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Venegono Superiore (VA), 27 settembre 2025: “Festa antimilitarista” contro la guerra
VENEGONO SUPERIORE (VA), SABATO 27 SETTEMBRE 2025 CASTELLO DEI COMBONIANI, VIA DELLE MISSIONI, 12 La guerra è presente e orizzonte degli eventi. Nelle infinite variabili impazzite che costellano i giorni del pianeta Terra, la guerra ci sembra una costante. I dazi decisi da Trump, la narrazione mainstream a targhe alterne che per mesi ha chiuso gli occhi di fronte agli orrori in Palestina per poi svegliarsi indignata con colpevole ritardo; l’obiettivo del 5% di PIL da destinare alle spese militari (infrastrutture comprese) entro il 2035; i volenterosi europei con il cancelliere tedesco Merz che con una mano ringrazia Israele per svolgere il lavoro sporco e con l’altra guarda ai piani di investimento per gli armamenti e la ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra. Guerra e capitale viaggiano da sempre sullo stesso binario, oggi più che mai. Ma cosa si fa durante una guerra? Abbiamo deciso di organizzare questo incontro per mettere insieme diverse esperienze, consapevoli che è grazie ai ragionamenti e alle sensibilità collettive che potremo affinare la critica e quindi l’agire. Un’occasione per ascoltare i racconti di alcune realtà in lotta contro la guerra, da diverse angolature, chi dal punto di vista della logistica e del trasporto – via mare, aria o terra – delle armi, chi della produzione delle stesse, chi delle armi nucleari, chi dello sviluppo tecno-scientifico a supporto del comparto bellico, chi della militarizzazione della scuola, chi di quella che Simone Weil definiva l’aspetto più atroce di tutti, cioè la guerra interna. Una “festa antimilitarista” per unire, alla condivisione delle lotte, un momento più conviviale. Ma la “vera festa” che ci auspichiamo è la fine della guerra e del mondo che la produce. Nel frattempo incontriamoci, discutiamo, agiamo. Comitato promotore festa antimilitarista contro la guerra
Milano. Fermiamo la complicità del governo con il genocidio. Venerdi manifestazione in Prefettura
Venerdì 19 settembre ore 18 saremo sotto la prefettura di Milano in Piazza 11 Settembre per denunciare la complicità del governo Meloni con il genocidio del popolo palestinese, pretendendo embargo e sanzioni e la rottura di ogni relazione – politica, economica e militare – con  Israele. Denunciamo allora la connivenza […] L'articolo Milano. Fermiamo la complicità del governo con il genocidio. Venerdi manifestazione in Prefettura su Contropiano.
Milano. Cariche della polizia contro il corteo per la Palestina
Chiamare le cose col loro nome per non essere complici dei genocidi. Come si vede dalle immagini, il corteo per la Palestina – mentre a Gaza il genocidio fa un salto di qualità – è stato più volte caricato dalla polizia. Nessuno “scontro”, che presume due schieramenti pronti a darsele. […] L'articolo Milano. Cariche della polizia contro il corteo per la Palestina su Contropiano.
C’era una volta una piccola flottiglia…
Improvvisamente, senza essere annunciato da  nessuna grancassa mediatica, anche a Brescia, nel tardo pomeriggio del 10 settembre, si è materializzato l’“equipaggio di terra” della Gobal Sumud Flottilla. Alcune centinaia di attivisti locali, al grido di “Palestina libera”, hanno fatto la loro comparsa in Piazza Loggia, per una manifestazione di sostegno […] L'articolo C’era una volta una piccola flottiglia… su Contropiano.
Lombardia inceneritore d’Italia? Adesso basta!
Le pesanti criticità dell’incenerimento dei rifiuti in Lombardia e la richiesta urgente dell’apertura di un tavolo di confronto con la Regione: sono questi i temi al centro della Conferenza Stampa, convocata per lunedì 15.09.2025, ore 11.00, da 5 Associazioni: Rete Ambiente Lombardia (RAL), ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), Zero Waste Europe, Medicina Democratica e Cittadini per l’Aria Saranno presenti Raffaella Mattioni, Rete Ambiente Lombardia, Celestino Panizza, ISDE, Enzo Favoino, Zero Waste Europe e Marco Caldiroli, Medicina Democratica, che illustreranno i contenuti di una nota articolata inviata al Presidente della Regione Attilio Fontana e al Consiglio Regionale della Lombardia. La Lombardia con 12 inceneritori per rifiuti urbani (24 linee), più uno per il quale è stato avviato l’iter autorizzativo in provincia di Bergamo, nonché 5 cementifici, che co-inceneriscono rifiuti, con una capacità autorizzata di quasi tre volte la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti dai lombardi, non solo è al primo posto in Italia per numero di impianti, ma è anche al primo posto per la percentuale di rifiuti inceneriti provenienti da fuori regione, pari a circa il 43%. “Primati” ben poco invidiabili e ancor più allarmanti considerato che la Lombardia è la regione con i peggiori dati sull’inquinamento atmosferico e in totale assenza di un monitoraggio tossicologico ed epidemiologico (presente invece in Piemonte e Emilia), che aiuti a comprendere le conseguenze sul piano sanitario e ambientale e che rappresentano un ostacolo alla attuazione dell’economia circolare. E’ possibile seguire la conferenza stampa dal seguente link: https://meet.jit.si/conferenza15settembre   Medicina Democratica
Donne migranti e diritto alla salute: il ruolo delle operatrici dei servizi in Lombardia
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Università degli Studi di Padova Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata Corso di Laurea Magistrale in Pluralismo culturale, mutamento sociale e migrazioni DONNE MIGRANTI E DIRITTO ALLA SALUTE: IL RUOLO DELLE OPERATRICI DEI SERVIZI IN LOMBARDIA Tesi di laurea magistrale di Valentina Piantoni (2023/2024) Scarica l’elaborato INTRODUZIONE Questo lavoro nasce dal desiderio e dalla necessità personale di approfondire il tema della salute e del benessere delle donne, in particolare di quelle che hanno vissuto un’esperienza migratoria. L’obiettivo è quello di fornire un quadro conoscitivo utile a favorire l’empowerment delle donne attraverso l’offerta di servizi accessibili e inclusivi. Con la persistenza dei flussi migratori verso l’Italia, emerge infatti il bisogno di garantire alla popolazione migrante una tutela effettiva del proprio diritto di salute. In questo contesto, le problematiche legate all’esercizio di tale diritto incidono in modo particolare sulle donne migranti, soprattutto in relazione alla salute sessuale e riproduttiva. La domanda di ricerca di questo elaborato si concentra sull’analisi del sistema sociosanitario con cui le donne migranti si confrontano, indagando le modalità di accoglienza e le criticità che possono emergere nel garantire un accesso adeguato e inclusivo ai servizi, basandosi prevalentemente sulle rappresentazioni di operatori e operatrici esperti. Per rappresentare in modo significativo il fenomeno in esame, si propone un approccio che consideri le dimensioni di migrazione, genere e salute. Da un lato, le persone migranti affrontano difficoltà specifiche legate al processo migratorio, che possono influire profondamente sulla loro salute; dall’altro, le differenze di genere influenzano non solo l’accesso ai servizi sanitari, ma anche l’esperienza stessa del benessere. La condizione di salute, quindi, è modellata da molteplici fattori sociali, economici e ambientali, che si sovrappongono e interagiscono tra loro. Ciascuna di queste dimensioni può generare forme di discriminazione che si influenzano reciprocamente, rendendo fondamentale un’analisi intersezionale per superare categorizzazioni rigide e riconoscere come migrazione, genere e salute si combinino in modi complessi, creando esperienze uniche per ciascuna persona. Questo approccio permette inoltre di sviluppare strumenti e politiche più inclusivi ed efficaci, in grado di rispondere ai bisogni diversificati delle persone migranti, in particolare di coloro che si trovano all’intersezione di più forme di discriminazione. La scelta di approfondire, in questo contesto, il tema della violenza di genere è dettata dalla consapevolezza dell’impatto che essa ha sulla salute e lo stato di vulnerabilità in cui le donne migranti si possono ritrovare, a causa di elementi legati al processo migratorio stesso o di barriere che possono incontrare nel paese di arrivo. La tesi è suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo introduce il tema delle migrazioni femminili, evidenziando come il genere influisca non solo sull’aspirazione e la capacità di migrare, ma anche sulle modalità in cui viene vissuta l’esperienza migratoria. Viene poi introdotto il concetto di intersezionalità, che permette di portare alla luce condizioni di marginalizzazione spesso invisibili, evidenziando i molteplici livelli di discriminazione che possono emergere dall’interazione tra diverse dimensioni identitarie, esperienze di vita – come le migrazioni – e risorse disponibili. Il secondo capitolo approfondisce gli aspetti ritenuti fondamentali per la salute delle donne migranti. Il processo migratorio si articola in diverse fasi, ognuna delle quali presenta fattori che possono incidere significativamente sul benessere e la salute delle persone. Per le donne, i determinanti sociali legati alla migrazione possono limitare in modo sostanziale l’accesso alle cure sanitarie. Queste limitazioni riguardano la comprensione, l’accettazione e, infine, la disponibilità dei servizi. La centralità del tema della salute sessuale e riproduttiva, e la priorità a essa riservata, si spiegano attraverso la molteplicità dei diritti a essa collegati e i numerosi fattori che vi si intrecciano. Tra questi, il diritto di vivere esperienze sessuali appaganti e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza, di avere un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come il diritto a decidere se e quando riprodursi. La violenza subita ha un impatto significativo sulla salute: diversi studi (Romito, Folla e Melato, 2016 1) hanno identificato alcuni sintomi come possibili segnali di violenza di genere, passata o attuale. Alcune analisi (Baraldi, Barbieri e Giarelli, 2008 2) hanno approfondito in particolare i processi di somatizzazione vissuti dalle donne migranti, mettendo in luce specifiche difficoltà legate alla migrazione stessa, oltre che a problemi socioeconomici e linguistici. Ciò evidenzia l’importanza di una formazione specifica per il personale medico e sanitario, affinché possa riconoscere i segnali della violenza di genere e trattare ogni sintomo in una prospettiva olistica, tenendo in considerazione, allo stesso tempo, fattori biologici, sociali, psicologici e culturali. A tal proposito, viene approfondito il tema della medicina narrativa, che si basa sulla capacità di riconoscere, comprendere e interpretare le storie di malattia e non solo, attraverso lo sviluppo di competenze quali empatia, fiducia e sensibilità. Questo approccio valorizza il racconto del paziente, rendendolo uno strumento essenziale per costruire un rapporto di fiducia e un progetto terapeutico efficace. Infine, il terzo capitolo presenta la ricerca svolta: attraverso interviste di tipo qualitativo si è esplorato il rapporto tra le donne migranti e i servizi sociosanitari del territorio lombardo, con l’obiettivo di identificare le criticità esistenti e proporre soluzioni per migliorare l’accessibilità e l’adeguatezza dei servizi. Per questo scopo, sono state condotte dieci interviste semi-strutturate con operatrici e professioniste dei servizi sociali e sanitari, nonché due interviste con utenti di un centro di seconda accoglienza per donne vittime di violenza. In conclusione, l’analisi delle interviste offre una panoramica delle barriere strutturali che ostacolano l’accesso ai servizi per le donne migranti. Queste barriere includono sia limitazioni di natura burocratica e linguistica, sia ostacoli derivanti da pregiudizi culturali e da una sensibilità limitata nei confronti delle loro esigenze. Inoltre, emerge il ruolo cruciale svolto dai professionisti, i quali possono, a seconda dei casi, facilitare o complicare l’esperienza delle donne con i servizi. La ricerca si propone di creare spazi di dialogo e riflessione, analizzando problematiche, esperienze e strategie adottate per migliorare l’accoglienza e l’integrazione delle donne migranti. 1. La violenza sulle donne e sui minori, Carocci Editore ↩︎ 2. Immigrazione, mediazione culturale e salute, Franco Angeli Editore ↩︎
Situazione università in attesa dell’autunno caldo: quali progressi contro gli accordi con filiera bellica e partner israeliani?
Cosa succede negli Atenei italiani rispetto agli accordi con la filiera bellica e con i partner israeliani?Qual è la situazione delle Università in vista di un autunno che si preannuncia più caldo che mai? Già, perché, anche se apparentemente la pausa estiva sembra aver attenuato l’eco delle proteste studentesche e i fermenti di lotta negli atenei, in realtà si colgono tanti segnali di vivacità che ci fanno affermare che nei prossimi mesi sarà proprio il mondo accademico uno degli ambiti nei quali il fronte contro la guerra ed il riarmo sarà più attivo: * il 5 settembre si inizia alla Sapienza con un appuntamento sul ruolo dei saperi nell’economia del genocidio, organizzato dal Comitato Sapienza Palestina, dal CNR contro le guerre e dall’Assemblea precaria universitaria, nel quale interverrà Francesca Albanese. Si evidenzierà come la lotta per un’università democratica, adeguatamente finanziata e con condizioni di lavoro decentisia necessariamente legata alla lotta contro la guerra e chi fa profitto su armi e tecnologia bellica (ore 10:00 aula C, Scienze Politiche, Università Sapienza Roma); * le Assemblee precarie universitarie, che si sono moltiplicate e cresciute nella prima metà dell’anno, hanno annunciato una tappa fondamentale della loro lotta contro il precariato proprio nel cuore dell’autunno e fra i punti delle loro rivendicazioni c’è il NO alla ricerca bellica ed alle politiche di riarmo; * a settembre verrà presumibilmente firmato il CCNL Istruzione e Ricerca e sarà l’ennesimo contratto in perdita: stavolta il motivo dei mancati adeguamenti salariali all’inflazione è direttamente ricondubilie alle politiche di riarmo, che sottraggono risorse ai servizi pubblici ed al rinnovo del contratti del pubblico impiego, per cui è lecito attendersi una reazione del personale scolastico e universitario e delle sigle sindacali più attive nel contrasto alla guerra ed al riarmo; * il 13 settembre è in programma il lancio della campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” (sulla quale vi informeremo a breve in dettaglio), che mira a mettere insieme le tante realtà impegnate nel mondo dell’istruzione contro il processo di militarizzazione in atto nelle scuole e nelle università e solidali con la causa palestinese. Studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, insegnanti scolastici e docenti universitari, personale tecnico amministrativo e attivisti della società civile convergeranno in questo percorso iniziato ad aprile a Siena: per allertare rispetto ai rischi di una “israelizzazione” della società in quel segmento fondamentale che è appunto il settore della conoscenza, per dire NO alla guerra e per esprimere concretamente la solidarietà alla questione palestinese boicottando gli accordi con il complesso militare industriale e con le istituzioni israeliane sia nella didattica che nella ricerca; * la partenza della Global Sumud Flotilla verso Gaza sarà un’opportunità per il rilancio delle proteste studentesche e della solidarietà verso la Palestina, perché l’arrivo delle imbarcazioni al largo di Gaza è previsto intorno a metà settembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico, oltre che dell’anno scolastico. Insomma, un po’ di elementi che ci fanno pensare che combinati insieme si possano creare quelle condizioni presenti ai tempi delle acampade studentesche, per rilanciare con forza le richieste alle governance dei vari Atenei per un maggiore impegno concreto nel liberare i luoghi del sapere dalle pressioni militariste, ma anche al Governo per fare retromarcia rispetto alle relazioni pericolose sul riarmo con Leonardo, con la NATO e con il governo israeliano (ad esempio, Italia e Germania vogliono frenare la Commissione europea che intende sospendere Israele dai fondi di ricerca del Programma Horizon a causa del genocidio in corso). Il lavoro fatto fino ad ora non è poco (lo sintetizziamo di seguito), ma c’è ancora molta strada da fare soprattutto nel passare dalle enunciazioni di principi ad azioni concrete con riflessi pratici che cambino la realtà delle cose. RASSEGNA DI MOZIONI, DELIBERE E MODIFICHE NEGLI ATENEI RISPETTO AGLI ACCORDI Di seguito passiamo in rassegna i principali casi in cui le università italiane hanno formalmente adottato delibere, mozioni o modifiche strutturali vietando accordi con partner israeliani o con realtà collegate alla filiera bellica. Segnalateci altri casi significativi se dovessero mancare all’appello! 1. SAPIENZA — UNIVERSITÀ DI ROMA (DELIBERA SENATO ACCADEMICO, 13 MAGGIO 2025) * Il Senato Accademico ha approvato la Deliberazione n. 92/2025, che include un mandato per integrare lo statuto o regolamento al fine di: * interrompere ogni collaborazione con istituzioni e aziende israeliane coinvolte nell’apparato bellico, sospendere accordi con aziende legate al settore difesa, * riformare il Comitato Etico per includere controlli di tipo etico su collaborazioni potenzialmente belliche Wikipedia+15Sapienza Università di Roma+15Open+15. * ➤ Fonte ufficiale: verbale del Senato Accademico disponibile sul sito della Sapienza. 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO (STATALE) — SOSPENSIONE ACCORDO CON ARIEL UNIVERSITY * Nel fine 2023, formalizzata a inizio aprile 2024, la Statale di Milano ha sospeso l’accordo di collaborazione con l’Ariel University, situata nei territori occupati palestinesi. La decisione è passata attraverso un’istruttoria e voto del senato accademico DomaniDomani+2ANSA.it+2Domani+2. 3. UNIVERSITÀ DI PALERMO — SOSPENSIONE TOTALE ACCORDI CON ISRAELE (4 GIUGNO 2024) * Il Senato Accademico ha approvato all’unanimità un documento che: * sospende tutti gli accordi Erasmus con università israeliane (programmi KA171 e KA220-HED), * vieta nuovi accordi con atenei israeliani “fino al superamento della crisi”, * istituisce procedure di due diligence su accordi con potenziale dual use, * coinvolge rappresentanza studentesca nel tavolo tecnico su tali collaborazioni L’INDIPENDENTE+6L’INDIPENDENTE+6ANSA.it+6. 4. UNIVERSITÀ DI PADOVA — MOZIONE E IMPEGNO A NON AVVIARE NUOVI ACCORDI (14 MAGGIO 2024 E ULTERIORE MOZIONE 1° LUGLIO 2025) * Il Senato Accademico del 14 maggio 2024 ha approvato una Mozione per la Pace in Palestina, condannando la distruzione delle università palestinesi e richiamando principi etici secondo statuto e Codice di integrità della ricerca Reddit+15Università degli studi di Padova+15Centro di Ateneo per i Diritti Umani+15. * In una seduta successiva il 1° luglio 2025, Padova ha approvato una nuova mozione che: * condanna le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, * si impegna a non intraprendere nuovi accordi né rinnovare quelli esistenti con istituzioni israeliane ritenute coinvolte in violazioni, * mantiene solo collaborazioni a valenza puramente didattica o di ricerca non bellica L’INDIPENDENTE+4Centro di Ateneo per i Diritti Umani+4Domani+4. 5. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA — MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (2024) * Nel Senato Accademico UNIBO ha approvato una Mozione sulla guerra a Gaza, includendo impegni come: * condanna di qualsiasi aggressione a istituzioni universitarie, rafforzamento delle norme sul dual use, rifiuto di accordi con imprese e università (anche israeliane) associate a violazioni dei diritti umani o prodotti per scopi militari, * rescissione di accordi vigenti qualora i partner incorrano in tali condizioni Wikipedia+7UniboMagazine+7Open+7.       MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (18 GIUGNO 2025) Il Senato Accademico ha approvato una mozione condannando “l’escalation militare israeliana a Gaza”, le violazioni del diritto internazionale e umanitario, e ha chiesto il “rafforzamento di tutte le iniziative per il cessate il fuoco” Altreconomia+6Potere al Popolo+6quinewspisa.it+6 La Nazione+15UniboMagazine+15Corriere di Bologna+15 6. UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI — DIMISSIONI DAL COMITATO DI FONDAZIONE BELLICA (APRILE 2024) * Il rettore della Federico II, in risposta a mobilitazioni studentesche, ha annunciato le proprie dimissioni dal comitato scientifico della fondazione Med-Or (legata a Leonardo spa), principale industria bellica italiana. Il Rettore Matteo Lorito ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate. Open+4L’INDIPENDENTE+4Domani+4 7. UNIVERSITÀ DI BARI – MOZIONI E PROVVEDIMENTI (APRILE–GIUGNO 2025) * Aprile 2024: scelta unanime di non partecipare al bando di cooperazione Italia–Israele e dimissioni del Rettore Bronzini dal comitato scientifico della fondazione Med‑Or (legata all’industria bellica) La Nazione+2La Gazzetta del Mezzogiorno+2atlanteguerre.it+2 * 19 giugno 2025: il Dipartimento di Bari ha approvato una mozione di condanna contro Israele, prevedendo misure di accoglienza per colleghi palestinesi e richiedendo “esplicita presa di distanza dai diritti umani e diritto internazionale da parte del partner israeliano” Il Bo Live+14BariViva+14Barletta news24city -+14. * La mozione ha ricevuto pareri contrastanti, passando con un solo voto di scarto PugliaViva. 8. UNIVERSITÀ DI PISA – MODIFICA STATUTO E MOZIONE PER LA PACE (GIUGNO–LUGLIO 2025) * 13 giugno 2024: Senato Accademico e CdA approvano una mozione per la pace, con “percorso di autodisciplina” sulle collaborazioni con la filiera bellica UniboMagazine+13Università di Pisa+13Cambiare Rotta+13. * Febbraio 2025: lo Statuto viene aggiornato con clausole che escludono forme di collaborazione per lo sviluppo di armi italbalkanika.al+1La Nazione+1. Nome del tuo sitoquinewspisa.it 9. UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA – PRESE DI POSIZIONE E RICONOSCIMENTO PALESTINA (2024–2025) * 17 luglio 2024: Senato Accademico approva la mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina LA NOTIZIA+15Università degli Studi di Siena+15Facebook+15. * Marzo 2024: presidenza di Tomaso Montanari oggetto di pressioni per non aver aderito a posizioni di boicottaggio attivo HuffPost Italia. * Giugno 2024: UniStrasi approva (all’unanimità) una posizione di solidarietà per Gaza in Senato Accademico Gazzetta di Siena. 10. UNIVERSITÀ DI FIRENZE – BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E MOZIONE DEL 2023 + SOSPENSIONI 2025 * 19 dicembre 2023: mozione per la pace approvata, condanna delle atrocità e appello per due Stati, ma senza misure restrittive su accordi bilaterali Università di Firenze. * 16 luglio 2025: cinque dipartimenti (Matematica/Informatica, Ingegneria, Scienze agrarie, Architettura, Scienze politiche/sociali) sospendono accordi in essere con università israeliane, tramite appello firmato da docenti, studenti, ricercatori e dottorandi Altreconomia+2Il Foglio+2La Nazione+2. ——————————————————————————————————————– NOTA SU ALTRI ATENEI * Cagliari: una mozione studentesca chiedeva la sospensione degli accordi con atenei israeliani, ma il Senato ha respinto la proposta (30 gennaio 2024) Reddit+13Domani+13Open+13. * In Torino, si è deciso di non partecipare al bando MAECI 2024 con università israeliane, ma non è stata formalizzata una definitiva rescissione di tutti gli accordi Reddit+4Domani+4Wikipedia+4. * Altri atenei (es. UniPub) hanno visto proteste o richieste, ma non hanno mai formalizzato delibere o modifiche organiche DomaniDomani. TABELLA RIEPILOGATIVA UniversitàTipo di attoDataAzione chiaveSapienza RomaDelibera Senato Accademico n. 92/202513 maggio 2025Interruzione collaborazioni con Israele/bellicoStatale MilanoSospensione accordo Arielfine 2023 / apr 2024Sospeso accordo con Ariel UniversityFederico II NapoliDimissioni promesse dal Rettore da comitato Med-Or, ma non rassegnateaprile 2024Ritiro da fondazione associata ad industria bellica (il Rettore ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate)PalermoDelibera Senato Accademico all’unanimità4 giugno 2024Blocco accordi Erasmus, nuovi accordi vietatiPadovaMozioni Senato Accademico14 mag 2024 & 1 lug 2025Impegno a non avviare o rinnovare accordi con IsraeleBolognaMozione Senato Accademico   Mozione Senato Accademico19 marzo 2024     18 giugno 2025Rifiuto accordi dual use e rescissione ove applicabile   Condanna escalation, stop/riduzione rapporti con IsraeleBariNon partecipazione bando + dimissioniAprile 2024Ritiro del Rettore da Med-Or e bando di cooperazione Italia-Israele sospeso Mozione Dipartimento19 giugno 2025Critiche diritti umani e accoglienza colleghi palestinesiPisaMozione Senato + autodisciplina13 giugno 2024Percorso etico sulle collaborazioni belliche Statuto aggiorna (no armi)Febbraio 2025Clausole di rifiuto su attività dual useSiena (Stranieri)Mozione riconoscimento Palestina17 luglio 2024Impegno politico e morale verso Palestina Università degli Studi di Siena Pressioni su boicottaggioMarzo 2024Respinta mobilitazione politicamente orientata HuffPost Italia Mozione solidale a GazaGiugno 2024Approvata all’unanimità in Senato Accademico Gazzetta di SienaFirenzeMozione per la pace19 dicembre 2023Condanna, ma nessuna sospensione formale Stop accordi da 5 dipartimenti16 luglio 2025Sospesi accordi con università israeliane Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
23 agosto, Stadio Meazza: “Sala, giù le mani”!
Ieri, in occasione dell’inizio del campionato di Serie A, il Comitato Milano Città Pubblica – di cui fanno parte 16 comitati legati ad altrettante vertenze cittadine – ha promosso uno speaker corner nel quartiere San Siro per ribadire la contrarietà al progetto del Comune di Milano di vendere lo stadio […] L'articolo 23 agosto, Stadio Meazza: “Sala, giù le mani”! su Contropiano.
E’ iniziato lo sfratto del Leoncavallo
La polizia sta eseguendo, con l’ufficiale giudiziario, l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai […] L'articolo E’ iniziato lo sfratto del Leoncavallo su Contropiano.
Alla Sagra delle sagre di Barzio (LC) vi aspetta la Polizia provinciale!
«In occasione del 30° anniversario della Provincia di Lecco, la Polizia Provinciale vi aspetta per una giornata speciale alla Sagra delle Sagre! Dimostrazioni, incontri e tante attività per scoprire da vicino il loro lavoro al servizio della comunità». Recita così il post pubblicato su “Sei della Valsassina se…” e  su altre pagine di comuni della provincia di Lecco. In allegato la locandina che segnala le attività per bambini e bambine tra le 17.00 e le 19.00, mentre durante l’intera giornata si potrà visitare l’esposizione di mezzi e strumenti n dotazione della Polizia provinciale. Lo spazio dello stand è previsto all’Interno della famosissima “Sagra delle Sagre” di Barzio, ormai alla sua sessantesima edizione annuale (https://www.sagradellesagre.it/). Nel 2024 è stato stimato il passaggio di circa 100.000 visitatori. Come l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università da tempo ormai denuncia, anche a Barzio, come altrove (vedi articoli fiera di Roma, Verona, ecc.)  il 14 agosto 2025 la Polizia provinciale utilizzerà dunque uno evento pubblico dedicato a promuovere scambi commerciali tra piccole imprese, incontri di eventi culturali sugli antichi mestieri e momenti d’unione tra i residenti locali ed i turisti per promuovere, invece, il proprio 30° anniversario, le proprie attività e rivolgersi a bambini/e. Segnaliamo, dunque, ancora una volta, la pervasività degli interventi delle forze armate e delle forze dell’ordine, all’interno di quella che è la “cultura della difesa”, in contesti ricreativi e in fiere di paese. Il messaggio che questi interventi veicolano, e al quale noi ci opponiamo, è che anche i corpi armati svolgono attività “normali” al pari delle altre. Sappiamo bene, invece, che non è così perché la “cultura della difesa” è foriera di una dinamica repressiva, punitiva, non educativa, mentre è utile sapere che il mestiere del soldato è orientato a fare la guerra, una catastrofe umanitaria che dovremmo espellere dalla storia e dalla scuola per educare al superamento politico dei conflitti armati. La cooperazione sempre più stretta dei comuni italiani con le forze armate trova espressione dunque, a fini propagandistici, anche in eventi come questi. La percezione circa la presenza dei corpi di polizia da parte dei villeggianti e dei locali ci appare quanto più “distratta”. Noi, al contrario, vogliamo ribadire quanto l’infittirsi di tali eventi organizzati, insieme all’attenzione verso i più piccoli, rientra in una logica, ormai sdoganata, grazie alla quale per sentirsi al “sicuro” c’è bisogno della presenza di forze armate. Interventi volti ad affrontare per esempio la marginalità degli adolescenti delle valli, la cementificazione sempre più sostenuta a svantaggio della natura, la controversa stagione della caccia, l’aumento vertiginoso dei prezzi durante l’estate di affitti di case/vacanza e di prodotti alimentari nei supermercati (ormai le piccole botteghe stanno quasi tutte chiudendo) sarebbero sicuramente stati più funzionali a tutta la comunità. Elena Abate, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università