Ondate di violenza dei coloni travolgono la Cisgiordania mentre aumentano uccisioni e sfollamenti forzati

InfoPal - Tuesday, November 25, 2025

Cisgiordania – PIC. Una nuova ondata di attacchi organizzati da parte dei coloni in tutta la Cisgiordania ha costretto famiglie palestinesi ad abbandonare le proprie case, ha distrutto terreni agricoli e ha lasciato i residenti ad affrontare una violenza sempre più intensa, protetta dall’esercito israeliano. L’escalation coincide con nuovi dati allarmanti dell’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem, che riferisce che 1.004 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal ottobre 2023, tra cui 217 bambini, in un contesto definito come “violenza sfrenata” da parte dei coloni e dell’esercito israeliano.

Lunedì sono stati registrati attacchi coordinati dei coloni a Gerusalemme, Ramallah, al-Khalil/Hebron, Gerico e nella Valle del Giordano settentrionale, prendendo di mira case, fattorie, bestiame e veicoli, in quella che i funzionari palestinesi descrivono come un tentativo di consolidare nuovi avamposti coloniali e spopolare le comunità palestinesi.

Nella Gerusalemme occupata, tre famiglie beduine del clan al-Ara’ara sono state costrette ad abbandonare le loro case nella comunità di al-Hathroura, vicino a Khan al-Ahmar, dopo settimane di incursioni dei coloni, intensificatesi con l’istituzione di un nuovo avamposto. I coloni hanno ripetutamente preso d’assalto l’area, aggredito residenti e pastori, rubato beni e bloccato l’accesso ai pascoli, creando condizioni definite dai residenti come “invivibili”.

Ciò segue lo sfollamento di altre due famiglie beduine nelle scorse settimane, come parte di una campagna più ampia volta a sgomberare comunità palestinesi per far spazio all’espansione dei insediamenti ebraici.

A Beit Our al-Tahta, a ovest di Ramallah, i coloni hanno sparato a un palestinese, ferendolo, mentre una troupe di Palestine TV stava filmando un servizio su un precedente assalto dei coloni contro giovani del posto.

Poco dopo, i coloni hanno effettuato un altro attacco ad Atara, a nord di Ramallah, dando fuoco a ulivi e rubando attrezzature agricole vicino a un avamposto appena istituito. Gli incendi e i furti hanno causato gravi danni ai terreni, alimentando il timore di un tentativo organizzato di appropriarsi delle aree agricole intorno ai blocchi di insediamenti.

Ad al-Auja, a nord di Gerico, un autista palestinese ha riportato ferite al volto dopo essere stato aggredito dai coloni sulla strada di Ma’arajat, uno dei numerosi attacchi recenti che hanno reso gli spostamenti intergovernorati sempre più pericolosi.

A Birin, a sud-est di al-Khalil/Hebron, coloni armati della colonia di Kiryat Arba hanno rubato, sotto la minaccia delle armi, quattro capi di bestiame, mentre le comunità beduine vicine, nell’area di Yatta, hanno denunciato una serie di aggressioni, tra cui lancio di pietre contro veicoli, pestaggi, chiusure stradali e danni alle auto. I coloni hanno inoltre arato e seminato terreni rubati a Shaab al-Butum, impedendo ai contadini palestinesi di accedere alle proprie terre e sequestrando i loro trattori.

Nella Cisgiordania orientale, i coloni hanno iniziato la costruzione di un nuovo avamposto a Khirbet al-Hadidiya, nella parte settentrionale della Valle del Giordano, dopo che l’esercito israeliano aveva emesso un ordine di sequestro per centinaia di dunum di terra. Da allora, bulldozer hanno livellato l’area, alimentando timori di una nuova e significativa ondata di confische.

L’organizzazione per i diritti umani B’Tselem ha avvertito, in un nuovo rapporto, che i palestinesi in Cisgiordania stanno affrontando uno stato di “assoluta permissività” garantito ai gruppi armati di coloni e alle forze israeliane.

Secondo il rapporto:

1.004 palestinesi sono stati uccisi dal ottobre 2023, di cui 217 erano bambini.
Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi dai coloni.
Le forze dell’ordine israeliane quasi mai indagano o perseguono i coloni aggressori, nonostante un’ampia documentazione.

B’Tselem afferma che le forze israeliane operano con una “politica di fuoco aperto libera e non regolamentata” che include attacchi aerei e che ha incoraggiato migliaia di coloni recentemente armati e integrati in “unità di difesa regionale” e “squadre di allerta” dei coloni.

L’organizzazione avverte che questo ambiente sta consentendo una forma di “pulizia etnica” volta a svuotare le comunità rurali palestinesi, in particolare nella Valle del Giordano, nelle colline di South al-Khalil/Hebron e nella Cisgiordania centrale.

La recente escalation è parte di una campagna più ampia documentata dalla Commissione Palestinese per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti, che ha registrato 2.350 violazioni nel solo mese di ottobre, comprese 1.584 aggressioni da parte delle forze israeliane e 766 da parte dei coloni, concentrate in particolare a Ramallah, al-Bireh, Nablus e al-Khalil/Hebron.