
Standing Together, costruire un’alternativa in Israele-Palestina
Pressenza - Monday, December 1, 2025L’assemblea del 10° anniversario del movimento Standing Together ha coinvolto circa 1.500 palestinesi ed ebrei che hanno preso parte alla costruzione di un’alternativa.
“In questi due giorni abbiamo visto migliaia di persone che credono nel modo in cui ci stiamo impostando un potere politico che offre un’alternativa, davanti all’estrema destra la cui strategia è separazione e paura, gestire il conflitto anziché una soluzione. Abbiamo stabilito un’alternativa politica basata sul partenariato ebraico-arabo e sulla pace israelo-palestinese. La voglia viva e calciante di cambiamento si è sentita in questi due giorni in ogni parte dello spazio, in ogni paio d’occhi che si sono incontrati.” Con queste parole, il movimento ha condiviso su Instagram l’essenza dell’Assemblea.
Alon-Lee Green, il co-direttore di Standing Together, ha condiviso sui social un messaggio alla polizia israeliana, che ha fatto irruzione nella convention per minacciare e silenziare. “Hanno chiesto di rimuovere il cartello con la scritta ‘Lasciare Gaza’. Abbiamo un messaggio chiaro: non ci intimidirete. Sappiamo che quello che facciamo è per la salvezza di entrambi i popoli che vivono su questa terra. Venite qui e state venendo meno al vostro dovere nelle comunità arabe, dove organizzazioni criminali violente stanno aumentando senza paura perché sanno che voi non li arresterete… Noi siamo qui insieme, ebrei e palestinesi, per la libertà e l’uguaglianza.”
Standing Together è un movimento che negli ultimi anni è cresciuto moltissimo. E’ un movimento trasversale e questa è la loro visione e missione: «Immaginiamo una società che serva tutti e tutte noi e tratti ogni persona con dignità. Una società che scelga la pace, la giustizia e l’indipendenza per israeliani/e e palestinesi, ebrei/e e arabi/e. Una società in cui tutti e tutte possiamo godere di una vera sicurezza, di un alloggio adeguato, di un’istruzione di qualità, di una buona assistenza sanitaria, di un clima vivibile, di uno stipendio dignitoso e della possibilità di invecchiare con dignità. Una società del genere è possibile — la stiamo già costruendo.»
Purtroppo, Standing Together è stato accusato di “normalizzazione” dall’Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI), membro del movimento BDS e per questo è nella lista di organizzazioni da boicottare. Di fronte alle accuse di “normalizzazione” mosse dal movimento BDS, Standing Together sostiene che per costruire un reale cambiamento servono una vasta coalizione di persone e la capacità di generare potere, non una politica della purezza che impone di usare determinate parole per essere accettati. Fino al 1° ottobre 2023 la loro presenza online era minima, ma dopo il 7 ottobre è cresciuta enormemente, dando vita a un nuovo discorso pubblico.
Nel gennaio 2024 PACBI ha chiesto di boicottare Standing Together, accusandola di “normalizzare”, ossia di presentare come normale ciò che avviene in un contesto di oppressione, e criticando il fatto che israeliani/e e palestinesi collaborino. Contemporaneamente, Standing Together si mobilitava contro l’annientamento a Gaza, e alcuni/e attiviste/i venivano arrestate/I dal governo israeliano. Alon-Lee afferma di comprendere le critiche sul linguaggio, ma di essere rimasto scioccato dall’accusa secondo cui il movimento servirebbe gli interessi del governo israeliano. Personalmente, riconosce l’apartheid e il diritto al ritorno, ed è parte della lotta internazionale per i diritti dei palestinesi. Allo stesso tempo, riconosce la necessità di una strategia capace di costruire potere reale, anche parlando con chi la pensa diversamente, inclusi i soldati, senza limitarsi a dire solo ciò che si ritiene giusto, ma anche ciò che può trasformare la realtà.
Rula Daood, co-direttrice di Standing Together, come palestinese cittadina di Israele descrive invece quanto sia doloroso che altri palestinesi invitino a boicottare la propria gente, pretendendo di stabilire come lei debba parlare sotto un regime oppressivo; le critiche non sono nemmeno tradotte in arabo e si presentano come un attacco che la ferisce profondamente, facendola percepire come “meno palestinese” agli occhi di altri. (The long answer, Podcast di Standing Together, Episodio del 14 novembre 2025)
In questi ultimi anni di genocidio a Gaza e pulizia etnica nella Cisgiordania, Standing Together e altri movimenti congiunti di israelianə e palestinesi (come ad esempio Combatants for Peace) hanno fatto azioni di presenza protettiva, hanno organizzato e partecipato alle manifestazioni, mobilitato la società, svolto programmi di educazione, invitato all’immaginazione politica, incarnato un futuro possibile in cui i popoli che vivono tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo possano co-esistere in dignità, libertà, e sicurezza.
«Perché, se vogliamo cambiare la nostra realtà, dobbiamo prima immaginarla… L’immaginazione politica è uno strumento politico. È ciò che ci permette di sollevare la testa dall’acqua per un momento e chiederci: Dove vogliamo andare? Come dovrebbero essere davvero le nostre vite su questa terra?”» (Sally Abed, nel suo discorso durante l’Assemblea)
Fonti:
https://www.standing-together.org/en
https://ukfost.co.uk/standing-together-holds-its-10th-annual-national-convention
https://www.instagram.com/reel/DRsBa2bitkg/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=NTc4MTIwNjQ2YQ==
https://www.instagram.com/reel/DRmg3xEDAvo/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=NTc4MTIwNjQ2YQ==