Tag - Lombardia

Iveco: nubi nere all’ orizzonte
Si moltiplicano i segnali inquietanti sulla cessione della Iveco Idv (Iveco Defence Vehicles) a Leonardo e della divisione veicoli industriali alla Tata Motors, uno dei maggiori gruppi indiani con sede a Mumbai, che già possiede i marchi Jaguar e Land Rover. Il titolo ha non a caso guadagnato negli ultimi […] L'articolo Iveco: nubi nere all’ orizzonte su Contropiano.
Milano. No alla “Fase 2” della Giunta Sala, Si a Milano Città Pubblica!
L’inchiesta urbanistica che ha travolto Milano nell’ultima settimana sta facendo emergere un modello di città che le forze politiche, sociali, sindacali e di movimento più coerenti, non imbrigliate nelle maglie dei poteri locali, denunciano da tempo: Milano è diventata, a pieno titolo, un parco giochi per ricchi, al servizio di […] L'articolo Milano. No alla “Fase 2” della Giunta Sala, Si a Milano Città Pubblica! su Contropiano.
Da un piccolo aeroporto decolla una grande lotta
Una forte mobilitazione oscurata Si è svolta a Brescia, presso il palazzo della Prefettura, nel pomeriggio del 17 luglio, la forte mobilitazione a sostegno di Luigi Borrelli, delegato sindacale USB (Unione Sindacale di Base), nonché RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) presso l’ Aeroporto Civile di Montichiari, nel quale […] L'articolo Da un piccolo aeroporto decolla una grande lotta su Contropiano.
Milano. Contro la criminalizzazione del dissenso e la legittimazione della repressione
Diciamo no ai professionisti della menzogna Giovedì 10 luglio, ore 8:30 Presidio alla sede de Il Giornale e Libero quotidiano Via dell’Aprica 18, Milano Entrambi questi fogliacci sono da sempre in prima linea contro i lavoratori e ogni opposizione sociale e politica nel paese, e tra i maggiori tifosi del […] L'articolo Milano. Contro la criminalizzazione del dissenso e la legittimazione della repressione su Contropiano.
Collegio docenti di una scuola di Varese vota contro campagna R1PUD1A di Emergency
Centinaia di Comuni hanno già aderito alla campagna R1PUD1A di Emergency contro qualsiasi guerra. Anche molte scuole, di ogni ordine e grado, stanno aderendo. Ed è su questo che noi dell’ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo da denunciare purtroppo un accaduto sconcertante.  Abbiamo ricevuto una segnalazione riguardo a una scuola di Varese: un collegio docenti davanti alla mozione di adesione alla campagna di Emergency ha bocciato la proposta. Aggiungiamo un dettaglio: prima della discussione e della votazione è intervenuto il/la dirigente scolastic* affermando «La scuola non fa politica, non ritengo opportuno aderire», e questo incredibilmente ha fatto sì che anche chi in principio si era dett* favorevole abbia deciso di non appoggiare la mozione.  Il/la docente che ci ha scritto all’indirizzo osservatorionomili@gmail.com e del* quale manteniamo l’anonimato, ha giustamente commentato «Se richiamarsi all’articolo 11 della nostra Costituzione e chiederne il rispetto è considerato di non competenza della Scuola, siamo messi male».  L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha individuato da tempo ne* dirigenti scolastic* il vettore principale di ingresso o altresì di chiusura degli inviti istituzionali confezionati ad arte da MIM e FFAA e FdO e diffusi attraverso gli Uffici Scolastici Regionali. Conosciamo l’influenza che rivestono avvalendosi delle regole scritte e non scritte nella scuola. Sappiamo bene che anche una parte de* docenti fatichi a pensare una realtà demilitarizzata, e bocci qualsiasi mozione e attività proposta contro le guerre. Spesso quando parlano di pace sottintendono attraverso i conflitti armati. Noi continuiamo a contrastare questo clima militarista che circola dalle istituzioni nel pensiero comune e viceversa.  Ringraziamo chi legge e diffonde i nostri articoli, e invitiamo tutt* voi a partecipare al nostro lavoro culturale e di informazione sul territorio nazionale.  Maria Pastore, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università 
Cremona, Festa della Repubblica: il reggimento Tuscania cerca adepti
In occasione delle celebrazioni per il 79esimo anniversario della nascita della Repubblica, la città di Cremona è stata teatro di una scenografica esibizione dei paracadutisti del 1^ Reggimento Tuscania dei Carabinieri, che sono atterrati “in caduta libera” nella centrale piazza Stradivari, gremita di persone, portando con sé un gigantesco tricolore di 70 metri quadrati, successivamente consegnato al prefetto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Cremona, ha altresì previsto l’allestimento, in piazza Roma, di una serie di stand a cura di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Penitenziaria, nonché un’esibizione del Decimo Reggimento del Genio Guastatori dell’Esercito. Il reggimento Tuscania è un’unità dei Carabinieri con una lunga tradizione nel paracadutismo, non solo militare, ma anche sportivo. Al reggimento viene però riconosciuto un forte coinvolgimento nella cd. “terza dimensione” dell’azione militare, ovvero quella dello spazio aereo, con azioni di intelligence, supporto al fuoco nel corso di operazioni di guerra e identificazione di potenziali obiettivi militari. La sua attività si configura, in altre parole, come un particolare esempio di dual use civile-militare. La comunicazione pubblica dell’evento, a cura soprattutto dei media locali, ha infatti posto l’accento soprattutto sul paracadutismo come disciplina sportiva in ambito agonistico, evidenziando il ricco medagliere conquistato dagli “atleti” nel corso di prestigiose competizioni internazionali e sottolineando i requisiti richiesti a giovani eventualmente desiderosi di entrare a far parte del reggimento: preparazione fisica, forza di volontà, tenacia, elasticità mentale, capacità di lavorare in team, spirito di sacrificio.   La rilevanza assunta dall’evento, anche in virtù del suo carattere altamente spettacolare e della comunicazione mediatica di cui è stato fatto oggetto, costituisce un ulteriore capitolo della strategia di promozione del ruolo delle forze armate, tesa ad attrarre nei propri ranghi soprattutto esponenti delle generazioni più giovani. In tale quadro, si può inserire anche l’istituzione della figura del Carabiniere ausiliare volontario, recentemente annunciata dal comandante generale dell’Arma Salvatore Luongo, al festival dell’Economia di Trento, al fine di ovviare al decremento degli arruolamenti, in parte dipendente dal calo demografico (Per i Carabinieri investimento sui giovani tra i 18 e i 24 anni – Il Sole 24 ORE). Osservatorio contro la militarizzazione elle scuole e delle università
Festa della Repubblica a Cremona: Sfilate militari e messaggi di propaganda bellica
E anche a Cremona il 2 giugno, festa della Repubblica, è andata in scena la nuova “liturgia collettiva solenne e festosa” della propaganda militarista: il centro si trasforma in “Cittadella della sicurezza” (link qui e qui agli articoli del quotidiano locale) pieno di rappresentanze di corpi militari (bersaglieri, carabinieri, esercito…) che hanno offerto parate ed esercitazioni. «Il comparto della Difesa svela strategie e strumenti per disinnescare ordigni, mostra armature tecnologiche del peso di 40 chili, apparati radiografici, cannoni ad acqua»; «un robottino cingolato dell’esercito che, come un insetto metallico, ondeggia per la piazza issando il tricolore con fierezza»; «gli agenti della polizia locale che accendono le sirene delle moto, come un richiamo gioioso all’attenzione»; «In un angolo dei giardini, la bardatura cerimoniale dei cavalli della polizia diventa poesia in movimento: un’elegante sfilata che sa di fiaba e disciplina, tra il fruscio del verde e il brillare discreto delle fibbie». Tutto questo sotto gli occhi attenti di adulti, bambini e bambine. C’è pure lo show dei paracadutisti del primo reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” in caduta libera su piazza Stradivari, allo scopo di «sottolineare l’importanza delle Forze armate nella storia e società italiana» (link all’articolo del quotidiano locale). Il pubblico con il naso all’insù, festoso e plaudente. Poi la sfilata delle autorità. Evidentemente i cittadini e le cittadine cremonesi non si sono ancora accorte/i che queste iniziative subdolamente suadenti e gioiose rientrano in un precisa opera di propaganda militare prevista dal “Programma di comunicazione 2025 del Ministero della Difesa” (link al nostro articolo): quello che le Forze Armate stanno mettendo in campo, e di cui si è perlopiù all’oscuro, non è altro che un piano ben ponderato di intervento, che prevede il reclutamento di 40.000 nuovi/e soldati/soldatesse (link all’articolo de Il Fatto quotidiano): i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che a Cremona e in tante città d’Italia il 2 giugno applaudivano con il naso all’insù. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha documentato innumerevoli volte come la presenza sempre più dilagante delle Forze armate in manifestazioni civili è funzionale a camuffare e far digerire all’opinione pubblica i venti di riarmo, arruolamento e guerra su cui anche il Parlamento Europeo nella Risoluzione su politica di sicurezza e difesa comune votata il 2 aprile, spinge senza esitazioni. E sull’aumento delle spese militari, previste dal piano Rearm Europe, che toglieranno risorse al welfare pubblico, sbilanciando le priorità politiche verso una società e una cultura sempre più armata. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ci chiediamo anche come possano le amministrazioni locali, davanti a Gaza, all’Ucraina, al Sudan, focalizzare la festa della Repubblica su queste ostentazioni di guerra, assecondando la propaganda militarista agli occhi dei cittadini e delle cittadine, e contemporaneamente, esprimersi per la pace o magari esporre il sudario in solidarietà con le vittime palestinesi. Le armi, quando ci sono, vengono usate in scenari di guerra (i maggiori fornitori di armi di Israele sono Usa, Germania e Italia, quindi le armi usate per bombardare la popolazione di Gaza sono anche italiane –link all’articolo di Altreconomia), e le Forze Armate italiane non sono estranee alla partecipazione diretta in questi conflitti (la stessa Aeronautica Militare Italiana intrattiene una stretta collaborazione con la Forza aerea israeliana che sta bombardando la Striscia di Gaza come documentato attentamente dal sito Peacelink.it – link all’articolo). Stiamo ben ancorati con il naso all’ingiù. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cremona
Fuori i militari da scuole, boschi e città! Italian Raid Commando mai più!
Appreso che per il secondo anno consecutivo l’esercitazione si sarebbe nuovamente tenuta nei territori di Monza, della Brianza e del Lecchese, e memori dello sconcerto per la presenza di pattuglie militari nel Parco di Monza e di carri armati nelle campagne del lecchese, cittadine e cittadini e associazioni delle due provincie hanno deciso che si sarebbero mobilitate per contrastare la 37° edizione di Italian Raid Commando https://osservatorionomilscuola.com/2025/05/12/monza-25-maggiio-campagne-militarizzate-brianza-parata-militare/ Monza per la Pace, Assemblea permanente contro la guerra di Lecco, Rete Lotte Sociali Monza Brianza si sono attivate per promuovere una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione contro Italian Raid Commando 2025 che, spacciata come una semplice gara è sempre stata, per ammissione degli stessi organizzatori, una vera e propria esercitazione militare per pattuglie militari NATO provenienti dall’Italia e da altri Paesi, con patrocini istituzionali e sponsorizzata da fabbriche che si arricchiscono nella produzione e nel traffico d’armi. Tra gli sponsor la nota Fiocchi Munizioni. L’impiego della scuola media di Briosco come base logistica per i militari ha ulteriormente motivato il contrasto a questo appuntamento. > Italian Raid Commando 2025: NO propaganda militare Monza, Brianza, Lecco e NO > Rearm Europe Se lo scorso anno Italian Raid Commando era più o meno passata sotto silenzio, anche perché l’informazione è sempre stata celata alla popolazione, la mobilitazione di quest’anno ha avuto una notevole eco anche sulla stampa nazionale. Numerose sono state le prese di posizione di associazioni, organizzazioni sindacali, forze politiche, con proteste di sindaci di Comuni interessati dalle esercitazioni ma non informati, e interrogazioni ai presidenti delle istituzioni patrocinanti quali le Provincie di MB e di Lecco, Regione Lombardia, e al ministro Valditara per l’utilizzo della scuola come base logistica. Unuci Lombardia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo su Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole delle università, ha oscurato il sito di Italian Raid Commando rendendolo accessibile solo con password. I volantinaggi e i flashmob nella città di  Monza organizzati da Monza per la pace https://www.instagram.com/monza_per_la_pace/   al cui appello hanno aderito numerose realtà, e quelli organizzati in Brianza e nel lecchese da Assemblea permanente contro la guerra di Lecco https://www.instagram.com/assembleacontroleguerrelc/ , Rete Lotte Sociali Monza Brianza sono infatti culminati con il presidio alla scuola media di Briosco la sera di giovedì 22 maggio per contestare e disturbare rumorosamente l’arrivo delle pattuglie https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/23/in-brianza-la-palestra-scolastica-diventa-la-base-per-una-competizione-militare-la-protesta-dei-cittadini-cosi-si-normalizza-la-guerra/7999336/ (articolo e video racconto) https://www.mbnews.it/2025/05/presidio-contro-litalian-raid-commando-a-briosco-in-centinaia-per-dire-no/ (articolo e foto) https://radioblackout.org/2025/05/briosco-dice-no-allitalian-raid-commando-nella-scuola-del-paese/ (interviste) e la mattina del 25 maggio a Monza, con un presidio in P.zza San Paolo contro il riarmo in Europa e contro il genocidio del popolo palestinese a Gaza e con la contestazione lungo il percorso della parata militare verso la Villa Reale a Monza. https://www.mbnews.it/2025/05/italian-raid-commando-a-monza-proteste-e-sfilata-dei-militari/ https://primamonza.it/attualita/i-militari-sfilano-tra-applausi-e-contestazioni/ (articoli e foto) Qualcuno ha fatto notare che dopo ben 36 edizioni di Italian Raid Commando in altri territori della Lombardia, questa è la prima edizione che viene contestata https://www.difesaonline.it/evidenza/lettere-al-direttore/lettera-difesa-online-italian-raid-commando-e-polemiche-dopo-quasi-40 È vero! Come è vero che le recenti chiamate al riarmo con l’azzeramento della spesa sociale hanno strappato la maschera e reso intollerabile la presenza dell’esercito in eventi a carattere sportivo o di protezione civile e reso evidente che la “guerra per gioco e la guerra esibita (…) ha sempre più il sapore amaro di quella reale che alcuni vorrebbero instillare nella mente delle persone come un evento inevitabile”. Da questa consapevolezza e da questa mobilitazione indietro non si torna, in un quadro più ampio di opposizione all’incremento delle spese militari, all’economia di guerra e alla retorica guerrafondaia che contraddistingue governo italiano e Unione Europea. MAI PIÙ ITALIAN RAID COMMANDO NÈIN BRIANZA NÉ ALTROVE! FUORI I MILITARI DA SCUOLE, BOSCHI E CITTÀ!
Magenta, Liceo Bramante, i docenti dicono «No ai bersaglieri nelle scuole»
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università apprezziamo il coraggio e la determinazione dei/delle docenti del Liceo “Bramante” di Magenta in provincia di Milano, che hanno rifiutato la collaborazione con i bersaglieri nella loro scuola per un progetto di educazione civica, scrivendo una lettere circostanziata al ministro Giuseppe Valditara. La notizia apparsa su «Il fatto quotidiano» a firma di Alex Corlazzoli (clicca qui), maestro e giornalista che già il passato si è mostrato profondamente sensibile ai temi cari dell’Osservatorio (caso Brianza, ancora sulla Brianza, lettera Piemonte, caso Fagnano Olona) e che ringraziamo per l’audacia che altri/e giornalisti/e non hanno, mostra che le campagne antimilitariste, nonviolente e pacifiste lanciate dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università trovano rispondenza e condivisione presso le comunità scolastiche. Come docenti abbiamo numerosi strumenti a disposizione per opporci a quello che è un piano deliberato e programmato di investimento militare nelle nostre scuole. Infatti, occorre sempre ricordare che sono i docenti in collegio, nei consigli di classe e, in collaborazione con genitori e studenti/studentesse, nel consiglio d’istituto a programmare le attività didattiche, educative e pedagogiche per gli alunni e per le alunne. Ora, per far sì che i nostri figli e le nostre figlie crescano con l’idea di poter vivere in un mondo che non sia devastato dalle guerra, occorre che sia costruito un universo simbolico di pace, di nonviolenza, intriso di valori antifascisti, perché nel fascismo, nel colonialismo e nel razzismo albergano quelle idee di guerra e sopraffazione che portano solo morte e distruzione. Quello che le Forze Armate stanno mettendo in campo con il loro Programma di Comunicazione 2025, e di cui i/le docenti sono perlopiù all’oscuro, non è altro che un piano ben ponderato di intervento, che prevede il reclutamento di 40.000 nuovi/e soldati/soldatesse per un esercito che deve essere ben equipaggiato per affrontare ed intervenire in scenari geopolitici e militari che non riguardano, ovviamente, la difesa dei nostri confini, ma l’intervento al fianco della NATO nella destabilizzazione di zone d’interesse economico e politico, da cui ricavare dominio, poco importa se in quelle zone si lascia sul terreno la devastazione totale. Ciò che importa al nostro Dipartimento per la Difesa, che lancia così nelle scuole un’aggressiva campagna pubblicitaria mai vista in precedenza con l’ashtag #NOISIAMOLADIFESA, è che l’Italia sia capace di mostrare il suo aspetto muscolare al fianco degli Stati Uniti e della NATO per guadagnarsi una posizione di “multidominio” ed è per questo che viene chiesto al governo di aumentare la spesa militare al 2%, sforando il deficit e fuori dal patto di stabilità. Hanno fatto bene, dunque, i/le docenti del Liceo Bramante di Magenta a rigettare la collaborazione con i bersaglieri, dal momento che i valori militareschi della patria, della difesa, del coraggio, sono incompatibili con quelli dell’educazione civica alla differenza, all’inclusione e come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università restiamo a disposizione dei/delle colleghe per organizzare percorsi didattici alternativi nonviolenti e pacifisti. Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università