
Magenta, Liceo Bramante, i docenti dicono «No ai bersaglieri nelle scuole»
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Saturday, May 31, 2025Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università apprezziamo il coraggio e la determinazione dei/delle docenti del Liceo “Bramante” di Magenta in provincia di Milano, che hanno rifiutato la collaborazione con i bersaglieri nella loro scuola per un progetto di educazione civica, scrivendo una lettere circostanziata al ministro Giuseppe Valditara.
La notizia apparsa su «Il fatto quotidiano» a firma di Alex Corlazzoli (clicca qui), maestro e giornalista che già il passato si è mostrato profondamente sensibile ai temi cari dell’Osservatorio (caso Brianza, ancora sulla Brianza, lettera Piemonte, caso Fagnano Olona) e che ringraziamo per l’audacia che altri/e giornalisti/e non hanno, mostra che le campagne antimilitariste, nonviolente e pacifiste lanciate dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università trovano rispondenza e condivisione presso le comunità scolastiche.
Come docenti abbiamo numerosi strumenti a disposizione per opporci a quello che è un piano deliberato e programmato di investimento militare nelle nostre scuole. Infatti, occorre sempre ricordare che sono i docenti in collegio, nei consigli di classe e, in collaborazione con genitori e studenti/studentesse, nel consiglio d’istituto a programmare le attività didattiche, educative e pedagogiche per gli alunni e per le alunne.
Ora, per far sì che i nostri figli e le nostre figlie crescano con l’idea di poter vivere in un mondo che non sia devastato dalle guerra, occorre che sia costruito un universo simbolico di pace, di nonviolenza, intriso di valori antifascisti, perché nel fascismo, nel colonialismo e nel razzismo albergano quelle idee di guerra e sopraffazione che portano solo morte e distruzione.
Quello che le Forze Armate stanno mettendo in campo con il loro Programma di Comunicazione 2025, e di cui i/le docenti sono perlopiù all’oscuro, non è altro che un piano ben ponderato di intervento, che prevede il reclutamento di 40.000 nuovi/e soldati/soldatesse per un esercito che deve essere ben equipaggiato per affrontare ed intervenire in scenari geopolitici e militari che non riguardano, ovviamente, la difesa dei nostri confini, ma l’intervento al fianco della NATO nella destabilizzazione di zone d’interesse economico e politico, da cui ricavare dominio, poco importa se in quelle zone si lascia sul terreno la devastazione totale.
Ciò che importa al nostro Dipartimento per la Difesa, che lancia così nelle scuole un’aggressiva campagna pubblicitaria mai vista in precedenza con l’ashtag #NOISIAMOLADIFESA, è che l’Italia sia capace di mostrare il suo aspetto muscolare al fianco degli Stati Uniti e della NATO per guadagnarsi una posizione di “multidominio” ed è per questo che viene chiesto al governo di aumentare la spesa militare al 2%, sforando il deficit e fuori dal patto di stabilità.
Hanno fatto bene, dunque, i/le docenti del Liceo Bramante di Magenta a rigettare la collaborazione con i bersaglieri, dal momento che i valori militareschi della patria, della difesa, del coraggio, sono incompatibili con quelli dell’educazione civica alla differenza, all’inclusione e come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università restiamo a disposizione dei/delle colleghe per organizzare percorsi didattici alternativi nonviolenti e pacifisti.
Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università