
Reggio Calabria, 4 novembre in piazza per dire “no alla retorica militarista”
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Friday, November 7, 2025Martedì 4 novembre 2025, Reggio Calabria è scesa in piazza con un presidio in piazza Sant’Agostino, di fronte l’ex Caserma Mezzacapo, nel cuore della città.
Nella giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, abbiamo sentito l’esigenza di prendere parola pubblicamente per denunciare come la retorica patriottica promossa dal governo rappresenti parte di un disegno più ampio: rendere accettabile e persino “desiderabile” la guerra, normalizzando l’ideologia bellicista per legittimare l’enorme incremento delle spese militari previsto dalla manovra finanziaria 2026.
Questo processo non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa – con il progetto di riarmo europeo – e l’Occidente nel suo complesso, con la NATO che pretende dai paesi membri un aumento delle spese militari fino al 5% del PIL.
Siamo scesi in piazza per smascherare la narrazione bellicista del governo e per riaffermare il nostro sostegno al popolo palestinese e alla sua resistenza.
Mentre la cosiddetta “pace” in Palestina si rivela sempre più una menzogna funzionale a un progetto coloniale, a Gaza continuano i massacri perpetrati da Israele con il sostegno dei nostri governi. Abbiamo ribadito che il “No” al genocidio del popolo palestinese non può spegnersi, non solo perché a Gaza oggi si muore, ma perché ciò che accade in Palestina parla anche dei processi politici, economici e sociali che attraversano il nostro Paese.
Mentre il genocidio continua, in Italia si approvano piani di riarmo che sottraggono risorse a scuola, sanità, lavoro e welfare – settori che in Italia, e soprattutto in Calabria, avrebbero invece bisogno di investimenti reali. Abbiamo ricordato che la mano che arma il genocidio del popolo palestinese è la stessa che finanzia la guerra per produrre profitti per pochi, mentre condanna gli altri alla precarietà, alla povertà, alla fame, alla mancanza di servizi.
Il presidio del 4 novembre è stato anche un momento di protesta contro la decisione del Ministero della Cultura di cancellare il convegno “La scuola non si arruola”, promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Una scelta che si inserisce in un clima sempre più intollerante verso il pensiero critico e che mira a silenziare ogni voce contraria alla deriva militarista. Intanto, nelle scuole si promuove l’arruolamento e nelle università si moltiplicano accordi con atenei israeliani e aziende che traggono profitto dalla guerra.
Siamo quindi scesi in piazza per dire no alla militarizzazione degli spazi educativi e sociali, per mostrare che la cittadinanza non accetta di morire – o di vedere morire altri – per il profitto di pochi. Abbiamo manifestato al fianco della Palestina perché dire no al genocidio significa anche dire sì alla giustizia sociale, ai servizi pubblici, all’autodeterminazione dei popoli contro ogni forma di oppressione.
Con i nostri corpi in piazza abbiamo espresso la volontà di continuare a mobilitarci: contro la militarizzazione della nostra società, contro il genocidio e l’apartheid in Palestina, contro l’ideologia bellicista e i progetti di riarmo, per costruire insieme una società più giusta, equa e libera.
Coordinamento Pro Palestina Reggino