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Adesione alla proposta educativa “Insieme per la pace disarmata”
PUBBLICHIAMO UN INTERESSANTE DOCUMENTO PER ATTIVITÀ DIDATTICHE SULL’EDUCAZIONE ALLA PACE E SU PERCORSI ALTERNATIVI A QUELLE CON LE FORZE ARMATE ALL’INTERNO DELLE NOSTRE SCUOLE. Gentilissimi/e, ci sono momenti della Storia che appaiono più gravi, in cui non possiamo restare indifferenti lasciando che tutto accada senza far agire il nostro potere di scelta, in cui occorre “Richiamare tutti gli adulti alla responsabilità per le generazioni che vengono al mondo” (Gianni Rodari). La guerra è in se stessa un crimine contro l’umanità (Papa Francesco); è il peggior tradimento verso le nuove generazioni. Occorre scongiurarla con tutte le nostre forze primariamente a partire dall’Educazione e da una Pedagogia della pace. Le guerre colpiscono prevalentemente le popolazioni civili, distruggono, creano odio, rancore, desiderio di vendetta, impotenza. Con i bambini, le donne subiscono le maggiori violenze su corpo, mente e cuore. Abbiamo il dovere di immaginare e costruire con le nuove generazioni del mondo un futuro di pace, giustizia e speranza. Per questo invitiamo insegnanti, genitori, studenti e studentesse, mondo della scuola e della società civile a contribuire ad una fase di sviluppo concreto di una cultura della nonviolenza, della pace, della smilitarizzazione e del rispetto a partire dal “disarmo” nel linguaggio, nei gesti, nelle coscienze. Ci rifacciamo ai valori proposti dai grandi educatori di pace: Maria Montessori, Aldo Capitini, don Lorenzo Milani, Danilo Dolci, Alex Langer, Gianni Rodari, Chiara Lubich, Gino Strada, solo per citarne alcuni. Invitiamo i Collegi dei Docenti ad aderire alla proposta educativa “Insieme per la pace disarmata”, per approfondire con urgenza nelle scuole la Pedagogia della Pace, utilizzando il seguente link: https://forms.gle/he3z3Tn4k15yWutp7 Ci rendiamo disponibili a supportare azioni di progettazione di percorsi con le scuole e le/i docenti interessate/i a partire da un’assemblea all’inizio dell’a.s. 25/26 (per adesioni: insiemeperlapacedisarmata@gmail.com ) Si allegano: 1. Pedagogia della pace: sguardi, pensieri, azioni, relazioni fuori dalla guerra e dalla violenza 2. Pedagogia della pace: riferimenti, buone pratiche e proposte operative Gruppo docenti ed educatori “Insieme per la pace disarmata” ALLEGATO 1 PEDAGOGIA DELLA PACE: SGUARDI, PENSIERI, AZIONI, RELAZIONI FUORI DALLA GUERRA E DALLA VIOLENZA L’ARTE E LA SCIENZA SONO LIBERE E LIBERO NE È L’INSEGNAMENTO (ART. 33 COSTITUZIONE) La scuola è il luogo della formazione delle persone, dei cittadini e delle cittadine per dare le ali a personalità libere, non indottrinate e manipolate, ma capaci di scelta, critica, creatività, razionalità, benessere. Una scuola della Costituzione dovrebbe essere il luogo della ricerca e del confronto, del dialogo e dell’ascolto. Dovrebbe recuperare le Storie che testimoniano alternative alla violenza e alla guerra, che nascono da una nonviolenza attiva come approccio metodologico che unisce una coerenza interiore alla coerenza sociale. È la regola d’oro, principio etico fondamentale tra i più antichi e universali “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” oppure in forma negativa: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, presente in molte religioni, culture e tradizioni filosofiche. Una regola d’oro, appunto, perché si basa sul concetto di empatia reciproca, invitando ciascuno a mettersi nei panni dell’altro prima di agire. Per questo invitiamo ad un’azione educativa riconoscendosi in alcuni elementi comuni: 1) l’educazione può favorire la costruzione di relazioni interpersonali, sociali e internazionali fondate non solo sulla rinuncia all’uso della violenza nella gestione dei conflitti, ma anche sull’empatia e sulla creatività; relazioni capaci di generare le competenze necessarie allo stare al mondo nel tempo della complessità, dell’interconnessione e di una violenza crescente; 2) la pace permette di mantenere la relazione anche nelle divergenze. L’alfabetizzazione alla gestione del conflitto è alla base dell’educazione alla pace, al riconoscimento dell’altro come persona, alla relazione empatica; 3) la sfida di “fare pace tra noi umani e fare pace con il pianeta Terra” comporta scelte radicali e testimonianze capaci di nutrire l’immaginario dei più giovani e di tutti noi; 4) occorre far conoscere ai giovani proposte alternative come l’obiezione di coscienza e i Corpi civili di pace europei di Alexander Langer che auspicavano lo sviluppo nei giovani di qualità come la tolleranza, la resistenza alla provocazione, l’educazione alla nonviolenza, una marcata personalità, l’esperienza nel dialogo, la propensione alla democrazia e alla giustizia, la conoscenza delle lingue, la cultura, l’apertura mentale, la capacità all’ascolto, la capacità di sopravvivere in situazioni precarie e la pazienza; 5) occorre nutrire la comprensione e la compassione per vivere in pace con persone, animali, piante e minerali (maestro Zen Thich Nhat Hanh) ; favorire il rispetto per la vita in tutti i suoi aspetti e la prevenzione dell’aggressività, dell’intolleranza e della violenza, a partire da quella strutturale e culturale; 6) è necessario costruire comunità educanti che si confrontino, nel rispetto delle differenze di qualunque tipo (di genere, di cultura, generazionali), per l’inclusione di soggettività diverse, l’intercultura e la cooperazione; 7) proponiamo di costruire insieme progetti curricolari ed extracurricolari interconnessi e pluridisciplinari, anche territoriali, che condividano e diffondano buone pratiche, linguaggi nuovi, creativi, solidali che accolgano il punto di vista dell’”altro” (delle vittime, delle minoranze, …); linguaggi innovativi della poesia, delle emozioni, dei sentimenti, del teatro, della narrazione, della musica, dell’arte, della multimedialità che facciano superare muri e confini, e rendano progetto l’utopia di una società globale fraterna e in pace con la natura e tutti gli esseri viventi. 8) disarmiamo il linguaggio e rivalutiamo la parola rispetto, parola dell’anno 2024 per l’enciclopedia italiana Treccani, proprio perché la mancanza di rispetto è uno dei fattori principali alla base della violenza. RITROVARE LA VIA DELLA PACE Durante il secondo conflitto bellico e alla sua conclusione, in un periodo in cui l’animo umano è stato profondamento scosso da sofferenze inenarrabili, da ingiustizie e persecuzioni, l’Umanità ha espresso sentimenti di alto valore, contro l’indifferenza e la violenza, sia a parole che in documenti, ancora oggi punti di riferimento universali. LA GUERRA NON È INELUTTABILE “L’Educazione che preparerà un’umanità nuova ha una finalità sola: quella che conduce insieme all’elevazione dell’individuo e della società […] L’uomo così preparato, conscio della sua missione cosmica, sarà capace di costruire il nuovo mondo della pace.” “Occorre organizzare la pace, preparandola scientificamente attraverso l’educazione.” (Maria Montessori, Educazione e Pace – testo che raccoglie una serie di conferenze che Montessori tenne sul tema della pace, a partire da quella presentata al Bureau international d’éducation a Ginevra nel 1932). SALVARE LE FUTURE GENERAZIONI DAL FLAGELLO DELLA GUERRA “Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti …” (Statuto delle Nazioni Unite approvato il 26 ottobre 1945). L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” (Articolo 11 della Costituzione Italiana del 1948). NONOSTANTE L’ATTUALE “SMARRIMENTO” DELL’UNIONE EUROPEA, ESSA È STATA FONDATA SULLA PROMOZIONE DELLA PACE “L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.” (Art. 3 comma 1 del Trattato sull’Unione Europea del 1992). Questi valori sono ancora il punto di riferimento per tutti noi, per le Istituzioni, gli Individui, gli Stati. E quindi anche per la Scuola. INTERESSI E INFLUENZA DELL’APPARATO INDUSTRIALE BELLICO GENERANO CULTURA E PRATICHE DI GUERRA Dal Secondo dopoguerra in molte occasioni lo Statuto dell’Onu è diventato carta straccia, e abbiamo assistito impotenti alla frattura tra i principi enunciati e la realtà. Sono state numerose le invasioni neocoloniali, le guerre territoriali, anche in Europa, ma mai quanto ora si è arrivati così vicini ad un conflitto che papa Francesco aveva definito “terza guerra mondiale a pezzi”. La violenza bellica è tornata a essere linguaggio ufficiale delle relazioni internazionali, strumento di potere, e la produzione di armi fondamento dell’economia globale. Parole come “riarmo, nemico, vittoria” sono riemerse, come nelle precedenti grandi guerre. Il mito della guerra ha preso il sopravvento sulla cultura della pace, quella che vogliamo e dobbiamo preparare. E’ necessario che l’Onu riprenda la sua missione originaria di luogo di confronto e di soluzione pacifica delle controversie, senza che nessun Paese possa prevalere sull’altro. LA SPERANZA DELL’AGENDA ONU 2030 L’obiettivo 16 “Pace, Giustizia ed Istituzioni solide” dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, approvata nel settembre 2015, ci invita ad impegnarci per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile con un’attenzione alla promozione di società pacifiche e inclusive. L’obiettivo 16 è la lente attraverso la quale tutti gli altri obiettivi acquistano valore, significato e attuazione. Senza pace non ci può essere un reale sviluppo sostenibile. E viceversa. La stretta connessione tra il drammatico acuirsi dei conflitti geo-politici e le problematiche ambientali appare oramai evidente. L’antropocentrismo esasperato e aggressivo nei confronti della natura e il capitalismo finanziario sempre più militarista, rendono necessaria una presa di posizione in grado di favorire comportamenti resilienti e azioni efficaci in difesa della vita, come indica l’Agenda ONU. LE CONTRADDIZIONI DI OGGI Si auspica che all’interno della Costituzione Europea (Trattato dell’UE) si inserisca un esplicito riferimento al ripudio alla guerra. Ma nei documenti più recenti la “mentalità” pacifista dei popoli europei viene messa in discussione. Nella Risoluzione del 2 aprile 2025 il Parlamento Europeo esprime la sua posizione riguardo la sicurezza e la possibilità di entrare in guerra. Precisamente l’art. 164 invita l’Unione a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze armate. E nelle linee guida ministeriali italiane del 2024 per l’insegnamento dell’Educazione Civica la parola Pace non compare neppure una volta! Le opinioni pubbliche vanno svegliate dal letargo preparando i giovani all’ipotesi di “guerra” considerata come qualcosa di inevitabile! Noi rifiutiamo questa logica e la propaganda bellica di ogni tipo, attuata anche attraverso una sempre più frequente presenza delle forze armate nelle scuole e mediante una pericolosa commistione tra iniziative sanitarie, sportive, culturali, artistiche, militari perché ci ispiriamo alla tradizione di educatori di pace: Maria Montessori, Aldo Capitini, don Lorenzo Milani, Danilo Dolci, Alex Langer, Gianni Rodari, Chiara Lubich, Gino Strada, solo per citarne alcuni. EDUCARE ALLA PACE Educare alla pace non è una disciplina in più, ma è fare di ogni ambito formativo uno strumento di pace, un percorso, in cui si punti a sviluppare la creatività e l’autonomia di bambine/i e ragazze/i nell’affrontare le problematiche, imparando a dialogare e a sperimentarsi, così da acquisire consapevolezza delle proprie risorse nel sentirsi, come diceva don Milani, ognuno responsabile di tutto. Educare per la pace, significa dunque promuovere un’azione pratica nell’ambito di un contesto specifico, partendo dai rapporti interpersonali, senza perdere di vista le questioni più generali, come i modelli di sviluppo, la distribuzione delle risorse e la gestione del potere; compiendo atti concreti per trasformare dal basso una società globalizzata, in cui la mancanza dei diritti e le stridenti disuguaglianze rendono spesso privo di senso il solo pronunciamento della parola “pace”. (http://livingpeaceinternational.org). In tal senso l’educazione può contribuire a sviluppare una coscienza sociale che rifiuti l’economia fondata sullo sfruttamento del lavoro ed il perseguimento del profitto, un agire a scapito dell’umanità e della natura. L’avanzamento dei diritti del lavoro è il prodotto dell’avanzamento di una cultura della pace ed entrambi sono il fondamento di un nuovo modello economico. ALLEGATO N. 2 PEDAGOGIA DELLA PACE: RIFERIMENTI, BUONE PRATICHE E PROPOSTE OPERATIVE Dagli elementi e principi citati nell’allegato 1 vogliamo attingere per costruire percorsi collegandoci ad un grande patrimonio presente in Italia e nel mondo:  Scuole di Pace e Marcia Perugia Assisi (vedi link delle attività per la preparazione della marcia del 12 ottobre 2025 con l’Onu dei popoli – info@scuoledipace.it – www.lamiascuolaperlapace.it)  L’organizzazione Emergency che oltre a garantire la cura nelle zone di guerra presenta progetti come “Ripudia” di educazione alla pace nei vari ordini di scuola – https://www.ripudia.it/campagna/  Le proposte del movimento nonviolento e del filosofo Pasquale Pugliese https://www.nonviolenti.org/cms/ – https://www.azionenonviolenta.it/author/pasquale/  Le esperienze pedagogiche della Rete italiana Pace e Disarmo https://retepacedisarmo.org/educazione-pace/proposte-di-educazione-alla-pace/  L’attività di Daniele Novara e del suo Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti – https://www.metododanielenovara.it/ – https://www.metododanielenovara.it/centro psicopedagogico/  Le proposte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università https://osservatorionomilscuola.com/  L’esperienza di Living Peace http://livingpeaceinternational.org/it/ International promossa da Carlos Palma  Le iniziative del Tavolo Tuttopace https://trentogiovani.it/Attivita/Iniziative/Progetto-Tuttopace  Le proposte del movimento Non Una Di Meno – https://nonunadimeno.wordpress.com/ –  Una esperienza significativa è quella di Rondine Cittadella della Pace, fondata da Franco Vaccari, https://rondine.org  Scuole per un’educazione non violenza – https://edunonviolenza.altervista.org/ – cui aderiscono la rete Educazione Umanista alla non violenza attiva https://www.edumana.it/ e la Rete Polo Europeo della Conoscenza – https://www.europole.org/  La Rete delle Università Italiane per la Pace che riunisce atenei impegnati nella promozione della cultura della pace, della nonviolenza e del dialogo, attraverso ricerca, didattica e formazione – https://www.runipace.org/wp-content/uploads/2023/12/proposte-gruppo-educazione-alla pace.pdf – https://www.runipace.org/ Programma 29 giugno 2025_ver1.1Download Insieme per la pace disarmataDownload Manifesto politico “Insieme per la Pace disarmata” (1)Download
Eirenefest a Bisceglie, 9 maggio 2025. Convegno sulla Palestina e presentazione libro Osservatorio
L’edizione locale biscegliese dell’Eirenefest, il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, per il 2025 ha visto il coinvolgimento di numerose associazioni cittadine e nazionali, tra cui Amnesty International Bisceglie, ANPI sez. Michele D’Addato Bisceglie, Arci “Oltre i confini”, Caritas cittadina, Ass. Don Pierino Arcieri, Centro Studi per la Scuola Pubblica (CESP) provincia BA/BAT, Epass, Liceo “Da Vinci”, MEIC diocesano “Lazzati- Giannetto”, Mosaico di Pace, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Pax Christi Bisceglie, Zona Effe, Cobas Scuola Bari/BAT. Le iniziative per l’Eirenefest sono partite venerdì 9 maggio 2025 con un Convegno presso il Liceo “Leonardo da Vinci” Bisceglie rivolto alle classi V nell’ambito dell’educazione civica dal titolo “PER UNA PACE GIUSTA IN PALESTINA: DIRITTI, TERRA E UMANITÀ”. Il Convegno è stato introdotto e moderato da Michele Lucivero, docente Filosofia e Storia dello stesso Liceo “da Vinci” di Bisceglie e promotore dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, il quale ha mostrato brevemente la storia di un Paese prima occupato dai coloni inglesi, a seguito del mandato ottenuto dopo la Prima guerra mondiale, e poi dagli israeliani, che fondano uno Stato sotto la spinta del sionismo, una forma di nazionalismo nato in Europa. Così la storia della Palestina diventa la storia di una tragedia, di una catastrofe, Nakba, di un popolo senza Stato abbandonato dai fratelli arabi e dalla sorelle europee, da sempre presentatesi come paladine della democrazia e del principio di autodeterminazione dei popoli (di seguito le slide della presentazione). * * * * * * * * * * * * * * * * Il Convegno ha visto la partecipazione di Amira Abuamra, artista palestinese, Presidente del Laboratorio Palestina Cultura e Arte, che ha illustrato la situazione attuale a Gaza e in Cisgiordania, dove il massacro della popolazione palestinese è cominciato ben prima del 7 ottobre 2023. A seguire Jean Patrick Sablot, che si definisce ebreo errante, videomaker di origine francese, ha raccontato alle studentesse e agli studenti la dolorosa a ponderata decisione di avversare il sionismo, che tutt’oggi è la matrice dei problemi che affliggono la questione palestinese. Ha chiuso i lavori Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente Pax Christi Italia, che ha voluto soffermarsi sulla necessità di far tacere le armi per permettere a quei bambini e a quelle bambine palestinesi di sognare, così come possono sognare anche loro che vivono, non si sa ancora per quanto, visti i venti di militarizzazione dell’istruzione, in un contesto di pace. Interessante è stato l’intervento di Vito Boccia, docente di inglese del Liceo “da Vinci” di Bisceglie, che ha ricordato con delle testimonianze fotografiche l’incontro avvenuto negli anni ’90 tra una delegazione biscegliese, guidata dallo stesso Boccia e dall’ex sindaco di Bisceglie Franco Napoletano, con una delegazione palestinese guidata da Yasser Arafat. Lo scopo dell’incontro era l’avvio di una interessante rassegna teatrale con il Festival del Mediterraneo, che in passato portava a Bisceglie artisti palestinesi, siriani e di altri Stati del Mediterraneo, di cui poi è rimasta traccia nel gemellaggio con Khan Younis in Palestina e  Al Fuheis in Giordania e Tartous in Siria. Toccante, infine, è stata la proiezione del cortometraggio Shujayya, messo a disposizione da Nazra Short Film Festival, sulla Palestina del 2015, quando la popolazione era già sotto l’occupazione e i bombardamenti da parte dello Stato d’Israele. In serata, presso Sala don Pierino Arcieri dell’EPASS, si è svolta la seconda parte dell’Eirenefest di Bisceglie con la Tavola rotonda “LA GUERRA E NOI”, durante la quale Sergio Ruggeri e mons. Giovanni Ricchiuti hanno presentato il Rapporto Caritas Italiana su “Conflitti dimenticati”, mentre l’alunna Clarissa D’Ambrosio del Liceo “da Vinci” ha dialogato con Laura Marchetti sul volume dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università dal titolo Comprendere i conflitti. Educare alla pace. Clarissa D’Ambrosio si è soffermata sulla denuncia che Laura Marchetti lancia veementemente contro il patriarcato, inteso come struttura millenaria di dominio violento che lega potere politico, religioso e sociale. Il patriarcato non è solo il volto crudele di uomini al potere, ma un sistema simbolico che sacralizza la morte e le guerre, sia antiche sia moderne, da Achille a Netanyahu, sono il riflesso di una stessa ossessione patriarcale: quella del sacrificio del giovane, la sua morte per l’onore e il possesso. Eppure, esiste un altro sguardo della storia: quello delle donne, delle madri, delle maestre, che incarnano una resistenza silenziosa. La figura di Ecuba, madre disperata e consapevole del destino del figlio Ettore, diventa simbolo di questa resistenza. Quando decide di opporsi al sacrificio del figlio, il suo gesto estremo – mostrare i seni a Ettore e invocare pietà – ci rivela l’unica vera rivoluzione possibile: quella che si oppone alla morte con l’amore, un amore che rifiuta il sacrificio umano in nome dell’onore e del potere. La serata si è chiusa con la proiezione del docufilm Innocence di regista israeliano Guy Davidi sulla militarizzazione della società e della scuola israeliana e sui suoi rischi. Scarica qui il pdf della presentazione sulla Palestina. PalestinaDownload Pubblicato anche su www.eirenefest.it. Pubblicato anche su www.agorasofia.com.
Comune-info.net: Cassetta degli attrezzi contro la guerra
DI REDAZIONE PUBBLICATO SU WWW.COMUNE-INFO.NET IL 14 NOVEMBRE 2023 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante contributo della Redazione di Territori Educativi, pubblicato su Comune-info.net il 14 novembre 2023, in cui viene citato l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università in relazione alla denuncia che da due anni a questa parte porta avanti, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. Tuttavia, l’aspetto interessante del contributo riguarda le proposte didattiche utili per pensare diversamente nelle nostre classi a percorsi di pace in contrasto ai percorsi di guerra delle Forze Armate. «È proprio nei momenti più angoscianti che occorre coltivare un pensiero divergente, anche insieme a bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Certo non possiamo caricare sulle loro spalle azioni che riguardano ad esempio il disarmo militare, dalla urgente riconversione sociale delle spese militari alla costituzione dei Corpi civili per la difesa civile non armata, ma possiamo scavare con loro intorno al concetto di “disarmo delle coscienze”, per intervenire in tanti modi diversi sulle radici della guerra, cioè sul razzismo, sullo sfruttamento, sull’ossessione per i confini, sul patriarcato…continua a leggere su www.comune-info.net.
Riconversione industria bellica Valsella: attività didattica studentesse e studenti Liceo “Vian” di Bracciano
IN UN MOMENTO IN CUI A LIVELLO EUROPEO SI PARLA DI RIPRISTINARE LE MINE ANTIUOMO, CON POLONIA, FINLANDIA ED ESTONIA CHE STANNO DISCUTENDO SULLA POSSIBILITÀ DI ABBANDONARE IL DIVIETO GLOBALE (LEGGI QUI LA NOTIZIA), CI SEMBRA UTILE COME OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ PUBBLICARE E DIFFONDERE UN’ATTIVITÀ DIDATTICA SVOLTA DA STUDENTESSE E STUDENTI DEL LICEO “I. VIAN” DI BRACCIANO, CURATA DALLA PROF.SSA ROBERTA LEONI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO, E REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON ANPI E ASSOCIAZIONE ACACIA SCUOLA SULLA RICONVERSIONE DELLA VALSELLA, INDUSTRIA CHE PRODUCEVA PROPRIO MINE ANTIUOMO. Vi presentiamo il nostro progetto sul caso della Valsella Meccanotecnica, un esempio emblematico di come l’impegno civile, sindacale e giornalistico possa trasformare una realtà industriale controversa in una storia di riconversione e speranza. La Valsella Meccanotecnica, fondata nel 1969, è stata una delle principali produttrici italiane di mine antiuomo, armi di distruzione che non fanno distinzione tra civili e militari. Nel 1980, la fusione con la Meccanotecnica di Castenedolo ha dato vita alla “Valsella Meccanotecnica”, che ha continuato a produrre ordigni bellici per diversi anni. Una figura chiave in questa vicenda è stata Franca Faita, operaia e sindacalista FIOM, che ha lavorato nella fabbrica dal 1967 e che abbiamo avuto l’onore di conoscere ed intervistare. Quando, nel 1980, l’azienda ha iniziato a produrre mine antiuomo, Franca ha preso coscienza del tipo di prodotti che stavano realizzando e ha deciso di agire. Con il supporto delle colleghe ha avviato una mobilitazione interna per chiedere la riconversione della produzione. Franca ha affrontato numerose difficoltà: minacce, licenziamenti e pressioni dall’azienda. Nonostante ciò, ha continuato la sua battaglia insieme a un manipolo di donne, convinta che fosse possibile trasformare la fabbrica in un luogo di produzione di beni utili alla società. La sua determinazione ha portato, nel 1998, alla chiusura della produzione di mine e alla riconversione dell’azienda verso la produzione civile. Nel 1997, Franca Faita fu premiata con il Premio Nobel per la Pace che fu assegnato alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo. Nonostante ciò, decise di non recarsi a Stoccolma per ritirarlo di persona poiché in quello stesso periodo la fabbrica era occupata e decise di non lasciare le proprie colleghe da sole. Inoltre nel 2001, la donna ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica per il suo impegno nella promozione della pace e del disarmo. La sua storia è un esempio di come la resistenza civile e sindacale possa portare a cambiamenti significativi, anche in contesti industriali complessi. Un altro protagonista fondamentale di questa vicenda è stato Dino Greco, segretario della Camera del Lavoro di Brescia. Fu lui a organizzare, nei primi anni Novanta, un incontro tra le operaie della Valsella e Gino Strada, fondatore di Emergency. Durante l’incontro, fu proiettato un documentario che mostrava gli effetti devastanti delle mine antiuomo sulla popolazione civile, in particolare sui bambini. Questo incontro fu determinante per sensibilizzare le lavoratrici e i lavoratori sulla necessità di fermare la produzione di ordigni bellici e avviare un processo di riconversione industriale. Infine, Futura D’Aprile, giornalista e scrittrice, ha dedicato attenzione e spazio mediatico alla vicenda della Valsella, contribuendo a mantenere alta l’attenzione pubblica sul tema della riconversione industriale e della responsabilità etica delle imprese. La sua attività giornalistica ha avuto un ruolo importante nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel sostenere le battaglie delle lavoratrici e lavoratori coinvolti. Il nostro progetto ha l’obiettivo di rendere più famosa la storia di questa azienda e sensibilizzare su un argomento ancora molto attuale: la vendita di armi con lo scopo di uccidere non solo soldati, ma anche civili, persone che non hanno alcuna colpa. n aggiunta, grazie a Franca Faita e le sue colleghe si può riflettere sulla forza che un piccolo gruppo di donne può avere e trasformare una realtà molto buia. Al fin di fare ciò abbiamo deciso di realizzare un video analizzando il contesto storico, economico e sociale della Valsella ed evidenziando le sfide affrontate dai lavoratori e dalle lavoratrici. Abbiamo anche esplorato le implicazioni etiche della produzione di armamenti e l’importanza della riconversione industriale come strumento di pace e sviluppo sostenibile. Dopo aver letto vari articoli e aver formulato delle domande, le abbiamo poste ai protagonisti di queste vicenda durante le varie interviste inserite all’interno del video che stiamo per mostrarvi. Concludiamo con una riflessione: la storia della Valsella ci insegna che è possibile cambiare direzione, anche quando sembra difficile e dimostra che la determinazione e la solidarietà possono trasformare una realtà di morte in una di vita e speranza. Grazie per l’attenzione e buona visione. Veronica e Viola 3Y Liceo I. Vian a.s. 2024/25
Makovec.it: I Simpson e la militarizzazione
PUBBLICHIAMO SU GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE UNA RIFLESSIONE ESTREMAMENTE INTERESSANTE PUBBLICATA SU MAKOVEC.IT, ADERENTE ALL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, IL 25 MAGGIO 2025 SULLA SUBDOLA MILITARIZZAZIONE DELLE COSCIENZE DEI PIÙ GIOVANI. Per tornare sul concetto di militarizzazione come dispositivo di potere e di controllo dell’opinione pubblica (confronta https://osservatorionomilscuola.com/), ci piace rimandare ad una puntata dei Simpson intitolata Party Posse: musica e follia [per le altre riflessioni sulla militarizzazione di Makovec clicca Esercito e spazio pubblico, il caso Bari, Esercito e militarizzazione dello spazio pubblico, Il concetto di militarizzazione, oltre l’esercito, NdR]. Siamo nella Stagione 12 episodio 14 e Bart entra a far parte di una giovane boy band che, in maniera inaspettata, diventa famosa fra gli adolescenti. Ad un certo punto della loro nascente carriera si presenta un manager discografico che nota il talento e vuole aiutare i quattro ragazzi a diventare famosi, offrendo loro tutto il necessario. La giovane boy band si esibisce e inizia anche ad andare in televisione col nome di Party Posse. Una loro canzone raggiunge la celebrità diventando un vero e proprio tormentone dal titolo Yvan eht nioj. I quattro ragazzi sono su quattro rispettivi jet militari e parlano di guerra come di amore, fino a sganciare la bomba e lì dove esplodono ecco comparire tre ragazze arabo-indiane che ripetono costantemente “Yvan eht nioj”. La frase diviene un tormentone che riempie la testa anche se non vuol dire assolutamente nulla, però è orecchiabile. Il video, però, non convince Lisa che intravede la figura dello zio Sam, che compare in un’istante nel video. Prova ad ascoltare la canzone al contrario ed ecco che il ritornello suona “Join the navy”, “Arruolati in Marina”. Affacciandosi alla finestra, Lisa vede Otto, il giovane fricchettone, che si sta arruolando in marina, per un impulso a lui sconosciuto. L’episodio, allora, si manifesta come una denuncia sull’arruolamento nelle forze armate non attraverso la leva obbligatoria, ma attraverso un sistema di persuasione, di convincimento, di privilegi, di celebrità che viene offerto dalla propaganda bellicista. Attraverso questo episodio di un cartone animato ormai storico come I Simpson, possiamo comprendere come la militarizzazione non riguardi solo l’esercito, le forze armate, la leva obbligatoria, ma tutto un complesso sistema di propaganda e di controllo che passa dall’educazione alla sicurezza, dall’influenza sull’opinione pubblica alla descrizione dell’eroismo militare. Un dispositivo che attraversa anche le nostre città nella misura in cui la sicurezza va di pari passo con la militarizzazione, con il presidio di forze armate, con la delega alle forze armate di tutta una dimensione di cittadinanza attiva, di sorveglianza e di impegno da parte di tutti. Dinanzi al vuoto delle idee, dinanzi al vuoto del pensiero critico e della fatica del pensare come dell’essere liberi, ecco che il dispositivo della militarizzazione ci rende la vita più facile, meno problematica, meno responsabile, meno partecipe, meno comunitaria, meno politica. Più obbediente e solitaria. Fonte: www.makovec.it
Intervista a Ilan Pappé delle classi V del Liceo Scientifico “Righi” di Roma
Oggi, 15 maggio 2025, giorno in cui ricorre la nakba, la catastrofe causata dall’operazione di pulizia etnica del 1948 con cui le truppe sioniste cacciarono 750.000 palestinesi dalla propria terra e ne massacrarono migliaia, divulghiamo un lavoro sulla questione palestinese a cui hanno lavorato le classi VA, VE, IVE del Liceo Scientifico “Righi” di Roma. Si tratta di un libro che contiene un’intervista allo storico di fama internazionale Ilan Pappé, realizzata dagli studenti e dalle studentesse delle suddette classi, uno stimolo alla conoscenza della questione coloniale in Palestina e alla lotta per spezzare il silenzio, la censura e la complicità di governi e istituzioni non solo riguardo alla nakba storica, ma anche a quella che i palestinesi definiscono ”al nakba al mustamirra”, “nakba in corso”, il genocidio che tristemente osserviamo impotenti dai nostri cellulari. Diffondiamo il più possibile. Palestina libera! Libro-Intervista a Pappé student liceo RighiDownload
Collegio docenti e Dirigente dicono “NO” ai valori miliari nel murales della scuola: ottimo esempio di educazione alla pace!
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sostiene l’iniziativa e la coerenza del collegio docenti dell’Istituto “Baracchini” di Villafranca in Lunigiana (MS), clicca qui per la notizia. Di fronte alla richiesta dell’amministrazione comunale, proprietaria dell’immobile, di modificare un progetto didattico, autonomamente ideato dai/dalle docenti, alunni e alunne (un murales sul tema dell’inclusione) affinché contenesse riferimenti espliciti a “valori militari, attraverso la rappresentazione della figura di un aviatore (a cui è dedicata la scuola), il Collegio Docenti si è espresso in modo compatto per un “no”, rinforzato dalla presa di posizione della Dirigente Scolastica. I docenti hanno ben colto non solo l’indebita invasione di campo dell’Amministrazione su un progetto didattico, ma anche quanto l’esibizione di “valori militari” all’interno di una scuola sia in questo momento storico ancora più pericolosa e contraria a quell’educazione alla pace e al pensiero critico, che al contrario dovrebbe essere al centro delle attività didattiche. Questo Collegio Docenti, questa Dirigente Scolastica sono un esempio positivo e importante per tutte le scuole: oggi è assolutamente necessario, di fronte all’offensiva che i militari portano quotidianamente nelle nostre scuole, comprendere che tutto ciò non avviene a caso, ma che è figlio dei venti di guerra che soffiano sempre più forte; e dopo aver compreso, è ancor più necessario avere il coraggio di agire e di opporsi, un coraggio che è figlio di un’interpretazione alta della professionalità docente e di una concezione altra della funzione sociale della scuola pubblica italiana che mai deve piegarsi a strumento di condizionamento ideologico. Un grazie dunque a questa scuola che rende orgogliosi tutti e tutte le/i docenti della provincia di Massa Carrara e non solo, e un richiamo a tutte le scuole italiane affinché non si prestino a operazioni di propaganda ideologica. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Massa Carrara
Eirenefest a Bisceglie (BT) il 9-10-11 maggio 2025. Il programma completo
Anche quest’anno si svolgerà a Bisceglie dal 9 all’11 maggio l’edizione locale dell’Eirenefest, il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, organizzato dal Comitato Promotore formato da numerose associazioni cittadine e nazionali, tra cui Amnesty International Bisceglie, ANPI sez. Michele D’Addato Bisceglie, Arci “Oltre i confini”, Caritas cittadina, Ass. Don Pierino Arcieri, Centro Studi per la Scuola Pubblica (CESP) provincia BA/BAT, Epass, Liceo “Da Vinci”, MEIC diocesano “Lazzati- Giannetto”, Mosaico di Pace, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Pax Christi Bisceglie, Zona Effe, Cobas Scuola Bari/BAT. Si tratta di una serie di iniziative rivolte alla cittadinanza, alle scuole e tutte le persone interessate a costruire realmente la PACE attraverso processi educativi e culturali. Tutti e tutte sono invitati/e a partecipare e ad essere protagonisti/e di queste intense giornate durante le quali ci saranno presentazioni di libri, proiezioni, tavole rotonde, convegni, reading di poesie. Ecco il programma completo delle iniziative: VENERDÌ 9 MAGGIO 2025 ORE 9.00-13.00 CONVEGNO: PER UNA PACE GIUSTA IN PALESTINA: DIRITTI,TERRA E UMANITÀ Liceo “da Vinci” Bisceglie rivolto alle classi V nell’ambito dell’educazione civica Introduce e modera: Michele Lucivero, docente Filosofia e Storia Liceo “da Vinci” Con: Amira Abuamra, Presidente Laboratorio Palestina Cultura e Arti Jean Patrick Sablot, Ebreo errante francese videomaker Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente Pax Christi Italia Proiezione di cortometraggi sulla Palestina a cura di: Nazra Short Film Festival — VENERDÌ 9 MAGGIO 2025 ORE 18 TAVOLA ROTONDA: LA GUERRA E NOI Sala don Pierino Arcieri – EPASS Rapporto Caritas Italiana su “Conflitti dimenticati” e “Comprendere i conflitti. Educare alla pace” Con: Laura Marchetti, Sergio Ruggeri e mons. Giovanni Ricchiuti Modera: Michele Lucivero, docente Filosofia e Storia Liceo “da Vinci” A seguire PROIEZIONE di: Innocence di Guy Davidi — SABATO 10 MAGGIO 2025 PRESENTAZIONE LIBRI Castello di Bisceglie Presentazioni a cura degli studenti e delle studentesse ore 18.00 Gianmarco Pisa, Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace, Multimage. ore 18.45 A. Maggi, S. Moscara, Non è stato il mare, La Meridiana. ore 19.30 Pietro Fratta, Mai più. Poesie contro la guerra, Fratta editore. — DOMENICA 11 MAGGIO 2025 LABORATORIO e PRESENTAZIONE LIBRI Lungomare di Bisceglie via della Libertà (zona porto) Ore 10.00  Laboratorio a cura di Amnesty International con Amira Abuamra all’interno della Fiera delle autoproduzioni. Castello di Bisceglie Presentazioni a cura degli studenti e delle studentesse ore 18.00 F. Troccoli, Dugo e le stelle, L’Asino d’oro. ore 18.45 F. Minervini, Eredi di guerra, Manni editore. ore 19.30 V. Totaro, R. Papagni, Miya Miya – Riflessioni da uno scoglio di confine, La Meridiana.
Intervista a Gianmarco Pisa su Radio Onda D’Urto sulla didattica di pace nelle scuole
In questa ultima intervista rilasciata a Radio Onda d’Urto per la trasmissione Scuola Resistente, Gianmarco Pisa illustra quali sono i parametri e i paradigmi da seguire per intavolare anche a livello trasversale in varie materie, compresa storia dell’arte, il tema della pace. Gianmarco Pisa, scrittore e formatore esperto in tematiche riguardanti la pedagogia della pace, affronta un tema cruciale come la prevenzione, colpevolmente abusato e banalizzato dalle forze dell’ordine e dai militari che intendono questo concetto non come un lungo lavoro di conoscenza storica e geopolitica o di studio di complesse relazioni sociali e culturali conflittuali, ma come “vademecum” per l’individuazione del nemico per evitarlo oppure punirlo o contenerlo. Nell’intervista questi temi si affrontano non in maniera astratta, ma con l’intento di destrutturarne stereotipi, pregiudizi e semplificazioni. Le problematiche metodologiche e didattiche che devono affrontare tutti i/le colleghi/e insegnanti, in questo momento storico in cui siamo circondati da guerre nel fare passare tra i giovani il valore della pace, sono tante e prima fra tutte è proprio il tranello banalizzante che si avvale di concetti sintetici, ma dalla forte presa, della dinamica “inevitabile ed antica quanto l’uomo”, dell’aggredito e dell’aggressore, della vittima e del carnefice. Il punto di partenza è, tra gli altri, quello della semplificazione riassunta nella frase esclamativa “che male c’è?”, a proposito della discutibile presenza militare, o di forze dell’ordine, a scuola che qualsiasi insegnante avrà sentito pronunciare, almeno una volta nella propria carriera, da un* collega sprovvedut* o peggio, in malafede. Clicca qui per il link su Radio Onda D’Urto. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università