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Perche Trump non fermerà mai Netanyahu
Se ancora qualcuno ingenuamente spera che Trump possa contribuire alla fine del genocidio a Gaza o all’occupazione illegale in Cisgiordania coltiva una fatua illusione. Un coacervo di ragioni economiche, politiche e familiari, avvalorate da esternazioni di Trump o figure a lui referenti, rendono ad oggi assolutamente impossibile l’avverarsi di tale auspicio di pacificazione. Ecco le  ragioni e dichiarazioni che dimostrano quanto Trump sia un ferreo sostenitore di Netanyahu: 1. 1. Trump ha dichiarato a fine 2024: «… se volete che Israele sopravviva dovete votare Donald Trump. Siete sotto attacco come mai prima. Io sono il presidente più pro-Israele, Kamala Harris è anti-Israele….» 2. L’ultima campagna elettorale di Trump è stata finanziata dalla miliardaria israeliana Miriam Adelson, la quinta donna più ricca degli USA, per 100 milioni $ mentre  nella campagna del 2016 i coniugi Adelson finanziarono Trump per 25 milioni $. 3. Uno dei primi atti firmati dal neoeletto presidente USA a fine gennaio 2025 è stato quello di revocare il blocco imposto alcuni mesi prima da Biden sulla fornitura a Israele delle super-bombe da 2.000 libbre (900 kg). 4. Il 5.02.2025 Netanyahu è stato il primo leader straniero a visitare la Casa Bianca dall’inizio del secondo mandato di Trump e lo ha così ringraziato:  “Sei il nostro più grande amico” . 5. Il padre del genero di Trump, Charles Kushner, ospitava a casa propria l’amico di famiglia Netanyahu in occasione dei suoi viaggi negli USA, ancor prima che divenisse primo ministro. 6. A gennaio 2025 il neo nominato ambasciatore degli USA in Israele, Mike Huckabee, ha dichiarato alla radio dell’esercito israeliano che “Trump appoggerà il governo israeliano nell‘annessione degli insediamenti in Cisgiordania.” 7. A gennaio 2025 la neo nominata ambasciatrice degli USA all’ONU, Elise Stefanik ha affermato che Tel Aviv ha un “diritto biblico sull’intera Cisgiordania e che  “gli Stati Uniti devono stare incondizionatamente con Israele all’Onu”. 8. A febbraio 2025 Trump ha dichiarato “Mi impegno ad acquistare e controllare Gaza” precisando che la vorrebbe trasformare nella “riviera del medio oriente” e che “I palestinesi non avranno diritto a ritornare perché avranno alloggi molto migliori.” Il Jerusalem Post il 3.05.2024 rivelava on line la visione di Netanyahu di Gaza al 2035, che poi si rivelerà condivisa con Trump, così immaginata: Gaza pullula di lussuosi grattacieli, ferrovie, corsi d’acqua, campi solari e stazioni di estrazione del gas dal giacimento marino “Gaza Marine” ubicato nella porzione di mare che gli accordi di Oslo hanno assegnato alla Palestina. E’ impossibile poi non citare l’osceno video creato da Trump con l’IA che lo raffigura a Gaza flirtare con una ballerina del ventre seminuda e quindi sorseggiare un cocktail con Benjamin distesi in costume su due sdraio con lo sfondo dei nuovi, lussuosi grattacieli di Gaza. Infine a fine agosto anche la ministra della scienza israeliana realizza un nuovo video con l’AI, dove si vedono Trump e Netanyahu passeggiare con le mogli sul lungomare di Gaza, privo di palestinesi, e con lo sfondo una scintillante Trump Tower. 9. A gennaio 2025 il genero di Trump Gerard Kuschner, ebreo di famiglia, viene ricevuto a  Tel Aviv da Netanyahu e diventa primo azionista  del colosso israeliano Phoenix Financial Ltd, attivo nei finanziamenti immobiliari nei territori occupati. 10. L’inviato speciale USA per il Medio Oriente, Witkoff, prima della seconda elezione di Trump si è recato in Cisgiordania per inaugurare una colonia illegale israeliana sui territori occupati. Profeticamente sulla facciata di una casa della nuova colonia illegale campeggiava la scritta “We’ll make Israel great again.” 11. Trump ha sanzionato a febbraio 2025 tutti i componenti della Corte Penale Internazionale dell’Aia in quanto avevano osato emettere il 21.11.2024 un mandato di cattura internazionale per l’amico Netaniahu per crimini di guerra e contro l’umanità commessi a Gaza. 12. A maggio 2025 per volere di Trump e Netanyahu è stata creata la Gaza Humanitarian Foundation imposta da Israele come unica distributrice degli aiuti nella striscia di Gaza. Dopo poche settimane, e centinaia di gazawi assassinati in fila per ricevere cibo, l’ONU e decine di ONG hanno accusato la GHF di essere un’arma di pressione politica e militare. 13. A marzo 2025 Marco Rubio ha annunciato l’espulsione dagli USA di 300 studenti nell’ambito del programma “Catch and Revoke” finalizzato ad espellere studenti stranieri che hanno semplicemente partecipato a manifestazioni a favore della Palestina. 14. Il genero di Trump Gerard Kuschner e l’ex premier inglese Tony Blair il 28.08.2025 hanno presentato in un incontro riservato con Trump alla Casa Bianca, presenti anche l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff e Marco Rubio, le loro idee sul dopoguerra a Gaza, ovvero i dettagli del piano “Aurora”, che prevede la ricostruzione della striscia in una lussuosa Gaza-riviera previa deportazione di tutti i gazawi. 15. Trump ha sanzionato, alla stregua dei peggiori terroristi, anche la nostra Francesca Albanese, rea di aver scritto il rapporto intitolato Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio, evidenziando il ruolo complice che 44 grandi “entità aziendali” mondiali hanno nel sostenere il progetto coloniale israeliano di sfollamento e occupazione. 16. A fine agosto Trump ha revocato ai membri dell’OLP e dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) i visti per partecipare all’assemblea dell’ONU di settembre, come ritorsione agli annunci del riconoscimento della Palestina in quell’occasione da parte di alcuni Stati europei. 17. Da ricordare infine che nel 2020 Trump ha promosso la stipula degli Accordi di Abramo per “aprire” i rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti. Redazione Italia
Arrestate attiviste di Ultima Generazione in sciopero della fame per Gaza
Quattro donne di Ultima Generazione sono state arrestate questa mattina a Montecitorio, mentre annunciavano l’inizio dello sciopero della fame affinché il governo Meloni riconosca il genocidio dei palestinesi. Le forze dell’ordine con due auto della polizia le hanno circondate e poi le hanno prese di peso, nonostante si trattasse di un’azione di protesta nonviolenta. Trovo scandaloso questo spiegamento di forze contro quattro donne pacifiche che manifestano solidarietà alla Global Sumud Flotilla, movimento di resistenza civile nonviolenta che è partito ieri dalle coste siciliane per rompere il blocco criminale agli aiuti umanitari per Gaza. Voglio esprimere tutto il mio rammarico, la mia apprensione e lo sconcerto che ho provato di fronte ad una sproporzionate repressione della polizia, che voleva impedire anche il lavoro dei giornalisti, allontanando chi si avvicinava per documentare l’arresto delle 4 donne. Oltre alle tre in sciopero della fame, è stata arrestata anche quella che documentava la protesta con video e foto. Al momento le quattro donne si trovano ancora nel commissariato Trevi. “Ho deciso di unirmi allo sciopero e a privarmi del cibo, perché non riesco più a tollerare ciò che sta succedendo a Gaza” ha dichiarato Alina, madre di tre figli. Ora basta! Non continuerò la mia vita come se nulla fosse. Metto il mio corpo a disposizione e andrò avanti con lo sciopero della fame a oltranza; il mio impegno è per la Flotilla e per la Palestina, affinché riesca nella sua missione, le persone partite tornino a casa senza un graffio e il governo riconosca che le atrocità che stanno succedendo a Gaza sono un genocidio! Invito chiunque lo desideri a unirsi: c’è ancora speranza, possiamo e dobbiamo ancora agire.” Rayman
La solitudine dei palestinesi – di Ahmed Frenkel
L’attacco da parte dell’esercito israeliano deciso unilateralmente dal governo Netanyahu contro Gaza City assomiglia sempre più a una sorta soluzione finale di tragica memoria. Avviene nella totale complicità e indifferenza non solo del mondo occidentale (con sporadiche eccezioni, vedi Spagna e Irlanda) ma anche del mondo arabo. In questi giorni a Bruxelles si è [...]
La musica contro il silenzio. Manifestazione nazionale a Roma
Sabato 28 settembre 2025 alle 16 Piazza Santi Apostoli, Roma Nel mese di giugno abbiamo attraversato l’Italia da Nord a Sud, e siamo scesi in 26 piazze per esprimere il nostro dissenso contro il genocidio in atto a Gaza e in tutta la Palestina: un massacro contro l’umanità provocato dalla politica criminale di Netanyahu e di Israele, che parte da lontano e che continua inesorabile sotto gli occhi del mondo. Con musica e arte, abbiamo cercato di rompere il silenzio e l’inerzia complici delle istituzioni italiane ed europee, sostenendo la lotta dei Palestinesi per la propria sopravvivenza. A luglio, abbiamo lanciato un appello europeo, accolto da diversi Paesi: ne è nato un movimento culturale che affianca le tante realtà che da sempre lottano per i diritti del popolo palestinese, un movimento apartitico che attraversa l’Europa toccando Svizzera, Germania, Austria, Grecia, Svezia, Scozia… Anche in Italia siamo pronti per unirci ancora una volta, tutti insieme in un’unica piazza: il 28 settembre alle ore 16, ci troveremo in Piazza Santi Apostoli a Roma, per un momento di solidarietà e protesta condivisa. Invitiamo tutti a partecipare, musicisti e non: insieme possiamo portare avanti una mobilitazione culturale, di solidarietà, giustizia, sensibilità, umanità, partecipazione e impegno, in difesa del popolo palestinese e dei suoi diritti fondamentali. Per informazioni seguite il profilo Instagram o Facebook “La Musica contro il Silenzio” lamusicacontroilsilenzio@gmail.com – @lamusicacontroilsilenzio Redazione Italia
Arrivare a Gaza. Diario di bordo dalla Global Sumud Flotilla
Prosegue a fasi alterne la comunicazione con la studentessa Nancy Hamad, laureanda in Economia, a cui vorrei, inseguendo un sogno consegnare di persona  la laurea honoris causa da parte di dei ricercatori e solidali di “RomaTre Etica”, che già fece il gesto, ma solo virtualmente. La Global Sumud Flotilla è in procinto di partire e ora che ci hanno raggiunto le delegazioni tunisine e spagnole saremo circa 50 imbarcazioni, la maggior parte a vela e una minima parte a motore.  Non sappiamo se Israele, all’ultimo e a sorpresa, sotto la pressione della comunità internazionale e soprattutto di milioni di cittadini solidali, molti dei quali sono scesi in piazza da mesi in ogni parte del mondo a sostegno della flottiglia, farà arrivare questa variopinta delegazione di popolo nonviolento fino alle spiagge di Gaza Ma ci piace pensare così Ecco le ultime notizie ricevute da Nancy. Ciao Stefano, spero che tu stia bene. Volevo dirti che io e la mia famiglia siamo stati costretti a fuggire dal nord di Gaza verso sud sotto il fuoco dell’artiglieria e dei bombardamenti aerei. Lo sfollamento è stato molto difficile e ci sono volute più di sei ore di viaggio per raggiungere una destinazione sconosciuta, poiché non sapevamo dove saremmo andati. Le persone gentili del sud ci hanno accolto in una terra deserta, dove non ci sono acqua, elettricità o internet. Abbiamo montato le nostre tende e ci siamo seduti al buio della notte. Ho piantato del basilico nei primi giorni del mio arrivo al nord e, quando abbiamo deciso di trasferirci al sud, l’ho sradicato e portato con me, sperando che mi infondesse speranza dopo tutti gli sfollamenti e la distruzione che avevamo subito. Stefano Bertoldi
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vota su una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza
New York.  Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato giovedì su un progetto di risoluzione che chiede un cessate il fuoco a Gaza e un accesso umanitario senza ostacoli all’enclave assediata e devastata. Alla fine di agosto, i membri eletti hanno avviato discussioni sulla bozza di risoluzione in risposta alla dichiarazione ufficiale delle Nazioni Unite sulla carestia nella Striscia di Gaza. Il progetto di risoluzione, messo ai voti il 18 settembre, chiede la fine delle restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari e richiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza, nonché il rilascio immediato e incondizionato dei detenuti. Ad agosto, esperti partner dell’ONU hanno confermato il verificarsi della carestia in una parte della Striscia, mentre una commissione ONU ha dichiarato che Israele sta commettendo un “genocidio” a Gaza. Nel 2024, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Dal 7 ottobre 2023, l’occupazione israeliana sta commettendo crimini genocidari nella Striscia di Gaza, che hanno provocato l’uccisione di 65.062 palestinesi, con quasi 165.697 feriti registrati, per lo più bambini e donne, e una carestia che ha causato la morte di 432 persone, tra cui 146 bambini. (Fonti: Wafa, PIC, Quds News).
Centinaia di migliaia fuggono dalla città di Gaza mentre Israele inizia l’invasione di terra per occuparla tra pesanti bombardamenti
Gaza – Quds News. Centinaia di migliaia di palestinesi, la maggior parte dei quali già sfollati con la forza, sono fuggiti dalla città di Gaza verso il sud dell’enclave, mentre Israele porta avanti la sua letale invasione di terra per occupare la città. Radicati alla loro terra. Nonostante le ripetute minacce israeliane di sfollamento forzato e i bombardamenti incessanti, l’Ufficio stampa del governo di Gaza ha confermato martedì che più di un milione di palestinesi nel nord dell’enclave restano “radicati” alla loro terra. L’Ufficio ha detto che, su 1,3 milioni di persone nella città di Gaza e nelle cittadine a nord, circa 190.000 sono fuggite a sud mentre 15.000 sono tornate a nord a causa delle condizioni disperate nelle aree che l’esercito israeliano aveva designato come “zone sicure”. Le autorità locali hanno osservato che Israele ha attaccato regolarmente Rafah e al-Mawasi, vicino a Khan Younis, dove aveva imposto alla popolazione di fuggire. “Queste aree mancano completamente dei beni di prima necessità, sono senza ospedali, senza infrastrutture e senza servizi essenziali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione, rendendo la vita quasi impossibile”, ha dichiarato l’Ufficio in un comunicato. Quest’area non ammonta a più del 12 percento della superficie totale della Striscia di Gaza, ha aggiunto, osservando che l’occupazione israeliana “sta cercando di confinare con la forza oltre 1,7 milioni di persone in questo spazio limitato, come parte di un piano più ampio per stabilire quelli che di fatto sono ‘campi di concentramento’”. “Questo fa parte di una politica sistematica di sfollamento forzato volta a svuotare il nord di Gaza e la città di Gaza dei loro abitanti, un chiaro crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”. Le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro la città di Gaza come parte dei piani per occuparla, con i palestinesi che fuggono tra bombardamenti incessanti e condizioni umanitarie disperate. Cosa sta accadendo? Migliaia di palestinesi vengono sfollati con la forza ogni giorno dai bombardamenti indiscriminati di Israele contro la città di Gaza, che uccidono decine di civili quotidianamente. Le famiglie fuggono verso sud, seguendo gli ordini israeliani di dirigersi verso la cosiddetta “zona sicura” di al-Mawasi, un’area sovraffollata e colpita ripetutamente dalle forze israeliane. Secondo fonti locali sul terreno, la città di Gaza viene svuotata sistematicamente, edificio dopo edificio, famiglia dopo famiglia. Le fonti hanno aggiunto che le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro il quartiere di Tel al-Hawa, così come contro al-Shati e al-Remal, distruggendo decine di edifici residenziali e rifugi. L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha riferito domenica che Israele ha portato avanti “bombardamenti sistematici di torri, edifici residenziali, scuole e istituzioni civili con l’obiettivo di sterminio e sfollamento forzato” mentre continua la sua offensiva sulla città di Gaza. “Pur dichiarando di colpire la resistenza, la realtà sul campo dimostra senza dubbio che l’occupazione bombarda deliberatamente e secondo una metodologia chiara scuole, moschee, ospedali e centri medici, distrugge torri e edifici residenziali, distrugge tende di sfollati e colpisce le sedi di varie istituzioni, comprese istituzioni internazionali che operano nel campo umanitario”, ha dichiarato in un comunicato. Il portavoce della Difesa civile, Mahmoud Basal, ha detto: “Ciò che cade su Gaza non sono solo missili, ma barili di fuoco e lava vulcanica distruttiva che bruciano la terra e tutto ciò che vi è sopra”. Ciò avviene nel quadro dei piani israeliani di occupare la città di Gaza e di ripulire etnicamente la città settentrionale dai suoi abitanti attraverso lo sfollamento forzato. Pesanti bombardamenti hanno colpito la città e le forze hanno iniziato ad avanzare dalle periferie dopo settimane di attacchi letali. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato il lancio di “una potente operazione a Gaza” iniziata martedì, chiamata Carri di Gedeone 2. Il letale assalto contro la città di Gaza è stato accolto con celebrazioni in Israele, mentre il ministro della Difesa, Israel Katz, ha affermato che “la città di Gaza sta bruciando”. L’offensiva è iniziata lo stesso giorno in cui esperti indipendenti incaricati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno confermato che Israele sta commettendo genocidio a Gaza.
Finalmente riunite le barche partite dall’Italia, da Barcellona e da Tunisi. Diario di bordo dalla Global Sumud Flotilla
In maniera inversamente proporzionale, a mano a mano che i movimenti spontanei od organizzati già dai tempi della Global March to Gaza, insieme a tutti i movimenti che si sono potenziati dopo il 7 ottobre a favore del popolo palestinese, il carro armato mediatico colluso col governo italiano e con le varie lobby sioniste sta sparando con tutta la propria forza d’urto: giusto per portare uno dei tanti esempi a nostra disposizione il Giornale, giusto ieri, si concentrava in modo meticoloso e autistico nella creazione di fake-news tra le più fantasiose, inventando problemi inesistenti sulla Global Sumud Flotilla. La flotta semplicemente attendeva nelle acque di Portopalo le venticinque barche provenienti da Tunisi e da Barcellona, che alla fine sono arrivate con i loro piccoli problemi da affrontare. Il 19 settembre è prevista la partenza, in flottiglia, di una formazione costituta al 90% da barche a vela e il resto a motore come barche-appoggio, seguita a distanza dalla nave Life Support di Emergency. Insomma, si parte diretti a Gaza per la più grande operazione di disobbedienza civile e di pressione politica verso i governi occidentali e a quello di Israele affinché finisca il regime di apartheid e l’operazione di genocidio nella Striscia di Gaza. Si tratta dell’atto finale di un processo premeditato che parte da lontano, fin dal 1948 (ma in realtà già sotto il mandato inglese dopo il primo conflitto mondiale), con la pianificazione di un colonialismo di insediamento, di cui oggi vediamo i risultati più sanguinari. Stefano Bertoldi
20 agenzie umanitarie chiedono un intervento mondiale per salvare la città di Gaza
Gaza – PIC. Più di 20 importanti agenzie umanitarie hanno lanciato un appello urgente ai leader mondiali affinché intervengano nella città di Gaza, dopo che una commissione delle Nazioni Unite ha concluso per la prima volta che Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi. In una dichiarazione congiunta di mercoledì, le agenzie hanno esortato tutti gli stati membri dell’ONU ad agire in base al mandato che ha creato l’organismo internazionale 80 anni fa, avvertendo che la situazione a Gaza “non è solo una catastrofe umanitaria senza precedenti ma un genocidio”. I responsabili degli aiuti hanno descritto la sofferenza come insopportabile, sottolineando l’aumento delle morti, la fame e i civili presi di mira mentre cercavano di accedere agli aiuti. “L’enclave è sull’orlo della fase più letale della sua storia se non verrà intrapresa un’azione immediata”, hanno detto le agenzie, aggiungendo che i governi devono agire ora per fermare la distruzione sistematica della vita e porre fine all’occupazione. L’avvertimento è arrivato mentre Israele annunciava l’espansione della sua offensiva di terra contro la città di Gaza, parte dell’operazione chiamata “Carri di Gedeone 2”. Il ministro della Guerra israeliano ha dichiarato che l’offensiva sarebbe continuata finché Israele non avesse raggiunto “i suoi obiettivi”. Sostenuto militarmente e politicamente dagli Stati Uniti, Israele porta avanti una guerra genocida contro Gaza dal 7 ottobre 2023, che ha ucciso 64.964 palestinesi, ne ha feriti 165.312 e ne ha fatti morire di fame almeno 428, tra cui 146 bambini. Il segretario generale dell’ONU António Guterres ha dichiarato martedì che riferirà la situazione di Gaza e della Cisgiordania alla Corte penale internazionale, sottolineando che ciò che sta accadendo è “distruzione sistematica di una città” e “moralmente, politicamente e legalmente inaccettabile”. Ha accusato Israele di non mostrare apertura a negoziati di pace seri e di essere determinato a “spingersi fino in fondo”. Ad aggravare l’allarme, l’UNICEF ha avvertito martedì che quasi mezzo milione di bambini a Gaza stanno soffrendo un grave trauma psicologico dopo più di 700 giorni di violenza continua. Parlando in videocollegamento dal campo di Al-Mawasi, la portavoce dell’UNICEF Tess Ingram ha descritto le condizioni come disumane: “È inconcepibile aspettarsi che mezzo milione di bambini, che hanno sopportato violenza e traumi inimmaginabili, fuggano da un inferno solo per ritrovarsi in un altro”. Ha raccontato di aver incontrato una madre di nome Israa che camminava con cinque figli, affamati, assetati e due scalzi, “diretti verso l’ignoto con poche speranze di trovare sicurezza”. Ingram ha anche riferito che alcuni bambini sono stati uccisi mentre cercavano di prendere acqua. Secondo i dati dell’ONU, più di 140.000 residenti hanno lasciato la città di Gaza da metà agosto, ma i campi nel sud sono sovraffollati e pericolosamente privi di risorse. Alcune famiglie sfollate stanno persino tornando nelle zone bombardate sotto il fuoco dell’esercito israeliano a causa delle condizioni disperate nei campi. Nonostante la crescente condanna globale, Israele continua a portare avanti il suo genocidio. Esperti di diritti umani e agenzie umanitarie insistono sul fatto che il genocidio e la fame a Gaza richiedono un intervento globale urgente prima che la crisi peggiori ulteriormente.
L’esercito israeliano ostacola gli sforzi dell’OMS per fornire carburante agli ospedali
Gaza – PIC. Il ministero della Salute palestinese ha accusato l’esercito di occupazione israeliano di ostacolare deliberatamente gli sforzi dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per fornire carburante agli ospedali del governatorato di Gaza. “Le autorità di occupazione stanno bloccando l’ingresso delle forniture di carburante necessarie per far funzionare i generatori elettrici negli ospedali di Gaza, cosa che porterà i servizi sanitari a un completo arresto”, ha detto il ministero della Salute in una dichiarazione di mercoledì. Il ministero ha avvertito che la crisi di carburante in corso rischia di paralizzare i servizi medici negli ospedali, tra cui l’ospedale al-Sahaba e l’ospedale Public Aid, osservando che le ambulanze e la centrale dell’ossigeno sono destinate a smettere di funzionare entro pochi giorni. Ha rivolto un appello a tutte le parti interessate affinché intervengano immediatamente e garantiscano la consegna sicura del carburante necessario al funzionamento degli ospedali nel governatorato di Gaza.