La nuova Nakba
Rifiuti
L’accumulo dei rifiuti attorno ai campi di sfollati è un pericolo per la salute
della popolazione. Il municipio di Gaza ha denunciato gli attacchi
dell’artiglieria israeliana contro gli operatori impegnati a rimuovere i cumuli
di rifiuti. “Oltre ad aver chiuso gli accessi alle discariche che ricadono nella
zona sotto l’occupazione, i caccia e l’artiglieria prendono di mira i nostri
mezzi”.
La politica israeliana mira a rendere impossibile la vita a Gaza, per facilitare
la deportazione “volontaria” della popolazione. Il responsabile del municipio di
Gaza città addetto all’ambiente ha affermato, in un collegamento con Anbamed,
“il significato di una determinazione di Israele a rendere la vita impossibile è
quello di costringerci a partire. Vogliono ripetere la cacciata del 1948. Nella
sola città di Gaza si sono accumulati 350 mila metri cubi di rifiuti e non
abbiamo i mezzi per rimuoverle, anche a causa del blocco di rifornimento di
carburanti”.
Rifugiati
L’Assemblea generale dell’ONU ha innovato l’incarico all’Unrwa per i prossimi 3
anni. 151 a favore, 10 contrari e 14 astenuti. I tentativi israeliani di
annientare la memoria storica della Nakba sono falliti. L’attacco frontale del
governo di Tel Aviv contro l’Unrwa mira infatti alla cancellazione degli
strumenti internazionali che garantiscono i diritti storici dei palestinesi: il
diritto al ritorno, lo status di rifugiati, il risarcimento.
L’esercito israeliano ha deportato tutti gli abitanti dei campi profughi di
Jenin, Tulkarem e Nour Shams, per cancellare la memoria delle deportazioni del
1948. Per ammettere il loro ritorno, i militari hanno proposto la rinuncia allo
status di “rifugiato” e il non ritorno degli uffici e scuole dell’Unrwa.
Ostaggi
La vita di Marwan Barghouti è in pericolo. Ieri, il figlio del leader
incarcerato Marwan Barghouti ha diffuso il seguente grido: “Stamattina mi sono
svegliato con una telefonata da un prigioniero rilasciato. Mi ha detto: ‘Tuo
padre è stato maltrattato fisicamente. Gli hanno rotto denti e costole, gli
hanno tagliato via parte di un orecchio e gli hanno rotto le dita a più riprese
per divertimento’. Cosa dovrei fare? Con chi dovrei parlare? A chi dovrei
rivolgermi? Viviamo in questo incubo ogni giorno… Mio padre ha 66 anni ormai, oh
Dio, da dove prenderà la forza?”
La famiglia ha tentato di appurare la veridicità delle informazioni e la reale
identità del relatore del messaggio. Ma le autorità carcerarie israeliane non
ammettono visite e non forniscono informazioni e respingono ogni richiesta delle
istituzioni internazionali di visitarlo.
Libertà per Marwan Barghouti
Sono oltre 30 gli ospedali che parteciperanno mercoledì 10dicembre alla giornata
di mobilitazione “La sanità non si imprigiona” per chiedere la liberazione degli
oltre 90 sanitari palestinesi detenuti nelle carceri palestinesi.
Da Trento a Palermo si terranno dei flashmob che, ricordiamo, sono aperti a
tutti i cittadini. Per leggere tutto l’elenco degli ospedali coinvolti: La
sanità non si imprigiona – Anbamed
È in corso in Italia ed a livello internazionale, la campagna in favore della
liberazione dei prigionieri politici palestinesi e in particolare per mettere
fine alle torture e maltrattamenti. Al centro di tale campagna vi è l’obiettivo
di salvare il Mandela palestinese, Marwan Barghouti, da 23 anni in carcere. La
campagna viene lanciata alla vigilia della giornata mondiale di solidarietà con
il popolo palestinese indetta dall’ONU: Campagna internazionale per la
liberazione dei prigionieri politici palestinesi – Anbamed
ANBAMED