L’uomo nuovo. Diario di viaggio della Global Sumud Flotilla

Pressenza - Thursday, September 4, 2025

Ripubblichiamo alcuni diari di viaggio dei membri dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla. In questa occasione, ringraziamo Manolo Teniente per le sue dichiarazioni e i suoi ricordi, i ricordi di una storia che appartiene a tutti noi. Grazie, Manolo!

Ieri sera, 2 settembre, il mare era piuttosto mosso. Per molto tempo non siamo riusciti ad avanzare perché una delle nostre piccole imbarcazioni si è guastata e abbiamo dovuto attendere l’arrivo di un rimorchio da Barcellona per poter proseguire il viaggio. Diverse piccole imbarcazioni, tre o quattro, hanno dovuto tornare a Barcellona con qualche tipo di avaria. Le imbarcazioni sono state donate o acquistate dall’organizzazione di seconda mano e, nonostante la revisione effettuata nel porto di Barcellona, come le auto vecchie presentano nuove avarie. Questo non riguarda molte persone, poiché si tratta di equipaggi di quattro o cinque membri, che potremo recuperare durante la sosta prevista nel porto di Tunisi, dove potranno arrivare in aereo e imbarcarsi nuovamente. Lì si aggiungeranno altre imbarcazioni alla flottiglia e, più avanti, si uniranno anche imbarcazioni di altri Paesi come l’Italia o la Grecia. Solo quando ci riuniremo al largo dell’Egitto sapremo davvero quante navi comporranno la Global Sumud Flotilla.

Alcuni di noi hanno già sofferto di mal di mare e vomito, ma ci stiamo riprendendo grazie alle cure e all’affetto dei nostri compagni e compagne di viaggio. Stasera siamo rimasti senza wifi. Anche sulla Sirius abbiamo avuto un guasto elettrico che ci ha lasciato senza luce per quasi tutta la notte, ma questa mattina è stato riparato, così abbiamo potuto comunicare con le altre navi, la famiglia, gli amici e il grande movimento per la Palestina.

La stampa ufficiale continua a citare Greta Thunberg e Ada Colau come esponenti della flottiglia. Nonostante l’ammirazione per loro, voglio continuare a parlare delle persone meno conosciute. Sulla Sirius, come ho detto, abbiamo diverse persone che sono o sono state rappresentanti politici in Spagna o in Argentina. Il fatto che siano su questa nave e che affrontino i rischi del progetto di creare un corridoio umanitario per Gaza, nonostante lo scontro che ciò comporta con l’esercito genocida del regime sionista, è già una prova tangibile che sono politici che difendono i migliori progetti della sinistra, la pace, i diritti umani, l’uguaglianza. Per questo bisogna insistere, come diceva Julio Anguita, sul fatto che non tutti i politici sono uguali. Qui, oltre a sopportare le privazioni di questo tipo di nave, dormendo per terra, senza docce, con cinque fornelli per cucinare per una trentina di persone, con provviste e acqua appena sufficienti, dimostrano di essere ottimi compagni.

Tutti puliscono, tutti aiutano in cucina, tutti si prendono cura di tutti offrendo aiuto in ogni momento. È in questo tipo di azioni collettive intrise di solidarietà umana che si costruisce l”’uomo nuovo”, un concetto utilizzato da Che Guevara, teorizzando che una nuova società doveva essere costruita con un nuovo tipo di persone, che credono nella collaborazione e non nella competizione, che credono nei diritti e nell’azione collettiva e non negli interessi egoistici individuali che si ottengono calpestando il prossimo. Ma al di là di questo, l’apprendimento del lavoro di pulizia e di cura che svolgiamo insieme alle nostre compagne ci porta a fare un altro passo avanti e a parlare già della persona nuova, la persona che, pur essendo donna, è il capitano di una nave e la persona che, pur essendo uomo, spazza il pavimento della mensa.

Le nuove persone possono costruire un mondo nuovo, dove il genocidio e i crimini di guerra siano storie di un mondo ancora selvaggio, dove l’avidità, la ricchezza e lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli più indifesi erano la norma dei più potenti.

Così abbiamo visto anche oggi sulla stampa che il governo neofascista e razzista degli Stati Uniti continua a fare piani per espellere tutta la popolazione palestinese da Gaza, per trasformarla in un luogo di vacanze, svago e affari. A coloro che se ne andranno volontariamente, daranno 5.000 dollari e sussidi per 4 anni per coprire le spese di vitto e alloggio. Chi non vorrà andarsene sarà rinchiuso in città speciali a Gaza, dove tutti gli abitanti saranno controllati elettronicamente. Per questo uccidono tutte le persone a Gaza, tutti i bambini, tutti gli uomini e le donne, con le bombe (hanno usato l’equivalente distruttivo  di 7 bombe atomiche del calibro di quelle di Hiroshima e Nagasaki), con le malattie, con la fame, con la sete. Per creare un terrore insopportabile che li costringa all’esilio dalla loro terra. Gli irriducibili saranno confinati in moderne città-prigioni, fino alla loro estinzione.

Ma i piani dell’imperialismo e del sionismo non andranno oltre i progetti, perché di fronte hanno un popolo deciso a resistere fino alla morte, e non potranno ucciderli tutti; la maggior parte sopravvivrà e costruirà la Palestina Libera.

E Gaza, la Palestina, non sono sole. Di fronte alle minacce di Netanyahu di trattare gli attivisti della flottiglia come terroristi, incarcerandoli per lunghi anni e confiscando tutte le navi, il sindacato dei portuali di Genova, in Italia, ha risposto con forza: “Se anche solo per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, le nostre compagne e i nostri compagni, noi blocchiamo l’Europa. Insieme al nostro sindacato Usb, insieme a tutti i lavoratori portuali, insieme a tutta la città di Genova. Da questa regione escono 13-14mila container all’anno per Israele. Non faremo uscire più nemmeno un chiodo. Lanceremo lo sciopero internazionale, bloccheremo le strade. Bloccheremo tutto. Devono tornare indietro le nostre ragazze e i nostri ragazzi senza un graffio, e tutta la nostra merce, che è del popolo, fino all’ultimo cartone, deve arrivare dove deve arrivare”.

Mi è giunto anche il seguente comunicato dalla Spagna, tra le migliaia di iniziative che si stanno svolgendo in tutto il Paese: “Più di cinquanta docenti di Marea Palestina: L’istruzione contro il genocidio si sono chiusi nel Circolo delle Belle Arti di Madrid per chiedere al governo l’approvazione del decreto legge che vieta la vendita di armi allo Stato di Israele. Non è normale iniziare l’anno scolastico con normalità. Invitiamo il personale educativo e culturale a unirsi a questa iniziativa.”

Prima del tramonto abbiamo iniziato a vedere le montagne di Maiorca. Stasera pernotteremo alla periferia del porto di Mahón per raggruppare tutta la flotta e continuare domani la navigazione con tutte le barche insieme.

Vi lascio con una foto scattata dalla Sirius, con le montagne di Maiorca sullo sfondo.

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo

Redacción Barcelona