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Università degli Studi di Padova
Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata
Corso di Laurea Magistrale in Pluralismo culturale, mutamento sociale e
migrazioni
DONNE MIGRANTI E DIRITTO ALLA SALUTE: IL RUOLO DELLE OPERATRICI DEI SERVIZI IN
LOMBARDIA
Tesi di laurea magistrale di Valentina Piantoni (2023/2024)
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INTRODUZIONE
Questo lavoro nasce dal desiderio e dalla necessità personale di approfondire il
tema della salute e del benessere delle donne, in particolare di quelle che
hanno vissuto un’esperienza migratoria. L’obiettivo è quello di fornire un
quadro conoscitivo utile a favorire l’empowerment delle donne attraverso
l’offerta di servizi accessibili e inclusivi.
Con la persistenza dei flussi migratori verso l’Italia, emerge infatti il
bisogno di garantire alla popolazione migrante una tutela effettiva del proprio
diritto di salute. In questo contesto, le problematiche legate all’esercizio di
tale diritto incidono in modo particolare sulle donne migranti, soprattutto in
relazione alla salute sessuale e riproduttiva.
La domanda di ricerca di questo elaborato si concentra sull’analisi del sistema
sociosanitario con cui le donne migranti si confrontano, indagando le modalità
di accoglienza e le criticità che possono emergere nel garantire un accesso
adeguato e inclusivo ai servizi, basandosi prevalentemente sulle
rappresentazioni di operatori e operatrici esperti.
Per rappresentare in modo significativo il fenomeno in esame, si propone un
approccio che consideri le dimensioni di migrazione, genere e salute.
Da un lato, le persone migranti affrontano difficoltà specifiche legate al
processo migratorio, che possono influire profondamente sulla loro salute;
dall’altro, le differenze di genere influenzano non solo l’accesso ai servizi
sanitari, ma anche l’esperienza stessa del benessere.
La condizione di salute, quindi, è modellata da molteplici fattori sociali,
economici e ambientali, che si sovrappongono e interagiscono tra loro.
Ciascuna di queste dimensioni può generare forme di discriminazione che si
influenzano reciprocamente, rendendo fondamentale un’analisi intersezionale per
superare categorizzazioni rigide e riconoscere come migrazione, genere e salute
si combinino in modi complessi, creando esperienze uniche per ciascuna persona.
Questo approccio permette inoltre di sviluppare strumenti e politiche più
inclusivi ed efficaci, in grado di rispondere ai bisogni diversificati delle
persone migranti, in particolare di coloro che si trovano all’intersezione di
più forme di discriminazione.
La scelta di approfondire, in questo contesto, il tema della violenza di genere
è dettata dalla consapevolezza dell’impatto che essa ha sulla salute e lo stato
di vulnerabilità in cui le donne migranti si possono ritrovare, a causa di
elementi legati al processo migratorio stesso o di barriere che possono
incontrare nel paese di arrivo.
La tesi è suddivisa in tre capitoli.
Il primo capitolo introduce il tema delle migrazioni femminili, evidenziando
come il genere influisca non solo sull’aspirazione e la capacità di migrare, ma
anche sulle modalità in cui viene vissuta l’esperienza migratoria.
Viene poi introdotto il concetto di intersezionalità, che permette di portare
alla luce condizioni di marginalizzazione spesso invisibili, evidenziando i
molteplici livelli di discriminazione che possono emergere dall’interazione tra
diverse dimensioni identitarie, esperienze di vita – come le migrazioni – e
risorse disponibili.
Il secondo capitolo approfondisce gli aspetti ritenuti fondamentali per la
salute delle donne migranti. Il processo migratorio si articola in diverse fasi,
ognuna delle quali presenta fattori che possono incidere significativamente sul
benessere e la salute delle persone.
Per le donne, i determinanti sociali legati alla migrazione possono limitare in
modo sostanziale l’accesso alle cure sanitarie. Queste limitazioni riguardano la
comprensione, l’accettazione e, infine, la disponibilità dei servizi.
La centralità del tema della salute sessuale e riproduttiva, e la priorità a
essa riservata, si spiegano attraverso la molteplicità dei diritti a essa
collegati e i numerosi fattori che vi si intrecciano. Tra questi, il diritto di
vivere esperienze sessuali appaganti e sicure, libere da coercizioni,
discriminazioni e violenza, di avere un approccio positivo e rispettoso alla
sessualità e alle relazioni sessuali, così come il diritto a decidere se e
quando riprodursi.
La violenza subita ha un impatto significativo sulla salute: diversi studi
(Romito, Folla e Melato, 2016 1) hanno identificato alcuni sintomi come
possibili segnali di violenza di genere, passata o attuale. Alcune analisi
(Baraldi, Barbieri e Giarelli, 2008 2) hanno approfondito in particolare i
processi di somatizzazione vissuti dalle donne migranti, mettendo in luce
specifiche difficoltà legate alla migrazione stessa, oltre che a problemi
socioeconomici e linguistici.
Ciò evidenzia l’importanza di una formazione specifica per il personale medico e
sanitario, affinché possa riconoscere i segnali della violenza di genere e
trattare ogni sintomo in una prospettiva olistica, tenendo in considerazione,
allo stesso tempo, fattori biologici, sociali, psicologici e culturali.
A tal proposito, viene approfondito il tema della medicina narrativa, che si
basa sulla capacità di riconoscere, comprendere e interpretare le storie di
malattia e non solo, attraverso lo sviluppo di competenze quali empatia, fiducia
e sensibilità. Questo approccio valorizza il racconto del paziente, rendendolo
uno strumento essenziale per costruire un rapporto di fiducia e un progetto
terapeutico efficace.
Infine, il terzo capitolo presenta la ricerca svolta: attraverso interviste di
tipo qualitativo si è esplorato il rapporto tra le donne migranti e i servizi
sociosanitari del territorio lombardo, con l’obiettivo di identificare le
criticità esistenti e proporre soluzioni per migliorare l’accessibilità e
l’adeguatezza dei servizi.
Per questo scopo, sono state condotte dieci interviste semi-strutturate con
operatrici e professioniste dei servizi sociali e sanitari, nonché due
interviste con utenti di un centro di seconda accoglienza per donne vittime di
violenza. In conclusione, l’analisi delle interviste offre una panoramica delle
barriere strutturali che ostacolano l’accesso ai servizi per le donne migranti.
Queste barriere includono sia limitazioni di natura burocratica e linguistica,
sia ostacoli derivanti da pregiudizi culturali e da una sensibilità limitata nei
confronti delle loro esigenze. Inoltre, emerge il ruolo cruciale svolto dai
professionisti, i quali possono, a seconda dei casi, facilitare o complicare
l’esperienza delle donne con i servizi.
La ricerca si propone di creare spazi di dialogo e riflessione, analizzando
problematiche, esperienze e strategie adottate per migliorare l’accoglienza e
l’integrazione delle donne migranti.
1. La violenza sulle donne e sui minori, Carocci Editore ↩︎
2. Immigrazione, mediazione culturale e salute, Franco Angeli Editore ↩︎