Mozione dei docenti RSU Liceo “Danilo Dolci” di Palermo sulla drammatica situazione di GazaRiceviamo e pubblichiamo la mozione approvata all’unanimità dal Collegio dei
docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, con l’auspicio che tante altre
scuole prendano la parola contro «il crescente rischio di normalizzazione di
atteggiamenti discriminatori, razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza
umana», sensibilizzando le comunità entro cui operano.
Il Collegio Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo, riunitosi in data 13
giugno 2025, considerato che:
* la tutela dei diritti umani è un principio universale sancito
dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) e da numerose
convenzioni internazionali ratificate dall’Italia, tra cui la Convenzione ONU
sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1989);
* il contesto internazionale attuale e, in particolare, quanto sta avvenendo
nella Striscia di Gaza, presenta una drammatica emergenza umanitaria che
coinvolge migliaia di civili, tra cui un numero elevatissimo di bambini e
bambine, vittime dirette e indirette della violenza;
* l’art. 11 della Costituzione Italiana afferma il ripudio della guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali;
* l’educazione alla pace, alla solidarietà e al rispetto reciproco è parte
integrante delle finalità della scuola italiana;
* il crescente rischio di normalizzazione di atteggiamenti discriminatori,
razzisti o indifferenti di fronte alla sofferenza umana impone un chiaro
posizionamento etico e pedagogico delle istituzioni educative.
Delibera quanto segue:
Il Collegio dei Docenti del Liceo “Danilo Dolci” di Palermo:
* esprime ferma condanna verso ogni forma di guerra, violenza indiscriminata
contro i civili e violazione dei diritti fondamentali;
* ribadisce il ripudio della guerra e di ogni forma di razzismo, apartheid o
discriminazione etnica, religiosa o culturale;
* sostiene il diritto dei bambini e delle bambine, in ogni parte del mondo, a
vivere in sicurezza, salute, istruzione e dignità, come previsto dalla
Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia;
* si impegna a promuovere, nell’ambito delle attività scolastiche ed educative,
iniziative, percorsi didattici, momenti di riflessione, manifestazioni o
eventi che contribuiscano a formare una coscienza civica, critica e solidale,
nel pieno rispetto del pluralismo e della missione educativa della scuola,
* invita tutte le componenti della comunità scolastica a partecipare
attivamente e responsabilmente a tali iniziative, promuovendo il dialogo, la
pace e la cooperazione tra i popoli.
Come Istituzione scolastica impegnata da sempre nella lotta contro ogni tipo di
razzismo, discriminazione e segregazione e ispirata, com’è doveroso che sia, ad
educare le giovani generazioni ai valori di rispetto, solidarietà, giustizia,
spirito critico, propri della nostra Costituzione, con particolare riferimento
alla crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, esprimiamo lo sdegno per
il massacro della popolazione palestinese, chiediamo la fine dei bombardamenti
su Gaza, chiediamo che cessino gli attacchi condotti dall’esercito israeliano
contro scuole, università, moschee, ospedali e altri edifici civili che, così
come documentato da una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite,
costituiscono un «attacco sistematico contro le infrastrutture essenziali della
vita civile».
Chiediamo che cessi il blocco imposto dalle autorità israeliane che impedisce
l’ingresso di aiuti e beni essenziali alla popolazione della striscia di Gaza,
in conseguenza del quale il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite e
le cucine comunitarie in tutta la Striscia hanno esaurito il cibo e sono stati
costretti a interrompere le operazioni. Tale blocco sta determinando, secondo
quanto dichiarato da Ahmad Alhendawi, Direttore regionale per Medio Oriente,
Nord Africa ed Europa dell’Est di Save the Children, «una catastrofe umanitaria
deliberata», con i bambini che «vengono affamati di proposito, sotto l’assedio
totale delle autorità israeliane».
La fame come arma di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed
è codificata come crimine di guerra, così come la negazione dell’assistenza
umanitaria è una violazione del diritto internazionale umanitario.
Noi, come dichiarato da Ahmad Alhendawi, «non possiamo stare a guardare mentre
un’intera popolazione viene affamata sotto gli occhi di tutti».