La risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU viola il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi, avverte Francesca Albanese

Pressenza - Thursday, November 20, 2025

L’esperta delle Nazioni Unite Francesca Albanese ha espresso ieri profonda preoccupazione per l’adozione della risoluzione 2803 da parte del Consiglio di Sicurezza, avvertendo che essa è in contrasto con il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione, consolida la presenza illegale di Israele nei territori palestinesi occupati, comprese le politiche e le pratiche illegali in atto, e rischia quindi di legittimare la violenza di massa in corso.

“Accolgo con favore la rinnovata attenzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU su Gaza e l’urgente necessità di un cessate il fuoco permanente”, ha affermato Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967.

“Ma sono profondamente perplessa. Nonostante gli orrori degli ultimi due anni e la chiara giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia, il Consiglio ha scelto di non basare la sua risposta proprio sul corpus giuridico che è tenuto a difendere: il diritto internazionale dei diritti umani, compreso il diritto all’autodeterminazione, il diritto che disciplina l’uso della forza, il diritto internazionale umanitario e la Carta delle Nazioni Unite”.

“L’articolo 24(2) della Carta delle Nazioni Unite precisa che nell’adempimento dei suoi compiti, il Consiglio ‘agisce in conformità con gli Scopi e i Principi delle Nazioni Unite’”.

“Anziché tracciare un percorso verso la fine dell’occupazione e garantire la protezione dei palestinesi, la risoluzione rischia di rafforzare il controllo esterno sulla governance, sui confini, sulla sicurezza e sulla ricostruzione di Gaza. La risoluzione tradisce le persone che afferma di proteggere”.

La risoluzione è stata adottata lunedì 17 novembre con 13 voti a favore e due astensioni da parte di Russia e Cina.

Albanese ha sottolineato che la risoluzione 2803 sostituisce chiari obblighi legali nei confronti dei palestinesi con un “modello di controllo esterno basato sulla sicurezza e sul capitale” che rafforza le attuali asimmetrie di potere. “Il mandato di ‘proteggere i confini’, ‘proteggere i civili’ e ‘smantellare le armi’ si concentra quasi esclusivamente sul disarmo dei gruppi armati palestinesi, senza fare nulla per porre fine alla causa principale della violenza: l’assedio illegale, l’occupazione, la segregazione razziale, l’apartheid e la pulizia etnica perpetrati da Israele”, ha affermato.

“Una forza militare che risponde a un cosiddetto ‘Consiglio di Pace’ presieduto dal presidente degli Stati Uniti, parte attiva in questo conflitto che ha continuamente fornito sostegno militare, economico e diplomatico alla potenza occupante illegale, non è legale”, ha affermato l’esperta. “Si tratta di un tentativo sfacciato di imporre, con la minaccia di un uso continuato della forza contro una popolazione praticamente indifesa, gli interessi puri e semplici degli Stati Uniti e di Israele”.

“In sostanza, lascerà la Palestina nelle mani di un’amministrazione fantoccio, assegnando agli Stati Uniti, complici del genocidio, il ruolo di nuovi gestori della prigione a cielo aperto che Israele ha già istituito”.

“Se i territori palestinesi occupati, compresa Gaza, richiedono una presenza internazionale, questa dovrebbe avere il mandato di supervisionare il ritiro immediato e incondizionato di Israele dai territori palestinesi occupati, in linea con il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 2024 e la risoluzione dell’Assemblea Generale”, ha affermato la Relatrice Speciale. “Tale presenza dovrebbe proteggere i civili, garantire la cessazione delle ostilità, impedire ulteriori sfollamenti, assicurare la responsabilità per le violazioni gravi e sostenere il popolo palestinese nell’esercizio del suo diritto di determinare liberamente il proprio futuro politico”.

Albanese ha avvertito che fintanto che Israele rimarrà fisicamente presente in qualsiasi parte dei territori palestinesi occupati, compresa la Striscia di Gaza, si tratterà di un atto internazionalmente illecito che tutti gli Stati, compresi gli Stati Uniti, sono tenuti a non riconoscere, sostenere o favorire.”

“La Corte Internazionale di Giustizia è stata chiara: l’autodeterminazione è un diritto inalienabile del popolo palestinese e l’ONU e tutti gli Stati hanno l’obbligo di contribuire alla sua realizzazione. Ciò può avvenire solo con il ritiro immediato e incondizionato della presenza illegale di Israele nei territori palestinesi occupati. Sostituire un amministratore abusivo con un altro non è autodeterminazione, è illegale”.

La Relatrice Speciale ha dichiarato che i palestinesi non hanno bisogno di una forza di sorveglianza sulle rovine della loro patria distrutta.

“Hanno bisogno di una presenza internazionale protettiva che ponga fine all’occupazione illegale di Israele, fermi il genocidio e ripristini la loro capacità di autogoverno. Protezione significa revocare il blocco, garantire un accesso umanitario senza ostacoli, sostenere il governo guidato dai palestinesi, garantire il diritto al ritorno e applicare pienamente il diritto internazionale”, ha affermato.

Albanese ha anche avvertito che il piano è già stato utilizzato da alcuni Stati come “valvola di pressione politica” per sospendere le discussioni sulle sanzioni e altre misure concrete necessarie per fermare gravi violazioni. “Gli Stati non possono ignorare gravi violazioni delle norme imperative perché un piano politico offre una convenienza diplomatica temporanea”.

“Esorto quindi tutti gli Stati, in particolare quelli che hanno votato a favore della risoluzione, a interpretarla e attuarla in modo coerente con il diritto internazionale vincolante”, ha affermato. “Mettere da parte il diritto internazionale rende l’ONU complice, mina la Carta delle Nazioni Unite e può solo portare a un ”intensificarsi della carneficina umana”.

“Questo è un momento esistenziale”, ha affermato Albanese. “La comunità internazionale non deve permettere che il futuro di Gaza – o il futuro del popolo palestinese – venga deciso senza la loro partecipazione e il loro consenso. Solo un approccio radicato nella giustizia, nella legalità e nell’autodeterminazione può portare a una pace autentica”.

Francesca Albanese è la Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967

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Le osservazioni e le raccomandazioni specifiche per Paese formulate dai meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, comprese le Procedure Speciali, gli organi previsti dai trattati e la Revisione Periodica Universale, sono disponibili sull’Indice Universale dei Diritti Umani https://uhri.ohchr.org/en/

Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.

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