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Giovani generazioni, periferie, salute e cura collettiva
Nelle ultime settimane sono tanti i fatti di cronaca che raccontano di episodi di violenza tra pari che riguardano i più giovani. Spesso l’argomento viene affrontato male, in chiave stigmatizzante e razzista. Resta il fatto che questi episodi sono il riflesso di problemi e contraddizioni reali, che non si possono semplicemente ignorare. Per questo, abbiamo deciso di provare a sviluppare un approfondimento sul tema, a partire da un insieme plurale di sguardi. In queste prime interviste, andate in onda nelle ultime due settimane, ci siamo confrontate con il giornalista Gabriel Seroussi e la psicologa Sarah Abd El Monem. Con Seroussi, autore del libro La Periferia vi guarda con odio (Agenzia X, 2025), abbiamo parlato della distorsione mediatica che viene alimentata in Italia verso i giovani delle periferie. Distanziandoci da un discorso di criminalizzazione, gli abbiamo chiesto di raccontarci, a partire dalla sua esperienza e dal suo lavoro, il contesto di cui tenere conto quando parliamo di episodi di violenza in situazioni di marginalizzazione. Ci racconta anche dell’importanza della creazione di spazi di confronto collettivi, che permettono di far fronte alle difficoltà circostanti a partire della propria identità e diritti. Abd El Monem, psicologa clinica con prospettiva transculturale a Milano, ha condiviso informazioni di stampo più prettamente psicologico, dati di cui raramente sentiamo parlare. Sulla base della sua esperienza con le giovani generazioni, in particolare giovani con background migratorio, dipinge un quadro in cui non sempre i servizi di sostegno sono accessibili e adeguati. Questo in situazioni in cui i giovani sono spesso costretti a crescere troppo in fretta e fanno fatica a sentirsi riconosciuti nelle loro identità plurali, elementi che possono generare, tra le tante cose, un senso di allerta costante. Post in aggiornamento con, prossimamente, l’aggiunta di ulteriori interviste e prospettive.
LA GIORNATA LAVORATIVA TROPPO LUNGA È CAUSA DI STROKE
Sul quotidiano on line degli infermieri, www.nurse24.it, è stato qualche anno fa pubblicato un articolo di Silvia Stabellini, infermiera, dal titolo “Rischio stroke correlato all’orario prolungato di lavoro”. L’autrice faceva riferimento a uno studio, pubblicato sull’American Heart Journal, il quale riportava che “l’attività lavorativa che supera le 10 ore al giorno condotta per almeno 50 giorni all’anno rappresenta un potenziale fattore di rischio per lo stroke”. Dai dati scientifici emergeva come la giornata lavorativa troppo lunga (Long Working Hours, LHW), possa essere causa di ictus. Infatti “Sono stati condotti altri studi sulla relazione diretta o indiretta delle condizioni di lavoro sull’aumento del rischio di stroke, aritmie cardiache o coagulopatie in soggetti in LWH e viene sottolineato che turni irregolari, lavoro notturno e lavori particolarmente stressanti (fisicamente e mentalmente) non sono condizioni lavorative salutari.” Nell’articolo Silvia Stabellini cita poi l’esempio della propria professione, spiegando che da CCNL per gli infermieri è prevista una giornata lavorativa lunga fino a 12 ore e 30 minuti, e già di per sé questo è un elemento gravoso, senza contare altri elementi di disagio quali i turni, il lavoro notturno e lo stress lavorativo. Le giuste osservazioni dell’autrice mi sembrano analogamente riferibili alle mansioni ferroviarie di macchinista, capotreno e TPT cargo i quali, da contratto, hanno prestazioni lavorative fino a 10 ore (11 per i macchinisti dei treni merci), alle quali si devono poi sommare, tanto per citare i principali fattori di gravosità, l’aciclicità dei turni, il lavoro notturno, il riposo di sole 7 ore in caso di servizi con RFR, la solitudine lavorativa da quando è stato introdotto l’agente solo alla guida. Su tutti questi fattori sarebbe necessario intervenire, per evitare che la pesantezza del lavoro vada ad intaccare la salute dei lavoratori, come invece sta purtroppo accadendo: lo dimostra la scia dei 175 macchinisti prematuramente scomparsi per malattie dal 2015 ad oggi. Fonte: https://www.nurse24.it/dossier/ictus/rischio-stroke-correlato-orario-prolungato-lavoro.html L'articolo LA GIORNATA LAVORATIVA TROPPO LUNGA È CAUSA DI STROKE proviene da Ancora in Marcia!.
Sport, salute e difesa: un patto controverso
Il “comitato d’affari” Sport e Salute SpA, così come è stato presentato dall’ultimo servizio di Report su Rai 3, amministrata da Marco Mezzaroma, erede della nota famiglia di “palazzinari” con vari incarichi politici nel corso degli anni che ruotavano sempre nell’ambito del centro-destra o destra conclamata, per non smentirsi sigla un patto di ferro con il Ministero della Difesa, una joint-venture patriottica. «L’Esercito mette a disposizione strutture, competenze, personale e sedi – sì legge nell’ accordo – cioè la sua infrastruttura sul territorio e la capacità organizzativa militare». Il mondo dello Sport e in questo caso il suo braccio operativo finanziario viene quindi completamente parassitato dalla cultura militaresca. Escludendo il settore agonistico dove il Ministero della difesa gioca un ruolo storicamente da monopolista, sono numerosissimi gli esempi di infiltrazione, delle varie armi, nel mondo sportivo della società civile. Tra queste vanno segnalate quelle più odiose che fanno leva sulle sofferenze umane come la malattia o la disabilità: dalla Race for Cure, iniziativa benefica per la raccolta fondi a favore della lotta contro i tumori al seno, in cui una militaressa che ha vinto la propria battaglia personale ha messo in piedi una squadra che partecipa insieme alle altre, all’abbordaggio, da parte della Marina Militare, del mondo della disabilità come WOW – Wheels on Waves che con il catamarano “Lo Spirito di Stella”, auto-definitosi “il primo catamarano al mondo completamente accessibile”, pensato per ospitare anche persone in sedia a rotelle. Potendo quindi contare sulle proprie strutture sportive, prosegue l’opera culturale per associare, i rappresentanti della guerra ribattezzati della “difesa nazionale”, ad un profilo umanitario, benefico a tutela della salute o per alleviarne le sofferenze. Ma il cinismo del Ministero della Difesa va anche oltre, perché, sempre a proposito di salute, dopo il suicidio dello scorso anno di un generale dell’esercito a pochi giorni dalla sentenza di assoluzione sua e di altri alti ufficiali, perché “i casi di tumore registrati (in Sardegna nell’area di Capo Teulada) vicino al più grande poligono di tiro d’Europa, non erano direttamente ascrivibili alle operazioni militari, un’altra battaglia vinta contro il tumore, quella di un militare coinvolto nelle operazioni in Kosovo infestato da bombe all’uranio impoverito, è stata anch’essa strumentalizzata, esaltando solo l”‘amore per la divisa” e by passando la vicenda giudiziaria (https://www.dire.it/09-01-2024/998075-tumore-uranio-impoverito-militari-kosovo/). Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Puntata del 18/11/2025@1
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
Puntata del 18/11/2025@0
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
Puntata del 18/11/2025@2
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
MILANO: DOMANI SCIOPERA IL PERSONALE DEL SAN RAFFAELE, “SEMPRE MENO GARANTITO IL DIRITTO ALLA SALUTE”
Sono tanti i problemi sollevati dal personale dell’ospedale San Raffaele di Milano e che rendono sempre più difficile l’accesso alle cure: indetto uno sciopero per la giornata di venerdì 31 ottobre. L’appuntamento è alle ore 9.30 in via Olgettina 60, sul piazzale dell’ospedale. Da qui il personale del San Raffaele raggiungerà, attraverso il percorso pedonale, la metropolitana a Cascina Gobba. Seconda tappa della mobilitazione sarà in piazza Duca d’Aosta dove, intorno alle ore 10.30, partirà un corteo fino al Palazzo della Regione. Infermieri, tecnici, professionisti sanitari, impiegati, personale di supporto chiedono conto ai rappresentanti delle istituzioni regionali delle scelte passate e future che pregiudicano il diritto a curarsi in Lombardia. Con i troppi tagli budgetari avvenuti in passato, ci si ritrova oggi a lavorare in un “ospedale sporco, con personale insufficiente e con stipendi inadeguati”. Problemi che si ripercuotono inevitabilmente anche sui pazienti: anche per questo la cittadinanza è invitata a partecipare alla mobilitazione. Le ragioni dello sciopero e le proposte che potrebbero “correggere il tiro” nell’intervista con Margherita Napoletano, coordinatrice RSU dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Ascolta o scarica
Ripensare l’approccio alla cura
QUANDO IL SISTEMA SANITARIO NON CONCEDE IL GIUSTO TEMPO, SPAZIO E VALORE ALLA RELAZIONE TERAPEUTICA, NEGA ALLA CURA LA SUA ESSENZA PIÙ AUTENTICA, RIDUCENDO LA PERSONA A UN NUMERO E LA GUARIGIONE ALLA MERA SCOMPARSA DEL SINTOMO. PARLARE OGGI DI UMANIZZAZIONE DELLA CURA E DI PSICOLOGIA DI QUARTIERE NON È RETORICA, MA UNA NECESSITÀ. PER DIRLA CON BASAGLIA, “LA SALUTE NON È UN LUSSO, MA UN MODO DI ESSERE NEL MONDO…” Foto di Ferdinando Kaiser -------------------------------------------------------------------------------- La sanità italiana attraversa una fase critica. Interminabili liste d’attesa, personale insufficiente, crescente privatizzazione e una progressiva perdita della dimensione umana della cura sono le avvisaglie più evidenti di un sistema che fatica a mantenere le proprie responsabilità. Dietro ogni prescrizione, ogni diagnosi, ogni intervento terapeutico, c’è una relazione. È proprio quel rapporto – fatto di disponibilità, ascolto e intesa – che consente di cogliere il significato profondo del sintomo e di dare all’approccio di cura una qualità più autentica e completa. In psicologia si afferma spesso che “è la relazione a essere terapeutica” e che in ogni percorso di cura qualunque dolore o sofferenza porta con sé una componente emotiva che deve essere riconosciuta, esplorata e integrata. Oltre la logica del contenimento dei costi Negli ultimi anni la salute è stata raccontata quasi esclusivamente in termini economici: costi da contenere, efficienza da massimizzare, bilanci da far quadrare. Ma una simile narrazione, evidentemente riduttiva, tradisce la natura stessa del servizio di cura. La salute non è un costo, ma un investimento sociale. Ogni risorsa destinata alla promozione del benessere e a un sostegno terapeutico tempestivo produce ritorni concreti in termini di fiducia, coesione, produttività e riduzione delle disuguaglianze. Un esempio può chiarire meglio di molte statistiche. Anna, 44 anni, madre di due figlie, dopo mesi di insonnia e irritabilità crescente, si rivolge finalmente al medico di base. Le viene prescritta una terapia farmacologica, ma non le viene offerto uno spazio per parlare di sé, del peso che la recente separazione e le difficoltà economiche hanno avuto sulla sua vita quotidiana, sul suo modo di sentirsi madre, donna, persona. Dopo qualche settimana Anna sospende i farmaci per conto suo, convinta che “non servano a niente”. Anna non è un caso isolato: è il simbolo di un sistema che cura il sintomo ma non la persona, che troppo spesso interviene tardi e in modo superficiale, che risponde con protocolli e prescrizioni dove servirebbero disponibilità e parole capaci di accogliere il disagio, perché possa essere davvero compreso e affrontato. Un dato aiuta a chiarire la portata del problema: secondo una ricerca di Cittadinanzattiva del 2019, il 64,8% delle persone con patologie croniche è lasciato completamente solo, senza alcun tipo di supporto psicologico. Un vuoto che non attenua la sofferenza, ma al contrario la amplifica, incrementando nel tempo i costi socio-assistenziali e sanitari. La salute psichica come termometro sociale La sofferenza psichica è spesso lo specchio di un malessere più ampio, collettivo. Lo si riconosce nei giovani schiacciati dall’incertezza, negli adulti sopraffatti dalla precarietà lavorativa, negli anziani isolati da una solitudine esistenziale che li rende invisibili. Eppure, la salute psicologica continua a essere considerata un settore “secondario”, quasi fosse un lusso per chi ha tempo e risorse da dedicarvi. Nulla di più lontano dalla realtà. Investire nel benessere psichico significa in realtà rafforzare il tessuto umano, interpersonale e sociale. Vuol dire riconoscere che non esiste salute del corpo senza salute psicologica, né benessere individuale senza equilibrio sociale. Significa comprendere che prevenire il disagio oggi riduce i costi sanitari e complessivi di domani. La relazione terapeutica come spazio di umanità L’esperienza clinica insegna che nessun modello teorico, per quanto sofisticato, può sostituire la vitale presenza di un autentico rapporto fra individui, come quello fra terapeuta e paziente. Un colloquio psicologico non giudicante, che non semplifica e non riduce la persona al sintomo o al substrato biologico che lo genera, è già di per sé un atto terapeutico. Anche il tempo offerto, la considerazione profonda e l’accoglienza delle peculiarità di ciascuno sono elementi che, nel loro insieme, rendono un supporto o una terapia realmente efficace. Quando il sistema sanitario non concede il giusto tempo, spazio e valore alla relazione terapeutica, nega alla cura la sua essenza più autentica, riducendo la persona a un numero e la guarigione alla mera scomparsa del sintomo. Parlare oggi di umanizzazione della cura non è retorica, ma una necessità. L’approccio psicologico non deve restare confinato agli studi specialistici: deve attraversare la cultura, scuola, la famiglia, il lavoro, le istituzioni. Deve diventare un modo di guardare all’essere umano, alle sue fragilità, ai suoi processi di trasformazione e al suo progredire. Promuovere la salute come responsabilità collettiva Un sistema sanitario che funziona realmente è quello che intercetta il disagio prima che diventi emergenza, che offre sostegno prima che la sofferenza diventi persistente, radicata o perfino inguaribile, anche se curabile. Spazi in cui si possa fare psicologia nei quartieri, consultori familiari accessibili, programmi nelle scuole e nei luoghi di lavoro non sono “extra”, ma pilastri di salute pubblica. Restituiscono fiducia, benessere, rafforzano il senso di comunità e la coesione sociale. In una società che tenta di gestire la fragilità con scorciatoie – una pillola per dormire, un rapido consiglio, una diagnosi sbrigativa, un rimedio estemporaneo – la salute e il benessere diventano un atto politico nel senso più profondo: una scelta che riguarda non solo la sorte individuale, ma il destino della collettività. Curare la salute, non solo la malattia Ripensare la cura significa tornare a considerare il benessere e la prosperità come condizioni umane e sociali fondamentali, non come semplici applicazioni tecniche o tecnologiche. Significa ridare centralità alla relazione terapeutica, riconoscere il valore della salute psicofisica e dei rapporti interpersonali, e concepire la sanità non come apparato burocratico, ma come strumento che promuove salute e benessere in modo moderno e profondamente umano. Ogni investimento nella salute delle persone – soprattutto nella sua dimensione psichica – è un investimento nella qualità del vivere insieme, nella capacità di una società di prendersi cura di chi la compone, di non lasciare indietro nessuno. Come scriveva Franco Basaglia, “la salute non è un lusso, ma un modo di essere nel mondo”. E in questo modo di essere, la cura non può che restare un fatto profondamente umano. -------------------------------------------------------------------------------- Cesare Marangiello, psicologo e psicoterapeuta, si occupa di clinica, formazione e riflessione sui temi della salute psichica e della relazione terapeutica. Collabora con diverse testate su questioni psicologiche, educative e culturali. -------------------------------------------------------------------------------- Breve bibliografia * Basaglia, F. (1968). L’istituzione negata. Einaudi. * Borgna, E. (2003). Le intermittenze del cuore. Feltrinelli. * Borgna, E. (2014). La fragilità che è in noi. Einaudi. * Cittadinanzattiva (2019). XIV Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità. * Winnicott, D.W. (1965). Sviluppo affettivo e ambiente. Armando. -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Ripensare l’approccio alla cura proviene da Comune-info.
CURAMI – PRIMA DI TUTTO LA SALUTE: “DEMOCRAZIA CUORE DELLA SALUTE”
La puntata di sabato 18 ottobre luglio, si intitola “L’articolo 32 della Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La democrazia è il cuore della salute. I comuni sono lì dove la democrazia si compie”. Ospiti della trasmissione sono Rosa Vitale, sindaca di Rodengo Saiano (Brescia) e Gianmarco Cossandi sindaco di Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Conducono la puntata Antonino Cimino e Donatella Albini. Curami è una trasmissione di Radio Onda d’Urto in onda il sabato mattina dalle 12.00 alle 12.30 di Donatella Albini, medica del centro studi e informazione sulla medicina di genere, già delegata alla sanità del Comune di Brescia, e di Antonino Cimino, medico e referente di Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute – di Brescia. La trasmissione viene replicata mercoledi prossimo alle 12.30. La puntata di sabato 18 ottobre. Ascolta o scarica
Napoli, insediato l’Osservatorio “Città Sicura” per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro
A PALAZZO SAN GIACOMO IL PRIMO INCONTRO DELL’ORGANISMO CONSULTIVO CHE RIUNISCE ENTI, ISTITUZIONI E SINDACATI. Si è svolta questa mattina, nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, la seduta di insediamento dell’Osservatorio comunale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro “Napoli Città Sicura”, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi. All’incontro hanno partecipato il consigliere delegato dal sindaco per presiedere l’Osservatorio, l’assessore al lavoro e ai giovani, la presidente del Consiglio comunale, il presidente della Commissione consiliare lavoro e giovani, il garante comunale per i diritti delle persone con disabilità e i referenti di oltre venti tra istituzioni, ordini professionali, sindacati e organizzazioni territoriali. L’Osservatorio, ricostituito dopo alcuni anni, si propone di offrire risposte concrete all’emergenza degli incidenti sul lavoro. La necessità di un luogo permanente di confronto e proposta è testimoniata dai dati dei primi nove mesi del 2025: nonostante gli infortuni sul lavoro siano in calo in Italia, si segnalano dati in controtendenza come l’aumento delle malattie professionali e degli incidenti in itinere (il tragitto casa-lavoro-casa), senza dimenticare i fatti gravissimi come il decesso di tre operai edili nell’incidente del Rione Arenella del 25 luglio scorso. La Campania si trova così spesso in “zona rossa”, che rappresenta la fascia più pericolosa nel confronto con le altre regioni italiane. Secondo l’Amministrazione comunale, “questo organismo consultivo rappresenta uno strumento utile per promuovere il dialogo e il coinvolgimento tra istituzioni, parti sociali e mondo tecnico-professionale, e per puntare sempre di più sulla formazione continua delle maestranze al fine di rafforzare la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro”. Il Comune sottolinea inoltre che “il tema della sicurezza è prioritario. L’Osservatorio rappresenta un’occasione di confronto e di stimolo molto utile rispetto a un cambiamento normativo e all’organizzazione del mondo del lavoro, che oggi risulta molto frammentato. Questo strumento assume quindi un valore importante per aiutarci a fare meglio e a realizzare, con un’azione quotidiana e l’impegno delle migliori competenze, piccoli passi che condurranno a grandi risultati”. L’istituzione dell’Osservatorio “Napoli Città Sicura” segna così un impegno concreto dell’amministrazione Manfredi nel promuovere la tutela della salute, la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori, temi centrali per una città che vuole crescere nel rispetto della dignità del lavoro. HTTP:// FONTE: COMUNE DI NAPOLI – UFFICIO STAMPA Redazione Napoli