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Mozione del Collegio Docenti Liceo “Benedetto Croce” Palermo. La scuola non può tacere!
PUBBLICHIAMO LA MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL LICEO SCIENTIFICO STATALE “BENEDETTO CROCE” DI PALERMO DAL TITOLO “LA SCUOLA NON PUÒ TACERE!”. Il Collegio dei docenti del Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce” di Palermo, di fronte ai massacri in Cisgiordania e al genocidio in atto nella Striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano, sente l’urgenza morale, civile e professionale di prendere parola e di impegnarsi a non restare in silenzio, riaffermando la propria missione educativa per la costruzione della pace, del dialogo e per favorire la comprensione e il dialogo tra le persone e i popoli. Il dramma della popolazione palestinese non può lasciare indifferente il mondo della scuola. I numeri del massacro, che riguardano migliaia di vittime civili – tra cui un altissimo numero di bambini, bambine e adolescenti – e la distruzione sistematica di scuole, ospedali, abitazioni e infrastrutture essenziali, insieme alla diffusione della fame e della malnutrizione che colpiscono soprattutto i più piccoli, testimoniano una catastrofe umanitaria di dimensioni inaudite, le cui ripercussioni dureranno per generazioni. Come Collegio dei docenti, riconosciamo che ogni bambino e ogni bambina, ovunque nascano, sono “nostri alunni” e “nostri figli”: il loro diritto alla vita, all’istruzione, alla libertà e alla dignità non è negoziabile. Per questo, noi docenti condanniamo con fermezza il genocidio che lo Stato di Israele sta commettendo contro i cittadini e le cittadine di Gaza e chiede la sua immediata cessazione, ma anche il ripristino della libertà e dei diritti fondamentali del popolo palestinese. Riteniamo che il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani universali sia condizione imprescindibile per continuare a guardarci come esseri umani, in una prospettiva di giustizia e di pace. Come docenti ci impegniamo a: * approfondire e studiare la situazione a Gaza e in Palestina, per offrire ai nostri studenti strumenti critici di comprensione della complessità del presente; * promuovere momenti di riflessione, confronto e formazione sul valore della pace, della convivenza e della solidarietà internazionale; * coltivare nelle giovani generazioni la consapevolezza che la costruzione di un futuro più giusto e più umano passa attraverso il rifiuto della violenza e l’affermazione dei diritti di tutti e di tutte. Con questa mozione il Collegio ribadisce la convinzione che la scuola non possa rimanere neutrale di fronte alle tragedie del nostro tempo e debba farsi voce di umanità, giustizia e speranza.
Documento CASAG sulla riforma del reclutamento
Segnaliamo il documento che è stato approvato nell’ultima riunione della Conferenza delle Associazioni Scientifiche di Area Giuridica (CASAG) relativo al disegno di legge n. 1518 recante ‘Revisione delle modalità di accesso, valutazione e reclutamento del personale ricercatore e docente universitario’. reclutamento docenti ddl S1518-Documento CASAG-26-6-25 def
Catania, docenti e scuole esprimono condanna per le guerre e solidarietà alla Palestina
A Catania i collegi docenti di tre scuole (Liceo E2. Boggio Lera”, Istituto “M. Cutelli” e IC “Parini”) hanno approvato la mozione in allegato, altri collegi (IC “Rapisardi -Dante Alighieri”, Istituto “Musco”, IC “Sauro- Giovanni XXIII”, IS “Vaccarini”) hanno espresso una chiara condanna delle guerre e solidarietà verso il popolo Palestinese. Non è tempo di silenzi o reticenze. Oltre 56 conflitti (di varia natura) attraversano il nostro pianeta. Una guerra mondiale a pezzi, che rischia di diventare globale. Un conflitto, vista la qualità, e la quantità, degli armamenti che non avrebbe né vincitori, né vinti. La scuola, quella che non addestra, che non esalta le competenze, che non rinuncia alla riflessione e allo spirito critico, può giocare un ruolo decisivo. Può provare a rovesciare la “normalizzazione” della guerra e della violenza che sembrano oggi prevalere. Non soltanto perché “se vuoi la pace, devi preparare la pace”, ma perché se vuoi costruire il futuro, se vuoi pensare/progettare il futuro, non puoi non partire dall’articolo 11 della nostra Costituzione, dal ripudio della guerra. Ma, pur condannando tutte le guerre, dobbiamo anche affermare che non sono tutte uguali. Il genocidio in Palestina, dove non c’è uno scontro fra due eserciti, rappresenta, infatti, la riproposizione di logiche e politiche che, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, pensavamo sconfitte per sempre. L’idea della pulizia etnica (a Gaza, come in Cisgiordania) va contrastata in tutti i modi possibili. Né si può accettare che il “democratico” Occidente si volti dall’altra parte, applicando la politica dei due pesi e delle due misure (nessuna sanzione, prosecuzione di tutti i rapporti politici e commerciali, cooperazione militare…) che rafforza Israele nel perseguire i suoi obiettivi. Al punto che lo stato di Tel Aviv può, come se fosse normale, radere al suolo Gaza, fare morire di fame la popolazione, bombardare Libano, Siria, Yemen, Iran, Quatar… Come si può pensare che dopo questi crimini si potrà nuovamente percorrere il cammino della pace? Di fronte a un tale fallimento, politico e culturale, non stupisce che le classi dirigenti, europee e statunitensi, complici e silenti abbiano paura del confronto e della discussione, sino ad affermare che la scuola non può, non deve, occuparsi di tali problematiche. Lo fanno attraverso il linguaggio burocratico degli uffici scolastici regionali, ma anche, come nel caso del ministro Valditara, tentando di distribuire genericamente fra tutti le responsabilità. Un modo per evitare il giudizio su ciò che sta effettivamente accadendo. Se sono tutti colpevoli, nessuno è colpevole. Se la scuola non vuole voltarsi dall’altra parte, deve impegnarsi a fianco di chi, dal basso, pratica la solidarietà (per ultima la Global Sumud Flotilla) e, soprattutto, non rinunciare alle analisi, alle riflessioni e al confronto. Bisogna essere coscienti che non basta la pace, ma occorre una pace giusta. Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Mozione approvata dagli istituti di Catania. *La Scuola ripudia la guerra* La barbarie bellica sembra essersi impadronita della nostra esistenza. In questo momento, nel nostro pianeta sono in atto oltre 50 conflitti, fra stati e/o fazioni civili: la guerra russo-ucraina, o quelle in Myanmar, Sudan, Siria sono solo alcune di un elenco purtroppo molto lungo. Bombardamenti, droni killer, massacro di civili (soprattutto donne e bambini) ci vengono riproposti quotidianamente, quasi a certificarne la normalità, come se dovessimo abituarci all’indifferenza. In Palestina, nella Striscia di Gaza e non solo, l’orrore è ancora maggiore. La popolazione è affamata, le strutture abitative distrutte per oltre il 70%, ospedali e scuole rasi al suolo, sfollamento continuo di oltre due milioni di persone. Israele parla apertamente di allontanamento di tutti i palestinesi dalla Striscia. Un progetto di pulizia etnica. Non a caso la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per la leadership israeliana (incluso Netanyahu e Gallant) per presunti crimini e violazioni del diritto umanitario nel conflitto a Gaza e più voci autorevoli hanno definito quello in corso nella Striscia un genocidio. Ebbene, di fronte a tutto questo la scuola non può più tacere. Se lo facesse, abdicherebbe al proprio compito educativo, al dovere di lavorare per la pace, per l’inclusione e contro ogni forma di discriminazione e di pregiudizio. La scuola non può rinunciare a far vivere la nostra Costituzione che, come recita l’art.11, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Per questi motivi il Collegio dei Docenti del ………… si impegna 1) Ad esporre la bandiera della Pace per ribadire la condanna di tutte le guerre; 2) Ad effettuare in tutte le classi, giorno …. settembre alle ore 9,15, un minuto di silenzio per chiedere l’immediato cessate il fuoco in Palestina e lo sblocco degli aiuti umanitari; 3) Ad affrontare, all’interno dei programmi di studio, il tema della pace e della guerra, affinché tutti gli studenti e tutte le studentesse possano maturare conoscenze adeguate ed esprimere autonomamente le loro riflessioni.
Il minuto di silenzio nelle scuole è per le vittime del genocidio di Gaza
Come docenti ed educatori pacifisti, antimilitaristi e nonviolenti non possiamo non accogliere con interesse l’invito da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e anche dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), di dedicare un minuto silenzio alle vittime di tutte le guerre, ben 56 in tutto il mondo, molte delle quali utilizzano gli strumenti di morte che produciamo e vendiamo noi dall’Italia, anche aggirando una normativa, la legge 185/1990, che  dovrebbe vietare l’esportazione di armi verso Paesi in guerra o in palese violazione dei diritti umani. Tuttavia, ci preme sottolineare che l’iniziativa lanciata per il primo giorno di scuola da Docenti per Gaza insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e La Scuola per la Pace di Torino e Piemonte, aveva uno scopo preciso, cioè quello di focalizzare l’attenzione sul genocidio in corso in Palestina; un genocidio che sta avvenendo sotto i nostri increduli occhi di docenti responsabili; un genocidio che, incredibilmente, viene negato e passato sotto silenzio da media e Governo italiano, mentre studiosi, ONG e organizzazioni internazionali umanitarie denunciano; un genocidio che, diversamente dalle altre guerre simmetriche tra milizie armate, sta colpendo una popolazione intera, civili, bambine, bambini, anziani. La precisazione e il focus sul genocidio nel chiedere da parte dei Collegi Docenti il minuto di silenzio nelle scuole per il primo giorno devono essere mantenuti, giacché avvertiamo che l’operazione del ministro Valditara, come quella dell’UCEI, ma anche quella dello zelante USP Lazio, che chiede ai dirigenti di vigilare affinché nei Collegi Docenti si disbrighino solo funzioni amministrative e burocratiche, impedendo ai docenti di pensare, vanno esattamente nella direzione di negare ciò che sta accadendo, minimizzare gli eventi e disinformare rispetto al genocidio in atto, equiparandolo a “tutte le altre guerre”. È proprio quella responsabilità, alla quale l’UCEI ci richiama nell’essere insegnanti, che ci impedisce di ignorare ciò che sappiamo dalla storia e ciò che per anni abbiamo insegnato nelle nostre classi con fonti e documenti storici alla mano. E noi dalla storia sappiamo che, diversamente da ciò che si afferma nella nota diramata dall’Unione delle Comunità Ebraiche, che ha il netto sentore di propaganda distorsiva dei fatti per mascherarne la gravità genocidaria in atto, la violenza nei confronti del popolo palestinese da parte dello Stato sionista d’Israele non inizia affatto all’indomani del 7 ottobre 2023, ma è di gran lunga precedente. Proprio perché, come docenti responsabili, abbiamo dimestichezza con la storia e con i diritti umani fondamentali che vanno garantiti alle persone in quanto tali, nel rispetto della Costituzione antifascista, nella quale ci riconosciamo, e rifiutiamo la propaganda legata alla contingenza della nostra alleanza militare e politica con gli Stati Uniti e con Israele nell’ambito della NATO, noi abbiamo il dovere di dire che raccontare e spiegare ai nostri studenti e alle nostre studentesse ciò che sappiamo attraverso fonti ben documentate e documentabili anche da parte di storici e studiosi israeliani come Benny Morris, Simpa Flapan, Avi Shlaim, Ilan Pappé. E noi sappiamo, perché ne abbiamo preso consapevolezza in quanto docenti responsabili, che dal 1° gennaio al 7 ottobre 2023 le vittime palestinesi sono state 247; che Gaza è stata bombardata dallo Stato sionista d’Israele, che secondo l’ONU occupa illegalmente i territori che non gli appartengono, nel 2008, nel 2012, nel 2014, nel 2021 e nel 2022; che sulla testa del premier israeliano Benjamin Netanyahu pende un mandato per crimini nei confronti dell’umanità da parte della Corte Penale Internazionale; che in Cisgiordania, dove Hamas non c’entra nulla, essendo stato votato solo dalla popolazione di Gaza, i coloni israeliani sono legittimati a demolire le abitazioni dei palestinesi e a costruire le proprie e tutto ciò ben prima del 7 ottobre 2023. Come docenti responsabili, cioè come docenti che sono interpellati dai propri studenti e dalle proprie studentesse per rispondere e rendere conto delle atrocità e delle ingiustizie che avvengono in tutto mondo, ciò che troviamo pericoloso è spostare l’attenzione su altre guerre, per negare la specificità del genocidio palestinese, così come demistificare i fatti per mera propaganda sionista. E, come docenti responsabili, vigileremo e lavoreremo affinché la specificità di ogni genocidio, da quello ebraico fino a quello palestinese sotto i nostri occhi, inchiodi gli esecutori materiali e le idee che lo giustificano alle proprie responsabilità, per cui noi continueremo a denunciare, piuttosto, la pericolosità tanto del nazismo, quanto del fascismo e del sionismo. E magari il minuto di silenzio per tutte le 56 guerre in corso lo faremo il secondo giorno di scuola. Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Docenti contro la guerra al Liceo “Chini-Michelangelo” di Camaiore (LU)
In continuità con il pronunciamento dell’ultimo collegio dell’a.s. 2024/2025, i seguenti docenti del Liceo “Chini-Michelangelo” di Camaiore (Lucca), firmatari di questo documento, denunciano con forza le atrocità che il governo Netanyahu sta perpetrando a Gaza, con l’appoggio degli USA e il silenzio-assenso di gran parte d’Europa. Non possiamo tacere di fronte ai massacri indiscriminati e intenzionali di civili, al blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari che condanna a morte per fame e sete l’intera popolazione, alla distruzione di scuole e ospedali considerati come obiettivi militari, alla pianificazione e attuazione di ciò che le istituzioni della giustizia internazionale, organizzazioni umanitarie e governi nazionali riconoscono ormai come genocidio. Per tali gravissime violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, chiediamo al Governo italiano di agire nel rispetto del dettato costituzionale, quindi di operare concretamente per ristabilire la pace, di sospendere ogni forma di sostegno diretto o indiretto al governo di Israele, di intervenire per aprire l’accesso agli aiuti umanitari nella striscia di Gaza e ristabilire condizioni di legalità e giustizia in Palestina, sotto il controllo degli organismi internazionali.  Inoltre, come cittadini e come docenti, ci opponiamo al riarmo europeo, che comporterà enormi tagli alla spesa sociale (comprese scuola, università e sanità), proponendoci di insegnare il rispetto dei valori affermati nella Costituzione e impegnandoci fattivamente per costruire una cultura di pace, secondo il “Mai più” sancito dalla Carta dell’UNESCO. A tale scopo, la nostra comunità scolastica si impegna affinché vengano promossi progetti didattici e di Educazione Civica volti alla formazione di una conoscenza critica e consapevole, e al rifiuto e alla condanna delle logiche di accettazione della guerra come unica soluzione possibile nel contrasto tra Stati. Esprimiamo solidarietà  verso la popolazione palestinese oppressa e ci opponiamo  a tutte le guerre che si stanno combattendo nel mondo, che hanno come conseguenza la morte di civili inermi. Chiediamo inoltre di osservare un minuto di silenzio durante il primo giorno di scuola, per ricordare tutti i bambini e le bambine, studenti e insegnanti uccisi in questo assurdo conflitto, vittime senza voce della più feroce e inaccettabile violazione dei diritti umani. SEGUONO 88 FIRME e quella della DS Monica Biagi
Documento approvato all’unanimità dal Collegio Docenti dell’IC “Giuliana Saladino” di Palermo
LA SCUOLA RIPUDIA LA GUERRA! Iniziamo l’anno scolastico 2025/26 con il cuore colmo di tristezza. La barbarie bellica sembra essersi impadronita della nostra esistenza; la violenza scriteriata sta cancellando i valori dell’umanità che, in Ucraina e a Gaza, lentamente stanno morendo sotto i bombardamenti di missili e droni-killer. Il numero spropositato di morti civili, il massacro di bambini e bambine, la distruzione delle abitazioni, la fame usata come arma, i raid sugli ospedali, l’uccisione di giornalisti, l’esportazione degli armamenti, lo sfollamento di milioni di persone… tutto ciò sta diventando parte del nostro immaginario collettivo. Non possiamo abituarci alla barbarie, non possiamo assuefarci all’indifferenza. Gli educatori, gli insegnanti, la scuola non possono abituarsi alla barbarie né assuefarsi all’indifferenza. Significherebbe condannare alla marginalità eterna la più importante istituzione culturale del Paese. Abbiamo l’obbligo di reagire, di educare alla pace, di costruire percorsi di convivenza e di democrazia. “Prendere la parola” è un obbligo educativo e morale della Scuola. L’istituto Comprensivo Giuliana Saladino lo ha sempre fatto! Non siamo rimasti inermi davanti all’occupazione militare di un Paese sovrano: abbiamo partecipato convintamente alla grande mobilitazione di studenti, studentesse e docenti per condannare l’aggressione della Russia all’Ucraina. Abbiamo discusso in classe della terribile azione criminale del 7 ottobre 2023, compiuta da Hamas contro i civili israeliani. Non abbiamo taciuto davanti alla scriteriata e vergognosa operazione di pulizia etnica di Israele contro il popolo palestinese che, da decenni, soffre davanti all’indifferenza della comunità internazionale. Abbiamo fatto una manifestazione e appeso uno striscione sulla facciata della scuola per chiedere lo stop alle bombe su Gaza. Abbiamo avuto l’onore di incontrare la scrittrice ebrea Edith Bruck e con lei abbiamo imparato la necessità di contrastare, quotidianamente, tutte le forme di razzismo e di antisemitismo. Tutti i giorni, nella nostra missione educativa, pratichiamo l’inclusione e combattiamo ogni manifestazione di discriminazione e di pregiudizio. L’istituto comprensivo Giuliana Saladino continuerà a farlo! A tal fine il collegio dei docenti, riunito in seduta plenaria, assume le seguenti determinazioni: – – – – – – la prima riunione del collegio dei docenti sarà aperta con un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime della guerra e con un minuto di rumore per chiedere di fermare il massacro in Ucraina e il genocidio di Gaza; la bandiera della pace sarà posizionata in mezzo alle bandiere istituzionali che campeggiano sulla facciata della scuola affinché giunga forte il messaggio di pace ai governi italiani ed europei; il 2 ottobre, in occasione della giornata internazionale della non-violenza, organizzeremo una manifestazione per le vie del quartiere per chiedere la fine di tutte le guerre; l’attività educativa e il percorso di accoglienza delle prime settimane sarà interamente dedicato alla pace. Ogni ordine di scuola costruirà, in modo autonomo, percorsi didattici, analizzando gli aspetti storici, etici, pedagogici per consentire alle studentesse e agli studenti di tutte le età di partecipare alla manifestazione con adeguata consapevolezza; saranno coinvolte le famiglie, le associazioni, la parrocchia San Giovanni Apostolo e la società civile affinché vi sia una ampia partecipazione alla manifestazione; alle iniziative della scuola sarà data la massima diffusione al fine di sensibilizzare e coinvolgere le altre istituzioni scolastiche della città e del Paese. Tutto ciò nella piena applicazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione che recita testualmente: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Palermo, 01/09/2025
“Per difendere Università e Scuole dall’invasione dell’industria bellica”
LA CONOSCENZA NON MARCIA. Per difendere Università e Scuole dall’invasione dell’industria bellica, dalla logica militare, dalla collaborazione con il genocidio del popolo palestinese. PREMESSA Assistiamo a una crescente invasione del settore dell’istruzione e della ricerca da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico. Il processo di militarizzazione […] L'articolo “Per difendere Università e Scuole dall’invasione dell’industria bellica” su Contropiano.
Mozione per la pace, il rispetto del diritto internazionale a Gaza dell’IC “Lorenzetti” Sovicille (SI)
PUBBLICHIAMO CON PIACERE, SPERANDO CHE I DOCUMENTI SI MOLTIPLICHINO NELLE SCUOLE, LA MOZIONE DEL COLLEGIO DOCENTI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “A. LORENZETTI DI ROSIA SOVICILLE (SI) PER LA PACE, IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA TUTELA DEI CIVILI NEL CONFLITTO IN CORSO A GAZA. A DISPOSIZIONE DEI DOCENTI C’È ANCHE UN DOCUMENTO CHE ABBIAMO PRODOTTO COME OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ CON LO SLOGAN “NOI SIAMO DOCENTI PACEFONDAI“. Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo Statale “A. Lorenzetti, in occasione della riunione in data 27 giugno 2025, CONSIDERATO Il drammatico protrarsi del conflitto a Gaza, con un numero intollerabile di vittime civili e la catastrofica crisi umanitaria in corso, di fronte ai quali il silenzio della comunità educante sarebbe in contrasto con la missione fondamentale della scuola di educare al rispetto reciproco, alla nonviolenza, alla giustizia, alla solidarietà e alla pace. ESPRIME la più ferma condanna per ogni forma di violenza contro le popolazioni civili e per tutte le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale. Riteniamo inaccettabile la catastrofe umanitaria a Gaza che si sta consumando davanti ai nostri occhi. La popolazione civile di Gaza è intrappolata in un ciclo di violenza senza fine, vittima di bombardamenti indiscriminati che hanno distrutto ospedali, scuole, case e infrastrutture vitali. Decine di migliaia di persone, in maggioranza donne e bambini, sono state uccise. Centinaia di migliaia sono sfollate, affamate, private dell’accesso all’acqua potabile, alle cure mediche e a ogni forma di sicurezza. Questa strage deve finire. subito. Non esiste giustificazione strategica, politica o militare che possa legittimare la punizione collettiva di un intero popolo. La sicurezza di uno Stato non può mai essere costruita sulle macerie della vita e della dignità di un altro popolo. La violenza genera solo altra violenza, in una spirale di odio e vendetta che ipoteca il futuro di intere generazioni e allontana ogni prospettiva di pace giusta e duratura. È DOVEROSO: un cessate il fuoco immediato, permanente e incondizionato; la fine dell’assedio e la garanzia di un accesso libero e sicuro per gli aiuti umanitari; la protezione di tutte le popolazioni civili, in linea con il diritto internazionale umanitario; la liberazione di tutti gli ostaggi e dei prigionieri detenuti illegalmente; l’avvio di un autentico processo di pace sotto l’egida della comunità internazionale. Il Nostro “No” è contro tutte le guerre. La tragedia di Gaza, come quelle in Ucraina e in troppi altri angoli del mondo, non è un’eccezione, ma la tragica conferma di una verità fondamentale: la guerra è una sconfitta per l’intera umanità. È uno strumento primitivo e distruttivo che non risolve mai i conflitti, ma li alimenta, lasciando dietro di sé solo morte, traumi, povertà e devastazione ambientale. Noi ripudiamo la logica della guerra, che trasforma gli esseri umani in bersagli e le risorse del pianeta in strumenti di morte. Come sancito dall’articolo 11 della Costituzione Italiana, noi ripudiamo la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Tutto il nostro Impegno deve essere rivolto verso una Cultura della Pace che sconfigga ogni logica bellica. Questo significa Educare al dialogo, all’empatia e alla gestione nonviolenta dei conflitti, a partire dalle scuole. Non possiamo restare in silenzio. Non possiamo essere neutrali di fronte alla sofferenza. Il nostro grido è un atto di responsabilità e d’amore per l’umanità. Chiediamo ai nostri rappresentanti politici di ascoltare la voce della propria coscienza e dei propri cittadini, e di agire con coraggio per fermare la guerra a Gaza e per scegliere, sempre e ovunque, la via della pace. Un altro mondo non è solo possibile, è necessario. Costruiamolo insieme. Il Collegio Docenti dell’IC “Ambrogio Lorenzetti”