Sport, salute e difesa: un patto controverso

Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Friday, November 28, 2025

Il “comitato d’affari” Sport e Salute SpA, così come è stato presentato dall’ultimo servizio di Report su Rai 3, amministrata da Marco Mezzaroma, erede della nota famiglia di “palazzinari” con vari incarichi politici nel corso degli anni che ruotavano sempre nell’ambito del centro-destra o destra conclamata, per non smentirsi sigla un patto di ferro con il Ministero della Difesa, una joint-venture patriottica.

«L’Esercito mette a disposizione strutture, competenze, personale e sedi – sì legge nell’ accordo – cioè la sua infrastruttura sul territorio e la capacità organizzativa militare». Il mondo dello Sport e in questo caso il suo braccio operativo finanziario viene quindi completamente parassitato dalla cultura militaresca.

Escludendo il settore agonistico dove il Ministero della difesa gioca un ruolo storicamente da monopolista, sono numerosissimi gli esempi di infiltrazione, delle varie armi, nel mondo sportivo della società civile. Tra queste vanno segnalate quelle più odiose che fanno leva sulle sofferenze umane come la malattia o la disabilità: dalla Race for Cure, iniziativa benefica per la raccolta fondi a favore della lotta contro i tumori al seno, in cui una militaressa che ha vinto la propria battaglia personale ha messo in piedi una squadra che partecipa insieme alle altre, all’abbordaggio, da parte della Marina Militare, del mondo della disabilità come WOW – Wheels on Waves che con il catamarano “Lo Spirito di Stella”, auto-definitosi “il primo catamarano al mondo completamente accessibile”, pensato per ospitare anche persone in sedia a rotelle.

Potendo quindi contare sulle proprie strutture sportive, prosegue l’opera culturale per associare, i rappresentanti della guerra ribattezzati della “difesa nazionale”, ad un profilo umanitario, benefico a tutela della salute o per alleviarne le sofferenze.

Ma il cinismo del Ministero della Difesa va anche oltre, perché, sempre a proposito di salute, dopo il suicidio dello scorso anno di un generale dell’esercito a pochi giorni dalla sentenza di assoluzione sua e di altri alti ufficiali, perché “i casi di tumore registrati (in Sardegna nell’area di Capo Teulada) vicino al più grande poligono di tiro d’Europa, non erano direttamente ascrivibili alle operazioni militari, un’altra battaglia vinta contro il tumore, quella di un militare coinvolto nelle operazioni in Kosovo infestato da bombe all’uranio impoverito, è stata anch’essa strumentalizzata, esaltando solo l”‘amore per la divisa” e by passando la vicenda giudiziaria (https://www.dire.it/09-01-2024/998075-tumore-uranio-impoverito-militari-kosovo/).

Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università