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Situazione università in attesa dell’autunno caldo: quali progressi contro gli accordi con filiera bellica e partner israeliani?
Cosa succede negli Atenei italiani rispetto agli accordi con la filiera bellica e con i partner israeliani?Qual è la situazione delle Università in vista di un autunno che si preannuncia più caldo che mai? Già, perché, anche se apparentemente la pausa estiva sembra aver attenuato l’eco delle proteste studentesche e i fermenti di lotta negli atenei, in realtà si colgono tanti segnali di vivacità che ci fanno affermare che nei prossimi mesi sarà proprio il mondo accademico uno degli ambiti nei quali il fronte contro la guerra ed il riarmo sarà più attivo: * il 5 settembre si inizia alla Sapienza con un appuntamento sul ruolo dei saperi nell’economia del genocidio, organizzato dal Comitato Sapienza Palestina, dal CNR contro le guerre e dall’Assemblea precaria universitaria, nel quale interverrà Francesca Albanese. Si evidenzierà come la lotta per un’università democratica, adeguatamente finanziata e con condizioni di lavoro decentisia necessariamente legata alla lotta contro la guerra e chi fa profitto su armi e tecnologia bellica (ore 10:00 aula C, Scienze Politiche, Università Sapienza Roma); * le Assemblee precarie universitarie, che si sono moltiplicate e cresciute nella prima metà dell’anno, hanno annunciato una tappa fondamentale della loro lotta contro il precariato proprio nel cuore dell’autunno e fra i punti delle loro rivendicazioni c’è il NO alla ricerca bellica ed alle politiche di riarmo; * a settembre verrà presumibilmente firmato il CCNL Istruzione e Ricerca e sarà l’ennesimo contratto in perdita: stavolta il motivo dei mancati adeguamenti salariali all’inflazione è direttamente ricondubilie alle politiche di riarmo, che sottraggono risorse ai servizi pubblici ed al rinnovo del contratti del pubblico impiego, per cui è lecito attendersi una reazione del personale scolastico e universitario e delle sigle sindacali più attive nel contrasto alla guerra ed al riarmo; * il 13 settembre è in programma il lancio della campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” (sulla quale vi informeremo a breve in dettaglio), che mira a mettere insieme le tante realtà impegnate nel mondo dell’istruzione contro il processo di militarizzazione in atto nelle scuole e nelle università e solidali con la causa palestinese. Studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, insegnanti scolastici e docenti universitari, personale tecnico amministrativo e attivisti della società civile convergeranno in questo percorso iniziato ad aprile a Siena: per allertare rispetto ai rischi di una “israelizzazione” della società in quel segmento fondamentale che è appunto il settore della conoscenza, per dire NO alla guerra e per esprimere concretamente la solidarietà alla questione palestinese boicottando gli accordi con il complesso militare industriale e con le istituzioni israeliane sia nella didattica che nella ricerca; * la partenza della Global Sumud Flotilla verso Gaza sarà un’opportunità per il rilancio delle proteste studentesche e della solidarietà verso la Palestina, perché l’arrivo delle imbarcazioni al largo di Gaza è previsto intorno a metà settembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico, oltre che dell’anno scolastico. Insomma, un po’ di elementi che ci fanno pensare che combinati insieme si possano creare quelle condizioni presenti ai tempi delle acampade studentesche, per rilanciare con forza le richieste alle governance dei vari Atenei per un maggiore impegno concreto nel liberare i luoghi del sapere dalle pressioni militariste, ma anche al Governo per fare retromarcia rispetto alle relazioni pericolose sul riarmo con Leonardo, con la NATO e con il governo israeliano (ad esempio, Italia e Germania vogliono frenare la Commissione europea che intende sospendere Israele dai fondi di ricerca del Programma Horizon a causa del genocidio in corso). Il lavoro fatto fino ad ora non è poco (lo sintetizziamo di seguito), ma c’è ancora molta strada da fare soprattutto nel passare dalle enunciazioni di principi ad azioni concrete con riflessi pratici che cambino la realtà delle cose. RASSEGNA DI MOZIONI, DELIBERE E MODIFICHE NEGLI ATENEI RISPETTO AGLI ACCORDI Di seguito passiamo in rassegna i principali casi in cui le università italiane hanno formalmente adottato delibere, mozioni o modifiche strutturali vietando accordi con partner israeliani o con realtà collegate alla filiera bellica. Segnalateci altri casi significativi se dovessero mancare all’appello! 1. SAPIENZA — UNIVERSITÀ DI ROMA (DELIBERA SENATO ACCADEMICO, 13 MAGGIO 2025) * Il Senato Accademico ha approvato la Deliberazione n. 92/2025, che include un mandato per integrare lo statuto o regolamento al fine di: * interrompere ogni collaborazione con istituzioni e aziende israeliane coinvolte nell’apparato bellico, sospendere accordi con aziende legate al settore difesa, * riformare il Comitato Etico per includere controlli di tipo etico su collaborazioni potenzialmente belliche Wikipedia+15Sapienza Università di Roma+15Open+15. * ➤ Fonte ufficiale: verbale del Senato Accademico disponibile sul sito della Sapienza. 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO (STATALE) — SOSPENSIONE ACCORDO CON ARIEL UNIVERSITY * Nel fine 2023, formalizzata a inizio aprile 2024, la Statale di Milano ha sospeso l’accordo di collaborazione con l’Ariel University, situata nei territori occupati palestinesi. La decisione è passata attraverso un’istruttoria e voto del senato accademico DomaniDomani+2ANSA.it+2Domani+2. 3. UNIVERSITÀ DI PALERMO — SOSPENSIONE TOTALE ACCORDI CON ISRAELE (4 GIUGNO 2024) * Il Senato Accademico ha approvato all’unanimità un documento che: * sospende tutti gli accordi Erasmus con università israeliane (programmi KA171 e KA220-HED), * vieta nuovi accordi con atenei israeliani “fino al superamento della crisi”, * istituisce procedure di due diligence su accordi con potenziale dual use, * coinvolge rappresentanza studentesca nel tavolo tecnico su tali collaborazioni L’INDIPENDENTE+6L’INDIPENDENTE+6ANSA.it+6. 4. UNIVERSITÀ DI PADOVA — MOZIONE E IMPEGNO A NON AVVIARE NUOVI ACCORDI (14 MAGGIO 2024 E ULTERIORE MOZIONE 1° LUGLIO 2025) * Il Senato Accademico del 14 maggio 2024 ha approvato una Mozione per la Pace in Palestina, condannando la distruzione delle università palestinesi e richiamando principi etici secondo statuto e Codice di integrità della ricerca Reddit+15Università degli studi di Padova+15Centro di Ateneo per i Diritti Umani+15. * In una seduta successiva il 1° luglio 2025, Padova ha approvato una nuova mozione che: * condanna le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, * si impegna a non intraprendere nuovi accordi né rinnovare quelli esistenti con istituzioni israeliane ritenute coinvolte in violazioni, * mantiene solo collaborazioni a valenza puramente didattica o di ricerca non bellica L’INDIPENDENTE+4Centro di Ateneo per i Diritti Umani+4Domani+4. 5. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA — MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (2024) * Nel Senato Accademico UNIBO ha approvato una Mozione sulla guerra a Gaza, includendo impegni come: * condanna di qualsiasi aggressione a istituzioni universitarie, rafforzamento delle norme sul dual use, rifiuto di accordi con imprese e università (anche israeliane) associate a violazioni dei diritti umani o prodotti per scopi militari, * rescissione di accordi vigenti qualora i partner incorrano in tali condizioni Wikipedia+7UniboMagazine+7Open+7.       MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (18 GIUGNO 2025) Il Senato Accademico ha approvato una mozione condannando “l’escalation militare israeliana a Gaza”, le violazioni del diritto internazionale e umanitario, e ha chiesto il “rafforzamento di tutte le iniziative per il cessate il fuoco” Altreconomia+6Potere al Popolo+6quinewspisa.it+6 La Nazione+15UniboMagazine+15Corriere di Bologna+15 6. UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI — DIMISSIONI DAL COMITATO DI FONDAZIONE BELLICA (APRILE 2024) * Il rettore della Federico II, in risposta a mobilitazioni studentesche, ha annunciato le proprie dimissioni dal comitato scientifico della fondazione Med-Or (legata a Leonardo spa), principale industria bellica italiana. Il Rettore Matteo Lorito ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate. Open+4L’INDIPENDENTE+4Domani+4 7. UNIVERSITÀ DI BARI – MOZIONI E PROVVEDIMENTI (APRILE–GIUGNO 2025) * Aprile 2024: scelta unanime di non partecipare al bando di cooperazione Italia–Israele e dimissioni del Rettore Bronzini dal comitato scientifico della fondazione Med‑Or (legata all’industria bellica) La Nazione+2La Gazzetta del Mezzogiorno+2atlanteguerre.it+2 * 19 giugno 2025: il Dipartimento di Bari ha approvato una mozione di condanna contro Israele, prevedendo misure di accoglienza per colleghi palestinesi e richiedendo “esplicita presa di distanza dai diritti umani e diritto internazionale da parte del partner israeliano” Il Bo Live+14BariViva+14Barletta news24city -+14. * La mozione ha ricevuto pareri contrastanti, passando con un solo voto di scarto PugliaViva. 8. UNIVERSITÀ DI PISA – MODIFICA STATUTO E MOZIONE PER LA PACE (GIUGNO–LUGLIO 2025) * 13 giugno 2024: Senato Accademico e CdA approvano una mozione per la pace, con “percorso di autodisciplina” sulle collaborazioni con la filiera bellica UniboMagazine+13Università di Pisa+13Cambiare Rotta+13. * Febbraio 2025: lo Statuto viene aggiornato con clausole che escludono forme di collaborazione per lo sviluppo di armi italbalkanika.al+1La Nazione+1. Nome del tuo sitoquinewspisa.it 9. UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA – PRESE DI POSIZIONE E RICONOSCIMENTO PALESTINA (2024–2025) * 17 luglio 2024: Senato Accademico approva la mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina LA NOTIZIA+15Università degli Studi di Siena+15Facebook+15. * Marzo 2024: presidenza di Tomaso Montanari oggetto di pressioni per non aver aderito a posizioni di boicottaggio attivo HuffPost Italia. * Giugno 2024: UniStrasi approva (all’unanimità) una posizione di solidarietà per Gaza in Senato Accademico Gazzetta di Siena. 10. UNIVERSITÀ DI FIRENZE – BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E MOZIONE DEL 2023 + SOSPENSIONI 2025 * 19 dicembre 2023: mozione per la pace approvata, condanna delle atrocità e appello per due Stati, ma senza misure restrittive su accordi bilaterali Università di Firenze. * 16 luglio 2025: cinque dipartimenti (Matematica/Informatica, Ingegneria, Scienze agrarie, Architettura, Scienze politiche/sociali) sospendono accordi in essere con università israeliane, tramite appello firmato da docenti, studenti, ricercatori e dottorandi Altreconomia+2Il Foglio+2La Nazione+2. ——————————————————————————————————————– NOTA SU ALTRI ATENEI * Cagliari: una mozione studentesca chiedeva la sospensione degli accordi con atenei israeliani, ma il Senato ha respinto la proposta (30 gennaio 2024) Reddit+13Domani+13Open+13. * In Torino, si è deciso di non partecipare al bando MAECI 2024 con università israeliane, ma non è stata formalizzata una definitiva rescissione di tutti gli accordi Reddit+4Domani+4Wikipedia+4. * Altri atenei (es. UniPub) hanno visto proteste o richieste, ma non hanno mai formalizzato delibere o modifiche organiche DomaniDomani. TABELLA RIEPILOGATIVA UniversitàTipo di attoDataAzione chiaveSapienza RomaDelibera Senato Accademico n. 92/202513 maggio 2025Interruzione collaborazioni con Israele/bellicoStatale MilanoSospensione accordo Arielfine 2023 / apr 2024Sospeso accordo con Ariel UniversityFederico II NapoliDimissioni promesse dal Rettore da comitato Med-Or, ma non rassegnateaprile 2024Ritiro da fondazione associata ad industria bellica (il Rettore ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate)PalermoDelibera Senato Accademico all’unanimità4 giugno 2024Blocco accordi Erasmus, nuovi accordi vietatiPadovaMozioni Senato Accademico14 mag 2024 & 1 lug 2025Impegno a non avviare o rinnovare accordi con IsraeleBolognaMozione Senato Accademico   Mozione Senato Accademico19 marzo 2024     18 giugno 2025Rifiuto accordi dual use e rescissione ove applicabile   Condanna escalation, stop/riduzione rapporti con IsraeleBariNon partecipazione bando + dimissioniAprile 2024Ritiro del Rettore da Med-Or e bando di cooperazione Italia-Israele sospeso Mozione Dipartimento19 giugno 2025Critiche diritti umani e accoglienza colleghi palestinesiPisaMozione Senato + autodisciplina13 giugno 2024Percorso etico sulle collaborazioni belliche Statuto aggiorna (no armi)Febbraio 2025Clausole di rifiuto su attività dual useSiena (Stranieri)Mozione riconoscimento Palestina17 luglio 2024Impegno politico e morale verso Palestina Università degli Studi di Siena Pressioni su boicottaggioMarzo 2024Respinta mobilitazione politicamente orientata HuffPost Italia Mozione solidale a GazaGiugno 2024Approvata all’unanimità in Senato Accademico Gazzetta di SienaFirenzeMozione per la pace19 dicembre 2023Condanna, ma nessuna sospensione formale Stop accordi da 5 dipartimenti16 luglio 2025Sospesi accordi con università israeliane Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
UNIFI e il training militare al centro universitario sportivo di Firenze
Circa un mese fa avevamo pubblicato con sollievo la notizia relativa ai 5 Dipartimenti dell’Università di Firenze che dicevano NO agli accordi con gli atenei israeliani in seguito ai crimini di guerra del loro governo nel genocidio in corso a Gaza. Per tale ragione ci coglie un po’ spiazzati e disorientati la segnalazione arrivata in questi giorni da una delle nostre aderenti, la quale ci ha informati che sul sito web del CUS di Firenze, il Centro Universitario Sportivo dell’Università di Firenze si sta promuovendo, fra i vari corsi, anche il Military Training. https://www.cus.firenze.it/. Ci chiediamo quale sia nel contesto dello sport dedicato agli studenti universitari l’utilità e lo scopo di una simile iniziativa, che nulla ha a che spartire col mondo accademico e coi suoi principi. A nostro avviso, si tratta solo dell’ennesimo segnale di quel processo di militarizzazione dell’istruzione che denunciamo da anni e che entra sempre di più anche nelle attività collaterali che riguardano gli atenei statali. Eppure, in questi anni UNIFI ha approvato delle mozioni importanti all’interno del Senato Accademico sul tema della guerra: * a dicembre 2023 una mozione per la pace con alcuni contenuti apprezzabili, affermando la necessità di una “cessazione immediata dei bombardamenti e degli scontri nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania”; https://www.unifi.it/it/news/mozione-la-pace * a maggio 2024 il Senato Accademico di UNIFI chiede «l’immediata interruzione delle operazioni militari nei territori palestinesi», recependo alcune istanze presentate dai rappresentanti degli studenti e «riconosce la necessità dell’Università di dare seguito ai valori costituzionali e statutari, rendendosi attivo e concreto agente di pace e lavorando in tale direzione». Come punto della revisione del codice etico dell’Ateneo passa l’istanza dell’istituzione di una commissione etica che valuti gli accordi che vengono stipulati con enti esterni (con un accento sulle università israeliane). Di fatto la commissione dovrà assicurare che tali accordi rispettino i principi posti dagli studenti, ovvero che non ci siano violazioni dei diritti umani»; https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_maggio_22/l-universita-di-firenze-si-schiera-stop-alla-guerra-in-palestina-ma-niente-boicottaggio-degli-atenei-israeliani-32c4f9c9-abf4-4631-8bcb-1b39e5f9fxlk.shtml * a giugno 2025 l’Università si impegna a rafforzare i luoghi di confronto sulla pace giusta, la libertà accademica e la cooperazione internazionale. Il messaggio finale è chiaro: “La pace è una responsabilità pubblica. Spetta anche alle università esercitarla”. L’Ateneo fiorentino chiama a raccolta tutte le università italiane ed europee: “Facciamo rete. Condividiamo strumenti, progetti e visione. Costruiamo insieme un orizzonte di pace”. https://www.unifi.it/it/news/approvato-allunanimita-appello-la-pace E cosa fa in tutta questa prospettiva l’Università di Firenze attraverso il CUS? Un corso di TRAINING MILITARE! C’è qualcosa che non torna… Probabilmente all’interno di UNIFI convivono due anime e persistono alcune forze che cercano di riportare il focus sul processo di militarizzazione, lasciando come parole morte ciò che è stato affermato dagli Organi accademici. Ebbene, come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università chiediamo alla Rettrice Prof.ssa Alessandra Petrucci, alla governance dell’Università di Firenze, ma anche a chi rappresenta l’Ateneo all’interno del CUS (la Prof.ssa Maria Paola Monaco ed il Prof. Nicola Poli nel Consiglio Direttivo ed il Comitato per lo Sport Universitario) di considerare il percorso avviato dagli Organi Accademici per fare in modo che il CUS faccia un passo indietro sul Training Militare e lo escluda fra le possibilità della sua offerta sportiva, soprattutto perché non rappresenta un vero e proprio sport e non ha nulla a che fare con le attività sportive adatte per studenti e studentesse universitari/e. Si tratta di un’importante occasione di riflessione interna per tradurre in pratica ciò che è stato deciso in Senato Accademico e porre rimedio ad alcune contraddizioni in Ateneo ed a quegli elementi di militarizzazione ancora presenti nel contesto accademico. A tale proposito, ne menzioniamo anche altri di una certa rilevanza: * il Master in Leadership e Analisi Strategica offerto dall’Università di Firenze (UNIFI) in collaborazione con l’Aeronautica Militare, un percorso formativo con competenze “dual use”, cioè utili sia in ambito civile che militare: questo master, include lauree magistrali e corsi specifici, è rivolto a tutti gli studenti e non solo ai militari e forma figure professionali con competenze strategiche e manageriali; https://www.unifimagazine.it/unesperienza-formazione-congiunta/ * il Corso di Laurea triennale in Scienze giuridiche della Sicurezza, erogato in convenzione con la Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri; https://www.scienzegiuridichedellasicurezza.unifi.it * il legame fra il Dipartimento di Architettura e l’ISMA – Istituto di Scienze Militari Aeronautiche; > Architettura Unifi e Scienze militari Aeronautiche, insieme per la > valorizzazione del territorio * la collaborazione dei corsi di Laurea in Farmacia di UNIFI con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze; Fai clic per accedere a stab_chimico_farmaceutico_militare_230223.pdf Probabilmente, l’iniziativa del Military Training del Centro Universitario Sportivo è nata sull’onda della già forte presenza militare nelle collaborazioni con l’Ateneo di Firenze e sarà presumibilmente portata avanti da chi in università punta a rafforzare tali legami. Il training militare in Ateneo ha in definitiva un duplice obiettivo: 1. normalizzare la presenza di ciò che è “militare” all’interno del contesto dell’istruzione universitaria; 2. fornire un canale aggiuntivo per la selezione ed il reclutamento, che consideri anche le prestazioni fisiche oltre alle capacità intellettive degli studenti. Infatti, da sempre la selezione militare include prove fisiche (“braccio”), seguite da valutazioni attitudinali e psicofisiologiche (“mente”). E quale luogo migliore di un’Università?! Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Festival “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare. Cancellati incontri: no a eventi con Leonardo SpA
Accade che a Polignano a Mare (BA) uno degli eventi culturali più rinomati del sud barese, capace di attirate scrittrici, scrittori e personaggi dello spettacolo, cioè la manifestazione “Il libro Possibile” abbia tra gli sponsor principali, Leonardo SpA, la maggiore industria bellica italiana, compartecipata dallo Stato, produttrice ed esportatrice di congegni di morte in tutto il mondo. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo già denunciato abbondantemente la pericolosa commistione di Leonardo SpA, tramite la sua collaterale Fondazione Leonardo La civiltà delle macchine, con le scuole, in particolare con il Liceo Digitale “Matteucci” di Roma. Abbiamo anche denunciato gli intrecci tra le università pubbliche italiane e la Fondazione Med-Or, altra collaterale di Leonardo SpA, nel cui Consiglio di Amministrazione siedono ancora dodici rettori e rettrici, dopo le dimissioni di Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari. E ancora dall’Università di Bari, che concede il patrocinio alla manifestazione Il Libro Possibile di Polignano a Mare, qualche giorno fa è giunto un gesto simbolico, prezioso nel quadro di una generale indifferenza da parte del mondo accademico. È accaduto, dunque, che il prof. Paolo Ponzio, ordinario di Filosofia e responsabile del Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Bari (DIRIUM), qualche giorno fa abbia deciso di non svolgere gli incontri programmati per protestare contro il coinvolgimento di Leonardo SpA, implicata nelle questione belliche israeliane, in una manifestazione culturale. Ponzio ha pronunciato parole di condanna nei confronti dello sterminio della popolazione palestinese a Gaza, ma anche nei confronti di altri scenari bellici con cui Leonardo SpA fa profitti. Qui il video del discorso di Paolo Ponzio dal suo profilo Facebook, di cui abbiamo riportato uno stralcio significativo: «La filosofia è un viaggio che inizia con la vita e finisce con essa. La filosofia è una scienza della vita e proprio per questo motivo non si può tacere […]. Con tutta la stima per la manifestazione e per chi la organizza, da una mera segnalazione giunge la notizia che tra gli sponsor c’è Leonardo SpA. C’è in atto una decisione culturale e politica allo stesso tempo. Non possiamo accettare finanziamenti da industrie belliche coinvolte nella produzione e nella vendita di armi. La cultura è e deve essere libera, indipendente, capace di dire una parola chiara contro la guerra e a favore della pace incondizionatamente». Ricordiamo anche che nella riunione del Consiglio del 17 giugno scorso il Dipartimento Dirium dell’Università di Bari, di cui Ponzio è responsabile, ha approvato una mozione rivolta direttamente contro il governo israeliano con la quale «si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione». Ci auguriamo che anche altri intellettuali e accademici, in Puglia come in tutta Italia, possano prendere posizione e rifiutare qualsiasi coinvolgimento dell’industria bellica nelle università e nei luoghi della cultura. Ci auguriamo, tuttavia, che la medesima attenzione sia rivolta anche ad altre aziende coinvolte con i profitti di guerra e alle banche armate, sempre pronte ad operare un brand washing in occasione di manifestazioni culturali. L’elenco delle banche armate è consultabile su questo sito. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Puglia
Emanazione Statuto dell’Università di Pisa: la prima applicazione riguarda Gaza
APPROVATA UNA MOZIONE NELLA SEDUTA DEL SENATO ACCADEMICO DI VENERDÌ 11 LUGLIO Nella seduta di venerdì 11 luglio, il Senato Accademico dell’Università di Pisa ha approvato una mozione che – in coerente applicazione delle modifiche dello Statuto – ribadisce la condanna della pulizia etnica in corso a Gaza nei confronti della popolazione palestinese e si esprime sulle collaborazioni con il governo israeliano e con enti pubblici o privati israeliani. Qui di seguito riportiamo il testo integrale della mozione. ***** Con l’emanazione del nuovo Statuto, l’Università di Pisa ha voluto introdurre un esplicito richiamo alla pace come valore fondamentale, in un momento storico in cui assistiamo al proliferare nel mondo di guerre che coinvolgono estesamente la popolazione civile. Quando la vita umana è calpestata e vilipesa si realizza la negazione dei principi che hanno fondato le comunità universitarie. Alla fiducia nella ragione, nella scienza e nella cultura subentra una tenebra che segna la dissoluzione di tutto quanto può definirsi umano. La pace non si costruisce attraverso la violenza. Riconoscere il valore della pace ci porta a un impegno concreto per contrastare il business degli armamenti, impegnandoci a non intraprendere attività volte allo sviluppo o al perfezionamento di armi da guerra. L’enfasi sulla necessità del riarmo espone al rischio di investire in strumenti che inevitabilmente saranno prima o poi utilizzati per spezzare vite, e appare particolarmente miope in un paese che dedica all’istruzione e alla ricerca una quota del PIL nettamente inferiore alla media europea. I principi statutari rappresentano il fondamento di un processo che dovrà condurre a una revisione di tutte le fonti normative dell’Ateneo. Fin da ora, è necessario affermare con chiarezza che le collaborazioni accademiche e scientifiche – didattiche e di ricerca – con governi, istituzioni universitarie, enti pubblici o privati, dovranno essere pienamente conformi a tali principi. Si ha oggi evidenza di gravi violazioni del diritto internazionale e di violenza sistematica esercitata per volontà del Governo israeliano nei confronti della popolazione civile di Gaza, con l’uso della fame e della gravissima precarietà sanitaria come strumento di guerra, che configura oggettivamente una forma di pulizia etnica. Per questo motivo, gli accordi già in essere ed eventuali nuove proposte di collaborazione con il governo israeliano e con enti pubblici o privati israeliani dovranno essere oggetto di attenta valutazione, alla luce dei valori di pace, giustizia e responsabilità etica richiamati dallo Statuto. Contestualmente, il Senato esprime sostegno alle colleghe e ai colleghi israeliani che, con coraggio e determinazione, si oppongono alla guerra e alle politiche dell’attuale Governo di Israele, e vicinanza a tutti coloro che sono stati toccati dagli attacchi terroristici di Hamas. Il Senato chiede altresì al nostro Governo di riconoscere lo Stato Palestinese e di revocare il Memorandum tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo dello Stato di Israele sulla cooperazione nel settore militare e della difesa. Raccomanda al Consiglio di Amministrazione di confermare ed estendere i finanziamenti destinati all’apertura di corridoi umanitari per studiosi e studenti palestinesi e ad altre azioni rivolte a salvaguardare la cultura di questo popolo da un tentativo di annientamento indegno di ogni società che voglia definirsi civile. Il Senato raccomanda, inoltre, al Consiglio di Amministrazione di interrompere gli accordi quadro con le università Reichman ed Hebrew, in considerazione delle valutazioni effettuate sulla base della documentazione istruttoria presentata in occasione del Senato Accademico straordinario del 14 marzo 2024. Si riserva di rivalutare in futuro gli altri progetti di collaborazione esistenti. Esprime la propria solidarietà alla Relatrice speciale dele Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, Alumna di questa Università, che è stata recentemente attaccata con sanzioni personali dal Governo degli Stati Uniti, per il lavoro d’indagine che compie nei confronti di Israele e altri Stati nella violazione dei diritti in Palestina. In risposta alle segnalazioni di Cambiare Rotta (organizzazione giovanile) in merito a possibili infiltrazioni, il Senato ribadisce che l’Università di Pisa è un luogo libero per l’espressione delle idee e delle opinioni, nel rispetto delle istituzioni democratiche ma senza alcuna sudditanza verso il potere. Considera la dialettica tra posizioni diverse un segno di ricchezza culturale e spirituale e attribuisce massima importanza alla tutela del dissenso. Un confronto che si eserciti nel rispetto del principio di legalità e nel segno della nonviolenza fisica e verbale sarà sempre garantito e difeso da ogni forma di interferenza esterna.
Osservatorio aderisce all’appello di CambiareRotta a Unibo per il ritiro delle denunce
Venerdì 30 maggio si è svolta una tavola rotonda nel Rettorato dell’Università di Bologna, promossa da CambiareRotta per la grave vicenda degli studenti e delle studentesse denunciate, una settimana prima delle elezioni studentesche di metà aprile, per l’occupazione di un’aula laboratorio abbandonata da 5 anni: ben 5 mesi dopo che era stata occupata ed intitolata a Shadia Abu Gazaleh (attivista palestinese) e restituita dagli studenti e dalle studentesse alla comunità accademica con attività di studio, dibattiti e iniziative culturali (musica e proiezioni di film e documentari sulla Palestina). Anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha aderito all’appello lanciato dagli studenti e dalle studentesse per chiedere al Rettore ed alla governance di UNIBO il ritiro delle denunce ai/alle dieci studenti e studentesse, di cui ben otto candidate/i nelle elezioni studentesche e tutte/i coinvolte/i nella campagna elettorale. Naturalmente, sia per la tempistica sia per l’accanimento speciale, questo grave atto ha il sapore amaro della repressione e della criminalizzazione del dissenso di cui CambiareRotta si è protagonista in questi ultimi anni, denunciando tutto ciò che non va in Ateneo: dal carovita alla mancanza di spazi e democrazia, dal diritto allo studio agli accordi con la filiera bellica (Esercito, NATO, Leonardo, etc.) e con le istituzioni sioniste di Israele.  Nell’economia di guerra nella quale stiamo sprofondando gli studenti e le studentesse di CambiareRotta sono in tutta Italia l’avanguardia del dissenso che il sistema vuole reprimere e censurare, una vera e propria censura di guerra. Alla tavola rotonda hanno partecipato e sono intervenuti diversi docenti dell’Ateneo, ma anche lavoratori del personale tecnico amministrativo e studenti/studentesse ed è stato trasmesso un messaggio in video di Carlo Rovelli (fisico ed ex studente di UNIBO), che ha evidenziato come queste denunce siano un gesto vergognoso e che bisognerebbe invece premiare il contributo degli studenti e delle studentesse. Per l’Osservatorio è intervenuto Giuseppe Curcio, portando solidarietà attiva agli studenti e alle studentesse, confermando come la governance dell’Ateneo col ritiro delle denunce abbia un’occasione unica per smarcarsi dalla repressione del Governo, prendendo così le distanze dal clima repressivo accentuato dal Decreto Sicurezza appena approvato. Ma l’invito dei/delle tante/i docenti e lavoratori/lavoratrici di Unibo, oltre che di alcuni avvocati presenti, è stato ignorato dal delegato del Rettore Prof. Condello (Prorettore degli studenti), il quale per il momento ha solo espresso la volontà di avviare un percorso di dialogo per trovare uno spazio alternativo al laboratorio occupato, ma senza esprimersi rispetto al ritiro delle denunce e rispetto alla possibilità che il Rettore faccia una dichiarazione pubblica a favore degli studenti e delle studentesse denunciate/i. Gli studenti e le studentesse a questo punto mirano a portare le loro rivendicazioni al Senato Accademico nella seduta del 17 giugno. Altri dettagli nell’appello al link di seguito, che invitiamo tutte e tutti a sottoscrivere anche individualmente: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfPKj0xl73MZgLdaR44XJDqgO1jIgChS8ZjstLLlVbjQiceLA/viewform Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Militarizzazione della scuola: l’influenza dell’Aerospazio e del “dual use” sulla formazione
Alcune settimane fa su un quotidiano locale di Biella (che si stava preparando al raduno nazionale degli Alpini) compariva la seguente notizia su una iniziativa riguardante l’Aerospazio (clicca qui). Leggendo questo breve articolo, abbiamo iniziato a ragionare su come, parallelamente alla denuncia della presenza diretta in classe di personale in divisa di Forze Armate e Forze dell’Ordine, sia sempre più urgente illuminare anche un aspetto forse meno eclatante, e perciò più insidioso, della militarizzazione della scuola, costituito da attività che si possono leggere attraverso la lente di ingrandimento del cosiddetto “dual use“. Questa espressione indica tutti quei beni e quelle tecnologie che, sebbene progettati per finalità principalmente civili, possono avere un utilizzo nell’ambito dell’industria bellica (si vedano a proposito gli studi di Futura D’Aprile e di Michele Lancione). Il settore dell’Aerospazio è sicuramente uno degli ambiti in cui questa ambiguità appare più presente ed è proprio su questo aspetto che ci vogliamo soffermare analizzando il resoconto della visita di una classe della scuola primaria “De Amicis” di Biella presso l’ITS Academy Aerospazio/Meccatronica della Regione Piemonte. L’incontro è stato patrocinato dalla Vicepresidente nonché Assessora all’Istruzione della Regione Piemonte, dott.ssa Elena Chiorino, la cui presenza istituzionale sembrerebbe corroborare il valore formativo di questa attività. Innanzitutto, giova ricordare che il sistema degli ITS rappresenta da alcuni anni una costante e crescente presenza nell’offerta di orientamento in uscita delle scuole secondarie superiori, ma non è assolutamente chiara la finalità didattica di un incontro proposto a bambini e bambine della scuola primaria. Gli scolari e le scolare hanno avuto modo di visitare la sede dell’ITS e di prendere parte a laboratori nel corso dei quali hanno realizzato e lanciato dei “water rockets” e poi sperimentato l’utilizzo di visori per la Realtà Virtuale. Un osservatore legittimamente potrebbe trovare questo tipo di attività divertente e curioso, ma dal nostro punto di vista le criticità sono numerose. In primis, occorre sottolineare come gli ITS siano inseriti in una filiera produttiva che come si è detto chiarendo il concetto di “dual use”, non sempre produce in maniera diretta per l’industria bellica, ma spesso e volentieri è coinvolta nella produzione di componentistica fondamentale per la messa a punto di armamenti, soprattutto laddove è implicata una produzione ad alto contenuto tecnologico, essenziale nella conduzione dei conflitti contemporanei. D’altra parte gli ITS sono legati a doppio filo con imprese come Leonardo SpA: a titolo meramente esemplificativo, nel bando di selezione per il nuovo corso per Tecnici specializzati in Progettazione, Collaudo e Integrazione di Sistemi Radar leggiamo che «il corso si rivolge alle ragazze e ai ragazzi che hanno conseguito un diploma di maturità e che desiderano avviare una carriera professionale in un settore tecnologico in forte crescita e strategico per le esigenze dei moderni sistemi di Difesa e Sicurezza» (clicca qui). Per fugare eventuali dubbi residui sulla commistione tra l’ambito dell’istruzione e quello dell’ industria bellica è sufficiente sottolineare che all’incontro con i bambini e le bambine della “De Amicis” di Biella ha preso parte Vittorio Ancona di Thales Alenia Space, che insieme ad Anthea Comellini ha «condiviso con gli studenti i percorsi che li hanno condotti a lavorare nel mondo dell’aerospazio, trasmettendo passione, determinazione e visione». Vittorio Ancona è Head Engineer di Thales Alenia Space, che è una joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%). Tra le molteplici attività di Thales Alenia Space troviamo «la fornitura di sistemi di difesa (…) nonché soluzioni di osservazione legate alla sorveglianza» (settore del quale con un Decreto Sicurezza come quello appena approvato è facilmente intuibile l’importanza). Il profilo però probabilmente più seducente per i bambini e le bambine coinvolte/i nella visita è quello di Anthea Comellini, che è stata ingegnera presso la stessa Thales e oggi, come astronauta dell’ ESA, è pronta a concorrere in celebrità con AstroSamantha Cristoforetti. Se vogliamo pensare a quale possa essere il livello di fascinazione prodotto sui bambini da personaggi come una Comellini o una Cristoforetti, basti pensare che alcuni anni fa fu prodotta anche una “Barbie Cristoforetti” (clicca qui). Sicuramente lo spazio e la sua esplorazione sono temi tradizionalmente accattivanti per i bambini e per le bambine: come non vedere un attento esempio di “gender washing” nel successo delle astronaute in questione? Qui non si tratta però di un romanzo di Jules Verne e il romanticismo di certa vulgata contemporanea sui viaggi stellari altro non è se non accorta propaganda costruita a tavolino da un settore industriale rispetto alla cui presunta “innocenza” e neutralità è più che legittimo sollevare dubbi. Non si creda che questa improvvisa passione per le stelle sia una casualità: pochi giorni dopo comparivano per le strade di Torino i cartelloni pubblicitari che annunciavano il prossimo grande evento che si tiene in città in questi giorni: lo Space Festival 2025 (si veda il programma alla pagina www.spacefestival.it). Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Piemonte