Progetto didattico: Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi
RICEVIAMO E DIFFONDIAMO CON PIACERE IL PROGETTO DIDATTICO NELLO SPECCHIO DI
GAZA. LA SCULTURA PALESTINESE E NOI MESSO A PUNTO DA LA SCUOLA PER LA PACE DI
TORINO, ADERENTE ALL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E
DELLE UNIVERSITÀ.
Il progetto Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi è nato dalla
volontà di una parte del mondo della scuola torinese e piemontese di rompere il
silenzio su Gaza, un silenzio, quando non decisa censura, che fino allora aveva
inquinato il clima nelle scuole generando disagio profondo in coloro che
“sentono coscienza” e si nutrono di conoscenza.
Un documento, Gaza Now!, è partito da alcun* insegnanti di un liceo ed è stato
rilanciato attraverso la rete della Scuola per la pace. Si e’ poi è tenuta una
affollata assemblea in cui è stato deciso di organizzare una “camminata delle
scuole per Gaza” per rivendicare la rottura dei rapporti politici, diplomatici
ed economi con Israele, di sottoscrivere il documento Gaza Now! e consegnare le
firme all’USR, di dedicare “una settimana” del futuro anno scolastico alla
cultura palestinese nelle scuole. La “camminata” si è tenuta una settimana dopo
e, sfidando ogni previsione, è stata partecipata da circa 4000 persone: docenti
e studenti di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alle superiori, famiglie,
cittadin* e anche qualche dirigente scolastic*. La stampa locale ci ha dato una
certa copertura con diversi articoli online. Nei giorni seguenti si sono
raccolte oltre 1800 firme al documento Gaza now!, che è stato letto in diversi
collegi docenti. Non è stata una campagna online, ma una raccolta firme
“tradizionale”, suscitando così discussioni e rompendo davvero il silenzio su
Gaza. Tali firme, suddivise per scuola, sono poi state consegnate e protocollate
all’USR il 4 luglio.
Nel frattempo si è costituito all’interno della Scuola per la pace, a cui sono
affluite nuove persone intensificando l’attivismo, un comitato scientifico per
il progetto sperimentale sulla cultura palestinese. Abbiamo dilatato i tempi:
non più una “settimana”, ma tutto l’anno, iniziando da settembre. Il criterio di
fondo del progetto è che il comitato scientifico organizza alcune iniziative
“per tutti”, mentre le singole scuole o i singoli docenti progetteranno la
didattica specifica sul tema declinato secondo gli ordini di scuola e gli
interessi di docenti e studenti. Le iniziative per tutt* sono un convegno di
formazione che si terrà il 19 settembre presso un liceo torinese e la proiezione
di due documentari in un cinema cittadino a tre sale nella settimana seguente.
Non sarà un semplice “ascoltare un convegno” o “andare al cinema”, ma un atto
politico con cui vogliamo riunire la comunità del 5 giugno in una esperienza
condivisa di conoscenza, solidarietà, presa di posizione politica e sostegno
economico a Gaza (il ricavato del biglietto del cinema di 5 euro sarà devoluto
in donazioni per Gaza).
Per offrire spunti, suggestioni e risorse alle scuole sono poi stati presi
contatti con diverse persone dalle competenze più diverse, coinvolgendo gruppi
presenti sul territorio come il BDS, Emergency, Torino per Gaza, il Nazra Film
Festival, docenti, studios*, artist*, testimoni. La loro disponibilità a
intervenire nelle scuole, se chiamati da docenti, è riassunta in un file
dedicato. Altri contatti stanno emergendo e il “catalogo” si amplierà strada
facendo, anche grazie alle ricerche ancora in corso. Infine, sarà condiviso il
link a un drive con alcuni materiali didattici che attualmente è in lavorazione.
Da mesi è ormai conclamato che nei riflessi cangianti dello specchio di Gaza
vediamo smascherato il volto coloniale dell’Occidente nella sua più torva
espressione genocida, che ci riporta all’Olocausto americano (Stannard) e a ogni
sterminio della storia. Quella storia che a scuola si insegna come gloriosa
avanzata dell’Europa verso la modernità e il progresso senza raccontare che lo
scambio ineguale con il resto del mondo ne è stato il fondamento. Nello specchio
di Gaza vediamo con spavento lo sprezzo dell’umano, i deliri di potere assoluto
sui corpi, sulle vite, sulla natura, sulle memorie, sulle preziose tracce del
passato. Vediamo disintegrare e calpestare ogni valore di democrazia, giustizia
sociale e libertà, vediamo la verità di quell’“ordine” globale che opprime il
presente.
Nello specchio di Gaza vediamo persone resistere fiere sulla terra dei loro
antenati: sumud è la loro postura, come alberi che non si spezzano nella
tempesta. In condizioni inimmaginabili vediamo produrre cultura: diari,
racconti, poesie, fotografie, filmati, disegni di bambini e opere d’arte, danze
tradizionali e rap. Vediamo l’amore per l’istruzione, il desiderio delle/i
giovani di apprendere e la cura dei docenti nell’insegnare.
La cultura in Palestina – la letteratura, l’arte, il cinema, la danza, la
musica, la fotografia, la cucina, l’agricoltura e la botanica, l’istruzione – ci
appare una modalità potente di rielaborazione dell’esperienza coloniale, che ha
dato e dà senso e voce al vissuto soggettivo e collettivo di oppressione e
resistenza, essa stessa forma di resistenza. Dalla fine degli anni Sessanta,
scrive Rashid Khalidi, “gli scrittori e i poeti della diaspora palestinese, così
come quelli che vivevano in Palestina (…) attraverso i loro romanzi, racconti,
opere teatrali e poesie hanno dato voce a un’esperienza nazionale condivisa
fatta di perdita, esilio, alienazione. Allo stesso tempo hanno dimostrato
un’insistenza caparbia sulla continuità dell’identità palestinese e sulla
fermezza di fronte alle difficoltà”.
Nelle carceri israeliane, racconta Aysar Al-Saifi, i prigionieri avevano
“compreso rapidamente che l’Occupazione mirava a distruggere la loro cultura e
il loro patrimonio con l’intento di creare dei corpi vuoti, senza contenuto, che
avrebbe potuto manovrare a proprio piacimento. Per questo si impegnarono subito
nella mobilitazione culturale e ideologica attraverso letture e riunioni
collettive tra i vari gruppi politici”, incontri che “miravano a ravvivare la
vita culturale e la resistenza alle politiche di assimilazione della coscienza
perseguite dall’Occupazione”.
Nella produzione artistica di Emily Jacir e nelle attività della fondazione Dar
Jacir for Art and Research a Betlemme si incontrano il passato e i linguaggi
della contemporaneità, si protegge e valorizza con cura l’eredità della terra e
delle tradizioni, si scambiano esperienze educative, culturali e agricole con
metodi multidisciplinari e pratiche decoloniali, ci si interroga sulla rilevanza
di ciò che si fa nel quotidiano nelle condizioni attuali di genocidio, si
rintraccia il senso dell’agire negli spazi di riunione collettiva, nella
condivisione di musica e cibo come nutrimenti di guarigione.
Nel nostro intento, avvicinare con rispetto e cautela la cultura palestinese può
aiutarci a decolonizzare un poco il nostro sguardo, a rileggere la storia e
cercare nuovi modi di insegnarla, a rafforzarci nella consapevolezza che cultura
e istruzione sono antidoti alla “assimilazione delle coscienze”, a interrogarci
sul senso delle nostre azioni valorizzando relazioni e gesti per favorire le
guarigioni, a sviluppare “fermezza di fronte alle difficoltà” per resistere e
contrastare le ingiustizie e le violenze diventate parte del nostro difficile
quotidiano di europei che si credevano in pace.
Molte altre cose scopriremo nel percorso. Ci auguriamo di saperle comprendere e
condividere.
Allegati la locandina del convegno e il file con il progetto in progress.
David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del nuovo mondo, Bollati
Boringhieri, 2021 (1° ed. 2001).
Rashid Khalidi, Palestina. Cento anni di colonialismo, guerra e resistenza,
Laterza, Bari-Roma, 2025 (ed or. 2020), pp 132-133.
Aysar Al Saifi, Foglie di gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021,
p. 40.
Creative Time Summit 2024 | Emily Jacir & Reem Khatib (Dar Jacir for Art and
Research), ottobre 2024.
Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noiDownload
CORSO DI AGGIORNAMENTO PER IL PERSONALE SCOLASTICO APERTO ALLA CITTADINANZA
NELLO SPECCHIO DI GAZA. LA CULTURA PALESTINESE E NOI
VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2025 ORE 8.30-16
LICEO CAVOUR, CORSO TASSONI 15, TORINO
8.30 Accoglienza e introduzione di Maria Teresa Silvestrini, Scuola per la pace
Torino e Piemonte
Prima parte – Coordina Cristina Bracchi, Scuola per la pace Torino e Piemonte
9 – 9.30 L’Occidente e il nemico permanente
Elena Basile, Ambasciatrice
9.30 – 10 Education in Times of Uncertainty: Insights from Palestine
Dalya Saleh, FormerEnglish teacher in Gaza pursuing her postgraduate studies in
the UK
10 – 10.30 NAZRA: uno sguardo sul cinema palestinese
Fabiana Piretti, direttrice tecnica Nazra Film Festival e insegnante
10.30 -11 Domande e dialogo
11- 11.15 Pausa caffè
Seconda parte – Coordina Chiara Giacometti, Scuola per la pace Torino e Piemonte
11.15 – 11.45 BDS: Ethical & Legal Accountability for a Just Peace
Omar Barghouti, Palestinian human rights defender and co-founder of the
Palestinian-led BDS
11.45 – 12.15 Uno sguardo antropologico di fronte al genocidio
Laura Ferrero, docente di antropologia del Medioriente, Università di Torino –
Chiara Pilotto, ricercatrice in Antropologia, Università di Bologna
12.15 – 12.45 La letteratura palestinese dalla Nakba a oggi
Elisabetta Benigni, docente di Letteratura araba moderna, Università di Torino
12.45 – 13.15 Domande e dialogo
13.15 – 14 Pausa pranzo
Pomeriggio – Coordina Paola Valenti, Scuola per la pace Torino e Piemonte e
Docenti per Gaza
14 – 14.30 Memoria, resistenza e oppressione di genere: la rilettura di alcuni
temi canonici della letteratura palestinese
Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di
Napoli
14.30 – 16 Presentazione delle attività e dei laboratori rivolti alle scuole
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20 SETTEMBRE, LICEO ALFIERI, ORE 10-12
Workshop sulla letteratura palestinese del Novecento: storia, temi, testi con
Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di
Napoli
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22 SETTEMBRE, LICEO SPINELLI, ORE 12.10-16.20
Incontro in auditorium delle classi quinte con Margherita Penna, Dipartimento di
Giurisprudenza, Università di Torino, e Rosita Di Peri, docente di Scienze
politiche e Relazioni internazionali, Università di Torino.
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23 E 30 SETTEMBRE, CINEMA FRATELLI MARX, ORE 18.30 (SU TRE SALE)
23 settembre proiezione di Janin, Jenin, regia di Mohammad Bakri, documentario –
Palestina, 2024, 91 minuti
https://it.gariwo.net/magazine/medio-oriente/jenin-jenin-2024-bakri-e-tornato-27755.html
30 settembre proiezione di From Ground Zero, da un’idea di Rashid Masharawi, 22
cortometraggi che danno voce alla striscia di Gaza – Palestina, Francia, Emirati
Arabi Uniti, Svizzera, 2024, 112 minuti
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Concerto serale di band studentesche organizzato da studenti
Data e luogo da definire
Verrà data comunicazione.
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LABORATORIO DI CINEMA PALESTINESE a cura di Antropolog@ per la Palestina.
Laboratorio rivolto a docenti e aperto al pubblico della durata di due ore. Si
svolgerà nel pomeriggio in data e luogo da definire. Verrà data comunicazione.
Disastri e resistenze dell’immaginario.
Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese.
* Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice
della materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università
di Milano Bicocca
* Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano
Bicocca
Un percorso attraverso alcuni estratti di film palestinesi per aprire ad un
dialogo sugli immaginari e la storia di un territorio e della sua popolazione.
Un movimento continuo tra esperienze individuali e collettive, dinamiche
culturali e sociali e contesti storici e politici.
La filmografia palestinese dagli anni ’60 ha veicolato uno spazio centrale per
“raccontarsi” e manifestarsi di fronte a sguardi umanitari e depoliticizzanti,
censure, oblio e disumanizzazione. Un panorama culturale centrale per
rivendicare, accompagnare la resistenza, testimoniare ed elaborare le dimensioni
traumatiche collettive, e aprire, anche da diverse prospettive “locali” e della
diaspora, analisi e immaginari contemporanei per uscire dalla dinamica della
narrativa e delle rappresentazioni ufficiali.
Un dialogo sull’immaginario culturale palestinese e le sue rappresentazioni
filmiche, in un confronto sulle narrazioni e le interconnessioni con gli sguardi
altri.
Tra le tematiche da proporre:
–la forza di tessere altre storie, immaginare e rivendicare altri mondi, anche
ironicamente a partire da prospettive culturali palestinesi;
–la dimensione “laboratoriale”, locale e globale, dei vissuti palestinesi nelle
architetture della segregazione e apartheid;
–vite confinate nelle prospettive di bambini, non-umani, e femminili/femministe;
–processi di disumanizzazione e interconnessioni transnazionali della lotta,
dell’immaginazione e degli immaginari raccontati anche attraverso sguardi
israeliani.
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Proposte di attività e laboratori per le scuole
Incontri e laboratori che le/i docenti possono organizzare in autonomia
prendendo contatti con le persone indicate.
Spettacolo per scuole da organizzare in orario extra-scolastico
Poesie da Gaza
Spettacolo di poesia e musica dal libro Il loro grido è la mia voce.
Proposta di Lucia Santangelo e Massimiliano Carrino: “Consapevoli e felici della
riuscita di “Poesie da Gaza” dello scorso 21 giugno di cui alleghiamo materiale,
pensiamo che quegli stessi contenuti che trovano il punto di partenza nel libro
di Poesie palestinesi “Il loro grido è la mia voce”, quella stessa modalità di
intreccio con la musica e di confronto e partecipazione, possano rappresentare
un’ottima occasione di lavoro di riflessione con studentesse, studenti e
insegnanti.
L’attività è da concordare con le/i docenti interessate/i.
Contatti: Lucia Santangelo: lucia.labor@gmail.com; Massimiliano Carrino:
maxcarrino@hotmail.com
Storia della Palestina
Andrea Gobetti. Attivista per i diritti umani, fa parte dal gennaio 2024 del
Coordinamento Torino per Gaza. Ha tenuto diverse lezioni sulla storia del
Levante nelle scuole superiori e ha partecipato all’organizzazione del festival
Hurriya: Palestina un Popolo che Resiste e vari altri eventi culturali tra
Torino e Verbania.
Contatto: gobettiandrea@gmail.com
Amedeo Rossi “Amedeo Rossi (Biella, 1954) vive a Torino. Da molti anni si occupa
della questione palestinese. Fa parte della redazione di “Zeitun.info”, sito che
pubblica, anche in traduzione, articoli sul problema israelo-palestinese.
Collabora con la radio In Primis di Brescia. E’ autore di numerosi saggi e del
libro Il muro della hasbarа. Il giornalismo embedded de La Stampa (Zambon, 2017
e 2019). Con Cristiana Cavagna ha tradotto e curato il libro di Hanna Levy Hass
e Amira Hass, Diario di Bergen Belsen (Jaca Book, 2018). Per le Edizioni Q ha
pubblicato Le parole divise. Israele/Palestina: narrazioni a confronto (2022) e
Antisemitismo e antisionismo: usi e abusi (2025)”
(https://www.ladedizioni.it/prodotto/antisemitismo-e-antisionismo/) Contatto:
ame_rossi54@yahoo.it
Storia di Palestina, Israele, Libano e Siria
Rosita Diperi Docente di Scienza Politica e Relazioni internazionali al
Dipartimento di Cultura, Politica e Società dell’Università di Torino. “Her
research interests focus on political transformations in the Middle East with a
specific attention on Lebanon and the relations between power and space in the
Mediterranean region (with particular attention to Lebanon and Tunisia). She is
member of the doctorate in Social and Political Change with the University of
Florence. She is the President of the Italian Society for Middle Eastern Studies
(SeSaMO)”. Contatto: rosita.diperi@unito.it
Storia del Medio Oriente
La condizione dei rifugiati palestinesi in Libano
Jinan El Nammoura. Jinan El Nammoura graduated with top honors in Modern Foreign
Languages and Literatures. She is interested in human rights and refugee
policies, with a particular focus on the economic and legal dynamics that
influence these issues. Her thesis explored the rights of Palestinians in
Lebanon, who have been refugees for almost four generations, analyzing the legal
and socio-economic implications. Jinan aims to deepen her understanding of these
topics in the context of comparative law, economics, and finance, with the goal
of contributing to a greater understanding of global challenges
https://www.iuctorino.org/clef-2025 Contatto: jinan7890@gmail.com
Letteratura palestinese
Elisabetta Benigni. Elisabetta Benigni ha ottenuto il dottorato di ricerca
presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2009 con una tesi sulla letteratura
dal carcere nei paesi arabi. Dal 2021 è Professoressa Associata di Letteratura
araba moderna presso l’Università di Torino, Dipartimento di Lingue e
Letterature Straniere e Culture Moderne. E’ stata fellow alla Free University a
Berlino nel 2011 e poi delll’Italian Academy (Columbia University) a New York
nel 2015. Si è occupata dell’immagine di Gerusalemme nella letteratura
palestinese e della circolazione di testi nel Mediterraneo orientale in epoca
moderna. Attualmente sta lavorando a un libro sulle traduzioni di Machiavelli in
arabo in epoca coloniale. Contatto: elisabetta.benigni@unito.it
Storie di vita palestinesi
Alaa El Ainain, ingegnere palestinese nato in Libano. Presentazione: “Mi chiamo
Alaa El Ainain, sono un ingegnere biomedico con base a Torino. Di origine
palestinese e nato in Libano, dal compimento dei miei 18 anni vivo in Italia,
dove mi sono trasferito inizialmente per motivi di studio. Ho conseguito la
laurea in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Torino e,
successivamente, ho intrapreso un percorso professionale che mi ha portato a
stabilirmi definitivamente in questa città, dove oggi vivo con la mia famiglia e
le mie tre figlie italo-palestinesi.
Attualmente lavoro nel settore ingegneristico e sto completando un master
interdisciplinare in Comparative Law, Economics, and Finance, con l’obiettivo di
ampliare le mie competenze in ambiti critici per l’innovazione, la regolazione e
lo sviluppo sostenibile. La mia esperienza personale e professionale si nutre di
un forte intreccio tra scienza, diritto e impegno multiculturale”.Contatto:
eng.elainain@gmail.com
Rozan Alfarra. Rozan Alfarra is a Palestinian researcher in the field of
development cooperation with a focus on international relations and key regional
issues related to the Middle East and North Africa region. She is a fellow at
the University of Turin and currently works in collaboration with the
International Training Center of the International Labor Organization. She holds
a Master’s degree in Global Studies and International Cooperation from the
University of Turin. https://www.iuctorino.org/clef-2025. Contatto:
rozanalfarra@gmail.com
Naji Al Azzeh. Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a
Betlemme. Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro
Culturale Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a
diventare formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia,
dove si dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come
gesto collettivo di resistenza, memoria e comunità. Contatto:
najiazzeh@gmail.com
Libri
Presentazione del libro Diario da Gaza di Wi’am Qudaih da parte di Sami Hallac e
Roberta Stracquadanio, che hanno tradotto e curato il testo (l’autrice è a
Gaza).
“Wi’am Qudaih è nata nel 2005 a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza. A luglio
2023 ha concluso le scuole superiori. Dal 7 ottobre dello stesso anno è stata
testimone della campagna militare israeliana che ha causato almeno cinquantamila
morti e distrutto la maggior parte delle infrastrutture civili di Gaza. Ha in
programma di studiare scrittura e sceneggiatura, e di scrivere un romanzo”.
Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it
Presentazione da parte dell’autore, Aysar Al-Saifi, dei suoi libri Foglie di
gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021,
https://www.prosperoeditore.com/libri/foglie-di-gelso_aysar_al-saifi e Quando i
picchetti sono fioriti, Prospero Editore, 2024,
https://www.prosperoeditore.com/libri/quando-i-picchetti-sono-fioriti_aysar_al-saifi.
“Aysar Al Saifi nasce nel 1988 nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme, in
Palestina. Si laurea nel 2010 in Management all’Università di Betlemme e nel
2015 consegue un diploma in Studi Sociali presso l’Università Al Quds. Nel 2012
ha pubblicato, in arabo, il romanzo L’ultima lezione e nel 2021, per Prospero
Editore, il reportage narrativo Foglie di Gelso”.
Contatto: aysar.alsaifi@yahoo.com
Fb: https://www.facebook.com/search/top?q=aysar%20alsaifi&locale=it_IT
Cinema
Incontri sul cinema palestinese a cura del Nazra Film Festival
Il progetto si propone di offrire la formazione basilare per essere giurato del
Premio Giovani – istituito nel 2025 – al Nazra Short Film Festival, 7ª edizione,
anno 2026. Partendo da una panoramica dei più noti Festival o Mostre di Cinema
esistenti in città e paesi non lontani da noi, si presenteranno le peculiarità
organizzativa e distributiva del Festival Nazra (Sguardo), il suo specifico
intento e la sua diffusione sul territorio nazionale, non tralasciando alcuni
riferimenti al contesto geopolitico attuale. Oltre a ciò, si proporrà in sintesi
una panoramica delle caratteristiche essenziali delle varie arti e professioni
che concorrono alla realizzazione di un’opera cinematografica (sceneggiatura,
scenografia, fotografia, ecc.) al fine di ricavare un’adeguata valutazione del
loro contributo per la riuscita finale. Al termine dei tre incontri le/gli
studenti saranno in grado di compilare un modello predefinito, una scheda da
giurato di cinema, che sia allo stesso tempo tecnica, analitica e valutativa.
Contatti: Fabiana Piretti: fabiana.piretti@gmail.com; Claudio Grimaldi:
grimaldi.claudio@gmail.com
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Presentazione di documentari, a cura di Sami Hallac.
* Deferred Reclaim, 11’, regia di Abdallah Motan, Palestine, 2024,
https://alardfilmfestival.com/film/deferred-reclaim/
* Palestina per principianti. Educazione sentimentale di un bassista
rockabilly, regia di Francesco Merini, 59’, Italia, 2012
https://www.youtube.com/watch?v=eeiTovd9rEw
* Un documentario di al-Jazeera, di sei minuti circa, sulle carceri israeliane
* A state of passion, 90’, regia di Muna Khalidi e Carol Mansour, Palestina
Giordania, 2024,
https://www.palestinefilminstitute.org/en/tiff-2024/state-of-passion
Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it
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Laboratorio di cinema palestinese dal titolo Che la mia voce sia un seme.
Attività: presentazione film, proiezione, confronto e domande. Rivolto a più
classi per una durata di due o più ore, di mattina o pomeriggio.
Da organizzare in date successive a seconda della disponibilità.
Presentazione:
CHE LA MIA VOCE SIA UN SEME è una rassegna cinematografica indipendente e
itinerante dedicata alla Palestina a fini educativi, di approfondimento
culturale, politico e sociale. Il titolo della rassegna, CHE LA MIA VOCE SIA UN
SEME, è una citazione rivisitata tratta dalle righe dell’ultima poesia scritta
da Refaat Alareer Se Io Dovessi Morire. Refaat è stato ucciso nella notte tra
il 6 e il 7 dicembre 2023, insieme ad altri 7 membri della sua famiglia,
durante un raid israeliano che ha colpito la sua casa. Nella sua poesia, Refaat
scrive “Che la mia fine sia un racconto”: nei racconti dei film presentati le
voci del popolo palestinese non guardano ad una fine ma ad un seme in grado di
germogliare e diramare le sue radici per decontaminare il male che avvelena la
terra.
L’intero ricavato delle proiezioni è devoluto al popolo palestinese, in un gesto
di solidarietà, sostegno, resistenza, responsabilità e coscienza collettiva.
Curatela – Alessandro Maccarrone, Progetto Grafico – Alessia Sparacino, Lorenzo
Ritorto, Raccolta Fondi – Ilaria Bambi, Spazi – Fondazione Merz, Recontemporary,
Imbarchino, Mucho Mas, PAV, Comala
Contatto: Alessandro Macarrone, maccarr1alessandro@gmail.com
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Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese. Disastri e resistenze
dell’immaginario, a cura di Antropolog@ per la Palestina
Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice della
materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università di Milano
Bicocca
Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano
Bicocca.
Si veda la presentazione sopra riportata.
Contatto: mariaelenamarabotto@gmail.com
Sport
Partite di calcio o tornei con Alaa El Ainain (vedi sopra la presentazione)
“Quando sono arrivato in Italia nel 2010, volevo regolarizzare la mia situazione
e richiedere il permesso di soggiorno. Ricordo ancora il momento in cui, in
questura, mi hanno chiesto: “Che cittadinanza hai?”. Ho risposto: “Palestinese”.
Mi hanno guardato con un’espressione incerta e mi hanno detto: “Ma la Palestina
non c’è nel sistema…”. Hanno provato a indicare “libanese”, ma ho spiegato che
noi palestinesi, anche se nati in Libano da genitori palestinesi, non riceviamo
la cittadinanza libanese. Non esistiamo ufficialmente. Ma io esisto. E il mio
popolo anche.
Così ho cercato un modo per far vedere che la Palestina c’è. Ho scoperto il
Balon Mundial, un torneo internazionale di calcio che si tiene a Torino, dove si
rappresentano le nazioni di tutto il mondo, comprese quelle che spesso non
trovano spazio nella politica ufficiale. Era molto più di un torneo: era un
progetto di rappresentazione, di inclusione, di orgoglio.
Ho deciso di creare una squadra per rappresentare la Palestina. Secondo il
regolamento, potevamo avere fino a cinque giocatori non palestinesi, perché
l’obiettivo era più culturale che sportivo. Ho chiesto ad alcuni miei amici
italiani se volevano far parte del progetto. Mi hanno detto subito di sì. Anzi,
a volte sembravano più emozionati e più tristi di me quando perdevamo. Perché
indossavano quella maglia come fosse anche la loro. Era una maglia senza Stato,
ma piena di significato.
Attraverso quella squadra ho sentito che stavo rappresentando il mio popolo, non
solo sul campo da calcio, ma anche in campo educativo. Per fortuna, nel
frattempo, mi sono laureato con il massimo dei voti al Politecnico di Torino.
Quella squadra è diventata un simbolo di riscatto, un modo per dire: noi ci
siamo.
Nel corso degli anni abbiamo anche vinto alcuni tornei minori sotto il nome
della Palestina. Non avevamo potere politico, ma avevamo il potere delle idee,
della cultura, dell’amicizia. E questo era l’unico modo per me di far esistere,
ogni giorno, il mio paese di origine.
Ora mi farebbe molto piacere organizzare un torneo o anche solo qualche partita
con i ragazzi delle scuole, per condividere questa esperienza, trasmettere un
messaggio e continuare a far vivere la Palestina attraverso lo sport e
l’educazione”.
Contatto: eng.elainain@gmail.com
Progetti
Presentazione del Progetto Gaza di Emergency a cura di Franca Mangiameli.
Contatto: franca.mangiameli@emergency.it
Laboratori
Laboratorio Lingua Madre
Barbara Strambaci, IC Sibilla Aleramo, e Nada, docente di inglese a Gaza
(online)
Scambio di filastrocche e ninne nanne palestinesi e italiane.
Contatto: stra.barbara@yahoo.it
Laboratorio di lingua e scrittura araba
Abd essamad
Insegnante di lingua araba, originario del Marocco; conduttore della
trasmissione radiofonica Assadaka in onda la domenica dalle 14 alle 17 su Radio
Black Out.
A partire dalla toponomastica palestinese, dai nomi propri di persone e da
parole emblematiche come Sumud si sensibilizzeranno le/gli allieve/i sull’uso
della lingua nella cultura araba. Il Laboratorio potrà essere concordato per
adattarsi ai diversi ordini di scuola e alla composizione delle classi, in
particolare a quelle più segnatamente multiculturali.
Contatto: torinoabdel@hotmail.it
Laboratorio di danza dabka
> 1. La dabka: la danza della resistenza palestinese
Naji Al Azzeh
Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a Betlemme.
Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro Culturale
Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a diventare
formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia, dove si
dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come gesto
collettivo di resistenza, memoria e comunità.
Contatto: najiazzeh@gmail.com
Laboratorio Bds
Proposta di Laboratorio per le scuole del BDS Torino sul significato e la
pratica non violenta del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS)
Il BDS Torino è un’emanazione locale del BDS Italia, a sua volta espressione del
BDS palestinese sorto nel 2005 sulla base di un appello di più di 170
associazioni della società civile per contrastare in modo non violento
l’occupazione e il regime di apartheid da parte di Israele. Dinanzi alla
politica genocidaria che Israele sta portando avanti grazie alla conseguente
impunità di cui gode per la complicità dei governi occidentali, il movimento del
Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni propone di offrire una possibilità sia
a livello individuale che collettivo per superare il senso di impotenza che è
presente in molti di noi sulla impossibilità di fermare il genocidio in corso a
Gaza e in Palestina.
ll laboratorio sul BDS consiste in un incontro di 2 ore e prevede :
* una presentazione delle azioni del Movimento usando slides e video;
* una descrizione delle campagne più importanti portate avanti;
* i successi e un’analisi pratica di come si può mettere in pratica una
campagna.
Responsabile Carlo Tagliacozzo: carlo.tagliacozzo@gmail.com, cell. 334 7805108
Laboratorio di cucina. Giorgio chiede disponibilità di spazio alla Scuola
biocentrica per laboratorio e cena.
Laboratorio di danza dabka confermato Layal Chamas: richiesta progettazione con
tempistiche, breve curriculum e contatto.
CASSETTA DEGLI ATTREZZI: MATERIALI PER ATTIVITA’ AUTOGESTITE DALLE/I DOCENTI
Verrà comunicato il link a un drive contenente materiali didattici con
bibliografie generali e per ordini di scuola, esercitazioni da proporre alle
classi, suggerimenti di video e film.
Per il momento segnaliamo i seguenti documentari utili per la didattica in
classe:
Storia della Palestina
Intervista a Ilan Pappé sul libro Brevissima storia del conflitto tra Israele e
Palestina. Dal 1882 a oggi, Fazi, Roma, 2024.
In inglese con sottotitoli: https://www.youtube.com/watch?v=2yQADMyq2Tc
Francesca Albanese incontra le scuole, di Docenti per Gaza
“Il 26 marzo 2025 la relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio
palestinese occupato, Francesca Albanese, ha incontrato più di 3000 studenti in
tutta Italia (una media di 180 classi partecipanti), introducendo la questione
palestinese da un punto di vista storico, culturale e rispondendo con grande
professionalità e disponibilità alle tante domande inviate dagli studenti
stessi”.
E’ ampiamente trattata la storia della Palestina e dell’occupazione dalla fine
dell’Ottocento.
> Webinar – Francesca Albanese incontra le scuole
Apartheid
Inside Israeli Apartheid
Documentario di Mondoweis in arabo e inglese, 2022, 22 minuti
Produced by Yumna Patel
Filming, Editing and Motion Graphics by Palestine Productions
Sottotitoli in inglese.
Spiega in modo semplice e comprensibile che cosa significa vivere in regime di
apartheid e occupazione.
Road map to apartheid
Documentario, regia di Ana Nogueira, Ana e Eron Davidson, 2012, 1.32 minuti
Narrato da Alice Walker (autrice de Il colore viola), Roadmap to Apartheid
paragona il sistema di apartheid in cui vive il popolo palestinese oppresso da
Israele all’oppressione che subivano le persone di colore in Sudafrica quando in
quel paese era presente questa piaga sociale. È un documento storico sull’ascesa
e la caduta dell’apartheid in Sud Africa, ma è soprattutto un film sul perché
molti palestinesi pensano di vivere in un sistema di segregazione razziale, e
perché un numero crescente di persone in tutto il mondo è d’accordo con loro.
Lingua inglese con sottotitoli in italiano.
Colonizzazione della Cisgiordania
25 years of resisting Israeli settler violence in the occupied West Bank |
Witness
Documentario di Al Jazeera in arabo e inglese, 2024, 47 minuti
Sottotitoli in inglese
Atta Jaber’s family has farmed the Baqa’a Valley in the illegally occupied West
Bank for hundreds of years, but since Israel’s 1967 occupation, their land has
been confiscated piecemeal by Israeli settlers, and their homes and ancient
farming terraces attacked and demolished.
La storia di Sumud di Atta Jaber e della sua famiglia: “Staying on our land is
‘Sumud’”.
Storie di vita palestinesi
A Fish out of water: Gaza’s first fisherwoman (documentario su Madleen Kulab)
Consigliato per le scuole elementari e medie.
Per insegnanti
Intervento di Francesca Albanese al convegno di formazione insegnanti,
organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università e altri, tenutosi il 22 gennaio 2025 a Bari sul tema Economia di
guerra ed educazione alla pace nelle politiche del Mediterraneo.
Fuori la guerra dalla storia!
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