#lascuolavaallaguerra - L’#esercito a #scuola per distanziare i bambini. Assolto
Antonio Mazzeo, docente e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università. L’"occupazione” #militare da parte della
Brigata “Aosta” #nowar
Tag - militare
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Partnership nello spazio tra l’Italia e l’industria
#militare israeliana
#boicottisrael Lanciato con un missile #SpaceX il satellite NAOS realizzato da
OHB Italia; le telecamere sono di #Elbit Systems, #Haifa.
https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/08/partnership-nello-spazio-tra-litalia-e.html
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Partnership nello #spazio tra l’Italia e l’industria
#militare israeliana #israel Lanciato a bordo di un missile SpaceX Falcon 9 il
satellite NAOS realizzato da OHB SpA; le telecamere sono di #Elbit Systems Ltd.,
#Haifa).
https://pagineesteri.it/2025/08/29/mondo/partnership-nello-spazio-tra-litalia-e-lindustria-militare-israeliana/
NATO e UE preparano nuove grandi infrastrutture a fini militari
La prossima manovra di bilancio europeo dedicherà ampi spazi alla difesa, alle
tecnologie e alle infrastrutture, per queste ultime il fabbisogno stimato è di
17 miliardi di investimenti per trovarsi preparati in un eventuale scontro con
la Russia.
Prima del Bilancio pluriennale comunitario, per lunghi mesi, è stata focalizzata
l’attenzione sugli interventi necessari e sulle cosiddette tecnologie duali, la
logistica viene annunciata come una necessità per l’economia del vecchio
continente, ma è indubbio che l’investimento guarderà soprattutto ai pesi
prossimi al confine russo
Fino a prova contraria non ci sembra che la UE sia in lotta con la Russia, anzi
se acquistasse il gas e il petrolio dalla Russia (che poi è lo stesso ad
arrivare in Ucraina dopo alcuni giri) ne trarrebbe un indubbio vantaggio
economico, del resto la crisi economica è indissolubilmente legata al costo
dell’energia (e gli USA ben sapevano che, diventando i rifornitori ufficiali
dell’Europa, avrebbero messo questa in ginocchio).
Come avvenne con la guerra nei Balcani e i corridoi energetici ridefiniti dopo
quell’aggressione al popolo della ex Jugoslavia, si torna a parlare di corridoi
da potenziare come la Rete Trans-Europea di Trasporto (Ten-T) a cui aggiungere
il vecchio, risale al 2017/8 ossia prima della guerra in Ucraina, Piano di
azione per la mobilità militare Piano d’azione sulla mobilità militare:
un’iniziativa concreta per un’Unione della difesa.
La nuova Manovra pluriennale di bilancio dedica ampio spazio alle infrastrutture
e alla tecnologia e lo fa con grande attenzione all’utilizzo duale per evitare
sul nascere polemiche interne ad alcuni Paesi, in grave difficoltà, che mal
sopporteranno i tagli al sociale.
E per questa ragione tra i papaveri di Bruxelles si parla di rafforzare le
politiche di rilancio della difesa e degli investimenti strategici, prevedendo,
da qui al 2030, una guerra su larga scala per affrontare la quale serve un
ammodernamento della logistica e già nel gennaio 2024 la Germania con altri
Paesi europei (Paesi Bassi e Polonia ad esempio) aveva sottoscritto una intesa
per dare vita a una grande e rinnovata rete di logistica e mobilità militare,
oltre a fatto che da tempo si studia un progetto destinato a integrare i tre
mari ossia Baltico, Adriatico e Mar Nero.
In questa grande opera il ruolo di Germania e Polonia dovrebbe essere quello di
guida e non è casuale visto che stiamo parlando dei Paesi che più degli altri
hanno accresciuto la spesa bellica.
Solo poche settimane fa la Rete di infrastrutture è tornata al centro della
attenzione del Parlamento UE e della NATO, prova ne sia la pubblicazione di
alcuni documenti ufficiali che il pacifismo italiano ignora o preferisce
dimenticare per riproporci in autunno, la solita sequela di luoghi comuni
Military mobility.
La manovra di Bilancio è quindi risultata della sinergia tra UE e NATO, dalla
cooperazione per dare vita a una grande rete infrastrutturale a fini di guerra,
è del resto uno degli impegni assunti da Bruxelles per disimpegnare gli Usa da
parte delle spese sostenute per la difesa proprio come chiesto da Trump
E se qualcuno ha già parlato di una sorta di “Schengen militare” (PIANI MILITARI
UE: L’ITALIA SNODO CRUCIALE, Ue, avanti tutta sulla mobilità militare), l’Italia
non sta a guardare come dimostra il grande accordo, che opera da battistrada
nella UE, tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana di quasi due anni: L’asse
Leonardo-Rete Ferroviaria Italiana per la mobilità militare,
Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Ospite d'onore due anni fa nella base di #Amendola
dell'#Aeronautica #Militare italiana il responsabile dell'eccidio dei
giornalisti di Al Jazeera a #Gaza. Identificato nel comandante delle forze aeree
di #Israele Tomer Bar
https://pagineesteri.it/2025/03/06/in-evidenza/laeroporto-di-amendola-capitale-mondiale-degli-f-35-ce-pure-israele/?fbclid=IwY2xjawMMDeBleHRuA2FlbQIxMABicmlkETBmWjlBYUUxUWlFZ2FvSnNuAR6rkb7vgfgPZlVgeGvWilJGMuHwahw7PcGZ5glHPeasezxW9ZP1Uz-F1VtRSQ_aem_6dsO7Zt9oiDDx64jwjefIw
#stopthegenocideingaza🇵🇸 I lanci della vergogna
L'#HASBARA dietro la MESSINSCENA umanitaria: Italia complice della CANCELLAZIONE
di #GAZA #aeronautica #militare
Un macabro e cinico reality show sta andando "in onda"
https://www.youtube.com/live/mJkj4an8WOw
#nomuos No al “Muos-tro” nella sughereta di #Niscemi #freepalestine🇵🇸 Una
leggera brezza soffia sabato 2 agosto, giorno della manifestazione. Siamo fermi
a circa 3 km dalla base #militare USA.
https://www.pressenza.com/it/2025/08/no-al-muos-tro-nella-sughereta-di-niscemi/?fbclid=IwY2xjawL9FdtleHRuA2FlbQIxMQABHmBJuXssmmD5Juxq2Ev6eJM0aPZr6q6Cx2YwjtqfoQzbzj6MTdRXdPiyHqQs_aem_mLIfQoOusz8QE0HyYdE7pQ
Cooperazione #militare #Israele-Italia: i Depth Corps e la Brigata San Marco.
Un’operazione, quella delle unità d’assalto della Marina israeliana contro il
veliero umanitario “Madleen” della #freedomflotilla,che ricorda gli attacchi
armati e gli abbordaggi
https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/06/cooperazione-militare-israele-italia-i.html
ITALIA-#ARABIA SAUDITA. Roma dimentica diritti umani e guerre e consolida la
cooperazione #militare
Dopo tre anni è tornata a bombardare le postazioni Houthi in #Yemen a fianco
delle forze armate #USA. 345 condanne a morte, in buona parte per decapitazione
https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/06/italia-arabia-saudita-roma-dimentica.html
PALESTINA: ANCHE IN ITALIA LA CAMPAGNA PER L’EMBARGO MILITARE CONTRO ISRAELE. 20 GIUGNO SCIOPERO GENERALE CONTRO GUERRA E RIARMO
La lotta per fermare il flusso di armamenti verso Israele sta assumendo una
nuova dimensione in Italia, grazie alla campagna “Mask off Maersk”.
Lanciata su scala internazionale da diverse organizzazioni palestinesi, tra cui
il Palestinian Youth Movement (PYM), la campagna chiede l’immediato blocco delle
spedizioni di armi, come i caccia F-35, destinate a Israele. Questo appello è
stato rilanciato anche in Italia dai Giovani Palestinesi, in collaborazione con
cinque sindacati di base (ADL Cobas, SCUB, Sicobas, SGB, USB), che da tempo
lottano contro la complicità occidentale nei crimini commessi contro il popolo
palestinese.
La campagna contro l’invio degli F-35 e altre armi verso Israele non è solo una
battaglia contro l’industria militare, ma anche una lotta per denunciare la
complicità del governo italiano. L’Italia è il terzo paese esportatore di
armamenti verso Israele, dopo Stati Uniti e Germania, e la Leonardo S.p.A. è una
delle aziende chiave nella produzione degli F-35, che vengono utilizzati nei
bombardamenti e nelle operazioni militari in Palestina.
Uno degli appuntamenti cruciali di questa campagna è lo sciopero generale del 20
giugno, che vedrà i sindacati di base scendere in piazza per protestare contro
il genocidio e la guerra e chiedere un cambiamento radicale nelle politiche
economiche e militari del governo italiano.
Se ne parla ai microfoni di Radio Onda d’Urto con Youssef di Giovani Palestinesi
d’Italia e Josè Nivoi, del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e
di Usb – Unione Sindacale di Base. Ascolta o scarica
________
Di seguito la dichiarazione della campagna #MaskOffMaersk:
“Fermare le spedizioni di F-35 a Israele – Porre fine alla complicità di Maersk
nel Genocidio – Porre fine all’impunità per Leonardo S.p.A
16 Giugno 2025
Noi, rappresentanti dei movimenti e organizzazioni sottoscritte, siamo uniti
nell’opposizione ai continui trasferimenti illegali di forniture militari a
Israele, che consentono il genocidio in corso contro 2,3 milioni di palestinesi
a Gaza, ai brutali attacchi e alla pulizia etnica nella Cisgiordania occupata e
al regime di apartheid coloniale contro i palestinesi.
Chiediamo urgente azione di mobilitazione contro le correnti spedizioni di
equipaggiamento per la catena di approvvigionamento degli F-35 e di altro
materiale militare (inclusi prodotti a duplice uso civile/militare) trasportato
dalle navi della compagnia Maersk dallo stabilimento n.4 dell’aeronautica
militare statunitense, gestito da Lockheed Martin, a Fort Worth in Texas, alla
base aerea di Nevatim. Questa base ospita la flotta dell’aeronautica militare
israeliana che sta conducendo una campagna genocida contro il popolo palestinese
a Gaza e contro altre popolazioni nella regione araba. La prima struttura è
l’appaltatore principale del consorzio internazionale che produce i jet F-35; la
seconda è specializzata nella produzione, manutenzione e riparazione degli F-35
israeliani lungo tutta la catena della logistica.
Sappiamo che l’Italia ha un ruolo centrale nella produzione degli F-35: dal 2019
la compagnia Leonardo S.p.a. ha effettuato 165 spedizioni di componenti di
questi velivoli dall’Italia alla Lockheed Martin Aeronautics – tutte trasportate
dalla Maersk. È sempre in Italia, nello specifico a Cameri, dove avviene la fase
finale di assemblamento degli F-35.
Invitiamo tutti i movimenti, le organizzazioni, i singoli individui e i
lavoratori a:
– fare pressione su Maersk affinché interrompa immediatamente tutti i trasporti
di carichi militari diretti al Ministero della Difesa israeliano e di altri
carichi che possano contribuire o favorire i crimini di guerra e il genocidio
israeliani;.
– mobilitarsi contro la produzione, commercializzazione e trasporto di F-35 e
altre componenti militari della società Leonardo;.
– mobilitarsi e organizzarsi affinché la catena di approvvigionamento degli F-35
si interrompa, a cominciare dall’Italia: non possiamo più accettare che le
istituzioni italiane, locali e nazionali, siano direttamente complici nel
genocidio;.
– esercitare pressioni sulle autorità interessate affinché neghino a Maersk
Detroit e Nexoe Maersk l’ingresso nei porti del Mediterraneo e interrompano ogni
partecipazione al trasbordo di carichi militari destinati all’esercito
israeliano, come già accaduto in Francia e in Marocco. Facilitare queste
spedizioni rende qualunque Stato vi partecipi complice di un genocidio, violando
la chiara volontà dei popoli, che rifiutano a larga maggioranza la
normalizzazione e il crescente consenso internazionale contro i trasferimenti di
armi a Israele;.
– attuare mobilitazioni popolari nei porti di transito della Maersk Detroit e
della Nexoe Maersk;.
– fare pressione su governi, autorità portuali e aziende della logistica
affinché blocchino il flusso di armi verso Israele e interrompano qualsiasi
complicità nel trasferimento di carichi militari e di altro tipo che favoriscano
o facilitino gli atroci crimini israeliani.
Ci uniamo alla stragrande maggioranza dei sindacati palestinesi che hanno
invitato i lavoratori di tutto il mondo ad agire per intensificare le campagne
#BlocktheBoat e #MaskOffMaersk e fermare le spedizioni illegali che consentono i
crimini atroci israeliani. Facciamo inoltre eco alla Federazione Generale
Palestinese dei Sindacati di Gaza, che ha chiamato i lavoratori di tutto il
mondo ad agire per fermare il flusso di armi verso Israele.
Invitiamo i sindacati a essere solidali con il popolo palestinese e a proteggere
i lavoratori nei porti, sulle navi, nelle aziende e negli uffici governativi dal
coinvolgimento in trasferimenti criminali, il più delle volte a loro insaputa
e/o senza il loro consenso.
Esortiamo i sindacati, i lavoratori portuali e le organizzazioni della società
civile a organizzarsi contro la vergognosa normalizzazione e complicità dei loro
governi.
Questo è il momento di resistere agli attacchi di Stati Uniti e Israele alla
lotta palestinese. Dobbiamo intensificare le azioni e chiarire che il popolo
rifiuta la normalizzazione e la complicità nel genocidio come un tradimento
della lotta di liberazione palestinese.
Il popolo sta con Gaza! Embargo sulle armi ora!”