
Milano: la forza della liberazione
Pressenza - Friday, April 25, 2025Impressionante!
Ho fatto sfilare praticamente tutto il corteo, sono passati per 4 ore. Partiti già alle 14, gli ultimi sono entrati in piazza dopo le 19.30. A detta di molti: più di 150mila, e secondo me c’erano tutti. Un corteo liquido, di quelli che come l’acqua riempie ogni spazio, si infila nelle vie laterali, prende fiato, si riposa dove c’è un po’ di ombra. Dai passeggini agli anziani, c’è tutto il popolo che, viene da dire, si definisce di sinistra. Che poi i vertici di buona parte delle loro organizzazioni scivolino al centro, lo sappiamo, ma si vede dai volti, dall’energia, dalla voglia di essere in piazza, che questo popolo è schierato, non è tiepido, o almeno, potrebbe non esserlo.
Pare manchino i sindacati di base, gli anarchici, gli altri e le altre ci sono tutte. Anpi da ogni dove, sindacati confederali in lungo e in largo, partiti dal Pd in giù, fino a diversi partiti comunisti che fanno la loro figura. Arci, Acli, Emergency, Casa delle Donne, movimenti studenteschi, diversi centri sociali, Amnesty, ResQ, gruppi di sudamericani a difesa dei diritti nei loro Paesi, ci sono almeno 20 camion che sfilano, neanche al carnevale di Bahia. Anche il famoso striscione exGKN “Insorgiamo”! C’è anche un camion del Manifesto, quasi da non crederci.
Lungo il serpentone: musica, cori, canti, slogan, diverse batucade, con percussioni, ballerine e qualche ballerino, la Murga, la banda degli Ottoni a Scoppio al gran completo. Ci sono i kurdi e un po’ più avanti anche un gruppetto di turchi che ricordano la repressione nel paese compiuta dal governo criminale di Erdogan. Peccato che queste due realtà siano separate…
Decine i cartelli che invocano alla resistenza, altrettanti sfottono la “sobrietà” che è stata chiesta…
Certo c’è un tema che corre lungo quasi tutto il corteo: quello della questione palestinese. Alla testa del corteo, poco dopo la banda ufficiale e un paio di striscioni, passa la oramai assidua “brigata ebraica”, almeno 200 persone con decine di bandiere di Israele, circondate da un fitto cordone di city angels in maglietta rossa. Un servizio d’ordine, misto a polizia, per lo più in borghese, davanti e dietro, isolate un paio di bandiere palestinesi. Dal marciapiede qualche voce isolata grida “Palestina libera”, una donna da dentro il corteo parte in preda ad una rabbia furibonda, quella cintura che protegge la brigata ebraica, in questo caso, deve proteggere chi grida dal marciapiede.
La nonna di un mio amico diceva: “Male non fare, paura non avere”. Non credo funzioni sempre, ma l’impressione è che questo gruppo di filoisraeliani, viaggi nella paura. In effetti, in San Babila, poco dopo il loro passaggio e quello delle bandiere ucraine, la polizia si infila, fa un cordone e separa il resto del corteo che è costretto a star fermo per un po’.
Ma mettiamo un altro tassello al quadro: diverse centinaia di metri più indietro, vicini alle tante bandiere palestinesi, c’è anche un discreto gruppo di ebrei contro l’occupazione, Mai indifferenti, sempre presenti, anche ai cortei del sabato. Diciamo che la solidarietà con il popolo palestinese è diffusissima, bandiere sparse, oltre alle tante dello spezzone dei palestinesi, gli slogan più gridati sono: Ora e sempre resistenza e Palestina libera. Anche dal camion dei giovani del Pd con le loro magliette arancioni, gridano forte “Palestina libera” e quando stanno quasi per arrivare in piazza Duomo, mettono un pezzo d’epoca che tutti cantano in coro e molti alzano il pugno: “bandiera rossa”.
Allora la domanda da farsi è: ci sono tutte queste energie anche durante il resto dell’anno? Riuscirà la base a farsi sentire con cupole di partiti e sindacati intrise di burocrazia? Lo capiscono i vertici di Cgil, Anpi, Arci (giusto per fare qualche nome) che moltissimi di coloro che oggi erano dietro i loro striscioni, probabilmente riempivano il corteo del 12 aprile per la fine del massacro a Gaza? Per la giustizia e la libertà in quella terra martoriata?
Non sappiamo cosa sia stato detto dal palco in piazza Duomo, e credo lo sappiano in pochi (di quelli che hanno manifestato), ma il messaggio di questo corteo è stato chiaro: non bisogna far procedere questo fascismo diffuso, armi, guerre, leggi repressive, attacchi alla costituzione, riduzione dei diritti come della spesa pubblica, non possono continuare, questa opposizione deve trasformarsi in forza politica, dal basso.
Insomma, tutti si allontanano, portandosi a casa incontri, battute, musica, sorrisi, abbracci. Facciamo tutto il possibile perché non si rientri nei ranghi, nel nostro orticello, allargando le braccia di fronte al male che avanza.
Foto di Andrea De Lotto, Loretta Cremasco e Stefano Sarfati





























PS: mi perdonino i gruppi, le associazioni, i movimenti, che non ho nominato, forse le foto aiuteranno a rendere giustizia. Buon 26 aprile, 27 aprile… resistenza ora e sempre.