
Militarizzazione della scuola: l’influenza dell’Aerospazio e del “dual use” sulla formazione
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università - Friday, May 23, 2025Alcune settimane fa su un quotidiano locale di Biella (che si stava preparando al raduno nazionale degli Alpini) compariva la seguente notizia su una iniziativa riguardante l’Aerospazio (clicca qui).
Leggendo questo breve articolo, abbiamo iniziato a ragionare su come, parallelamente alla denuncia della presenza diretta in classe di personale in divisa di Forze Armate e Forze dell’Ordine, sia sempre più urgente illuminare anche un aspetto forse meno eclatante, e perciò più insidioso, della militarizzazione della scuola, costituito da attività che si possono leggere attraverso la lente di ingrandimento del cosiddetto “dual use“.
Questa espressione indica tutti quei beni e quelle tecnologie che, sebbene progettati per finalità principalmente civili, possono avere un utilizzo nell’ambito dell’industria bellica (si vedano a proposito gli studi di Futura D’Aprile e di Michele Lancione).
Il settore dell’Aerospazio è sicuramente uno degli ambiti in cui questa ambiguità appare più presente ed è proprio su questo aspetto che ci vogliamo soffermare analizzando il resoconto della visita di una classe della scuola primaria “De Amicis” di Biella presso l’ITS Academy Aerospazio/Meccatronica della Regione Piemonte.
L’incontro è stato patrocinato dalla Vicepresidente nonché Assessora all’Istruzione della Regione Piemonte, dott.ssa Elena Chiorino, la cui presenza istituzionale sembrerebbe corroborare il valore formativo di questa attività.
Innanzitutto, giova ricordare che il sistema degli ITS rappresenta da alcuni anni una costante e crescente presenza nell’offerta di orientamento in uscita delle scuole secondarie superiori, ma non è assolutamente chiara la finalità didattica di un incontro proposto a bambini e bambine della scuola primaria. Gli scolari e le scolare hanno avuto modo di visitare la sede dell’ITS e di prendere parte a laboratori nel corso dei quali hanno realizzato e lanciato dei “water rockets” e poi sperimentato l’utilizzo di visori per la Realtà Virtuale.
Un osservatore legittimamente potrebbe trovare questo tipo di attività divertente e curioso, ma dal nostro punto di vista le criticità sono numerose.
In primis, occorre sottolineare come gli ITS siano inseriti in una filiera produttiva che come si è detto chiarendo il concetto di “dual use”, non sempre produce in maniera diretta per l’industria bellica, ma spesso e volentieri è coinvolta nella produzione di componentistica fondamentale per la messa a punto di armamenti, soprattutto laddove è implicata una produzione ad alto contenuto tecnologico, essenziale nella conduzione dei conflitti contemporanei. D’altra parte gli ITS sono legati a doppio filo con imprese come Leonardo SpA: a titolo meramente esemplificativo, nel bando di selezione per il nuovo corso per Tecnici specializzati in Progettazione, Collaudo e Integrazione di Sistemi Radar leggiamo che «il corso si rivolge alle ragazze e ai ragazzi che hanno conseguito un diploma di maturità e che desiderano avviare una carriera professionale in un settore tecnologico in forte crescita e strategico per le esigenze dei moderni sistemi di Difesa e Sicurezza» (clicca qui).
Per fugare eventuali dubbi residui sulla commistione tra l’ambito dell’istruzione e quello dell’ industria bellica è sufficiente sottolineare che all’incontro con i bambini e le bambine della “De Amicis” di Biella ha preso parte Vittorio Ancona di Thales Alenia Space, che insieme ad Anthea Comellini ha «condiviso con gli studenti i percorsi che li hanno condotti a lavorare nel mondo dell’aerospazio, trasmettendo passione,
determinazione e visione».
Vittorio Ancona è Head Engineer di Thales Alenia Space, che è una joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%). Tra le molteplici attività di Thales Alenia Space troviamo «la fornitura di sistemi di difesa (…) nonché soluzioni di osservazione legate alla sorveglianza» (settore del quale con un Decreto Sicurezza come quello appena approvato è facilmente intuibile l’importanza). Il profilo però probabilmente più seducente per i bambini e le bambine coinvolte/i nella visita è quello di Anthea Comellini, che è stata ingegnera presso la stessa Thales e oggi, come astronauta dell’ ESA, è pronta a concorrere in celebrità con AstroSamantha Cristoforetti.
Se vogliamo pensare a quale possa essere il livello di fascinazione prodotto sui bambini da personaggi come una Comellini o una Cristoforetti, basti pensare che alcuni anni fa fu prodotta anche una “Barbie Cristoforetti” (clicca qui). Sicuramente lo spazio e la sua esplorazione sono temi tradizionalmente accattivanti per i bambini e per le bambine: come non vedere un attento esempio di “gender washing” nel successo delle astronaute in questione? Qui non si tratta però di un romanzo di Jules Verne e il romanticismo di certa vulgata contemporanea sui viaggi stellari altro non è se non accorta propaganda costruita a tavolino da un settore industriale rispetto alla cui presunta “innocenza” e neutralità è più che legittimo sollevare dubbi.
Non si creda che questa improvvisa passione per le stelle sia una casualità: pochi giorni dopo comparivano per le strade di Torino i cartelloni pubblicitari che annunciavano il prossimo grande evento che si tiene in città in questi giorni: lo Space Festival 2025 (si veda il programma alla pagina www.spacefestival.it).
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Piemonte