
Un milione di palestinesi “rifiuta lo sfollamento” dal nord della città di Gaza in mezzo alla carneficina israeliana
InfoPal - Thursday, September 18, 2025
Gaza – The Cradle. Circa un milione di palestinesi nella città di Gaza e nel nord della Striscia rifiutano o non possono essere sfollati forzatamente nelle sovraffollate “zone sicure” del sud, secondo una dichiarazione rilasciata dall’Ufficio stampa del governo di Gaza il 16 settembre.
“Più di un milione di palestinesi restano radicati nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza, mantenendo la loro terra e le loro case e rifiutando categoricamente lo sfollamento verso sud, nonostante i bombardamenti feroci e la guerra genocida portata avanti dall’occupazione israeliana”, hanno detto i funzionari palestinesi.
🚨Hundreds of families have been forced to flee and be displaced from Gaza City to the south, due to the Israeli military operation, the ongoing barbaric bombing, and the targeting of the city's residential towers and buildings. pic.twitter.com/YuUhm1S26Q
— Gaza Notifications (@gazanotice) September 16, 2025
La dichiarazione sottolinea che la popolazione della città di Gaza e del nord della Striscia “supera 1,3 milioni di persone”, la maggior parte delle quali già sfollata dai propri quartieri verso le aree centrali e costiere.
Secondo quanto pubblicato dai media israeliani martedì mattina, Tel Aviv stima che circa 600.000 civili rimangano ancora nella città di Gaza.
I funzionari di Gaza hanno anche documentato quello che descrivono come “sfollamento inverso”, con oltre 15.000 palestinesi sono tornati “nelle loro aree originarie nella città di Gaza a partire da mezzogiorno di martedì, dopo aver inizialmente spostato beni verso sud per metterli al sicuro. Sono tornati indietro a causa della totale assenza di condizioni di vita di base”.
Families returning to Gaza City amid overcrowding and false ‘safe zones’ claims
— The Cradle (@TheCradleMedia) September 16, 2025
Despite the heavy airstrikes and massacres, Palestinian families are returning to Gaza City due to overcrowding of displaced people in the south, where Israel claims there are safe “humanitarian… pic.twitter.com/2BtEhhMxDy
I funzionari di Gaza sottolineano inoltre che l’area di al-Mawasi, a Khan Yunis, e Rafah, nel sud della Striscia, ospitano attualmente circa 800.000 palestinesi che vivono in condizioni difficili.
I funzionari israeliani si riferiscono a queste aree come a “zone umanitarie sicure”, nonostante siano state prese di mira da più di 100 attacchi aerei negli ultimi mesi che hanno causato la morte di almeno 2.000 palestinesi.
“L’area designata dall’occupazione sulle sue mappe come ‘zone rifugio’ copre solo il 12 percento del territorio totale di Gaza, dove sta cercando di stipare più di 1,7 milioni di persone”, evidenzia l’Ufficio stampa del governo di Gaza nella sua dichiarazione, aggiungendo che le cosiddette zone sicure “sono prive di tutti i beni essenziali della vita: nessun ospedale, nessuna infrastruttura o servizi vitali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione — rendendo la sopravvivenza quasi impossibile”.
Israel is forcing nearly a million Palestinians to leave Gaza City for its so-called ‘safe zone’ in al-Mawasi, where thousands of people are crowded in tents with little access to food, water or power. pic.twitter.com/Kcve58u9FJ
— Al Jazeera English (@AJEnglish) September 16, 2025
L’esercito israeliano ha lanciato la sua tanto annunciata invasione di terra della città di Gaza nella notte di martedì, sotto la copertura di bombardamenti incessanti che si potevano sentire fino a Tel Aviv.
Secondo i media in lingua ebraica, l’operazione Carri di Gedeone 2 era inizialmente prevista dopo un’evacuazione di massa della città di Gaza, dove vivono più di un milione di persone. Lunedì, la Radio dell’esercito israeliano aveva riferito che il ritmo dell’evacuazione era “lento e poteva influenzare l’inizio dell’operazione di terra”.
Tuttavia, l’esercito israeliano ha lanciato l’operazione poche ore dopo la visita del segretario di stato USA Marco Rubio, che ha espresso l’impegno incrollabile di Washington al genocidio dei palestinesi a Gaza.
Traduzione per InfoPal di F.L.