
Leva militare: anche l’Italia, dopo la Germania e la Francia, corre verso riarmo e guerra
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Friday, November 28, 2025Tre sono le notizie di cronaca degne di attenzione: la prima riguarda il grande riarmo tedesco; la seconda il ritorno alla leva obbligatoria o volontaria in Germania (clicca qui), Francia (clicca qui) e Polonia (clicca qui) e Danimarca (clicca qui); la terza, l’annuncio del ministro Guido Crosetto di ripristinare nel nostro Paese il servizio militare (clicca qui per la notizia).
Era l’estate del 2023 quando alcuni alti ufficiali dell’esercito tedesco iniziarono a discutere non solo del progetto di riarmo, ma anche di come attuare l’Operazione Piano Germania, il progetto tedesco per costruire un grande esercito capace di affrontare una guerra contro la Russia. Sempre negli ultimi giorni, il Parlamento ha approvato il programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) con ben 457 voti favorevoli, 148 voti contrari e 33 astensioni per rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa in Europa e a potenziarne le capacità di difesa.
EDIP è quanto auspicato da Enrico Letta e Mario Draghi che si muovevano nell’ottica di costruire un grande complesso industrial militare comunitario. Il programma EDIP prevede stanziamenti per 1,5 miliardi di euro con 300 milioni destinati al sostegno dell’Ucraina senza dimenticare la possibilità di utilizzare i fondi non spesi per altri progetti sempre militari. Una volta votati gli atti e i regolamenti https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-10-2025-0084-AM-002-002_IT.pdf si passa alla fase operativa.
Ed è bene notare che i contrari sono i parlamentari della sinistra radicale e comunista (ma non tutta) e i patrioti, tra i quali la Lega schierati su posizioni apertamente di destra e conservatrici. Al contrario tra le forze politiche più coese a favore del riarmo troviamo i socialisti, inclusi gli europarlamentari del Partito democratico.
Ma torniamo al corposo progetto del Riarmo tedesco oggetto di una inchiesta svelata nei minimi dettagli da un quotidiano finanziario americano per costruire “una mentalità da Guerra Fredda“, non prima di rendere pubblica una notizia non suffragata da fatti ossia il piano della Russia di attaccare la NATO nel 2029.
Siamo avanti nei preparativi per allestire intanto una grande Germania bellica, il colosso della Difesa tedesca Rheinmetall ha allestito un campo notturno per 500 soldati, con tanto di dormitori, servizi, tende, cucina da campo, sorveglianza tra droni e guardie armate, una esercitazione vera e propria per saggiare le capacità dell’esercito renano superando le difficoltà derivanti da anni nei quali l’orizzonte bellico non rientrava tra le priorità del paese. Un esperimento utile anche a fini mediatici. In Germania come in altri paesi UE è in corso una discussione sulle norme legislative, l’obiettivo è andare in deroga alle stesse per tutto ciò che riguarderà il Riarmo, la costruzione di nuove basi, la logistica a uso militare per predisporre gare di appalto in fretta e furia. Ma lo sforzo principale è costruire la cultura indispensabile a questo Riarmo, una sorta di riprogrammazione della mentalità indispensabile per favorire la guerra, il cambio di mentalità per prepararsi alla ineluttabilità dei conflitti armati.
Tra i piani tedeschi ritroviamo gli interventi infrastrutturali, la riparazione e manutenzione delle reti stradali, dei ponti e in generale delle infrastrutture, lavori di ammodernamento che richiederanno milioni di euro.
E veniamo all’ultima notizia, all’idea di ripristinare nel nostro Paese il servizio militare, progetto che accomuna l’Italia a Germania e Francia. Le dichiarazioni del Ministro Guido Crosetto portano alla luce i reali intenti del Governo Meloni, quando ammette che “va fatta una riflessione sul numero delle forze armate, sulla riserva che potremmo mettere in campo in caso di situazioni di crisi”.
Crosetto ha raggiunto il primo obiettivo, cioè quello di sdoganare un argomento fino ad oggi tabù. Nei prossimi mesi vedranno se ripristinare la leva su base volontaria e non obbligatoria, nel frattempo la Francia parla di 10 mesi di leva e la Germania sta lavorando a un progetto ambizioso per potenziare l’esercito. Si va quindi a passi celeri verso un grande piano di Riarmo che necessita anche di truppe più numerose. Ogni paese dovrà discutere nelle sedi Parlamentari delle proposte riorganizzative con aumento dei militari attivi. Se fino ad oggi la ipotesi accreditata era quella della riserva sul modello Israeliano, è entrata in gioco anche una seconda ipotesi quella di aumentare gli organici delle forze armate ricorrendo anche alla leva obbligatoria in caso di necessità.
Staremo a vedere i contenuti del disegno di legge che Crosetto presenterà al Parlamento per la riorganizzazione della difesa, ma il modello di difesa nato dall’esercito professionale al posto di quello di leva oggi non risulta adeguato ai nuovi scenari.
Questi fatti ci riportano a quanto avviene in Russia e Ucraina: Crosetto ha almeno il coraggio di svelare quello che pensano tutti gli altri ministri della difesa UE ossia che parte del Riarmo è anche l’aumento del numero delle forze armate, l’approvazione di nuove regole e una cultura diffusa favorevole alla guerra per “costruire uno strumento di difesa per il futuro”.
E così i piani di guerra, la leva, il riarmo, gli enormi aumenti delle spese militari, se un tempo erano argomenti tabù, oggi vanno invece annoverati tra le le priorità assolute per la classe politica europea, che crede senza titubanza alcuna nel valore salvifico del Riarmo e della cultura militarista per sottrarsi alla decadenza della sua economia e della stessa civiltà che per definirsi tale deve assumere sembianze militari.
Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università