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Colonialismo di insediamento sionista in Cisgiordania: violenza in aumento esponenziale contro i nativi
Cisgiordania-InfoPal. La violenza coloniale israeliana contro i nativi palestinesi in Cisgiordania è esponenziale, tra uccisioni, distruzioni, sfollamenti forzati e campagne di arresti. Nessuno ferma questi colonizzatori, questi violatori seriali di ogni diritto umano e internazionale. L’appoggio USA e Europeo, e la connivenza dei regimi arabi dà a Israele l’autorizzazione per la conquista coloniale di ciò che resta della Palestina storica. Un palestinese è stato ucciso questa mattina all’alba dalle forze di occupazione israeliane nei pressi di Hebron/Al-Khalil, nella Cisgiordania meridionale. Le forze israeliane hanno affermato che l’uomo aveva investito soldati con il suo veicolo la notte prima, ferendone due. Questa mattina presto, le forze di occupazione israeliane hanno fatto saltare in aria e distrutto in modo punitivo l’abitazione del detenuto palestinese Abdelkrim Snobar nella città di Zawata, a ovest di Nablus, sfollando la sua famiglia. Un paziente ha dovuto essere trasferito da un’ambulanza all’altra dopo che le forze israeliane hanno chiuso la Porta di Atara, una strada principale che conduce alla città di Ramallah. Una contadina palestinese ispeziona gli ulivi abbattuti dalle milizie israeliane nella regione di Masafer Yatta, a sud di Hebron/al-Khalil. Nativi ispezionano la distruzione dopo che le forze di occupazione israeliane hanno demolito la casa della famiglia del detenuto palestinese Ayman Ghannam nella città di Aqqaba, nel nord della Cisgiordania occupata. Scene orribili dell’incursione dell’esercito israeliano di lunedì contro l’Unione dei comitati per il lavoro agricolo a Ramallah, l’organismo rappresentativo degli agricoltori palestinesi in Cisgiordania, durante il quale l’ufficio è stato saccheggiato e il personale è stato aggredito, nell’ennesimo assalto alle istituzioni civili palestinesi. (Fonti: Quds News, PIC, Telegram).
Colonialismo di insediamento sionista nella Cisgiordania occupata: aumento esponenziale delle violenze di coloni e soldati israeliani. Video
Cisgiordania-InfoPal. Mentre il fragile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è quotidianamente violato dal regime fanatico, guerrafondaio e suprematista di Tel Aviv, anche la Cisgiordania continua a essere aggredita dal colonialismo di insediamento sionista attraverso politiche di sfollamento forzato, furto di risorse, uccisioni e violenze di soldati e coloni. Pulizia etnica, olicidio ed ecocidio sono all’ordine del giorno in tutta la Cisgiordania e a Gerusalemme. Le forze israeliane hanno lanciato un assalto su larga scala nella Cisgiordania settentrionale occupata, imponendo il coprifuoco, bloccando le strade e dispiegando forze militari. L’autorità di occupazione israeliana (IOA) ha emesso un ordine militare per sradicare tutti gli alberi piantati su vaste aree di terreno di proprietà palestinese nella città di Zububa, nella provincia di Jenin. La Commissione per la Colonizzazione e la Resistenza al Muro ha dichiarato martedì che l’IOA intende spianare con i bulldozer circa 59 dunum di terreno alberato nella città con diversi pretesti, descrivendo la misura come “aggressione contro i terreni e le risorse agricole palestinesi”. La Commissione ha osservato che negli ultimi mesi l’occupazione israeliana ha emesso molti ordini simili contro terreni in tutta la Cisgiordania, citando come pretesti preoccupazioni per la sicurezza e la necessità di proteggere le strade dei coloni. La Commissione ha espresso la convinzione che queste misure facciano parte di una politica più ampia volta a espandere il controllo israeliano su più aree e a indebolire l’attività agricola palestinese in Cisgiordania. Tubas. L’esercito di occupazione israeliano ha annunciato mercoledì mattina l’avvio di un’operazione militare su larga scala nella città di Tubas, nella Cisgiordania settentrionale, e nelle vicine città di Tammun, Tayasir e Aqqaba, affermando che la sua presenza nell’area potrebbe durare diversi giorni. Secondo funzionari locali e fonti dei media, un vasto spiegamento di truppe israeliane con bulldozer ha preso d’assalto Tubas e altre città della provincia e ha saccheggiato diverse abitazioni, durante i sorvoli di elicotteri e droni. I bulldozer israeliani hanno iniziato a distruggere strade e a bloccare gli ingressi con cumuli di terra e detriti, mentre gli elicotteri hanno aperto il fuoco a intermittenza per seminare il panico tra i residenti locali. Le scuole e gli asili locali di Tubas e di altre aree colpite hanno dovuto sospendere le attività didattiche fino a nuovo avviso. Fonti locali hanno riferito che l’operazione ha comportato intensi sorvoli di elicotteri Apache e aerei da ricognizione, che hanno aperto il fuoco con mitragliatrici. Le fonti hanno aggiunto che le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno bloccato le strade principali dell’intera provincia di Tubas con cumuli di terra e pietre, isolandola dalle altre aree della Cisgiordania. Le IOF hanno iniziato a effettuare violente incursioni nelle abitazioni, arrestando cittadini e impedendo alle ambulanze di circolare nelle strade della provincia, suscitando timori tra i residenti sulla loro sicurezza e libertà di movimento. Alcune famiglie hanno riferito di essere state costrette a lasciare le proprie case sotto la minaccia delle armi per far posto ai soldati israeliani, che le usano come postazioni militari. Il governatore di Tubas ha dichiarato che l’esercito israeliano ha dichiarato il coprifuoco nel suo governatorato a partire dalle 4:00 di oggi fino a nuovo avviso. L’esercito israeliano ha giustificato la sua operazione sostenendo che si tratta di una mossa preventiva contro presunti atti di terrorismo. Nel frattempo, il governatore Ahmed al-Asaad afferma che non ci sono persone ricercate nel suo governatorato, avvertendo che il regime israeliano cerca di imporre un nuovo fatto compiuto militare in Cisgiordania. Nablus. Un colono israeliano è stato ripreso mentre sradicava piantine di ulivo da un terreno di proprietà palestinese nei pressi del villaggio di Majdal Bani Fadel, a sud-est di Nablus. Hebron/al-Khalil. Oggi, coloni israeliani hanno aggredito una famiglia palestinese dopo aver fatto irruzione nella loro fattoria, a est della città di Yatta, a sud di Hebron/al-Khalil. Oggi le forze di occupazione israeliane hanno lanciato gas lacrimogeni verso le case dei residenti palestinesi del villaggio di Arab Al-Rashayda, a sud della Hebron occupata. Gerusalemme. Un filmato circolante mostra un autista di autobus palestinese di Gerusalemme aggredito e insultato verbalmente da un gruppo di coloni israeliani mentre era al lavoro, la scorsa notte. (Fonti: PIC, Quds News, Telegram).
Ondate di violenza dei coloni travolgono la Cisgiordania mentre aumentano uccisioni e sfollamenti forzati
Cisgiordania – PIC. Una nuova ondata di attacchi organizzati da parte dei coloni in tutta la Cisgiordania ha costretto famiglie palestinesi ad abbandonare le proprie case, ha distrutto terreni agricoli e ha lasciato i residenti ad affrontare una violenza sempre più intensa, protetta dall’esercito israeliano. L’escalation coincide con nuovi dati allarmanti dell’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem, che riferisce che 1.004 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal ottobre 2023, tra cui 217 bambini, in un contesto definito come “violenza sfrenata” da parte dei coloni e dell’esercito israeliano. Lunedì sono stati registrati attacchi coordinati dei coloni a Gerusalemme, Ramallah, al-Khalil/Hebron, Gerico e nella Valle del Giordano settentrionale, prendendo di mira case, fattorie, bestiame e veicoli, in quella che i funzionari palestinesi descrivono come un tentativo di consolidare nuovi avamposti coloniali e spopolare le comunità palestinesi. Nella Gerusalemme occupata, tre famiglie beduine del clan al-Ara’ara sono state costrette ad abbandonare le loro case nella comunità di al-Hathroura, vicino a Khan al-Ahmar, dopo settimane di incursioni dei coloni, intensificatesi con l’istituzione di un nuovo avamposto. I coloni hanno ripetutamente preso d’assalto l’area, aggredito residenti e pastori, rubato beni e bloccato l’accesso ai pascoli, creando condizioni definite dai residenti come “invivibili”. Ciò segue lo sfollamento di altre due famiglie beduine nelle scorse settimane, come parte di una campagna più ampia volta a sgomberare comunità palestinesi per far spazio all’espansione dei insediamenti ebraici. A Beit Our al-Tahta, a ovest di Ramallah, i coloni hanno sparato a un palestinese, ferendolo, mentre una troupe di Palestine TV stava filmando un servizio su un precedente assalto dei coloni contro giovani del posto. Poco dopo, i coloni hanno effettuato un altro attacco ad Atara, a nord di Ramallah, dando fuoco a ulivi e rubando attrezzature agricole vicino a un avamposto appena istituito. Gli incendi e i furti hanno causato gravi danni ai terreni, alimentando il timore di un tentativo organizzato di appropriarsi delle aree agricole intorno ai blocchi di insediamenti. Ad al-Auja, a nord di Gerico, un autista palestinese ha riportato ferite al volto dopo essere stato aggredito dai coloni sulla strada di Ma’arajat, uno dei numerosi attacchi recenti che hanno reso gli spostamenti intergovernorati sempre più pericolosi. A Birin, a sud-est di al-Khalil/Hebron, coloni armati della colonia di Kiryat Arba hanno rubato, sotto la minaccia delle armi, quattro capi di bestiame, mentre le comunità beduine vicine, nell’area di Yatta, hanno denunciato una serie di aggressioni, tra cui lancio di pietre contro veicoli, pestaggi, chiusure stradali e danni alle auto. I coloni hanno inoltre arato e seminato terreni rubati a Shaab al-Butum, impedendo ai contadini palestinesi di accedere alle proprie terre e sequestrando i loro trattori. Nella Cisgiordania orientale, i coloni hanno iniziato la costruzione di un nuovo avamposto a Khirbet al-Hadidiya, nella parte settentrionale della Valle del Giordano, dopo che l’esercito israeliano aveva emesso un ordine di sequestro per centinaia di dunum di terra. Da allora, bulldozer hanno livellato l’area, alimentando timori di una nuova e significativa ondata di confische. L’organizzazione per i diritti umani B’Tselem ha avvertito, in un nuovo rapporto, che i palestinesi in Cisgiordania stanno affrontando uno stato di “assoluta permissività” garantito ai gruppi armati di coloni e alle forze israeliane. Secondo il rapporto: 1.004 palestinesi sono stati uccisi dal ottobre 2023, di cui 217 erano bambini. Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi dai coloni. Le forze dell’ordine israeliane quasi mai indagano o perseguono i coloni aggressori, nonostante un’ampia documentazione. B’Tselem afferma che le forze israeliane operano con una “politica di fuoco aperto libera e non regolamentata” che include attacchi aerei e che ha incoraggiato migliaia di coloni recentemente armati e integrati in “unità di difesa regionale” e “squadre di allerta” dei coloni. L’organizzazione avverte che questo ambiente sta consentendo una forma di “pulizia etnica” volta a svuotare le comunità rurali palestinesi, in particolare nella Valle del Giordano, nelle colline di South al-Khalil/Hebron e nella Cisgiordania centrale. La recente escalation è parte di una campagna più ampia documentata dalla Commissione Palestinese per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti, che ha registrato 2.350 violazioni nel solo mese di ottobre, comprese 1.584 aggressioni da parte delle forze israeliane e 766 da parte dei coloni, concentrate in particolare a Ramallah, al-Bireh, Nablus e al-Khalil/Hebron.
HRW: “Le espulsioni israeliane in Cisgiordania sono palesi crimini di guerra”
L’organizzazione chiede un’azione internazionale urgente per chiamare i funzionari “israeliani” a rispondere delle loro responsabilità e prevenire ulteriori violazioni. Cisgiordania – IslamTimes. HRW, il gruppo per i diritti umani, ha dichiarato giovedì che circa 32.000 residenti dei campi di Jenin, Tulkarm e Nur Shams sono stati sfollati con la forza dalle forze di occupazione israeliane [IOF] durante l’“Operazione Iron Wall”, a gennaio e febbraio. Inoltre, secondo il rapporto di 105 pagine di HRW intitolato “All My Dreams Have Been Erased” (“Tutti i miei sogni sono stati cancellati”), agli sfollati è stato impedito di tornare e centinaia di case sono state demolite. Melina Ansari, una ricercatrice di HRW che ha lavorato al rapporto, ha riferito a Reuters mercoledì che “dieci mesi dopo lo sfollamento, nessuna delle famiglie è riuscita a tornare nelle proprie abitazioni”. Le Convenzioni di Ginevra vietano lo spostamento di civili da territori occupati, salvo che temporaneamente per “imperative ragioni militari” o per la loro sicurezza. HRW sostiene che i funzionari israeliani coinvolti dovrebbero essere perseguiti per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il rapporto descrive soldati che irrompono nelle case, saccheggiano effetti personali e ordinano alle famiglie di andarsene tramite altoparlanti montati su droni, aggiungendo che i residenti hanno raccontato di bulldozer che radono al suolo gli edifici mentre fuggivano. Le IOF non hanno fornito rifugi alternativi, costringendo gli sfollati ad ammassarsi nelle case di parenti o a cercare riparo in moschee, scuole e istituti di beneficenza. Hisham Abu Tabeekh, espulso dal campo profughi di Jenin, ha dichiarato che la sua famiglia non ha potuto portare nulla con sé al momento della fuga. “Non abbiamo cibo, non abbiamo acqua, non abbiamo medicine, non abbiamo mezzi… stiamo vivendo una vita durissima”, ha detto Tabeekh a Reuters. HRW ha affermato di aver intervistato 31 palestinesi sfollati dai tre campi e di aver analizzato immagini satellitari, ordini di demolizione e video verificati, rilevando oltre 850 strutture distrutte o gravemente danneggiate, mentre una valutazione ONU ha stimato il totale a 1.460 edifici. Dal 7 ottobre 2023, le IOF hanno ucciso quasi 1.000 palestinesi in Cisgiordania, ampliato la detenzione amministrativa, effettuato demolizioni di case e accelerato la costruzione di insediamenti, mentre la violenza dei coloni e la tortura dei detenuti sono aumentate drasticamente, afferma il rapporto. La violenza dei coloni è esplosa in ottobre, con coloni “israeliani” che hanno compiuto almeno 264 attacchi contro palestinesi, secondo le Nazioni Unite – il numero mensile più alto dal 2006, quando l’ONU ha iniziato a monitorare tali incidenti. La maggior parte della comunità internazionale considera tutti gli insediamenti illegali secondo il diritto internazionale. HRW ha invitato i governi a imporre sanzioni mirate ai funzionari e comandanti “israeliani”, sospendere la vendita di armi e i benefici commerciali, vietare i prodotti degli insediamenti e far rispettare i mandati della Corte Penale Internazionale, definendo le espulsioni una forma di “pulizia etnica”.
Israele annuncia una nuova espansione delle colonie vicino alla frontiera con l’Egitto
PressTv. Il ministero israeliano per gli affari delle colonie ha annunciato un nuovo piano per l’espansione degli insediamenti nelle vicinanze del valico di Nitzana, situato vicino alla frontiera con l’Egitto. Secondo i dettagli pubblicati sul sito ufficiale del ministero, l’iniziativa mira a “rafforzare la presenza ebraica” nell’area di confine, che i funzionari israeliani descrivono come parte dei loro sforzi per ridurre presuntamente il contrabbando e migliorare la sicurezza. Gli analisti, tuttavia, affermano che il piano si allinea a una politica più ampia volta ad aumentare le attività di colonizzazione sotto il pretesto della sicurezza, trasformando di fatto le regioni sensibili di confine in blocchi di insediamenti permanenti. All’inizio di questo mese, la ministra per gli affari delle colonie Orit Strock ha effettuato un sopralluogo nell’area insieme al capo del consiglio regionale di Ramat Negev e a rappresentanti dei ministeri degli affari delle colonie e dell’agricoltura. È stato riportato che le loro discussioni si sono concentrate principalmente sull’espansione demografica e sui programmi di sviluppo volti a rafforzare la presenza israeliana lungo il confine, che i funzionari hanno descritto come una misura contro “criminalità e contrabbando”. Gli osservatori sostengono che questa decisione rappresenta una strategia continua di “giudaizzazione morbida”, sfruttando l’espansione delle colonie per consolidare il controllo israeliano sul suo confine meridionale. Avvertono che il piano potrebbe alterare le dinamiche demografiche e di sicurezza dell’area di confine creando quella che i funzionari hanno definito una “muraglia umana”.
Aumento esponenziale della violenza israeliana: Cisgiordania sull’orlo dell’esplosione
Cisgiordania – Al Mayadeen. I media israeliani hanno segnalato un cambiamento significativo nell’approccio dell’esercito di occupazione nella  Cisgiordania, mentre diversi analisti militari avvertono che la regione è sull’orlo di un’escalation su vasta scala a causa dell’instabilità crescente. Secondo un analista militare citato dal sito Zaman Israel, l’esercito di occupazione ha modificato le proprie tattiche operative nella Cisgiordania occupata, avviando quella che viene descritta come una “battaglia silenziosa di contenimento e deterrenza” contro i gruppi della Resistenza. Il rapporto evidenzia che questi gruppi si stanno riorganizzando e hanno iniziato a rivelare laboratori locali per la produzione di missili, rappresentando una sfida crescente al controllo dell’occupazione. Il cambiamento di postura militare riflette una profonda preoccupazione per l’attuale andamento degli eventi, mentre l’esercito israeliano considera la situazione volatile e sempre più difficile da gestire. L’analista ha sottolineato che il deterioramento delle condizioni sul campo, tra cui il crollo dell’economia palestinese, infrastrutture civili indebolite e una fragile cooperazione in materia di sicurezza, sta spingendo la regione verso un nuovo confronto armato. In particolare, l’analista ha evidenziato la crescita della violenza dei coloni israeliani, che ha aggravato le tensioni tra città e campi profughi della Cisgiordania occupata. Questi sviluppi, insieme all’ascesa della resistenza armata organizzata e al crollo della fiducia nel processo politico, hanno reso la situazione “sull’orlo dell’esplosione”. L’analisi di Zaman Israel sottolinea la convinzione crescente all’interno di Israele che la Cisgiordania stia entrando in una nuova fase di scontro prolungato e imprevedibile. Cosa sta accadendo in Cisgiordania. La Commissione dell’Autorità Palestinese contro il Muro e gli Insediamenti ha riferito il 5 novembre che l’esercito di occupazione israeliano (IOF) e i coloni hanno condotto 2.350 attacchi nella Cisgiordania occupata durante ottobre, proseguendo una campagna di violenza contro i palestinesi, le loro terre e le loro proprietà. Secondo Mu’ayyad Sha’ban, capo della commissione, 1.584 attacchi sono stati compiuti dalle forze di occupazione, mentre i coloni sono responsabili di altri 766. Gli episodi più gravi si sono verificati nelle province di Ramallah e al-Bireh (542), Nablus (412) e al-Khalil/Hebron (401), segnalando un tentativo sistematico di destabilizzare le aree chiave della Cisgiordania. La violenza è coincisa con la stagione della raccolta delle olive, un periodo in cui storicamente si registra un picco di attacchi. La commissione ha documentato aggressioni fisiche, sradicamento e incendi di uliveti, impedimenti all’accesso ai terreni agricoli e confische di proprietà. Dall’inizio di ottobre, le forze israeliane hanno intensificato incursioni e arresti, uccidendo e detenendo palestinesi e aggravando ulteriormente la già fragile economia. Incursioni militari e arresti. Le forze di occupazione israeliane hanno condotto ampie incursioni in città e campi profughi della Cisgiordania come parte di una campagna volta a espandere gli insediamenti illegali. Parallelamente, i coloni, spesso accompagnati dai soldati, hanno continuato ad assaltare i terreni agricoli palestinesi, sradicando centinaia di alberi di ulivo. Secondo le organizzazioni palestinesi per i prigionieri, l’IOF ha arrestato 442 palestinesi in ottobre, inclusi 3 donne e 33 minori. In una dichiarazione congiunta, la Commissione per i detenuti, la Società dei prigionieri palestinesi e Addameer hanno riferito che la maggior parte degli arresti si è verificata nel governatorato di Beit Lahm/Betlemme, accompagnata da interrogatori sul campo e aggressioni di coloni armati. Un rapporto dell’ONU, pubblicato l’8 novembre, ha rivelato che i coloni israeliani hanno condotto almeno 264 attacchi contro palestinesi in ottobre — il numero mensile più alto da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a monitorare tali violazioni nel 2006.  L’Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha avvertito che questa ondata di violenza ha provocato vittime e gravi danni alle proprietà, con una media di otto attacchi al giorno. “Dal 2006, l’OCHA ha documentato oltre 9.600 attacchi di questo tipo. Circa 1.500 di questi si sono verificati solo quest’anno, circa il 15% del totale”, ha affermato l’ONU in una nota. Vale la pena aggiungere che la Cisgiordania, che ospita 2,7 milioni di palestinesi, rimane centrale per le aspirazioni di un futuro Stato palestinese. Tuttavia, i successivi governi israeliani hanno accelerato l’espansione degli insediamenti Le esercitazioni militari israeliane. L’esercito di occupazione israeliano ha annunciato vaste esercitazioni militari, lunedì mattina, in tutta la Cisgiordania e nella Valle del Giordano palestinese, vicino al confine con la Giordania. In una dichiarazione ufficiale, l’esercito ha confermato che le esercitazioni prevedono un movimento intensivo di truppe e mezzi militari e mirano a “proteggere gli insediamenti israeliani e rispondere a eventuali attacchi”. Tali manovre fanno parte dei tentativi di rafforzare l’occupazione militare, giustificati con il pretesto della “sicurezza”. Situazione economica in deterioramento. L’economia della Cisgiordania è precipitata nella crisi dall’inizio della guerra contro Gaza, nell’ottobre 2023. La disoccupazione è salita al 30%, rispetto al 12,9% precedente, a causa della perdita di accesso al mercato del lavoro israeliano, che impiegava decine di migliaia di palestinesi. Un’indagine dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha rilevato che, nel primo anno di guerra, oltre la metà dei lavoratori ha subito tagli di orario, più del 60% ha avuto riduzioni salariali, e il 65% delle imprese ha ridotto il personale. Le restrizioni israeliane hanno ulteriormente aggravato la crisi fiscale in Cisgiordania, soprattutto attraverso la confisca di miliardi di entrate fiscali palestinesi dal 2019. Dopo l’ottobre 2023, ulteriori congelamenti dei fondi pubblici hanno reso quasi impossibile per l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) pagare gli stipendi per intero, con la maggior parte dei dipendenti che ora riceve solo pagamenti parziali finanziati da prestiti bancari. Il debito pubblico è salito a oltre 13 miliardi di dollari, mentre i legami finanziari con le banche israeliane vengono recisi, minacciando di costringere i palestinesi a un’economia basata sulla moneta corrente e di interrompere il commercio e le importazioni essenziali. La carenza di liquidità è diventata grave con l’accumulo di shekel israeliani in eccesso e le frequenti retate degli uffici di cambio. Ciò non solo interrompe la circolazione di valute vitali come il dollaro statunitense e il dinaro giordano, ma compromette anche le transazioni e gli scambi commerciali quotidiani. Gli esperti sostengono che questi interventi economici mirano a spingere i palestinesi a migrare, senza alcuna riforma tecnica in grado di risolvere la crisi senza una soluzione politica, ovvero la fine dell’occupazione, la riapertura delle rotte commerciali e una vera sovranità per la Palestina. Ulivi sradicati. I coloni israeliani hanno ripetutamente preso di mira anche gli uliveti palestinesi in Cisgiordania, sradicando e distruggendo migliaia di alberi, soprattutto durante la stagione annuale della raccolta delle olive. Rapporti documentano che solo nell’ottobre 2025, coloni accompagnati dalle forze israeliane hanno sradicato circa 150 ulivi a Masafer Yatta e più di 120 vicino a Ramallah, interrompendo l’agricoltura locale e minacciando le comunità che dipendono da questa coltura vitale. Questi attacchi sono programmati strategicamente e spesso comportano non solo la distruzione degli alberi, ma anche l’imposizione di restrizioni di movimento, rendendo estremamente difficile per gli agricoltori raggiungere le loro terre senza speciali “permessi di ingresso”, consolidando ulteriormente la realtà dell’apartheid nella regione. Ulteriori dettagli rivelano che la violenza dei coloni si è intensificata negli ultimi anni. Un rapporto mostra come coloni armati, a volte con il supporto militare, incendino uliveti, saccheggiano frutta e persino attaccano direttamente i raccoglitori, azioni che devastano i mezzi di sussistenza e mirano a cacciare i palestinesi dalle loro terre ancestrali. L’ulivo, profondamente simbolico nella cultura palestinese, è quindi diventato un punto focale dell’aggressione dei coloni volta sia a infliggere rovina economica che a cancellare il patrimonio culturale. Questa campagna di sequestro di terreni e distruzione agricola fa parte di una strategia più ampia per espandere gli insediamenti israeliani e annettere altro territorio, come sottolineato nelle interviste con gli agricoltori locali e nei resoconti degli attivisti raccolti da Al Mayadeen. Un caso ha descritto dettagliatamente lo sradicamento e l’incendio di oltre 37.000 alberi, tra cui decine di migliaia di ulivi, dall’ottobre 2023. Gli agricoltori lamentano non solo la perdita di reddito e di prodotti, ma anche l’attacco culturale a una coltura centrale per l’identità palestinese. Questa violenza sistematica mina la sicurezza alimentare, destabilizza le comunità rurali ed esemplifica il continuo sfollamento e l’espropriazione che i palestinesi affrontano in Cisgiordania. Cosa aspettarsi. L’attuale traiettoria in Cisgiordania sta portando a una forte esplosione di instabilità e resistenza. Le restrizioni israeliane, la violenza dei coloni e la trattenuta di entrate fiscali essenziali hanno distrutto le infrastrutture civili e spinto le famiglie al di sotto della soglia di povertà, erodendo la fiducia sociale e indebolendo la capacità dell’Autorità Nazionale Palestinese di mantenere l’ordine. Si prevede che raid e detenzioni militari, in particolare in governatorati come Ramallah, Nablus e al-Khalil/Hebron, scateneranno una crescente indignazione nella comunità e alimenteranno la resistenza, amplificando le possibilità di scontri su larga scala. Gli attacchi dei coloni hanno raggiunto livelli record, coincidendo con la stagione della raccolta delle olive e provocando l’incendio, lo sradicamento e il furto di decine di migliaia di ulivi essenziali per i mezzi di sussistenza e il patrimonio culturale palestinese. Insieme alle rinnovate manovre dell’esercito di occupazione in Cisgiordania e nella Valle del Giordano palestinese, queste tendenze rappresentano un mix esplosivo di disperazione economica, resistenza organizzata e implacabile violenza da parte dell’occupazione e dei coloni.
“Ciclo di terrore”: a ottobre, in Cisgiordania, le forze israeliane e i coloni hanno preso di mira i palestinesi 2.350 volte
Cisgiordania – PressTv. Un gruppo palestinese anti-insediamenti afferma che le forze armate israeliane e i coloni illegali hanno condotto 2.350 attacchi in Cisgiordania occupata, il mese scorso, nell’ambito del loro “ciclo di terrore in corso”. Il capo della Commissione per la Colonizzazione e la Resistenza al Muro (CRRC) dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mu’ayyad Sha’ban, ha dichiarato mercoledì che le forze armate israeliane hanno effettuato 1.584 attacchi, tra cui aggressioni fisiche dirette, demolizioni di case e lo sradicamento di ulivi. I governatorati che hanno subito il maggior numero di violenze sono stati Ramallah con 542 episodi, Nablus con 412 e al-Khalil/Hebron con 401. La ricerca, compilata in un rapporto mensile del CRRC intitolato “Violazioni dell’occupazione e misure di espansione coloniale”, ha inoltre registrato 766 attacchi da parte dei coloni. La commissione ha affermato che gli insediamenti sono in fase di espansione, un’azione considerata illegale dal diritto internazionale, nell’ambito di quella che ha descritto come una strategia deliberata volta a sfollare la popolazione nativa del territorio e imporre un sistema coloniale completamente discriminatorio. Il rapporto ha indicato che gli attacchi dei coloni hanno raggiunto un nuovo picco, con la maggior parte degli episodi verificatisi nel governatorato di Ramallah (195 incidenti), seguito da Nablus (179) e al-Khalil/Hebron (126). I raccoglitori di olive hanno subito il maggiore impatto di questi attacchi. Il rapporto ha affermato che i contadini sono stati vittime del “terrore” che era stato “orchestrato nelle stanze oscure del regime di occupazione”. Ha descritto dettagliatamente casi di vandalismo e furto da parte di Israele, condotti in coordinamento con i soldati israeliani, che hanno comportato lo sradicamento, la distruzione e l’avvelenamento di 1.200 ulivi in aree come al-Khalil/Hebron, Ramallah, Tubas, Qalqilya, Nablus e Betlemme. Nel mezzo della violenza, da ottobre i coloni hanno tentato di stabilire sette nuovi avamposti in territorio palestinese nei governatorati di al-Khalil/Hebron e Nablus. La notizia è stata diffusa lo stesso giorno in cui cinque palestinesi sono rimasti feriti in due distinti attacchi perpetrati da coloni israeliani illegali in Cisgiordania. Inoltre, un altro gruppo di coloni ha preso di mira il territorio occupato incendiando terreni agricoli. Secondo attivisti e media locali, coloni israeliani dell’insediamento di Otniel avrebbero attaccato i residenti del villaggio di Khillet al-Farra, situato a ovest di Yatta, vicino ad al-Khalil/Hebron. Osama Makhmara, un attivista che documenta le violazioni israeliane, ha dichiarato ai giornalisti che i coloni “hanno liberato il loro bestiame e i loro bovini nei vigneti e nei frutteti di proprietà palestinese, e vicino alle case, prima di aggredire i residenti”. L’attacco ha provocato ferite lievi a tre palestinesi, che sono state curate sul posto, ha dichiarato Makhmara. Ha anche affermato che i coloni illegali hanno aperto il fuoco contro gli abitanti del villaggio che cercavano di respingere l’assalto. Non sono stati segnalati feriti da arma da fuoco. Mercoledì mattina, un uomo e una donna palestinesi anziani sono rimasti feriti quando coloni illegali hanno attaccato delle abitazioni nella zona di Shaab al-Batm, a est di Yatta, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS). Nuovi dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) mostrano che la continua demolizione di case e infrastrutture palestinesi nella Cisgiordania occupata da parte di Israele continua senza sosta. I dati più recenti dell’agenzia rivelano che nel 2025 le forze israeliane hanno demolito oltre 1.434 strutture palestinesi, tra cui abitazioni, ricoveri per il bestiame, cisterne d’acqua e persino strutture finanziate da donatori, lasciando oltre 1.800 persone sfollate. Nel luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha dichiarato illegale l’occupazione decennale della Palestina storica da parte di Israele. La CIG ha chiesto l’evacuazione di tutti gli insediamenti esistenti in Cisgiordania e nella zona orientale di al-Quds. Erano solo parole. Traduzione per InfoPal di F.L.
Un adolescente e un’anziana uccisi dalle forze israeliane. Attacchi dei coloni e dei soldati in tutta la Cisgiordania
Cisgiordania. Attacchi militari israeliani notturni in Cisgiordania hanno causato la morte di un adolescente e di un’anziana, oltre a incursioni diffuse, arresti e aggressioni esponenziali dei coloni contro proprietà e agricoltori palestinesi. Le forze coloniali israeliane hanno anche scatenato una campagna di arresti in tutta la Cisgiordania occupata. Haniya Hannoun, una donna palestinese di 80 anni, è stata uccisa questa mattina all’alba durante un assalto israeliano nella sua casa, nel villaggio di Al-Mazra’a Al-Gharbiya, a nord di Ramallah, dove le forze hanno rapito suo nipote e aggredito i membri della famiglia. La donna è morta a causa di un “brutale pestaggio”, non avendo sofferto di malattie pregresse, dopo che i soldati avevano aggredito lei e la sua famiglia durante l’incursione. Suo nipote, Mohammad Abbas Hannoun, è stato arrestato prima che le forze si ritirassero dal villaggio. Nel nord, nella città di Al-Yamoun, a ovest di Jenin, il ministero della Salute palestinese ha riferito che le forze di occupazione hanno ucciso un adolescente, Murad Abu Seifein, 15 anni. WAFA ha riportato che Murad è stato colpito da quattro proiettili nella tarda serata di mercoledì, ma gli è stato impedito di ricevere assistenza medica. I soldati israeliani hanno impedito al personale dell’ambulanza di trasportarlo in ospedale, lasciandolo sanguinare fino alla morte, avvenuta giovedì mattina, e sequestrandone il corpo. Durante l’incursione sono stati schierati anche cecchini sugli edifici, ha riferito Al-Jazeera. Attacchi diffusi, arresti e sequestri militari. Le operazioni notturne hanno incluso numerosi attacchi, arresti, perquisizioni casa per casa e interrogatori sul campo in diverse aree, tra cui i villaggi di Beit Rima, Deir Ghassaneh e Al-Mughayyir nel governatorato di Ramallah e Al-Bireh, hanno riportato i media palestinesi. La situazione era particolarmente tesa ad Al-Mughayyir, a nord-est di Ramallah, dove le forze israeliane sono rimaste presenti per oltre due ore. Fonti hanno confermato che le abitazioni sono state perquisite e diverse sono state trasformate in caserme dopo l’espulsione dei residenti, come riportato sia da Al-Arabi Al-Jadid che da Al-Jazeera. L’esercito israeliano ha anche schierato bulldozer durante un’incursione nella città di Qatanna, a nord-ovest della Gerusalemme occupata. Vicino a Gerusalemme, un lavoratore palestinese è rimasto ferito da colpi d’arma da fuoco israeliani nella città di Al-Ram, mercoledì sera, dopo che le forze israeliane avevano inseguito un gruppo di lavoratori vicino al Muro di Separazione e aperto il fuoco. La Federazione Generale dei Sindacati Palestinesi ha fornito un quadro fosco, affermando che 15 lavoratori sono stati uccisi dall’inizio dell’anno a causa della violenza israeliana, degli inseguimenti nei territori occupati o delle cadute dal Muro di Separazione. Il sindacato ha inoltre segnalato l’uccisione di 42 lavoratori e oltre 32.000 arresti tra la popolazione attiva dall’ottobre 2023. Intensificazione del terrore dei coloni e delle demolizioni. Contemporaneamente, gli attacchi illegali dei coloni israeliani e gli ordini di demolizione dell’esercito israeliano sono aumentati significativamente, prendendo di mira in particolare i terreni agricoli durante la cruciale stagione della raccolta delle olive. I coloni hanno bruciato ulivi nelle pianure di Turmus Ayya, a nord-est di Ramallah, e hanno rubato raccolti di olive dalle terre di Aqraba, a sud di Nablus, ha riferito Al-Arabi Al-Jadid, citando fonti palestinesi. Nel governatorato di Hebron/al-Khalil, tre palestinesi sono rimasti feriti per contusioni e lividi durante un’aggressione dei coloni a ovest della città di Yatta, mentre un altro anziano è rimasto ferito a Masafer Yatta. A Nablus, i coloni hanno bruciato una casa mobile e una stalla per le pecore nel villaggio di Majdal Bani Fadil. Le forze israeliane hanno anche lanciato razzi a Rammuneh, a ovest di Jenin, provocando un incendio in un uliveto. Nella Gerusalemme Est occupata, le autorità israeliane hanno costretto il residente palestinese Musa Badran ad auto-demolire la sua casa nel quartiere di Al-Bustan, a Silwan. Nell’area di Betlemme, l’esercito israeliano ha emesso avvisi di demolizione per nove case abitate e in costruzione nel villaggio di Artas, concedendo ai proprietari un periodo di 30 giorni per dimostrare la proprietà del terreno. L’esercito ha anche demolito un locale agricolo a Wadi Fukin e ha attaccato i raccoglitori di olive nella città di Nahhalin insieme ai coloni. Al-Jazeera ha osservato che dall’inizio della guerra a Gaza nell’ottobre 2023, le pratiche israeliane in Cisgiordania, sia da parte dell’esercito che dei coloni, hanno portato all’uccisione di 1.065 palestinesi, al ferimento di quasi 10.000 persone e all’arresto di oltre 20.000 persone, tra cui 1.600 bambini. (Fonti: PC, Wafa, Al Jazeera, Al-Arabi Al-Jadid, PIC, Quds News).
Il governo israeliano approva il piano per costruire centinaia di unità abitative per i coloni a Gerusalemme Est
Gerusalemme/al-Quds. Il governo coloniale israeliano ha approvato la costruzione di 1.300 nuove unità abitative per i coloni nel blocco di insediamenti illegali di Gush Etzion, nel sud-est della Gerusalemme occupata. Secondo il canale israeliano 14, il comitato governativo per la pianificazione e l’edilizia ha approvato il piano all’inizio di questa settimana. Secondo il canale israeliano 14, le unità saranno costruite nel quartiere del “Russian Compound”, a sud dell’insediamento di Alon Shvut. Il piano di espansione dell’insediamento include scuole, edifici pubblici, parchi e un’ampia zona commerciale che dovrebbe servire gli insediamenti circostanti, rendendolo il più grande progetto di espansione coloniale nella zona degli ultimi anni. La decisione arriva meno di una settimana dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato l’attività di insediamento israeliana nella Cisgiordania occupata. “Non preoccupatevi della Cisgiordania. Israele non farà nulla con la Cisgiordania”, ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca il 24 ottobre. Le sue dichiarazioni sono arrivate il giorno dopo che la Knesset israeliana ha dato l’approvazione preliminare a due progetti di legge per annettere la Cisgiordania occupata e il blocco di insediamenti di Ma’ale Adumim, una mossa che isolerebbe Gerusalemme Est dai suoi dintorni palestinesi e dividerebbe la Cisgiordania in due.
Campagne di aggressioni israeliane in Cisgiordania, tra attacchi di coloni, uccisioni e arresti di nativi palestinesi. Le forze israeliane uccidono un giovane e feriscono un minore
Cisgiordania-InfoPal. Il regime coloniale e terrorista israeliano continua a portare avanti campagne di aggressioni in Cisgiordania, mentre prosegue nelle violazioni dell’accordo di cessate- il fuoco nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra. Mohammad Bassam Tayaha Sha’our Le forze israeliane hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco un giovane palestinese, Mohammad Bassam Tayaha Sha’our, e ferito un adolescente in due attacchi nella Cisgiordania occupata. I soldati israeliani hanno preso d’assalto la città di ad-Dhahiriya, domenica sera, e hanno aperto il fuoco sul giovane al valico di Meitar, uccidendolo sul colpo. Le fonti hanno aggiunto che i paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) hanno trasferito il corpo della vittima all’ospedale governativo di ad-Dura. Inoltre, un minorenne è rimasto ferito dai colpi d’arma da fuoco israeliani durante un’incursione nella città di Turmus Ayya, a nord-est di Ramallah. Fonti locali hanno riferito che le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto l’area, in serata, si sono schierate nelle sue strade e hanno sparato proiettili di metallo ricoperti di gomma contro un quattordicenne mentre tornava a casa, ferendolo a un piede. Le fonti hanno aggiunto che le truppe israeliane hanno picchiato duramente il minore dopo il ferimento, provocandogli contusioni. Le sue condizioni sarebbero stabili. Le forze di occupazione israeliane hanno bloccato l’accesso degli agricoltori ai loro terreni agricoli per la raccolta delle olive nella città di Turmus Ayya. Nella città di ar-Ram, i medici del PRCS sono intervenuti per soccorrere un giovane colpito a un piede con proiettili letali vicino al Muro di Annessione. Le forze di occupazione israeliane hanno effettuato attacchi nella città di Kafr Malik, a nord-est di Ramallah, domenica sera, e sono state dispiegate in diversi quartieri. Le truppe israeliane hanno preso d’assalto il quartiere di Ras al-Amud nella città di Nablus, lanciando bombe assordanti e gas lacrimogeni. I soldati dell’occupazione israeliana hanno devastato le case dopo aver fatto irruzione nella città di Bedia, nel distretto di Salfit, all’alba di oggi. Uno ragazzino è rimasto ferito alla testa da una granata stordente sparata dalle forze di occupazione israeliane nei pressi della città di Beit Awwa, a sud di al-Khalil-Hebron. Le forze di occupazione israeliane stanno bloccando l’accesso degli agricoltori ai loro terreni agricoli per la raccolta degli ulivi nei pressi del villaggio di Mazra’a Al-Sharqiya, a nord-est di Ramallah. La Cisgiordania è sotto occupazione militare israeliana dal 1967. Alla fine del 2024, circa 770.000 coloni israeliani vivevano in Cisgiordania, distribuiti in 180 insediamenti e 256 avamposti, di cui 138 classificati come agricoli o pastorali. Dall’ottobre 2023, dopo che il regime israeliano ha lanciato la sua guerra genocida contro Gaza, l’esercito di occupazione ha intensificato gli attacchi quotidiani e gli arresti di massa in tutta la Cisgiordania, in particolare nelle città del nord, dove i bulldozer israeliani hanno raso al suolo intere aree residenziali, espellendo almeno 40.000 persone. I dati israeliani mostrano che i coloni hanno sferrato 414 attacchi contro i palestinesi in Cisgiordania nella prima metà del 2025, con un aumento del 30% rispetto al 2024. Oltre 1.000 palestinesi sono stati uccisi e più di 7.000 feriti in Cisgiordania dalle forze armate e dai coloni israeliani dall’ottobre 2023. Nel luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha dichiarato illegale l’occupazione israeliana del territorio palestinese e ha chiesto l’evacuazione di tutti gli insediamenti in Cisgiordania e nella zona di al-Quds/Gerusalemme Est. (Fonti: Wafa, PressTV, Quds News).