
Italia-Libia, Human Rights Watch chiede la fine del patto sui controlli alle frontiere
Progetto Melting Pot Europa - Tuesday, October 14, 2025Tra meno di un mese, il memorandum d’intesa tra Italia e Libia 1 sulla cooperazione in materia di migrazione 2 si rinnoverà automaticamente. Otto anni dopo la sua firma nel 2017, il bilancio di questo accordo è drammatico: decine di migliaia di persone intercettate in mare, riportate in Libia e consegnate a detenzioni arbitrarie, torture, violenze sessuali e abusi quotidiani. Eppure l’Italia e l’Unione Europea sembrano pronte a continuare su questa strada, ignorando le evidenze.
Human Rights Watch (HRW) non usa mezzi termini: l’accordo è ““Il Memorandum di intesa Italia-Libia si è rivelato un quadro di riferimento per la violenza e la sofferenza, e dovrebbe essere revocato,
non rinnovato””.
La cosiddetta “Guardia Costiera libica“, sostenuta dall’Italia con mezzi tecnici e finanziari, opera in un contesto di conflitto e frammentazione politica, dove milizie e forze statali si intrecciano con reti di traffico e contrabbando. Chi viene intercettato in mare non trova sicurezza: trova detenzione, fame, violenze fisiche e sessuali, lavori forzati e negazione dei diritti fondamentali.
Negli ultimi mesi, le motovedette donate dall’Italia 3 hanno addirittura aperto il fuoco contro navi di ricerca e soccorso come Ocean Viking e Sea-Watch, confermando che la complicità italiana non riguarda solo i respingimenti, ma anche la messa in pericolo dei naufraghi e delle organizzazioni. Eppure, l’Europa sostiene queste stesse forze, con la sorveglianza di Frontex e investimenti milionari per il contenimento dei flussi migratori.
Uno degli episodi più gravi e preoccupanti è avvenuto nel primo pomeriggio del 12 ottobre 2025 quando Alarm Phone (AP) 4 ha ricevuto una chiamata da un gruppo di circa 100-150 persone che stavano cercando di fuggire dalla Libia su un peschereccio. «Ci hanno ripetutamente detto che erano stati colpiti da colpi di arma da fuoco sparati da un’imbarcazione non identificata», denuncia AP. «Hanno identificato i responsabili come una milizia libica. La loro posizione GPS alle 13:30 CEST li collocava in acque internazionali, nella zona di ricerca e soccorso maltese (N34 50, E015 54)».
«Sebbene non sia possibile verificare chi abbia attaccato il gruppo di persone in fuga,» – continua Alarm Phone – «questo comportamento indica che potrebbe trattarsi della milizia libica, come identificato dalle persone a bordo».
«Le organizzazioni della società civile, tra cui Refugees in Libya, un gruppo di sopravvissuti alla violenza contro le persone migranti in Libia,» scrive HRW, «si stanno mobilitando contro l’accordo Italia-Libia e chiedono all’UE di sospendere ogni cooperazione in materia di migrazione con la Libia». È una richiesta che mette al centro la vita e la dignità delle persone, non le logiche securitarie che hanno trasformato il Mediterraneo centrale in un cimitero a cielo aperto.
Per denunciare questa politica di esternalizzazione e brutalizzazione delle frontiere europee, Refugees in Libya ha lanciato un appello a una mobilitazione comune a Roma il 18 ottobre alle 14:00 in Piazza Santi Apostoli.
Memorandum Italia-Libia, un patto di violazioni e abusi
Il 2 novembre l’accordo sarà rinnovato. Refugees in Libya: manifestiamo a Roma il 18 ottobre
Carlotta Zaccarelli
29 Settembre 2025
“Il continuo sostegno alle forze illegali e irresponsabili in Libia è indifendibile”, afferma Judith Sunderland, direttrice associata per l’Europa e l’Asia centrale di Human Rights Watch. “L’UE e tutti i suoi Stati membri, compresa l’Italia, dovrebbero smettere di finanziare e legittimare la violenza contro i migranti e riorientare radicalmente le loro politiche mediterranee per dare priorità al soccorso in mare e a percorsi migratori sicuri e legali”.
- A questo link il Memorandum ↩︎
- Cos’è e cosa prevede il Memorandum Italia-Libia, Lenius ↩︎
- Already Complicit in Libya Migrant Abuse, EU Doubles Down on Support, HRW (febbraio 2023) ↩︎
- Alarm Phone (formalmente Watch The Med – Alarm Phone) è una rete di attivisti e volontari creata nel 2014, che gestisce una linea telefonica di emergenza per le persone migranti in difficoltà durante le traversate nel Mar Mediterraneo (e in parte anche lungo le rotte atlantiche e balcaniche) ↩︎