
Gruppi legali: Microsoft potrebbe affrontare responsabilità penali per il suo ruolo nel genocidio israeliano a Gaza
InfoPal - Saturday, December 6, 2025
PressTv. Una coalizione di gruppi legali e di advocacy internazionali ha avvertito Microsoft che la fornitura di servizi a Israele durante la guerra genocida a Gaza potrebbe esporre il gigante tecnologico statunitense a responsabilità penale davanti ai tribunali statunitensi ed europei, oltre che ad organismi internazionali.
In una lettera inviata all’azienda martedì, l’Abolitionist Law Center, Avaaz Foundation, l’European Legal Support Center, il Centre for Research on Multinational Corporations (SOMO), il Center for Constitutional Rights, l’Ekō e Global Legal Action Network (GLAN) hanno criticato Microsoft per aver aiutato, favorito e contribuito all’esecuzione, da parte di Israele, di crimini atroci e violazioni dei diritti umani contro i palestinesi di Gaza.
Hanno affermato che la fornitura di servizi da parte di Microsoft, inclusi cloud, intelligenza artificiale ed elaborazione dati, al regime di Tel Aviv espone l’azienda a un’ampia gamma di responsabilità civili e penali.
“Esiste una base ragionevole e credibile per ritenere che Microsoft, attraverso la fornitura di tecnologia e servizi all’esercito israeliano, abbia svolto un ruolo diretto nell’esecuzione, da parte di Israele, di gravi crimini contro la popolazione palestinese di Gaza, inclusi, ma non solo, genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, si legge nella lettera.
“Inoltre, vi sono ulteriori basi per concludere che la tecnologia di Microsoft supporta la realizzazione, da parte di Israele, di attività illegali di sorveglianza estesa e oppressiva contro la popolazione palestinese”.
Le organizzazioni hanno anche affermato che fonti israeliane stesse hanno confermato che l’esercito del regime fa affidamento sui prodotti Microsoft per analizzare e sviluppare “obiettivi da uccidere” a Gaza, oltre che per spiare i palestinesi.
Hanno esortato i massimi dirigenti di Microsoft a interrompere la fornitura di servizi utilizzati illegalmente da Israele e ad adottare le misure necessarie per sostenere la responsabilità verso i danneggiati, incluso il risarcimento.
Israele ha ucciso almeno 70.117 palestinesi, per lo più donne e bambini, dal 7 ottobre 2023, quando ha lanciato la sua guerra genocida contro Gaza.
E’ stato costretto ad accettare un cessate il fuoco a Gaza, entrato in vigore l’11 ottobre 2025, ma da allora ha violato la tregua con attacchi quasi quotidiani contro il territorio palestinese assediato.
Inoltre, nella loro lettera, i gruppi hanno affermato che, dopo l’inizio del genocidio israeliano, Microsoft è diventato un importante fornitore di servizi cloud per l’esercito d’occupazione.
Nell’aprile 2024, hanno osservato, l’utilizzo da parte dell’esercito israeliano dello storage cloud Microsoft era aumentato di oltre il 155% rispetto al periodo precedente all’assalto brutale su Gaza.
Nel frattempo, i gruppi legali hanno fatto riferimento a recenti indagini che hanno rilevato che l’unità di cyber-spionaggio israeliana 8200 conservava grandi volumi di intercettazioni di telefonate palestinesi sui server cloud Azure di Microsoft.
La sorveglianza di massa ha permesso al regime usurpatore di raccogliere e mantenere registrazioni delle telefonate quotidiane dei palestinesi nella Striscia di Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata, hanno sottolineato.
A luglio 2025, circa 11.500 terabyte – equivalenti a 200 milioni di ore di audio – di dati militari israeliani erano conservati principalmente nei data center Microsoft nei Paesi Bassi, con una quantità minore conservata anche in Irlanda.
“La dimensione europea è qui tragicamente critica: un’infrastruttura significativa che alimenta il targeting militare di Israele è ospitata ed elaborata in Europa, anche da Microsoft”, ha dichiarato Gearóid Ó Cuinn, direttore fondatore di GLAN. “La legge europea è esplicita: se i tuoi sistemi consentono materialmente crimini atroci o sorveglianza illegale su scala di popolazione, erediti una seria esposizione legale”.
In un altro sviluppo, mercoledì Bloomberg ha riferito che l’attivista dell’Irish Council for Civil Liberties ha presentato un reclamo contro Microsoft, sostenendo che il gigante tecnologico sta violando la legge sulla protezione dei dati dell’Unione Europea aiutando Israele a rimuovere prove della sorveglianza del regime sui palestinesi dai data center situati nel continente.
“I server di Microsoft fanno parte di una catena che contribuisce alle violazioni in corso del diritto penale internazionale, umanitario e dei diritti umani contro milioni di palestinesi”, si legge nel reclamo.
Traduzione per InfoPal di F.F.