L’uomo nuovo. Diario di viaggio della Global Sumud Flotilla
Ripubblichiamo alcuni diari di viaggio dei membri dell’equipaggio della Global
Sumud Flotilla. In questa occasione, ringraziamo Manolo Teniente per le sue
dichiarazioni e i suoi ricordi, i ricordi di una storia che appartiene a tutti
noi. Grazie, Manolo!
Ieri sera, 2 settembre, il mare era piuttosto mosso. Per molto tempo non siamo
riusciti ad avanzare perché una delle nostre piccole imbarcazioni si è guastata
e abbiamo dovuto attendere l’arrivo di un rimorchio da Barcellona per poter
proseguire il viaggio. Diverse piccole imbarcazioni, tre o quattro, hanno dovuto
tornare a Barcellona con qualche tipo di avaria. Le imbarcazioni sono state
donate o acquistate dall’organizzazione di seconda mano e, nonostante la
revisione effettuata nel porto di Barcellona, come le auto vecchie presentano
nuove avarie. Questo non riguarda molte persone, poiché si tratta di equipaggi
di quattro o cinque membri, che potremo recuperare durante la sosta prevista nel
porto di Tunisi, dove potranno arrivare in aereo e imbarcarsi nuovamente. Lì si
aggiungeranno altre imbarcazioni alla flottiglia e, più avanti, si uniranno
anche imbarcazioni di altri Paesi come l’Italia o la Grecia. Solo quando ci
riuniremo al largo dell’Egitto sapremo davvero quante navi comporranno la Global
Sumud Flotilla.
Alcuni di noi hanno già sofferto di mal di mare e vomito, ma ci stiamo
riprendendo grazie alle cure e all’affetto dei nostri compagni e compagne di
viaggio. Stasera siamo rimasti senza wifi. Anche sulla Sirius abbiamo avuto un
guasto elettrico che ci ha lasciato senza luce per quasi tutta la notte, ma
questa mattina è stato riparato, così abbiamo potuto comunicare con le altre
navi, la famiglia, gli amici e il grande movimento per la Palestina.
La stampa ufficiale continua a citare Greta Thunberg e Ada Colau come esponenti
della flottiglia. Nonostante l’ammirazione per loro, voglio continuare a parlare
delle persone meno conosciute. Sulla Sirius, come ho detto, abbiamo diverse
persone che sono o sono state rappresentanti politici in Spagna o in Argentina.
Il fatto che siano su questa nave e che affrontino i rischi del progetto di
creare un corridoio umanitario per Gaza, nonostante lo scontro che ciò comporta
con l’esercito genocida del regime sionista, è già una prova tangibile che sono
politici che difendono i migliori progetti della sinistra, la pace, i diritti
umani, l’uguaglianza. Per questo bisogna insistere, come diceva Julio Anguita,
sul fatto che non tutti i politici sono uguali. Qui, oltre a sopportare le
privazioni di questo tipo di nave, dormendo per terra, senza docce, con cinque
fornelli per cucinare per una trentina di persone, con provviste e acqua appena
sufficienti, dimostrano di essere ottimi compagni.
Tutti puliscono, tutti aiutano in cucina, tutti si prendono cura di tutti
offrendo aiuto in ogni momento. È in questo tipo di azioni collettive intrise di
solidarietà umana che si costruisce l”’uomo nuovo”, un concetto utilizzato da
Che Guevara, teorizzando che una nuova società doveva essere costruita con un
nuovo tipo di persone, che credono nella collaborazione e non nella
competizione, che credono nei diritti e nell’azione collettiva e non negli
interessi egoistici individuali che si ottengono calpestando il prossimo. Ma al
di là di questo, l’apprendimento del lavoro di pulizia e di cura che svolgiamo
insieme alle nostre compagne ci porta a fare un altro passo avanti e a parlare
già della persona nuova, la persona che, pur essendo donna, è il capitano di una
nave e la persona che, pur essendo uomo, spazza il pavimento della mensa.
Le nuove persone possono costruire un mondo nuovo, dove il genocidio e i crimini
di guerra siano storie di un mondo ancora selvaggio, dove l’avidità, la
ricchezza e lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli più indifesi erano la
norma dei più potenti.
Così abbiamo visto anche oggi sulla stampa che il governo neofascista e razzista
degli Stati Uniti continua a fare piani per espellere tutta la popolazione
palestinese da Gaza, per trasformarla in un luogo di vacanze, svago e affari. A
coloro che se ne andranno volontariamente, daranno 5.000 dollari e sussidi per 4
anni per coprire le spese di vitto e alloggio. Chi non vorrà andarsene sarà
rinchiuso in città speciali a Gaza, dove tutti gli abitanti saranno controllati
elettronicamente. Per questo uccidono tutte le persone a Gaza, tutti i bambini,
tutti gli uomini e le donne, con le bombe (hanno usato l’equivalente
distruttivo di 7 bombe atomiche del calibro di quelle di Hiroshima e Nagasaki),
con le malattie, con la fame, con la sete. Per creare un terrore insopportabile
che li costringa all’esilio dalla loro terra. Gli irriducibili saranno confinati
in moderne città-prigioni, fino alla loro estinzione.
Ma i piani dell’imperialismo e del sionismo non andranno oltre i progetti,
perché di fronte hanno un popolo deciso a resistere fino alla morte, e non
potranno ucciderli tutti; la maggior parte sopravvivrà e costruirà la Palestina
Libera.
E Gaza, la Palestina, non sono sole. Di fronte alle minacce di Netanyahu di
trattare gli attivisti della flottiglia come terroristi, incarcerandoli per
lunghi anni e confiscando tutte le navi, il sindacato dei portuali di Genova, in
Italia, ha risposto con forza: “Se anche solo per 20 minuti perdiamo il contatto
con le nostre barche, le nostre compagne e i nostri compagni, noi blocchiamo
l’Europa. Insieme al nostro sindacato Usb, insieme a tutti i lavoratori
portuali, insieme a tutta la città di Genova. Da questa regione escono 13-14mila
container all’anno per Israele. Non faremo uscire più nemmeno un chiodo.
Lanceremo lo sciopero internazionale, bloccheremo le strade. Bloccheremo tutto.
Devono tornare indietro le nostre ragazze e i nostri ragazzi senza un graffio, e
tutta la nostra merce, che è del popolo, fino all’ultimo cartone, deve arrivare
dove deve arrivare”.
Mi è giunto anche il seguente comunicato dalla Spagna, tra le migliaia di
iniziative che si stanno svolgendo in tutto il Paese: “Più di cinquanta docenti
di Marea Palestina: L’istruzione contro il genocidio si sono chiusi nel Circolo
delle Belle Arti di Madrid per chiedere al governo l’approvazione del decreto
legge che vieta la vendita di armi allo Stato di Israele. Non è normale iniziare
l’anno scolastico con normalità. Invitiamo il personale educativo e culturale a
unirsi a questa iniziativa.”
Prima del tramonto abbiamo iniziato a vedere le montagne di Maiorca. Stasera
pernotteremo alla periferia del porto di Mahón per raggruppare tutta la flotta e
continuare domani la navigazione con tutte le barche insieme.
Vi lascio con una foto scattata dalla Sirius, con le montagne di Maiorca sullo
sfondo.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo
Redacción Barcelona