Più guerra che pace, R1PUD1A bocciata in due collegi docenti

Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Monday, November 10, 2025

«Dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità»
Gino Strada, Stoccolma 30 novembre 2015 celebrazione Right Livelihood Award, il Premio Nobel alternativo.

Hanno scritto all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università due insegnanti; tra di loro non si conoscono, ma hanno vissuto la stessa situazione spiacevole. Essi hanno proposto nel loro Collegio Docenti di collegare la propria scuola alla community R1PUD1A di Emergency e incredibilmente hanno trovato in alcuni insegnanti e nel/la dirigente scolastico/a un muro. 

Ci hanno scritto che preferiscono mantenere l’anonimato loro e della scuola, ma ci tenevano a farci sapere dell’accaduto. Possiamo ipotizzare che ci siano altri casi simili nelle nostre scuole, e che ce ne saranno in futuro. Se volete siamo qui a raccogliere la vostra esperienza e a denunciarla

Ci hanno scritto:
«La mozione della campagna di Emergency aveva raccolto 40 firme. Ne abbiamo discusso. La preside ha parlato prima della votazione dicendo che la scuola non fa politica. Risultato: dei 40 firmatari abbiamo votato a favore solo in 17».
«Quando il dirigente dà un suo parere contrario, gli insegnanti si sentono costretti ad aderire alla sua linea».

Alcuni dirigenti scolastici e insegnanti, con la scusa che a scuola non si debba fare politica, bocciano iniziative lodevoli di un’associazione riconosciuta come Emergency, che da anni entra in punta di piedi nelle scuole primarie e secondarie a spiegare la brutalità delle guerre.

Sono gli stessi dirigenti scolastici e insegnanti che talvolta abbracciano le nuove collaborazioni con il Ministero della Difesa e se ne fanno partecipi, legittimando il militarismo dilagante e diventando essi stessi il punto debole del sistema scolastico in un contesto globale segnato da conflitti e riarmo.

Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università siamo vicini a chi sente la scuola come un pilastro fondativo di una società che non va arruolata alla guerra e lotta per costruire percorsi di pace e nonviolenza, come quello che si è svolto a Verona l’8 novembre e che ha visto la partecipazione di circa 250 insegnanti al II Forum nazionale delle scuole per la nonviolenza.

A scuola non trasmettiamo solo competenze, ma costruiamo la coscienza civica. Per questo pensiamo che la visione di dirigenti scolastici e insegnanti sia dirimente. Possono avere lungimiranza, incoraggiare la partecipazione, rendere la scuola un luogo vivo, capace di incidere sul presente oppure no. 

Ringraziamo chi ci ha scritto e invitiamo altri insegnanti, genitori, studenti a farlo. Tutto quello che interessa la scuola ci interessa, che siano ostacoli o traguardi raggiunti, vedete per esempio questa serie di mozioni per la pace.

Appena trascorsa la giornata del 4 novembre, data simbolo della fine della Prima Guerra mondiale, che la legge n. 27 del 1 marzo 2024 ha rinominato “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate” in una dubbia esaltazione del passato bellicista e della attuale difesa armata, noi riprendiamo a segnalare i casi di militarizzazione delle scuole, delle università e, in generale, dei territori. 

A chi volesse sottrarsi suggeriamo di leggere e usare i moduli che abbiamo scritto con l’aiuto di legali e sindacalisti vicini al nostro Osservatorio

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università