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Un appello dai lavoratori del porto di Ancona
Ancona 20 settembre 2025 Appuntamento al porto di Ancona alle ore 17.30 alla Mole Vanvitelliana per bloccare il porto di Ancona il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale, di lavoro privato e pubblico impiego, indetto da USB. Lo sciopero generale del 22 settembre rappresenta un prioritario ed irrinunciabile spazio di azione per le pratiche di solidarietà attiva a fianco della popolazione palestinese. La gravissima e costante precipitazione degli eventi a cui stiamo assistendo impone un salto di qualità nelle mobilitazioni e la necessità di oltrepassare il piano meramente simbolico e testimoniale a vantaggio di iniziative in grado di incidere concretamente nella realtà materiale del traffico di armi verso Israele, della evidente complicità di istituzioni e organizzazioni economiche, degli interessi che i responsabili del genocidio nutrono anche nei nostri territori. L’appello con cui i camalli di Genova hanno lanciato il blocco dei flussi e delle attività portuali a tutela della Global Sumud Flotilla e l’indizione dello sciopero generale da parte di Usb per il 22 settembre vanno esattamente in questa direzione. Per questo riteniamo che l’appello lanciato dal Calp di Genova nell’ambito dello sciopero generale del 22 settembre vada accolto e praticato anche nel territorio marchigiano, il che significa chiaramente assumere senza tentennamenti che il 22 settembre anche il porto di Ancona dovrà essere annoverato tra quelli interessati dalle azioni di blocco. In Palestina si sta vivendo una situazione di straordinaria emergenza, in una costante e sempre più grave precipitazione degli eventi: l’esercito israeliano occupante ha intensificato i bombardamenti a Gaza City, costringendo la popolazione civile, ridotta alla fame, a cercare rifugio senza che sia possibile trovarlo, in un territorio che è quasi completamente dichiarato “zona di combattimento” da parte dei militari sionisti dell’Idf che sparano per uccidere, anche agli sfollati in fuga. E’ in atto un genocidio e sono le forze della resistenza, i combattenti partigiani di Gaza ad opporsi. E le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono il simbolo della solidarietà globale a questa resistenza. Lo sciopero generale del 22 settembre con l’appuntamento alle ore 17,30 al porto di Ancona sarà uno spazio di azione per le pratiche di solidarietà attiva a fianco della popolazione palestinese. La mobilitazione si sta allargando a una composizione sociale molto variegata: sono già arrivate conferme di partecipazione di lavoratori della logistica, dei trasporti, dei collettivi degli studenti per la Palestina, di tante cittadine e cittadini. Il concentramento al porto di Ancona sarà lunedì 22 settembre alle ore 17,30 Area ingresso Mole Vanvitelliana, lato Fiera della Pesca (area di fronte bar Baccà). LUNEDI’ 22 SETTEMBRE sarà sciopero generale e giornata nazionale di blocco in tutta Italia a sostegno della Global Sumud flottilla, contro il genocidio e dalla parte della resistenza palestinese. Centri Sociali Marche USB Redazione Italia
Apre la caccia: al via una nuova stagione di massacri
Nel diffondere questo appello della federazione Pro-natura, ricordiamo che, oltre alla strage insopportabile dei nostri fratelli piumati e impellicciati, la pratica della caccia comporta una diffusione allargata e legale del possesso di armi che corrobora un immaginario e un agire sempre più mortifero  Nonostante l’opinione pubblica sia sempre più contraria all’attività venatoria, domenica 21 settembre si apre ufficialmente la stagione di caccia. Ufficialmente, perché in realtà, tra piani di abbattimento e preaperture agli uccelli migratori, si spara ormai tutto l’anno. Invece di tutelare quel che resta della fauna selvatica italiana, si concede ai cacciatori di sparare sempre di più, anche a specie a rischio di estinzione, come la pernice bianca, il gallo forcello e la coturnice. E che dire della cosiddetta “caccia in deroga”, che consente alle Regioni di approvare piani di abbattimento (ma sarebbe più opportuno parlare di sterminio) di uccelli più piccoli della cartuccia che porrà fine alla loro vita, quali ad esempio storni e fringuelli? Negli ultimi mesi sono state approvate alcune modifiche alla legislazione venatoria, tutte in senso estensivo. Ma non basta: al momento sono in discussione in Parlamento ulteriori proposte di modifica, che peggiorerebbero ulteriormente la situazione, con effetti devastanti su quel che resta della biodiversità e della fauna selvatica italiana. Si prevede, ad esempio, la proroga della fine della stagione venatoria a febbraio, quando la maggior parte delle specie sono già occupate con la riproduzione. Non solo, si amplia la possibilità di utilizzare richiami vivi, favorendo in questo modo la cattura di migliaia di esemplari, i quali, se sopravvivono, passeranno poi il resto dei loro giorni confinati in anguste gabbiette. E poi ancora riduzione della superficie destinata a protezione ambientale, esclusione del mondo scientifico dalla gestione dell’attività venatoria, limiti ai controlli, possibilità di cacciare sui demani pubblici, e così via per un elenco che potrebbe essere lunghissimo. Per non parlare della caccia sui valichi montani, dove transitano gli uccelli durante la migrazione. L’Unione Europea vieta esplicitamente tale pratica, ma il nostro Governo, con un escamotage vergognoso, è riuscito ad aggirare tale proibizione nell’ambito della legge sulla montagna approvata alcuni giorni orsono. È ora di dire basta a queste ignobili concessioni al mondo venatorio. La Federazione Nazionale Pro Natura invita tutti i cittadini a far sentire la loro voce contraria nei confronti di una pratica violenta, anacronistica e causa di profondi dissesti ambientali. FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA (info: segretario@pro-natura.it)   Redazione Italia
Cosa può una città? Margini, feticci e spazi sociali
Questo il titolo di Assemblea cittadina che si svolgerà alle ore 18 del 26 settembre prossimo, in occasione dei cinque anni della biblioteca sociale “booq” alla Kalsa a Palermo. Se ne discuterà insieme a Marco Assennato della Université PSL, Verdiana Mineo del Centro Sociale Ex Carcere, Laura Pavia della Fondazione Don Calabria ETS, un rappresentante di Corrente Cinema, Loriana Cavaleri di Send, Vivian Celestino di Handala e Flora La Sita di booq. Così gli organizzatori presentano il dibattito. > Un campetto, una piazza, una biblioteca di quartiere. Guardare la città a > partire da luoghi marginali può rivelare un’immagine non appiattita di un > territorio: delle sue tensioni e delle sue passioni. > > Nella Palermo duale, le distanze tra i dentro e i fuori, materiali e > simbolici, sono siderali. > Ogni spazio diventa terreno di contesa e l’accesso a beni, luoghi e diritti > diventa impresa individuale. La solitudine diviene, trasversalmente, una > condizione di massa. > Quello che era lo spazio della politica diventa oggi lo spazio dei consumi. > > Chi è impegnato nel lavoro sociale deve costantemente confrontarsi, oltre che > con le problematiche dei quartieri, anche con le narrazioni stridenti che > parlano di rinascita e rigenerazione. > > La città è stata sostituita dal suo feticcio, la partecipazione ridotta ad > edulcorata organizzazione del consenso, la cittadinanza ha smesso di essere > l’insieme degli abitanti di un territorio diventando lo spazio della > competizione individuale all’accesso ai diritti. > Il racconto di una città diventa un operazione di marketing, il suo nome un > brand e la polvere del territorio viene nascosta sotto il tappeto di una > mappa, artefatta e pacificata. > > Ma la spinta fagocitante della merce non è mai totalizzante e incontra > continui piani di resistenza. Costantemente emergono pratiche di > attraversamento dei territori che sfuggono ad ogni ipotesi preordinata e > disegnano relazioni inedite. > > È importante allora pensare pratiche che rompano gli argini e tengano insieme > solidarietà, cura e conflitto. > > In un suo recente articolo sul rapporto tra Urbanistica, Architettura e > Politica, Marco Assennato scrive: > > “occorre domandarsi quale soggettività politica, quale livello istituzionale, > insomma chi può (chi ha sufficientemente forza per) «rallentare, selezionare e > diversificare la mobilità del capitale» e la sua riproduzione urbana? > Possiamo limitarci a redarguire i gestori degli enti locali – il Comune e i > suoi Municipi – per la loro mancanza di coraggio e ricordare agli > amministratori il loro dovere di difesa dei pubblici diritti contro i privati > interessi? > O non è forse necessario chiedersi perché mai ciò non accada praticamente più? > Ed avviare una ricerca, difficile, rigorosa ma possibile attorno a > contropoteri efficaci e realistici rispetto alla delirante dinamica del > capitale contemporaneo e delle sue politiche”. > > Il recente sgombero, dall’altra parte del paese, del Leoncavallo ha portato, > oltre che ad una straordinaria risposta solidale, anche ad una ripresa del > dibattito pubblico sugli spazi sociali, la cui importanza non è riducibile > soltanto ad un discorso sui dispositivi di repressione e resistenza. Bisogna > interrogarsi piuttosto sulle soggettività politiche adeguate alle attuali > trasformazioni urbane. > > Ci chiediamo in altro termini: a chi appartiene una città? > > Quali sono oggi i luoghi della politica e come pensare oggi una politica dei > luoghi? > Insomma, cosa può una città? > ___________ > Il programma completo della due giorni per i 5 anni di booq: > https://www.booqpa.org/amore-citta-e-altre-catastrofi-5-anni-di-booq-nella-galassia-kalsa/ Redazione Palermo
Il viaggio di Marco Cavallo nei Cpr d’Italia – Milano, 20 settembre
Siamo alla seconda tappa del viaggio di Marco Cavallo nei Centri di Permanenza per i rimpatri. Dopo Gradisca, l’appuntamento per la manifestazione milanese è alle 14:00 di sabato 20 settembre in Piazza Tricolore. Da lì, alle 14:30, partirà il corteo verso il Cpr di via Corelli, dove alle 16:30 si terrà il presidio con interventi delle realtà promotrici e aderenti. Dopo Gradisca, la seconda tappa del viaggio di Marco Cavallo ci porta a Milano, davanti al Cpr di via Corelli. Insieme a Marco Cavallo percorreremo le strade della città fino al centro di detenzione, dove si terrà un presidio con interventi delle realtà promotrici e aderenti. Come negli anni Settanta si abbattevano i cancelli dei manicomi, oggi dobbiamo guardare oltre le reti dei Cpr e vedere quello che ci viene impedito di vedere: persone, vite, sogni interrotti, la cui unica colpa è non avere un permesso di soggiorno. Da troppo tempo nel nostro paese non avere documenti giustifica la privazione così crudele della libertà. E non è accettabile. Con Marco Cavallo chiediamo la chiusura dei Cpr e l’abolizione della detenzione amministrativa. Il corteo sarà un cammino di arte, musica, cura e partecipazione, per cambiare la narrazione e riportare al centro dignità e diritti. Marco Cavallo sarà accompagnato dalle 100 bandiere degli scarti, simboli di creatività e resistenza anche nelle condizioni più dure: ogni cucitura è un legame, come le vite che si intrecciano anche dentro luoghi di detenzione. Il corteo sarà accompagnato dal ritmo e dall’energia dei gruppi artistici e musicali milanesi che hanno aderito alla manifestazione. — Forum Salute Mentale Il Viaggio di Marco Cavallo nei CPR Davide Bertok
La musica contro il silenzio. Manifestazione nazionale a Roma
Sabato 28 settembre 2025 alle 16 Piazza Santi Apostoli, Roma Nel mese di giugno abbiamo attraversato l’Italia da Nord a Sud, e siamo scesi in 26 piazze per esprimere il nostro dissenso contro il genocidio in atto a Gaza e in tutta la Palestina: un massacro contro l’umanità provocato dalla politica criminale di Netanyahu e di Israele, che parte da lontano e che continua inesorabile sotto gli occhi del mondo. Con musica e arte, abbiamo cercato di rompere il silenzio e l’inerzia complici delle istituzioni italiane ed europee, sostenendo la lotta dei Palestinesi per la propria sopravvivenza. A luglio, abbiamo lanciato un appello europeo, accolto da diversi Paesi: ne è nato un movimento culturale che affianca le tante realtà che da sempre lottano per i diritti del popolo palestinese, un movimento apartitico che attraversa l’Europa toccando Svizzera, Germania, Austria, Grecia, Svezia, Scozia… Anche in Italia siamo pronti per unirci ancora una volta, tutti insieme in un’unica piazza: il 28 settembre alle ore 16, ci troveremo in Piazza Santi Apostoli a Roma, per un momento di solidarietà e protesta condivisa. Invitiamo tutti a partecipare, musicisti e non: insieme possiamo portare avanti una mobilitazione culturale, di solidarietà, giustizia, sensibilità, umanità, partecipazione e impegno, in difesa del popolo palestinese e dei suoi diritti fondamentali. Per informazioni seguite il profilo Instagram o Facebook “La Musica contro il Silenzio” lamusicacontroilsilenzio@gmail.com – @lamusicacontroilsilenzio Redazione Italia
L’Osservatorio contro la militarizzazione sostiene lo sciopero del 22 settembre: manifestazioni in tutta Italia!
Il 22 settembre è stato indetto uno sciopero generale dai sindacati di base e da numerose associazioni e movimenti dal basso a sostegno del popolo palestinese, massacrato da un genocidio perpetrato dallo Stato sionista d’Israele, e della missione della Global Sumud Flotilla, che proverà a rompere la gabbia dell’embargo costruita da Israele per scongiurare il rifornimento dei generi di prima necessità alla inerme popolazione di Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invita i/le suoi/sue aderenti e simpatizzanti ad aderire e seguire l’esempio dei portuali di Genova, dei ferrovieri e di altri lavoratori e lavoratrici della logistica che con determinazione hanno bloccato carichi di morte. Non possiamo accettare il silenzio e l’inerzia del nostro Governo complice di Israele visto il continuo rifornimento di armi e tecnologie sperimentate proprio sui Palestinesi. Non possiamo accettare in silenzio il genocidio del popolo palestinese che avviene contemporaneamente ai processi di militarizzazione del mondo della scuola e dell’università, piegando la ricerca a fini militari, la cultura alle ragioni della propaganda di guerra. La Legge di Bilancio europea evidenzia come l’economia di guerra taglia risorse economiche al sociale, alla sanità e alla scuola che avrebbero invece bisogno di essere aiutate, rafforzate e potenziate. Non è dato sapere quali saranno gli scenari delle prossime settimane ma le ultime notizie mostrano un esercito israeliano che opera per cancellare ogni presenza palestinese da Gaza. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nasce per affermare una cultura di pace e una società senza guerre. Ebbene, se vogliamo concretizzare questi propositi è impossibile tacere davanti al genocidio del popolo palestinese. Per questo invitiamo alla partecipazione allo sciopero generale e generalizzato del 22 settembre e auspichiamo la riuscita delle manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese che si svolgeranno in tutta Italia. Continuiamo a costruire lo sciopero del mondo della scuola del prossimo 4 novembre in una crescente mobilitazione contro la guerra e contro la finanziaria dell’economia di guerra. Elenco delle manifestazioni per il 22 settembre (in aggiornamento continuo). * 1. Bergamo: ore 18:00 Prefettura Via Tasso * 2. Torino: ore 10:30 Piazza Carlo Felice * 3. Trieste: ore 10 al Varco 4 del Porto * 4. Milano: ore 10:00 Piazzale Cadorna * 5. Novara: ore 10:00 Piazza Matteotti * 6. Cuneo: ore 10,00, Piazza Europa * 7. Verbania: dalle ore 17,00 da Palazzo Flaim (Intra) al Municipio di Pallanza. * 8. Genova: ore 8:00 porto, Varco Albertazzi * 9. Pisa: ore 9:00 Piazza XX Settembre * 10. Ancona: ore 17:30 Mole Vanvitelliana * 11. Pescara: ore 10:00, Piazza Sacro Cuore * 12. Livorno: ore 6:00 porto, Varco Valessini * 13. Civitavecchia: ore 9:30 Porto, Molo Vespucci * 14. Roma: ore 11:00 Piazza dei Cinquecento * 15. Napoli: ore 9:30, Piazza Mancini * 16. Salerno: ore 9:00 Varco Ponente * 17. Potenza: ore 9:30 Chiesa di Santa Maria (Piazza Aldo Moro) * 18. Cosenza: ore 17:30 Piazzale Loreto * 19. Lecce: ore 10:00, Piazza Sant’Orazio * 20. Palermo: ore 10:00, Piazza Verdi * 21. Catania: ore 10:00 Piazza Stesicoro * 22. Ragusa: ore 10:00, Piazza Matteotti * 23. Bari: ore 9:30, Molo San Nicola Redazione Italia
Emergency aderisce alle mobilitazioni per Gaza del 19 e 22 settembre
Il cessate il fuoco e il rispetto del diritto internazionale, lo stop alla collaborazione militare e al commercio di armi con Israele: sono le richieste della ONG. Emergency: “Siamo testimoni diretti della violenza indiscriminata esercitata contro i gazawi. Non vogliamo essere complici di questo massacro”  EMERGENCY si unisce alle manifestazioni di venerdì 19 e lunedì 22 settembre, indette per chiedere la fine dei bombardamenti nella Striscia di Gaza e lo stop alla corsa al riarmo. “Da più di un anno raccontiamo, attraverso la voce dei nostri operatori sanitari all’interno della Striscia di Gaza, la violenza indiscriminata esercitata contro gli abitanti Gazawi, coinvolti in una sistematica opera di disumanizzazione. – commenta l’Ong fondata da Gino Strada -. A Gaza non esiste un luogo sicuro per chi cerca di sopravvivere e nemmeno per chi fugge. Le persone sono stremate da due anni di feroce conflitto, costrette a sopravvivere senza cibo, acqua e cure. In 31 anni di interventi umanitari in zone di conflitto non abbiamo mai visto una tale brutalità, contro così tante persone, concentrate in pochi chilometri quadrati. Gaza City è stata distrutta e la sua popolazione è intrappolata tra bombe e macerie.”. EMERGENCY è presente nella Striscia con una sua clinica nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, dove visita in media 250 persone al giorno. L’Ong offre la sua assistenza anche nella clinica di medicina di base allestita dall’associazione locale CFTA (Culture & Free Thought Association) ad al-Mawasi, dove da novembre 2024 a luglio 2025 ha effettuato oltre 19.000 visite. EMERGENCY è anche partita con la sua nave di ricerca e soccorso per accompagnare la Global Sumud Flotilla, con funzioni di nave osservatrice e di supporto medico e logistico. “La società civile è stanca delle mancate azioni concrete dell’Europa, colpevole di non garantire la sopravvivenza delle centinaia di migliaia di civili che subiscono quotidianamente l’atrocità di questa ennesima guerra. Il mancato intervento da parte dell’Europa l’ha resa complice di quanto sta succedendo a Gaza, che il recente pronunciamento della Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite per l’inchiesta sui Territori palestinesi occupati ha definito come “genocidio”” prosegue EMERGENCY. “Come EMERGENCY torniamo a fare appello al governo italiano con tre richieste urgenti affinché: * attivi immediatamente un impegno diplomatico per un cessate il fuoco e per il rispetto del diritto umanitario internazionale; * annulli il memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele; * interrompa la compravendita di armi e sistemi d’arma da e per Israele. Non vogliamo e non possiamo essere complici di questo massacro. La voce dei cittadini e delle cittadine italiane è fondamentale per obbligare il governo italiano e i governi europei ad agire ora.” – conclude l’Ong. Emergency
‘Voci per la libertà’ per Gaza al Mei di Faenza per chiedere lo stop al genocidio
Anche quest’anno ‘Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty’ porterà il meglio della sua ultima edizione al MEI di Faenza, punto di riferimento per la musica indipendente italiana. Il 4 ottobre sul palco principale di Piazza del Popolo si esibirà infatti Giovanni Segreti Bruno, vincitore del Premio Amnesty International Italia Emergenti 2025 con il brano “Notre Drame”, una composizione intensa e toccante che si distingue per la sua capacità di tradurre il dolore e la rabbia in un appello universale alla coscienza. Di grande importanza sarà anche l’iniziativa “Una voce per Gaza”, che vede l’unione di forze fra Voci per la Libertà, Amnesty International, EdicolAcustica e il MEI. Di fronte alla tragedia che sta devastando la Striscia di Gaza si darà voce al mondo della musica indipendente in un appello corale. Sabato 4 e domenica 5 ottobre infatti sarà allestito in Piazza Nenni uno stand dove si svolgerà una vera e propria maratona di solidarietà artistica. Gli artisti che lo desiderano potranno esibirsi in una breve performance con brani, poesie, riflessioni, letture e testimonianze che abbiano l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione sulla crisi e sostenere le richieste di Amnesty International. Chi fosse interessato potrà dare adesione alla mail vociperlaliberta@gmail.com, fornendo una breve descrizione della performance che intende proporre. Verrà successivamente ricontattato per definire tutti i dettagli. L’evento sarà il megafono di un grido d’allarme che non può più essere più ignorato. Sottolineano gli organizzatori: “Due anni di assedio, bombe, fame, sfollamenti. Due anni di genocidio portato avanti da Israele nei confronti della popolazione palestinese. Due anni di silenzio complice. La Striscia di Gaza è stata devastata sotto gli occhi del mondo: scuole distrutte, ospedali bombardati, quartieri cancellati, infrastrutture civili colpite, famiglie intere sterminate. Due anni di migliaia di morti, un’intera popolazione sfiancata e intere città rase al suolo. L’Unione europea e i suoi stati membri sono tenuti a proibire qualsiasi attività commerciale o forma di investimento che possa alimentare tali gravi violazioni. Ogni giorno di inattività da parte dell’Unione europea accresce il pericolo di una complicità con le azioni di Israele”. Le richieste sono: * la cessazione immediata del genocidio nella Striscia di Gaza e l’avvio di indagini internazionali indipendenti sotto l’egida delle Nazioni Unite e della Corte penale internazionale; * la fine dell’occupazione militare e del blocco illegale sulla Striscia di Gaza; * la fine del sistema di apartheid israeliano; * lo stop immediato alla vendita di armi, munizioni e sistemi a duplice uso da parte dell’Italia e dell’Unione europea verso Israele, come previsto dal Trattato sul commercio di armi, dalla legge 185/90 e dai principi di diritto internazionale.   Ufficio stampa Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty Redazione Italia
I docenti dell’Università di Salerno aderiscono allo sciopero del 22 settembre in solidarietà con la Palestina
Il genocidio a Gaza è davanti gli occhi di tutti noi. Il 16 settembre lo ha riconosciuto anche una commissione delle Nazioni Unite. Noi docenti delle università italiane, leggendo quanto accadeva a Gaza, lo abbiamo denunciato già a novembre 2023 in una lettera pubblica inviata al Ministero firmata da circa 5 mila colleghe e colleghi. Purtroppo, il coro internazionale al quale abbiamo preso parte non è servito né, tanto meno, è riuscito finora a smuovere i governi a prendere posizioni concrete di condanna di Israele: fino ad oggi nessuna sanzione è stata diretta nei riguardi di questo Stato, del suo esercito e del suo Governo, come richiesto dal diritto umanitario internazionale, che impone a tutti – governi inclusi – il dovere di usare ogni ragionevole mezzo per prevenire il genocidio. Le popolazioni non hanno, però, chiuso gli occhi di fronte al massacro quotidiano. Le mobilitazioni non si sono mai arrestate. Anche nell’Università di Salerno ci furono adesioni allo sciopero del 23 febbraio 2024 per il cessate il fuoco a Gaza, a cui sono seguite molteplici iniziative con lo stesso obiettivo e per tenere aperti gli occhi sulla Palestina. Colleghe e colleghi del Dipartimento di Medicina e Chirurgia hanno organizzato un convegno internazionale a maggio 2025 con al centro le condizioni di salute nella Striscia di Gaza e la necessità non solo di fermare il fuoco ma anche di costruire accoglienza per i pazienti provenienti dalle zone di guerra. Alcuni organismi didattici hanno approvato mozioni sulla sistematica violazione del diritto internazionale umanitario e per la protezione della popolazione civile. Oggi diamo continuità a questo impegno aderendo allo sciopero del 22 settembre: * a sostegno della Global Sumud Flotilla, affinché possa raggiungere Gaza con gli aiuti trasportati da 50 imbarcazioni con delegazioni provenienti da 45 stati; * in solidarietà con chi resiste a Gaza e nel resto della Palestina al regime illegale di terrore permanente istituito dal Governo e dall’esercito di Israele; * per richiedere alle nostre istituzioni accademiche, a partire dal Ministero dell’università e della ricerca, ma anche ai singoli atenei, di interrompere ogni collaborazione istituzionale con Israele, comprese le sue università complici nell’occupazione della Cisgiordania. Come docenti dell’Università di Salerno in solidarietà con la Palestina invitiamo colleghe e colleghi ad aderire allo sciopero e invitiamo tutte le parti che compongono la comunità universitaria a partecipare a un incontro-assemblea nello stesso 22 settembre dalle ore 10.30 presso il campus di Fisciano in aula 4SSC nell’edificio C.   Docenti Unisa in solidarietà con la Palestina Redazione Italia
Put Your Soul on Your Hand and Walk: al cinema la voce di Gaza
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di WANTED CINEMA Carissimə, prima di tutto un enorme grazie. Il viaggio di No other land è stato straordinario: dopo nove mesi è ancora nelle sale, un risultato reso possibile non solo dal pubblico, ma soprattutto dal vostro impegno e dal prezioso lavoro di tutte le associazioni che hanno creduto in questo film. Abbiamo dimostrato insieme che il cinema può essere una potente arma di difesa, di cultura e di comunicazione, capace di illuminare situazioni cruciali e troppo spesso dimenticate. Film come questo dovrebbero essere all’ordine del giorno, e il vostro supporto ha contribuito a renderlo possibile. Oggi siamo felici di condividere con voi un nuovo, urgente capitolo di questo impegno: PUT YOUR SOUL ON YOUR HAND AND WALK diretto da Sepideh Farsi con Fatma Hassona In memoria di Fatma Hassona, Walaa Hassona, Alaa Hassona, Mohammed Hassona, Muhanned Hassona, Yazan Hassona e Raed Hassona. “SE IO MUOIO, VOGLIO UNA MORTE RUMOROSA, CHE SIA SENTITA DA TUTTO IL MONDO” Fatma Hassona, fotogiornalista (1999-2025) Dopo l’anteprima mondiale al Festival di Cannes nella sezione ACID, siamo orgogliosi di annunciare che Put your soul on your hand and walk sarà presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma 2025. Put your soul on your hand and walk racconta l’incontro, a distanza, tra una regista iraniana in esilio a Parigi e Fatma, che da Gaza documentava con coraggio l’assedio della sua terra. Il loro progetto comune prendeva forma proprio mentre la notizia della selezione al Festival di Cannes riempiva Fatma di gioia; ma il giorno seguente, il 16 aprile 2025, un attacco missilistico ha ucciso lei e gran parte della sua famiglia. Le loro videochiamate, registrate giorno dopo giorno, sono diventate l’unico materiale possibile per un film che oggi si fa memoria viva, resistenza, atto d’amore. “Fatma è diventata i miei occhi a Gaza. Io, dal mio esilio, sono stata la sua finestra aperta sul mondo. Questo film è un’urgenza di memoria, un modo per non lasciare che la sua voce venga cancellata.” — Sepideh Farsi La luce e il sorriso di Fatma meritano di essere custoditi e portati ovunque. La sua morte, come quella di tanti troppi giornalisti uccisi a Gaza, non deve passare sotto silenzio. Mobilitiamoci perché la sua voce si faccia sentire ancora più forte attraverso questo film, perché la sua testimonianza non sia dimenticata e continui a parlare al mondo intero. Accanto al film, anche le fotografie di Fatma restano una testimonianza straordinaria. Scatti che oggi, come già proposto in diversi luoghi a Cannes, vogliamo portare in giro per l’Italia con mostre fotografiche dedicate, per permettere a tutti di entrare in contatto diretto con lo sguardo di Fatma e con le immagini che ha avuto il coraggio di consegnarci. Sono 232 i reporter uccisi dall’inizio della guerra. Dal 7 ottobre 2023, a Gaza, sono morti più giornalisti che in entrambe le guerre mondiali (fonte: Il Manifesto). Fatma è un’altra voce che è stata messa a tacere. Come No other land, anche Put your soul on your hand and walk non è solo cinema, ma una presa di posizione politica e umana, un’opera che scuote le coscienze e ci obbliga a non distogliere lo sguardo. È un film che deve essere visto, discusso, condiviso, un documento urgente che ha bisogno della stessa rete di sostegno che ci ha accompagnati fin qui. Vi invitiamo quindi a organizzare proiezioni e dibattiti, a diffondere la voce nelle vostre reti, a continuare a usare il cinema, e ora anche la fotografia, come strumenti di resistenza e di verità. Solo insieme possiamo fare in modo che questa testimonianza trovi lo spazio e l’eco che merita. Contiamo ancora una volta sul vostro sostegno. Per qualsiasi informazione potete contattarci scrivendo a eventi@wantedcinema.eu Redazione Italia