
Solidarietà al prof. Angelo d’Orsi dall’Osservatorio contro la militarizzazione
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Tuesday, November 11, 2025L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e la Scuola per la pace di Torino e Piemonte esprimono la loro vicinanza e solidarietà al professor Angelo d’Orsi, che dell’Osservatorio è stato un fondamentale promotore e sostenitore, nonché relatore in occasione di diversi convegni, e che nelle aule universitarie torinesi è stato docente di alcun3 attivist3 della rete pacifista piemontese.
La nostra solidarietà va anche alla sezione torinese dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) e al suo presidente Boris Bellone, vittime insieme al professore dall’ennesimo e gravissimo episodio di censura preventiva esercitata dalle istituzioni di questo Paese nei confronti della libertà di pensiero, di opinione e di espressione.
Questi i fatti: il 12 novembre avrebbe dovuto svolgersi presso il Polo del ‘900 di Torino una conferenza patrocinata dalla sezione torinese dell’ANPPIA (che è uno degli enti che costituiscono il Polo stesso) dal titolo “Russofobia, russofilia, verità”, con la partecipazione del prof. d’Orsi e del giornalista Vincenzo Lorusso, in collegamento dal Donbass. Sulla locandina della conferenza (all. 1) leggiamo le finalità dell’incontro: “La guerra in Ucraina ha avuto come conseguenza lo svilupparsi di una diffidenza per tutto ciò che è russo – cultura, arte, letteratura – con toni a volte grotteschi. In realtà la pace passa attraverso il dialogo, e non con il rifiuto della cultura”.
Giovedì 6 novembre sul profilo Facebook di Carlo Calenda compariva la seguente dichiarazione: “Mi segnalano che questa cosa è organizzata dall’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti. Un gruppo di anime belle che evidentemente considera Putin un democratico e non un dittatore fascista”.
«Il Fatto quotidiano» ricostruisce le fasi principali di questa vicenda: in breve, forte del legame tra la dirigenza nazionale dell’ANPPIA e il Partito Democratico, Calenda avrebbe chiesto ai dirigenti del PD di bloccare l’iniziativa, mentre al sindaco di centrosinistra di Torino, Stefano Lo Russo, arrivava da parte della vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno (sempre del PD) la medesima sollecitazione. Leggiamo sul quotidiano diretto da Marco Travaglio: “[Il Sindaco] prende in carico la richiesta. Chiama a sua volta Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura. La quale si mette in contatto con il Polo Novecento. E poi lo richiama, per spiegargli che il problema è risolto, visto che l’iniziativa è già stata annullata dal Polo Novecento”.
Sul calendario delle iniziative del Polo scompare così la conferenza, senza ulteriori comunicati che chiariscano le ragioni di una decisione avvenuta tramite una serie di passaggi perlomeno opachi e comunque riconducibili alle pressioni congiunte di Picierno sul Sindaco Lo Russo e della dirigenza nazionale di ANPPIA sulla sua sezione locale, la cui iniziativa torinese viene sconfessata da Roma. Leggiamo sul sito dell’associazione: “Si trattava di una iniziativa della Sezione torinese di cui non eravamo a conoscenza; né condividiamo in alcun modo le tesi espresse in questi anni da alcuni dei relatori invitati”. (all. 2)
Il prof. d’Orsi non riceveva, intanto, alcuna comunicazione da parte degli organizzatori, ma veniva a sapere dell’annullamento della conferenza leggendo sul profilo X della Picierno: “L’evento di propaganda putiniana previsto al Polo del 900 per il 12 novembre è stato annullato. Ringrazio il sindaco di Torino, Stefano Lorusso per la sensibilità, il Polo del 900 e tutti coloro che si sono mobilitati a livello locale e nazionale”.
Nella sua ricostruzione dei fatti il prof. d’Orsi rileva come l’intervento di Picierno sia in realtà successivo a “un comunicato di una ignota associazione ucraina e di una sigla legata al Partito radicale”. Proprio sulle pagine del sito di Europa Radicale leggiamo in effetti: “Alle 17:30 di mercoledì 12 novembre saremo davanti al Polo del ‘900 a manifestare il nostro sdegno per le posizioni a sostegno dei crimini di guerra che si stanno compiendo in Ucraina. Ci saremo perché la guerra ibrida di Mosca e la sua propaganda infame con i megafoni di propagandisti come sono Vincenzo Lorusso e Angelo d’Orsi deve essere denunciata in ogni momento”.
Alla luce di questa ricostruzione denunciamo dunque le gravissime e sempre più frequenti interferenze della politica rispetto al mondo della cultura e della ricerca, in palese violazione del dettato costituzionale e in particolare degli articoli 21 e 33. Il paradosso è che la censura questa volta ha impedito lo svolgimento di un evento che, analizzando il tema della ‘russofobia’, intendeva denunciare proprio la censura che nei Paesi aderenti alla NATO ha dal 2022 di fatto ostacolato e messo a tacere le voci non certo del governo di Mosca, ma della società civile russa nel suo complesso, avallando l’ingannevole e pericolosa tesi secondo la quale un governo coinciderebbe con il suo popolo.
Se però in alcuni casi recenti che hanno colpito l’Osservatorio e la Scuola per la pace, nonché l’editoria scolastica, il bavaglio era stato imposto dal governo Meloni e dai suoi ministri, in primis Valditara, ciò che appare ancora più sconcertante (sebbene non inatteso) in questa occasione è che a vietare un incontro dal sicuro valore scientifico su un tema di strettissima attualità siano stati esponenti della sedicente opposizione: è evidente che, a prescindere dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, la collocazione atlantista, l’asservimento agli Usa e l’abbraccio mortale con la NATO non sono mai stati messi in discussione dalle nostre classi dirigenti e dai nostri governi, quale che ne fosse il colore e, anzi, è proprio Picierno, più realista del re, a spingere sull’acceleratore della difesa comune europea e del riarmo.
Infine, e non meno grave, è il ‘tradimento’ da parte della dirigenza nazionale dell’ANPPIA nei confronti dei suoi valori costitutivi, su tutti l’antifascismo dei suoi padri fondatori, e della memoria di quanti furono perseguitati durante il Ventennio. Come possiamo oggi accettare che proprio gli eredi di giganti come Umberto Terracini (che ne fu presidente) e Sandro Pertini (che ne fu dirigente) si siano oggi trasformati in censori della libertà di espressione e di parola?
Siamo pronti, anche in questo caso, a denunciare il tradimento dei valori costituzionali, a richiamare l’attenzione della società civile su quella che ormai non è più solo un’emergenza democratica, ma un’ancora più tragica messa in discussione dei principi cardine degli stati liberali.
Nel concludere questo messaggio di solidarietà al professor d’Orsi e all’ANPPIA torinese, rilanciamo ancora una volta le nostre parole d’ordine: antifascismo, Costituzione, pace.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Scuola per la pace di Torino e Piemonte