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Il capo di Hezbollah: il Libano affronta una “pericolosa ed espansionista aggressione israeliana”
Beirut – PressTv. Il Segretario Generale di Hezbollah, shaykh Naim Qassem, ha sottolineato che il Libano sta affrontando una “pericolosa ed espansionistica aggressione israeliana” che dovrebbe essere contrastata “con tutti i mezzi”. Il capo di Hezbollah ha rilasciato tali dichiarazioni in un discorso televisivo durante una cerimonia in onore degli studiosi martirizzati, venerdì. Qassem ha sottolineato che le azioni di Israele sono “espansionistiche”, sottolineando che il regime occupante non ha rispettato l’accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso anno, a differenza del Libano e dei suoi movimenti di resistenza. L’aggressione non mira a disarmare la resistenza, ma a occupare il Libano e iniziare ad attuare la cosiddetta visione del “Grande Israele”, ha osservato. La cosiddetta visione del “Grande Israele”, che include i territori palestinesi occupati da Israele e parti di Egitto, Giordania, Siria e Libano, è stata descritta dal primo ministro Benjamin Netanyahu ad agosto come “una missione storica e spirituale”. Ha dichiarato ai media israeliani di sentirsi profondamente legato a “questa visione”. > “Hezbollah was able to be an inseparable part of the Lebanese Resistance” > > Sheikh Naeem Qassem states that Hezbollah serves as the unifying and inclusive > nationalist force of Lebanon that collaborates with all sects. > > Follow Press TV on Telegram: https://t.co/LWoNSpkJSh > pic.twitter.com/p7jWGqsJTs > > — Press TV 🔻 (@PressTV) December 5, 2025 Ricordando che il governo di Beirut ha optato per una soluzione diplomatica per porre fine all’aggressione israeliana, Qassem ha affermato che Hezbollah ha sostenuto gli sforzi compiuti dalle autorità libanesi in tal senso. Tuttavia, ha sottolineato che gli Stati Uniti e Israele non dovrebbero interferire negli affari interni del Paese o nella sua strategia di difesa. Il capo di Hezbollah ha affermato che le armi di resistenza e la capacità difensiva del Paese di affrontare qualsiasi aggressione sono una questione non negoziabile. “Difenderemo noi stessi, il nostro popolo e il nostro Paese e siamo pronti a sacrificarci al massimo e non ci arrenderemo”, ha affermato. Qassem ha sottolineato che il disarmo della resistenza e qualsiasi concessione fatta dal governo libanese non soddisferanno le ambizioni espansionistiche di Israele, aggiungendo che Israele deve rispettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco. Le sue dichiarazioni sono arrivate mentre il primo ministro libanese Nawaf Salam, ad agosto, aveva incaricato l’esercito del paese di elaborare un piano per limitare il possesso di armi allo Stato entro la fine dell’anno, una decisione che mira a disarmare il movimento di resistenza Hezbollah che per decenni ha difeso il paese dalle aggressioni esterne, in particolare dal nemico israeliano. I dirigenti del governo libanese hanno anche discusso ulteriormente una proposta statunitense volta a disarmare Hezbollah e ne hanno approvato gli “obiettivi”. “Vogliono disarmare [la resistenza], prosciugare le risorse finanziarie, impedire i servizi, chiudere scuole e ospedali, impedire la ricostruzione, bloccare le donazioni e demolire le case; in altre parole, vogliono abolire la nostra esistenza”, ha detto Qassem, sottolineando l’importanza dell’unità tra il popolo libanese per sventare i complotti del nemico. Ha osservato che il ritiro di Israele da Beirut è avvenuto grazie ai colpi inferti al regime occupante dalla resistenza. Il leader di Hezbollah ha esortato il governo libanese ad assumersi le proprie responsabilità, in particolare nel proteggere la sovranità del Paese, nel ricostruirlo e nel rafforzarne l’economia, aggiungendo che Stati arroganti cercano di eliminare Hezbollah a causa del suo progetto nazionale, che invoca liberazione, indipendenza e dignità. Israele e Hezbollah hanno concordato un cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre 2024. In base all’accordo, Tel Aviv era tenuta a ritirarsi completamente dal territorio libanese, ma ha mantenuto le sue forze di stanza in cinque siti, in palese violazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dei termini dell’accordo del novembre 2024. Dall’attuazione del cessate il fuoco, Israele ha violato l’accordo migliaia di volte attraverso ripetuti attacchi al territorio libanese. Le autorità libanesi hanno avvertito che le violazioni del cessate il fuoco da parte del regime minacciano la stabilità nazionale.
Fosse comuni di massa a Gaza: Hamas sollecita un’azione globale
Gaza. Hamas ha esortato i tribunali internazionali e gli organismi competenti a perseguire i responsabili dopo che un’indagine ha rivelato che le forze israeliane hanno spianato con bulldozer i corpi di palestinesi in cerca di aiuti e li hanno sepolti in fosse poco profonde a Gaza. Il gruppo con base a Gaza, in una dichiarazione di mercoledì, ha invitato in particolare la Corte penale internazionale (CPI) e la Corte internazionale di giustizia (CIG) a seguire il caso di tale crimine efferato, includerlo nei rapporti che documentano i crimini del regime di Tel Aviv e portare i leader israeliani davanti alla giustizia per i loro delitti contro i palestinesi nella Striscia di Gaza. Hamas ha osservato che l’indagine della CNN, intitolata “Bulldozed corpses and unmarked graves” (“Corpi spianati e fosse comuni senza nome”), fornisce nuove prove documentate di uno degli aspetti del genocidio sistematico di Israele contro i palestinesi e offre ulteriori conferme del suo “tentativo deliberato di trasformare gli aiuti in trappole di morte di massa”. Il movimento di resistenza ha affermato che il crimine “orrendo” è parte dei crimini di guerra e degli attacchi sistematici che Israele sta perpetrando sotto gli occhi della comunità internazionale, con totale disprezzo per il diritto internazionale e i più basilari principi dei diritti umani. Hamas ha sottolineato che queste atrocità avvengono con la complicità dell’amministrazione statunitense e di alcuni governi occidentali, insieme ai tentativi di ostacolare il perseguimento internazionale dei criminali di guerra israeliani, in particolare il primo ministro Benjamin Netanyahu. Più di 2.000 palestinesi risultano uccisi nel 2025 mentre aspettavano di ricevere aiuti dalla cosiddetta Gaza Humanitarian Foundation, gestita congiuntamente dagli Stati Uniti e da Israele. Il rapporto della CNN, basato su analisi video, immagini satellitari e testimonianze di ex soldati, evidenzia che Israele ha commesso violazioni sistematiche del diritto umanitario internazionale a Gaza. L’indagine rivela la sorte dei palestinesi scomparsi mentre cercavano di raggiungere i convogli umanitari nel nord di Gaza. I sopravvissuti e le famiglie dei dispersi hanno raccontato momenti caotici segnati da spari indiscriminati delle forze israeliane, mentre i civili disperati si affrettavano a procurarsi del cibo. A giugno, Ammar Wadi, un giovane palestinese, aveva lasciato la sua casa in cerca di farina e non è più tornato. Settimane dopo, sul suo telefono è stato trovato un ultimo messaggio alla madre, che diceva: “Perdonami se succede qualcosa”. La sua sorte resta ignota e il suo corpo non è stato ancora recuperato. Filmati video, geolocalizzati nell’area di Zikim, mostrano diversi corpi in decomposizione, alcuni parzialmente sepolti, vicino a un camion di aiuti ribaltato. Si sono osservati cani che rovistavano tra i resti, mentre le immagini satellitari mostrano attività di bulldozer nell’area sia durante che dopo gli incidenti. Le squadre della difesa civile hanno riferito che numerosi corpi non hanno potuto essere recuperati a causa dei continui attacchi israeliani. Un ex soldato israeliano ha raccontato alla CNN che la sua unità aveva sepolto nove palestinesi disarmati senza contrassegnare le tombe né documentarne l’identità con fotografie. Ha descritto come l’odore della decomposizione diventasse insopportabile mentre i cani rovistavano tra i resti. Euro-Med Human Rights Monitor ha documentato tali pratiche attraverso un programma sistematico che utilizza indagini sul campo nel nord e nel sud della Striscia di Gaza. I rapporti sul campo dell’organizzazione indicano che le forze israeliane hanno spesso seppellito corpi palestinesi in spazi pubblici, aree aperte e luoghi vicini a strutture critiche come centri di distribuzione degli aiuti, ospedali e scuole. Queste operazioni venivano spesso condotte dopo che le aree erano state militarmente isolate, con accesso negato a squadre mediche, famiglie e residenti locali. Il gruppo con sede a Ginevra ha sottolineato che questa pratica elimina potenziali prove di uccisioni illegali, ostacola indagini approfondite e nega alle famiglie il diritto di conoscere il destino e il luogo di sepoltura dei loro cari, violando ulteriormente la dignità umana e il diritto internazionale. (Fonti: PressTV, PIC, Quds News, Euro-Med Monitor).
Gruppi legali: Microsoft potrebbe affrontare responsabilità penali per il suo ruolo nel genocidio israeliano a Gaza
PressTv. Una coalizione di gruppi legali e di advocacy internazionali ha avvertito Microsoft che la fornitura di servizi a Israele durante la guerra genocida a Gaza potrebbe esporre il gigante tecnologico statunitense a responsabilità penale davanti ai tribunali statunitensi ed europei, oltre che ad organismi internazionali. In una lettera inviata all’azienda martedì, l’Abolitionist Law Center, Avaaz Foundation, l’European Legal Support Center, il Centre for Research on Multinational Corporations (SOMO), il Center for Constitutional Rights, l’Ekō e Global Legal Action Network (GLAN) hanno criticato Microsoft per aver aiutato, favorito e contribuito all’esecuzione, da parte di Israele, di crimini atroci e violazioni dei diritti umani contro i palestinesi di Gaza. Hanno affermato che la fornitura di servizi da parte di Microsoft, inclusi cloud, intelligenza artificiale ed elaborazione dati, al regime di Tel Aviv espone l’azienda a un’ampia gamma di responsabilità civili e penali. “Esiste una base ragionevole e credibile per ritenere che Microsoft, attraverso la fornitura di tecnologia e servizi all’esercito israeliano, abbia svolto un ruolo diretto nell’esecuzione, da parte di Israele, di gravi crimini contro la popolazione palestinese di Gaza, inclusi, ma non solo, genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, si legge nella lettera. “Inoltre, vi sono ulteriori basi per concludere che la tecnologia di Microsoft supporta la realizzazione, da parte di Israele, di attività illegali di sorveglianza estesa e oppressiva contro la popolazione palestinese”. Le organizzazioni hanno anche affermato che fonti israeliane stesse hanno confermato che l’esercito del regime fa affidamento sui prodotti Microsoft per analizzare e sviluppare “obiettivi da uccidere” a Gaza, oltre che per spiare i palestinesi. Hanno esortato i massimi dirigenti di Microsoft a interrompere la fornitura di servizi utilizzati illegalmente da Israele e ad adottare le misure necessarie per sostenere la responsabilità verso i danneggiati, incluso il risarcimento. Israele ha ucciso almeno 70.117 palestinesi, per lo più donne e bambini, dal 7 ottobre 2023, quando ha lanciato la sua guerra genocida contro Gaza. E’ stato costretto ad accettare un cessate il fuoco a Gaza, entrato in vigore l’11 ottobre 2025, ma da allora ha violato la tregua con attacchi quasi quotidiani contro il territorio palestinese assediato. Inoltre, nella loro lettera, i gruppi hanno affermato che, dopo l’inizio del genocidio israeliano, Microsoft è diventato un importante fornitore di servizi cloud per l’esercito d’occupazione. Nell’aprile 2024, hanno osservato, l’utilizzo da parte dell’esercito israeliano dello storage cloud Microsoft era aumentato di oltre il 155% rispetto al periodo precedente all’assalto brutale su Gaza. Nel frattempo, i gruppi legali hanno fatto riferimento a recenti indagini che hanno rilevato che l’unità di cyber-spionaggio israeliana 8200 conservava grandi volumi di intercettazioni di telefonate palestinesi sui server cloud Azure di Microsoft. La sorveglianza di massa ha permesso al regime usurpatore di raccogliere e mantenere registrazioni delle telefonate quotidiane dei palestinesi nella Striscia di Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata, hanno sottolineato. A luglio 2025, circa 11.500 terabyte – equivalenti a 200 milioni di ore di audio – di dati militari israeliani erano conservati principalmente nei data center Microsoft nei Paesi Bassi, con una quantità minore conservata anche in Irlanda. “La dimensione europea è qui tragicamente critica: un’infrastruttura significativa che alimenta il targeting militare di Israele è ospitata ed elaborata in Europa, anche da Microsoft”, ha dichiarato Gearóid Ó Cuinn, direttore fondatore di GLAN. “La legge europea è esplicita: se i tuoi sistemi consentono materialmente crimini atroci o sorveglianza illegale su scala di popolazione, erediti una seria esposizione legale”. In un altro sviluppo, mercoledì Bloomberg ha riferito che l’attivista dell’Irish Council for Civil Liberties ha presentato un reclamo contro Microsoft, sostenendo che il gigante tecnologico sta violando la legge sulla protezione dei dati dell’Unione Europea aiutando Israele a rimuovere prove della sorveglianza del regime sui palestinesi dai data center situati nel continente. “I server di Microsoft fanno parte di una catena che contribuisce alle violazioni in corso del diritto penale internazionale, umanitario e dei diritti umani contro milioni di palestinesi”, si legge nel reclamo. Traduzione per InfoPal di F.F.
Genocidio nella Striscia di Gaza, giorno 792: intensi bombardamenti su varie aree. 6 palestinesi uccisi e 15 feriti nelle ultime 48 ore
Gaza-InfoPal. Israele continua a violare il cessate il fuoco per il 57° giorno consecutivo, bombardando la Striscia di Gaza, uccidendo quotidianamente e distruggendo quel poco di edifici ancora in piedi. Il “piano di pace Trump” è uno specchietto per le allodole per distrarre l’attenzione globale sul genocidio israelo-statunitense a Gaza e per continuare senza troppe interferenze il progetto di occupazione e trasformazione della regione costiera, svuotandola quanto più possibile degli abitanti e convertendola in una impresa commerciale, come più volte annunciato dal presidente USA e dai suoi collaboratori. Il piano reale è portare avanti, come sta accadendo in questi due ultimi mesi, una guerra genocida/olocaustica di bassa intensità, con uso di droni e di artiglieria, meno impattante per i soldati di occupazione, e molto meno visibile mediaticamente. Il resto del meccanismo genocida rimane inalterato, con la prosecuzione del blocco su tutti i lati, dell’ingegneria della fame (creata artificialmente attraverso ingressi minimi di aiuti alimentari), della distruzione di ciò che resta degli edifici, degli ostacoli paralizzanti alle cure mediche e così via. La pulizia etnica genocida, dunque, prosegue, ma l’opinione pubblica mondiale, manipolata dai media egemonici, è anestetizzata e resa cieca dalla propaganda israelo-occidentale che racconta la menzogna del cessate il fuoco. I lettori dei siti di notizie sulla Palestina e sul genocidio sono diminuiti drasticamente, nell’illusione di una “pace” che è solo una farsa. Nelle prime ore di sabato mattina, aerei da guerra israeliani hanno lanciato una serie di intensi bombardamenti contro diverse aree della Striscia di Gaza orientale, accompagnati da colpi di artiglieria e d’arma da fuoco concentrati intorno e all’interno della zona cuscinetto nota come “linea gialla”. Fonti mediche hanno riferito che un civile è rimasto ferito nel nord di Gaza mentre le forze israeliane effettuavano operazioni di demolizione nell’area di Sheikh Zayed, a nord. Gli aerei israeliani hanno anche lanciato cinture di fuoco nella parte orientale della città di Gaza e preso di mira Khan Yunis orientale. Altri bombardamenti hanno colpito la città di Rafah, nella parte meridionale della Striscia, e le aree a est del campo profughi di al-Maghazi, nella parte centrale della Striscia. Demolizione continue. Le forze di occupazione israeliane effettuano demolizioni con esplosivi di edifici residenziali in via Al-Hatabiyah a Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza. Ucciso un operatore della protezione civile. Un operatore della protezione civile è morto, sabato, a causa delle ferite riportate il giorno prima in un attacco aereo israeliano nel nord. Fonti locali hanno riferito che l’agente della protezione civile Suhail Dahman è morto per le ferite riportate quando l’esercito di occupazione israeliano ha preso di mira l’area intorno alla moschea di al-Ribat a Beit Lahia. Anche il figlio di Dahman è rimasto gravemente ferito durante l’attacco, avvenuto mentre si stavano recando a controllare la loro casa nell’area del progetto di Beit Lahia. La sua morte porta il numero totale di agenti della protezione civile uccisi negli attacchi israeliani a Gaza a 142. Sei palestinesi uccisi e 15 feriti nelle ultime 48 ore. Il ministero della Salute di Gaza (MoH) riferisce che gli attacchi dell’occupazione israeliana hanno ucciso sei palestinesi e ne hanno feriti 15 nelle ultime 48 ore. Dal cessate il fuoco dell’11 ottobre 2025, il totale è di 369 morti, per lo più bambini, donne e anziani, 953 feriti e 624 corpi recuperati sotto le macerie. Il bilancio complessivo dell’offensiva israeliana è salito a 70.354 morti e 171.030 feriti dal 7 ottobre 2023. (Fonti: Quds Press, Quds News, PressTv, PIC, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
La crisi della fame a Gaza peggiora mentre il disumano blocco israeliano continua nonostante il cessate il fuoco
Gaza – MEMO. I palestinesi nella Striscia di Gaza continuano ad affrontare una crisi alimentare sempre più grave, mentre il disumano blocco imposto da Israele prosegue nonostante un cessate il fuoco dopo più di due anni di genocidio. Nell’area di Mawasi a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, pasti caldi sono stati distribuiti ai palestinesi sfollati in una cucina comunitaria. I palestinesi affermano che l’aggravarsi dell’emergenza umanitaria li ha resi sempre più dipendenti da questi pasti e dall’assistenza alimentare di base per soddisfare i loro bisogni quotidiani. Israele continua a limitare l’ingresso di cibo e medicine a Gaza, dove circa 2,4 milioni di persone affrontano condizioni disperate, secondo l’ufficio media del governo di Gaza. Il blocco dell’enclave assediata ha lasciato migliaia di famiglie a lottare per assicurarsi anche le necessità più elementari. Il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre di quest’anno avrebbe dovuto fermare la guerra, ma Israele lo ha violato quotidianamente, causando centinaia di altre vittime. Israele ha ucciso più di 70.000 persone, per lo più donne e bambini, e ne ha ferite quasi 171.000 in un genocidio a Gaza iniziato nell’ottobre 2023.
Diversi palestinesi feriti in attacchi delle IOF e dei coloni in Cisgiordania
Cisgiordania – PIC. La Cisgiordania ha assistito a una serie di incursioni militari israeliane che hanno provocato diversi feriti e arresti, insieme ai continui attacchi dei coloni contro i contadini palestinesi. Nel campo profughi di Al-Jalazone, a nord di Al-Bireh, due cittadini sono rimasti feriti da proiettili ketali e schegge durante scontri scoppiati dopo che le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno fatto irruzione nel campo e si sono dispiegate nei suoi vicoli. Fonti locali hanno riferito che uno dei feriti è stato colpito alla mano con munizioni letali, mentre l’altro è stato ferito al piede da schegge, dopo che l’IOF ha sparato proiettili, granate stordenti e gas lacrimogeni. A Jenin, un uomo di 57 anni ha riportato ferite e contusioni dopo che i soldati israeliani lo hanno picchiato brutalmente al checkpoint militare di Barta’a, prima che venisse trasferito in ospedale. Nella mattinata di venerdì, le IOF hanno fatto irruzione nella cittadina di Barta’a, hanno perquisito diverse abitazioni, ne hanno vandalizzato il contenuto e hanno arrestato diversi residenti. Gruppi di difesa dei prigionieri hanno inoltre denunciato il furto di denaro e vasta distruzione durante le incursioni. Nel sud di al-Khalil/Hebron, le forze israeliane hanno arrestato un cittadino del villaggio di Arab Al-Zuwaidin mentre arava la sua terra. Nel frattempo, un gruppo di coloni sotto protezione militare ha impedito ai contadini di accedere alle loro terre e di pascolare il bestiame nell’area di Al-Zuwaidin, nella zona selvaggia di Yatta, costringendoli ad andarsene. Coloni armati hanno piantato una tenda su un terreno di proprietà palestinese a Khillet Al-Natsh, nel quartiere di Jabal Johar, a est della città di al-Khalil/Hebron. A Betlemme, le forze israeliane hanno installato un checkpoint militare nell’area di “Um Rukbah”, nella cittadina di Al-Khader, a sud del governatorato, fermando e perquisendo veicoli e impedendo il passaggio ad alcuni di essi.
A novembre, forze armate israeliane e coloni hanno effettuato 2.144 attacchi nella Cisgiordania occupata
Cisgiordania occupata – PressTV. A novembre, le forze armate israeliane e i coloni hanno effettuato almeno 2.144 attacchi contro civili palestinesi e le loro proprietà in tutta la Cisgiordania occupata, secondo quanto riportato da un organismo di controllo con sede a Ramallah. Il nuovo rapporto mensile pubblicato mercoledì dalla Commissione contro il Muro e gli Insediamenti ha descritto in dettaglio incursioni diffuse, appropriazioni di terre e distruzioni con il titolo “Violazioni delle misure di occupazione e di espansione coloniale” (Violations of the Occupation and Colonial Expansion Measures). Il rapporto è stato presentato dal suo direttore Muayyad Shaaban, che ha attribuito 1.523 incidenti alle truppe israeliane, mentre i restanti sono stati perpetrati da coloni autorizzati dall’esercito. > Israeli helicopters strike Tubas and Qabatiya amid West Bank military > escalation https://t.co/k8FHovmOaw > > — Press TV 🔻 (@PressTV) December 3, 2025 Il dossier ha catalogato una vasta gamma di abusi, tra cui demolizioni di case e mezzi di sussistenza, confische di terreni, vandalismo, blocchi stradali, sparatorie mortali, percosse, furti e intimidazioni. Le comunità palestinesi, dalla città di Nablus, nel nord della Cisgiordania, fino alle colline rurali, hanno denunciato un clima di prigionia, dolore ed espropriazione. Shaaban ha avvertito che gli attacchi riflettono una strategia coesa “progettata per sradicare i palestinesi indigeni e imporre un ordine coloniale razzista”. La dichiarazione ha indicato un’intensificazione delle affermazioni palestinesi secondo cui le violazioni sono coordinate, politicamente approvate e progettate per svuotare le comunità, piuttosto che disciplinare presunti sospetti. Il censimento di novembre ha anche registrato tentativi di impiantare futuri insediamenti illegali, inclusi i tentativi di erigere 19 nuovi avamposti, descritti dalla commissione come precursori di reti di insediamenti espanse. La scala delle confische territoriali si è accelerata parallelamente. Attraverso ordini di confisca e una riorganizzazione dei confini amministrativi, il regime ha annesso 280 ettari di terra palestinese, il mese scorso, inclusi circa 280 ettari ottenuti ridisegnando le designazioni territoriali. Sono stati emessi circa 51 ordini di demolizione, mentre 46 ondate di demolizioni hanno raso al suolo o danneggiato 76 strutture palestinesi, dalle fattorie alle aziende a conduzione familiare. Ulteriori 51 avvisi hanno minacciato di distruzione altri siti, aggravando l’ansia nelle comunità già in difficoltà nella ricostruzione. I difensori dei diritti umani hanno affermato che i risultati hanno rafforzato le critiche di lunga data di organizzazioni come l’israeliana B’Tselem, che ha sostenuto che la demolizione strutturale e la crescita degli insediamenti costituiscono i pilastri fondamentali dell’occupazione, non gli effetti collaterali dell’emergenza. Traduzione per InfoPal di F.L.
Centinaia di segnalazioni di bombe inesplose a Gaza mentre le squadre di ingegneria lavorano con quasi nessuna risorsa
Gaza –MEMO. Le squadre di “Prove Forensi e di Risposta Rapida” della Polizia palestinese a Gaza hanno gestito 252 allarmi, a novembre, riguardanti ordigni inesplosi e proiettili lasciati dagli attacchi israeliani in tutti i governatorati della Striscia di Gaza. Secondo il rapporto della polizia, il lavoro fa parte degli sforzi in corso per rimuovere il pericolo rappresentato da oggetti sospetti e bombe inesplose lasciati nelle aree da cui le forze israeliane si sono ritirate dopo l’inizio del cessate il fuoco. Il rapporto afferma che gli ordigni trattati includevano bombe aeree di varie dimensioni, proiettili di artiglieria, missili guidati, mine terrestri e altri esplosivi pesanti. L’unità di risposta rapida ha dichiarato che le sue squadre stanno operando in condizioni difficili, con quasi nessuna attrezzatura, ma stanno facendo tutto il possibile per proteggere i civili. Ha sottolineato la necessità urgente che le istituzioni internazionali forniscano attrezzature specializzate per contribuire alla rimozione di queste minacce. Il rapporto ha aggiunto che le enormi quantità di esplosivi sganciati sulla Striscia richiedono sforzi congiunti locali e internazionali, in particolare data la portata della distruzione e la necessità di macchinari pesanti per sgomberare le macerie.
Gaza, ucciso il capo della gang dell’ISIS appoggiata da Israele, Yasser Abu Shabab
Gaza. Giovedì, i palestinesi della Striscia di Gaza devastata dalla guerra hanno celebrato l’uccisione del capo della milizia sostenuta da Israele, Yasser Abu Shabab, descrivendolo come un “collaboratore di Israele” che “meritava questo destino”. > الفلسطينيون في غزة ومخيمات الشتات يواصلون توزيع الحلوى احتفالاً بمقتل الجاسوس > أبو شباب. pic.twitter.com/kZaRf9uEP8 > > — Ramy Abdu| رامي عبده (@RamAbdu) December 4, 2025 Giovedì, è stato confermato che Yasser Abu Shabab è stato ucciso in scontri tra miliziani, in un duro colpo ai piani israeliani di appoggio alle bande armate e sostenute a Gaza. Abu Shabab era una figura conosciuta a Gaza, ampiamente nota per aver collaborato con Israele durante il genocidio. Era a capo di bande armate legate all’ISIS e aveva precedenti di traffico di droga e cooperazione con gruppi estremisti. La sua gang aveva saccheggiato gli aiuti umanitari sotto la protezione israeliana, lasciando i palestinesi affamati ad affrontare la carestia a causa del blocco israeliano. Dopo la sua morte, i palestinesi di Gaza sono stati filmati mentre distribuivano dolciumi per festeggiare. Una foto mostra Abu Shabab con una “X” rossa sul viso mentre lo chiama “maiale”. Altri si sono rivolti ai social media per esprimere le loro reazioni. > Residents of Gaza distribute sweets after the killing of Yasser Abu Shabab, > who had been collaborating with the occupation pic.twitter.com/eepsZGIv0M > > — Sameh Ahmed 𓂆 🇵🇸 (@PalPress24) December 4, 2025 “Sarà ricordato come un traditore”, ha scritto Fayed Abu Shammalah su X. > Today, His road ended. > > He will always be remembered as a traitor. Yasser Abu Shabab. > pic.twitter.com/qU6WwfJ8iy > > — Fayed Abushammalah. فايد أبو شمالة (@fayedfa) December 4, 2025 “Yasser Abu Shabab… nella spazzatura della storia”, ha scritto un utente. > “Dustbin of history” > > A cartoon referencing the killing of Yasser Abu Shabab, who cooperated with > the Israeli occupation army, depicting him as discarded from the Palestinian > collective memory. > > Cartoon by Mahmoud Abbas pic.twitter.com/RlkdqFse7d > > — Quds News Network (@QudsNen) December 4, 2025 (Fonti: Quds News e Telegram).
Il prigioniero politico palestinese Marwan Barghouthi distrutto fisicamente dagli aguzzini nazisionisti
InfoPal. Qassam Barghouthi, figlio del veterano detenuto palestinese Marwan Barghouthi, ha dichiarato: “Mi sono svegliato con una chiamata da un detenuto liberato che mi diceva: ‘Tuo padre è stato distrutto fisicamente… [gli israeliani] gli hanno rotto denti e costole, gli hanno tagliato parte dell’orecchio e gli hanno rotto le dita a più riprese per divertimento. Cosa posso fare? Con chi posso parlare? A chi possiamo rivolgerci?’ Viviamo con questo incubo ogni giorno. Mio padre ha 66 anni… dove troverebbe la forza?” Barghouthi è una figura iconica e molto amata della Resistenza palestinese, e potrebbe diventare presidente dell’Autorità nazionale palestinese, se fosse liberato. Hamas lo aveva incluso nella lista dei prigionieri da liberare, nell’accordo di cessate il fuoco del 10 ottobre, ma il regime israeliano ha rifiutato. Anche la dirigenza dell’ANP, guidata da Mahmoud Abbas, è contraria, perché Marwan verrebbe eletto da tutti i Palestinesi al posto dei collaborazionisti e del loro capo… (Fonte: Quds News).
Genocidio nella Striscia di Gaza, giorno 791. Israele intensifica i bombardamenti
Gaza-InfoPal. Israele continua a violare il cessate il fuoco per il 55° giorno consecutivo, bombardando la Striscia di Gaza, uccidendo quotidianamente e distruggendo quel poco di edifici ancora in piedi. Il “piano di pace Trump” è uno specchietto per le allodole per distrarre l’attenzione globale sul genocidio israelo-statunitense a Gaza e per continuare senza troppe interferenze il progetto di occupazione e trasformazione della regione costiera, svuotandola quanto più possibile degli abitanti e convertendola in una impresa commerciale, come più volte annunciato dal presidente USA e dai suoi collaboratori. Il piano reale è portare avanti, come sta accadendo in questi due ultimi mesi, una guerra genocida/olocaustica di bassa intensità, con uso di droni e di artiglieria, meno impattante per i soldati di occupazione, e molto meno visibile mediaticamente. Il resto del meccanismo genocida rimane inalterato, con la prosecuzione del blocco su tutti i lati, dell’ingegneria della fame (creata artificialmente attraverso ingressi minimi di aiuti alimentari), della distruzione di ciò che resta degli edifici, degli ostacoli paralizzanti alle cure mediche e così via. La pulizia etnica genocida, dunque, prosegue, ma l’opinione pubblica mondiale, manipolata dai media egemonici, è anestetizzata e resa cieca dalla propaganda israelo-occidentale che racconta la menzogna del cessate il fuoco. I lettori dei siti di notizie sulla Palestina e sul genocidio sono diminuiti drasticamente, nell’illusione di una “pace” che è solo una farsa. Venerdì mattina, l’aggressione israeliana è continuata, e si è intensificata, in diverse aree della Striscia di Gaza, con intensi bombardamenti di artiglieria e aerei accompagnati da colpi d’arma da fuoco provenienti da veicoli militari posizionati lungo i fronti di battaglia. Le aree nord-orientali della città di Khan Yunis sono state pesantemente bombardate, insieme a continui colpi d’arma da fuoco da parte di elicotteri israeliani all’interno della cosiddetta “linea gialla” a est. Gli aerei da guerra israeliani hanno colpito il quartiere di Al-Tuffah, nella parte orientale della città di Gaza, con numerosi attacchi, mentre altri hanno preso di mira aree di Rafah e a est del campo profughi di Al-Maghazi, nella parte centrale di Gaza. Anche il mare della Striscia di Gaza è preso di mira, con imbarcazioni della marina israeliana che hanno aperto il fuoco al largo della costa di Khan Yunis. Le forze israeliane hanno lanciato un’ampia campagna di “cinture di fuoco” a Rafah, all’inizio di venerdì, accompagnate da continue demolizioni in diversi quartieri. Dati ufficiali confermano che Israele continua a violare l’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre. Dalla sua attuazione, sono state registrate oltre 500 violazioni. In notizie politiche correlate, l’agenzia di stampa USA Axios ha rivelato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si sta preparando ad annunciare l’avvio della seconda fase del processo di pace a Gaza prima di Natale. Secondo il rapporto, i funzionari statunitensi prevedono un incontro tra Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu entro la fine del mese per discutere il quadro della prossima fase dell’accordo. I funzionari hanno indicato che il Consiglio di Pace guidato da Trump supervisionerà la governance a Gaza durante la prossima fase, con l’annuncio ufficiale previsto nelle prossime settimane. Fonti ben informate confermano che Washington e altri mediatori stanno lavorando per garantire che siano presenti tutti gli elementi necessari a sostenere il successo dell’accordo di seconda fase, nel contesto degli sforzi diplomatici in corso per garantirne la continuità e l’attuazione sul campo. (Fonti: Quds Press, Quds News, PressTv, PIC, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
La Knesset israeliana approva il piano di Trump per porre fine alla guerra a Gaza
Nazareth – PIC. La Knesset israeliana ha approvato mercoledì una risoluzione che adotta il “piano in 20 punti” del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza. La votazione si è svolta in assenza dei membri della coalizione della Knesset, incluso il primo ministro Benjamin Netanyahu. La risoluzione è stata approvata senza alcuna obiezione dopo essere stata presentata dal leader dell’opposizione Yair Lapid. Lapid ha dichiarato: “L’intera Knesset israeliana ringrazia il presidente Trump per questo piano e per ciò che ha ottenuto, riportando indietro gli ostaggi, ponendo fine alla guerra e tornando alla vita normale”. Ha osservato che il piano non era mai stato formalmente presentato per una votazione in alcun organismo ufficiale, “né nel gabinetto, nel governo, nella Commissione Affari Esteri e Difesa, né nella Knesset al completo”. La risoluzione sarà ora inoltrata alla “Commissione Affari Esteri e Difesa” per ulteriori discussioni. Fonti dell’opposizione israeliana hanno suggerito la scorsa settimana che la votazione sul piano di Trump potrebbe rappresentare un dilemma politico per Netanyahu. Sostenere il piano potrebbe irritare i partiti dell’estrema destra a causa delle clausole che prevedono il rilascio di prigionieri palestinesi, il dispiegamento di una forza internazionale a Gaza e la possibilità di un futuro Stato palestinese. Votare contro, tuttavia, potrebbe essere interpretato come uno scontro diretto con Trump, secondo il quotidiano israeliano Maariv. Lapid aveva annunciato la scorsa settimana la sua intenzione di presentare la proposta alla Knesset, sollecitando l’adozione del piano americano come percorso definitivo per porre fine alla guerra.