole denunciare le storture e le diseguaglianze prodotte dal cosiddetto “modello Milano” che favorisce solo grandi gruppi di potere economico-finanziario. Dalla conclusione del corteo la corrispondenza di Andrea, nostro collaboratore da Milano, che intervista Luciano, uno dei manifestanti. Ascolta o scarica
PALESTINA: GLOBAL SUMUD FLOTILLA NAVIGA VERSO GAZA, MENTRE A ROMA 3 ATTIVISTE DI UG IN SCIOPERO DELLA FAME DAVANTI A MONTECITORIO
Mentre forze israeliane continuano con il genocidio del popolo Palestinese, la solidarietà internazionale continua ad espandersi e rafforzarsi: in vista dello sciopero generale per la Palestina di lunedì 22 settembre 2025 in Italia promosso da gran parte del sindacalismo di base, tre persone supportate da Ultima generazione hanno iniziato il 20 settembre 2025, davanti alla Camera dei deputati in piazza Montecitorio a Roma, uno sciopero della fame ad oltranza per chiedere al governo meloni di riconoscere ufficialmente il genocidio per mano israeliana in corso in Palestina e di garantire protezione e ritorno in sicurezza ad attiviste ed attivisti della  Global Sumud Flotilla. Su Radio Onda d’Urto le voci di due delle tre persone in sciopero della fame. Ascolta o scarica Per quanto riguarda la Global Sumud flotilla, la navigazione prosegue dopo la partenza ieri da Capo Passero delle 49 imbarcazioni. Il diario di bordo di questo 20 settembre 2025 dal nostro collaboratore Stefano Bertoldi, capitano di una delle imbarcazioni. Ascolta o scarica  
Le Brigate al-Qassam: “Gaza sarà il cimitero dei soldati israeliani”
Gaza – Al Mayadeen. Le Brigate al-Qassam, ala militare della Resistenza palestinese, hanno rivolto un severo monito alla leadership militare e politica dell’entità israeliana, affermando che Gaza non sarà un campo di battaglia facile per quella che chiamano “l’esercito codardo” di occupazione. Nella dichiarazione, le brigate hanno proclamato: “Non vi temiamo. Siamo pronti a mandare le anime dei vostri soldati all’inferno. Abbiamo formato un esercito di martiri, preparato migliaia di imboscate e ordigni esplosivi, e Gaza sarà il cimitero dei vostri soldati”. La Resistenza ha avvertito che l’occupazione è impegnata in una guerra di logoramento brutale che porterà soltanto a ulteriori perdite e prigionieri dalla sua parte. “I nostri mujahidin sono stati addestrati a collocare ordigni esplosivi all’interno dei vostri veicoli militari. I vostri bulldozer diventeranno bersagli primari, e una via per aumentare il numero dei prigionieri che deteniamo”. Le brigate hanno sottolineato che i prigionieri israeliani sono dispersi nei quartieri della città di Gaza, e il loro destino è legato alle decisioni prese dalla leadership dell’entità: “Non ci preoccuperemo delle vite dei vostri prigionieri, fintanto che Netanyahu ha scelto di ucciderli. Il proseguimento e l’espansione di questa operazione criminale garantisce che non riceverete alcuno dei vostri prigionieri, né vivo né morto. Il loro destino sarà lo stesso di Ron Arad”. La dichiarazione si è conclusa con una potente affermazione: “È una lotta per la vittoria o il martirio”. Ciò è avvenuto dopo che i media israeliani hanno annunciato che quattro soldati dell’occupazione sono stati uccisi e altri otto feriti dopo che i combattenti della Resistenza hanno preso di mira il loro Humvee con un ordigno esplosivo. La Resistenza palestinese a Gaza continua a combattere per difendere la propria terra e il proprio popolo, mentre prosegue anche negli sforzi diplomatici per porre fine all’aggressione e alla pulizia etnica della Striscia di Gaza. Traduzione per InfoPal di F.F.
OCHA: le ultime vie fuga della città di Gaza stanno crollando mentre si intensificano gli attacchi israeliani
Gaza – Quds News. Le ultime vie di fuga rimaste per i civili nella città di Gaza, compresi rifugi e valichi di frontiera, stanno crollando mentre Israele intensifica il suo assalto, ha avvertito l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), tra i piani di occupare la città e sfollare con la forza più di un milione di residenti. In cinque giorni, 11 rifugi dell’UNRWA che ospitavano 11.000 persone sono stati colpiti da Israele, ha riferito l’OCHA. Più di un milione di persone sono state sfollate da quando Israele ha rotto la tregua di marzo, tra cui 200.000 nell’ultimo mese e 56.000 solo da domenica, ha aggiunto l’OCHA. Le agenzie umanitarie stanno consegnando farina di grano, pacchi alimentari e quasi 560.000 pasti al giorno, ma l’OCHA ha confermato che Israele sta “bloccando sistematicamente” gli sforzi, citando la chiusura da parte israeliana del valico di Zikim nel nord di Gaza e i divieti su determinati generi alimentari. “Le opportunità di sostenere persone affamate vengono sistematicamente bloccate. Ogni settimana vengono imposte nuove restrizioni”, ha detto l’agenzia. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha anche avvertito che gli ospedali di Gaza sono “sull’orlo del collasso”. Giovedì, il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha detto che l’assalto israeliano, attualmente concentrato sulla città di Gaza, “sta spingendo nuove ondate di sfollamento, costringendo famiglie traumatizzate in un’area sempre più ridotta e inadatta alla dignità umana”. “I feriti e le persone con disabilità non possono spostarsi in sicurezza, il che mette le loro vite in grave pericolo”, ha detto Tedros. “Chiediamo la fine immediata di queste condizioni disumane. Chiediamo un cessate il fuoco”. Secondo i rapporti, solo due ospedali nella città più grande dell’enclave, al-Shifa e al-Ahli, restano parzialmente funzionanti. Cosa sta accadendo nella città di Gaza? Centinaia di palestinesi vengono sfollati con la forza ogni giorno dai bombardamenti indiscriminati in corso di Israele contro la città di Gaza, che uccidono decine di civili quotidianamente. Le famiglie fuggono verso sud, seguendo le minacce israeliane di dirigersi verso la cosiddetta “zona sicura” di al-Mawasi, un’area sovraffollata e colpita ripetutamente dalle forze israeliane. Secondo fonti locali sul terreno, la città di Gaza viene sistematicamente svuotata, edificio dopo edificio, famiglia dopo famiglia. Le fonti hanno aggiunto che le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro la città di Gaza, distruggendo decine di edifici residenziali e rifugi. L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha dichiarato domenica che Israele ha portato avanti “bombardamenti sistematici di torri, edifici residenziali, scuole e istituzioni civili con l’obiettivo di sterminio e sfollamento forzato” mentre continua la sua offensiva sulla città. “Pur dichiarando di colpire la resistenza, la realtà sul campo dimostra senza dubbio che l’occupazione bombarda deliberatamente e secondo una metodologia chiara scuole, moschee, ospedali e centri medici, distrugge torri e edifici residenziali, tende di sfollati e colpisce le sedi di varie istituzioni comprese istituzioni internazionali che operano nel campo umanitario”, ha spiegato in un comunicato. Il portavoce della Difesa civile Mahmoud Basal ha detto: “Ciò che cade su Gaza non sono solo missili, ma barili di fuoco e lava vulcanica distruttiva che bruciano la terra e tutto ciò che vi è sopra”. Questo avviene nel quadro dei piani israeliani di occupare la città di Gaza e di ripulire etnicamente la città settentrionale dai suoi abitanti attraverso lo sfollamento forzato. Pesanti bombardamenti hanno colpito la città e le forze hanno iniziato ad avanzare dalle periferie dopo settimane di attacchi letali. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato il lancio di “una potente operazione a Gaza” iniziata martedì, chiamata Carri di Gedeone 2. Il letale assalto contro la città di Gaza è stato accolto con celebrazioni in Israele, mentre il ministro della difesa Israel Katz ha detto che “la città di Gaza sta bruciando”. L’offensiva è iniziata lo stesso giorno in cui esperti indipendenti incaricati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno confermato che Israele sta commettendo genocidio a Gaza. “Catastrofico”. Le Nazioni Unite hanno detto che l’offensiva ha costretto centinaia di palestinesi ad andare a sud, aggravando una crisi umanitaria già catastrofica. Olga Cherevko, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha affermato che le condizioni sono “nient’altro che catastrofiche”. “C’è un flusso costante di persone che si spostano dal nord, con molti che percorrono a piedi i 22 km fino alla ‘zona umanitaria’ di al-Mawasi – così etichettata da Israele”. “Le condizioni igieniche sono così gravi che, ovviamente, portano a una massiccia diffusione di malattie, eruzioni cutanee e ogni sorta di crisi di salute pubblica”. Radicati alla loro terra. Nonostante le ripetute minacce israeliane di sfollamento forzato e i bombardamenti incessanti, l’Ufficio stampa del governo di Gaza ha confermato martedì che più di un milione di palestinesi nel nord dell’enclave restano “radicati” alla loro terra. L’Ufficio ha detto che, su 1,3 milioni di persone nella città di Gaza e nelle cittadine a nord, circa 190.000 sono fuggite a sud mentre 15.000 sono tornate a nord a causa delle condizioni disperate nelle aree che l’esercito israeliano aveva designato come “zone sicure”. Le autorità locali hanno osservato che Israele attacca regolarmente Rafah e al-Mawasi vicino a Khan Younis, dove ha ordinato alla popolazione di fuggire. “Queste aree mancano completamente dei beni di prima necessità, senza ospedali, senza infrastrutture e senza servizi essenziali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione, rendendo la vita quasi impossibile”, ha dichiarato l’Ufficio in un comunicato. Quest’area non ammonta a più del 12 percento della superficie totale della Striscia di Gaza, ha aggiunto, osservando che l’occupazione israeliana “sta cercando di confinare con la forza oltre 1,7 milioni di persone in questo spazio limitato, come parte di un piano più ampio per stabilire quelli che di fatto sono ‘campi di concentramento’.” “Questo fa parte di una politica sistematica di sfollamento forzato volta a svuotare il nord di Gaza e la città di Gaza dei loro abitanti, un chiaro crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”. Traduzione per InfoPal di F.L.
Lo Yemen lancia attacchi con droni e missili contro siti israeliani “sensibili”
Sana’a – Presstv. Le Forze armate yemenite (YAF) hanno condotto tre operazioni militari “riuscite” contro siti israeliani “sensibili” in ritorsione all’attacco del regime contro lo Yemen e in sostegno ai palestinesi sottoposti da quasi due anni a una guerra genocida. In una dichiarazione di giovedì, il portavoce militare yemenita, generale di brigata Yahya Saree, ha annunciato che il suo paese ha condotto un’operazione militare “qualitativa” contro un “obiettivo militare sensibile” a Yaffa occupata (Tel Aviv), usando un missile balistico ipersonico chiamato “Palestina 2”. “L’operazione ha raggiunto con successo il suo obiettivo”, ha detto, costringendo milioni di coloni a fuggire nei rifugi e portando alla chiusura dello spazio aereo sui territori occupati. Le Forze armate yemenite hanno anche condotto un’operazione contro diversi obiettivi nella città di Umm Rashrash, conosciuta anche come Eilat, utilizzando tre droni, secondo il comunicato. Un altro drone ha colpito un “obiettivo sensibile” a Beer al-Sabe (Be’er Sheva). Il portavoce ha promesso che Umm Rashrash continuerà a essere un obiettivo principale delle operazioni di ritorsione yemenite. “Gli eventi e gli sviluppi hanno dimostrato che questo nemico criminale rappresenta una minaccia per la regione, che colpisce sia i paesi che i popoli, e il suo pericolo non è limitato alla geografia della Palestina occupata. Questo richiede che tutti si assumano la responsabilità”. La dichiarazione ha ribadito che le operazioni pro-Palestina dello Yemen continueranno fino a quando l’aggressione israeliana contro Gaza non finirà e l’assedio non sarà revocato. L’operazione yemenita è avvenuta dopo che, martedì, Israele aveva lanciato 12 attacchi aerei contro la città portuale yemenita di Hudaydah. Alla fine di agosto, un attacco israeliano aveva anche ucciso Ahmed al-Rahawi, che serviva come primo ministro nell’amministrazione guidata dagli Houthi a Sanaa. L’attacco di giovedì è avvenuto solo quattro giorni dopo i raid israeliani sulla capitale e sulla provincia settentrionale di al-Jawf, che avevano ucciso più di 40 persone. Dall’inizio del genocidio, nell’ottobre 2023, le forze yemenite hanno condotto decine di operazioni a sostegno dei gazawi colpiti dalla guerra, colpendo obiettivi in tutti i territori palestinesi occupati, oltre a prendere di mira navi israeliane o imbarcazioni dirette verso i porti dei territori. Il regime ha lanciato la guerra dopo che i combattenti della resistenza di Gaza hanno condotto a sorpresa l’Operazione Al-Aqsa Flood contro l’entità sionista, in risposta alla decennale campagna di massacri e devastazioni del regime contro i palestinesi. La sanguinosa offensiva del regime contro Gaza ha finora ucciso almeno 65.141 palestinesi, per lo più donne e bambini.
Porto italiano rifiuta di caricare container di esplosivi destinati a Israele
Ravenna – MEMO. Il porto italiano di Ravenna ha rifiutato giovedì di caricare due container pieni di esplosivi per la spedizione verso Israele, a seguito di una richiesta delle autorità locali, secondo una dichiarazione rilasciata dal comune della città. Il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, ha dichiarato in un comunicato: “Grazie ai coraggiosi portuali, siamo stati informati ieri sera dell’arrivo previsto oggi di due container al porto di Ravenna”. Ravenna, insieme ai leader provinciali e al governo regionale dell’Emilia-Romagna, è azionista del porto, il che ha permesso di bloccare la spedizione. “Bisogna scegliere da che parte stare, e l’Emilia-Romagna e Ravenna sanno perfettamente quale: quella delle vittime innocenti e degli ostaggi, e non quella dei governi criminali e delle organizzazioni terroristiche”, hanno detto i leader regionali in una dichiarazione. La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha definito “inaccettabile” il piano di Israele di occupare Gaza, ma a differenza di diversi paesi europei come Francia e Spagna, ha escluso il riconoscimento dello Stato di Palestina, sottolineando che tale riconoscimento dovrebbe avvenire solo dopo la creazione di un vero Stato palestinese. All’inizio di giugno, anche i lavoratori del porto di Marsiglia, nel sud della Francia, avevano rifiutato di caricare container di equipaggiamenti militari destinati a Haifa, affermando che non avrebbero “preso parte al genocidio portato avanti dal governo israeliano” né sarebbero diventati “complici di questi massacri”.
FRANCIA: OLTRE UN MILIONE IN PIAZZA PER LA “GIORNATA DI AZIONE INTERSINDACALE” CONTRO L’AUSTERITÀ E PER LA GIUSTIZIA SOCIALE
Oltre un milione di lavoratori e lavoratrici, giovani, studenti e studentesse, precari e precarie sono scesi in piazza giovedì 18 settembre 2025 in tutta la Francia – dando vita a oltre 250 manifestazioni – per la “giornata d’azione intersindacale”. A Parigi e in altre grandi città francesi come Bordeaux, Marsiglia e Lione ci sono stati scontri con la polizia, che già dall’alba si è presentata in forze ai blocchi operai e studenteschi organizzati davanti ai depositi dei mezzi di trasporto pubblico, alle scuole e alle grandi piattaforme logistiche. Centinaia i manifestanti fermati durante le cariche. La mobilitazione nazionale è arrivata soltanto una settimana dopo la giornata del 10 settembre. Anche in quell’occasione, centinaia di migliaia di persone erano scese nelle strade di tutto il Paese dietro la parola d’ordine “Bloquons tout” (“Blocchiamo tutto”). Le mobilitazioni si oppongono alla legge finanziaria, alla riforma delle pensioni e, in generale, all’intera politica economica fatta di austerity, tagli per decine di miliardi ai servizi pubblici come la sanità e la scuola, voluta dal presidente Emmanuel Macron e portata avanti prima dall’ex premier Bayrou (sfiduciato l0 scorso 8 settembre) e ora dal suo successore Lecornu. Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, le considerazioni sulla giornata di lotta del 18 settembre 2025 in Francia con: * Gianni Mainardi, compagno italiano che vive da molti anni a Parigi. Ascolta o scarica. * Matteo Polleri, ricercatore italiano tra Parigi e Lione. Ascolta o scarica.
Maghismo, malattia senile dello stalino-razzismo
-------------------------------------------------------------------------------- unsplash.com -------------------------------------------------------------------------------- Negli Stati Uniti precipita la guerra civile. Domenica 21 settembre a Glendale, Arizona, si terranno i funerali di un razzista bianco ucciso con una fucilata da un altro razzista bianco. Chi semina vento raccoglie tempesta. La sanguinosa guerra interna al popolo del Secondo Emendamento è iniziata, mentre viene cancellato il popolo del Primo Emendamento con misure di polizia che mettono a tacere chiunque dica la verità sull’assassinio di Kirk. Il funerale di Kirk sarà l’occasione per radicalizzare e portare a compimento il colpo di stato freddo scatenato dal Maghismo. Le caratteristiche del Maghismo si stanno delineando con chiarezza: Make America Great Again è un’onda reazionaria razzista che si innesta sulla tradizione del Ku Klux Klan e del Maccartismo, ma sta prendendo forme sempre più simili allo Stalinismo: repressione di ogni libertà di parola, controllo totale sugli apparati di stato, adorazione della Verità Indiscutibile del Capo. A questo il Maghismo aggiunge una venatura di mistificazione religioso-magica, un culto della personalità di uno stupratore mafioso. Scrive Jianwei Xun in un articolo dal titolo Kirk, la censura americana e la pedagogia dell’impotenza, (probabilmente l’analisi più interessante che io abbia letto su questo argomento): “La conoscenza diffusa dell’ingiustizia, combinata con l’impossibilità di porvi rimedio, genera uno stato di paralisi cosciente che è il cuore della trance ipnocratica… questa combinazione di consapevolezza e impotenza produce uno stato alterato di coscienza più profondo di qualsiasi manipolazione o inganno. Sapere e non poter agire frantuma la psiche in modo più efficace di qualsiasi propaganda…”. La campagna di aggressione sequestro e deportazione lanciata dall’amministrazione Maghista e l’occupazione armata delle città non allineate configurano da tempo le linee di una guerra civile. Ma si tratta di una guerra civile fredda, perché non esistono le condizioni politiche per un’opposizione armata all’aggressione. Né esistono le condizioni soggettive per un’opposizione sociale efficace. La generazione che sta emergendo è paralizzata cognitivamente, intrappolata nell’alienazione cellulare e psichicamente depressa. Dunque cosa possiamo attenderci per i prossimi mesi e anni? La mia opinione è che il Maghismo rappresenti una disperata reazione al declino demografico e psichico della civiltà bianca. L’avanzata del Maghismo appare inarrestabile in tutto l’Occidente (con l’eccezione del mondo ispanico che merita un discorso a parte). Ma non dobbiamo pensare che ci sarà una stabilizzazione di lungo periodo del Maghismo come accadde con il Fascismo italiano o il Nazismo tedesco o lo stalinismo russo. Credo che il Maghismo abbia messo in moto un processo di disintegrazione dell’Occidente che sta procedendo con estrema rapidità, mentre il sud del mondo si prepara sul piano economico e militare alla guerra. Intanto, venerdì 19 settembre mattina a New York undici rappresentanti del partito democratico sono stati arrestati perché chiedevano di poter visitare i locali in cui l’Immigration Custom Enforcement detiene i migranti in attesa di deportazione. In tutti i media, nelle università, nelle scuole, negli uffici del sistema pubblico, nella Sanità… vengono licenziati funzionari che non accettano l’umiliazione dei razzisti Maga. Sono quelli che, bene o male, hanno fatto e fanno funzionare il sistema. Qualche giorno fa sul New York Times è uscito We Are Watching a Scientific Superpower Destroy Itself, un articolo di Stephen Greenblatt che analizza le conseguenze dell’Inquisizione razzista e sionista sul futuro dell’Università statunitense e sul sistema della ricerca (mentre già oggi otto su dieci delle università più produttive secondo criteri di efficienza capitalistica, sono cinesi). Una sorta di Nazismo Barocco è l’espressione di una società profondamente bigotta, ignorante e psichicamente disastrata. Questa non può che produrre la disintegrazione della potenza americana e dell’intera società occidentale. So che molti dei miei lettori si rallegrano nel leggere queste mie previsioni. Ma c’è poco da rallegrarsi. La mia previsione è che l’occidente non accetterà il suo declino e dispone degli strumenti per scatenare l’Armageddon tanto atteso dai fanatici maghisti. La disintegrazione dell’Occidente è ormai in corso, e credo che di qui alla fine del 2025 assisteremo al suo precipitare. Ma questo non è che l’inizio di una guerra civile globale che non sarà più tanto fredda. È l’Europa? È irrilevante e divisa. Attaccata dal fascismo putiniano e disprezzata dagli Stati Uniti di Vance e di Trump, sta per essere risucchiata in una spirale auto-distruttiva perché non sa accettare di non esistere più. Secondo l’agenzia di informazioni Politico.eu è iniziato il secolo dell’umiliazione europea. Per fortuna (o per disgrazia) non ci sono molte probabilità che tra un secolo ci sia ancora qualcuno che possa testimoniarlo. -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Maghismo, malattia senile dello stalino-razzismo proviene da Comune-info.
Investigatrice ONU Pillay: la responsabilità per il genocidio a Gaza è possibile
Gaza – Al Mayadeen. Navi Pillay, giurista sudafricana a capo della Commissione d’Inchiesta delle Nazioni Unite (COI) sulla Palestina, ha espresso fiducia sul fatto che un giorno i leader israeliani potrebbero affrontare un processo per genocidio a Gaza. Basandosi sulla sua esperienza alla guida del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda, la Pillay ha detto di vedere chiari paralleli tra i due casi. La giustizia, ha ammesso, è un processo lungo. Ma ha ricordato le parole di Nelson Mandela: “Sembra sempre impossibile finché non viene fatto”. Parlando all’AFP, Pillay ha sottolineato: “Non considero impossibile che in futuro vi saranno arresti e processi”. La COI indipendente, che non parla formalmente a nome delle Nazioni Unite, ha pubblicato questa settimana un rapporto dichiarando che “un genocidio è in corso a Gaza”. Le conclusioni accusano il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Sicurezza Yoav Gallant di incitamento al genocidio. “Israele” ha categoricamente respinto il rapporto, definendolo “distorto e falso”. Paralleli con il Ruanda. Pillay ha sottolineato le somiglianze con il genocidio ruandese del 1994, quando circa 800.000 persone, per lo più tutsi e hutu moderati, furono massacrate. Come presidente del tribunale per il Ruanda, ha affermato che guardare i filmati di civili torturati e uccisi l’ha segnata “per tutta la vita”. “Vedo similitudini con quanto sta accadendo a Gaza”, ha spiegato, indicando “lo stesso tipo di metodi”. Mentre i tutsi erano il bersaglio in Ruanda, ha osservato che ora i palestinesi sono collettivamente presi di mira a Gaza. Ha citato le dichiarazioni di funzionari israeliani che descrivevano i palestinesi come “animali”, paragonando questa retorica alla demonizzazione dei tutsi come “scarafaggi”. “In entrambi i casi, la popolazione bersaglio viene disumanizzata”, ha affermato, “inviando il segnale che è accettabile ucciderli”. Mandati d’arresto della CPI. La Corte Penale Internazionale (CPI) ha già emesso mandati d’arresto contro Netanyahu e Gallant per sospetti crimini di guerra. Pillay ha riconosciuto che la responsabilità non sarà facile da ottenere, sottolineando che la CPI “non ha un proprio sceriffo o forza di polizia per eseguire gli arresti”. Tuttavia, ha evidenziato che la domanda pubblica di giustizia può innescare cambiamenti drammatici, ricordando che nemmeno lei credeva che l’apartheid sarebbe finito durante la sua vita. Una lunga carriera nella giustizia. La carriera della Pillay copre decenni di casi difficili sui diritti umani. Dalla difesa dei prigionieri politici nell’apartheid sudafricano, al ruolo di giudice presso il tribunale del Ruanda e poi come Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, ha sempre assunto incarichi controversi. Oggi, a 83 anni, presiede la COI sulla Palestina dalla sua creazione, quattro anni fa. La commissione ha affrontato costanti accuse di parzialità, antisemitismo e campagne che chiedevano sanzioni contro i suoi membri. Pillay insiste però che la parte più difficile del suo lavoro è rivedere le prove grafiche provenienti da Gaza, compresi i filmati di violenze sessuali e abusi da parte dell’esercito. “Guardare quei video è traumatico. È dolorosissimo”, ha ammesso. La COI prevede di compilare una lista di individui sospettati di crimini a Gaza e di esaminare la possibile complicità di Paesi che sostengono “Israele”. Questo lavoro continuerà sotto una nuova leadership, dato che la Pillay lascerà l’incarico a novembre per ragioni di età e di salute. Prima della sua partenza, intende presentare il rapporto sul genocidio di Gaza all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. “Ho già il visto”, ha detto, osservando che non vi è alcun segnale che possa essere revocato. Traduzione per InfoPal di F.L.