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L’Olocausto gazawi continua per il 715° giorno consecutivo. Notte di terrore per i residenti della città di Gaza. Famiglia sterminata. sfollamento forzato di 270.000 palestinesi verso sud
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Gli abitanti della città di Gaza hanno trascorso una notte insonne a causa dell’intensificarsi del rumore dei caccia a bassa quota e dei bombardamenti israeliani, uditi anche dalle zone centrali della Striscia. La situazione è tragica per coloro che sono sotto attacco diretto nei quartieri di Sahaba e Daraj, con migliaia di persone in fuga verso sud attraverso l’unica strada autorizzata, Al-Rashid, sovraffollata e lenta. Le persone si spostano in camion, carretti o a piedi, impiegando spesso dalle 5 alle 7 ore per completare un tragitto che una volta richiedeva solo 15-20 minuti, il tutto nel timore di nuovi attacchi aerei. Secondo il ministero della Salute di Gaza, nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 34 palestinesi e 200 feriti a causa degli attacchi israeliani. Tre palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano mentre cercavano alimenti nei pressi di un presunto centro di distribuzione di aiuti a nord di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. In un altro massacro israeliano, nove palestinesi sono stati uccisi nel bombardamento di un edificio residenziale nel quartiere di Al-Tuffah, a nord-est della città di Gaza. Famiglia sterminata. Mahmoud Nasser al-Jumla, sua moglie e i suoi figli sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in un nuovo massacro a seguito del bombardamento della loro casa nella città di Gaza, cancellando ufficialmente la famiglia dall’anagrafe. Comunicato dell’Ufficio stampa del governo di Gaza (GMO). “Le forze di occupazione israeliane impongono lo sfollamento forzato di 270.000 palestinesi dalla città di Gaza verso sud, sotto la minaccia di bombardamenti e genocidio, mentre oltre 900.000 si rifiutano fermamente di andarsene. “Quasi 270.000 cittadini sono stati costretti a lasciare le proprie case sotto i bombardamenti incessanti. Allo stesso tempo, le squadre governative hanno anche registrato uno sfollamento inverso, con oltre 22.000 residenti che sono tornati nelle loro aree di origine all’interno della città di Gaza, entro sabato a mezzogiorno, a causa della totale mancanza di beni di prima necessità per la sopravvivenza nel sud. “L’area di Al-Mawasi a Khan Younis, e Rafah, che attualmente ospita quasi un milione di civili e che l’occupazione promuove falsamente come ‘zone umanitarie e sicure’, è stata sottoposta a oltre 110 attacchi aerei e ripetuti bombardamenti, che hanno causato la morte di oltre 2.000 palestinesi in massacri successivi. “L’area assegnata dall’occupazione nelle sue mappe come ‘zone rifugio’ non supera il 12% della superficie totale della Striscia di Gaza, eppure cerca di confinarvi più di 1,7 milioni di persone. Ciò fa parte di un piano sistematico per istituire ‘campi di concentramento’ nell’ambito di una politica di sfollamento forzato, volta a svuotare la città di Gaza e la parte settentrionale di Gaza della loro popolazione”. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
“Complici di genocidio”: il veto degli Stati Uniti al cessate il fuoco di Gaza scatena la condanna
Gaza. Gli Stati Uniti hanno esercitato il loro potere di veto per bloccare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente nella Striscia di Gaza, segnando il sesto veto di questo tipo dall’inizio del genocidio quasi due anni fa. La risoluzione è stata redatta dai dieci membri non permanenti del Consiglio – Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Somalia – ed è stata sostenuta da 14 dei 15 membri del Consiglio. Giovedì, gli Stati Uniti hanno posto il veto. La risoluzione chiedeva l’ingresso e la distribuzione senza restrizioni di aiuti umanitari a Gaza e sottolineava il ripristino dei servizi essenziali in un contesto di carestia confermata e di intensificazione delle operazioni militari. La risoluzione esortava tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco e chiedeva la distribuzione sicura e senza ostacoli degli aiuti da parte delle Nazioni Unite e dei suoi partner, in conformità con il diritto internazionale umanitario e i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza. Il veto degli Stati Uniti contro una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ha suscitato ampie condanne, con il movimento di resistenza di Hamas che ha condannato la complicità di Washington nel genocidio contro i palestinesi. “L’uso del veto da parte dell’amministrazione statunitense nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per ostacolare una bozza di risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza rappresenta una palese complicità e una piena collaborazione nel crimine di genocidio commesso dall’occupazione sionista contro il popolo palestinese”, ha dichiarato Hamas giovedì. Il movimento ha aggiunto che il veto degli Stati Uniti è “un via libera alla continuazione dei crimini di uccisioni, fame e della feroce offensiva criminale contro la città di Gaza”. Esprimendo apprezzamento per i 10 paesi che hanno presentato la bozza, tra cui Algeria, Danimarca e Pakistan, Hamas ha esortato questi paesi e altre nazioni, nonché le organizzazioni internazionali, a fare pressione sul regime israeliano affinché cessi la guerra genocida e chiami i leader israeliani a rispondere dei loro crimini contro i palestinesi. Il movimento di resistenza del Jihad Islamico ha inoltre sottolineato che il veto degli Stati Uniti costituisce “un’ulteriore prova che l’amministrazione [di Donald] Trump è una vera e propria complice e un’importante istigatrice di questi crimini”. Il movimento ha osservato che quanto sta accadendo “rappresenta un disprezzo non solo per il diritto internazionale e le norme umanitarie, ma anche per i popoli e i regimi della regione, divisi tra coloro che sono impotenti e coloro che sono complici”. Anche il Movimento dei Mujahedin Palestinesi ha condannato il veto degli Stati Uniti, definendolo una licenza aperta per Israele di continuare a commettere genocidio a Gaza. Israele ha lanciato la guerra dopo che i combattenti della resistenza di Gaza hanno condotto a sorpresa l’Operazione Al-Aqsa Flood contro l’entità sionista in risposta alla decennale campagna di massacri e devastazioni del regime contro i palestinesi. Il sanguinoso assalto del regime a Gaza ha finora ucciso almeno 65.141 palestinesi, per lo più donne e bambini. (Fonti: PressTV, Quds Press, PIC).
L’Olocausto gazawi continua per il 714° giorno consecutivo. Morti e feriti nelle zone “sicure” del sud della Striscia. Robot esplosivi per distruggere ciò che resta della città di Gaza. Ripristinate le linee telefoniche
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Questa mattina presto, le forze di occupazione israeliane hanno fatto detonare un robot carico di esplosivo nel quartiere Tal Al-Hawa di Gaza per demolire un edificio residenziale, nell’ambito del piano di pulizia etnica israeliano in corso contro la città. Sono stati segnalati diversi feriti palestinesi in seguito a un attacco israeliano nella zona “sicura” di al-Mawasi Al-Qarara, a nord-ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Due bambini palestinesi sono stati uccisi in seguito a un attacco israeliano contro una tenda che ospitava famiglie sfollate a ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. I caccia israeliani hanno scatenato una cintura di fuoco prendendo di mira diversi quartieri della città di Gaza, mentre l’esercito israeliano stringe il cappio sulla popolazione rimanente per costringerla ad andarsene. Ripristinati i servizi di telecomunicazione e internet. La Compagnia palestinese delle Telecomunicazioni ha annunciato giovedì che le sue squadre sono riuscite a ripristinare i servizi internet e di linea fissa nei governatorati di Gaza e della Striscia di Gaza settentrionale, nonostante le pericolose condizioni del campo. L’Autorità di Regolamentazione delle Telecomunicazioni aveva annunciato mercoledì che i servizi internet e di linea fissa erano stati interrotti nei governatorati di Gaza e della Striscia di Gaza settentrionale a causa della continua aggressione israeliana e degli attacchi a importanti rotte di rete. Dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023, i servizi di telecomunicazioni e internet sono stati ripetutamente interrotti in tutta la regione o in gran parte di essa, a causa degli intensi bombardamenti israeliani o dell’esaurimento del carburante utilizzato per alimentare i generatori di elettricità. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
Smotrich dichiara che Israele lavora con gli USA a un “piano d’affari” per trasformare Gaza in una “bonanza immobiliare”
Palestina occupata –Quds News. Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra, Bezalel Smotrich, ha affermato che Israele ha condiviso con l’amministrazione Trump un “piano d’affari” per trasformare la Striscia di Gaza in una “bonanza immobiliare”. Secondo diversi media israeliani, Smotrich ha dichiarato, durante una conferenza sul rinnovamento urbano a Tel Aviv, mercoledì, che Israele aveva portato a termine “la prima fase del rinnovamento urbano” demolendo Gaza, e ora stava lavorando a un piano per iniziare la ricostruzione. “Abbiamo pagato molto denaro per questa guerra. Dobbiamo vedere come suddividere la terra in percentuali”, ha detto Smotrich, aggiungendo che “la demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo costruire”. Ha aggiunto: “C’è un piano d’affari, messo insieme dalle persone più competenti, qui, che si trova sulla scrivania del presidente Trump”. Il ministro di estrema destra ha affermato che l’opportunità “si ripaga da sola” e che ha “già iniziato le trattative con gli americani”. I commenti di Smotrich sono arrivati a mesi di distanza dall’annuncio del presidente Donald Trump, rilasciato a febbraio, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero “preso il controllo” della Striscia di Gaza e l’avrebbero trasformata nella “Riviera del Medio Oriente”, mentre avrebbero deportato forzatamente i palestinesi in altri Paesi. All’epoca, Trump aveva dichiarato di immaginare “persone del mondo che vivono lì. Le persone del mondo. Penso che lo trasformerete in un luogo internazionale, incredibile”. Il piano di Trump fu accolto all’epoca da proteste internazionali, inclusi i palestinesi, il mondo arabo e la maggior parte della comunità internazionale. A luglio, Smotrich ha parlato in una conferenza alla Knesset chiamata “La Riviera di Gaza – dalla visione alla realtà”, in cui i partecipanti hanno presentato piani per ristabilire gli insediamenti illegali israeliani nella Striscia di Gaza. In quella sede, aveva detto che Gaza sarebbe diventata una “parte inseparabile dello Stato di Israele”. Sempre a luglio, Smotrich aveva sostenuto che la sua visione aveva il sostegno di Trump. Lo stesso Trump in seguito ha posto meno enfasi su tali piani, mentre i funzionari israeliani hanno continuato a promuoverli. Tuttavia, sette mesi dopo, un piano per il dopoguerra a Gaza, circolato a Washington all’inizio di settembre, mostrava proposte per trasformare l’enclave in un centro redditizio sul modello di Dubai, utilizzando sorveglianza di massa, spostamento forzato della popolazione e appropriazione delle terre. La proposta dettagliata ha dato vita ai cosiddetti piani della “Riviera di Gaza” di Trump, includendo resort di livello mondiale e isole artificiali, con i palestinesi a cui sarebbe stato offerto un pagamento di 5.000 dollari a persona per lasciare la loro terra. La proposta di ricostruzione di Gaza è stata riportata per la prima volta dal Financial Times e poi pubblicata integralmente dal Washington Post. Secondo quanto riferito, essa è stata guidata da Michael Eisenberg, un investitore di rischio  israelo-americano, e Liran Tancman, un imprenditore tecnologico israeliano ed ex ufficiale dell’intelligence militare. Il duo faceva parte di un gruppo informale di funzionari e uomini d’affari israeliani che aveva concepito per la prima volta la molto screditata Gaza Humanitarian Foundation alla fine del 2023. Traduzione per InfoPal di F.L.
4 soldati israeliani uccisi e 8 feriti in una operazione della Resistenza a Gaza
Gaza-InfoPal. Dodici soldati israeliani sono stati uccisi e feriti in un’operazione della Resistenza nella Striscia di Gaza, mentre la Resistenza palestinese continua a combattere gli invasori nel terribile assalto all’enclave assediata e affamata. I media israeliani hanno confermato che quattro soldati dell’occupazione israeliana sono stati uccisi e altri otto sono rimasti feriti dopo l’esplosione di un ordigno contro un Humvee israeliano. L’attacco è stato descritto come “estremamente serio”, con resoconti dei media che sottolineano che il luogo in cui è stata eseguita l’operazione avrebbe dovuto essere una “zona sicura per le operazioni israeliane”. Questo avviene mentre la Resistenza palestinese rimane instancabilmente impegnata a difendere il suo popolo e la sua terra, mentre Israele intensifica il suo attacco a Gaza nel tentativo di purificarla etnicamente. Oggi, le Brigate al-Mujahidin hanno annunciato che i loro combattenti hanno preso di mira e colpito direttamente un carro armato israeliano Merkava con una carica Saeer nel quartiere di al-Zaytoun, nella città di Gaza. Inoltre, le Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno annunciato, mercoledì, di aver lanciato diversi razzi da 107 mm contro concentrazioni di forze di occupazione israeliane nei pressi dell’incrocio di Murajja, a sud di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Secondo la dichiarazione, l’operazione è stata condotta congiuntamente con i combattenti delle Brigate al-Mujahidin, l’ala militare del Movimento Mujahidin palestinese. (Fonti: Al-Mayadeen, PIC e Quds News).
L’Olocausto gazawi continua per il 713° giorno consecutivo. Decine di vittime dall’alba
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Decine palestinesi sono stati uccisi e feriti nelle prime ore di giovedì mattina in una serie di attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira diverse abitazioni nel campo profughi di Al-Bureij, nella zona centrale di Gaza. Diversi civili sono stati uccisi e feriti in un attacco aereo israeliano alle porte del porto della città di Gaza. Gli ospedali accolgono 79 martiri, il bilancio delle vittime sale a 65.141 morti. Nelle ultime 24 ore, gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto i corpi di almeno 79 civili, oltre a 228 persone con ferite di varia natura a seguito degli attacchi israeliani, secondo quanto dichiarato giovedì mattina dal ministero della Salute di Gaza. Di conseguenza, un totale di 12.590 persone sono state uccise e altre 53.884 sono rimaste ferite da quando l’esercito di occupazione israeliano ha ripreso la sua guerra genocida contro Gaza, il 18 marzo 2025. Il bilancio delle vittime della guerra genocida israeliana contro Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023, è arrivata a 65.141 martiri, inclusi 2.513 richiedenti aiuti, secondo i dati del ministero della Salute. Il Ministero ha aggiunto che il numero totale dei feriti è salito a 165.925 persone, inclusi 18.414 richiedenti aiuti. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
La Torre che crolla: simbolo e strumento di una strategia di smantellamento totale a Gaza
InfoPal. Di Falastin Dawoud. L’immagine della torre che si sbriciola in una nuvola di polvere è diventata l’icona visiva del genocidio a Gaza. Tuttavia, per comprenderne il significato profondo, è necessario guardare oltre il singolo evento esplosivo e decodificare questo atto come il sintomo di una patologia distruttiva molto più ampia e sistemica. La demolizione degli edifici alti non è un fine, ma un mezzo all’interno di una strategia integrata che combina la logica militare con un progetto di guerra psicologica, il cui effetto punta verso lo smantellamento dei fondamenti stessi che permettono a una società di esistere e riprodursi. Questa strategia opera su due piani simultanei e sinergici: uno orizzontale e uno verticale, e la sua evoluzione è documentata da una cronologia di distruzioni emblematiche. Le Torri abbattute (2006-2024). La tattica di colpire gli edifici alti non è nuova, ma si è intensificata e sistematizzata nel tempo, raggiungendo l’apice nell’attuale offensiva. * 2008-2009 (Operazione Piombo Fuso): in questa offensiva si gettarono le basi per la strategia successiva. L’edificio del Parlamento palestinese fu ridotto in macerie, un atto dal chiarissimo valore simbolico piuttosto che strettamente militare. Allo stesso modo, il ministero degli Interni e altri grattacieli governativi furono presi di mira, segnalando l’intenzione di cancellare le istituzioni visibili dell’autorità palestinese a Gaza. * 2014 (Operazione Margine Protettivo): La strategia si fece più audace. Per la prima volta, interi condomini residenziali divennero obiettivi primari. Israele giustificò questi attacchi affermando che Hamas utilizzava appartamenti civili per nascondere tunnel d’ingresso, posti di comando o depositi d’armi. Il bombardamento della Torre Al-Zuhur, un complesso di 13 piani, divenne un esempio lampante di questa nuova norma, scatenando condanne per la sua natura di distruzione collettiva. * Maggio 2021 (Operazione Guardiano delle Mura): questa operazione segnò un salto di qualità nella guerra psicologica e mediatica. Il 15 maggio 202, l’aviazione israeliana distrusse la Torre Al-Jalaa, un edificio di 12 piani che ospitava gli uffici di Al Jazeera e The Associated Press (AP). Nonostante le giustificazioni israeliane sulla presenza di asset militari di Hamas, l’attacco fu universalmente interpretato come un messaggio diretto e intimidatorio alla stampa internazionale, un avvertimento sulla copertura dei massacri e un monito sul prezzo da pagare per chiunque, incluso un media globale, operi nella Striscia. * 2023-2024 (Operazione Spade di ferro): l’attuale offensiva ha portato questa strategia a una scala industriale e apocalittica. La distruzione non è più puntuale ma totalizzante. Interi isolati del centro della città di Gaza sono stati rasi al suolo. Simbolicamente, è stato colpito e gravemente danneggiato uno degli edifici più iconici della città: la torre di 14 piani del Centro palestinese per i Lavoratori dei Media (Press House), un luogo concepito come un sicuro rifugio per i giornalisti. La Great Omari Mosque, la più antica e storica della Striscia, è stata gravemente danneggiata, colpendo al cuore il patrimonio culturale e identitario palestinese. Questi attacchi confermano una strategia che non distingue più tra simboli del presente (i media) e del passato (la storia), ma che mira all’intero spettro dell’esistenza civile. Il Piano orizzontale: la cancellazione della vita civile. Parallelamente al crollo delle torri, procede una distruzione meticolosa e capillare dell’ecosistema civile su un piano orizzontale. Questo livello include la metodica demolizione delle infrastrutture critiche—acquedotti, condotte fognarie, reti elettriche—che non costituiscono obiettivi militari in senso tradizionale, ma sono i sistemi organici che sostengono la vita biologica di una comunità. Privare deliberatamente una popolazione di acqua potabile, elettricità e servizi igienico-sanitari non è un danno collaterale: è un atto che trasforma la sopravvivenza in una lotta quotidiana, degradando la condizione umana e rendendo l’ambiente fisico ostile alla vita stessa. A questo si aggiunge l’annientamento delle istituzioni del futuro e della memoria: università, scuole, biblioteche e archivi vengono ridotti in macerie. Questo non colpisce solo il presente, ma cancella deliberatamente il potenziale intellettuale e la continuità culturale di una nazione, amputandone il passato e negandole un domani. Il sistematico smantellamento del sistema sanitario, attraverso l’assedio e il bombardamento degli ospedali, completa questo quadro. Esso attacca il diritto alla cura in un momento di massimo bisogno, amplificando strategicamente il trauma e la crisi umanitaria, trasformando i luoghi di salvezza in trappole mortali. Il Piano verticale: la Guerra psicologica del Simbolo. È in questo contesto di obliterazione orizzontale che la distruzione della Torre assume il suo pieno, diabolico significato. L’atto di abbattere un grattacielo è fondamentalmente differente dal bombardare una casa. È un’azione progettata per la massima risonanza visiva e psicologica. La torre non è solo un edificio; è un simbolo di modernità, sviluppo e identità urbana. La sua demolizione non è solo la neutralizzazione di un presunto obiettivo militare, ma un atto di de-monumentalizzazione. Comunica un messaggio inequivocabile: “Non esiste nulla di vostro, nemmeno ciò che è più alto, imponente e moderno, che sia al sicuro dalla nostra potenza”. È un’affermazione di dominio totale sullo spazio fisico e psicologico. La tattica del preavviso—il knock on the roof—trasforma questo atto di distruzione in una forma sofisticata di tortura psicologica. Costringe gli abitanti a diventare partecipanti forzati dell’annientamento della propria vita, a fuggire lasciandosi dietro ogni certezza materiale e affettiva, per poi assistere impotenti alla cancellazione della propria storia. Questo processo non solo distrugge i beni, ma infligge un trauma profondo, generando un senso di impotenza che corrode dall’interno la resilienza individuale e collettiva. La combinazione di questi due piani—l’assedio orizzontale che strangola la vita biologica e gli attacchi verticali che demoliscono i simboli e il morale—crea una realtà in cui l’intero ambiente diventa un’arma. Il rombo incessante dei droni e i continui bombardamenti costruiscono un paesaggio sonoro permanente di minaccia, normalizzando il trauma e impedendo qualsiasi senso di tregua. L’occupazione militare della città di Gaza, con i rastrellamenti casa per casa e le evacuazioni forzate, segna il passaggio da un bombardamento a distanza a una rioccupazione del territorio, finalizzata allo smantellamento fisico di qualsiasi struttura di resistenza o di vita comunitaria. L’effetto cumulativo e voluto di questa strategia integrata è rendere Gaza irriconoscibile e irrecuperabile. Non si tratta più di una punizione collettiva o di una campagna militare eccessiva, ma di un processo che assume le caratteristiche della pulizia etnica attraverso l’inabitabilità. Il messaggio finale, reso chiaro dalla distruzione di tutto ciò che rende una vita degna di essere vissuta, è che non c’è più futuro per i palestinesi a Gaza. L’obiettivo ultimo appare essere la frantumazione definitiva della loro resilienza per costringere un esodo massiccio o imporre un controllo di sicurezza permanente su un territorio svuotato e totalmente assoggettato. In questo quadro, il crollo della torre non è che la firma drammatica su un documento di distruzione la cui portata storica e umanitaria è di una gravità senza precedenti.
L’Olocausto gazawi continua per il 712° giorno consecutivo. La città Gaza è sottoposta a intensi bombardamenti e si segnalano continuamente vittime
Gaza – InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) continuano la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria colpiscono implacabilmente tutto il territorio, prendendo di mira case, tende, rifugi civili, auto piene di sfollati, e centri di distribuzione aiuti. La città di Gaza è stata invasa ed è sotto brutale attacco, mentre la popolazione è obbligata a sfollare, in una nuova Nakba. Tuttavia, molti si rifiutano di andarsene, rimanendo nei loro quartieri. Gli obiettivi preferiti dal regime genocida di Tel Aviv sono bambini (neonati inclusi), donne, medici e giornalisti. Mai si era vista tanta barbarie sadica trasmessa “dal vivo” e sotto gli occhi del mondo intero. Lo sterminio dei nativi palestinesi avanza, sia nella Striscia di Gaza sia in Cisgiordania, ma questa campagna sistematica di annientamento degli autoctoni di Palestina, i veri semiti, sta portando Israele, entità ormai disprezzata e boicottata dall’Umanità intera, verso l’autodistruzione. La fine di Israele è vicina e la vedremo tutti. Diversi palestinesi sono rimasti uccisi e feriti dopo che aerei da guerra israeliani hanno preso di mira un gruppo di civili nel quartiere di Sheikh Radwan, a nord-ovest della città di Gaza. Secondo fonti mediche, il bilancio delle vittime palestinesi è salito ad almeno 29 dalle prime ore di mercoledì mattina. Almeno due palestinesi sono stati uccisi e oltre 60 altri sono rimasti feriti quando le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco sui richiedenti aiuti vicino al centro di distribuzione della criminale GHF ad Al-Shakoush, alla periferia di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale. Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano su una tenda che ospitava civili sfollati nel campo di concentramento di Al-Mawasi, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. 20 persone sono state uccise nel pomeriggio di ieri, dopo che aerei da guerra israeliani hanno bombardato un isolato residenziale nella zona di Bani Amer, nel quartiere di al-Daraj, nella città di Gaza. Decine di persone sono rimaste ferite o risultano disperse. L’esercito israeliano ha inoltre fatto esplodere diversi veicoli blindati con trappole esplosive in diverse zone della città, principalmente nel quartiere di Tal al-Hawa. Secondo fonti locali e mediatiche, Gaza è sottoposta a intensi bombardamenti e si segnalano continuamente vittime. Questa intensificazione militare arriva sulla scia dell’avvio, da parte del governo israeliano, di una vasta operazione contro la città di Gaza, che prevede massicci attacchi aerei e di artiglieria contro edifici e civili. L’esercito israeliano ha inoltre lanciato attacchi in altre aree della Striscia di Gaza, da lunedì, uccidendo e ferendo altri civili, tra cui bambini e donne. Nel frattempo, decine di persone sono state uccise o ferite negli attacchi israeliani contro i richiedenti aiuti umanitari vicino ai punti di distribuzione in diverse aree di Gaza. Secondo quanto dichiarato ieri dal ministero della Salute di Gaza, tre persone, tra cui un bambino, sono state dichiarate morte per fame e malnutrizione, mentre altri abitanti di Gaza sono stati dichiarati morti dopo essere rimasti feriti in seguito ai recenti attacchi. Parzialmente distrutto l’ospedale pediatrico Rantisi a Gaza. Una mappa di quello che è diventato l’attuale Campo di Concentramento di Gaza (in verde), una striscia di terra di 35 km quadrati nella Striscia di Gaza meridionale, dove Israele sta cercando di trasferire forzatamente due milioni di palestinesi. L’area, ironicamente etichettata dall’esercito israeliano come “zona umanitaria”, è in realtà un deserto inabitabile, privo di abitazioni, infrastrutture, elettricità o servizi igienici, che lascia i civili con nient’altro che terra arida, in mezzo a uno sfollamento di massa. (Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori). Per i precedenti aggiornamenti: https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza
Israele inizia ufficialmente la cancellazione della città di Gaza con il pieno sostegno dell’amministrazione Trump
Gaza-Quds News. L’amministrazione Trump ha dato piena copertura politica all’attacco israeliano contro quasi un milione di civili nella Gaza. Il Segretario di Stato USA Marco Rubio è rimasto saldamente al fianco del primo ministro Benjamin Netanyahu mentre le forze israeliane intensificavano l’attacco per occupare totalmente la città, nonostante l’intensificarsi dei massacri contro i civili. Venerdì, le forze di occupazione israeliane hanno iniziato a demolire i grattacieli della città di Gaza. La distruzione ha segnato la prima fase dell’attacco terrestre israeliano. L’azione è avvenuta solo poche ore dopo l’incontro di Rubio con Netanyahu e alti ministri del governo nella Gerusalemme occupata. Rubio ha anche partecipato a una cerimonia per i coloni in un tunnel sotto il villaggio palestinese di Silwan, vicino alla moschea di Al-Aqsa. Il piano di occupare Gaza ha incontrato una rara resistenza interna all’apparato di sicurezza israeliano. Il Capo di Stato Maggiore israeliano, Generale Eyal Zamir, insieme ai vertici del Mossad, dello Shin Bet e dell’intelligence militare, ha avvertito Netanyahu che l’invasione non avrebbe sconfitto Hamas, avrebbe messo in pericolo i soldati israeliani prigionieri e avrebbe consolidato Israele come potenza occupante su oltre due milioni di palestinesi. Il forum delle famiglie dei prigionieri israeliani ha condannato la mossa. “Il primo ministro sta consapevolmente scegliendo di sacrificarli sull’altare di considerazioni politiche”, ha affermato il gruppo, avvertendo che i prigionieri israeliani sopravvissuti ai bombardamenti israeliani sono ora a maggior rischio. Un funzionario statunitense ha confermato che Washington non ha intenzione di frenare Israele. Questo avviene nonostante Trump continui a promettere agli elettori che “porrà fine alla guerra israeliana a Gaza”. Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, ha affermato che Israele sta usando armi non convenzionali per costringere i palestinesi a lasciare la città di Gaza, il più grande centro urbano dell’enclave. I palestinesi temono di non poter più tornare. La distruzione è sconcertante. Il portavoce della Difesa Civile di Gaza, Mahmoud Basal, ha riferito che nel giro di pochi giorni Israele ha demolito 12 grattacieli con 500 appartamenti, costringendo oltre 10.000 persone a sfollare. Altri 120 edifici di medie dimensioni sono stati bombardati, costringendone altre 7.200 a lasciare Gaza. Centinaia di altre strutture sono state parzialmente distrutte, lasciando 30.000 residenti senza casa. Israele ha anche distrutto 600 tende che ospitavano famiglie sfollate, lasciando 6.000 persone all’aperto. Dieci scuole e cinque moschee sono state completamente rase al suolo. Domenica, le forze israeliane hanno abbattuto la torre più alta di Gaza, l’edificio Al-Ghifari. Quasi un milione di palestinesi rimane intrappolato nella città di Gaza, secondo il Direttore Generale del ministero della Salute, il dott. Muneer Alboursh. Le cosiddette “zone sicure” sono già sovraffollate, senza più alcun riparo per i nuovi sfollati.
Soldato israeliano in servizio a Gaza: “Non ho idea di quanti ne abbia uccisi — molti bambini”
Gaza – Quds News. Un cecchino israeliano in servizio a Gaza durante il genocidio in corso ha confermato che le forze ricevono l’ordine di sparare contro i civili affamati che cercano aiuto, anche se non rappresentano alcuna minaccia. “Non ho idea di quanti ne abbia uccisi, molti bambini”, ha detto, aggiungendo: “Agli ufficiali non importa se i bambini muoiono”. In un’intervista al quotidiano israeliano Haaretz, Yoni, un soldato in servizio attivo nella Brigata Nahal, ha raccontato di un attacco contro bambini, lo scorso maggio, a Beit Lahiya, quando i soldati avevano sostenuto che due bambini fossero “terroristi”. “‘Terroristi, terroristi!’ ha gridato uno dei soldati. Siamo andati in tilt, e io immediatamente mi sono alzato con la Negev (un tipo di mitragliatrice) e ho iniziato a sparare colpi, centinaia di proiettili. Poi ci siamo lanciati in avanti, ed è allora che ho capito che era stato un errore”, ha raccontato. “Ho visto due corpi di bambini, forse di otto anni, forse dieci, non lo so”, ha ricordato Yoni. “Tutti insanguinati, pieni di segni di proiettili. Ho capito che era tutta colpa mia, che ero stato io. Volevo vomitare. Pochi minuti dopo è arrivato il comandante della compagnia e ha detto freddamente, come se non fosse umano: ‘Sono entrati in una zona di fuoco. È colpa loro. È così in guerra’”. Beni, un cecchino della Nahal, ha dichiarato che davanti ai civili in cerca di aiuti nel nord di Gaza esiste una linea invisibile quando arrivano i camion e iniziano a scaricare. “Una linea che se la oltrepassano, posso sparargli”, ha detto Beni. “È come un gioco del gatto e del topo. Cercano di arrivare da direzioni diverse, e io sono lì con il mio fucile da cecchino, e gli ufficiali mi urlano: ‘Abbattili, abbattili’. Sparo dai 50 ai 60 colpi al giorno. Ho smesso di contare le X. Non ho idea di quanti ne ho uccisi. Tanti. Bambini“. Ha detto di essere stato costretto e minacciato a sparare contro civili affamati che cercavano aiuto. “Il comandante del battaglione urlava alla radio: ‘Perché non li abbattete? Stanno avanzando verso di noi; è pericoloso'”, racconta, dicendo che agli ufficiali “non importa se muoiono i bambini, e non gli importa cosa mi faccia mentalmente. Per loro, sono solo un altro strumento”. Beni ora starebbe cercando di lasciare l’esercito. “Non mi fido degli ufficiali, non credo al governo. Voglio solo lasciare l’esercito e iniziare la mia vita”. Secondo le Nazioni Unite, almeno 859 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano di ottenere aiuti nei siti della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuti da Stati Uniti e Israele, tra il 27 maggio e il 31 luglio 2025, per la maggior parte dall’esercito israeliano. Altri 514 sono stati uccisi dalle forze israeliane lungo i percorsi dei convogli alimentari. Human Rights Watch ha affermato che la “situazione umanitaria disperata è il risultato diretto dell’uso da parte di Israele della fame dei civili come arma di guerra — un crimine di guerra — nonché della continua privazione intenzionale di aiuti e servizi di base, azioni in corso che equivalgono al crimine contro l’umanità di sterminio e ad atti di genocidio”. I palestinesi a Gaza e le Nazioni Unite hanno descritto questi siti come “trappole di morte di massa” e “mattatoi”. Da quando la GHF ha iniziato a gestire i siti di distribuzione degli aiuti a maggio, sono stati riportati episodi quasi quotidiani di sparatorie da parte delle forze israeliane e di mercenari statunitensi nei pressi o all’interno dei siti stessi. Civili palestinesi affamati e ex mercenari americani hanno denunciato di aver assistito a colpi di arma da fuoco contro folle palestinesi. Traduzione per InfoPal di F.F.