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Il questore (di Brescia)
Il curriculum dell’attuale Questore di Brescia Paolo Sartori, entrato in carica a giugno 2025 ed accolto a braccia aperte dalla sindaca Castelletti, è – come si suol dire – di tutto rispetto. Durante la sua carriera nella Polizia di Stato ha via via assunto incarichi di crescente responsabilità anche all’estero. […] L'articolo Il questore (di Brescia) su Contropiano.
Cremona: celebrazione guerra d’Etiopia con Carabinieri e scolaresche, ma era un’impresa fascista!
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università riteniamo opportuno fare qualche precisazione in merito all’articolo pubblicato su CremonaOggi il 21 novembre 2025, riferito alla celebrazione in Cattedrale dei Carabinieri in occasione della Patrona Virgo Fidelis, che ha visto anche la partecipazione di studenti e studentesse di un Istituto cittadino, l’IIS Stradivari di Cremona (clicca qui per la notizia). Nell’articolo, al di là di quanto si possa essere d’accordo sugli eventi che mettono in risalto le forze armate, e mettendo per un attimo da parte il doveroso riconoscimento a persone che, nell’adempimento del loro dovere, svolto in nome dello Stato e della collettività, hanno perso la vita, preme soffermarsi sulla questione della celebrazione, contestuale alla suddetta  cerimonia, “dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber, un episodio della Guerra d’Etiopia del 21 novembre 1941, da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptie, nel quale si consumò il sacrificio in una delle ultime battaglie dell’esercito italiano” (il virgolettato è preso testualmente dall’articolo pubblicato). Se si volesse approfondire, si troverebbe tanto materiale che descrive nel dettaglio le azioni militari volte a difendere il territorio di Etiopia dall’attacco degli inglesi; lasciamo questa possibilità a chi voglia approfondirne il contenuto. Si parla di guerra, armi, combattimenti, prigionieri, morti ed, infine, di capitolazione. Le fonti dicono che, dopo mesi di resistenza e di attacco, durante l’ultima, disperata difesa, si distinsero in molti, militari del Regio Esercito, Camicie Nere, Ascari dei reparti coloniali, Carabinieri e Zaptiè, che sacrificarono la loro vita in nome dell’Italia. II Maggiore Carlo Garbieri, il Carabiniere Poliuto Penzo ed il Maggiore Alfredo Serranti, furono decorati di medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Questa doverosa premessa è per conoscere i termini degli eventi di cui si parla nell’articolo. Riflettiamo quindi sui molti sottintesi storici di tale evento. Siamo nella Seconda Guerra Mondiale, a fianco dei nazisti, cioè dalla parte sbagliata della storia di quel periodo. Siamo su un territorio occupato con un’azione imperialista e colonialista: l’invasione e l’attacco ad uno Stato sovrano come l’Etiopia valse al Regno d’Italia, che ambiva ad avere il suo Impero, le sanzioni previste dall’allora Società delle Nazioni, che vietava azioni del genere, e che contribuirono al precipitare dello Stato Italiano nel baratro che porterà a quell’obbrobrio che fu la Seconda Guerra Mondiale. In Etiopia il nostro Regno, diventato malauguratamente Impero su base razzista, “francamente razzista”, per dirla con le parole del Duce, fu protagonista di atti terribili nei confronti della popolazione civile, con massacri, costruzione di campi di concentramento, rappresaglie, stupri e violenze nei confronti dei “mori”. Solo per citare qualche evento, si ricorda che tra il 19 e il 21 febbraio 1937 le truppe italiane, con il supporto dei civili e delle squadre fasciste, massacrarono circa ventimila abitanti di Addis Abeba, una feroce repressione a seguito del fallito attentato contro il maresciallo Rodolfo Graziani, allora viceré d’Etiopia, a opera di due giovani resistenti eritrei. Le violenze degli italiani durarono per mesi e si estesero ad altre parti del Paese, fino all’eccidio di chierici e fedeli nella cittadina monastica di Debre Libanos a maggio dello stesso anno. In tale circostanza le truppe italiane massacrarono più di duemila monaci e pellegrini al monastero etiope. Una strage che, come altri crimini di guerra commessi nelle colonie, trova spazio a fatica nel discorso pubblico, nonostante i passi fatti da storiografia e letteratura. Con quel passato il nostro Paese non ha mai fatto i conti, né sul piano giuridico né su quello materiale   Graziani è conosciuto come un crudele e violento, vendicativo e dispotico, che utilizza il proprio potere come mezzo di affermazione personale. L’eccidio messo in atto come rappresaglia è stato definito il più grande avvenuto nei confronti dei cristiani in Africa.  Il messaggio con cui dà ordine di massacrare i monaci è il seguente: “Questo avvocato militare mi ha comunicato proprio in questo momento che habet raggiunto la prova assoluta della correità dei monaci del convento di Debra Libanos con gli autori dello attentato. Passi pertanto per le armi tutti i monaci indistintamente, compreso il vice-priore. Prego farmi assicurazione comunicandomi il numero di essi”. Si è trattato di un vero e proprio crimine di guerra, poiché l’eccidio è stato qualcosa che è andato al di là della logica militare, andando a colpire dei religiosi, peraltro cristiani e inermi”.  In Italia manca una memoria consapevole sulle responsabilità per gli eccidi e le violenze commesse dagli italiani nel corso della loro “avventura” coloniale per andare alla ricerca di un “posto al sole” in Libia, in Eritrea, Somalia ed Etiopia al pari delle altre nazioni europee, vengono ancora oggi occultate dalla coscienza pubblica. Il colonialismo non è stato semplicemente un periodo storico, ma è anche una pratica economica che prevede occupazioni e stermini, con disumanizzazione della popolazione indigena. Vennero costruiti campi di concentramento, come a Danane, situato a quaranta chilometri da Mоgadiscio, in riva all’Oceano Indiano, ordinato sempre dal generale Graziani, per accogliere i prigionieri di guerra, resistenti, funzionari, partigiani, monaci copti scampati alla drastica liquidazione dei conventi, indovini e cantastorie, rei soltanto di aver predetto l’imminente tramonto del dominio italiano in Etiopia, di somali che hanno manifestato, in diverse maniere, la loro opposizione all’Italia. Sin dal momento in cui comincia a funzionare, il campo di Danane, come l’altro lager di Nocra in Eritrea, gode di una sinistra reputazione. Noi tutti, inoltre, siamo a conoscenza di come gli Italiani trattassero le popolazioni locali, ammantandosi di una funzione “civilizzatrice” nei confronti di persone che non potevano avere la stessa dignità umana né gli stessi diritti. La conclusione è che spesso gli italiani tendono a ricordare solo quelle pagine della loro storia funzionali alla costruzione di un’immagine positiva di sé come popolo e Nazione ma serve maturare una consapevolezza nuova che metta l’accento anche su una discrasia pericolosa: da un lato la giusta memoria delle stragi nazi-fasciste commesse ‘in Italia’ e dall’altro la pubblica amnesia sulle violenze commesse ‘dall’Italia’ nelle sue colonie in Africa. Questo distacco dalla storia è molto preoccupante perché lascia la coscienza pubblica in balìa di pericolose derive disumanizzanti, aprendo vuoti insidiosi e facilmente colmabili da slogan e da letture semplificate del passato. La partecipazione a eventi come questo da parte delle scuole non si può quindi ritenere neutra: la conoscenza approfondita dei fatti storici e del contesto è necessaria per educare gli studenti al pensiero critico (critico proprio perché informato e consapevole), fuori dagli stereotipi dello stato forte se armato. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Cremona, 3 e 13 dicembre: Corso “Formare cuori e menti per la pace o per la guerra?”
Oggi la guerra viene presentata come necessaria, il riarmo è giustificato da esigenze di sicurezza e gli interventi di militari nelle scuole di ogni ordine e grado sono diventati una normalità. Quale futuro si sta preparando? Qual è il compito formativo della scuola? Siamo proprio sicuri e sicure che non ci siano alternative? A Cremona una rete di associazioni impegnate per la pace e i Diritti Umani (Pax Christi, Amici di Emmaus ODV, Amnesty International, Emergency, Tavola della Pace Cremona e Oglio Po, Comunità Laudato Si Cremona e Oglio Po) insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università propone a insegnanti e attivisti un corso gratuito online di due incontri: partendo dall’analisi del contesto internazionale, si propone di fornire strumenti che aiutino a leggere la complessità e mostrano possibilità differenti e strategie reali per andare oltre il paradigma della guerra. Mercoledì, 3 dicembre 2025, ore 17:30-19-30 A chi serve la guerra? Giorgio Beretta, Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere (OPAL) Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Sabato, 13 dicembre 2025, ore 15:00-17:00 Pasquale Pugliese, Movimento nonviolento Per richiedere il link di iscrizione: paxcremona@gmail.com
Il padre di Ramy: “No all’Ambrogino d’oro ai Carabinieri”. Una fiaccolata lo ricorda
“Continua la fiducia nella giustizia ma non va bene così, non devono fare il regalo degli Ambrogini”. Pesano come pietre le parole al Tg della Lombardia di Yehia Elgaml, il padre di Ramy , il ragazzo morto esattamente un anno fa durante un inseguimento dei carabinieri. Il padre ha commentato […] L'articolo Il padre di Ramy: “No all’Ambrogino d’oro ai Carabinieri”. Una fiaccolata lo ricorda su Contropiano.
Bergamo, 27 novembre, Assemblea pubblica con Osservatorio contro la militarizzazione
GIOVEDÌ, 27 NOVEMBRE 2025, ORE 20.00 BERGAMO, CTE DEL VILLAGGIO DEGLI SPOSI, SALA FRATUS Per la prima volta l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sarà presente insieme agli studenti e alle studentesse universitari/e, ai collettivi palestinesi e alla cittadinanza a Bergamo all’incontro promosso dai Carc, che si terrà giovedì, 27 novembre 2025 presso il CTE del Villaggio degli Sposi, alla Sala Fratus alle ore 20.00. L’incontro approfondirà la relazione tra il mondo dell’istruzione e la filiera bellica. e alcuni rappresenttanti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università contribuiranno all’iniziativa relazionando sul proprio lavoro di monitoraggio e denuncia. 10-100-1000 Osservatori contro la militarizzazione delle scuole in ogni città! Qui il link del profilo del collettivo universitario, da cui si può scaricare con Q-code: https://www.instagram.com/p/DDxKUpoMLH1/?igsh=aW95cmRya3dqOXZz   
Il carcere “Beccaria” di Milano apre le porte agli eredi della X^ MAS
Come mai un minore detenuto al carcere “Beccaria” di Milano, uno dei circa 600 detenuti nei vari IPM, Istituti Penali Minorili, si presenta in un’aula, per un’attività formativa con un braccio fasciato fino alla spalla? «Abbiamo fatto – risponde con sincerità il ragazzo – un’esercitazione pratica con dei tipi della Marina Militare». In realtà, non sono dei militari “qualunque” quelli entrati al “Beccaria” nel quadro del progetto “Palla al centro” organizzato da un colosso delle attività di assistenza soprattutto rivolte ai giovani in tutto il mondo, in particolare in centro America: la Fondazione Francesca Rava vanta, infatti, oltre 28 milioni di euro nell’ultimo stato patrimoniale pubblicato in rete. Siccome poi c’è fondazione e fondazione, cioè c’è chi lavora bene di pubbliche relazioni e chi invece lavora dietro i riflettori, ma portando lo stesso un proprio contributo altrettanto incisivo, nel 2023 la Fondazione Rava ha firmato una convenzione anche con la Marina Militare, per collaborare sul versante umanitario (vedi “war-washing”) in occasione di uno dei più grossi progetti propagandistici della Marina Militare come il giro del mondo o tante altre missioni pubblicitarie portate a zonzo dall’Amerigo Vespucci. I marinai in questione entrati nel carcere “Beccaria” fanno parte del corpo di élite COMSUBIN, quello che immancabilmente viene presentato, con uno stand/gazebo a lui dedicato, nelle varie kermesse militaresche, proprio per l’indubbio fascino avventuroso che può suscitare nei giovani. In quei giorni, inoltre, erano presenti con tutto il loro adrenalinico apparato d’assalto, il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) e il Gruppo Operativo Incursori (GOI), tanto che le foto li ritraggono, ora in fondo alla  piscina del Beccaria ora nel cortile interno dove appunto si svolse un’esercitazione a corpo libero, durante la quale, in una simulazione forse un po’ troppo muscolare, il giovane si è infortunato. «Sono stati tre giorni intensi, ricchi di momenti di condivisione e attività con lo scopo di favorire uno scambio di valori centrato sul rispetto e sullo spirito di squadra – si legge sul sito della Fondazione che poi, rincarando la dose in pieno stile Istituto Luce anni ’30,  descrivendo come – nella piscina dell’IPM, guidati dagli istruttori Palombari, i detenuti (N.B. non “i ragazzi”, n.d.r.) hanno indossato mute, maschere e bombole d’aria per svolgere attività in immersione. In palestra e all’aperto hanno affrontato insieme agli istruttori Incursori esercizi ginnici e a corpo libero e in aula hanno avuto modo di conoscere il mondo e i valori della Marina Militare, in particolare il lavoro delle Forze Speciali». La retorica raggiunge poi l’apoteosi nei saluti/ringraziamenti finali: «Ringraziamo il Contrammiraglio Stefano Frumento e tutta la squadra di Comsubin che è stata al nostro fianco, per noi è sempre meraviglioso vedere i ragazzi dell’IPM (N.B. non “i detenuti”, perché nei saluti finali si diventa più umani! n.d.r.) pronti ad accettare tutte le sfide, anche le più difficili, proposte dagli istruttori del Comsubin». A quali sfide ci si riferisce? E quali sarebbero, tra queste,  le “più difficili”? Siamo sicuri che la Marina Militare e, in particolare i propri incursori, quelli che nelle parate del 2 giugno urlano a squarciagola e con orgoglio la loro origine “X^ MAS!” col  braccio destro teso che ogni volta viene confuso col saluto fascista ma in realtà non lo sarebbe, sia in grado di svolgere un ruolo di inclusione sociale? Dopo le “carriere in divisa” o “gli studenti con le stellette”, per citare solo alcuni degli slogan pubblicitari di alcune agenzie di orientamento alla guerra, ora abbiamo anche “gli ex-galeotti in divisa”? Forse vogliamo fargli pagare col sangue o sacrificare la loro stessa vita per risarcire la società di qualche malefatta o per essere entrati “clandestinamente” sul suolo patrio? A questo punto ci chiediamo e chiediamo al Ministro Nordio e al direttore del DAP, ma anche al direttore di un carcere, un tempo fiore all’occhiello ed esempio per tutta Italia, ma che negli ultimi due anni ha visto crescere del 50% quella ristretta minoranza (poco più del 3% sul totale inseriti nel circuito penale) di giovani e giovani adulti ristretti: qual era e qual è precisamente la finalità educativa di un’attività che è propedeutica alla guerra? Perché si è scelto proprio un corpo di élite con quel tipo di retroterra storico? Dal momento che il numero di giovani dell’area non-Schengen è aumentata esponenzialmente, per caso si pensa anche alle Forze Armate come modalità di inclusione sociale con acquisizione contestuale della cittadinanza italiana? Una cittadinanza…con le stellette? Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Studenti con le Stellette come FSL (ex PCTO) a Roma: Educazione o addestramento?
Molte scuole della provincia di Roma, stanno ricevendo a firma Norberto Colella, una lettera di incontro per la presentazione di un progetto FSL (ex PCTO) dal titolo Studenti con le stellette. Recita le lettera: “Anche per l’anno scolastico 2025 – 2026 la nostra Associazione (Scuola Civica) organizzerà una settimana di corso estivo rivolta a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore che è validabile come parte del PCTO”. Il progetto è rivolto a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore al costo di 570 euro, come contributo, ma la cui cifra esatta verrà comunicata successivamente l’iscrizione. Nulla ci è dato sapere sul numero delle ore che il campus riconosce come PCTO. In allegato alla lettera c’è la locandina (in foto) e un documento dal titolo allegato referenze. L’associazione si vanta di organizzare dal 2016, una settimana, di impegno-vacanza nell’ultimo periodo di agosto, per fare provare ai “giovani studenti la curiosità e l’emozione di fare propri i valori delle associazioni d’arma, lo spirito di corpo, […] e proporre la possibilità anche di un nuovo orizzonte professionale” (Leggi reclutamento). Accanto a lezioni teoriche e pratiche sui temi più disparati (sicurezza stradale e personale, pronto soccorso, prevenzione dei reati e di fenomeni devianti, orientamento sul territorio, antincendio boschivo…) si affiancano materie volte alla conoscenza delle Istituzioni, della Polizia e delle Forze Armate. Nella inquietante descrizione della settimana si legge: “libera uscita serale e ore di addestramento, […] conteggiate quale PCTO”. Insomma, una vera e propria settimana propedeutica all’arruolamento, per la gioia del Capo di stato maggiore generale Masiello, che implora l’aumento dei militari da 40.000 a 93.100 entro il 2033. Ancora più inquietante la visita al sito https://studenticonlestellette.weebly.com/ dove si scopre il vero volto di questa iniziativa. I nomi dei corsi degli anni precedenti: Volontà, Dovere, Onore, Fede, Tenacia, Lealtà, Audacia…termini che più cha alludere all’educazione civica, alla cittadinanza attiva, alla costituzione, al volontariato civile sono concetti chiave spesso evocati per descrivere le gesta e l’animo dei soldati italiani in guerra. Seguono anche ulteriori corsi, “valore aggiunto”, per studenti già specializzati: Unione, Responsabilità, Resilienza… Sempre on line è possibile scaricare l’interessante Quinterno di scritturazione, con la facoltativa richiesta della “piastrina” (il ciondolo militare utile per l’immediato recupero del gruppo sanguigno o per il riconoscimento del soldato una volta deceduto) al costo di 15 euro; Sebbene nella presentazione dei corsi si legga: dal mondo militare attingiamo unicamente per ciò che riteniamo utile ai nostri fini educativi e alla socializzazione tra i ragazzi, la lettura del regolamento mostra il contrario: dall’obbligatoria uniforme mimetica vegetata, completa di copricapo con visiera e anfibi, alla divisione in Plotoni di 5 squadre; dal “fare la branda” la mattina alle punizioni qualora, dai sopralluoghi (la chiave sempre sulla porta per consentire ispezioni!) non venissero riscontrati ordine e pulizia, (punizione all’occupante della stanza ma anche agli occupanti delle camere vicine!); e ancora: libera uscita da richiedere all’ufficiale di picchetto, corveè per la pulizia delle parti comuni, turni per il servizio di ronda, pubblicazione dei puniti, appello e contrappello, colpe attribuite in solido in caso di mancanza del colpevole e dulcis in fundo: “Non è ammessa nessuna confidenza amichevole con Comandanti, Istruttori, Volontari e VA ed è altresì escluso qualsiasi contatto fisico“. Chiosa così educativa e pedagogica che mostra, insieme agli esempi selezionati, quanto questo campus possa essere lontano dal contesto scuola. Per il dettaglio, rimandiamo alla lettura dell’intero regolamento. Negli ultimi anni si è aggiunta la collaborazione con l’università e-campus; il referente della sede di Novedrate, Emanuele Martinoni fa presente come il progetto serva a creare cittadini consapevoli e responsabili, esigenza determinata dal nostro vivere in un contesto sociale in cui spesso il senso civico, il rispetto, la disciplina e la solidarietà rischiano di passare in secondo piano. Come dire: poiché la scuola non riesce in questo compito in una settimana di addestramento militare recuperiamo la carenza! Il regolamento ci ha spiegato con quali mezzi…. L’allegato alla mail ricevuta dalle scuole, riporta una serie di lodevoli dichiarazioni sulla validità del progetto da parte di molti sindaci e ricorda come l’associazione sia stata insignita della MEDAGLIA D’ORO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (sic!). Cosa tutto ciò abbia a che fare con il mondo dell’istruzione è la frequente domanda che ci si pone. Il corso, infatti, passando per il canale dei percorsi FSL (Formazione, Scuola, Lavoro, nuovo acronimo per i PCTO!) richiede una convenzione con le scuole e, cosa ben peggiore, va accolto nel PTOF e quindi all’interno della progettualità scolastica. I progetti volti alla militarizzazione delle scuole non sono progetti “neutri”, ma trascinano all’interno delle coordinate educative della scuola valori e pratiche a essa estranei: Sacrificio per la patria, Obbedienza, Disciplina militare, Addestramento, Dovere, Coraggio (militare)… e il corso studenti con le stellette mostra quale sia il modello educativo che tali valori richiedono per essere trasmessi. Obbedire, Punire, Rispetto per chi comanda, Omologazione, Libertà (titolo di uno dei corsi) fittizia. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ricordiamo a tutte le componenti della scuola l’importanza di utilizzare il nostro vademecum al fine di arginare questi fenomeni e di continuare a denunciare tutti i tentativi di “contaminazione” tra mondo militare e mondo scolastico contattandoci via mail. Di seguito la tabella riassuntiva delle scuole che hanno finora aderito al progetto, sperando che le adesioni si fermino qui.
Doppio appuntamento il 23 e il 29 novembre con l’Osservatorio in provincia di Milano
23 NOVEMBRE 2025, ORE 18:00, UNIONE INQUILINI IN VIA MARX, 495, SESTO SAN GIOVANNI (MI) 29 NOVEMBRE 2025, ORE 20.45, CINEMA NUOVO, VIA CASCINA DEL SOLE A NOVATE MILANESE (MI) Domenica 23 novembre 2025 alle ore 18:00 presso la sede (gentilmente concessa) di Unione Inquilini in via Marx, 495 a Sesto San Giovanni (MI), all’iniziativa “Abbiamo bloccato tutto, ora organizziamoci!” e sabato 29 novembre 2025 alle ore 20.45 presso il Cinema Nuovo in via Cascina del sole a Novate Milanese (MI) in occasione della proiezione di “No other Land”, sarà presente anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Gli incontri hanno lo scopo di informare sul tema della militarizzazione e sulla gravità dei conflitti bellici in corso, cercando di tenere vivo il dibattito pubblico. Laddove possibile e richiesto l‘Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, oltre presentarsi le sue attività, si rende disponibile a raccogliere spunti di riflessione, proposte e a contribuire con il suo lavoro a creare una rete di pacifisti ed antimilitaristi che possa operare nelle scuole. L’ORA DELLA RISCOSSA POPOLARE È ORA! CONTRO LA GUERRA E IL GENOCIDIO PER COSTRUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE Fra settembre e ottobre a milioni siamo scesi nelle piazze in solidarietà con il popolo palestinese, in sostegno della Global Sumud Flotilla e contro la complicità del governo Meloni con il genocidio perpetrato dai sionisti di Israele. Un movimento enorme che ha bloccato i porti, le stazioni, le autostrade e le tangenziali, occupato le scuole e le università. Ruolo fondamentale lo hanno avuto i lavoratori che mettendosi alla testa del grande movimento e lanciando una parola d’ordine chiara BLOCCHIAMO TUTTO hanno elevato la potenza delle mobilitazioni facendo saltare leggi anti sciopero, contro i blocchi e e zone rosse. Un movimento che ha mostrato cosa può fare, togliendo ogni luogo comune sulla passività delle masse popolari, che non si è esaurito per il semplice fatto che tutte le motivazioni che hanno indotto a bloccare il paese sussistono ancora tutte. Anzi si aggravano e si legano sempre più l’una con l’altra: il sostegno a sionisti e Nato nelle loro guerre e nei loro crimini, la corsa al riarmo, l’economia di guerra con il conseguente attacco al diritto al lavoro, alla Sanità e all’Istruzione pubblica. Per questo anche se il movimento generale è diminuito in forza non è scomparso e tanto meno sono scomparsi gli organismi che ne sono stati promotori, che proseguono iniziative, assemblee e mobilitazioni. Adesso dobbiamo capire come rendere attivo e costante quel vasto movimento, come tradurre tutta la sua forza in azioni quotidiane e durature, in una rete capillare di organizzazione e attivismo per riprendere in mano il paese e cambiarlo davvero. É a partire dai posti di lavoro e dai quartieri che va sviluppato il protagonismo. Qui dobbiamo organizzarci per capire come affrontare problemi e difficoltà, per fermare le politiche di guerra e di smantellamento, per cambiare indirizzo ad ogni scuola, ospedale, posto di lavoro e quartiere. Da qui dobbiamo coordinare tutte le realtà che sono attive in questa lotta, nei più svariati ambiti, per costruire un fronte che si dia mezzi e strumenti per imporre ciò che è necessario ai lavoratori e alle masse popolari. Un lavoro utile e dignitoso, sanità e scuola gratuita e di qualità, case, quartieri sicuri e spazi di aggregazione. Anche solo con alcune decine di organizzazioni di lavoratori e territoriali che assumono un ruolo da traino, come ha fatto il Calp di Genova per la Flotilla, il governo Meloni può essere cacciato prima del tempo e può essere sostituito da un governo che sia davvero espressione di questa ampia mobilitazione. L’iniziativa del 23 novembre “Abbiamo bloccato tutto, ora organizziamoci!” sarà occasione per confrontarci, condividere esperienze e proposte. Interverranno: * GAP Gruppo Autonomo Portuali – Livorno * Global Movement to Gaza * Osservatorio contro la militarizzazione nelle scuole * Collettivi di lavoratori e organizzazioni popolari del territorio A seguire cena di autofinanziamento e musica Per cambiare il nostro paese c’è bisogno del contributo di tutti: il tuo contributo è prezioso!
Cinisello Balsamo: educazione civica con le Forze armate, ancora militarizzazione delle scuole
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dettato nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica con il decreto del settembre 2024. Giudichiamo particolarmente istruttiva la lettura di queste corpose linee perché sono un esempio calzante di quella operazione di mero stampo revisionista in atto da tempo. Nell’arco delle 33 ore annuali previste per la disciplina, i/le docenti sono tenute/i a proporre attività e percorsi di educazione alla cittadinanza, alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto. Praticamente un insieme di percorsi che potrebbero, ma solo in teoria, dare adito a lezioni, incontri con una molteplicità di soggetti e realtà, di visite guidate nei musei, in mezzo alla natura ma anche nelle aree degradate cittadine, sarebbe sufficiente un po’ di apertura mentale e sarebbe possibile trasformare queste ore in percorsi di apprendimento stimolanti. Ma il vero obiettivo di Valditara è ben altro, meglio non aprire le menti degli studenti e delle studentesse, non sviluppare percorsi educativi orizzontali e trasversali, giacché la figura adatta per sintetizzare in una sola figura i percorsi civici preconizzati dal Ministero è quella del carabiniere. A togliere dall’impiccio le scuole è arrivato il Comune di Cinisello Balsamo (MI), che ha pensato bene di avviare progetti in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri (clicca qui per la notizia). Il percorso educativo sarà costruito sulla storia dell’Arma (una lettura angusta e fuorviante di come educare alla cittadinanza attiva le giovani generazioni) con attenzione ai reparti speciali, sulla necessità, bontà loro, di rafforzare la vicinanza dei cittadini alle forze dell’ordine (e viceversa) con attenzione particolare ai giovani. E alla occorrenza ci penseranno gli uomini in divisa a divulgare i valori della legalità. Insomma, percorsi educativi del genere finiscono con il chiudere in spazi angusti la stessa idea di cittadinanza, che necessita di ben altri orizzonti e ambiti di discussione. Ancora una volta si materializza l’obiettivo reale di Valditara: militarizzare le scuole, svilire il personale insegnante, chiudere le scuole ad esperienze dirette con la società civile. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denunciano lo svilimento dell’educazione civica, preoccupate/i che si voglia formare i cittadini e le cittadine di domani sono alla cieca obbedienza, identificando la cittadinanza con il securitarismo. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Mantova, Gioventù nazionale contro Dirigente Scolastica e Global Sumud Flotilla
Ancora una volta in soccorso del Governo, a copertura delle complicità con lo Stato genocida di Israele arrivano i giovani della Meloni, parliamo di Gioventù nazionale, organizzazione giovanile dei Fratelli d’Italia che accusa la preside di un istituto cittadino di avere preso posizione a favore della Global Sumud Flotilla. Le dichiarazioni che creano tanto sdegno e riprovazione da parte di Gioventù nazionale sono quelle che ogni educatore degno di rispetto dovrebbe pronunciare ossia un messaggio di pace costruito quotidianamente anche attraverso pratiche di nonviolenza, solidarietà e speranza. La presa di posizione pubblica di Gioventù nazionale viene puntualmente ripresa dai vertici cittadini di FdI, secondo i quali la preside e il suo messaggio di pace sono considerati una sorta di indottrinamento ideologico “degno del regime di Pol Pot”. Solo il cieco e acritico furore ideologico della destra di Governo può determinare certe campagne, nelle quali una missione di pace, umanitaria, di concreto aiuto al Popolo palestinese, di denuncia del blocco, andato avanti mesi, dei generi di prima necessità viene vilipesa e ridicolizzata con un accostamento che nasce dalla non conoscenza dei fatti storici, una mera ignoranza degli avvenimenti passati e presenti. La scuola deve essere un luogo di confronto nel quale non siano gli esponenti del Governo a decidere quali libri di testo ammettere e quali invece sottoporre a preventiva censura, in cui le pratiche di indottrinamento vengono costruite ogni giorno ad arte per promuovere censura e repressione. Le rimostranze di svariati studenti e genitori raccolti da FdI sono in realtà la risposta di una esigua minoranza che si fa forte del sostegno del Governo e dei vertici mantovani di FdI, come dimostra la partecipazione attiva di studenti e studentesse a tutte le mobilitazioni, ai momenti di confronto costruiti per settimane a sostegno del popolo palestinese. Perfino una missione umanitaria diventa oggetto di feroci e scomposti attacchi. Accade che quando non ci sono argomenti da portare nel confronto quotidiano, si trasforma tutto in “propaganda sinistra” per nascondere una posizione di connivenza con il Governo di Israele. La scuola torni, quindi, un luogo di confronto e discussione; chi oggi ha paura del libero confronto farà di tutto per giustificare processi repressivi atti a trasformare i luoghi del sapere in caserme ove la cieca obbedienza ai poteri forti regni incontrastata. La solidarietà dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università alla Dirigente dell’istituto “Fermi” di Mantova e alla stragrande maggioranza del corpo docente, dei genitori e degli studenti e delle studentesse che hanno solidarizzato con lei. Abbiamo bisogno di dirigenti coraggiosi che non si fanno intimorire davanti alla becera propaganda di chi vuole impedire un sano dibattito nelle scuole. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università