Source - Radio Onda Rossa

Tutti gli aggiornamenti, i redazionali, le trasmissioni della radio di chi se la sente

[Musica Machina] puntata 171 del 2 agosto 2025
Scaletta dei contenuti: Amptek Alex Marenga in voce - Spazio novità #24 (agosto 2025) Ciuffy Rouge - Happy mood with moog mixtape (agosto 2025) H501L - IDM Braindance vinyl mix (La danza della mente, agosto 2025) Dj Elettrodo - Daft Records monography mixtape 15 (agosto 2025)     Puntata 171 trasmessa sabato 2 agosto 2025 su Radio Onda Rossa 87.9 dalle 21 alle 23. Broadcasted on Musica Machina  radioshow,  Radio Onda Rossa 87.9  (Saturday, August 2, 2025).  
Francia: basta visti a studenti di Gaza
Con una compagna parliamo della decisione francese di non dare più possibilità a studenti di Gaza di andare in Francia con una borsa di studio, questo a causa di un tweet di due anni prima di una studente considerato antisemita.  La destra insorge e il Governo francese mette in atto una punizione nei confronti di tutta Gaza.  
Castelli Romani: resistere contro disboscamenti, discariche e sgomberi
Con un compagno dei Castelli ricordiamo gli appuntamenti del 4 e dell'11 agosto a Genzano in difesa dei boschi del Parco Regionale dei Castelli Romani, della difesa di un territorio che tra discarica e cementificazione vogliono continuare a depredare e infine sullo sgombero del CSOA I Po'. Con la scusa di una ristrutturazione con i fondi del PNRR vogliono far uscire occupant del CSOA interno al 21/22 agosto. 
[TuttaScenaCinema] la puntata settimanale ● giovedì 31 luglio 2025 ore 13:45
TUTTA SCENA CINEMA giovedì 31 luglio 2025 ore 13:45 ospiti: ● il regista Stefano Lorenzi presenta il suo film AFRODITE (Ita, 2025) al cinema da giovedì 31 luglio 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/30/stefano-lorenzi-afrodite/ ● il regista Dario Germani presenta il suo film ANTROPOPHAGUS - le origini (Ita, 2024) al cinema da lunedì 28 luglio 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/30/dario-germani-antropophagusl-le-origini/ ● i coregisti Gaetano Crivaro e Alberto Diana presentano il documentario NELLA COLONIA PENALE (Ita, 2025) Locarno Film Festival, 14-15 agosto 2025 https://www.locarnofestival.ch/it/festival/program/film.html?fid=10dd0d18-9541-41f7-8496-bc997262251b&eid=0 ● Rosalba Colla, co-direttrice artistica, presenta la 11^ edizione di ANIMAPHIX - nuovi linguaggi contemporanei film festival Bagheria (PA), 29 luglio > 03 agosto 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/23/animaphix-11-edizione/ ● Simonetta Grechi, la curatrice, presenta la 24^ edizione del CLOROFILLA FILM FESTIVAL - la nuova linfa del cinema italiano Festambiente @ ENAOLI Rispescia (GR), 06>10 agosto 2025 https://www.clorofillafilmfestival.it/ ● Sergio di Cinema Forte presenta l’arena CENTOCELLE CITY MOVIES Roma – CSOA Forte Prenestino, 10 luglio > 07 agosto 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/09/cinemaforte-centocelle-city-movies-2025/ ● Mauro Lamanna, uno dei curatori, presenta la 5^ edizione della rassegna itinerante SCHERMI CINEMA MULTIPIAZZA 21 luglio > settembre 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/15/schermi-cinema-multipiazza-5-edizione/ --------------- segnalazioni: ● Matteo Pavesi della Cineteca Milano presenta la mostra LA POP ART ANIMATA DI BRUNO BOZZETTO Milano – Museo Interattivo del Cinema, 15 marzo > 30 novembre 2025 https://tuttascena1.wordpress.com/2025/03/14/la-pop-art-animata-di-bruno-bozzetto-museo-interattivo-del-cinema/ -------------------------------------------------- suggerimenti sui film in SALA a Roma e provincia: ● 4 Mosche di velluto grigio ● Aragoste a Manhattan ● Le Assaggiatrici ● Casa in fiamme ● La Città proibita ● Come fratelli https://tuttascena1.wordpress.com/2025/06/24/antonio-padovan-come-fratelli/ ● A Complete unknown ● Cure https://tuttascena1.wordpress.com/2025/04/01/cure-double-line/ ● Di là dal fiume e tra gli alberi https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/02/di-la-dal-fiume-e-tra-gli-alberi-pfa-films/ ● Eden ● The End ● Fuori ● Happy holidays ● Incanto https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/03/pier-paolo-paganelli-incanto ● El Jockey ● San Damiano https://tuttascena1.wordpress.com/2025/04/04/gregorio-sassoli-san-damiano/ ● Una Sconosciuta a Tunisi ● Tanna https://tuttascena1.wordpress.com/2025/07/23/tanna-trent-film/ ● Tre amiche ● Tutto in un'Estate! ------------------------------------------ Tutta Scena / Visionari e il Cinema a ROR Diari di Cineclub n°60, aprile 2018, pgg.59-60 http://www.cineclubroma.it/images/Diari_di_Cineclub/edizione/diaricineclub_060.pdf Diari di Cineclub n°41, Luglio 2016 http://www.cineclubroma.it/images/Diari_di_Cineclub/edizione/diaricineclub_041.pdf (pgg. 39-40) 8 e ½ - numeri, visioni e prospettive del cinema italiano (n°21 - luglio 2015. pg.17) https://www.facebook.com/306981222666964/photos/pb.306981222666964.-2207520000.1437496638./1016164778415268/?type=1&theater Ottavia Monicelli, ‘guai ai baci - così grande, così lontano: ritratto di mio padre’ (2013), pgg. 69-70 https://www.facebook.com/306981222666964/photos/pb.306981222666964.-2207520000.1441200588./846421215389626/?type=3&theater Elio Germano, prefazione al libro ‘Il Tacco del Duka’ (2013), pg.7 https://www.facebook.com/306981222666964/photos/a.416991234999295.103252.306981222666964/1041505109214568/?type=1&theater Diari di Cineclub n°03 - Febbraio 2013 http://www.cineclubroma.it/images/Diari_di_Cineclub/edizione/diaricineclub_003.pdf (pgg. 1 e 3) ------------------- TUTTA SCENA CINEMA (già VISIONARI) 8° Microfono d'Oro 2018 - categoria cultura: Tutta Scena Cinema http://www.eventiroma.com/eventi/3789_Microfono_d_Oro_i_vincitori_dell_8_edizione.php 17° Premio Domenico Meccoli ‘ScriverediCinema’ 2008 - miglior giornalista radiofonico https://books.google.it/books?id=Ed9nq0IEpM4C&pg=PR54&lpg=PR54&dq trasmissione settimanale di cinema, il giovedì ore 14, sigla musicale: David Schacherl RADIO ONDA ROSSA ★ 87.9 fm via dei Volsci 56 - 00185 Roma streaming https://www.ondarossa.info/player-ror.html facebook http://www.facebook.com/pages/Visionari/306981222666964 e-mail visionari@ondarossa.info -------------------- l'Archivio completto TuttaScenaCinema e Visionari: 2025 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/tuttascenacinema/2025/01/archivio-tutta-scena-cinema-2025 2024 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/tuttascenacinema/2024/01/archivio-tutta-scena-cinema-2024 2023 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/tuttascenacinema/2023/01/archivio-tutta-scena-cinema-2023 2022 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/tuttascenacinema/2022/01/archivio-tuttascenacinema-2022 2021 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/tuttascenacinema/2021/01/archivio-tuttascenacinema-2021 2020 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2020/03/archivio-tuttascenacinema-2020 2019 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2020/03/archivio-tuttascenacinema-2019 2018 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2020/03/archivio-tuttascenacinema-2018 2018 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2018/01/archivio-visionari-2018 2017 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2017/01/archivio-visionari-2017-0 2016 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2016/01/archivio-visionari-2016 2015 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2015/01/archivio-visionari-2015 2014 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/archivio-visionari-2014 2013 http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/archivio-visionari-2013 2012 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2019/02/archivio-visionari-2012 2011 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2019/03/archivio-visionari-2011 2010 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2019/01/archivio-visionari-2010 2009 https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2019/03/archivio-visionari-2009 -------------- buon ascolto!  
Tifiamo ancora Palestina
Con un compagno del Comitato per la Palestina Udine presentiamo l'Appello alla mobilitazione per il 14 ottobre 2025 a Udine in vista della partita FIFA Italia - Israele PALESTINA, ADESSO - Mentre lanciamo questo appello il numero ufficiale dell? mort? a Gaza è salito ad almeno 59106, 17400 dell? quali bambin?. Altre migliaia di corpi giacciono dispersi sotto le macerie. Le persone ferite registrate sono al momento 142511. Molte hanno subito danni permanenti, altre, purtroppo, non sopravviveranno. La quasi totalità degli ospedali è stata distrutta, così come qualsiasi altro tipo di infrastruttura, creando una vera e propria emergenza umanitaria con oltre il 90 per cento della popolazione della Striscia di Gaza già obbligata ad abbandonare la propria terra. L'attuale stato di assedio imposto alla popolazione palestinese, compreso il blocco pressochè totale degli aiuti umanitari, sta facendo lentamente morire di fame le persone superstiti. In Cisgiordania non si ferma l'escalation della violenza coloniale: da nord a sud, i villaggi palestinesi vengono incendiati dai coloni e l'esercito israeliano di occupazione procede alla distruzione di case e infrastrutture. A titolo esemplificativo, ricordiamo le devastazioni di queste settimane nei ca mpi profughi di Tulkarem e Jenin, nei villaggi intorno a Yatta, a Taybeh. UDINE, 14 OTTOBRE 2025 - La federazione calcistica italiana (FIGC), prefettura e governo hanno deciso di ospitare nuovamente a Udine la partita Italia-Israele, prevista il prossimo 14 ottobre, per le qualificazioni ai mondiali di calcio 2026. NOI CI OPPONIAMO: alla presenza nella nostra città della rappresentanza sportiva di uno stato che si sta macchiando di un genocidio e di crimini di guerra, che è attivamente impegnata nel trasformare lo sport in un veicolo di sostegno delle politiche israeliane di occupazione (alcune sue vittorie sono state pubblicamente dedicate all'esercito occupante e ai suoi soldati)  alla presenza della nazionale israeliana nella FIFA: l'Israel Football Association (IFA) include nei suoi campionati ufficiali ben 12 squadre delle colonie presenti illegalmente nei territori palestinesi occupati (contraddicendo il diritto internazionale e l'articolo 64/2 del regolamento della FIFA).  alla continua e incondizionata legittimazione che la FIGC dà alla nazionale israeliana, fiera rappresentante di uno Stato che ha ucciso oltre 807 lavoratric? del mondo dello sport di cui almeno 420 calciatric?, che ha raso al suolo tutti gli stadi della Palestina rendendoli campi per sfollati o luoghi di tortura. NOI CHIEDIAMO:  alla FIFA di escludere Israele da ogni competizione, come già fatto con la Russia,  alla FIGC di rifiutarsi di giocare una partita che rappresenterebbe l'ennesima vergogna per il nostro calcio: i valori del calcio, come di ogni altro sport, non possono essere usati per ripulire l'immagine di Israele agli occhi del mondo.  A tutte le realtà e all? singol? solidali alla causa palestinese di aderire e partecipare alla manifestazione che si terrà a Udine il 14 ottobre: il contributo di ciascun? nel promuovere e nell'esserci quel giorno sarà determinante per dimostrare, ancora una volta, la nostra opposizione alle politiche coloniali israeliane e alla complicità delle istituzioni nazionali e soprattutto locali. Considerare la partita Italia-Israele un trampolino di lancio per il turismo o non prendere una posizione netta in questo momento vuol dire dimostrare supporto silenzioso al genocidio in atto. L'anno scorso, circa 3000 persone sono scese in strada a Udine per dimostrare la loro contrarietà alla partita di Nations League tra Italia-Israele del 14 ottobre 2024: quest'anno vogliamo essere ancora più numeros? per gridare che vogliamo Israele fuori dalla FIFA e il sionismo fuori dalla storia. Recentemente la campagna Show Israel the Red Card ha mostrato quanto possono essere forti e potenti le mobilitazioni di solidarietà nello sport. Non fermiamoci, continuiamo ancora a pretendere che le rappresentanze di Israele vengano estromesse da ogni competizione sportiva! Fuori Israele dalla FIFA e dall'Italia, fuori il sionismo dalla storia e dai nostri stadi! Show Israel the Red Card! Gli organizzatori: Comitato per la Palestina Udine, Comunità Palestinese FVG e Veneto, ODV Salaam Ragazzi dell'Olivo Comitato di Trieste, BDS Italia, Calcio e Rivoluzione  Link per adesioni: https://forms.gle/wjgNd6CySKFpL9tLA 
Ritorno a Gaza
E' uscito per Edizioni Q "Ritorno a Gaza" scritti di donne italo-palestinesi sul genocidio, che attraverso la riflessione personale propone una lettura culturale e politica della violenza genocidaria sionista e della storica resistenza palestinese al progetto coloniale. Con i contributi di Mjriam Abu Samra (curatrice), Shaden Ghazal, Rania Hammad, Sabrin Hasbun, Laila Hassan, Samira jarrar, Sara Rawash, Noor Shihade, Tamara Taher, Widad Tamimi. Il ricavato del libro sara' devoluto a GAZZELLA ONLUS. Ne parliamo dai microfoni della radio con Mjriam Abu Samra ed a seguire riportiamo la sua introduzione. Questa raccolta di brevi articoli, tutti scritti al femminile, nasce in un momento storico in cui la voce delle donne palestinesi s'impone come atto di resistenza contro le narrazioni egemoniche che hanno per tanto tempo distorto, frammentato e strumentalizzato la più generale lotta di liberazione palestinese. Mai come adesso il racconto personale e politico delle seconde generazioni di donne palestinesi in Italia è importante sia per capire l'impatto e la portata del genocidio a Gaza, sia per deco- struire le strutture di potere coloniali che continuano a modellare il discorso pubblico occidentale. Pensato inizialmente come un instant-book per offrire nell'immediato utili chiavi di lettura che non solo fossero capaci di favorire nella società italiana un'ottica e un impegno critici nel momento in cui questa entra in rapporto con la drammatica violenza sionista sui palestinesi a Gaza e pensato anche perchè fosse utile a delimitare il ruolo complice di approcci discorsivi e narrativi limitati e limitanti nel contesto europeo, il processo di scrittura di questo libro si è invece rivelato più lungo del previsto. La gran parte dei contributi raccolti in questo volume sono stati preparati oltre un anno fa; tuttavia, io stessa ho impiegato mesi a completare la mia parte di scrittura, riflettendo sulle testimonianze raccolte, cercando le parole giuste per introdurre lavori che già di per sé esprimevano con forza la profondità di questa fase storica. Per oltre un anno, mi sono ritrovata a fissare una pagina bianca chiedendomi cosa potesse aggiungere questa Introduzione, cosa potessi dire che non fosse già stato spiegato, gridato, denunciato nelle pagine che le autrici di questi capitoli hanno saputo riempire prima di me. Per un anno intero, ogni giorno, ho provato frustrazione nel non riuscire a trovare la forza di parlare, come invece hanno saputo fare loro, per contribuire a una visione che non fosse stereotipata né che si limitasse a un'analisi emotiva o geopolitica della lotta palestinese, ma che restituisse la sua complessità umana, oltre che politica. Cosa si può ancora dire che non sia già stato detto? Cosa si deve ancora dire che non sia già una verità manifesta, evidente in ogni immagine trasmessa attraverso la televisione, in ogni testimonianza diffusa sui social media? A cosa servono le parole, se il mondo, di fronte all'evidenza, si ostina a non voler sentire? Quanto ancora dobbiamo scrivere, parlare, raccontare, spiegare modellando il nostro linguaggio in modo che risulti più accettabile, meno fastidioso, più comprensibile per chi ascolta o legge, piuttosto che per chi quella situazione la vive, quando siamo noi palestinesi a denunciare l'oppressione di cui il mondo è complice? A cosa serve continuare a rivendicare voce e spazio, quando tutti si affannano a parlare di noi, per noi? Non rischiamo di essere ancora una volta strumentalizzate, di diventare l'ennesimo volume di palestinesi relegato alle note a pié di pagina di testi scritti con la pretesa di capirci, spiegarci, raccontarci al meglio? L'ennesima fase di violenza coloniale rappresentata dal genocidio dei palestinesi a Gaza ha imposto, con forza, una riflessione su queste questioni. Ha richiesto una riesamina non solo delle dinamiche geopolitiche a livello mondiale, ma anche delle critiche epistemologiche che, sebbene sembrassero ormai consolidate nel dibattito accademico con la denuncia pluridecennale dei limiti della narrazione occidentale nei confronti dell'altro, oggi si rivelano ancora deboli, incapaci di tradursi in pratiche decoloniali concrete. Ho interpretato la mia difficoltà a scrivere come un'inconscia ribellione alla produzione del sapere  letteraria, informativa e discorsiva  che ha caratterizzato l'approccio, non solo mediatico ma anche accademico, alla Palestina in quest'ultimo anno. Avrei preferito il silenzio. E il silenzio si è imposto su di me. Ma il silenzio non deve diventare resa. Scrivo nel marzo 2025. Solo ora sono riuscita a trovare la forza di abbozzare questa Introduzione, a oltre un anno da quel 7 ottobre, nel mezzo di una nuova fase segnata da una recrudescenza della violenza coloniale sionista a Gaza, ma anche in altri luoghi, sia della Palestina, sia dei paesi limitrofi. Gli eventi, a partire dall'ottobre 2024, a un anno dall'inizio del genocidio, hanno portato nuovi interrogativi, nuove preoccupazioni, nuove analisi geopolitiche, che ci hanno disorientati. I continui attacchi israeliani al Libano nonostante i ripetuti cessate il fuoco; la caduta del regime di Assad e gli attacchi israeliani in Siria; l'attacco americano allo Yemen; il riposizionamento degli attori internazionali e regionali; l'illusione di un cessate il fuoco a Gaza che non ha mai retto; i massacri e le espulsioni forzate estese anche alla Cisgiordania, che rendono le pratiche genocidarie sioniste sempre più tangibili; i volgari piani di espulsione della popolazione palestinese da tutta la Palestina, nella più arrogante esplicitazione della supremazia coloniale bianca e delle pratiche di annichilimento e cancellazione del popolo indigeno, in un'ulteriore escalation della nakba: tutto questo si è manifestato con una violenza dirompente che in confronto rende una pratica gentile le atrocità del colonialismo dei secoli passati. L'incredulità di fronte alla fredda implementazione dell'oppressione coloniale paralizza. La consapevolezza che il sistema globale specula e si rafforza attraverso ogni tipo di violenza imposta ai palestinesi  materiale, economica, discorsiva e geografica è drammaticamente concreta. E sembra imporsi anche attraverso la forza della rassegnazione, indicando che lo sfruttamento e il dominio coloniale continueranno a prevalere e che la struttura dell'assetto internazionale non si emanciperà mai dalle dinamiche di oppressione. Ed è invece proprio di fronte a ciò che appare come un'inevitabile resa alla forza della violenza che la parola ritrova il suo significato. Scrivere ora non è una scelta, ma un atto necessario. Che mi si impone. Al di sopra del silenzio. La scrittura diventa necessaria per affermare, nero su bianco, che al di là delle molteplici analisi sostenute dal realismo politico, l'unica certezza che perdura è l'ineluttabilità della resistenza anticoloniale. Una resistenza che la storia ci ripresenta ciclicamente, nella costanza della centenaria resilienza palestinese, in tutte le sue geografie e oltre i suoi confini; nella dignità delle migliaia di uomini e donne prigionieri di Israele che rivendicano la loro dedizione al progetto di liberazione, nonostante le torture e le umiliazioni; nell'orgogliosa rivendicazione identitaria dei palestinesi del '48; nelle generazioni in esilio che continuano a far sentire la propria voce sfidando un sistema oppressivo capace di mutare la forma, ma non la sostanza. Oggi, più di un anno fa, è cruciale una riflessione approfondita su quanto sta accadendo e sul modo in cui il progetto di liberazione è vissuto, affrontato e analizzato dalle donne palestinesi di seconda generazione in Italia. E questo non solo per capire la condizione palestinese, ma anche per interrogarsi sul modo in cui tale condizione è percepita dal contesto italiano. Dall'ottobre 2023, il popolo palestinese si è trovato a combattere non solo la violenza genocidaria dello Stato sionista, ma anche l'apparato ideologico e propagandistico che ne ha giustificato l'operato. La retorica orientalista, da sempre strumento di dominio coloniale, ha assunto nuove forme per giustificare il massacro, diffondendosi non solo tra i circoli sionisti, ma permeando l'intero discorso occidentale. Come in ogni dinamica di oppressione coloniale, si è assistito all'uso strumentale della solidarietà di genere e del femminismo liberale finalizzati a minare il diritto alla resistenza palestinese. Le donne palestinesi, consapevoli di tale manipolazione, hanno rivendicato il loro spazio, sfidando la disumanizzazione dei palestinesi e denunciando l'ipocrisia del femminismo liberale, che ignora la violenza sessuale e di genere esercitata dal colonialismo sionista e strumentalizza la retorica della solidarietà per appiattire i rapporti di potere tra colonizzati e colonizzatori. Esse hanno offerto un'alternativa epistemologica che pone al centro la voce delle donne nella loro esperienza di resilienza nella diaspora. Resilienza e resistenza che devono confrontarsi con la violenza materiale ed ontologica di quello che oserei definire totocidio attuato contro i palestinesi. La violenza sionista non si limita a una singola dimensione della distruzione, ma ha un obiettivo sistematico e totale: rendere impossibile la vita ed esistenza dei palestinesi in Palestina negando ogni possibilità di futuro tramite il genocidio (eliminazione fisica), l'ecocidio (distruzione ambientale), lo scolasticidio (cancellazione dell'educazione e della cultura), il genocidio riproduttivo (annientamento della capacità di riproduzione), lo sradicamento territoriale, la cancellazione della memoria e dei legami storici, e anche l'ontocidio, la negazione dell'identità, dell'essenza ontologica del popolo. Questa raccolta di testimonianze è quindi un atto di riappropriazione della narrazione palestinese, in tutte le dimensioni in cui essa è minacciata, e offre una visione alternativa del mondo, fondata su una lotta che è al tempo stesso nazionale e globale, materiale ed epistemologica. E' un documento della resistenza palestinese nella diaspora che rivendica il proprio ruolo nel percorso di liberazione. E' la testimonianza di una dimensione emotiva che si fa politica, della lotta che nasce dall'esperienza intima della storia che è personale ma anche e soprattutto collettiva. Questo libro non vuole essere solo il racconto di un vissuto che si manifesta e si traduce in modi diversi, ma interconnessi  nelle varie esperienze individuali. Vuole sottolineare invece la forza dirompente del collettivo che si impone sul personale, che rigetta le categorie di tempo, di subalternità e persino di trauma  così come concepito nell'interpretazione neoliberale è per dare spazio alla visione comune di futuro, di impegno condiviso nella rielaborazione di strategie di liberazione, epistemologica e politica. Qui si intrecciano passato e futuro, si sfidano le frammentazioni spaziali e politiche imposte dal colonialismo, si costruisce un'identità politica che supera l'esilio e si radica nella memoria collettiva e nella lotta quotidiana. E proprio nel riaffermare tale identità che questo libro si propone non solo come spunto interpretativo per il pubblico dei lettori italiani, ma ambisce a essere uno spazio di confronto tra palestinesi stessi, un contributo al dibattito e alla riflessione costruttiva all'interno della società palestinese. La scrittura qui non è, in fondo, solo un atto di narrazione, ma è anche un'espressione di partecipazione attiva, di presa di parola necessaria per pensare collettivamente il futuro della Palestina. Rivendicare il diritto alla voce significa anche ribadire la centralità della diaspora nel progetto di liberazione, ovvero la piena appartenenza alla sfera politica palestinese. Questo libro si fa quindi strumento di elaborazione critica, spazio di articolazione di un pensiero politico autonomo che, nel rifiutare la marginalità imposta, riafferma la centralità della soggettività palestinese nella costruzione delle proprie strategie di liberazione. In queste pagine troverete la consapevolezza di un'identità complessa, che si confronta e si scontra con il potere egemonico del colonialismo, che si nutre e si arricchisce nelle contraddizioni dell'esilio e della lontananza, che si fortifica nel significato politico di una storia non vissuta in prima persona, ma interiorizzata attraverso il racconto, la testimonianza, la trasmissione intergenerazionale. Qui infine il lettore troverà una memoria che vuole essere lucidità politica, una bussola per attraversare il trauma del presente e individuare un futuro di decolonizzazione, sia in Palestina, sia nella narrazione che della Palestina si fa in Italia. E' la rivendicazione della rabbia come motore di giustizia, dignità e rappresentazione autonoma, lontana dalle imposizioni di un discorso egemonico che ha troppo a lungo determinato chi siamo e come dovremmo essere raccontati. In queste pagine troverete la resistenza che si rinnova, la determinazione delle donne palestinesi della diaspora come voce della lotta di liberazione che si riappropria della propria storia e del proprio destino.