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Sostenere lo sciopero generale, continuiamo a costruire il movimento di classe
La crisi conclamata del Modo di produzione capitalista e di tutta la civiltà occidentale sta da tempo generando numerosi mostri ma allo stesso tempo, in continuità con la previsione di Marx, sta producendo le “armi” che ne decreteranno la fine: il movimento di classe. Lo sciopero generale del 22 settembre […] L'articolo Sostenere lo sciopero generale, continuiamo a costruire il movimento di classe su Contropiano.
La solitudine dei palestinesi – di Ahmed Frenkel
L’attacco da parte dell’esercito israeliano deciso unilateralmente dal governo Netanyahu contro Gaza City assomiglia sempre più a una sorta soluzione finale di tragica memoria. Avviene nella totale complicità e indifferenza non solo del mondo occidentale (con sporadiche eccezioni, vedi Spagna e Irlanda) ma anche del mondo arabo. In questi giorni a Bruxelles si è [...]
Quinto giorno di navigazione per Stefano Bertoldi dell’Osservatorio contro la militarizzazione con Global Sumud Flotilla
PUBBLICHIAMO IL VIDEO DEL QUINTO GIORNO DI NAVIGAZIONE PER STEFANO BERTOLDI, DOCENTE E ATTIVISTA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, A BORDO DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA VERSO GAZA. Il docente, giornalista e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Stefano Bertoldi, a bordo di una delle imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla fa un resoconto quotidiano della missione umanitaria. In poche parole il racconto della navigazione che porterà il gruppo di imbarcazioni con attiviste ed attivisti di diversa nazionalità verso Gaza, con loro un carico di aiuti, messaggi di pace e speranza per il popolo palestinese martoriato da lunghi e devastanti bombardamenti.
“FERMARE IL MASSACRO NELLA STRISCIA DI GAZA”: INIZIATIVE DELLA CGIL IN 80 CITTA’ ITALIANE
In Italia oggi, venerdì 19 settembre, mobilitazione “per fermare il massacro nella Striscia di Gaza” della Cgil: sciopero di 4 ore a fine turno, che però non riguarda i servizi pubblici definiti essenziali come trasporti, scuola e sanità. Manifestazioni in 80 città. Il segretario generale Landini, ha scelto le piazze di Messina e Catania, da dove ha ricordato la lettera aperta del segretario generale della Confederazione sindacale internazionale, Luc Triangle, indirizzata a capi di Stato, governi e istituzioni internazionali, in cui si chiede il riconoscimento dello Stato palestinese. “L’inazione politica su Gaza e sulla Palestina è una negligenza criminale. Il mondo è testimone di un orrore che sfida la comprensione”, che va fermato, si legge nel testo. “Le opzioni disponibili nell’ambito del diritto internazionale sono molte. La comunità internazionale deve agire ora. I sindacati di tutto il mondo chiedono un’azione immediata e duratura: Fermare immediatamente la fornitura di armi a tutte le parti. Cessare il fuoco immediatamente e garantire un accesso umanitario senza restrizioni. Rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi e i prigionieri politici. Riconoscere immediatamente la Palestina e porre fine all’occupazione e al commercio con gli insediamenti illegali. Rafforzare la democrazia per garantire la pace immediatamente. Dobbiamo agire immediatamente”, si rimarca nella lettera citata da Landini, che ha aggiunto; “non è il momento di spendere per le armi ma per i diritti e la qualità della vita”. Tra le altre piazze, Radio Onda d’Urto si è collegata con: * * Milano, dove si è tenuto un corteo con diverse migliaia di persone. La corrispondenza con il nostro collaboratore Andrea CegnaAscolta o scarica * Breno, in Valle Camonica, con la Cgil del comprensorio sebino – camuno, alla presenza di un centinaio di persone Alessandro della nostra redazione locale della Valle Camonica Ascolta o scarica * Brescia città, dove in piazza Rovetta circa 700 persone hanno risposto all’appello della Camera del Lavoro. Il collegamento con Siham della redazione Ascolta o scarica * Le interviste realizzate in piazza a Brescia da Siham della redazione Ascolta o scarica  
PALESTINA: L’ESERCITO ISRAELIANO PARLA DI “FORZA SENZA PRECEDENTI” CONTRO GAZA CITY. PARTE LA FLOTILLA IN MARE; A TERRA, MOBILITAZIONE CGIL.
“Useremo una forza senza precedenti su Gaza City“; così l’esercito occupante e genocida israeliano, impegnato da giorni a distruggere e poi occupare la principale città della Striscia, intimando poche ore fa nuovamente l’autodeportazione a centinaia di migliaia di persone. Secondo l’Ufficio di statistica palestinese, sono però ancora 740mila i palestinesi nella zona centro-nord della Striscia, dove il genocidio per mano israeliana accelera la propria mattanza: droni, quadricotterei, aerei da combattimento ed esplosioni di robot radiocomandati, con interi quartieri che saltano in aria durante l’avanzata. Mentre si susseguono scene apocalittiche, le famiglie in fuga si trovano ad affrontare la straziante prospettiva di un nuovo sfollamento, verso un qualche ghetto più a sud, in un territorio privo di qualsiasi “zona sicura o umanitaria, senza cibo, acqua, farmaci, ripari, affetti. Dall’alba le vittime palestinesi a Gaza sono 35, di cui almeno 4 in cerca di qualcosa da mangiare prima di essere freddati per le strade. Bilancio comunque destinato a salire, come accade ogni giorno. Impressionanti i numeri in quasi due anni: 65.141 morti e 166mila feriti, per il bilancio ufficiale ma parziale. Altri conteggi, effettuati attraverso alcune stime statistiche da docenti universitari di mezzo mondo, parlano esplicitamente di quasi 700mila persone morte o ferite tra guerra, fame, sfollamenti e collasso totale del sistema sanitario. Un’intera terra ridotta a macerie, per costruire – questo il piano esplicito di Usa e destra israeliana – resort di lusso per ricchi, o “case di lusso per poliziotti”, come detto pochi giorni fa dal ministro israeliano Smotrich, mentre gli Stati Uniti hanno posto l’ennesimo veto ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza. La risoluzione, approvata da 14 dei 15 Stati, chiedeva un “cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza”, il rilascio di tutti i prigionieri e la revoca delle restrizioni imposte da Israele agli aiuti umanitari a Gaza. Da Gaza alla Cisgiordania Occupata. Nuova ondata di raid: decine di prigioneri a Nablus, fuoco su una casa a Surda, vicino a Ramallah, finché le persone all’interno non sono state anch’esse rapite. Fermi e violenze pure nella valle del Giordano, con i coloni lasciati liberi di rubare terre e distruggere auto e attrezzature, mentre i legittimi abitanti palestinesi –in particolare beduini –sotto tiro dei militari occupanti, che hanno pure chiuso il ponte di Allenby, tra Cisgiordania e Giordania, il giorno dopo che un camionista – militare giordano in pensione – ha ucciso a coltellate 2 militari occupanti, prima di essere ammazzato. Infine Gerusalemme; qui portato via in manette lo sceicco Mohammad Sarandah, predicatore della moschea di Al-Aqsa, poco dopo la conclusione della preghiera del venerdì. Non è chiaro il perchè, ma Sarandah è stato trasferito in un centro interrogatori israeliano. FLOTILLA – Palestina e solidarietà internazionale: la Global Sumud Flotilla è finalmente partita da Capo Passero. Le barche partite dirette a Gaza sono salpate con la ferma intenzione di portare aiuti e rompere così il blocco di Israele, che oggi con un tweet del Ministero degli esteri minaccia esplicitamente la Flotilla, definendola come “apertamente sostenuta dagli jihadisti di Hamas. Questo non è umanitario. Si tratta di un’iniziativa jihadista al servizio dell’agenda del gruppo terroristico”. Sempre in Israele, oggi alcune decine di giovani sono riusciti ad arrivare ai reticolati del border di Gaza, dietro lo striscione “Dal mare alla terra: rompere l’assedio”, in solidarietà con la Global Sumud Flotilla, a bordo della quale ci sono anche i lavoratori portuali genovesi del Calp, che rilanciano lo sciopero indetto per il 22 settembre contro il genocidio del popolo palestinese e per la Global Sumud Flottilla. Dalla Global Sumud Flotilla la voce di Josè Nivoi, lavoratore portuale genovese del Calp, che rilancia lo sciopero generale di lunedì, indetto da Usb, Cobas, Cub, Adl Cobas. Al momento già circa 50 piazze già mobilitate. Tra queste anche Brescia, con due appuntamenti: ore 9.30 in piazza Rovetta, ore 18.30 in Prefettura con il Coordinamento Palestina di Brescia. Ascolta o scarica CGIL – In Italia già oggi, venerdì 19 settembre, si mobilita, con una propria piattaforma a sostegno di Gaza, la Cgil: sciopero di 4 ore a fine turno, che però non riguarda i servizi pubblici definiti essenziali come trasporti, scuola e sanità. Manifestazioni in 80 città. Tra le iniziative più partecipate Milano, con diverse migliaia di persone, e Livorno, 10mila persone. A Genova e Terni, la Fiom ha portato a 8 le ore di astensione territoriale. A Catania il corteo con Landini, che ha ricordato “la lettera dei sindacati confederali mondiali a tutti i Parlamenti con richieste precise: riconoscimento dello stato palestinese, blocco di armi e accordi commerciali, no alla corsa al riarmo. Non è il momento di spendere per le armi ma per i diritti e la qualità della vita”. Nel Bresciano due i presidi: uno a Breno, per il comprensorio sebino – camuno, con un centinaio di persone, mentre in circa 700 hanno risposto all’appello della Cgil in piazza Rovetta, a Brescia città.
Put Your Soul on Your Hand and Walk: al cinema la voce di Gaza
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di WANTED CINEMA Carissimə, prima di tutto un enorme grazie. Il viaggio di No other land è stato straordinario: dopo nove mesi è ancora nelle sale, un risultato reso possibile non solo dal pubblico, ma soprattutto dal vostro impegno e dal prezioso lavoro di tutte le associazioni che hanno creduto in questo film. Abbiamo dimostrato insieme che il cinema può essere una potente arma di difesa, di cultura e di comunicazione, capace di illuminare situazioni cruciali e troppo spesso dimenticate. Film come questo dovrebbero essere all’ordine del giorno, e il vostro supporto ha contribuito a renderlo possibile. Oggi siamo felici di condividere con voi un nuovo, urgente capitolo di questo impegno: PUT YOUR SOUL ON YOUR HAND AND WALK diretto da Sepideh Farsi con Fatma Hassona In memoria di Fatma Hassona, Walaa Hassona, Alaa Hassona, Mohammed Hassona, Muhanned Hassona, Yazan Hassona e Raed Hassona. “SE IO MUOIO, VOGLIO UNA MORTE RUMOROSA, CHE SIA SENTITA DA TUTTO IL MONDO” Fatma Hassona, fotogiornalista (1999-2025) Dopo l’anteprima mondiale al Festival di Cannes nella sezione ACID, siamo orgogliosi di annunciare che Put your soul on your hand and walk sarà presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma 2025. Put your soul on your hand and walk racconta l’incontro, a distanza, tra una regista iraniana in esilio a Parigi e Fatma, che da Gaza documentava con coraggio l’assedio della sua terra. Il loro progetto comune prendeva forma proprio mentre la notizia della selezione al Festival di Cannes riempiva Fatma di gioia; ma il giorno seguente, il 16 aprile 2025, un attacco missilistico ha ucciso lei e gran parte della sua famiglia. Le loro videochiamate, registrate giorno dopo giorno, sono diventate l’unico materiale possibile per un film che oggi si fa memoria viva, resistenza, atto d’amore. “Fatma è diventata i miei occhi a Gaza. Io, dal mio esilio, sono stata la sua finestra aperta sul mondo. Questo film è un’urgenza di memoria, un modo per non lasciare che la sua voce venga cancellata.” — Sepideh Farsi La luce e il sorriso di Fatma meritano di essere custoditi e portati ovunque. La sua morte, come quella di tanti troppi giornalisti uccisi a Gaza, non deve passare sotto silenzio. Mobilitiamoci perché la sua voce si faccia sentire ancora più forte attraverso questo film, perché la sua testimonianza non sia dimenticata e continui a parlare al mondo intero. Accanto al film, anche le fotografie di Fatma restano una testimonianza straordinaria. Scatti che oggi, come già proposto in diversi luoghi a Cannes, vogliamo portare in giro per l’Italia con mostre fotografiche dedicate, per permettere a tutti di entrare in contatto diretto con lo sguardo di Fatma e con le immagini che ha avuto il coraggio di consegnarci. Sono 232 i reporter uccisi dall’inizio della guerra. Dal 7 ottobre 2023, a Gaza, sono morti più giornalisti che in entrambe le guerre mondiali (fonte: Il Manifesto). Fatma è un’altra voce che è stata messa a tacere. Come No other land, anche Put your soul on your hand and walk non è solo cinema, ma una presa di posizione politica e umana, un’opera che scuote le coscienze e ci obbliga a non distogliere lo sguardo. È un film che deve essere visto, discusso, condiviso, un documento urgente che ha bisogno della stessa rete di sostegno che ci ha accompagnati fin qui. Vi invitiamo quindi a organizzare proiezioni e dibattiti, a diffondere la voce nelle vostre reti, a continuare a usare il cinema, e ora anche la fotografia, come strumenti di resistenza e di verità. Solo insieme possiamo fare in modo che questa testimonianza trovi lo spazio e l’eco che merita. Contiamo ancora una volta sul vostro sostegno. Per qualsiasi informazione potete contattarci scrivendo a eventi@wantedcinema.eu Redazione Italia
Visti negati, diritti calpestati: l’inerzia del Governo nei confronti dei palestinesi di Gaza
Dal 6 agosto al 10 settembre 2025, il Tribunale di Roma ha emesso una serie di provvedimenti 1 che obbligavano lo Stato italiano a rilasciare visti d’ingresso a famiglie palestinesi intrappolate nella Striscia di Gaza 2. Si tratta, in gran parte, di nuclei con bambini e bambine, riconosciuti come titolari di un diritto all’ingresso in Italia. Nonostante ordini espliciti che imponevano al Ministero degli Affari Esteri e al Consolato italiano a Gerusalemme di agire “entro e non oltre sette giorni”, ad oggi nessun visto è stato materialmente rilasciato. Non sono valsi a nulla i numerosi solleciti inviati dalle avvocate e dagli avvocati ASGI: lo Stato italiano resta inerte 3. L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), che ha seguito i ricorsi, denuncia una «grave e colpevole mancata esecuzione dei provvedimenti giudiziari». Con un nuovo comunicato, ASGI sottolinea come «il silenzio dello Stato italiano non trovi alcuna giustificazione ed è evidente la responsabilità che si assume per l’inerzia sin qui dimostrata». L’associazione evidenzia che tale inadempienza «appare tanto più grave alla luce della drammatica situazione in corso nella Striscia di Gaza, documentata e resa evidente all’intera comunità internazionale». «Sappiamo che la situazione è estremamente complessa e che tutto deve passare anche dalle autorità israeliane. Al momento, però» – spiega l’avvocato Dario Belluccio di ASGI – «non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione sulle eventuali attività svolte dall’Italia per dare seguito alla decisione del Tribunale. I nostri assistiti non ce la fanno più, sono allo stremo. E qualsiasi ritardo può costare loro la vita». Un’ordinanza del Tribunale sostiene: «Lo Stato italiano non solo non può legittimamente ostacolare l’ingresso sul territorio dei ricorrenti in fuga da Gaza, ma anzi ha un obbligo rafforzato a consentirne l’accesso, quale misura di protezione minima e necessaria per prevenire la violazione irreparabile del diritto alla vita, all’incolumità personale e alla dignità umana». Le ordinanze riguardano cinque nuclei familiari, per un totale di circa una quarantina di persone, molte delle quali sono minori, anziani, persone malate, oppure familiari di cittadini italiani. Il tribunale ha fatto espresso riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, sottolineando che l’Italia ha obblighi giuridici non solo di cooperazione ma di prevenzione. Le autorità italiane, secondo ASGI, non hanno fornito risposte concrete: nessuna motivazione ufficiale per il ritardo, nessuna conferma che siano stati compiuti atti per ottenere le autorizzazioni necessarie dalle autorità israeliane. La situazione nella Striscia di Gaza è documentata come genocidaria: bombardamenti indiscriminati, fame e difficoltà nell’accesso a beni di prima necessità, rischio costante per i civili, specie per i più vulnerabili. ASGI ribadisce: «Lo Stato italiano deve agire immediatamente, nessun ulteriore ritardo è giustificabile. Tutti i palestinesi devono avere gli stessi diritti. Riterremo responsabile lo Stato italiano della colpevole inerzia se qualcuno dei nostri assistiti dovesse morire o subire ulteriori gravissimi danni». Quanto emerso mostra che non è più possibile considerare questo un difetto amministrativo: è una questione politica, giuridica e morale. Lo Stato italiano è chiamato non solo a rispettare la legge nazionale, ma anche gli obblighi internazionali – inclusi quelli derivanti da trattati che ha sottoscritto. ASGI chiede: il rilascio immediato dei visti ordinati, l’avvio concreto delle operazioni di fuoriuscita dalla Striscia, la trasparenza sulle richieste e i contatti con le autorità israeliane, e che ogni ritardo venga riconosciuto come aggravante. «Ogni ulteriore ritardo – conclude l’associazione – costituirà un’aggravante della già grave responsabilità politica, giuridica e morale assunta dal Governo. Ogni limite è superato ed è chiara la colpevole responsabilità dello Stato italiano, di cui si chiederà soddisfazione in ogni sede». 1. La sintesi delle pronunce del Tribunale di Roma emesse tra il 6 e il 13 agosto, ASGI (26 agosto 2025) ↩︎ 2. Gaza, il tribunale di Roma ordina l’ingresso di famiglie palestinesi. Asgi: “Ma il governo ancora non agisce”, Il Fatto Quotidiano (23 agosto 2025) ↩︎ 3. Il comunicato di ASGI del 23 agosto 2025 ↩︎
PALESTINA: 713 GIORNI DI GENOCIDIO A GAZA. 300 VITTIME ACCERTATE IN 3 ORE, PROSEGUE L’INVASIONE VIA TERRA A GAZA CITY.
  Non si ferma il genocidio a Gaza: in soli tre giorni dall’inizio dell’invasione israeliana via terra di Gaza City, il numero dei morti accertati ha superato i 300 mentre le forze di Tel Aviv hanno intensificato i raid aerei sulla città, riducendola in macerie e portando alla mobilitazione dei carri armati israeliani. Secondo fonti ufficiali israeliane, circa 500.000 palestinesi sarebbero fuggiti dalla principale città della Striscia. Tuttavia, è difficile confermare questa cifra a causa del blackout delle comunicazioni: Tel Aviv ha infatti interrotto l’accesso a Internet per gran parte della Striscia, cercando di impedire la diffusione di informazioni e notizie indipendenti. Soltanto nelle prime ore di oggi, giovedì 18 settembre, i bombardamenti israeliani hanno causato 83 morti, dopo i 99 di ieri e i 110 di martedì. Gli ospedali, già al collasso, non riescono più a far fronte al numero crescente di feriti mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme: “I feriti non riescono a ricevere assistenza, e la crescente violenza sta impedendo l’accesso alle strutture sanitarie, mettendo in grave pericolo la vita di centinaia di persone.” Su Radio Onda d’Urto, la corrispondenza dalla Striscia di Gaza con Sami Abu Omar, cooperante di tante realtà solidali italiane, in particolare del Centro “Vik – Vittorio Arrigoni” e di ACS, oltre che nostro collaboratore. Ascolta o scarica. Nel frattempo, il ministro dell’economia israeliano, il colono fascista Bezalel Smotrich, vuole passare all’incasso: “Gaza rappresenta una miniera d’oro. Dopo aver investito ingenti somme nella guerra, Israele dovrebbe negoziare una spartizione del territorio con gli Stati Uniti”, che dal canto loro – fonte: il bilancio del Pentagono – hanno speso negli ultimi mesi mezzo miliardo di dollari in missili intercettori per difendere Israele, soprattutto durante i giorni di scontro aperto con l’Iran. Ancora Palestina: le violenze non si limitano alla Striscia di Gaza, ma si estendono anche alla Cisgiordania occupata. Da quando è iniziata l’invasione di Gaza, si è registrata un’ondata senza precedenti di raid, rapimenti e distruzione, giustificata dalle autorità israeliane con la pretesa di dover fermare gli attacchi di Hamas sulla West Bank. L’esercito israeliano ha ordinato centinaia di rapimenti (“arresti”, dice Tel Aviv) mentre i coloni – ancora più liberi di agire grazie al supporto delle forze occupanti israeliane – hanno intensificato il furto di terre e risorse dai palestinesi, oltre agli atti di terrorismo per spingere la popolazione a fuggire. Sul fronte internazionale: Le autorità Usa hanno avviato il processo di espulsione del palestinese Mahmoud Khalil, studente della Columbia e noto attivista per i diritti della Palestina, accusato di aver omesso (presunte) informazioni nella domanda di green card. L’Unione Europea, ha invece annunciato delle (micro)sanzioni economiche contro i responsabili israeliani, tra cui i ministri Smotrich e Ben Gvir, noti per il loro supporto ai coloni mentre le sanzioni, che riguardano la sospensione di alcuni accordi commerciali; si parla comunque di 227 milioni di euro, una goccia nel mare delle complicità europee con Tel Aviv. Nonostante questo, per il via libera alle sanzioni serve l’ok unanime dei 27 Paesi Ue; fantapolitica, al momento, vista la contrarietà già esplicitata da Germania e Repubblica Ceca. L’approfondimento su Radio Onda d’Urto con Samir Al Qaryouti, giornalista italopalestinese e collaboratore tra gli altri di Al Jazeera, BBC e France 24. Ascolta o scarica.
In corso picchetto al MCDonald di Torpignattara in solidarietà alla Palestina!
Un compagno ci comunica che in questo momento sono davanti al Mcdonald di Torpignattara per sciopero di quartiere Torpignattara/Pigneto/Quadraro al fianco della Palestina. Oggi a pranzo lì non si mangia. I/le compas invitano tutt3 a unirsi al picchetto e allo sciopero di oggi. Palestina libera!  Prossimi appuntamenti di oggi:  Ore 17: Disegni per la Palestina con bimb3 a largo Perestrello (Marranella) Ore 17: Disegni per la Palestina con bimb3 su tutta l'isola pedonale del Pigneto. Ore 17: a via dei ciceri 131 (Quadraro) apputnamento per raggiungere largo Perestrello e diffondere solidarietà. Ore 19: cena popolare a largo perestrello (marranella) MANIFESTAZIONE SERALE NEI QUARTIERI SOLIDALI partenza da largo perestrello Redazionale sullo sciopero: https://www.ondarossa.info/redazionali/2025/09/roma-sciopero-quartiere-189
Due imbarcazioni di f.lotta raggiungono e si uniscono alla Global Sumud Flotilla
Aggiornamenti da una compagna di f.Lotta su quanto sta accadendo nel Mediterraneo. Due imbarcazioni di questo movimento indipendente e orizzontale si sono unite alla Global Sumud Flotilla per rompere l'assedio illegale su Gaza via mare, aprire un corridoio umanitario e porre fine al genocidio in corso del popolo palestinese.  f.Lotta occupa il mediterraneo sotto Lampedusa per rivendicare la libertà di movimento per tutt* contro il modello di controllo e esternalizzazione – razzista, capitalista e neocoloniale – proposto dalla Fortezza Europa. La Sumud sta mandando un messaggio condiviso dal mondo intero: che i/le palestinesi a Gaza e in tutta la Palestina non sono soli, e che i popoli non resteranno in silenzio.