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Cooperazione #militare #Israele-Italia: i Depth Corps e la Brigata San Marco. Un’operazione, quella delle unità d’assalto della Marina israeliana contro il veliero umanitario “Madleen” della #freedomflotilla,che ricorda gli attacchi armati e gli abbordaggi https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/06/cooperazione-militare-israele-italia-i.html
ITALIA-#ARABIA SAUDITA. Roma dimentica diritti umani e guerre e consolida la cooperazione #militare Dopo tre anni è tornata a bombardare le postazioni Houthi in #Yemen a fianco delle forze armate #USA. 345 condanne a morte, in buona parte per decapitazione https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/06/italia-arabia-saudita-roma-dimentica.html
PALESTINA: ANCHE IN ITALIA LA CAMPAGNA PER L’EMBARGO MILITARE CONTRO ISRAELE. 20 GIUGNO SCIOPERO GENERALE CONTRO GUERRA E RIARMO
La lotta per fermare il flusso di armamenti verso Israele sta assumendo una nuova dimensione in Italia, grazie alla campagna “Mask off Maersk”. Lanciata su scala internazionale da diverse organizzazioni palestinesi, tra cui il Palestinian Youth Movement (PYM), la campagna chiede l’immediato blocco delle spedizioni di armi, come i caccia F-35, destinate a Israele. Questo appello è stato rilanciato anche in Italia dai Giovani Palestinesi, in collaborazione con cinque sindacati di base (ADL Cobas, SCUB, Sicobas, SGB, USB), che da tempo lottano contro la complicità occidentale nei crimini commessi contro il popolo palestinese. La campagna contro l’invio degli F-35 e altre armi verso Israele non è solo una battaglia contro l’industria militare, ma anche una lotta per denunciare la complicità del governo italiano. L’Italia è  il terzo paese esportatore di armamenti verso Israele, dopo Stati Uniti e Germania, e la Leonardo S.p.A. è una delle aziende chiave nella produzione degli F-35, che vengono utilizzati nei bombardamenti e nelle operazioni militari in Palestina. Uno degli appuntamenti cruciali di questa campagna è lo sciopero generale del 20 giugno, che vedrà i sindacati di base scendere in piazza per protestare contro il genocidio e la guerra e chiedere un cambiamento radicale nelle politiche economiche e militari del governo italiano. Se ne parla ai microfoni di Radio Onda d’Urto con Youssef di Giovani Palestinesi d’Italia e Josè Nivoi, del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova e di Usb – Unione Sindacale di Base. Ascolta o scarica ________ Di seguito la dichiarazione della campagna #MaskOffMaersk: “Fermare le spedizioni di F-35 a Israele – Porre fine alla complicità di Maersk nel Genocidio – Porre fine all’impunità per Leonardo S.p.A 16 Giugno 2025 Noi, rappresentanti dei movimenti e organizzazioni sottoscritte, siamo uniti nell’opposizione ai continui trasferimenti illegali di forniture militari a Israele, che consentono il genocidio in corso contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, ai brutali attacchi e alla pulizia etnica nella Cisgiordania occupata e al regime di apartheid coloniale contro i palestinesi. Chiediamo urgente azione di mobilitazione contro le correnti spedizioni di equipaggiamento per la catena di approvvigionamento degli F-35 e di altro materiale militare (inclusi prodotti a duplice uso civile/militare) trasportato dalle navi della compagnia Maersk dallo stabilimento n.4 dell’aeronautica militare statunitense, gestito da Lockheed Martin, a Fort Worth in Texas, alla base aerea di Nevatim. Questa base ospita la flotta dell’aeronautica militare israeliana che sta conducendo una campagna genocida contro il popolo palestinese a Gaza e contro altre popolazioni nella regione araba. La prima struttura è l’appaltatore principale del consorzio internazionale che produce i jet F-35; la seconda è specializzata nella produzione, manutenzione e riparazione degli F-35 israeliani lungo tutta la catena della logistica. Sappiamo che l’Italia ha un ruolo centrale nella produzione degli F-35: dal 2019 la compagnia Leonardo S.p.a. ha effettuato 165 spedizioni di componenti di questi velivoli dall’Italia alla Lockheed Martin Aeronautics – tutte trasportate dalla Maersk. È sempre in Italia, nello specifico a Cameri, dove avviene la fase finale di assemblamento degli F-35. Invitiamo tutti i movimenti, le organizzazioni, i singoli individui e i lavoratori a: – fare pressione su Maersk affinché interrompa immediatamente tutti i trasporti di carichi militari diretti al Ministero della Difesa israeliano e di altri carichi che possano contribuire o favorire i crimini di guerra e il genocidio israeliani;. – mobilitarsi contro la produzione, commercializzazione e trasporto di F-35 e altre componenti militari della società Leonardo;. – mobilitarsi e organizzarsi affinché la catena di approvvigionamento degli F-35 si interrompa, a cominciare dall’Italia: non possiamo più accettare che le istituzioni italiane, locali e nazionali, siano direttamente complici nel genocidio;. – esercitare pressioni sulle autorità interessate affinché neghino a Maersk Detroit e Nexoe Maersk l’ingresso nei porti del Mediterraneo e interrompano ogni partecipazione al trasbordo di carichi militari destinati all’esercito israeliano, come già accaduto in Francia e in Marocco. Facilitare queste spedizioni rende qualunque Stato vi partecipi complice di un genocidio, violando la chiara volontà dei popoli, che rifiutano a larga maggioranza la normalizzazione e il crescente consenso internazionale contro i trasferimenti di armi a Israele;. – attuare mobilitazioni popolari nei porti di transito della Maersk Detroit e della Nexoe Maersk;. – fare pressione su governi, autorità portuali e aziende della logistica affinché blocchino il flusso di armi verso Israele e interrompano qualsiasi complicità nel trasferimento di carichi militari e di altro tipo che favoriscano o facilitino gli atroci crimini israeliani. Ci uniamo alla stragrande maggioranza dei sindacati palestinesi che hanno invitato i lavoratori di tutto il mondo ad agire per intensificare le campagne #BlocktheBoat e #MaskOffMaersk e fermare le spedizioni illegali che consentono i crimini atroci israeliani. Facciamo inoltre eco alla Federazione Generale Palestinese dei Sindacati di Gaza, che ha chiamato i lavoratori di tutto il mondo ad agire per fermare il flusso di armi verso Israele. Invitiamo i sindacati a essere solidali con il popolo palestinese e a proteggere i lavoratori nei porti, sulle navi, nelle aziende e negli uffici governativi dal coinvolgimento in trasferimenti criminali, il più delle volte a loro insaputa e/o senza il loro consenso. Esortiamo i sindacati, i lavoratori portuali e le organizzazioni della società civile a organizzarsi contro la vergognosa normalizzazione e complicità dei loro governi. Questo è il momento di resistere agli attacchi di Stati Uniti e Israele alla lotta palestinese. Dobbiamo intensificare le azioni e chiarire che il popolo rifiuta la normalizzazione e la complicità nel genocidio come un tradimento della lotta di liberazione palestinese. Il popolo sta con Gaza! Embargo sulle armi ora!”
#Sardegna ULTRAMILITARIZZATA: un'isola OSTAGGIO della #NATO La NATO ha assoggettato la Sardegna ai suoi progetti di guerra, trasformandola in un poligono #militare al centro del Mar Tirreno.https://www.youtube.com/watch?v=npeftHw3O0I
#Israele-#Germania. Più stretta la collaborazione #militare, Berlino acquista l’Arrow3. L’accordo più importante nella storia dell’export di sistemi bellici (valore 3,5 miliardi di dollari circa) e profitti per le industrie europee, compresa #Leonardo SpA. https://pagineesteri.it/2025/06/12/medioriente/israele-germania-piu-stretta-la-collaborazione-militare-berlino-acquista-larrow-3/
#norearmeurope #noponte L’Italia si inginocchia a #Trump: 5% di spesa #militare Il Governo #Meloni favorevole alla proposta di un nuovo obiettivo di spesa per la guerra pari al 5% del PIL avanzata dal Segretario Generale della #NATO Mark Rutte https://radioblackout.org/2025/06/litalia-si-inginocchia-a-trump-5-di-spesa-militare/
#Israele-Italia verso il rinnovo dell'accordo #militare? #stopthegenocideingaza🇵🇸 L'ultimo comune a votare per riconoscere lo stato della #Palestina è stata la città di #Napoli. Nel frattempo l'8 giugno si rinnova l'accordo militare con Israele https://www.youtube.com/watch?v=qMJJtGbtvAw
Il Fatto Quotidiano: Simulazione di guerra in Brianza: polemiche per il “gioco” con base logistica la palestra di una scuola
DI ALEX CORLAZZOLI PUBBLICATO SU WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT IL 19 MAGGIO 2025 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante contributo scritto da Alex Corlazzoli, pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 19 maggio 2025 in cui viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. «I primi a farsi sentire sono proprio quelli dell’Osservatorio [contro la] militarizzazione delle scuole: “La base logistica sarà ancora Briosco e, come nel 2024, sarà la scuola secondaria di primo grado “Benedetto da Briosco”. Tra l’altro, continuano, “le truppe arriveranno la sera di giovedì 22 maggio”. “Ci chiediamo se i genitori, gli alunni e i docenti siano stati informati e se sia stato richiesto il loro parere sulla decisione” di ospitare l’iniziativa...continua a leggere su www.ilfattoquotidiano.it.
CRESCONO I RAPPORTI MILITARI ITALIA-ISRAELE: APPROVATO L’ACQUISTO DI FORNITURE PER 1,6 MILIARDI
Passato in sordina un nuovo accordo tra Italia e Israele in tema di cooperazione militare: lo scorso 6 maggio è stato approvato dalla maggioranza di governo, in Commissione Bilancio della Camera, lo schema di decreto ministeriale SMD 19/2024 dal valore di oltre 1,6 miliardi di euro per implementare una piattaforma aerea di ultima generazione: sarà utilizzata per condurre attività di diversa natura, in primo luogo di spionaggio. La tecnologia israeliana di questi sistemi è stata testata in decenni di occupazione ed ora potrà essere utilizzata dall’Italia. Gli aerei che saranno coinvolti, i Gulfstream G-550, sono aeromobili civili che verranno convertiti in aerei spia, dotandoli proprio dei sistemi tecnologici prodotti da Israele. L’Atto del Governo n. 264, sottoposto a parere parlamentare, cui esame è durato cinque minuti, rafforza di fatto i già strettissimi legami militari tra l’Italia e la macchina genocida sionista. Altra questione in tema di cooperazione militare tra Italia e Israele riguarda un Memorandum d’intesa tra i due governi. L’accordo è stato siglato a Parigi nel 2005 e si rinnova automaticamente ogni cinque anni. Il prossimo rinnovo è previsto per l’8 giugno. Il governo italiano sarebbe ancora in tempo per annullare il rinnovo. Ai nostri microfoni Domenico Gallo, già magistrato e già presidente di sezione di Cassazione. Ascolta o scarica  
Addestramento militare nelle scuole della Polonia. Dal riarmo all’ideologia della guerra
Educazione alla sicurezza ed addestramento all’utilizzo delle armi nelle scuole a partire dal quattordicesimo anno di età. Tutto ciò avviene in Polonia, paese che nel 2024 ha aumentato le spese militari più di ogni altra Nazione UE, vicina agli USA e avamposto antirusso tra i paesi NATO. Educare alla guerra, educare al conflitto armato tra nazioni (non certo a quello sociale, perché militarismo e nazionalismo sono da sempre l’oppio dei popoli, provocando immani carneficine tra la popolazione civile) in un paese nel quale la spinta al riarmo è sempre più accentuata insieme a processi di militarizzazione della società Tra le materie e i programmi di studio figurano corsi e percorsi che vanno dall’addestramento al tiro all’utilizzo di vari armi fino alle classiche nozioni di disciplina militare, tanto per abituarci all’idea della guerra e alla cieca obbedienza, insomma un percorso di formazione che mette insieme pratica e teoria, con tanto di corsi obbligatori e indirizzi nelle scuole superiori che spingono verso la carriera militare. Di questo ci parla tanto Euronews quanto Orizzonte Scuola, due testate che documentano l’ingresso di militari nel ruolo di educatori e insegnanti con corsi da loro diretti e un addestramento militare vero e proprio accompagnato da lezioni teoriche e indottrinamento ideologico per abituare e preparare le giovani generazioni alla ineluttabilità della guerra. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo da tempo denunciato questa deriva anche in Italia e il quadro delle segnalazioni che ci arrivano quotidianamente, insieme ai piani di riarmo europeo, sembra condurre il nostro Paese verso un destino molto analogo a quello della Polonia. A tal riguardo è utile riportare quanto scritto da OrizzonteScuola, oltre il quale ogni ulteriore nostro commento sarebbe superfluo: «Gli esperti di psicologia dell’età evolutiva sottolineano che l’adolescenza è una fase particolarmente delicata, in cui la personalità si sta ancora formando e la percezione del rischio, della paura e della responsabilità è in continua evoluzione. L’inserimento di esercitazioni di tiro, simulazioni di conflitto e lezioni di disciplina militare può generare, in alcuni casi, ansia, stress o senso di insicurezza, soprattutto nei ragazzi più sensibili o meno inclini a contesti competitivi e conflittuali. Alcuni psicologi avvertono che la normalizzazione di pratiche militari a scuola rischia di influenzare negativamente la visione della realtà, portando i giovani a percepire il mondo esterno come costantemente minaccioso e a sviluppare una mentalità difensiva o aggressiva». Inoltre, si afferma che: «Sul piano sociale, la presenza di corsi di addestramento militare può incidere sulle dinamiche di gruppo e sulle relazioni tra pari. Da un lato, la condivisione di esperienze intense e la necessità di collaborare in situazioni di simulazione possono rafforzare il senso di appartenenza e la coesione tra gli studenti. Dall’altro, però, esiste il rischio di esclusione o emarginazione per chi non si riconosce nei valori o nelle pratiche proposte, alimentando divisioni e tensioni all’interno della comunità scolastica. Le associazioni di genitori e alcuni pedagogisti chiedono quindi che tali programmi siano accompagnati da un attento supporto psicologico e da momenti di riflessione collettiva, per garantire che la formazione alla sicurezza non si trasformi in un fattore di disagio o di pressione eccessiva». Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università continuiamo ad opporci a tutte le iniziative che vedono il coinvolgimento dei militari nelle scuole e su questa strada possiamo constatare che anche genitori, studenti e società civile comincia a comprendere il disegno nefasto che abbiamo messo sotto i riflettori. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università