La vergogna dell’Europa
Questa Europa che si prepara alla guerra contro la Russia, che urla frasi di violenza per abituarci al conflitto, questa Europa che non è certo la culla della democrazia si indigna per dei razzi rozzi o uno sconfinamento aereo sulla Lettonia ma non dice nulla e sopratutto non fa nulla contro il genocidio compiuto da Israele sul popolo palestinese. Perché la NATO non protegge il popolo palestinese?  E’ questo il vero volto della libertà propagandata dall’Europa e sopratutto dagli USA?  Come possiamo non soffrire per le donne e di bambini macellati in Palestina? Questa Europa non ha il diritto di esistere come Unione pacifica di popoli perché, a senso unico promuove e prepara una guerra sanguinosa, perché con gli USA ha sempre voluto e preparato il conflitto in Ucraina, ed ora, vergognosamente non fa nulla contro il governo Israeliano che uccide degli innocenti in Palestina.  Sono ormai oltre 10 anni che l’Europa ha attuato l’embargo contro la Russia e da 70 anni non fa nulla contro Israele? Perché pur esistendo due risoluzioni dell’ONU, che obbligherebbero Israele a ritirarsi dalla vallate del Golan, nessuno va a farle applicare?  Dove sono i famigerati  (ricordate pristina) caschi Blu che dovrebbero  difendere gli innocenti? Certo, siamo alla fine  del diritto internazionale, siamo alla fine dei trattati sui diritti dell’uomo. Il becero interesse alla guerra sta vincendo e solo noi possiamo fermarlo. Acquistare, investire in bombe ed armi vuol dire prepararsi alla guerra e forse viene fatto per nascondere e giustificare la crisi  economica devastante che sta per arrivare. Si! Da sempre la guerre sono state un businness e queste ancora di più. Che vergogna l’Europa. Redazione Italia
Perche Trump non fermerà mai Netanyahu
Se ancora qualcuno ingenuamente spera che Trump possa contribuire alla fine del genocidio a Gaza o all’occupazione illegale in Cisgiordania coltiva una fatua illusione. Un coacervo di ragioni economiche, politiche e familiari, avvalorate da esternazioni di Trump o figure a lui referenti, rendono ad oggi assolutamente impossibile l’avverarsi di tale auspicio di pacificazione. Ecco le  ragioni e dichiarazioni che dimostrano quanto Trump sia un ferreo sostenitore di Netanyahu: 1. 1. Trump ha dichiarato a fine 2024: «… se volete che Israele sopravviva dovete votare Donald Trump. Siete sotto attacco come mai prima. Io sono il presidente più pro-Israele, Kamala Harris è anti-Israele….» 2. L’ultima campagna elettorale di Trump è stata finanziata dalla miliardaria israeliana Miriam Adelson, la quinta donna più ricca degli USA, per 100 milioni $ mentre  nella campagna del 2016 i coniugi Adelson finanziarono Trump per 25 milioni $. 3. Uno dei primi atti firmati dal neoeletto presidente USA a fine gennaio 2025 è stato quello di revocare il blocco imposto alcuni mesi prima da Biden sulla fornitura a Israele delle super-bombe da 2.000 libbre (900 kg). 4. Il 5.02.2025 Netanyahu è stato il primo leader straniero a visitare la Casa Bianca dall’inizio del secondo mandato di Trump e lo ha così ringraziato:  “Sei il nostro più grande amico” . 5. Il padre del genero di Trump, Charles Kushner, ospitava a casa propria l’amico di famiglia Netanyahu in occasione dei suoi viaggi negli USA, ancor prima che divenisse primo ministro. 6. A gennaio 2025 il neo nominato ambasciatore degli USA in Israele, Mike Huckabee, ha dichiarato alla radio dell’esercito israeliano che “Trump appoggerà il governo israeliano nell‘annessione degli insediamenti in Cisgiordania.” 7. A gennaio 2025 la neo nominata ambasciatrice degli USA all’ONU, Elise Stefanik ha affermato che Tel Aviv ha un “diritto biblico sull’intera Cisgiordania e che  “gli Stati Uniti devono stare incondizionatamente con Israele all’Onu”. 8. A febbraio 2025 Trump ha dichiarato “Mi impegno ad acquistare e controllare Gaza” precisando che la vorrebbe trasformare nella “riviera del medio oriente” e che “I palestinesi non avranno diritto a ritornare perché avranno alloggi molto migliori.” Il Jerusalem Post il 3.05.2024 rivelava on line la visione di Netanyahu di Gaza al 2035, che poi si rivelerà condivisa con Trump, così immaginata: Gaza pullula di lussuosi grattacieli, ferrovie, corsi d’acqua, campi solari e stazioni di estrazione del gas dal giacimento marino “Gaza Marine” ubicato nella porzione di mare che gli accordi di Oslo hanno assegnato alla Palestina. E’ impossibile poi non citare l’osceno video creato da Trump con l’IA che lo raffigura a Gaza flirtare con una ballerina del ventre seminuda e quindi sorseggiare un cocktail con Benjamin distesi in costume su due sdraio con lo sfondo dei nuovi, lussuosi grattacieli di Gaza. Infine a fine agosto anche la ministra della scienza israeliana realizza un nuovo video con l’AI, dove si vedono Trump e Netanyahu passeggiare con le mogli sul lungomare di Gaza, privo di palestinesi, e con lo sfondo una scintillante Trump Tower. 9. A gennaio 2025 il genero di Trump Gerard Kuschner, ebreo di famiglia, viene ricevuto a  Tel Aviv da Netanyahu e diventa primo azionista  del colosso israeliano Phoenix Financial Ltd, attivo nei finanziamenti immobiliari nei territori occupati. 10. L’inviato speciale USA per il Medio Oriente, Witkoff, prima della seconda elezione di Trump si è recato in Cisgiordania per inaugurare una colonia illegale israeliana sui territori occupati. Profeticamente sulla facciata di una casa della nuova colonia illegale campeggiava la scritta “We’ll make Israel great again.” 11. Trump ha sanzionato a febbraio 2025 tutti i componenti della Corte Penale Internazionale dell’Aia in quanto avevano osato emettere il 21.11.2024 un mandato di cattura internazionale per l’amico Netaniahu per crimini di guerra e contro l’umanità commessi a Gaza. 12. A maggio 2025 per volere di Trump e Netanyahu è stata creata la Gaza Humanitarian Foundation imposta da Israele come unica distributrice degli aiuti nella striscia di Gaza. Dopo poche settimane, e centinaia di gazawi assassinati in fila per ricevere cibo, l’ONU e decine di ONG hanno accusato la GHF di essere un’arma di pressione politica e militare. 13. A marzo 2025 Marco Rubio ha annunciato l’espulsione dagli USA di 300 studenti nell’ambito del programma “Catch and Revoke” finalizzato ad espellere studenti stranieri che hanno semplicemente partecipato a manifestazioni a favore della Palestina. 14. Il genero di Trump Gerard Kuschner e l’ex premier inglese Tony Blair il 28.08.2025 hanno presentato in un incontro riservato con Trump alla Casa Bianca, presenti anche l’inviato speciale per il Medio Oriente, Steve Witkoff e Marco Rubio, le loro idee sul dopoguerra a Gaza, ovvero i dettagli del piano “Aurora”, che prevede la ricostruzione della striscia in una lussuosa Gaza-riviera previa deportazione di tutti i gazawi. 15. Trump ha sanzionato, alla stregua dei peggiori terroristi, anche la nostra Francesca Albanese, rea di aver scritto il rapporto intitolato Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio, evidenziando il ruolo complice che 44 grandi “entità aziendali” mondiali hanno nel sostenere il progetto coloniale israeliano di sfollamento e occupazione. 16. A fine agosto Trump ha revocato ai membri dell’OLP e dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) i visti per partecipare all’assemblea dell’ONU di settembre, come ritorsione agli annunci del riconoscimento della Palestina in quell’occasione da parte di alcuni Stati europei. 17. Da ricordare infine che nel 2020 Trump ha promosso la stipula degli Accordi di Abramo per “aprire” i rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti. Redazione Italia
Il veto USA alla risoluzione ONU sul cessate il fuoco a Gaza scatena proteste a New York
> Il 18 settembre gli Stati Uniti hanno nuovamente posto il veto su una > risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un > cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza, suscitando condanne diffuse e > scatenando proteste fuori dalla sede delle Nazioni Unite a Manhattan. La risoluzione, co-sponsorizzata da tutti i 10 membri eletti del Consiglio, ha ricevuto 14 voti a favore, ma è stata bloccata dagli Stati Uniti. Essa chiedeva un “cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente”, il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas e la revoca delle restrizioni israeliane agli aiuti umanitari in entrata a Gaza. Un rappresentante degli Stati Uniti ha difeso il veto, sostenendo che la bozza era “inaccettabile” perché non condannava Hamas né riconosceva il “diritto all’autodifesa” di Israele. PROTESTE ALLE NAZIONI UNITE A poche ore dal voto, centinaia di persone si sono radunate davanti alla sede delle Nazioni Unite per denunciare la decisione di Washington. I manifestanti hanno portato cartelli con la scritta “Pace per Gaza” e “Non un bersaglio”, chiedendo la fine della guerra e l’accesso illimitato agli aiuti umanitari. La manifestazione ha attirato una folla eterogenea: il cofondatore dei Pink Floyd Roger Waters, la candidata presidenziale del Partito dei Verdi statunitense Jill Stein e membri della comunità ebraica chassidica di New York si sono uniti al personale delle Nazioni Unite, agli attivisti e ai newyorkesi comuni per chiedere la pace. Una manifestazione, organizzata dagli stessi dipendenti delle Nazioni Unite, ha messo in luce la crescente frustrazione all’interno dell’istituzione nei confronti della politica statunitense. Lo stesso giorno, alcuni documenti interni hanno rivelato che sia gli Stati Uniti che Israele avevano inviato lettere di protesta alla leadership delle Nazioni Unite accusando il personale di parzialità riguardo alle loro posizioni su Gaza, alimentando ulteriormente le tensioni. CRESCENTE DIVISIONE INTERNAZIONALE Questo è stato il sesto veto degli Stati Uniti su una risoluzione relativa a Gaza dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023. La mossa ha sottolineato il crescente isolamento internazionale di Washington e Tel Aviv: solo pochi giorni prima, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva approvato a larga maggioranza una risoluzione a sostegno della soluzione dei due Stati, una misura osteggiata solo dagli Stati Uniti e da Israele. Con l’indignazione globale in aumento, New York è diventata il punto focale del dissenso, con i manifestanti che hanno promesso di mantenere la pressione sul governo degli Stati Uniti fino al raggiungimento di un cessate il fuoco. Foto di Anthony Donovan Pressenza New York
Arrestate attiviste di Ultima Generazione in sciopero della fame per Gaza
Quattro donne di Ultima Generazione sono state arrestate questa mattina a Montecitorio, mentre annunciavano l’inizio dello sciopero della fame affinché il governo Meloni riconosca il genocidio dei palestinesi. Le forze dell’ordine con due auto della polizia le hanno circondate e poi le hanno prese di peso, nonostante si trattasse di un’azione di protesta nonviolenta. Trovo scandaloso questo spiegamento di forze contro quattro donne pacifiche che manifestano solidarietà alla Global Sumud Flotilla, movimento di resistenza civile nonviolenta che è partito ieri dalle coste siciliane per rompere il blocco criminale agli aiuti umanitari per Gaza. Voglio esprimere tutto il mio rammarico, la mia apprensione e lo sconcerto che ho provato di fronte ad una sproporzionate repressione della polizia, che voleva impedire anche il lavoro dei giornalisti, allontanando chi si avvicinava per documentare l’arresto delle 4 donne. Oltre alle tre in sciopero della fame, è stata arrestata anche quella che documentava la protesta con video e foto. Al momento le quattro donne si trovano ancora nel commissariato Trevi. “Ho deciso di unirmi allo sciopero e a privarmi del cibo, perché non riesco più a tollerare ciò che sta succedendo a Gaza” ha dichiarato Alina, madre di tre figli. Ora basta! Non continuerò la mia vita come se nulla fosse. Metto il mio corpo a disposizione e andrò avanti con lo sciopero della fame a oltranza; il mio impegno è per la Flotilla e per la Palestina, affinché riesca nella sua missione, le persone partite tornino a casa senza un graffio e il governo riconosca che le atrocità che stanno succedendo a Gaza sono un genocidio! Invito chiunque lo desideri a unirsi: c’è ancora speranza, possiamo e dobbiamo ancora agire.” Rayman
L’Olocausto gazawi continua per il 715° giorno consecutivo. Notte di terrore per i residenti della città di Gaza. Famiglia sterminata. sfollamento forzato di 270.000 palestinesi verso sud
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Gli abitanti della città di Gaza hanno trascorso una notte insonne a causa dell’intensificarsi del rumore dei caccia a bassa quota e dei bombardamenti israeliani, uditi anche dalle zone centrali della Striscia. La situazione è tragica per coloro che sono sotto attacco diretto nei quartieri di Sahaba e Daraj, con migliaia di persone in fuga verso sud attraverso l’unica strada autorizzata, Al-Rashid, sovraffollata e lenta. Le persone si spostano in camion, carretti o a piedi, impiegando spesso dalle 5 alle 7 ore per completare un tragitto che una volta richiedeva solo 15-20 minuti, il tutto nel timore di nuovi attacchi aerei. Secondo il ministero della Salute di Gaza, nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 34 palestinesi e 200 feriti a causa degli attacchi israeliani. Tre palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano mentre cercavano alimenti nei pressi di un presunto centro di distribuzione di aiuti a nord di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. In un altro massacro israeliano, nove palestinesi sono stati uccisi nel bombardamento di un edificio residenziale nel quartiere di Al-Tuffah, a nord-est della città di Gaza. Famiglia sterminata. Mahmoud Nasser al-Jumla, sua moglie e i suoi figli sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in un nuovo massacro a seguito del bombardamento della loro casa nella città di Gaza, cancellando ufficialmente la famiglia dall’anagrafe. Comunicato dell’Ufficio stampa del governo di Gaza (GMO). “Le forze di occupazione israeliane impongono lo sfollamento forzato di 270.000 palestinesi dalla città di Gaza verso sud, sotto la minaccia di bombardamenti e genocidio, mentre oltre 900.000 si rifiutano fermamente di andarsene. “Quasi 270.000 cittadini sono stati costretti a lasciare le proprie case sotto i bombardamenti incessanti. Allo stesso tempo, le squadre governative hanno anche registrato uno sfollamento inverso, con oltre 22.000 residenti che sono tornati nelle loro aree di origine all’interno della città di Gaza, entro sabato a mezzogiorno, a causa della totale mancanza di beni di prima necessità per la sopravvivenza nel sud. “L’area di Al-Mawasi a Khan Younis, e Rafah, che attualmente ospita quasi un milione di civili e che l’occupazione promuove falsamente come ‘zone umanitarie e sicure’, è stata sottoposta a oltre 110 attacchi aerei e ripetuti bombardamenti, che hanno causato la morte di oltre 2.000 palestinesi in massacri successivi. “L’area assegnata dall’occupazione nelle sue mappe come ‘zone rifugio’ non supera il 12% della superficie totale della Striscia di Gaza, eppure cerca di confinarvi più di 1,7 milioni di persone. Ciò fa parte di un piano sistematico per istituire ‘campi di concentramento’ nell’ambito di una politica di sfollamento forzato, volta a svuotare la città di Gaza e la parte settentrionale di Gaza della loro popolazione”. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
Sostenere lo sciopero generale, continuiamo a costruire il movimento di classe
La crisi conclamata del Modo di produzione capitalista e di tutta la civiltà occidentale sta da tempo generando numerosi mostri ma allo stesso tempo, in continuità con la previsione di Marx, sta producendo le “armi” che ne decreteranno la fine: il movimento di classe. Lo sciopero generale del 22 settembre […] L'articolo Sostenere lo sciopero generale, continuiamo a costruire il movimento di classe su Contropiano.
Lo sfollamento forzato degli abitanti di Gaza, in immagini, mappe e video
di Cate Brown, Amaya Verde e Júlia Ledur ,  The Washington Post, 19 settembre 2025.    I palestinesi sfollati si spostano con i loro averi verso sud su una strada nella zona del campo profughi di Nuseirat, in seguito ai nuovi ordini di evacuazione di Gaza City da parte di Israele. Eyad Baba/AFP/Getty Images Tre giorni dopo che Israele ha lanciato la sua offensiva terrestre per conquistare la città di Gaza, decine di migliaia di palestinesi si stanno spostando verso sud in cerca di una relativa sicurezza. All’inizio dell’operazione, gli aerei militari israeliani hanno lanciato volantini invitando quasi un milione di residenti della città a evacuare lungo la strada al-Rashid, una stretta autostrada a due corsie che costeggia l’enclave. Migliaia di volantini di carta cadono su Gaza City il 17 settembre, intimando a quasi un milione di persone di andarsene. Reuters Un uomo legge uno dei volantini lanciati dall’esercito israeliano, che esorta la popolazione a evacuare verso sud. Omar Al-Qattaa/AFP/Getty Images Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, da metà marzo più di un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, dopo che Israele ha rotto la fragile tregua con Hamas riprendendo gli attacchi su Gaza. Secondo una dichiarazione rilasciata giovedì dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), quasi un quarto di queste persone si è spostato dal nord al sud di Gaza nell’ultimo mese. Il fumo sale da un bombardamento dell’esercito israeliano nella città di Gaza, visto dalla Striscia di Gaza centrale. Jehad Alshrafi/AP I palestinesi ispezionano il luogo di un attacco israeliano notturno contro un’abitazione nella città di Gaza. Ebrahim Hajjaj/Reuters Le famiglie raccontano di aver trascorso ore nel traffico per raggiungere al-Mawasi. Abdel Kareem Hana/AP Una donna trasporta un fagotto di coperte mentre cammina verso sud. Le partenze di massa dalla città di Gaza hanno causato ingorghi lungo il percorso. Mahmoud Issa/Reuters Un gruppo di abitanti di Gaza seduti su un carro improvvisato, con un sacco di farina bianca e oggetti domestici legati per il viaggio. Eyad Baba/AFP/Getty Images Il 17 settembre si sono alzate nuvole di fumo mentre Israele continuava l’assalto via terra alla città di Gaza in quello che i palestinesi hanno descritto come il bombardamento più intenso degli ultimi due anni. Reuters Detriti di cemento costellano la strada dell’evacuazione. L’ONU stima che oltre il 90% degli edifici residenziali di Gaza siano stati danneggiati o distrutti dai bombardamenti israeliani. Abdel Kareem Hana/AP Un bambino trasporta i suoi averi lungo la strada che attraversa il centro di Gaza. I bambini rappresentano la metà degli sfollati a Gaza. Eyad Baba/AFP/Getty Images La strada costiera per al-Mawasi presenta dei rischi. L’accesso all’acqua e al cibo è limitato. La gente ha dovuto scegliere quali scorte portare con sé verso sud, dove la competizione per le risorse dopo mesi di blocco potrebbe diventare una questione di vita o di morte. Secondo le Nazioni Unite, da domenica più di 56.000 persone hanno lasciato la città di Gaza. Mahmoud Issa/Reuters La gente cammina trasportando fagotti di cibo e vestiti. Eyad Baba/AFP/Getty Images Le partenze sono continuate anche dopo il calar della notte, sotto i bombardamenti israeliani. Più di 20 agenzie umanitarie hanno chiesto ai leader mondiali di intervenire e fermare l’assalto di Israele. Centinaia di migliaia di palestinesi hanno camminato o guidato verso sud per sfuggire all’offensiva israeliana sulla città di Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che era necessario prendere il controllo della città per sconfiggere Hamas. Jehad Alshrafi/AP Una famiglia palestinese si ammassa su un camion in fuga dalla città di Gaza. Dawoud Abu Alkas/Reuters Le famiglie che arrivano ad al-Mawasi scoprono che lo spazio è limitato e le malattie dilagano. Gli operatori umanitari riferiscono che le persone pagano 80 dollari solo per un posto dove piantare una tenda. La gente cerca uno spazio dove scaricare i propri averi ad al-Mawasi. Jehad Alshrafi/AP Teloni improvvisati e tende fornite dall’ONU ricoprono l’area. Israele ha bloccato un recente carico di tende in entrata a Gaza perché i pali di metallo erano considerati articoli “a doppio uso”. Jehad Alshrafi/AP Cate Brown è giornalista e ricercatrice investigativa per la redazione internazionale del Post.  Amaya Verde è una giornalista grafica del Washington Post, con sede a Madrid. Júlia Ledur è una giornalista grafica che si occupa di notizie estere per il Washington Post. Prima di entrare a far parte del Post nel 2021, ha lavorato come editor grafico presso il COVID Tracking Project dell’Atlantic. In precedenza, ha fatto parte del team grafico di Reuters, occupandosi di politica latinoamericana, ambiente e questioni sociali con dati e immagini.  https://www.washingtonpost.com/world/interactive/2025/gaza-city-evacuation-photos-maps/?utm_campaign=wp_the7&utm_medium=email&utm_source=newsletter&carta-url=https%3A%2F%2Fs2.washingtonpost.com%2Fcar-ln-tr%2F44de55e%2F68cd3570ade2b538187cf313%2F60c8843bae7e8a415def588a%2F51%2F108%2F68cd3570ade2b538187cf313 Traduzione a cura di AssopacePalestina Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
La solitudine dei palestinesi – di Ahmed Frenkel
L’attacco da parte dell’esercito israeliano deciso unilateralmente dal governo Netanyahu contro Gaza City assomiglia sempre più a una sorta soluzione finale di tragica memoria. Avviene nella totale complicità e indifferenza non solo del mondo occidentale (con sporadiche eccezioni, vedi Spagna e Irlanda) ma anche del mondo arabo. In questi giorni a Bruxelles si è [...]
Le Brigate al-Qassam: “Gaza sarà il cimitero dei soldati israeliani”
Gaza – Al Mayadeen. Le Brigate al-Qassam, ala militare della Resistenza palestinese, hanno rivolto un severo monito alla leadership militare e politica dell’entità israeliana, affermando che Gaza non sarà un campo di battaglia facile per quella che chiamano “l’esercito codardo” di occupazione. Nella dichiarazione, le brigate hanno proclamato: “Non vi temiamo. Siamo pronti a mandare le anime dei vostri soldati all’inferno. Abbiamo formato un esercito di martiri, preparato migliaia di imboscate e ordigni esplosivi, e Gaza sarà il cimitero dei vostri soldati”. La Resistenza ha avvertito che l’occupazione è impegnata in una guerra di logoramento brutale che porterà soltanto a ulteriori perdite e prigionieri dalla sua parte. “I nostri mujahidin sono stati addestrati a collocare ordigni esplosivi all’interno dei vostri veicoli militari. I vostri bulldozer diventeranno bersagli primari, e una via per aumentare il numero dei prigionieri che deteniamo”. Le brigate hanno sottolineato che i prigionieri israeliani sono dispersi nei quartieri della città di Gaza, e il loro destino è legato alle decisioni prese dalla leadership dell’entità: “Non ci preoccuperemo delle vite dei vostri prigionieri, fintanto che Netanyahu ha scelto di ucciderli. Il proseguimento e l’espansione di questa operazione criminale garantisce che non riceverete alcuno dei vostri prigionieri, né vivo né morto. Il loro destino sarà lo stesso di Ron Arad”. La dichiarazione si è conclusa con una potente affermazione: “È una lotta per la vittoria o il martirio”. Ciò è avvenuto dopo che i media israeliani hanno annunciato che quattro soldati dell’occupazione sono stati uccisi e altri otto feriti dopo che i combattenti della Resistenza hanno preso di mira il loro Humvee con un ordigno esplosivo. La Resistenza palestinese a Gaza continua a combattere per difendere la propria terra e il proprio popolo, mentre prosegue anche negli sforzi diplomatici per porre fine all’aggressione e alla pulizia etnica della Striscia di Gaza. Traduzione per InfoPal di F.F.
Gaza, marchio registrato: il genocidio testato in battaglia e pronto per il mercato
Lo Stato di Occupazione Israeliano ha trasformato la sua guerra contro i palestinesi in un’Industria di Uccisioni privatizzata. Gaza è il luogo in cui aziende tecnologiche, mercenari e giganti della consulenza orchestrano sorveglianza, sfollamenti e Uccisioni di Massa a scopo di lucro. Oltre a essere una Guerra Coloniale, è anche […] L'articolo Gaza, marchio registrato: il genocidio testato in battaglia e pronto per il mercato su Contropiano.
Cosenza. IL 22 settembre sosterremo senza se e senza ma lo sciopero generale!
Tutti a Cosenza. Manifestazione regionale. ore 17,30 – Piazza Loreto Se oggi come equipaggio di terra della Flotilla siamo in condizione di gridare “blocchiamo tutto” in sostegno a chi è salpato alla volta di Gaza, è perché i lavoratori del Calp da anni lottano contro il traffico di armi bloccando i porti, […] L'articolo Cosenza. IL 22 settembre sosterremo senza se e senza ma lo sciopero generale! su Contropiano.
OCHA: le ultime vie fuga della città di Gaza stanno crollando mentre si intensificano gli attacchi israeliani
Gaza – Quds News. Le ultime vie di fuga rimaste per i civili nella città di Gaza, compresi rifugi e valichi di frontiera, stanno crollando mentre Israele intensifica il suo assalto, ha avvertito l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), tra i piani di occupare la città e sfollare con la forza più di un milione di residenti. In cinque giorni, 11 rifugi dell’UNRWA che ospitavano 11.000 persone sono stati colpiti da Israele, ha riferito l’OCHA. Più di un milione di persone sono state sfollate da quando Israele ha rotto la tregua di marzo, tra cui 200.000 nell’ultimo mese e 56.000 solo da domenica, ha aggiunto l’OCHA. Le agenzie umanitarie stanno consegnando farina di grano, pacchi alimentari e quasi 560.000 pasti al giorno, ma l’OCHA ha confermato che Israele sta “bloccando sistematicamente” gli sforzi, citando la chiusura da parte israeliana del valico di Zikim nel nord di Gaza e i divieti su determinati generi alimentari. “Le opportunità di sostenere persone affamate vengono sistematicamente bloccate. Ogni settimana vengono imposte nuove restrizioni”, ha detto l’agenzia. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha anche avvertito che gli ospedali di Gaza sono “sull’orlo del collasso”. Giovedì, il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha detto che l’assalto israeliano, attualmente concentrato sulla città di Gaza, “sta spingendo nuove ondate di sfollamento, costringendo famiglie traumatizzate in un’area sempre più ridotta e inadatta alla dignità umana”. “I feriti e le persone con disabilità non possono spostarsi in sicurezza, il che mette le loro vite in grave pericolo”, ha detto Tedros. “Chiediamo la fine immediata di queste condizioni disumane. Chiediamo un cessate il fuoco”. Secondo i rapporti, solo due ospedali nella città più grande dell’enclave, al-Shifa e al-Ahli, restano parzialmente funzionanti. Cosa sta accadendo nella città di Gaza? Centinaia di palestinesi vengono sfollati con la forza ogni giorno dai bombardamenti indiscriminati in corso di Israele contro la città di Gaza, che uccidono decine di civili quotidianamente. Le famiglie fuggono verso sud, seguendo le minacce israeliane di dirigersi verso la cosiddetta “zona sicura” di al-Mawasi, un’area sovraffollata e colpita ripetutamente dalle forze israeliane. Secondo fonti locali sul terreno, la città di Gaza viene sistematicamente svuotata, edificio dopo edificio, famiglia dopo famiglia. Le fonti hanno aggiunto che le forze israeliane hanno intensificato i loro attacchi contro la città di Gaza, distruggendo decine di edifici residenziali e rifugi. L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha dichiarato domenica che Israele ha portato avanti “bombardamenti sistematici di torri, edifici residenziali, scuole e istituzioni civili con l’obiettivo di sterminio e sfollamento forzato” mentre continua la sua offensiva sulla città. “Pur dichiarando di colpire la resistenza, la realtà sul campo dimostra senza dubbio che l’occupazione bombarda deliberatamente e secondo una metodologia chiara scuole, moschee, ospedali e centri medici, distrugge torri e edifici residenziali, tende di sfollati e colpisce le sedi di varie istituzioni comprese istituzioni internazionali che operano nel campo umanitario”, ha spiegato in un comunicato. Il portavoce della Difesa civile Mahmoud Basal ha detto: “Ciò che cade su Gaza non sono solo missili, ma barili di fuoco e lava vulcanica distruttiva che bruciano la terra e tutto ciò che vi è sopra”. Questo avviene nel quadro dei piani israeliani di occupare la città di Gaza e di ripulire etnicamente la città settentrionale dai suoi abitanti attraverso lo sfollamento forzato. Pesanti bombardamenti hanno colpito la città e le forze hanno iniziato ad avanzare dalle periferie dopo settimane di attacchi letali. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato il lancio di “una potente operazione a Gaza” iniziata martedì, chiamata Carri di Gedeone 2. Il letale assalto contro la città di Gaza è stato accolto con celebrazioni in Israele, mentre il ministro della difesa Israel Katz ha detto che “la città di Gaza sta bruciando”. L’offensiva è iniziata lo stesso giorno in cui esperti indipendenti incaricati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno confermato che Israele sta commettendo genocidio a Gaza. “Catastrofico”. Le Nazioni Unite hanno detto che l’offensiva ha costretto centinaia di palestinesi ad andare a sud, aggravando una crisi umanitaria già catastrofica. Olga Cherevko, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha affermato che le condizioni sono “nient’altro che catastrofiche”. “C’è un flusso costante di persone che si spostano dal nord, con molti che percorrono a piedi i 22 km fino alla ‘zona umanitaria’ di al-Mawasi – così etichettata da Israele”. “Le condizioni igieniche sono così gravi che, ovviamente, portano a una massiccia diffusione di malattie, eruzioni cutanee e ogni sorta di crisi di salute pubblica”. Radicati alla loro terra. Nonostante le ripetute minacce israeliane di sfollamento forzato e i bombardamenti incessanti, l’Ufficio stampa del governo di Gaza ha confermato martedì che più di un milione di palestinesi nel nord dell’enclave restano “radicati” alla loro terra. L’Ufficio ha detto che, su 1,3 milioni di persone nella città di Gaza e nelle cittadine a nord, circa 190.000 sono fuggite a sud mentre 15.000 sono tornate a nord a causa delle condizioni disperate nelle aree che l’esercito israeliano aveva designato come “zone sicure”. Le autorità locali hanno osservato che Israele attacca regolarmente Rafah e al-Mawasi vicino a Khan Younis, dove ha ordinato alla popolazione di fuggire. “Queste aree mancano completamente dei beni di prima necessità, senza ospedali, senza infrastrutture e senza servizi essenziali come acqua, cibo, rifugio, elettricità o istruzione, rendendo la vita quasi impossibile”, ha dichiarato l’Ufficio in un comunicato. Quest’area non ammonta a più del 12 percento della superficie totale della Striscia di Gaza, ha aggiunto, osservando che l’occupazione israeliana “sta cercando di confinare con la forza oltre 1,7 milioni di persone in questo spazio limitato, come parte di un piano più ampio per stabilire quelli che di fatto sono ‘campi di concentramento’.” “Questo fa parte di una politica sistematica di sfollamento forzato volta a svuotare il nord di Gaza e la città di Gaza dei loro abitanti, un chiaro crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale”. Traduzione per InfoPal di F.L.