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Il bilancio delle vittime della fame sale a 303, inclusi 117 bambini
Gaza – PIC. Tre cittadini palestinesi adulti sono morti di fame e malnutrizione nella Striscia di Gaza, nelle ultime 24 ore, secondo una dichiarazione rilasciata martedì mattina dal ministero della Salute di Gaza. Le nuove vittime hanno portato il numero totale di morti per fame nel territorio costiero affamato a 303 persone, inclusi 117 bambini, ha affermato il ministero della Salute. Dal 2 marzo, l’esercito di occupazione israeliano ha chiuso tutti i valichi di frontiera con Gaza, impedendo il flusso di aiuti umanitari e beni di prima necessità. Sebbene recentemente siano state autorizzate quantità limitate di aiuti, questi rimangono insufficienti a soddisfare i bisogni minimi di base della popolazione.
Gaza: impossibile lo sfollamento verso sud, la carenza di rifugi supera il 96%
Gaza – MEMO. L’ufficio stampa del governo di Gaza ha dichiarato che lo sfollamento verso i governatorati meridionali è praticamente impossibile, poiché non possono assorbire 1,3 milioni di persone dislocate forzatamente dalla città di Gaza. In una nota, l’ufficio ha avvertito: “Con l’occupazione israeliana che minaccia di invadere la città di Gaza, mettiamo in guardia contro l’aggravarsi del disastro umanitario che colpisce più di 2,4 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza”. “Da quando l’occupazione ha annunciato che avrebbe consentito l’ingresso di tende e materiali per rifugi, in realtà sono entrate a Gaza solo circa 10.000 tende. Ciò rappresenta appena il 4% del fabbisogno urgente di 250.000 tende e caravan, evidenziando la manipolazione e i ritardi deliberati nel soddisfare le necessità umanitarie di base”. Secondo la dichiarazione, il deficit nella fornitura di rifugi a Gaza ha ormai superato il 96%, e attualmente non sono disponibili tende o materiali di riparo ai valichi, a causa delle rigide restrizioni imposte da Israele al lavoro delle organizzazioni internazionali. Queste restrizioni, conclude l’ufficio, hanno aggravato ulteriormente la sofferenza di centinaia di migliaia di sfollati.
Genocidio israelo-statunitense: 688° giorno. 160° dalla fine unilaterale del cessate il fuoco. Otto persone muoiono di fame, il bilancio delle vittime sale a 62.686. Bombardata la periferia della città di Gaza
Gaza-InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) hanno continuato la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza per il 160° giorno consecutivo dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria hanno colpito tutto il territorio, prendendo di mira case, tende e rifugi civili, e centri di distribuzione aiuti. Si tratta di una campagna sistematica di sterminio contro la popolazione civile di Gaza. Nelle ultime 24 ore, gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto i corpi di almeno 64 civili, oltre a 278 persone con diverse ferite a seguito degli attacchi israeliani, secondo quanto riferito domenica mattina dal ministero della Salute di Gaza. Di conseguenza, un totale di 10.842 persone sono state uccise e altre 45.910 ferite da quando l’esercito di occupazione israeliano ha ripreso la sua guerra genocida contro Gaza, il 18 marzo 2025. Le nuove vittime hanno portato il bilancio complessivo della guerra genocida israeliana contro Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023, a 62.686 martiri, tra cui 2.095 persone che cercavano aiuti, ha dichiarato il ministero della Salute. Il ministero ha aggiunto che il numero totale dei feriti è salito a 157.951 persone, tra cui 15.431 che cercavano aiuti. Ha inoltre affermato che gli ospedali di Gaza hanno registrato otto nuovi decessi, tra cui un bambino, nelle ultime 24 ore a causa di fame e malnutrizione, portando il bilancio delle vittime della carestia a 289, tra cui 115 bambini. Israele bombarda la periferia di Gaza mentre l’esercito avverte che la demolizione potrebbe richiedere “più di un anno”. Aerei e carri armati israeliani hanno colpito le periferie della Città di Gaza, domenica, in preparazione a un assalto su larga scala, mentre il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano ha avvertito i funzionari di Tel Aviv che eseguire l’ordine di demolire la città di 700.000 residenti potrebbe durare “più di un anno” e imporre un’ulteriore pressione sulle truppe israeliane. Secondo un articolo pubblicato domenica dal quotidiano israeliano Haaretz, Eyal Zamir ha lanciato l’avvertimento in seguito a un ultimatum del ministro degli Affari Militari israeliano Israel Katz al movimento di resistenza palestinese Hamas, minacciando che se le condizioni stabilite da Israele per porre fine alla guerra non fossero state accettate, la Città di Gaza avrebbe potuto affrontare un destino simile a quello delle città di Rafah e Beit Hanoun. L’articolo prosegue affermando che Zamir ha informato i funzionari israeliani che, in un simile scenario, si troverebbero in una situazione più critica con le unità di riserva, che sono già alle prese con un calo dei tassi di partecipazione alle urne e un basso morale. Zamir, che in precedenza si era scontrato con i funzionari israeliani in merito al piano di occupazione della Città di Gaza e alla minaccia che rappresenta per i prigionieri, ha affermato che l’offensiva potrà iniziare solo dopo che saranno stati predisposti tutti i necessari preparativi operativi e legali, nonostante l’insistenza del primo ministro Benjamin Netanyahu nell’accelerare l’assalto alla città.  Al momento, non sono state istituite “zone umanitarie”, come richiesto da Zamir, e in passato ci sono stati casi in cui tali zone, designate come aree “sicure”, sono state sottoposte a bombardamenti israeliani durante la guerra. Fonti militari israeliane hanno indicato che l’evacuazione della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ha richiesto due settimane e si stima che l’evacuazione della Città di Gaza, che ospita circa 1,2 milioni di persone, richiederà ancora più tempo. Secondo il rapporto, il piano militare prevede che l’operazione alla Città di Gaza  venga interrotta se Israele e Hamas riusciranno a raggiungere un accordo di cessate il fuoco. L’esercito sta dando priorità ai negoziati per il rilascio dei prigionieri prima di prendere in considerazione qualsiasi attacco, si legge nel rapporto. L’offensiva giunge nonostante Hamas abbia accettato una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni, che prevede il rilascio di metà dei prigionieri di Gaza in cambio di alcuni prigionieri palestinesi, a seguito di negoziati con funzionari egiziani e qatarioti al Cairo. Nonostante ciò, Israele rimane determinato a procedere con l’occupazione della Città di Gaza. Nel frattempo, testimoni hanno segnalato continue esplosioni e bombardamenti in varie zone della città, con le forze israeliane che hanno preso di mira edifici e abitazioni. L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue recenti attività di combattimento nell’area di Jabalia mirano a smantellare i tunnel di Hamas e a rafforzare il controllo della regione, al fine di impedire ulteriori operazioni da parte dei combattenti di Hamas. In una dichiarazione, Hamas ha dichiarato che i piani di Israele di conquistare la Città di Gaza dimostrano una mancanza di serietà nel raggiungere un cessate il fuoco, sottolineando che un accordo di cessate il fuoco è cruciale per il ritorno dei prigionieri israeliani e che Netanyahu è ritenuto responsabile della loro sicurezza. Una scena terrificante di un attacco aereo israeliano che ha preso di mira una casa a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
“Indiscriminatamente”: un testimone oculare afferma che le forze israeliane e i mercenari americani sparano contro i palestinesi affamati in cerca di aiuto nei siti della GHF
Gaza – Quds News. Un nuovo testimone oculare ha confermato che le forze israeliane e i mercenari americani sparano “indiscriminatamente” contro i palestinesi affamati che cercano cibo nei pressi o all’interno dei siti di aiuto gestiti dalla controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Israele e Stati Uniti. La CBS News ha parlato con il nuovo testimone, conosciuto come Mike, il quale ha detto che non sono solo le forze israeliane a sparare contro i palestinesi, ma anche i mercenari americani. Alla domanda se pensasse che si trattasse di colpi di avvertimento, Mike ha risposto: “No, è indiscriminato”. Ha detto che sia le forze israeliane sia il personale di sicurezza americano stavano sparando. Ha registrato di nascosto dei video e li ha condivisi con la CBS News. Nei video si sentono colpi d’arma da fuoco, che secondo Mike erano diretti contro i palestinesi in cerca di aiuti. “Mi ci sono voluti due o tre giorni per rendermi conto che stavano davvero sparando contro le persone, non contro i combattenti”, ha detto, aggiungendo che non c’è stata una sola occasione in cui abbia visto l’assenza di sparatorie, e lui era presente nei siti in media cinque giorni a settimana per diverse settimane. Alla domanda su quale fosse stata la cosa peggiore che aveva vissuto, Mike ha raccontato di essere stato incaricato una volta dai mercenari americani di ripulire resti umani e animali adiacenti a un sito durante il lavoro, a causa del cattivo odore emesso. “Faccio fatica a parlarne”, ha detto. “Mi sento persino un po’ sudato freddo, e sento il cuore battere più forte. In realtà mi chiudo completamente”. Riferendosi ai mercenari, Mike ha aggiunto: “Spesso si vantavano di quante persone avevano ucciso, se erano riusciti a colpire animali… o di quanti uccelli avevano abbattuto perché si vantavano di quanto fosse buona la loro mira”. Mike ora è a casa e non tornerà più indietro. Ha affermato: “Queste atrocità non devono accadere”. Dopo più di 80 giorni di blocco totale, fame e crescente indignazione internazionale, aiuti limitati sarebbero stati distribuiti dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione segnata dagli scandali, sostenuta da Stati Uniti e Israele, creata per bypassare l’infrastruttura consolidata di consegna degli aiuti delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. La maggior parte delle organizzazioni umanitarie, incluse le Nazioni Unite, si è dissociata dalla GHF, sostenendo che il gruppo viola i principi umanitari limitando gli aiuti al sud e al centro di Gaza, costringendo i palestinesi a percorrere lunghe distanze per raccogliere gli aiuti e fornendo solo assistenza limitata, tra le altre critiche. Hanno anche affermato che questo modello aumenterebbe lo sfollamento forzato a Gaza. I palestinesi a Gaza e l’ONU hanno descritto questi siti come “trappole di morte di massa” e “mattatoi”. Human Rights Watch ha dichiarato che l’uccisione di persone in cerca di aiuti da parte di Israele presso i siti GHF costituisce crimini di guerra. Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, più di 1.800 palestinesi in cerca di aiuti sono stati uccisi mentre tentavano di procurarsi cibo, almeno 1.000 nelle vicinanze dei siti della GHF. Da quando la GHF ha iniziato a gestire i siti di aiuti a maggio, ci sono stati resoconti di sparatorie quasi quotidiane presso o vicino a tali siti, e palestinesi affamati a Gaza così come ex mercenari statunitensi hanno parlato in interviste con i media di aver assistito a colpi d’arma da fuoco contro le folle palestinesi. Traduzione per InfoPal di F.L.
Carestia e genocidio a Gaza
A Tarde. Di Antonio Lobo. Josué de Castro pubblicò “La geografia della fame” nel 1946 e “La geopolitica della fame” nel 1951. Castro osservò che la fame è il risultato di relazioni sociali ineguali e che causa non solo sofferenza fisica, ma anche inferiorità e l’erosione del potenziale e della speranza umana. Lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij descrisse la povertà come una forma di esclusione, fame cronica, invisibilità e dominio che colpisce gli esseri umani con profonda sofferenza, distruggendone l’autostima, la speranza e il futuro. Le scoperte di questi autori ci aiutano a comprendere la situazione nella Striscia di Gaza, con 363 km² e 2,1 milioni di abitanti (ONU 2023), dove la povertà estrema prevale e peggiora ogni giorno. Per quasi 100 anni, queste persone hanno subito la grave violenza dell’espansione sionista, che, dal 1948, con la creazione dello Stato di Israele in territorio palestinese, è peggiorata con morti, miseria e fame diffusa. Fame estrema e uno stato di inedia assoluta, con numerosi decessi, soprattutto tra i bambini, caratterizzano l’attuale situazione a Gaza. Secondo i dati del ministero della Salute locale, dall’ottobre 2023, oltre 61.000 persone sono state uccise dalle azioni violente dello Stato di Israele, il 70% delle quali sono donne e bambini. Orrori inimmaginabili hanno causato la morte o la grave mutilazione di oltre 50.000 bambini. In totale, 146.000 persone sono gravemente ferite e circa 11.000 risultano disperse, probabilmente morte e sepolte tra le macerie del massacro. Secondo l’UNICEF, dalla fine del cessate il fuoco, il 18 marzo 2025, 1.309 bambini sono stati assassinati e 3.738 gravemente feriti a causa di crimini di guerra e genocidio commessi dallo Stato di Israele. Circa 900.000 bambini muoiono di fame a Gaza, e 70.000 di loro versano in uno stato di estrema malnutrizione e sono a rischio imminente di morte (BBC News). Più di mille persone affamate sono già state uccise nelle file della fame nei sanguinosi e umilianti centri di distribuzione alimentare controllati da Israele e dagli Stati Uniti. Lo Stato di Israele sta usando la fame per torturare, corrompere, umiliare, erodere la speranza e uccidere lentamente la popolazione di Gaza, soprattutto i bambini. Sono l’avidità territoriale, la vendetta e il totale disprezzo per la vita umana a guidare un movimento tirannico, basato su violenza estrema, conquista di territori e banalità del male. I bambini affamati non sono terroristi o antisemiti; anzi, il contrario. Sono esseri preziosi che rappresentano l’amore, la tenerezza, l’innocenza e il futuro di un mondo libero dall’avidità e dal male. La pulizia etnica, un genocidio, è in corso e tutti lo stanno vedendo. La storia sarà implacabile, poiché i discendenti si vergogneranno dei loro antenati genocidi. Ma coloro che sceglieranno di rimanere in silenzio, di tollerarla o addirittura di sostenerla saranno eternamente tormentati dal rimorso e dal peso delle preziose vite perse a Gaza, soprattutto quelle di bambini benedetti, innocenti e innocui. Professore di Geopolitica e Geografia Politica presso l’UFBA, Università Federale di Bahia, Brasile. Dottorato di Ricerca in Geografia Umana presso l’USP, Brasile.
L’ONU afferma che il 95% degli sfollamenti recenti a Gaza provengono dalla città di Gaza
Gaza. Giovedì, le Nazioni Unite hanno dichiarato che quasi tutti i recenti sfollamenti nella Striscia di Gaza provengono dalla città di Gaza, dove i bombardamenti incessanti di Israele hanno costretto decine di migliaia di persone a fuggire. “Continuano a essere segnalati sfollamenti ricorrenti”, ha dichiarato la portavoce Daniela Gross in una conferenza stampa, aggiungendo che “tra il 12 e il 20 agosto sono stati registrati oltre 16.800 nuovi sfollamenti in tutta la Striscia”. “Questo porta il numero totale di spostamenti registrati dalla fine del cessate il fuoco, a metà marzo, a oltre 796.000. La città di Gaza ha registrato il 95% degli sfollamenti segnalati, con persone in fuga dalle zone orientali della città”, ha aggiunto. Citando l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), Gross ha avvertito che “i bombardamenti incessanti di Israele sulle aree della città di Gaza e dintorni stanno avendo conseguenze devastanti per i civili”. “La nostra collega per i diritti umani ha affermato ieri (mercoledì) che gli attacchi israeliani intensificati nella parte orientale e meridionale della città di Gaza, in particolare nell’area di al-Zeitoun, stanno causando un elevato numero di vittime civili in una distruzione su larga scala”, ha affermato. Considerando il peggioramento del bilancio umanitario per i bambini, Gross ha riferito che “mercoledì, l’UNICEF ha dichiarato che luglio è stato il mese più letale a Gaza per decessi dovuti a malnutrizione infantile, con 24 bambini sotto i 5 anni che sono morti”. L’UNICEF ha avvertito che “tutti i 320.000 bambini sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione acuta, aumento delle malattie e rischi per la salute a lungo termine”. Israele ha ucciso più di 62.100 palestinesi a Gaza dall’ottobre 2023. La campagna militare ha devastato l’enclave, che sta affrontando la carestia. Lo scorso novembre, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Israele deve inoltre affrontare un caso di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia per la sua guerra contro l’enclave. (Fonti: MEMO, Anadolu, Quds News).
UNRWA: Grave peggioramento della malnutrizione infantile nella Striscia di Gaza
Gaza – PIC. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha annunciato che i nuovi dati provenienti dalle sue cliniche nella Striscia di Gaza rivelano un aumento triplo dei tassi di malnutrizione tra i bambini sotto i cinque anni, dall’inizio di marzo. In un post sul suo account ufficiale sulla piattaforma X, l’agenzia ha dichiarato di aver visitato circa 100.000 bambini, rilevando che quasi un terzo dei bambini della città di Gaza soffre di malnutrizione, un aumento di sei volte rispetto al periodo precedente alla fine del cessate il fuoco. L’UNRWA ha aggiunto che questa crisi “non è un disastro naturale, ma una carestia provocata dall’uomo”, sottolineando che il continuo blocco degli aiuti umanitari da quasi sei mesi non ha fatto che aggravare la tragedia. L’agenzia ha affermato che i suoi magazzini in Egitto e Giordania contengono rifornimenti sufficienti per 6.000 camion, compreso cibo a sufficienza per tre mesi, ma le restrizioni imposte da “Israele” impediscono a questi aiuti di raggiungere la Striscia di Gaza. Ha avvertito che “l’assenza di volontà politica nel permettere l’ingresso di aiuti vitali si tradurrà nella continua morte di altri bambini a Gaza”. Dal 7 ottobre 2023, le forze israeliane, con il sostegno diretto degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali, stanno conducendo una guerra devastante contro Gaza, che ha provocato finora l’uccisione e il ferimento di quasi 219.000 palestinesi, secondo il ministero della Salute di Gaza.
Genocidio israelo-statunitense: 685° giorno. 157° dalla fine unilaterale del cessate il fuoco. Intensificazione degli attacchi contro la città di Gaza. Colpita una scuola-rifugio: diversi morti e feriti. Nuove morti per fame
Gaza-InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) hanno continuato la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza per il 157° giorno consecutivo dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria hanno colpito tutto il territorio, prendendo di mira case, tende e rifugi civili, e centri di distribuzione aiuti. Si tratta di una campagna sistematica di sterminio contro la popolazione civile di Gaza. Intensificazione degli attacchi contro la città di Gaza. Un terribile attacco israeliano colpisce la scuola Asma nel campo di Al-Shati, a ovest della città di Gaza, uccidendo almeno cinque palestinesi e ferendone oltre 10. Israele sta intensificando i suoi attacchi contro aree e quartieri della città di Gaza, in quella che è ufficialmente descritta come un’operazione militare, che si è di fatto tradotta, sul campo, in una distruzione sistematica della vita quotidiana della popolazione di Gaza. La città di Gaza è costantemente bombardata da aria, terra e mare, mentre i residenti lottano per trovare rifugio. Interi quartieri come Sabra, Zeitoun e Tel Al-Hawa sono stati sottoposti a continui bombardamenti israeliani, con le cinture di fuoco che continuano a distruggere le case. Il quartiere di Sheikh Redwan, nel cuore di Gaza, è sottoposto a continui attacchi, questa mattina. I residenti hanno riferito che il rumore di droni e jet non si è mai spento, mentre le persone continuano a muoversi per le strade piene di detriti, alla ricerca di cibo e riparo, senza trovare nulla. Un bambino è stato ucciso e diversi palestinesi sono rimasti feriti in un attacco israeliano contro il quartiere. Nuove morti per fame. Il ministero della Salute di Gaza ha segnalato due nuovi decessi nelle ultime 24 ore a causa di carestia e malnutrizione. Questo porta il numero totale delle vittime decedute a causa della fame e della malnutrizione a 271, tra cui 112 bambini. La crisi umanitaria in corso continua a peggiorare, con gravi carenze di cibo e forniture mediche che minacciano la vita di migliaia di persone. Due fratelli palestinesi, Samer e Bilal Baraka, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da un cecchino israeliano nei pressi di una trappola mortale del GHF a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Il momento in cui un attacco aereo israeliano colpisce un campo per sfollati a Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
Amnesty International accusa Israele di usare la fame come arma a Gaza
Gaza. Amnesty International ha accusato le autorità di occupazione israeliane di usare deliberatamente la fame come arma contro i palestinesi di Gaza, avvertendo che i bambini vengono lasciati morire mentre l’enclave affronta una catastrofe umanitaria sempre più grave. L’organizzazione per i diritti umani ha affermato lunedì che nuove testimonianze forniscono “prove schiaccianti” di una politica sistematica volta a distruggere la salute e la società palestinese. Amnesty ha sollecitato una revoca immediata e incondizionata del blocco e un cessate il fuoco permanente, sottolineando che questa politica equivale a una punizione collettiva. Da parte sua, il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha ribadito l’allarme, domenica, segnalando che quasi mezzo milione di persone a Gaza sono ora sull’orlo della carestia. Nonostante i camion degli aiuti umanitari in attesa ai confini, le autorità israeliane hanno sigillato tutti i valichi dal 2 marzo, consentendo solo l’ingresso di carichi minimi, ben al di sotto dei bisogni primari. Amnesty International ha inoltre condannato quelle che i palestinesi definiscono “trappole mortali”: i centri di distribuzione degli aiuti gestiti al di fuori della supervisione delle Nazioni Unite e delle agenzie umanitarie, sostenuti da Israele e dagli Stati Uniti ma respinti a livello internazionale. (Fonti: PIC, Quds News).