Una voce ucraina: “E’ meglio una cattiva ‘pace’ di una buona guerra”E’ meglio una cattiva pace che una buona guerra. E a tutti i Paesi dell’UE che
la pensano diversamente dico: dichiarate guerra alla Russia e andate a
combattere a vostro piacimento. Basta con le guerre e le “vittorie” al costo
delle vite degli ucraini. Chiunque non apprezzi il piano di pace in 28 punti
deve accettare quello in un solo punto: arruolarsi nella fanteria dell’esercito
ucraino. Avanti, fino alla vittoria! Non mancherò di inviarvi i miei pensieri e
le mie preghiere.
L’Ucraina è riuscita a modificare solo una clausola del “piano di pace” di Trump
in 28 punti: quella sull’amnistia per i reati di corruzione. Zelensky ha chiesto
che nessuno controllasse dove fossero effettivamente andati a finire tutti gli
aiuti occidentali e, guarda caso, hanno avuto pietà di lui. Un trionfo
diplomatico, a quanto pare.
Zelensky ha detto ai parlamentari del suo partito, il Servitore del Popolo, di
non sapere nulla dei nastri di Mindich (Timur Mindich è il re delle tangenti che
imbarazza Zelensky. Latitante grazie a una soffiata, Mindich produceva gli show
dell’ex comico. Avrebbe orchestrato l’intero schema di tangenti: 86 milioni di
euro in totale, il 10-15% su ogni contratto energetico. NdT)
Certo, dev’essere per questo che ha cercato di smantellare NABU e SAP (le
agenzie anticorruzione. La legge con cui il Presidente Zelensky le voleva
assoggettare al governo venne ritirata a causa delle manifestazioni di decine di
migliaia di persone, soprattutto giovani, che scesero in piazza nelle principali
città del Paese esasperate ed indignate. La credibilità del Presidente e della
sua cerchia di fedelissimi è da quel momento crollata NdT), e per questo ha
ordinato al SBU (i servizi di sicurezza) di mettere dietro le sbarre il
detective della NABU Mahamed Rasulov e suo padre. Molto convincente. Quasi da
Oscar.
Come previsto, Zelensky si è rifiutato di licenziare Yermak, l’uomo che ha
costruito un impero della corruzione nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. Ciò
significa che il MindichGate non cambierà il modo in cui lo Stato ucraino viene
amministrato a breve.
>In altre parole, gli amici di Zelensky continueranno a servirsi degli aiuti
occidentali, mentre chiunque osi denunciarlo verrà opportunamente etichettato
come “agente russo”. Buona Giornata della Dignità e della Libertà a tutti gli
ucraini!
Il Premier tedesco Merz è impegnato a guidare la resistenza europea al piano di
pace di Trump, esortando Zelensky a resistere, a “restare forte” e a non cedere
alle pressioni di Washington. Credo che Merz dovrebbe recarsi personalmente
nelle trincee ucraine e portare con sé tutti i falchi occidentali per fare un
po’ di esperienza pratica.
Mia madre, anche nella fase terminale del cancro, continuava a preparare
varenyky e barattoli di marmellata per i soldati ucraini al fronte,
sopravvivendo con una pensione mensile di 60 dollari, una somma che non copriva
nemmeno le cure palliative di base.E proprio in quello stesso momento, Zelensky
e i suoi ladri erano impegnati a intascare denaro dalle commesse militari e a
trasferirlo all’estero. Zelensky ha tradito il suo stesso popolo. L’unico posto
che gli spetta è dietro le sbarre.
Chi grida contro il piano di pace di Trump, mi illumini: quale dovrebbe essere
esattamente la carta vincente dell’Ucraina? Stiamo fingendo che vi sia una
vittoria sul campo di battaglia? (Un’occhiata a Kupyansk e Pokrovsk: questo
dovrebbe dissipare ogni illusione.) Legioni di volontari motivati stanno forse
prendendo d’assalto i centri di reclutamento? (Di sicuro ci sono, invece 500
mila tra renitenti alla leva e disertori che si sono assentati dal fronte senza
permesso.)
Forse l’Occidente è finalmente pronto a imporre una no-fly zone sull’Ucraina?
(Considerando che non riesce nemmeno ad abbattere un drone vagante su Monaco.O
forse l’Occidente si sta preparando a mandare i propri figli nella zona di morte
del fronte in Ucraina? (Difficile. Sono troppo impegnati a discutere su come
deportare gli ucraini immigrati dai Paesi dell’Unione Europea direttamente al
fronte).
Di che cosa ha bisogno l’Ucraina per vincere la guerra, a parte tonnellate di
promesse e illusioni?
Come prevedibile, la “coalizione dei volenterosi” guidata da Merz è impegnata a
sabotare qualsiasi negoziato di pace. Bene. In tal caso, la NABU dovrebbe andare
avanti e pubblicare ogni traccia di corruzione nel settore della Difesa che
coinvolga Zelensky e soci. E gli Stati Uniti dovrebbero interrompere ogni
sostegno all’Ucraina, incluso il divieto assoluto di usare armi americane.
Lasciate che i Paesi europei desiderosi di farlo conducano la loro grande guerra
da soli. Visto che sono così ansiosi di fare gli eroi, vediamo come sarà lo
spettacolo senza sponsor dietro le quinte. I falchi occidentali e i loro esperti
insistono: non lasciate che gli scandali di corruzione minino il sostegno
all’Ucraina. Un sentimento nobile, certo. Ma come si fa esattamente a
ripristinare la fiducia degli ucraini comuni nei leader che sono riusciti ad
arricchirsi, mentre quegli stessi ucraini continuano a morire al fronte, sono
costretti a finanziare con il crowdfunding le proprie cure mediche dopo essere
rimasti feriti e congelano durante l’inverno perché privi, se non sono ricchi,
di risorse per tener accesi i termosifoni?
Tutto questo indica una scomoda verità: alle élite politiche europee non importa
nulla del fatto che Zelensky e la sua cricca possano continuare ad arricchirsi
rubando dagli aiuti delle potenze occidentali. L’unica cosa che conta è che gli
ucraini continuino ad essere mandati a combattere la Russia, mentre i leader
dell’UE sono impegnati a ripassare le loro grandiose “visioni strategiche”
seduti ai banchi dei sostenitori.
Marta Havryshko, storica ucraina, attualmente docente negli USA. (*testo
pubblicato in italiano da Maurizio Acerbo, segretario del Partito della
Rifondazione Comunista in un post su Facebook)<
Marta Havryshko ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia presso
l’Università Nazionale Ivan Franko di Leopoli (Ucraina). Attualmente è
ricercatrice associata presso il Dipartimento di Storia Contemporanea
dell’Istituto di Studi Ucraini I. Krypiakevych dell’Accademia Nazionale delle
Scienze dell’Ucraina. I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente
sulla violenza sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto, sulla
storia delle donne, sul femminismo e sul nazionalismo.
Le sue pubblicazioni recenti includono il libro “Overcoming Silence: Women’s War
Stories/Superare il silenzio: storie di guerra delle donne” (2018), nonché
articoli come “Women’s Bodies as Battlefield: Sexual Violence during Soviet
Counterinsurgency in Western Ukraine/Il corpo delle donne come campo di
battaglia: la violenza sessuale durante la controinsurrezione sovietica
nell’Ucraina occidentale” (1944-1953)” in Euxeinos. “Governance and Culture in
the Black Sea Region, 9/Governance e cultura nella nona regione del Mar
Nero”(2019); “Rape in Hiding: Sexual Violence during the Holocaust in
Ukraine/Stupro nascosto: violenza sessuale durante l’Olocausto in Ucraina” in
Holokost i Suchasnist, 17 (2019, in ucraino); e “Love and Sex in Wartime:
Controlling Women’s Sexuality in the Ukrainian Nationalist Underground/Amore e
sesso in tempo di guerra: controllo della sessualità femminile nell’underground
nazionalista ucraino” in Aspasia, 12 (2018).
Marta Havryshko ha svolto uno studio su “Genere e Olocausto: violenza sessuale
contro le donne ebree nell’Ucraina occupata dai nazisti”. Questo progetto
applica una prospettiva femminista, ponendo il genere al centro dell’analisi e
mirando a dare spazio alle voci delle donne sulla loro vittimizzazione sessuale
e sulla loro capacità di agire. La Dott.ssa Havryshko ha analizzato i modelli,
le forme, la topografia, le dinamiche, le funzioni e le conseguenze della
violenza sessuale contro donne e ragazze ebree al tempo della Shoah. Inoltre i
suoi studi hanno analizzato come le concezioni culturali sul corpo, la
sessualità, la riproduzione, nonché l’identità etnica, razziale, nazionale,
religiosa e politica, lo status di combattente e la posizione di potere abbiano
contribuito a giustificare i crimini commessi dagli autori di violenza sessuale
e a determinare la condizione vissuta dalle vittime sopravvissute.
Attualmente Marta Havryshko collabora con la Clark University del Massachusetts
negli Stati Uniti d’America.
Redazione Italia