Progetto didattico: Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi

Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Tuesday, September 2, 2025

Riceviamo e diffondiamo con piacere il progetto didattico Nello specchio di Gaza. La scultura palestinese e noi messo a punto da La Scuola per la Pace di Torino, aderente all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

Il progetto Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi è nato dalla volontà di una parte del mondo della scuola torinese e piemontese di rompere il silenzio su Gaza, un silenzio, quando non decisa censura, che fino allora aveva inquinato il clima nelle scuole generando disagio profondo in coloro che “sentono coscienza” e si nutrono di conoscenza.

Un documento, Gaza Now!, è partito da alcun* insegnanti di un liceo ed è stato rilanciato attraverso la rete della Scuola per la pace. Si e’ poi è tenuta una affollata assemblea in cui è stato deciso di organizzare una “camminata delle scuole per Gaza” per rivendicare la rottura dei rapporti politici, diplomatici ed economi con Israele, di sottoscrivere il documento Gaza Now! e consegnare le firme all’USR, di dedicare “una settimana” del futuro anno scolastico alla cultura palestinese nelle scuole. La “camminata” si è tenuta una settimana dopo e, sfidando ogni previsione, è stata partecipata da circa 4000 persone: docenti e studenti di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alle superiori, famiglie, cittadin* e anche qualche dirigente scolastic*. La stampa locale ci ha dato una certa copertura con diversi articoli online. Nei giorni seguenti si sono raccolte oltre 1800 firme al documento Gaza now!, che è stato letto in diversi collegi docenti. Non è stata una campagna online, ma una raccolta firme “tradizionale”, suscitando così discussioni e rompendo davvero il silenzio su Gaza. Tali firme, suddivise per scuola, sono poi state consegnate e protocollate all’USR il 4 luglio. 

Nel frattempo si è costituito all’interno della Scuola per la pace, a cui sono affluite nuove persone intensificando l’attivismo, un comitato scientifico per il progetto sperimentale sulla cultura palestinese. Abbiamo dilatato i tempi: non più una “settimana”, ma tutto l’anno, iniziando da settembre. Il criterio di fondo del progetto è che il comitato scientifico organizza alcune iniziative “per tutti”, mentre le singole scuole o i singoli docenti progetteranno la didattica specifica sul tema declinato secondo gli ordini di scuola e gli interessi di docenti e studenti. Le iniziative per tutt* sono un convegno di formazione che si terrà il 19 settembre presso un liceo torinese e la proiezione di due documentari in un cinema cittadino a tre sale nella settimana seguente. Non sarà un semplice “ascoltare un convegno” o “andare al cinema”, ma un atto politico con cui vogliamo riunire la comunità del 5 giugno in una esperienza condivisa di conoscenza, solidarietà, presa di posizione politica e sostegno economico a Gaza (il ricavato del biglietto del cinema di 5 euro sarà devoluto in donazioni per Gaza). 

Per offrire spunti, suggestioni e risorse alle scuole sono poi stati presi contatti con diverse persone dalle competenze più diverse, coinvolgendo gruppi presenti sul territorio come il BDS, Emergency, Torino per Gaza, il Nazra Film Festival, docenti, studios*, artist*, testimoni. La loro disponibilità a intervenire nelle scuole, se chiamati da docenti, è riassunta in un file dedicato. Altri contatti stanno emergendo e il “catalogo” si amplierà strada facendo, anche grazie alle ricerche ancora in corso. Infine, sarà condiviso il link a un drive con alcuni materiali didattici che attualmente è in lavorazione.

Da mesi è ormai conclamato che nei riflessi cangianti dello specchio di Gaza vediamo smascherato il volto coloniale dell’Occidente nella sua più torva espressione genocida, che ci riporta all’Olocausto americano (Stannard) e a ogni sterminio della storia. Quella storia che a scuola si insegna come gloriosa avanzata dell’Europa verso la modernità e il progresso senza raccontare che lo scambio ineguale con il resto del mondo ne è stato il fondamento. Nello specchio di Gaza vediamo con spavento lo sprezzo dell’umano, i deliri di potere assoluto sui corpi, sulle vite, sulla natura, sulle memorie, sulle preziose tracce del passato. Vediamo disintegrare e calpestare ogni valore di democrazia, giustizia sociale e libertà, vediamo la verità di quell’“ordine” globale che opprime il presente. 

Nello specchio di Gaza vediamo persone resistere fiere sulla terra dei loro antenati: sumud è la loro postura, come alberi che non si spezzano nella tempesta. In condizioni inimmaginabili vediamo produrre cultura: diari, racconti, poesie, fotografie, filmati, disegni di bambini e opere d’arte, danze tradizionali e rap. Vediamo l’amore per l’istruzione, il desiderio delle/i giovani di apprendere e la cura dei docenti nell’insegnare.

La cultura in Palestina – la letteratura, l’arte, il cinema, la danza, la musica, la fotografia, la cucina, l’agricoltura e la botanica, l’istruzione – ci appare una modalità potente di rielaborazione dell’esperienza coloniale, che ha dato e dà senso e voce al vissuto soggettivo e collettivo di oppressione e resistenza, essa stessa forma di resistenza. Dalla fine degli anni Sessanta, scrive Rashid Khalidi, “gli scrittori e i poeti della diaspora palestinese, così come quelli che vivevano in Palestina (…) attraverso i loro romanzi, racconti, opere teatrali e poesie hanno dato voce a un’esperienza nazionale condivisa fatta di perdita, esilio, alienazione. Allo stesso tempo hanno dimostrato un’insistenza caparbia sulla continuità dell’identità palestinese e sulla fermezza di fronte alle difficoltà”.

Nelle carceri israeliane, racconta Aysar Al-Saifi, i prigionieri avevano “compreso rapidamente che l’Occupazione mirava a distruggere la loro cultura e il loro patrimonio con l’intento di creare dei corpi vuoti, senza contenuto, che avrebbe potuto manovrare a proprio piacimento. Per questo si impegnarono subito nella mobilitazione culturale e ideologica attraverso letture e riunioni collettive tra i vari gruppi politici”, incontri che “miravano a ravvivare la vita culturale e la resistenza alle politiche di assimilazione della coscienza perseguite dall’Occupazione”.

Nella produzione artistica di Emily Jacir e nelle attività della fondazione Dar Jacir for Art and Research a Betlemme si incontrano il passato e i linguaggi della contemporaneità, si protegge e valorizza con cura l’eredità della terra e delle tradizioni, si scambiano esperienze educative, culturali e agricole con metodi multidisciplinari e pratiche decoloniali, ci si interroga sulla rilevanza di ciò che si fa nel quotidiano nelle condizioni attuali di genocidio, si rintraccia il senso dell’agire negli spazi di riunione collettiva, nella condivisione di musica e cibo come nutrimenti di guarigione.

Nel nostro intento, avvicinare con rispetto e cautela la cultura palestinese può aiutarci a decolonizzare un poco il nostro sguardo, a rileggere la storia e cercare nuovi modi di insegnarla, a rafforzarci nella consapevolezza che cultura e istruzione sono antidoti alla “assimilazione delle coscienze”, a interrogarci sul senso delle nostre azioni valorizzando relazioni e gesti per favorire le guarigioni, a sviluppare “fermezza di fronte alle difficoltà” per resistere e contrastare le ingiustizie e le violenze diventate parte del nostro difficile quotidiano di europei che si credevano in pace.

Molte altre cose scopriremo nel percorso. Ci auguriamo di saperle comprendere e condividere.

Allegati la locandina del convegno e il file con il progetto in progress.

David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del nuovo mondo, Bollati Boringhieri, 2021 (1° ed. 2001).
Rashid Khalidi, Palestina. Cento anni di colonialismo, guerra e resistenza, Laterza, Bari-Roma, 2025 (ed or. 2020), pp 132-133.
Aysar Al Saifi, Foglie di gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021, p. 40.

Creative Time Summit 2024 | Emily Jacir & Reem Khatib (Dar Jacir for Art and Research), ottobre 2024.

Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noiDownload

Corso di aggiornamento per il personale scolastico aperto alla cittadinanza
Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi
Venerdì 19 settembre 2025 ore 8.30-16
Liceo Cavour, corso Tassoni 15, Torino

 8.30 Accoglienza e introduzione di Maria Teresa Silvestrini, Scuola per la pace Torino e Piemonte
Prima parte – Coordina Cristina Bracchi, Scuola per la pace Torino e Piemonte
9 – 9.30   L’Occidente e il nemico permanente
Elena Basile, Ambasciatrice
9.30 – 10 Education in Times of Uncertainty: Insights from Palestine
Dalya Saleh, FormerEnglish teacher in Gaza pursuing her postgraduate studies in the UK
10 – 10.30           NAZRA: uno sguardo sul cinema palestinese
Fabiana Piretti, direttrice tecnica Nazra Film Festival e insegnante

10.30 -11 Domande e dialogo
11- 11.15 Pausa caffè

Seconda parte – Coordina Chiara Giacometti, Scuola per la pace Torino e Piemonte
11.15 – 11.45     BDS: Ethical & Legal Accountability for a Just Peace
Omar Barghouti, Palestinian human rights defender and co-founder of the Palestinian-led BDS
11.45 – 12.15     Uno sguardo antropologico di fronte al genocidio
Laura Ferrero, docente di antropologia del Medioriente, Università di Torino – Chiara Pilotto, ricercatrice in Antropologia, Università di Bologna
12.15 – 12.45     La letteratura palestinese dalla Nakba a oggi
Elisabetta Benigni, docente di Letteratura araba moderna, Università di Torino

12.45 – 13.15 Domande e dialogo
13.15 – 14 Pausa pranzo

Pomeriggio – Coordina Paola Valenti, Scuola per la pace Torino e Piemonte e Docenti per Gaza
14 – 14.30  Memoria, resistenza e oppressione di genere: la rilettura di alcuni temi canonici della letteratura palestinese
Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di Napoli
14.30 – 16  Presentazione delle attività e dei laboratori rivolti alle scuole

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20 settembre, Liceo Alfieri, ore 10-12

Workshop sulla letteratura palestinese del Novecento: storia, temi, testi  con Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di Napoli

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22 settembre, Liceo Spinelli, ore 12.10-16.20

Incontro in auditorium delle classi quinte con Margherita Penna, Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Torino, e Rosita Di Peri, docente di Scienze politiche e Relazioni internazionali, Università di Torino.

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23 e 30 settembre, Cinema Fratelli Marx, ore 18.30 (su tre sale)

23 settembre proiezione di Janin, Jenin, regia di Mohammad Bakri, documentario – Palestina, 2024, 91 minuti

https://it.gariwo.net/magazine/medio-oriente/jenin-jenin-2024-bakri-e-tornato-27755.html

30 settembre proiezione di From Ground Zero, da un’idea di Rashid Masharawi, 22 cortometraggi che danno voce alla striscia di Gaza – Palestina, Francia, Emirati Arabi Uniti, Svizzera, 2024, 112 minuti

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Concerto serale di band studentesche organizzato da studenti
Data e luogo da definire
Verrà data comunicazione.

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LABORATORIO DI CINEMA PALESTINESE a cura di Antropolog@ per la Palestina.

Laboratorio rivolto a docenti e aperto al pubblico della durata di due ore. Si svolgerà nel pomeriggio in data e luogo da definire. Verrà data comunicazione.
Disastri e resistenze dell’immaginario.
Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese.

  • Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice della materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca
  • Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca

Un percorso attraverso alcuni estratti di film palestinesi per aprire ad un dialogo sugli immaginari e la storia di un territorio e della sua popolazione. Un movimento continuo tra esperienze individuali e collettive, dinamiche culturali e sociali e contesti storici e politici.

La filmografia palestinese dagli anni ’60 ha veicolato uno spazio centrale per “raccontarsi” e manifestarsi di fronte a sguardi umanitari e depoliticizzanti, censure, oblio e disumanizzazione. Un panorama culturale centrale per rivendicare, accompagnare la resistenza, testimoniare ed elaborare le dimensioni traumatiche collettive, e aprire, anche da diverse prospettive “locali” e della diaspora, analisi e immaginari contemporanei per uscire dalla dinamica della narrativa e delle rappresentazioni ufficiali.

Un dialogo sull’immaginario culturale palestinese e le sue rappresentazioni filmiche, in un confronto sulle narrazioni e le interconnessioni con gli sguardi altri.

Tra le tematiche da proporre:

la forza di tessere altre storie, immaginare e rivendicare altri mondi, anche ironicamente a partire da prospettive culturali palestinesi;
la dimensione “laboratoriale”, locale e globale, dei vissuti palestinesi nelle architetture della segregazione e apartheid;
vite confinate nelle prospettive di bambini, non-umani, e femminili/femministe;
processi di disumanizzazione e interconnessioni transnazionali della lotta, dell’immaginazione e degli immaginari raccontati anche attraverso sguardi israeliani.

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Proposte di attività e laboratori per le scuole

Incontri e laboratori che le/i docenti possono organizzare in autonomia prendendo contatti con le persone indicate.

Spettacolo per scuole da organizzare in orario extra-scolastico
Poesie da Gaza
Spettacolo di poesia e musica dal libro Il loro grido è la mia voce.

Proposta di Lucia Santangelo e Massimiliano Carrino: “Consapevoli e felici della riuscita di “Poesie da Gaza” dello scorso 21 giugno di cui alleghiamo materiale, pensiamo che quegli stessi contenuti che trovano il punto di partenza nel libro di Poesie palestinesi “Il loro grido è la mia voce”, quella stessa modalità di intreccio con la musica e di confronto e partecipazione, possano rappresentare un’ottima occasione di lavoro di riflessione con studentesse, studenti e insegnanti.

L’attività è da concordare con le/i docenti interessate/i.

Contatti: Lucia Santangelo: lucia.labor@gmail.com; Massimiliano Carrino: maxcarrino@hotmail.com

Storia della Palestina
Andrea Gobetti. Attivista per i diritti umani, fa parte dal gennaio 2024 del Coordinamento Torino per Gaza. Ha tenuto diverse lezioni sulla storia del Levante nelle scuole superiori e ha partecipato all’organizzazione del festival Hurriya: Palestina un Popolo che Resiste e vari altri eventi culturali tra Torino e Verbania.
Contatto: gobettiandrea@gmail.com

Amedeo Rossi “Amedeo Rossi (Biella, 1954) vive a Torino. Da molti anni si occupa della questione palestinese. Fa parte della redazione di “Zeitun.info”, sito che pubblica, anche in traduzione, articoli sul problema israelo-palestinese. Collabora con la radio In Primis di Brescia. E’ autore di numerosi saggi e del libro Il muro della hasbarа. Il giornalismo embedded de La Stampa (Zambon, 2017 e 2019). Con Cristiana Cavagna ha tradotto e curato il libro di Hanna Levy Hass e Amira Hass, Diario di Bergen Belsen (Jaca Book, 2018). Per le Edizioni Q ha pubblicato Le parole divise. Israele/Palestina: narrazioni a confronto (2022) e Antisemitismo e antisionismo: usi e abusi (2025)” (https://www.ladedizioni.it/prodotto/antisemitismo-e-antisionismo/) Contatto: ame_rossi54@yahoo.it

Storia di Palestina, Israele, Libano e Siria
Rosita Diperi Docente di Scienza Politica e Relazioni internazionali al Dipartimento di Cultura, Politica e  Società dell’Università di Torino. “Her research interests focus on political transformations in the Middle East with a specific attention on Lebanon and the relations between power and space in the Mediterranean region (with particular attention to Lebanon and Tunisia). She is member of the doctorate in Social and Political Change with the University of Florence. She is the President of the Italian Society for Middle Eastern Studies (SeSaMO)”. Contatto: rosita.diperi@unito.it

Storia del Medio Oriente

La condizione dei rifugiati palestinesi in Libano

Jinan El Nammoura. Jinan El Nammoura graduated with top honors in Modern Foreign Languages and Literatures. She is interested in human rights and refugee policies, with a particular focus on the economic and legal dynamics that influence these issues. Her thesis explored the rights of Palestinians in Lebanon, who have been refugees for almost four generations, analyzing the legal and socio-economic implications. Jinan aims to deepen her understanding of these topics in the context of comparative law, economics, and finance, with the goal of contributing to a greater understanding of global challenges https://www.iuctorino.org/clef-2025 Contatto: jinan7890@gmail.com

Letteratura palestinese

Elisabetta Benigni. Elisabetta Benigni ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2009 con una tesi sulla  letteratura dal carcere nei paesi arabi. Dal 2021 è Professoressa Associata di Letteratura araba moderna presso l’Università di Torino, Dipartimento di Lingue  e Letterature Straniere e Culture Moderne. E’ stata fellow alla Free University a Berlino nel 2011 e poi delll’Italian Academy (Columbia University) a New York nel 2015. Si è occupata dell’immagine di Gerusalemme nella letteratura palestinese e della circolazione di testi nel Mediterraneo orientale in epoca moderna. Attualmente sta lavorando a un libro sulle traduzioni di Machiavelli in arabo in epoca coloniale. Contatto: elisabetta.benigni@unito.it

Storie di vita palestinesi

Alaa El Ainain, ingegnere palestinese nato in Libano. Presentazione: “Mi chiamo Alaa El Ainain, sono un ingegnere biomedico con base a Torino. Di origine palestinese e nato in Libano, dal compimento dei miei 18 anni vivo in Italia, dove mi sono trasferito inizialmente per motivi di studio. Ho conseguito la laurea in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Torino e, successivamente, ho intrapreso un percorso professionale che mi ha portato a stabilirmi definitivamente in questa città, dove oggi vivo con la mia famiglia e le mie tre figlie italo-palestinesi.

Attualmente lavoro nel settore ingegneristico e sto completando un master interdisciplinare in Comparative Law, Economics, and Finance, con l’obiettivo di ampliare le mie competenze in ambiti critici per l’innovazione, la regolazione e lo sviluppo sostenibile. La mia esperienza personale e professionale si nutre di un forte intreccio tra scienza, diritto e impegno multiculturale”.Contatto: eng.elainain@gmail.com

Rozan Alfarra. Rozan Alfarra is a Palestinian researcher in the field of development cooperation with a focus on international relations and key regional issues related to the Middle East and North Africa region. She is a fellow at the University of Turin and currently works in collaboration with the International Training Center of the International Labor Organization. She holds a Master’s degree in Global Studies and International Cooperation from the University of Turin. https://www.iuctorino.org/clef-2025. Contatto: rozanalfarra@gmail.com

Naji Al Azzeh. Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a Betlemme. Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro Culturale Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a diventare formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia, dove si dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come gesto collettivo di resistenza, memoria e comunità. Contatto: najiazzeh@gmail.com

Libri

Presentazione del libro Diario da Gaza di Wi’am Qudaih da parte di Sami Hallac e Roberta Stracquadanio, che hanno tradotto e curato il testo (l’autrice è a Gaza).

“Wi’am Qudaih è nata nel 2005 a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza. A luglio 2023 ha concluso le scuole superiori. Dal 7 ottobre dello stesso anno è stata testimone della campagna militare israeliana che ha causato almeno cinquantamila morti e distrutto la maggior parte delle infrastrutture civili di Gaza. Ha in programma di studiare scrittura e sceneggiatura, e di scrivere un romanzo”.

Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it

Presentazione da parte dell’autore, Aysar Al-Saifi, dei suoi libri Foglie di gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021, https://www.prosperoeditore.com/libri/foglie-di-gelso_aysar_al-saifi e Quando i picchetti sono fioriti, Prospero Editore, 2024, https://www.prosperoeditore.com/libri/quando-i-picchetti-sono-fioriti_aysar_al-saifi.

“Aysar Al Saifi nasce nel 1988 nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme, in Palestina. Si laurea nel 2010 in Management all’Università di Betlemme e nel 2015 consegue un diploma in Studi Sociali presso l’Università Al Quds. Nel 2012 ha pubblicato, in arabo, il romanzo L’ultima lezione e nel 2021, per Prospero Editore, il reportage narrativo Foglie di Gelso”.

Contatto: aysar.alsaifi@yahoo.com

Fb:  https://www.facebook.com/search/top?q=aysar%20alsaifi&locale=it_IT

Cinema

Incontri sul cinema palestinese a cura del Nazra Film Festival

Il progetto si propone di offrire la formazione basilare per essere giurato del Premio Giovani – istituito nel 2025 – al Nazra Short Film Festival, 7ª edizione, anno 2026. Partendo da una panoramica dei più noti Festival o Mostre di Cinema esistenti in città e paesi non lontani da noi, si presenteranno le peculiarità organizzativa e distributiva del Festival Nazra (Sguardo), il suo specifico intento e la sua diffusione sul territorio nazionale, non tralasciando alcuni riferimenti al contesto geopolitico attuale. Oltre a ciò, si proporrà in sintesi una panoramica delle caratteristiche essenziali delle varie arti e professioni che concorrono alla realizzazione di un’opera cinematografica (sceneggiatura, scenografia, fotografia, ecc.) al fine di ricavare un’adeguata valutazione del loro contributo per la riuscita finale. Al termine dei tre incontri le/gli studenti saranno in grado di compilare un modello predefinito, una scheda da giurato di cinema, che sia allo stesso tempo tecnica, analitica e valutativa.

Contatti: Fabiana Piretti: fabiana.piretti@gmail.com; Claudio Grimaldi: grimaldi.claudio@gmail.com

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Presentazione di documentari, a cura di Sami Hallac.

Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it

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Laboratorio di cinema palestinese dal titolo Che la mia voce sia un seme.

Attività: presentazione film, proiezione, confronto e domande. Rivolto a più classi per una durata di due o più ore, di mattina o pomeriggio.

Da organizzare in date successive a seconda della disponibilità.

Presentazione:

CHE LA MIA VOCE SIA UN SEME è una rassegna cinematografica indipendente e itinerante dedicata alla Palestina a fini educativi, di approfondimento culturale, politico e sociale. Il titolo della rassegna, CHE LA MIA VOCE SIA UN SEME, è una citazione rivisitata tratta dalle righe dell’ultima poesia scritta da Refaat Alareer Se Io Dovessi Morire.  Refaat è stato ucciso nella notte tra il 6 e il 7  dicembre 2023, insieme ad altri 7 membri della sua famiglia, durante un raid  israeliano che ha colpito la sua casa. Nella sua poesia, Refaat scrive “Che la mia fine sia un racconto”: nei racconti dei film presentati le voci del popolo palestinese non guardano ad una fine ma ad un seme in grado di germogliare e diramare le sue radici per decontaminare il male che avvelena la terra. 

L’intero ricavato delle proiezioni è devoluto al popolo palestinese, in un gesto di solidarietà, sostegno, resistenza, responsabilità e coscienza collettiva.

Curatela – Alessandro Maccarrone, Progetto Grafico – Alessia Sparacino, Lorenzo Ritorto, Raccolta Fondi – Ilaria Bambi, Spazi – Fondazione Merz, Recontemporary, Imbarchino, Mucho Mas, PAV, Comala

Contatto: Alessandro Macarrone, maccarr1alessandro@gmail.com

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Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese. Disastri e resistenze dell’immaginario, a cura di Antropolog@ per la Palestina

Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice della materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca

Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca.

Si veda la presentazione sopra riportata.

Contatto: mariaelenamarabotto@gmail.com

Sport

Partite di calcio o tornei con Alaa El Ainain (vedi sopra la presentazione)

“Quando sono arrivato in Italia nel 2010, volevo regolarizzare la mia situazione e richiedere il permesso di soggiorno. Ricordo ancora il momento in cui, in questura, mi hanno chiesto: “Che cittadinanza hai?”. Ho risposto: “Palestinese”. Mi hanno guardato con un’espressione incerta e mi hanno detto: “Ma la Palestina non c’è nel sistema…”. Hanno provato a indicare “libanese”, ma ho spiegato che noi palestinesi, anche se nati in Libano da genitori palestinesi, non riceviamo la cittadinanza libanese. Non esistiamo ufficialmente. Ma io esisto. E il mio popolo anche.

Così ho cercato un modo per far vedere che la Palestina c’è. Ho scoperto il Balon Mundial, un torneo internazionale di calcio che si tiene a Torino, dove si rappresentano le nazioni di tutto il mondo, comprese quelle che spesso non trovano spazio nella politica ufficiale. Era molto più di un torneo: era un progetto di rappresentazione, di inclusione, di orgoglio.

Ho deciso di creare una squadra per rappresentare la Palestina. Secondo il regolamento, potevamo avere fino a cinque giocatori non palestinesi, perché l’obiettivo era più culturale che sportivo. Ho chiesto ad alcuni miei amici italiani se volevano far parte del progetto. Mi hanno detto subito di sì. Anzi, a volte sembravano più emozionati e più tristi di me quando perdevamo. Perché indossavano quella maglia come fosse anche la loro. Era una maglia senza Stato, ma piena di significato.

Attraverso quella squadra ho sentito che stavo rappresentando il mio popolo, non solo sul campo da calcio, ma anche in campo educativo. Per fortuna, nel frattempo, mi sono laureato con il massimo dei voti al Politecnico di Torino. Quella squadra è diventata un simbolo di riscatto, un modo per dire: noi ci siamo.

Nel corso degli anni abbiamo anche vinto alcuni tornei minori sotto il nome della Palestina. Non avevamo potere politico, ma avevamo il potere delle idee, della cultura, dell’amicizia. E questo era l’unico modo per me di far esistere, ogni giorno, il mio paese di origine.

Ora mi farebbe molto piacere organizzare un torneo o anche solo qualche partita con i ragazzi delle scuole, per condividere questa esperienza, trasmettere un messaggio e continuare a far vivere la Palestina attraverso lo sport e l’educazione”.

Contatto: eng.elainain@gmail.com

Progetti

Presentazione del Progetto Gaza di Emergency a cura di Franca Mangiameli.

Contatto: franca.mangiameli@emergency.it

Laboratori

Laboratorio Lingua Madre

Barbara Strambaci, IC Sibilla Aleramo, e Nada, docente di inglese a Gaza (online)

Scambio di filastrocche e ninne nanne palestinesi e italiane.

Contatto: stra.barbara@yahoo.it

Laboratorio di lingua e scrittura araba

Abd essamad

Insegnante di lingua araba, originario del Marocco; conduttore della trasmissione radiofonica Assadaka in onda la domenica dalle 14 alle 17 su Radio Black Out.

A partire dalla toponomastica palestinese, dai nomi propri di persone e da parole emblematiche come Sumud si sensibilizzeranno le/gli allieve/i sull’uso della lingua nella cultura araba. Il Laboratorio potrà essere concordato per adattarsi ai diversi ordini di scuola e alla composizione delle classi, in particolare a quelle più segnatamente multiculturali.

Contatto: torinoabdel@hotmail.it

Laboratorio di danza dabka

1. La dabka: la danza della resistenza palestinese

Naji Al Azzeh

Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a Betlemme. Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro Culturale Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a diventare formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia, dove si dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come gesto collettivo di resistenza, memoria e comunità.

Contatto: najiazzeh@gmail.com

Laboratorio Bds

Proposta di Laboratorio per le scuole del BDS Torino sul significato e la pratica non violenta del  Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS)

Il BDS Torino è un’emanazione locale del BDS Italia, a sua volta espressione del BDS palestinese  sorto nel 2005 sulla base di un appello di più di 170 associazioni della società civile per contrastare in modo non violento l’occupazione e il regime di apartheid da parte di Israele. Dinanzi alla politica genocidaria che Israele sta portando avanti grazie alla conseguente impunità di cui gode per la complicità dei governi occidentali, il movimento del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni propone di offrire una possibilità sia a livello individuale che collettivo per superare il senso di impotenza che è presente in molti di noi sulla impossibilità di fermare il genocidio in corso a Gaza e in Palestina.

ll laboratorio sul BDS consiste in un incontro di 2 ore e prevede :

  • una presentazione delle azioni del Movimento usando slides e video;
  • una descrizione delle campagne più importanti portate avanti;
  • i successi e un’analisi pratica di come si può mettere in pratica una campagna.

Responsabile Carlo Tagliacozzo: carlo.tagliacozzo@gmail.com, cell. 334 7805108

Laboratorio di cucina. Giorgio chiede disponibilità di spazio alla Scuola biocentrica per laboratorio e cena.

Laboratorio di danza dabka confermato Layal Chamas: richiesta progettazione con tempistiche, breve curriculum e contatto.

CASSETTA DEGLI ATTREZZI: MATERIALI PER ATTIVITA’ AUTOGESTITE DALLE/I DOCENTI

Verrà comunicato il link a un drive contenente materiali didattici con bibliografie generali e per ordini di scuola, esercitazioni da proporre alle classi, suggerimenti di video e film.

Per il momento segnaliamo i seguenti documentari utili per la didattica in classe:

Storia della Palestina

Intervista a Ilan Pappé sul libro Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina. Dal 1882 a oggi, Fazi, Roma, 2024. 

In inglese con sottotitoli: https://www.youtube.com/watch?v=2yQADMyq2Tc

Francesca Albanese incontra le scuole, di Docenti per Gaza

“Il 26 marzo 2025 la relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio palestinese occupato, Francesca Albanese, ha incontrato più di 3000 studenti in tutta Italia (una media di 180 classi partecipanti), introducendo la questione palestinese da un punto di vista storico, culturale e rispondendo con grande professionalità e disponibilità alle tante domande inviate dagli studenti stessi”.

E’ ampiamente trattata la storia della Palestina e dell’occupazione dalla fine dell’Ottocento.

Webinar – Francesca Albanese incontra le scuole

Apartheid

Inside Israeli Apartheid

Documentario di Mondoweis in arabo e inglese, 2022, 22 minuti

Produced by Yumna Patel

Filming, Editing and Motion Graphics by Palestine Productions

Sottotitoli in inglese.

Spiega in modo semplice e comprensibile che cosa significa vivere in regime di apartheid e occupazione.

Road map to apartheid

Documentario, regia di Ana Nogueira, Ana e Eron Davidson, 2012, 1.32 minuti

Narrato da Alice Walker (autrice de Il colore viola), Roadmap to Apartheid paragona il sistema di apartheid in cui vive il popolo palestinese oppresso da Israele all’oppressione che subivano le persone di colore in Sudafrica quando in quel paese era presente questa piaga sociale. È un documento storico sull’ascesa e la caduta dell’apartheid in Sud Africa, ma è soprattutto un film sul perché molti palestinesi pensano di vivere in un sistema di segregazione razziale, e perché un numero crescente di persone in tutto il mondo è d’accordo con loro.

Lingua inglese con sottotitoli in italiano.

Colonizzazione della Cisgiordania

25 years of resisting Israeli settler violence in the occupied West Bank | Witness

Documentario di Al Jazeera in arabo e inglese, 2024, 47 minuti

Sottotitoli in inglese

Atta Jaber’s family has farmed the Baqa’a Valley in the illegally occupied West Bank for hundreds of years, but since Israel’s 1967 occupation, their land has been confiscated piecemeal by Israeli settlers, and their homes and ancient farming terraces attacked and demolished.

La storia di Sumud di Atta Jaber e della sua famiglia: “Staying on our land is ‘Sumud’”.

Storie di vita palestinesi

A Fish out of water: Gaza’s first fisherwoman (documentario su Madleen Kulab)

Consigliato per le scuole elementari e medie.

Per insegnanti

Intervento di Francesca Albanese al convegno di formazione insegnanti, organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e altri, tenutosi il 22 gennaio 2025 a Bari sul tema Economia di guerra ed educazione alla pace nelle politiche del Mediterraneo.

Fuori la guerra dalla storia!

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