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Progetto didattico: Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi
RICEVIAMO E DIFFONDIAMO CON PIACERE IL PROGETTO DIDATTICO NELLO SPECCHIO DI GAZA. LA SCULTURA PALESTINESE E NOI MESSO A PUNTO DA LA SCUOLA PER LA PACE DI TORINO, ADERENTE ALL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. Il progetto Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noi è nato dalla volontà di una parte del mondo della scuola torinese e piemontese di rompere il silenzio su Gaza, un silenzio, quando non decisa censura, che fino allora aveva inquinato il clima nelle scuole generando disagio profondo in coloro che “sentono coscienza” e si nutrono di conoscenza. Un documento, Gaza Now!, è partito da alcun* insegnanti di un liceo ed è stato rilanciato attraverso la rete della Scuola per la pace. Si e’ poi è tenuta una affollata assemblea in cui è stato deciso di organizzare una “camminata delle scuole per Gaza” per rivendicare la rottura dei rapporti politici, diplomatici ed economi con Israele, di sottoscrivere il documento Gaza Now! e consegnare le firme all’USR, di dedicare “una settimana” del futuro anno scolastico alla cultura palestinese nelle scuole. La “camminata” si è tenuta una settimana dopo e, sfidando ogni previsione, è stata partecipata da circa 4000 persone: docenti e studenti di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alle superiori, famiglie, cittadin* e anche qualche dirigente scolastic*. La stampa locale ci ha dato una certa copertura con diversi articoli online. Nei giorni seguenti si sono raccolte oltre 1800 firme al documento Gaza now!, che è stato letto in diversi collegi docenti. Non è stata una campagna online, ma una raccolta firme “tradizionale”, suscitando così discussioni e rompendo davvero il silenzio su Gaza. Tali firme, suddivise per scuola, sono poi state consegnate e protocollate all’USR il 4 luglio.  Nel frattempo si è costituito all’interno della Scuola per la pace, a cui sono affluite nuove persone intensificando l’attivismo, un comitato scientifico per il progetto sperimentale sulla cultura palestinese. Abbiamo dilatato i tempi: non più una “settimana”, ma tutto l’anno, iniziando da settembre. Il criterio di fondo del progetto è che il comitato scientifico organizza alcune iniziative “per tutti”, mentre le singole scuole o i singoli docenti progetteranno la didattica specifica sul tema declinato secondo gli ordini di scuola e gli interessi di docenti e studenti. Le iniziative per tutt* sono un convegno di formazione che si terrà il 19 settembre presso un liceo torinese e la proiezione di due documentari in un cinema cittadino a tre sale nella settimana seguente. Non sarà un semplice “ascoltare un convegno” o “andare al cinema”, ma un atto politico con cui vogliamo riunire la comunità del 5 giugno in una esperienza condivisa di conoscenza, solidarietà, presa di posizione politica e sostegno economico a Gaza (il ricavato del biglietto del cinema di 5 euro sarà devoluto in donazioni per Gaza).  Per offrire spunti, suggestioni e risorse alle scuole sono poi stati presi contatti con diverse persone dalle competenze più diverse, coinvolgendo gruppi presenti sul territorio come il BDS, Emergency, Torino per Gaza, il Nazra Film Festival, docenti, studios*, artist*, testimoni. La loro disponibilità a intervenire nelle scuole, se chiamati da docenti, è riassunta in un file dedicato. Altri contatti stanno emergendo e il “catalogo” si amplierà strada facendo, anche grazie alle ricerche ancora in corso. Infine, sarà condiviso il link a un drive con alcuni materiali didattici che attualmente è in lavorazione. Da mesi è ormai conclamato che nei riflessi cangianti dello specchio di Gaza vediamo smascherato il volto coloniale dell’Occidente nella sua più torva espressione genocida, che ci riporta all’Olocausto americano (Stannard) e a ogni sterminio della storia. Quella storia che a scuola si insegna come gloriosa avanzata dell’Europa verso la modernità e il progresso senza raccontare che lo scambio ineguale con il resto del mondo ne è stato il fondamento. Nello specchio di Gaza vediamo con spavento lo sprezzo dell’umano, i deliri di potere assoluto sui corpi, sulle vite, sulla natura, sulle memorie, sulle preziose tracce del passato. Vediamo disintegrare e calpestare ogni valore di democrazia, giustizia sociale e libertà, vediamo la verità di quell’“ordine” globale che opprime il presente.  Nello specchio di Gaza vediamo persone resistere fiere sulla terra dei loro antenati: sumud è la loro postura, come alberi che non si spezzano nella tempesta. In condizioni inimmaginabili vediamo produrre cultura: diari, racconti, poesie, fotografie, filmati, disegni di bambini e opere d’arte, danze tradizionali e rap. Vediamo l’amore per l’istruzione, il desiderio delle/i giovani di apprendere e la cura dei docenti nell’insegnare. La cultura in Palestina – la letteratura, l’arte, il cinema, la danza, la musica, la fotografia, la cucina, l’agricoltura e la botanica, l’istruzione – ci appare una modalità potente di rielaborazione dell’esperienza coloniale, che ha dato e dà senso e voce al vissuto soggettivo e collettivo di oppressione e resistenza, essa stessa forma di resistenza. Dalla fine degli anni Sessanta, scrive Rashid Khalidi, “gli scrittori e i poeti della diaspora palestinese, così come quelli che vivevano in Palestina (…) attraverso i loro romanzi, racconti, opere teatrali e poesie hanno dato voce a un’esperienza nazionale condivisa fatta di perdita, esilio, alienazione. Allo stesso tempo hanno dimostrato un’insistenza caparbia sulla continuità dell’identità palestinese e sulla fermezza di fronte alle difficoltà”. Nelle carceri israeliane, racconta Aysar Al-Saifi, i prigionieri avevano “compreso rapidamente che l’Occupazione mirava a distruggere la loro cultura e il loro patrimonio con l’intento di creare dei corpi vuoti, senza contenuto, che avrebbe potuto manovrare a proprio piacimento. Per questo si impegnarono subito nella mobilitazione culturale e ideologica attraverso letture e riunioni collettive tra i vari gruppi politici”, incontri che “miravano a ravvivare la vita culturale e la resistenza alle politiche di assimilazione della coscienza perseguite dall’Occupazione”. Nella produzione artistica di Emily Jacir e nelle attività della fondazione Dar Jacir for Art and Research a Betlemme si incontrano il passato e i linguaggi della contemporaneità, si protegge e valorizza con cura l’eredità della terra e delle tradizioni, si scambiano esperienze educative, culturali e agricole con metodi multidisciplinari e pratiche decoloniali, ci si interroga sulla rilevanza di ciò che si fa nel quotidiano nelle condizioni attuali di genocidio, si rintraccia il senso dell’agire negli spazi di riunione collettiva, nella condivisione di musica e cibo come nutrimenti di guarigione. Nel nostro intento, avvicinare con rispetto e cautela la cultura palestinese può aiutarci a decolonizzare un poco il nostro sguardo, a rileggere la storia e cercare nuovi modi di insegnarla, a rafforzarci nella consapevolezza che cultura e istruzione sono antidoti alla “assimilazione delle coscienze”, a interrogarci sul senso delle nostre azioni valorizzando relazioni e gesti per favorire le guarigioni, a sviluppare “fermezza di fronte alle difficoltà” per resistere e contrastare le ingiustizie e le violenze diventate parte del nostro difficile quotidiano di europei che si credevano in pace. Molte altre cose scopriremo nel percorso. Ci auguriamo di saperle comprendere e condividere. Allegati la locandina del convegno e il file con il progetto in progress. David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del nuovo mondo, Bollati Boringhieri, 2021 (1° ed. 2001). Rashid Khalidi, Palestina. Cento anni di colonialismo, guerra e resistenza, Laterza, Bari-Roma, 2025 (ed or. 2020), pp 132-133. Aysar Al Saifi, Foglie di gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021, p. 40. Creative Time Summit 2024 | Emily Jacir & Reem Khatib (Dar Jacir for Art and Research), ottobre 2024. Nello specchio di Gaza. La cultura palestinese e noiDownload CORSO DI AGGIORNAMENTO PER IL PERSONALE SCOLASTICO APERTO ALLA CITTADINANZA NELLO SPECCHIO DI GAZA. LA CULTURA PALESTINESE E NOI VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2025 ORE 8.30-16 LICEO CAVOUR, CORSO TASSONI 15, TORINO  8.30 Accoglienza e introduzione di Maria Teresa Silvestrini, Scuola per la pace Torino e Piemonte Prima parte – Coordina Cristina Bracchi, Scuola per la pace Torino e Piemonte 9 – 9.30   L’Occidente e il nemico permanente Elena Basile, Ambasciatrice 9.30 – 10 Education in Times of Uncertainty: Insights from Palestine Dalya Saleh, FormerEnglish teacher in Gaza pursuing her postgraduate studies in the UK 10 – 10.30           NAZRA: uno sguardo sul cinema palestinese Fabiana Piretti, direttrice tecnica Nazra Film Festival e insegnante 10.30 -11 Domande e dialogo 11- 11.15 Pausa caffè Seconda parte – Coordina Chiara Giacometti, Scuola per la pace Torino e Piemonte 11.15 – 11.45     BDS: Ethical & Legal Accountability for a Just Peace Omar Barghouti, Palestinian human rights defender and co-founder of the Palestinian-led BDS 11.45 – 12.15     Uno sguardo antropologico di fronte al genocidio Laura Ferrero, docente di antropologia del Medioriente, Università di Torino – Chiara Pilotto, ricercatrice in Antropologia, Università di Bologna 12.15 – 12.45     La letteratura palestinese dalla Nakba a oggi Elisabetta Benigni, docente di Letteratura araba moderna, Università di Torino 12.45 – 13.15 Domande e dialogo 13.15 – 14 Pausa pranzo Pomeriggio – Coordina Paola Valenti, Scuola per la pace Torino e Piemonte e Docenti per Gaza 14 – 14.30  Memoria, resistenza e oppressione di genere: la rilettura di alcuni temi canonici della letteratura palestinese Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di Napoli 14.30 – 16  Presentazione delle attività e dei laboratori rivolti alle scuole ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ 20 SETTEMBRE, LICEO ALFIERI, ORE 10-12 Workshop sulla letteratura palestinese del Novecento: storia, temi, testi  con Roberta Denaro, docente di Lingua e Letteratura araba, Università Orientale di Napoli ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ 22 SETTEMBRE, LICEO SPINELLI, ORE 12.10-16.20 Incontro in auditorium delle classi quinte con Margherita Penna, Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Torino, e Rosita Di Peri, docente di Scienze politiche e Relazioni internazionali, Università di Torino. ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ 23 E 30 SETTEMBRE, CINEMA FRATELLI MARX, ORE 18.30 (SU TRE SALE) 23 settembre proiezione di Janin, Jenin, regia di Mohammad Bakri, documentario – Palestina, 2024, 91 minuti https://it.gariwo.net/magazine/medio-oriente/jenin-jenin-2024-bakri-e-tornato-27755.html 30 settembre proiezione di From Ground Zero, da un’idea di Rashid Masharawi, 22 cortometraggi che danno voce alla striscia di Gaza – Palestina, Francia, Emirati Arabi Uniti, Svizzera, 2024, 112 minuti ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ Concerto serale di band studentesche organizzato da studenti Data e luogo da definire Verrà data comunicazione. ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ LABORATORIO DI CINEMA PALESTINESE a cura di Antropolog@ per la Palestina. Laboratorio rivolto a docenti e aperto al pubblico della durata di due ore. Si svolgerà nel pomeriggio in data e luogo da definire. Verrà data comunicazione. Disastri e resistenze dell’immaginario. Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese. * Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice della materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca * Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca Un percorso attraverso alcuni estratti di film palestinesi per aprire ad un dialogo sugli immaginari e la storia di un territorio e della sua popolazione. Un movimento continuo tra esperienze individuali e collettive, dinamiche culturali e sociali e contesti storici e politici. La filmografia palestinese dagli anni ’60 ha veicolato uno spazio centrale per “raccontarsi” e manifestarsi di fronte a sguardi umanitari e depoliticizzanti, censure, oblio e disumanizzazione. Un panorama culturale centrale per rivendicare, accompagnare la resistenza, testimoniare ed elaborare le dimensioni traumatiche collettive, e aprire, anche da diverse prospettive “locali” e della diaspora, analisi e immaginari contemporanei per uscire dalla dinamica della narrativa e delle rappresentazioni ufficiali. Un dialogo sull’immaginario culturale palestinese e le sue rappresentazioni filmiche, in un confronto sulle narrazioni e le interconnessioni con gli sguardi altri. Tra le tematiche da proporre: –la forza di tessere altre storie, immaginare e rivendicare altri mondi, anche ironicamente a partire da prospettive culturali palestinesi; –la dimensione “laboratoriale”, locale e globale, dei vissuti palestinesi nelle architetture della segregazione e apartheid; –vite confinate nelle prospettive di bambini, non-umani, e femminili/femministe; –processi di disumanizzazione e interconnessioni transnazionali della lotta, dell’immaginazione e degli immaginari raccontati anche attraverso sguardi israeliani. ❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀❀ Proposte di attività e laboratori per le scuole Incontri e laboratori che le/i docenti possono organizzare in autonomia prendendo contatti con le persone indicate. Spettacolo per scuole da organizzare in orario extra-scolastico Poesie da Gaza Spettacolo di poesia e musica dal libro Il loro grido è la mia voce. Proposta di Lucia Santangelo e Massimiliano Carrino: “Consapevoli e felici della riuscita di “Poesie da Gaza” dello scorso 21 giugno di cui alleghiamo materiale, pensiamo che quegli stessi contenuti che trovano il punto di partenza nel libro di Poesie palestinesi “Il loro grido è la mia voce”, quella stessa modalità di intreccio con la musica e di confronto e partecipazione, possano rappresentare un’ottima occasione di lavoro di riflessione con studentesse, studenti e insegnanti. L’attività è da concordare con le/i docenti interessate/i. Contatti: Lucia Santangelo: lucia.labor@gmail.com; Massimiliano Carrino: maxcarrino@hotmail.com Storia della Palestina Andrea Gobetti. Attivista per i diritti umani, fa parte dal gennaio 2024 del Coordinamento Torino per Gaza. Ha tenuto diverse lezioni sulla storia del Levante nelle scuole superiori e ha partecipato all’organizzazione del festival Hurriya: Palestina un Popolo che Resiste e vari altri eventi culturali tra Torino e Verbania. Contatto: gobettiandrea@gmail.com Amedeo Rossi “Amedeo Rossi (Biella, 1954) vive a Torino. Da molti anni si occupa della questione palestinese. Fa parte della redazione di “Zeitun.info”, sito che pubblica, anche in traduzione, articoli sul problema israelo-palestinese. Collabora con la radio In Primis di Brescia. E’ autore di numerosi saggi e del libro Il muro della hasbarа. Il giornalismo embedded de La Stampa (Zambon, 2017 e 2019). Con Cristiana Cavagna ha tradotto e curato il libro di Hanna Levy Hass e Amira Hass, Diario di Bergen Belsen (Jaca Book, 2018). Per le Edizioni Q ha pubblicato Le parole divise. Israele/Palestina: narrazioni a confronto (2022) e Antisemitismo e antisionismo: usi e abusi (2025)” (https://www.ladedizioni.it/prodotto/antisemitismo-e-antisionismo/) Contatto: ame_rossi54@yahoo.it Storia di Palestina, Israele, Libano e Siria Rosita Diperi Docente di Scienza Politica e Relazioni internazionali al Dipartimento di Cultura, Politica e  Società dell’Università di Torino. “Her research interests focus on political transformations in the Middle East with a specific attention on Lebanon and the relations between power and space in the Mediterranean region (with particular attention to Lebanon and Tunisia). She is member of the doctorate in Social and Political Change with the University of Florence. She is the President of the Italian Society for Middle Eastern Studies (SeSaMO)”. Contatto: rosita.diperi@unito.it Storia del Medio Oriente La condizione dei rifugiati palestinesi in Libano Jinan El Nammoura. Jinan El Nammoura graduated with top honors in Modern Foreign Languages and Literatures. She is interested in human rights and refugee policies, with a particular focus on the economic and legal dynamics that influence these issues. Her thesis explored the rights of Palestinians in Lebanon, who have been refugees for almost four generations, analyzing the legal and socio-economic implications. Jinan aims to deepen her understanding of these topics in the context of comparative law, economics, and finance, with the goal of contributing to a greater understanding of global challenges https://www.iuctorino.org/clef-2025 Contatto: jinan7890@gmail.com Letteratura palestinese Elisabetta Benigni. Elisabetta Benigni ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2009 con una tesi sulla  letteratura dal carcere nei paesi arabi. Dal 2021 è Professoressa Associata di Letteratura araba moderna presso l’Università di Torino, Dipartimento di Lingue  e Letterature Straniere e Culture Moderne. E’ stata fellow alla Free University a Berlino nel 2011 e poi delll’Italian Academy (Columbia University) a New York nel 2015. Si è occupata dell’immagine di Gerusalemme nella letteratura palestinese e della circolazione di testi nel Mediterraneo orientale in epoca moderna. Attualmente sta lavorando a un libro sulle traduzioni di Machiavelli in arabo in epoca coloniale. Contatto: elisabetta.benigni@unito.it Storie di vita palestinesi Alaa El Ainain, ingegnere palestinese nato in Libano. Presentazione: “Mi chiamo Alaa El Ainain, sono un ingegnere biomedico con base a Torino. Di origine palestinese e nato in Libano, dal compimento dei miei 18 anni vivo in Italia, dove mi sono trasferito inizialmente per motivi di studio. Ho conseguito la laurea in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Torino e, successivamente, ho intrapreso un percorso professionale che mi ha portato a stabilirmi definitivamente in questa città, dove oggi vivo con la mia famiglia e le mie tre figlie italo-palestinesi. Attualmente lavoro nel settore ingegneristico e sto completando un master interdisciplinare in Comparative Law, Economics, and Finance, con l’obiettivo di ampliare le mie competenze in ambiti critici per l’innovazione, la regolazione e lo sviluppo sostenibile. La mia esperienza personale e professionale si nutre di un forte intreccio tra scienza, diritto e impegno multiculturale”.Contatto: eng.elainain@gmail.com Rozan Alfarra. Rozan Alfarra is a Palestinian researcher in the field of development cooperation with a focus on international relations and key regional issues related to the Middle East and North Africa region. She is a fellow at the University of Turin and currently works in collaboration with the International Training Center of the International Labor Organization. She holds a Master’s degree in Global Studies and International Cooperation from the University of Turin. https://www.iuctorino.org/clef-2025. Contatto: rozanalfarra@gmail.com Naji Al Azzeh. Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a Betlemme. Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro Culturale Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a diventare formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia, dove si dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come gesto collettivo di resistenza, memoria e comunità. Contatto: najiazzeh@gmail.com Libri Presentazione del libro Diario da Gaza di Wi’am Qudaih da parte di Sami Hallac e Roberta Stracquadanio, che hanno tradotto e curato il testo (l’autrice è a Gaza). “Wi’am Qudaih è nata nel 2005 a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza. A luglio 2023 ha concluso le scuole superiori. Dal 7 ottobre dello stesso anno è stata testimone della campagna militare israeliana che ha causato almeno cinquantamila morti e distrutto la maggior parte delle infrastrutture civili di Gaza. Ha in programma di studiare scrittura e sceneggiatura, e di scrivere un romanzo”. Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it Presentazione da parte dell’autore, Aysar Al-Saifi, dei suoi libri Foglie di gelso. Racconti palestinesi, Prospero Editore, 2021, https://www.prosperoeditore.com/libri/foglie-di-gelso_aysar_al-saifi e Quando i picchetti sono fioriti, Prospero Editore, 2024, https://www.prosperoeditore.com/libri/quando-i-picchetti-sono-fioriti_aysar_al-saifi. “Aysar Al Saifi nasce nel 1988 nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme, in Palestina. Si laurea nel 2010 in Management all’Università di Betlemme e nel 2015 consegue un diploma in Studi Sociali presso l’Università Al Quds. Nel 2012 ha pubblicato, in arabo, il romanzo L’ultima lezione e nel 2021, per Prospero Editore, il reportage narrativo Foglie di Gelso”. Contatto: aysar.alsaifi@yahoo.com Fb:  https://www.facebook.com/search/top?q=aysar%20alsaifi&locale=it_IT Cinema Incontri sul cinema palestinese a cura del Nazra Film Festival Il progetto si propone di offrire la formazione basilare per essere giurato del Premio Giovani – istituito nel 2025 – al Nazra Short Film Festival, 7ª edizione, anno 2026. Partendo da una panoramica dei più noti Festival o Mostre di Cinema esistenti in città e paesi non lontani da noi, si presenteranno le peculiarità organizzativa e distributiva del Festival Nazra (Sguardo), il suo specifico intento e la sua diffusione sul territorio nazionale, non tralasciando alcuni riferimenti al contesto geopolitico attuale. Oltre a ciò, si proporrà in sintesi una panoramica delle caratteristiche essenziali delle varie arti e professioni che concorrono alla realizzazione di un’opera cinematografica (sceneggiatura, scenografia, fotografia, ecc.) al fine di ricavare un’adeguata valutazione del loro contributo per la riuscita finale. Al termine dei tre incontri le/gli studenti saranno in grado di compilare un modello predefinito, una scheda da giurato di cinema, che sia allo stesso tempo tecnica, analitica e valutativa. Contatti: Fabiana Piretti: fabiana.piretti@gmail.com; Claudio Grimaldi: grimaldi.claudio@gmail.com ❀ ❀ ❀ Presentazione di documentari, a cura di Sami Hallac. * Deferred Reclaim, 11’, regia di Abdallah Motan, Palestine, 2024, https://alardfilmfestival.com/film/deferred-reclaim/ * Palestina per principianti. Educazione sentimentale di un bassista rockabilly, regia di Francesco Merini, 59’, Italia, 2012 https://www.youtube.com/watch?v=eeiTovd9rEw * Un documentario di al-Jazeera, di sei minuti circa, sulle carceri israeliane * A state of passion, 90’, regia di Muna Khalidi e Carol Mansour, Palestina Giordania, 2024, https://www.palestinefilminstitute.org/en/tiff-2024/state-of-passion Contatto: samigiuseppe.hallac@fastwebnet.it ❀ ❀ ❀ Laboratorio di cinema palestinese dal titolo Che la mia voce sia un seme. Attività: presentazione film, proiezione, confronto e domande. Rivolto a più classi per una durata di due o più ore, di mattina o pomeriggio. Da organizzare in date successive a seconda della disponibilità. Presentazione: CHE LA MIA VOCE SIA UN SEME è una rassegna cinematografica indipendente e itinerante dedicata alla Palestina a fini educativi, di approfondimento culturale, politico e sociale. Il titolo della rassegna, CHE LA MIA VOCE SIA UN SEME, è una citazione rivisitata tratta dalle righe dell’ultima poesia scritta da Refaat Alareer Se Io Dovessi Morire.  Refaat è stato ucciso nella notte tra il 6 e il 7  dicembre 2023, insieme ad altri 7 membri della sua famiglia, durante un raid  israeliano che ha colpito la sua casa. Nella sua poesia, Refaat scrive “Che la mia fine sia un racconto”: nei racconti dei film presentati le voci del popolo palestinese non guardano ad una fine ma ad un seme in grado di germogliare e diramare le sue radici per decontaminare il male che avvelena la terra.  L’intero ricavato delle proiezioni è devoluto al popolo palestinese, in un gesto di solidarietà, sostegno, resistenza, responsabilità e coscienza collettiva. Curatela – Alessandro Maccarrone, Progetto Grafico – Alessia Sparacino, Lorenzo Ritorto, Raccolta Fondi – Ilaria Bambi, Spazi – Fondazione Merz, Recontemporary, Imbarchino, Mucho Mas, PAV, Comala Contatto: Alessandro Macarrone, maccarr1alessandro@gmail.com ❀ ❀ ❀ Percorso visivo attraverso brani del cinema palestinese. Disastri e resistenze dell’immaginario, a cura di Antropolog@ per la Palestina Maria Elena Marabotto Petrelluzzi, producer e studiosa di cinema, cultrice della materia presso la cattedra di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca Mauro Van Aken, docente di Antropologia del Medioriente, Università di Milano Bicocca. Si veda la presentazione sopra riportata. Contatto: mariaelenamarabotto@gmail.com Sport Partite di calcio o tornei con Alaa El Ainain (vedi sopra la presentazione) “Quando sono arrivato in Italia nel 2010, volevo regolarizzare la mia situazione e richiedere il permesso di soggiorno. Ricordo ancora il momento in cui, in questura, mi hanno chiesto: “Che cittadinanza hai?”. Ho risposto: “Palestinese”. Mi hanno guardato con un’espressione incerta e mi hanno detto: “Ma la Palestina non c’è nel sistema…”. Hanno provato a indicare “libanese”, ma ho spiegato che noi palestinesi, anche se nati in Libano da genitori palestinesi, non riceviamo la cittadinanza libanese. Non esistiamo ufficialmente. Ma io esisto. E il mio popolo anche. Così ho cercato un modo per far vedere che la Palestina c’è. Ho scoperto il Balon Mundial, un torneo internazionale di calcio che si tiene a Torino, dove si rappresentano le nazioni di tutto il mondo, comprese quelle che spesso non trovano spazio nella politica ufficiale. Era molto più di un torneo: era un progetto di rappresentazione, di inclusione, di orgoglio. Ho deciso di creare una squadra per rappresentare la Palestina. Secondo il regolamento, potevamo avere fino a cinque giocatori non palestinesi, perché l’obiettivo era più culturale che sportivo. Ho chiesto ad alcuni miei amici italiani se volevano far parte del progetto. Mi hanno detto subito di sì. Anzi, a volte sembravano più emozionati e più tristi di me quando perdevamo. Perché indossavano quella maglia come fosse anche la loro. Era una maglia senza Stato, ma piena di significato. Attraverso quella squadra ho sentito che stavo rappresentando il mio popolo, non solo sul campo da calcio, ma anche in campo educativo. Per fortuna, nel frattempo, mi sono laureato con il massimo dei voti al Politecnico di Torino. Quella squadra è diventata un simbolo di riscatto, un modo per dire: noi ci siamo. Nel corso degli anni abbiamo anche vinto alcuni tornei minori sotto il nome della Palestina. Non avevamo potere politico, ma avevamo il potere delle idee, della cultura, dell’amicizia. E questo era l’unico modo per me di far esistere, ogni giorno, il mio paese di origine. Ora mi farebbe molto piacere organizzare un torneo o anche solo qualche partita con i ragazzi delle scuole, per condividere questa esperienza, trasmettere un messaggio e continuare a far vivere la Palestina attraverso lo sport e l’educazione”. Contatto: eng.elainain@gmail.com Progetti Presentazione del Progetto Gaza di Emergency a cura di Franca Mangiameli. Contatto: franca.mangiameli@emergency.it Laboratori Laboratorio Lingua Madre Barbara Strambaci, IC Sibilla Aleramo, e Nada, docente di inglese a Gaza (online) Scambio di filastrocche e ninne nanne palestinesi e italiane. Contatto: stra.barbara@yahoo.it Laboratorio di lingua e scrittura araba Abd essamad Insegnante di lingua araba, originario del Marocco; conduttore della trasmissione radiofonica Assadaka in onda la domenica dalle 14 alle 17 su Radio Black Out. A partire dalla toponomastica palestinese, dai nomi propri di persone e da parole emblematiche come Sumud si sensibilizzeranno le/gli allieve/i sull’uso della lingua nella cultura araba. Il Laboratorio potrà essere concordato per adattarsi ai diversi ordini di scuola e alla composizione delle classi, in particolare a quelle più segnatamente multiculturali. Contatto: torinoabdel@hotmail.it Laboratorio di danza dabka > 1. La dabka: la danza della resistenza palestinese Naji Al Azzeh Ballerino e insegnante di Dabka originario di Beit Jibrin, nato a Betlemme. Attivo dal 2006 con il gruppo folkloristico “Ghurba” del Centro Culturale Handala, Naji ha calcato i palchi palestinesi per anni, fino a diventare formatore delle nuove generazioni di danzatori. Oggi vive in Italia, dove si dedica alla mediazione culturale e alla diffusione della dabka come gesto collettivo di resistenza, memoria e comunità. Contatto: najiazzeh@gmail.com Laboratorio Bds Proposta di Laboratorio per le scuole del BDS Torino sul significato e la pratica non violenta del  Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) Il BDS Torino è un’emanazione locale del BDS Italia, a sua volta espressione del BDS palestinese  sorto nel 2005 sulla base di un appello di più di 170 associazioni della società civile per contrastare in modo non violento l’occupazione e il regime di apartheid da parte di Israele. Dinanzi alla politica genocidaria che Israele sta portando avanti grazie alla conseguente impunità di cui gode per la complicità dei governi occidentali, il movimento del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni propone di offrire una possibilità sia a livello individuale che collettivo per superare il senso di impotenza che è presente in molti di noi sulla impossibilità di fermare il genocidio in corso a Gaza e in Palestina. ll laboratorio sul BDS consiste in un incontro di 2 ore e prevede : * una presentazione delle azioni del Movimento usando slides e video; * una descrizione delle campagne più importanti portate avanti; * i successi e un’analisi pratica di come si può mettere in pratica una campagna. Responsabile Carlo Tagliacozzo: carlo.tagliacozzo@gmail.com, cell. 334 7805108 Laboratorio di cucina. Giorgio chiede disponibilità di spazio alla Scuola biocentrica per laboratorio e cena. Laboratorio di danza dabka confermato Layal Chamas: richiesta progettazione con tempistiche, breve curriculum e contatto. CASSETTA DEGLI ATTREZZI: MATERIALI PER ATTIVITA’ AUTOGESTITE DALLE/I DOCENTI Verrà comunicato il link a un drive contenente materiali didattici con bibliografie generali e per ordini di scuola, esercitazioni da proporre alle classi, suggerimenti di video e film. Per il momento segnaliamo i seguenti documentari utili per la didattica in classe: Storia della Palestina Intervista a Ilan Pappé sul libro Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina. Dal 1882 a oggi, Fazi, Roma, 2024.  In inglese con sottotitoli: https://www.youtube.com/watch?v=2yQADMyq2Tc Francesca Albanese incontra le scuole, di Docenti per Gaza “Il 26 marzo 2025 la relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio palestinese occupato, Francesca Albanese, ha incontrato più di 3000 studenti in tutta Italia (una media di 180 classi partecipanti), introducendo la questione palestinese da un punto di vista storico, culturale e rispondendo con grande professionalità e disponibilità alle tante domande inviate dagli studenti stessi”. E’ ampiamente trattata la storia della Palestina e dell’occupazione dalla fine dell’Ottocento. > Webinar – Francesca Albanese incontra le scuole Apartheid Inside Israeli Apartheid Documentario di Mondoweis in arabo e inglese, 2022, 22 minuti Produced by Yumna Patel Filming, Editing and Motion Graphics by Palestine Productions Sottotitoli in inglese. Spiega in modo semplice e comprensibile che cosa significa vivere in regime di apartheid e occupazione. Road map to apartheid Documentario, regia di Ana Nogueira, Ana e Eron Davidson, 2012, 1.32 minuti Narrato da Alice Walker (autrice de Il colore viola), Roadmap to Apartheid paragona il sistema di apartheid in cui vive il popolo palestinese oppresso da Israele all’oppressione che subivano le persone di colore in Sudafrica quando in quel paese era presente questa piaga sociale. È un documento storico sull’ascesa e la caduta dell’apartheid in Sud Africa, ma è soprattutto un film sul perché molti palestinesi pensano di vivere in un sistema di segregazione razziale, e perché un numero crescente di persone in tutto il mondo è d’accordo con loro. Lingua inglese con sottotitoli in italiano. Colonizzazione della Cisgiordania 25 years of resisting Israeli settler violence in the occupied West Bank | Witness Documentario di Al Jazeera in arabo e inglese, 2024, 47 minuti Sottotitoli in inglese Atta Jaber’s family has farmed the Baqa’a Valley in the illegally occupied West Bank for hundreds of years, but since Israel’s 1967 occupation, their land has been confiscated piecemeal by Israeli settlers, and their homes and ancient farming terraces attacked and demolished. La storia di Sumud di Atta Jaber e della sua famiglia: “Staying on our land is ‘Sumud’”. Storie di vita palestinesi A Fish out of water: Gaza’s first fisherwoman (documentario su Madleen Kulab) Consigliato per le scuole elementari e medie. Per insegnanti Intervento di Francesca Albanese al convegno di formazione insegnanti, organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e altri, tenutosi il 22 gennaio 2025 a Bari sul tema Economia di guerra ed educazione alla pace nelle politiche del Mediterraneo. Fuori la guerra dalla storia! Per partecipare alla rete e ricevere gli aggiornamenti: lascuolaperlapace@gmail.com Fb: https://www.facebook.com/profile.php?id=100086257735817 Instagram: https://www.instagram.com/scuola_per_la_pace?utm_source=ig_web_button_share_sheet&igsh=ZDNlZDc0MzIxNw==
Comune-info.net: Cassetta degli attrezzi contro la guerra
DI REDAZIONE PUBBLICATO SU WWW.COMUNE-INFO.NET IL 14 NOVEMBRE 2023 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante contributo della Redazione di Territori Educativi, pubblicato su Comune-info.net il 14 novembre 2023, in cui viene citato l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università in relazione alla denuncia che da due anni a questa parte porta avanti, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. Tuttavia, l’aspetto interessante del contributo riguarda le proposte didattiche utili per pensare diversamente nelle nostre classi a percorsi di pace in contrasto ai percorsi di guerra delle Forze Armate. «È proprio nei momenti più angoscianti che occorre coltivare un pensiero divergente, anche insieme a bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Certo non possiamo caricare sulle loro spalle azioni che riguardano ad esempio il disarmo militare, dalla urgente riconversione sociale delle spese militari alla costituzione dei Corpi civili per la difesa civile non armata, ma possiamo scavare con loro intorno al concetto di “disarmo delle coscienze”, per intervenire in tanti modi diversi sulle radici della guerra, cioè sul razzismo, sullo sfruttamento, sull’ossessione per i confini, sul patriarcato…continua a leggere su www.comune-info.net.
Intervista a Gianmarco Pisa su Radio Onda D’Urto sulla didattica di pace nelle scuole
In questa ultima intervista rilasciata a Radio Onda d’Urto per la trasmissione Scuola Resistente, Gianmarco Pisa illustra quali sono i parametri e i paradigmi da seguire per intavolare anche a livello trasversale in varie materie, compresa storia dell’arte, il tema della pace. Gianmarco Pisa, scrittore e formatore esperto in tematiche riguardanti la pedagogia della pace, affronta un tema cruciale come la prevenzione, colpevolmente abusato e banalizzato dalle forze dell’ordine e dai militari che intendono questo concetto non come un lungo lavoro di conoscenza storica e geopolitica o di studio di complesse relazioni sociali e culturali conflittuali, ma come “vademecum” per l’individuazione del nemico per evitarlo oppure punirlo o contenerlo. Nell’intervista questi temi si affrontano non in maniera astratta, ma con l’intento di destrutturarne stereotipi, pregiudizi e semplificazioni. Le problematiche metodologiche e didattiche che devono affrontare tutti i/le colleghi/e insegnanti, in questo momento storico in cui siamo circondati da guerre nel fare passare tra i giovani il valore della pace, sono tante e prima fra tutte è proprio il tranello banalizzante che si avvale di concetti sintetici, ma dalla forte presa, della dinamica “inevitabile ed antica quanto l’uomo”, dell’aggredito e dell’aggressore, della vittima e del carnefice. Il punto di partenza è, tra gli altri, quello della semplificazione riassunta nella frase esclamativa “che male c’è?”, a proposito della discutibile presenza militare, o di forze dell’ordine, a scuola che qualsiasi insegnante avrà sentito pronunciare, almeno una volta nella propria carriera, da un* collega sprovvedut* o peggio, in malafede. Clicca qui per il link su Radio Onda D’Urto. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Il punto non è cosa ma a chi? http://storieinmovimento.org/2025/04/04/il-punto-non-e-cosa-ma-a-chi/?pk_campaign=feed&pk_kwd=il-punto-non-e-cosa-ma-a-chi #storiaeistruzione #FrancescoPota #didattica #scuola #Blog
Radiobase, esempio di FAD, apprendimento cooperativo ed emersione delle competenze
A volte ritornano. Ho trovato la documentazione di un vecchio progetto facendo un po’ d’ordine nei miei hard disk e l’ho trovato molto attuale. La qual cosa mi ha indotto a scriverne come esempio di un metodo di lavoro possibile e praticato. In realtà mi ha spinto a scriverne anche l’affetto che nutro per questo progetto. 😉 Radiobase è stato un percorso formativo a distanza, e in parte in presenza, promosso da [Radio Onda Rossa](http://www.ondarossa.info), con la partecipazione dell’università di Roma “La sapienza”. Radio Onda Rossa è una radio comunitaria, per lo più basata sul lavoro volontario dei redattori e delle redattrici. Il processo radiobase ben si presta a mostrare un possibile percorso di formazione, con gli strumenti tipici dell’e-learning, a partire dal sapere dei redattori, cioè di coloro che lavorano all’interno della redazione.           L’IDEA DI FONDO Molti redattori sono depositari di una conoscenza e di competenze non formalizzate che _radiobase_ si è posta l’obbiettivo di far emergere per essere condivise con i redattori meno esperti, o con coloro che si volessero avvicinare al mondo delle radio comunitarie. _Radiobase_ aveva due obbiettivi principali: * far emergere le competenze dei redattori della radio (Radio Onda Rossa); * realizzare un percorso formativo che mirava a formare i futuri redattori di Radio Onda Rossa e di altre radio comunitarie di base, utilizzando le competenze emerse. Come primo momento del percorso è stato scelto il tema del “ciclo della notizia”, con l’intento di costruire un prototipo che si sarebbe rivelato utile anche per altri percorsi formativi, non necessariamente legati all’informazione, per esempio le redazioni musicali. All’interno del “ciclo della notizia” sono stati affrontati i temi riguardanti due formati radiofonici: Il giornale radio e la rassegna stampa. Inoltre un gruppo di contenuti è stato riservato all’utilizzo di alcuni strumenti di produzione (es.: software per la registrazione e il montaggio audio). I requisiti tecnici minimi per partecipare al corso sono stati molto bassi, oggi non sarebbe neanche necessario specificarli, e tuttavia rimangono tali: * connessione internet; * saper usare programmi di videoscrittura; * poter ascoltare audio dal computer (oggi questo requisito fa sorridere tanto è di base, ma 15 anni fa era un requisito che andava specificato). E’ importante sottolineare che il processo formativo non riguardava solo il saper fare. Non si trattava di produrre un mansionario, ma anche di sviluppare la capacità critica e collettiva tipica di un’attività redazionale. Il carattere collaborativo dell’intero processo è stato molto forte, ciò è risultato evidente anche dall’elevato numero di note a commento dei testi dei contenuti di base presenti nella piattaforma di e-learning, in special modo durante il processo che ha condotto alla produzione del “corso” che avrebbe formato i futuri redattori. ## Le fasi di Radiobase Stabiliti gli obbiettivi vediamo le fasi che hanno costituto il processo di formazione del corso e di apprendimento. ### Canovaccio dei contenuti Come detto, la prima fase ha avuto l’obbiettivo di far emergere le competenze dei redattori. ![](mappa0_small.png) Per iniziare il lavoro i coordinatori del corso hanno tracciato un canovaccio dei contenuti del corso da realizzare, in forma di mappa poco strutturata. Ovviamente la mappa aveva anche il corrispondente indice strutturato, ma la forma mappa ci sembrò più adeguata a contenuti in via di definizione, che prima di tutto necessitavano di essere messi sul piatto per poterli poi approfondire. ### Emersione delle competenze La mappa costruita dai coordinatori, che, come scrivevo, aveva anche un proprio corrispondente indice lineare, è stata il punto di partenza per il primo passo del percorso formativo. ![](mappa1.png) I redattori più esperti hanno partecipato al corso base, costituito principalmente dalla prima versione della mappa dei contenuti, facendo emergere le proprie esperienze, competenze, idee in un processo iterativo che ha prodotto una nuova rete di contenuti più ampia e condivisa. Per arrivare alla nuova mappa (o se preferite al nuovo indice), i redattori si sono **incontrati** per ragionare, sia in presenza che a distanza, hanno scritto **appunti e memo nei diari personali**, aggiunto **“note” ai nodi (contenuti) della mappa**, caricato **nuovi documenti** nella piattaforma di e-learning, aggiunto **link**, utilizzato sondaggi per scegliere definizioni, posizioni, priorità condivise. ### Scrittura del corso “finale” Al termine del processo di emersione delle competenze i coordinatori hanno lavorato sulla mappa di contenuti proponendone una nuova versione che è stata condivisa con i redattori esperti prima di essere rilasciata per essere fruita dagli altri redattori. La nuova versione dei contenuti e delle relazioni tra di essi (in questo senso parliamo di rete di contenuti e di mappa) ha costituito il corso al quale hanno partecipato i redattori meno esperti. ![](mappa2.png) ### Fruizione del corso, ridefinizione dei contenuti A questo punto il corso è stato fruito da parte dei redattori e delle redattrici meno esperte di Radio Onda Rossa. La fase di fruizione del corso, oltre ad aver permesso la condivisione di competenze tra tutti i redattori, esperti e meno esperti, ha consentito anche la ridefinizione ulteriore di alcuni contenuti, in un circolo virtuoso potenzialmente infinito, in cui ogni corsista/redattore è anche un autore della successiva edizione del corso. ### Formazione di nuovi saperi e utilizzo sul campo In questo circolo virtuoso che si crea in un processo di condivisione di saperi e di apprendimento cooperativo è quasi naturale che si giunga alla formazione di nuovi saperi. Sappiamo che l’apprendimento è un processo circolare nel quale le conoscenze acquisite si trasformano nella base per l’interpretazione di altre conoscenze. In un processo di formazione che ha la sua base nell’esperienza di coloro che concretamente usano la propria conoscenza, e che si situa concretamente in un contesto reale, coloro che vi partecipano hanno la grande opportunità di formare nuovi saperi. ### Qualche nota finale E’ importante sottolineare che l’intero processo ha coinvolto molte persone che hanno messo in campo relazioni paritarie, in cui ognuno ha imparato qualcosa. A dimostrazione del fatto che in un processo di apprendimento cooperativo del genere di quello descritto i ruoli di insegnante e discenti sfumano, fino a diventare sempre più intercambiabili. Alcune hanno svolto la funzione di coordinatrici, altri hanno messo a disposizione il proprio sapere, sia didattico che informativo, altri ancora hanno lavorato per adeguare il software (rigorosamente libero) alle esigenze che emergevano man mano che il processo proseguiva. Ultima cosa: insieme a Stefano Penge e Morena Terraschi, entrambi di Lynx, abbiamo scritto un articolo che è stato pubblicato sulla rivista della Società Italiana di e-Learning che prendendo spunto da Radiobase formulava una metodologia didattica. Radiobase, esempio di FAD, apprendimento cooperativo ed emersione delle competenze ©, .