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[Da Roma a Bangkok] Filippine - La telenovela dell'acqua che scorre
La trasmissione è dedicata alla questione degli scandali legati ai progetti di controllo delle inondazioni e alla gestione dell'acqua nelle Filippine. Mentre le persone continuano a morire per via delle inondazioni, sono emersi gravi irregolarità e scandali nell'uso improprio di circa almeno 9 miliardi di dollari (ma c’è chi parla di cifre più alte), destinati al Dipartimento dei Lavori Pubblici negli ultimi tre anni, relativi a progetti di irreggimentazione delle acque che si sono rivelati incompleti, scadenti o addirittura ghost projects. Tutto ciò ha provocato massicce proteste nel paese ma la crisi filippina ha ripercussioni globali e riguarda anche il resto del mondo.
Il corrotto Netanyahu chiede la “grazia” per continuare il genocidio
È una mossa che era stata paventata da più parti, ed era stata invocata pure dal presidente statunitense Donald Trump, ma che rimane tuttavia piuttosto insolita dal punto di vista giuridico, soprattutto perché preventiva: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente Isaac Herzog. Sono 111 […] L'articolo Il corrotto Netanyahu chiede la “grazia” per continuare il genocidio su Contropiano.
Gli Stati Uniti fanno fuori il regime di Kiev. Non serve più…
Andriy Yermak si dice “disgustato” dalla mancanza di supporto dopo il raid NABU. Non dovrebbe esserlo. Chiunque capisca come funzionano gli imperi sa esattamente cosa è appena successo: nel momento in cui smetti di essere strategicamente utile, non sei più protetto, vieni cancellato. E agli occhi dei sostenitori dell’Ucraina, l’utilità […] L'articolo Gli Stati Uniti fanno fuori il regime di Kiev. Non serve più… su Contropiano.
Crisi di regime a Kiev, salta anche Yermak
Una nuova tegola si è abbattuta nelle ultime ore su Volodymyr Zelensky indebolendo la sua credibilità e la sua autorevolezza proprio mentre il presidente ucraino tenta di impedire – per ora senza grandi risultati – che una trattativa chiusa tra Mosca e Washington escluda completamente le richieste di Kiev da […] L'articolo Crisi di regime a Kiev, salta anche Yermak su Contropiano.
Corruzione all’ombra della NATO? Quando militarismo e affari si muovono tra gli appalti
Alcuni giornali danno notizie di inchieste sulle tangenti alla agenzia che si occupa degli acquisti militari per conto della NATO. L’Agenzia NATO di Supporto e Approvvigionamento (NSPA) è il fornitore di servizi della NATO e testualmente riunisce le attività di supporto logistico e approvvigionamento della NATO, fornendo soluzioni di supporto multinazionali efficaci ed economiche. NSPA è un’agenzia finanziata dai clienti, che opera su base “nessun profitto – nessuna perdita”. Agenzia NATO di Supporto e Approvvigionamento (NSPA) | Argomento NATO La NSPA svolge attività di supporto a operazioni ed esercitazioni NATO, un ruolo rilevante dietro le quinte ma di fondamentale rilevanza ad esempio nella gestione di quel sistema di gasdotti dell’Europa centrale da cui dipende la sopravvivenza di buona parte del vecchio continente. Ma le competenze di NSPA sono ben altre, ad esempio il delicato compito di acquistare, gestire e mantenere efficienti i vari sistemi d’arma, nella consegna carburante,  nei servizi logistici fino a tutti i supporti di cui necessitano le truppe che vanno dal carburante ai  servizi ristorazione e a quelli medici, al fine di garantire il massimo supporto alle operazioni e alle esercitazioni della NATO. Leggiamo testualmente dal sito NATO prima menzionato: “Attualmente la NSPA gestisce 32 partnership multinazionali di supporto che coprono oltre 90 principali sistemi d’arma (elicotteri, radar, missili, veicoli corazzati, sistemi di sorveglianza aerea, ecc.), inclusi progetti ad alta visibilità come: * Alleanza per la Sorveglianza e il Controllo del Futuro (AFSC) * Flotta Multinazionale di Trasporto Multiruoli (MRTT) (MMF) * Sorveglianza Terrestre dell’Alleanza (AGS) * Munizioni guidate di precisione e munizioni decisive per battaglie terrestri * Veicoli e Equipaggiamenti da Combattimento Terrestre * Difesa Aerea Basata a Terra (GBAD) * Soluzione Internazionale di Trasporto Strategico (SALIS)“. Nell’aprile 2015, l’Agenzia di Supporto NATO si è trasformata nella Agenzia di Supporto e Approvvigionamento NATO. Fin qui la storia di una Agenzia sconosciuta alla maggioranza dei cittadini che del resto nulla sanno del sistema di potere militar industriale oggi dominante. Non è la prima volta, e purtroppo neanche l’ultima che attorno ad appalti e forniture si affacciano interessi e appetiti, nel passato sono caduti Governi, si sono dimessi ministri per essere stati coinvolti in un giro di tangenti, è avvenuto in Italia ma anche in altri paesi Nato. E decine di casi registriamo in Asia e Africa con la corruzione di governanti locali da parte di intermediatori interessati alla vendita di armi. Lobby, sistemi di potere per favorire l’acquisto di armi da questa o da quella multinazionale sono fenomeni diffusi che in epoca di Riarmo troveranno terreno sempre più fertile. Se poi aumenteranno le gare in deroga anche alle norme che gestiscono modalità e tempistiche proprie degli appalti, se prevarranno deroghe ai sistema delle norme vigenti per accorciare i tempi di realizzazione evitando più di un controllo a tutela dell’ambiente, la possibilità di fenomeni corruttivi è destinata a crescere. La notizia delle ultime ore ci riporta in vari paesi europei, la Magistratura sospetta fenomeni di corruzione che vedrebbero coinvolti funzionari, militari e agenti, personale ed ex personale della Nspa, una inchiesta, in Belgio, nella primavera scorsa ha portato ad una decina di arresti con accuse di corruzione e riciclaggio. I fenomeni corruttivi riguardano vari ambiti ma il settore militare, per gli ingenti capitali interessati al Riarmo, potrebbe rappresentare un settore privilegiato che non sarà attenzionato magari in nome della sicurezza nazionale ed internazionale. Quando si parla di appalti per milioni di euro è quasi scontato che ci siano fenomeni corruttivi alimentati dal fatto che l’intero sistema è fuori dai riflettori, dal controllo pubblico, sottoposto spesso a regole di segretezza. Gli inquirenti del Belgio sospettano che alcuni dipendenti della agenzia possano avere fornito, in cambio di soldi, informazioni rilevanti ad aziende che si sono poi aggiudicati gli appalti, si parla di un vasto giro di corruzione con il denaro riciclato attraverso società di consulenza. Non è di aiuto la mancata pubblicazione di un rapporto che avrebbe dovuto fare chiarezza sui fenomeni corruttivi. Da parte nostra crediamo indispensabile aprire una discussione pubblica, fornire informazioni, allargare le maglie della rete di silenzio attorno al Riarmo e farlo in questa sede sui fenomeni corruttivi oggetto di indagini in numerosi paesi europei  Una minima bibliografia su quanto scritto: Corruzione alla Nato: appalti truccati nel settore armamenti – Il Fatto Quotidiano Cinque cose da sapere sullo scandalo della corruzione della NATO – Segui i soldi – Piattaforma per il giornalismo investigativo Corruzione nella NATO: il caso NSPA in Lussemburgo e la fragilità del sistema difensivo occidentale – VP News – Vietato Parlare Microsoft Word – TESI VERSIONE FINALE D’AMATO.docx Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Una voce ucraina: “E’ meglio una cattiva ‘pace’ di una buona guerra”
E’ meglio una cattiva pace che una buona guerra. E a tutti i Paesi dell’UE che la pensano diversamente dico: dichiarate guerra alla Russia e andate a combattere a vostro piacimento. Basta con le guerre e le “vittorie” al costo delle vite degli ucraini. Chiunque non apprezzi il piano di pace in 28 punti deve accettare quello in un solo punto: arruolarsi nella fanteria dell’esercito ucraino. Avanti, fino alla vittoria! Non mancherò di inviarvi i miei pensieri e le mie preghiere. L’Ucraina è riuscita a modificare solo una clausola del “piano di pace” di Trump in 28 punti: quella sull’amnistia per i reati di corruzione. Zelensky ha chiesto che nessuno controllasse dove fossero effettivamente andati a finire tutti gli aiuti occidentali e, guarda caso, hanno avuto pietà di lui. Un trionfo diplomatico, a quanto pare. Zelensky ha detto ai parlamentari del suo partito, il Servitore del Popolo, di non sapere nulla dei nastri di Mindich (Timur Mindich è il re delle tangenti che imbarazza Zelensky. Latitante grazie a una soffiata, Mindich produceva gli show dell’ex comico. Avrebbe orchestrato l’intero schema di tangenti: 86 milioni di euro in totale, il 10-15% su ogni contratto energetico. NdT) Certo, dev’essere per questo che ha cercato di smantellare NABU e SAP (le agenzie anticorruzione. La legge con cui il Presidente Zelensky le voleva assoggettare al governo venne ritirata a causa delle manifestazioni di decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, che scesero in piazza nelle principali città del Paese esasperate ed indignate. La credibilità del Presidente e della sua cerchia di fedelissimi è da quel momento crollata NdT), e per questo ha ordinato al SBU (i servizi di sicurezza) di mettere dietro le sbarre il detective della NABU Mahamed Rasulov e suo padre. Molto convincente. Quasi da Oscar. Come previsto, Zelensky si è rifiutato di licenziare Yermak, l’uomo che ha costruito un impero della corruzione nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. Ciò significa che il MindichGate non cambierà il modo in cui lo Stato ucraino viene amministrato a breve. >In altre parole, gli amici di Zelensky continueranno a servirsi degli aiuti occidentali, mentre chiunque osi denunciarlo verrà opportunamente etichettato come “agente russo”. Buona Giornata della Dignità e della Libertà a tutti gli ucraini! Il Premier tedesco Merz è impegnato a guidare la resistenza europea al piano di pace di Trump, esortando Zelensky a resistere, a “restare forte” e a non cedere alle pressioni di Washington. Credo che Merz dovrebbe recarsi personalmente nelle trincee ucraine e portare con sé tutti i falchi occidentali per fare un po’ di esperienza pratica. Mia madre, anche nella fase terminale del cancro, continuava a preparare varenyky e barattoli di marmellata per i soldati ucraini al fronte, sopravvivendo con una pensione mensile di 60 dollari, una somma che non copriva nemmeno le cure palliative di base.E proprio in quello stesso momento, Zelensky e i suoi ladri erano impegnati a intascare denaro dalle commesse militari e a trasferirlo all’estero. Zelensky ha tradito il suo stesso popolo. L’unico posto che gli spetta è dietro le sbarre. Chi grida contro il piano di pace di Trump, mi illumini: quale dovrebbe essere esattamente la carta vincente dell’Ucraina? Stiamo fingendo che vi sia una vittoria sul campo di battaglia? (Un’occhiata a Kupyansk e Pokrovsk: questo dovrebbe dissipare ogni illusione.) Legioni di volontari motivati stanno forse prendendo d’assalto i centri di reclutamento? (Di sicuro ci sono, invece 500 mila tra renitenti alla leva e disertori che si sono assentati dal fronte senza permesso.) Forse l’Occidente è finalmente pronto a imporre una no-fly zone sull’Ucraina? (Considerando che non riesce nemmeno ad abbattere un drone vagante su Monaco.O forse l’Occidente si sta preparando a mandare i propri figli nella zona di morte del fronte in Ucraina? (Difficile. Sono troppo impegnati a discutere su come deportare gli ucraini immigrati dai Paesi dell’Unione Europea direttamente al fronte). Di che cosa ha bisogno l’Ucraina per vincere la guerra, a parte tonnellate di promesse e illusioni? Come prevedibile, la “coalizione dei volenterosi” guidata da Merz è impegnata a sabotare qualsiasi negoziato di pace. Bene. In tal caso, la NABU dovrebbe andare avanti e pubblicare ogni traccia di corruzione nel settore della Difesa che coinvolga Zelensky e soci. E gli Stati Uniti dovrebbero interrompere ogni sostegno all’Ucraina, incluso il divieto assoluto di usare armi americane. Lasciate che i Paesi europei desiderosi di farlo conducano la loro grande guerra da soli. Visto che sono così ansiosi di fare gli eroi, vediamo come sarà lo spettacolo senza sponsor dietro le quinte. I falchi occidentali e i loro esperti insistono: non lasciate che gli scandali di corruzione minino il sostegno all’Ucraina. Un sentimento nobile, certo. Ma come si fa esattamente a ripristinare la fiducia degli ucraini comuni nei leader che sono riusciti ad arricchirsi, mentre quegli stessi ucraini continuano a morire al fronte, sono costretti a finanziare con il crowdfunding le proprie cure mediche dopo essere rimasti feriti e congelano durante l’inverno perché privi, se non sono ricchi, di risorse per tener accesi i termosifoni? Tutto questo indica una scomoda verità: alle élite politiche europee non importa nulla del fatto che Zelensky e la sua cricca possano continuare ad arricchirsi rubando dagli aiuti delle potenze occidentali. L’unica cosa che conta è che gli ucraini continuino ad essere mandati a combattere la Russia, mentre i leader dell’UE sono impegnati a ripassare le loro grandiose “visioni strategiche” seduti ai banchi dei sostenitori. Marta Havryshko, storica ucraina, attualmente docente negli USA. (*testo pubblicato in italiano da Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista in un post su Facebook)< Marta Havryshko ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia presso l’Università Nazionale Ivan Franko di Leopoli (Ucraina). Attualmente è ricercatrice associata presso il Dipartimento di Storia Contemporanea dell’Istituto di Studi Ucraini I. Krypiakevych dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina. I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente sulla violenza sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto, sulla storia delle donne, sul femminismo e sul nazionalismo. Le sue pubblicazioni recenti includono il libro “Overcoming Silence: Women’s War Stories/Superare il silenzio: storie di guerra delle donne” (2018), nonché articoli come “Women’s Bodies as Battlefield: Sexual Violence during Soviet Counterinsurgency in Western Ukraine/Il corpo delle donne come campo di battaglia: la violenza sessuale durante la controinsurrezione sovietica nell’Ucraina occidentale” (1944-1953)” in Euxeinos. “Governance and Culture in the Black Sea Region, 9/Governance e cultura nella nona regione del Mar Nero”(2019); “Rape in Hiding: Sexual Violence during the Holocaust in Ukraine/Stupro nascosto: violenza sessuale durante l’Olocausto in Ucraina” in Holokost i Suchasnist, 17 (2019, in ucraino); e “Love and Sex in Wartime: Controlling Women’s Sexuality in the Ukrainian Nationalist Underground/Amore e sesso in tempo di guerra: controllo della sessualità femminile nell’underground nazionalista ucraino” in Aspasia, 12 (2018). Marta Havryshko ha svolto uno studio su “Genere e Olocausto: violenza sessuale contro le donne ebree nell’Ucraina occupata dai nazisti”. Questo progetto applica una prospettiva femminista, ponendo il genere al centro dell’analisi e mirando a dare spazio alle voci delle donne sulla loro vittimizzazione sessuale e sulla loro capacità di agire. La Dott.ssa Havryshko ha analizzato i modelli, le forme, la topografia, le dinamiche, le funzioni e le conseguenze della violenza sessuale contro donne e ragazze ebree al tempo della Shoah. Inoltre i suoi studi hanno analizzato come le concezioni culturali sul corpo, la sessualità, la riproduzione, nonché l’identità etnica, razziale, nazionale, religiosa e politica, lo status di combattente e la posizione di potere abbiano contribuito a giustificare i crimini commessi dagli autori di violenza sessuale e a determinare la condizione vissuta dalle vittime sopravvissute. Attualmente Marta Havryshko collabora con la Clark University del Massachusetts negli Stati Uniti d’America. Redazione Italia
IRAQ: LE ELEZIONI POLITICHE TRA CORRUZIONE, INFLUENZE ESTERNE E RASSEGNAZIONE. “L’UNICA SPERANZA È UNA NUOVA MOBILITAZIONE DI PIAZZA DEI GIOVANI”
L’11 novembre 2025 si sono svolte le elezioni politiche in Iraq. Si tratta della settimana tornata elettorale dalla caduta del regime di Saddam Hussein in seguito all’invasione del Paese da parte degli Usa. Da allora è stato costruito un sistema elettorale fragile, spesso alle prese con casi di corruzione e fortemente influenzato dalle divisioni culturali, nazionali e religiose. Gli elettori erano chiamati a scegliere tra oltre 7.700 candidati per occupare i 329 seggi del Consiglio dei rappresentanti, cioè il parlamento iracheno. Le elezioni cadevano in un momento storico di grande tensione e cambiamento di una serie di equilibri nella regione mediorientale. Lo stesso Iraq – che non è stato coinvolto nell’ondata di guerre e bombardamenti che l’esercito israeliano ha portato in tutta l’area dopo il 7 ottobre 2023 – è in realtà da anni diviso tra la dipendenza politica, economica e militare dagli Stati Uniti d’America e l’influenza iraniana, esercitata da Teheran tramite la presenza di proprie milizie in Iraq, accordi economici e il supporto a partiti sciiti iracheni. La stessa coalizione del premier uscente Mohammed Shia al Sudani non è gradita agli Usa perché considerata troppo vicina alle milizie sciite filo-iraniane. Al Sudani, però, punta alla rielezione e la sua coalizione “Ricostruzione e sviluppo” ha vinto le elezioni a livello nazionale. Gli altri grandi partiti confermati da questa tornata elettorale sono il blocco sciita “Tasmeem” di Asaad al-Eidani, che prevale nell’area di Bassora, e i partiti che si spartiscono da vent’anni la regione del Kurdistan iracheno: da una parte il Partito Democratico del Kurdistan, legato alla famiglia Barzani, che si conferma a Erbil, Duhok e Ninive, dall’altro il Partito dell’Unione Patriottica del Kurdistan, legato alla famiglia Talabani, che si conferma a Sulaymaniyah e Kirkuk. La formazione di un nuovo governo dovrà passare per una lunga trattativa. Dopo le elezioni del 2021 i negoziati tra le forze politiche per il nuovo esecutivo durarono più di un anno. Al Sudani ha dichiarato di voler tenere in considerazione la volontà di tutte le forze politiche che di fatto si spartiscono il paese e le sue risorse, in particolare quelle petrolifere, con il pretesto delle divisioni settarie. Il premier uscente ha dichiarato di voler considerare anche il partito dell’influente leader sciita Moqtada Sadr, che ha invitato a boicottare questa tornata elettorale. Al Sudani, inoltre, è intenzionato a mantenere il difficile equilibrio tra i due alleati Usa e Iran. L’affluenza ufficiale è stata piuttosto alta: il 56% degli elettori contro il 41% delle elezioni del 2021, che avevano segnato il record negativo. “Il sistema elettorale adottato per queste elezioni è fatto per favorire i potenti, i grandi partiti, e penalizzare quelli più piccoli. Per questo in molti, dal partito sciita di Sadr fino alle persone di sinistra, hanno boicottato queste elezioni”, commenta su Radio Onda d’Urto l’attivista iracheno per i diritti umani Ismaeel Dawood. “L’affluenza al 56% è irrealistica, per gonfiare questo dato sono stati presi in considerazione coloro che hanno rinnovato la tessere elettorale, non tutti i 25 milioni di aventi diritto al voto”, ha aggiunto Dawood ai nostri microfoni. Per quanto riguarda la situazione economica e sociale, “grazie ai soldi del petrolio e alla corruzione è in corso una campagna enorme di ricostruzione del paese“, spiega Ismaeel Dawood. “Allo stesso tempo, stiamo assistendo a un processo di privatizzazione che avanza in tutti i settori e alla creazione di un sistema nel quale le persone comuni non hanno davvero un ruolo, soprattutto i giovani. Inoltre, manca uno stato di diritto che sia in grado di proteggere le persone”, aggiunge l’attivista per i diritti umani ai nostri microfoni. “Il futuro del Paese – conclude Ismaeel Dawood – appare più caotico che mai. Ancora una volta, l’unica speranza del popolo iracheno è la piazza. Come per la rivolta del 2019, l’unica soluzione possibile, soprattutto per i giovani, sembra essere la mobilitazione sociale“. L’intervista di Radio Onda d’Urto all’attivista iracheno Ismaeel Dawood. Ascolta o scarica.
Ucraina, la Rada sospende attività parlamentari per scandalo di corruzione
Il presidente della Rada, Ruslan Stefanchuk, ha annunciato una pausa nella sessione plenaria e il passaggio a una fase di consultazioni a seguito dell’indagine dell’Ufficio Nazionale Anticorruzione (NABU) e della recente destituzione di due ministri: “Ora dichiaro una sospensione della nostra sessione plenaria. In base alla decisione del consiglio di conciliazione, passiamo a un regime di consultazioni sulla situazione attuale. Comunicheremo tempestivamente la data della prossima sessione”. In precedenza, la Rada aveva approvato la destituzione di Svetlana Grinchuk, ministra dell’Energia, e German Galushchenko, ministro della Giustizia, nell’ambito delle indagini per corruzione del NABU. La crisi politica ha provocato tensioni all’interno del partito di Zelenskij, Servitore del Popolo, che ha già iniziato a discutere la formazione di una nuova coalizione e di un nuovo governo. L’uscita anche solo di alcuni deputati dal gruppo “presidenziale” potrebbe far perdere l’attuale maggioranza assoluta nella Rada. Due tra i maggiori indagati sono già fuggiti in Israele e uno è rimasto in Turchia, rifiutandosi di rimpatriare; anche la ex ministro dell’energia dell’Ucraina Svetlana Grinchuk, coinvolta nello scandalo della corruzione, è fuggita dal paese. logo della Verkhovna Rada con il Tryzub Redazione Italia
Crollo dell’Ucraina, militare e interno. Ma Zelensky si accorda per nuovi caccia
La questione ucraina sembra stia arrivando alla sua fine, possiamo dire così, “naturale”. Sin dall’inizio in molti hanno sottolineato come Kiev avrebbe ottenuto molto di più con una pace immediata, collocata dentro una nuova architettura di sicurezza internazionale che tenesse conto anche dei timori della Russia, piuttosto che dissanguandosi in […] L'articolo Crollo dell’Ucraina, militare e interno. Ma Zelensky si accorda per nuovi caccia su Contropiano.