La risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU viola il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi, avverte Francesca Albanese
L’esperta delle Nazioni Unite Francesca Albanese ha espresso ieri profonda
preoccupazione per l’adozione della risoluzione 2803 da parte del Consiglio di
Sicurezza, avvertendo che essa è in contrasto con il diritto dei palestinesi
all’autodeterminazione, consolida la presenza illegale di Israele nei territori
palestinesi occupati, comprese le politiche e le pratiche illegali in atto, e
rischia quindi di legittimare la violenza di massa in corso.
> “Accolgo con favore la rinnovata attenzione del Consiglio di Sicurezza
> dell’ONU su Gaza e l’urgente necessità di un cessate il fuoco permanente”, ha
> affermato Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti
> umani nei territori palestinesi occupati dal 1967.
>
> “Ma sono profondamente perplessa. Nonostante gli orrori degli ultimi due anni
> e la chiara giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia, il
> Consiglio ha scelto di non basare la sua risposta proprio sul corpus giuridico
> che è tenuto a difendere: il diritto internazionale dei diritti umani,
> compreso il diritto all’autodeterminazione, il diritto che disciplina l’uso
> della forza, il diritto internazionale umanitario e la Carta delle Nazioni
> Unite”.
>
> “L’articolo 24(2) della Carta delle Nazioni Unite precisa che nell’adempimento
> dei suoi compiti, il Consiglio ‘agisce in conformità con gli Scopi e i
> Principi delle Nazioni Unite’”.
>
> “Anziché tracciare un percorso verso la fine dell’occupazione e garantire la
> protezione dei palestinesi, la risoluzione rischia di rafforzare il controllo
> esterno sulla governance, sui confini, sulla sicurezza e sulla ricostruzione
> di Gaza. La risoluzione tradisce le persone che afferma di proteggere”.
La risoluzione è stata adottata lunedì 17 novembre con 13 voti a favore e due
astensioni da parte di Russia e Cina.
Albanese ha sottolineato che la risoluzione 2803 sostituisce chiari obblighi
legali nei confronti dei palestinesi con un “modello di controllo esterno basato
sulla sicurezza e sul capitale” che rafforza le attuali asimmetrie di potere.
“Il mandato di ‘proteggere i confini’, ‘proteggere i civili’ e ‘smantellare le
armi’ si concentra quasi esclusivamente sul disarmo dei gruppi armati
palestinesi, senza fare nulla per porre fine alla causa principale della
violenza: l’assedio illegale, l’occupazione, la segregazione razziale,
l’apartheid e la pulizia etnica perpetrati da Israele”, ha affermato.
> “Una forza militare che risponde a un cosiddetto ‘Consiglio di Pace’
> presieduto dal presidente degli Stati Uniti, parte attiva in questo conflitto
> che ha continuamente fornito sostegno militare, economico e diplomatico alla
> potenza occupante illegale, non è legale”, ha affermato l’esperta. “Si tratta
> di un tentativo sfacciato di imporre, con la minaccia di un uso continuato
> della forza contro una popolazione praticamente indifesa, gli interessi puri e
> semplici degli Stati Uniti e di Israele”.
>
> “In sostanza, lascerà la Palestina nelle mani di un’amministrazione fantoccio,
> assegnando agli Stati Uniti, complici del genocidio, il ruolo di nuovi gestori
> della prigione a cielo aperto che Israele ha già istituito”.
>
> “Se i territori palestinesi occupati, compresa Gaza, richiedono una presenza
> internazionale, questa dovrebbe avere il mandato di supervisionare il ritiro
> immediato e incondizionato di Israele dai territori palestinesi occupati, in
> linea con il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del
> 2024 e la risoluzione dell’Assemblea Generale”, ha affermato la Relatrice
> Speciale. “Tale presenza dovrebbe proteggere i civili, garantire la cessazione
> delle ostilità, impedire ulteriori sfollamenti, assicurare la responsabilità
> per le violazioni gravi e sostenere il popolo palestinese nell’esercizio del
> suo diritto di determinare liberamente il proprio futuro politico”.
Albanese ha avvertito che fintanto che Israele rimarrà fisicamente presente in
qualsiasi parte dei territori palestinesi occupati, compresa la Striscia di
Gaza, si tratterà di un atto internazionalmente illecito che tutti gli Stati,
compresi gli Stati Uniti, sono tenuti a non riconoscere, sostenere o favorire.”
> “La Corte Internazionale di Giustizia è stata chiara: l’autodeterminazione è
> un diritto inalienabile del popolo palestinese e l’ONU e tutti gli Stati hanno
> l’obbligo di contribuire alla sua realizzazione. Ciò può avvenire solo con il
> ritiro immediato e incondizionato della presenza illegale di Israele nei
> territori palestinesi occupati. Sostituire un amministratore abusivo con un
> altro non è autodeterminazione, è illegale”.
La Relatrice Speciale ha dichiarato che i palestinesi non hanno bisogno di una
forza di sorveglianza sulle rovine della loro patria distrutta.
> “Hanno bisogno di una presenza internazionale protettiva che ponga fine
> all’occupazione illegale di Israele, fermi il genocidio e ripristini la loro
> capacità di autogoverno. Protezione significa revocare il blocco, garantire un
> accesso umanitario senza ostacoli, sostenere il governo guidato dai
> palestinesi, garantire il diritto al ritorno e applicare pienamente il diritto
> internazionale”, ha affermato.
Albanese ha anche avvertito che il piano è già stato utilizzato da alcuni Stati
come “valvola di pressione politica” per sospendere le discussioni sulle
sanzioni e altre misure concrete necessarie per fermare gravi violazioni. “Gli
Stati non possono ignorare gravi violazioni delle norme imperative perché un
piano politico offre una convenienza diplomatica temporanea”.
> “Esorto quindi tutti gli Stati, in particolare quelli che hanno votato a
> favore della risoluzione, a interpretarla e attuarla in modo coerente con il
> diritto internazionale vincolante”, ha affermato. “Mettere da parte il diritto
> internazionale rende l’ONU complice, mina la Carta delle Nazioni Unite e può
> solo portare a un ”intensificarsi della carneficina umana”.
>
> “Questo è un momento esistenziale”, ha affermato Albanese. “La comunità
> internazionale non deve permettere che il futuro di Gaza – o il futuro del
> popolo palestinese – venga deciso senza la loro partecipazione e il loro
> consenso. Solo un approccio radicato nella giustizia, nella legalità e
> nell’autodeterminazione può portare a una pace autentica”.
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Francesca Albanese è la Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani
nei territori palestinesi occupati dal 1967
I relatori speciali, gli esperti indipendenti e i gruppi di lavoro sono esperti
indipendenti in materia di diritti umani nominati dal Consiglio dei Diritti
Umani delle Nazioni Unite. Insieme, questi esperti sono attivi nell’ambito delle
“Procedure Speciali del Consiglio dei Diritti Umani”. Gli esperti delle
Procedure Speciali lavorano su base volontaria; non sono dipendenti delle
Nazioni Unite e non ricevono uno stipendio per il loro lavoro. Mentre l’Ufficio
delle Nazioni Unite per i Diritti Umani funge da segreteria per le Procedure
Speciali, gli esperti operano a titolo individuale e sono indipendenti da
qualsiasi governo o organizzazione, compresi l”Ufficio dell’Alto Commissario per
i Diritti Umani (OHCHR) e le Nazioni Unite. Qualsiasi punto di vista o opinione
presentato è esclusivamente quello dell’autore e non rappresenta necessariamente
quello delle Nazioni Unite o dell’OHCHR.
Le osservazioni e le raccomandazioni specifiche per Paese formulate dai
meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, comprese le Procedure
Speciali, gli organi previsti dai trattati e la Revisione Periodica Universale,
sono disponibili sull’Indice Universale dei Diritti
Umani https://uhri.ohchr.org/en/
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TRADUZIONE DALL’INGLESE DI STELLA MARIS DANTE. REVISIONE DI THOMAS SCHMID.
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