Solidarietà al prof. Angelo d’Orsi dall’Osservatorio contro la militarizzazione
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e la
Scuola per la pace di Torino e Piemonte esprimono la loro vicinanza e
solidarietà al professor Angelo d’Orsi, che dell’Osservatorio è stato un
fondamentale promotore e sostenitore, nonché relatore in occasione di diversi
convegni, e che nelle aule universitarie torinesi è stato docente di alcun3
attivist3 della rete pacifista piemontese.
La nostra solidarietà va anche alla sezione torinese dell’ANPPIA (Associazione
Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) e al suo presidente Boris
Bellone, vittime insieme al professore dall’ennesimo e gravissimo episodio
di censura preventiva esercitata dalle istituzioni di questo Paese nei confronti
della libertà di pensiero, di opinione e di espressione.
Questi i fatti: il 12 novembre avrebbe dovuto svolgersi presso il Polo del ‘900
di Torino una conferenza patrocinata dalla sezione torinese dell’ANPPIA (che è
uno degli enti che costituiscono il Polo stesso) dal titolo “Russofobia,
russofilia, verità”, con la partecipazione del prof. d’Orsi e del giornalista
Vincenzo Lorusso, in collegamento dal Donbass. Sulla locandina della conferenza
(all. 1) leggiamo le finalità dell’incontro: “La guerra in Ucraina ha avuto come
conseguenza lo svilupparsi di una diffidenza per tutto ciò che è russo –
cultura, arte, letteratura – con toni a volte grotteschi. In realtà la pace
passa attraverso il dialogo, e non con il rifiuto della cultura”.
Giovedì 6 novembre sul profilo Facebook di Carlo Calenda compariva la seguente
dichiarazione: “Mi segnalano che questa cosa è organizzata dall’Associazione
Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti. Un gruppo di anime belle
che evidentemente considera Putin un democratico e non un dittatore fascista”.
«Il Fatto quotidiano» ricostruisce le fasi principali di questa vicenda: in
breve, forte del legame tra la dirigenza nazionale dell’ANPPIA e il Partito
Democratico, Calenda avrebbe chiesto ai dirigenti del PD di bloccare
l’iniziativa, mentre al sindaco di centrosinistra di Torino, Stefano Lo Russo,
arrivava da parte della vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno
(sempre del PD) la medesima sollecitazione. Leggiamo sul quotidiano diretto da
Marco Travaglio: “[Il Sindaco] prende in carico la richiesta. Chiama a sua volta
Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura. La quale si mette in contatto con il
Polo Novecento. E poi lo richiama, per spiegargli che il problema è risolto,
visto che l’iniziativa è già stata annullata dal Polo Novecento”.
Sul calendario delle iniziative del Polo scompare così la conferenza, senza
ulteriori comunicati che chiariscano le ragioni di una decisione avvenuta
tramite una serie di passaggi perlomeno opachi e comunque riconducibili alle
pressioni congiunte di Picierno sul Sindaco Lo Russo e della dirigenza nazionale
di ANPPIA sulla sua sezione locale, la cui iniziativa torinese viene sconfessata
da Roma. Leggiamo sul sito dell’associazione: “Si trattava di una iniziativa
della Sezione torinese di cui non eravamo a conoscenza; né condividiamo in alcun
modo le tesi espresse in questi anni da alcuni dei relatori invitati”. (all. 2)
Il prof. d’Orsi non riceveva, intanto, alcuna comunicazione da parte degli
organizzatori, ma veniva a sapere dell’annullamento della conferenza leggendo
sul profilo X della Picierno: “L’evento di propaganda putiniana previsto al Polo
del 900 per il 12 novembre è stato annullato. Ringrazio il sindaco di Torino,
Stefano Lorusso per la sensibilità, il Polo del 900 e tutti coloro che si sono
mobilitati a livello locale e nazionale”.
Nella sua ricostruzione dei fatti il prof. d’Orsi rileva come l’intervento di
Picierno sia in realtà successivo a “un comunicato di una ignota associazione
ucraina e di una sigla legata al Partito radicale”. Proprio sulle pagine del
sito di Europa Radicale leggiamo in effetti: “Alle 17:30 di mercoledì 12
novembre saremo davanti al Polo del ‘900 a manifestare il nostro sdegno per le
posizioni a sostegno dei crimini di guerra che si stanno compiendo in Ucraina.
Ci saremo perché la guerra ibrida di Mosca e la sua propaganda infame con i
megafoni di propagandisti come sono Vincenzo Lorusso e Angelo d’Orsi deve essere
denunciata in ogni momento”.
Alla luce di questa ricostruzione denunciamo dunque le gravissime e sempre più
frequenti interferenze della politica rispetto al mondo della cultura e della
ricerca, in palese violazione del dettato costituzionale e in particolare degli
articoli 21 e 33. Il paradosso è che la censura questa volta ha impedito lo
svolgimento di un evento che, analizzando il tema della ‘russofobia’, intendeva
denunciare proprio la censura che nei Paesi aderenti alla NATO ha dal 2022 di
fatto ostacolato e messo a tacere le voci non certo del governo di Mosca, ma
della società civile russa nel suo complesso, avallando l’ingannevole e
pericolosa tesi secondo la quale un governo coinciderebbe con il suo popolo.
Se però in alcuni casi recenti che hanno colpito l’Osservatorio e la Scuola per
la pace, nonché l’editoria scolastica, il bavaglio era stato imposto dal governo
Meloni e dai suoi ministri, in primis Valditara, ciò che appare ancora più
sconcertante (sebbene non inatteso) in questa occasione è che a vietare un
incontro dal sicuro valore scientifico su un tema di strettissima attualità
siano stati esponenti della sedicente opposizione: è evidente che, a prescindere
dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, la collocazione atlantista,
l’asservimento agli Usa e l’abbraccio mortale con la NATO non sono mai stati
messi in discussione dalle nostre classi dirigenti e dai nostri governi, quale
che ne fosse il colore e, anzi, è proprio Picierno, più realista del re, a
spingere sull’acceleratore della difesa comune europea e del riarmo.
Infine, e non meno grave, è il ‘tradimento’ da parte della dirigenza nazionale
dell’ANPPIA nei confronti dei suoi valori costitutivi, su tutti l’antifascismo
dei suoi padri fondatori, e della memoria di quanti furono perseguitati durante
il Ventennio. Come possiamo oggi accettare che proprio gli eredi di giganti come
Umberto Terracini (che ne fu presidente) e Sandro Pertini (che ne fu dirigente)
si siano oggi trasformati in censori della libertà di espressione e di parola?
Siamo pronti, anche in questo caso, a denunciare il tradimento dei valori
costituzionali, a richiamare l’attenzione della società civile su quella che
ormai non è più solo un’emergenza democratica, ma un’ancora più tragica messa in
discussione dei principi cardine degli stati liberali.
Nel concludere questo messaggio di solidarietà al professor d’Orsi e all’ANPPIA
torinese, rilanciamo ancora una volta le nostre parole d’ordine: antifascismo,
Costituzione, pace.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Scuola per la pace di Torino e Piemonte