
Una voce ucraina: “E’ meglio una cattiva ‘pace’ di una buona guerra”
Pressenza - Sunday, November 23, 2025E’ meglio una cattiva pace che una buona guerra. E a tutti i Paesi dell’UE che la pensano diversamente dico: dichiarate guerra alla Russia e andate a combattere a vostro piacimento. Basta con le guerre e le “vittorie” al costo delle vite degli ucraini. Chiunque non apprezzi il piano di pace in 28 punti deve accettare quello in un solo punto: arruolarsi nella fanteria dell’esercito ucraino. Avanti, fino alla vittoria! Non mancherò di inviarvi i miei pensieri e le mie preghiere.
L’Ucraina è riuscita a modificare solo una clausola del “piano di pace” di Trump in 28 punti: quella sull’amnistia per i reati di corruzione. Zelensky ha chiesto che nessuno controllasse dove fossero effettivamente andati a finire tutti gli aiuti occidentali e, guarda caso, hanno avuto pietà di lui. Un trionfo diplomatico, a quanto pare.
Zelensky ha detto ai parlamentari del suo partito, il Servitore del Popolo, di non sapere nulla dei nastri di Mindich (Timur Mindich è il re delle tangenti che imbarazza Zelensky. Latitante grazie a una soffiata, Mindich produceva gli show dell’ex comico. Avrebbe orchestrato l’intero schema di tangenti: 86 milioni di euro in totale, il 10-15% su ogni contratto energetico. NdT)
Certo, dev’essere per questo che ha cercato di smantellare NABU e SAP (le agenzie anticorruzione. La legge con cui il Presidente Zelensky le voleva assoggettare al governo venne ritirata a causa delle manifestazioni di decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, che scesero in piazza nelle principali città del Paese esasperate ed indignate. La credibilità del Presidente e della sua cerchia di fedelissimi è da quel momento crollata NdT), e per questo ha ordinato al SBU (i servizi di sicurezza) di mettere dietro le sbarre il detective della NABU Mahamed Rasulov e suo padre. Molto convincente. Quasi da Oscar.
Come previsto, Zelensky si è rifiutato di licenziare Yermak, l’uomo che ha costruito un impero della corruzione nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. Ciò significa che il MindichGate non cambierà il modo in cui lo Stato ucraino viene amministrato a breve.
>In altre parole, gli amici di Zelensky continueranno a servirsi degli aiuti occidentali, mentre chiunque osi denunciarlo verrà opportunamente etichettato come “agente russo”. Buona Giornata della Dignità e della Libertà a tutti gli ucraini!
Il Premier tedesco Merz è impegnato a guidare la resistenza europea al piano di pace di Trump, esortando Zelensky a resistere, a “restare forte” e a non cedere alle pressioni di Washington. Credo che Merz dovrebbe recarsi personalmente nelle trincee ucraine e portare con sé tutti i falchi occidentali per fare un po’ di esperienza pratica.
Mia madre, anche nella fase terminale del cancro, continuava a preparare varenyky e barattoli di marmellata per i soldati ucraini al fronte, sopravvivendo con una pensione mensile di 60 dollari, una somma che non copriva nemmeno le cure palliative di base.E proprio in quello stesso momento, Zelensky e i suoi ladri erano impegnati a intascare denaro dalle commesse militari e a trasferirlo all’estero. Zelensky ha tradito il suo stesso popolo. L’unico posto che gli spetta è dietro le sbarre.
Chi grida contro il piano di pace di Trump, mi illumini: quale dovrebbe essere esattamente la carta vincente dell’Ucraina? Stiamo fingendo che vi sia una vittoria sul campo di battaglia? (Un’occhiata a Kupyansk e Pokrovsk: questo dovrebbe dissipare ogni illusione.) Legioni di volontari motivati stanno forse prendendo d’assalto i centri di reclutamento? (Di sicuro ci sono, invece 500 mila tra renitenti alla leva e disertori che si sono assentati dal fronte senza permesso.)
Forse l’Occidente è finalmente pronto a imporre una no-fly zone sull’Ucraina? (Considerando che non riesce nemmeno ad abbattere un drone vagante su Monaco.O forse l’Occidente si sta preparando a mandare i propri figli nella zona di morte del fronte in Ucraina? (Difficile. Sono troppo impegnati a discutere su come deportare gli ucraini immigrati dai Paesi dell’Unione Europea direttamente al fronte).
Di che cosa ha bisogno l’Ucraina per vincere la guerra, a parte tonnellate di promesse e illusioni?
Come prevedibile, la “coalizione dei volenterosi” guidata da Merz è impegnata a sabotare qualsiasi negoziato di pace. Bene. In tal caso, la NABU dovrebbe andare avanti e pubblicare ogni traccia di corruzione nel settore della Difesa che coinvolga Zelensky e soci. E gli Stati Uniti dovrebbero interrompere ogni sostegno all’Ucraina, incluso il divieto assoluto di usare armi americane.
Lasciate che i Paesi europei desiderosi di farlo conducano la loro grande guerra da soli. Visto che sono così ansiosi di fare gli eroi, vediamo come sarà lo spettacolo senza sponsor dietro le quinte. I falchi occidentali e i loro esperti insistono: non lasciate che gli scandali di corruzione minino il sostegno all’Ucraina. Un sentimento nobile, certo. Ma come si fa esattamente a ripristinare la fiducia degli ucraini comuni nei leader che sono riusciti ad arricchirsi, mentre quegli stessi ucraini continuano a morire al fronte, sono costretti a finanziare con il crowdfunding le proprie cure mediche dopo essere rimasti feriti e congelano durante l’inverno perché privi, se non sono ricchi, di risorse per tener accesi i termosifoni?
Tutto questo indica una scomoda verità: alle élite politiche europee non importa nulla del fatto che Zelensky e la sua cricca possano continuare ad arricchirsi rubando dagli aiuti delle potenze occidentali. L’unica cosa che conta è che gli ucraini continuino ad essere mandati a combattere la Russia, mentre i leader dell’UE sono impegnati a ripassare le loro grandiose “visioni strategiche” seduti ai banchi dei sostenitori.
Marta Havryshko, storica ucraina, attualmente docente negli USA. (*testo pubblicato in italiano da Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista in un post su Facebook)<
Marta Havryshko ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia presso l’Università Nazionale Ivan Franko di Leopoli (Ucraina). Attualmente è ricercatrice associata presso il Dipartimento di Storia Contemporanea dell’Istituto di Studi Ucraini I. Krypiakevych dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina. I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente sulla violenza sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto, sulla storia delle donne, sul femminismo e sul nazionalismo.
Le sue pubblicazioni recenti includono il libro “Overcoming Silence: Women’s War Stories/Superare il silenzio: storie di guerra delle donne” (2018), nonché articoli come “Women’s Bodies as Battlefield: Sexual Violence during Soviet Counterinsurgency in Western Ukraine/Il corpo delle donne come campo di battaglia: la violenza sessuale durante la controinsurrezione sovietica nell’Ucraina occidentale” (1944-1953)” in Euxeinos. “Governance and Culture in the Black Sea Region, 9/Governance e cultura nella nona regione del Mar Nero”(2019); “Rape in Hiding: Sexual Violence during the Holocaust in Ukraine/Stupro nascosto: violenza sessuale durante l’Olocausto in Ucraina” in Holokost i Suchasnist, 17 (2019, in ucraino); e “Love and Sex in Wartime: Controlling Women’s Sexuality in the Ukrainian Nationalist Underground/Amore e sesso in tempo di guerra: controllo della sessualità femminile nell’underground nazionalista ucraino” in Aspasia, 12 (2018).
Marta Havryshko ha svolto uno studio su “Genere e Olocausto: violenza sessuale contro le donne ebree nell’Ucraina occupata dai nazisti”. Questo progetto applica una prospettiva femminista, ponendo il genere al centro dell’analisi e mirando a dare spazio alle voci delle donne sulla loro vittimizzazione sessuale e sulla loro capacità di agire. La Dott.ssa Havryshko ha analizzato i modelli, le forme, la topografia, le dinamiche, le funzioni e le conseguenze della violenza sessuale contro donne e ragazze ebree al tempo della Shoah. Inoltre i suoi studi hanno analizzato come le concezioni culturali sul corpo, la sessualità, la riproduzione, nonché l’identità etnica, razziale, nazionale, religiosa e politica, lo status di combattente e la posizione di potere abbiano contribuito a giustificare i crimini commessi dagli autori di violenza sessuale e a determinare la condizione vissuta dalle vittime sopravvissute.
Attualmente Marta Havryshko collabora con la Clark University del Massachusetts negli Stati Uniti d’America.