
Francesco Ravelli al Collegio docenti dell’IPSEOA “G. Pastore” di Varallo-Gattinara contro le iniziative promosse dalle Forze Armate e Polizia
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Monday, May 26, 2025Le/i docenti prendono parola
Pubblichiamo qui di seguito l’intervento di Francesco Ravelli, docente aderente alla rete della Scuola per la pace Torino e Piemonte, proposto al Collegio dei Docenti dell’IPSEOA “G. Pastore” di Varallo-Gattinara il giorno 14 maggio 2025. Le sue parole, di carattere informativo e generale, sono state una buona occasione per problematizzare insieme alle colleghe e ai colleghi la presenza delle Forze Armate e di Polizia nelle nostre scuole.
Il mio intervento riguarda una tematica di interesse generale: la partecipazione delle studentesse e degli studenti ad iniziative di formazione e orientamento promosse dalle Forze Armate e di Polizia. Molto semplicemente, vorrei esternare al Collegio la mia contrarietà, derivante dalla convinzione che l’intervento “formativo” di militari e poliziotti sia da collegare all’ormai esplicito tentativo di allargare il potenziale bacino delle future donne e dei futuri uomini in divisa. Richiamo subito tre recenti passaggi.
Comincio dalle dichiarazioni del capo della Polizia, Vittorio Pisani, che in un’intervista ha annunciato un piano di reclutamento straordinario per i prossimi quattro anni destinato a 20mila giovani, con l’obiettivo di invertire il trend di “crisi delle vocazioni” attraverso percorsi formativi specifici a partire dalle scuole superiori. (Piano reclutamento Polizia nelle scuole: 20.000 giovani fino al 2028)
Le sue parole fanno il paio con quelle espresse dal capo di stato maggiore dell’Esercito, gen. Carmine Masiello, che in Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha stimato la necessità di un incremento delle dotazioni organiche fra le 40-45mila unità rispetto alle previsioni normative vigenti. (Masiello alla commissione Difesa: l’Esercito ha bisogno di 40 mila militari in più – Analisi Difesa)
Cito anche la recente Risoluzione del Parlamento Europeo che invita gli Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle Forze Armate. (Testi approvati – Attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024 – Mercoledì 2 aprile 2025)
Queste fonti ci restituiscono il quadro complessivo che secondo me dovremmo avere presente quando poliziotti e militari entrano in contatto con le classi per tenere lezioni al posto nostro su diverse tematiche. Qui pure a mio avviso dovremmo allargare l’orizzonte. Io ritengo che nelle scuole i fenomeni di bullismo e cyberbullismo, o i vari tipi di dipendenza, possano essere molto più efficacemente trattati da educatori e psicologi. I valori del rispetto, della solidarietà, della convivenza, sono il sottotesto del dialogo educativo quotidiano in quanto appartengono a una dimensione sociale ed etica che non può essere rubricata nelle categorie di “legalità e regole”, di “reato e repressione”. Tavole rotonde con studiosi, avvocati, associazioni, collettivi di ricerca, avrebbero a mio parere un più alto valore didattico. E poi, perché no, si potrebbe valutare di coinvolgere anche le vittime, ad esempio della violenza di genere.
La direzione dovrebbe essere quella di differenziare i profili degli esperti esterni; di aprirsi a competenze che travalicano quelle delle Forze Armate e di Polizia; di raccogliere testimonianze umane che lascino un segno nelle studentesse e negli studenti. Innanzitutto dobbiamo riprenderci i Consigli di Classe, per discutere e decidere. Scarni comunicati riguardanti attività su cui noi non abbiamo potuto dire la nostra o almeno fare una riflessione, finiscono per disabituarci al libero confronto, che invece potrebbe ancora essere istruttivo. Grazie.