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#wargames Giochi di #guerra italiani nel deserto del #Qatar Il 20 novembre scorso si sé conclusa presso il poligono di Al Qalayil l’esercitazione militare internazionale “Ferocious Falcon 6“, condotta dal ministero della #Difesa italiano con personale di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, insieme alle forze armate di Francia, Gran Bretagna, Qatar, Stati Uniti e Turchia. https://pagineesteri.it/2025/12/01/europa/giochi-di-guerra-italiani-deserto-qatar/
Sport, salute e difesa: un patto controverso
Il “comitato d’affari” Sport e Salute SpA, così come è stato presentato dall’ultimo servizio di Report su Rai 3, amministrata da Marco Mezzaroma, erede della nota famiglia di “palazzinari” con vari incarichi politici nel corso degli anni che ruotavano sempre nell’ambito del centro-destra o destra conclamata, per non smentirsi sigla un patto di ferro con il Ministero della Difesa, una joint-venture patriottica. «L’Esercito mette a disposizione strutture, competenze, personale e sedi – sì legge nell’ accordo – cioè la sua infrastruttura sul territorio e la capacità organizzativa militare». Il mondo dello Sport e in questo caso il suo braccio operativo finanziario viene quindi completamente parassitato dalla cultura militaresca. Escludendo il settore agonistico dove il Ministero della difesa gioca un ruolo storicamente da monopolista, sono numerosissimi gli esempi di infiltrazione, delle varie armi, nel mondo sportivo della società civile. Tra queste vanno segnalate quelle più odiose che fanno leva sulle sofferenze umane come la malattia o la disabilità: dalla Race for Cure, iniziativa benefica per la raccolta fondi a favore della lotta contro i tumori al seno, in cui una militaressa che ha vinto la propria battaglia personale ha messo in piedi una squadra che partecipa insieme alle altre, all’abbordaggio, da parte della Marina Militare, del mondo della disabilità come WOW – Wheels on Waves che con il catamarano “Lo Spirito di Stella”, auto-definitosi “il primo catamarano al mondo completamente accessibile”, pensato per ospitare anche persone in sedia a rotelle. Potendo quindi contare sulle proprie strutture sportive, prosegue l’opera culturale per associare, i rappresentanti della guerra ribattezzati della “difesa nazionale”, ad un profilo umanitario, benefico a tutela della salute o per alleviarne le sofferenze. Ma il cinismo del Ministero della Difesa va anche oltre, perché, sempre a proposito di salute, dopo il suicidio dello scorso anno di un generale dell’esercito a pochi giorni dalla sentenza di assoluzione sua e di altri alti ufficiali, perché “i casi di tumore registrati (in Sardegna nell’area di Capo Teulada) vicino al più grande poligono di tiro d’Europa, non erano direttamente ascrivibili alle operazioni militari, un’altra battaglia vinta contro il tumore, quella di un militare coinvolto nelle operazioni in Kosovo infestato da bombe all’uranio impoverito, è stata anch’essa strumentalizzata, esaltando solo l”‘amore per la divisa” e by passando la vicenda giudiziaria (https://www.dire.it/09-01-2024/998075-tumore-uranio-impoverito-militari-kosovo/). Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
#Catania, lunedì 10 novembre, ore 17.30. Presentazione dell'inchiesta "#Riarmo Accademico. Gli accordi tra le #Università italiane e le aziende della #Difesa. Perchè il propagarsi di queste collaborazioni è un problema". Partecipano Luca Rondi, autore e giornalista di Altreconomia; Antonio Mazzeo, giornalista e attivista; StudentxPalestina; Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università; Osservatorio UniCt Diga.
Anticipazioni sulla prossima manovra finanziaria: flat tax, difesa e fittizia occupazione
COME IL GOVERNO UTILIZZA L’AUMENTO (FITTIZIO) DELL’OCCUPAZIONE Tanto ottimismo da parte del Governo non sarebbe giustificato alla luce dei recenti dati statistici: la crescita economica in termini reali del 2024 è stata più o meno la stessa dell’anno precedente; ha fatto eccezione qualche timido segnale di miglioramento sul deficit che ha subito fatto sperare all’Italia di potere superare le criticità e il regime di controllo a cui si viene sottoposti da parte di Bruxelles per il superamento della fatidica soglia del 3%. Ma i dati non significano nulla senza il contesto a cui fanno riferimento. Un Paese che non cresce e che, allo stesso tempo, vede collocato l’85% della base imponibile Irpef tra i redditi da lavoro dipendente non può essere un Paese “sano”. Non per niente, infatti, quando ultimamente si parla di ridurre ulteriormente la pressione fiscale per le aziende si fa riferimento a quell’esigua crescita del numero degli occupati (una “crescita” basata sull’aumento dei contratti precari e del numero degli occupati più anziani) che ha portato un leggero incremento del gettito contributivo. Come a dire: la ricchezza la genera il lavoro dipendente ma a beneficiarne sono le imprese, e al contempo si ignorano gli effetti positivi che un reale e significativo aumento dell’occupazione potrebbe comportare per l’economia, in primis per le cosiddette “spese improduttive” (pensioni, welfare state, servizi…). Sicuramente sarebbe utile introdurre un maggior numero di aliquote fiscali, per bilanciare la situazione, ma il Governo ha voluto la “flat tax” che è l’esatto opposto. Una scelta veramente coraggiosa, all’opposto, sarebbe stata quella di aumentare le tasse per le imprese e i redditi elevati, destinando i maggiori introiti a investimenti reali, dal welfare all’aumento dei salari. Si tratterebbe di una manovra che allontanerebbe il contenimento del debito ma con effetti benefici sulla classe lavoratrice; una scelta siffatta romperebbe la gabbia di Bruxelles, quella stessa in cui la Meloni, al pari di chi l’ha preceduta, ci ha rinchiuso. ANTICIPAZIONI SULLA PROSSIMA MANOVRA FINANZIARIA Il Ministro Giorgetti ha anticipato i principali contenuti del Disegno di Legge di Bilancio per il triennio 2026-2028, da cui, dopo il passaggio in Consiglio dei Ministri, nascerà la Legge di Bilancio vera e propria. Questa dovrebbe prevedere interventi pari a circa 18 miliardi annui di media. Al centro della manovra si troverà l’approfondimento della flat tax, l’imposta non progressiva basata sulla logica della riduzione fiscale complessiva, anche per i redditi bassi, in ragione della diminuzione del peso fiscale su quelli più alti e del supposto, conseguente effetto benefico su tutte le fasce di reddito. Per cui prosegue la riduzione della tassazione sui redditi da lavoro, con la seconda aliquota IRPEF che dall’attuale 35% passerà al 33%. La riduzione del numero delle aliquote è cosa vecchia: Nel 1998 l’aliquota minima aumentò al 18,5 per cento e la massima scese al 45, mentre gli scaglioni diminuirono da sette a cinque. Nello stesso anno, poi, i redditi da capitale iniziarono ad essere tassati in maniera proporzionale, non più progressiva (vennero, cioè, eliminate le variazioni di aliquota all’interno dello scaglione, indipendentemente dalle dimensioni dei redditi da capitale da tassare). Complessivamente si può affermare che dal 1974 al 2022 le aliquote per i redditi bassi siano aumentate, mentre sono invece diminuite quelle per quelli alti. Così come il numero di scaglioni: nel 1974 ce ne erano 32, col 10% come aliquota minima e il 72% come massima; nel 2022 abbiamo 4 scaglioni, 23% di aliquota minima, 43% di massima[1]. Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, inoltre, «per il complesso dei lavoratori dipendenti le modifiche normative hanno comportato una riduzione del prelievo di circa 3 punti percentuali, che viene tuttavia più che compensata dall’effetto del drenaggio fiscale, pari a circa 3,6 punti percentuali, con un saldo sul reddito disponibile negativo per circa 0,6 punti»[2]. Il drenaggio fiscale è proprio quell’effetto per cui, a causa dell’inflazione, cresce il proprio reddito nominale mentre si contrae quello reale e pertanto si viene tassati di più anche se in realtà si possiede di meno. In breve, si tratta dell’effetto dell’inflazione sulle imposte, proprio ciò da cui la flat tax dovrebbe difendere i lavoratori dipendenti, diminuendo il numero di aliquote. Eppure, i dati parlano chiaro: senza indicizzazione all’inflazione l’unico effetto conclamato è la riduzione del peso fiscale sui redditi alti (senza contare il fatto che diverse tipologie di reddito, ad esempio quelli da capitale o da attività finanziarie, non fanno più parte della base imponibile dell’imposta).  Quando parliamo la tassazione, inoltre, dovremmo anche considerare la diminuzione dei redditi reali – per dirla in breve, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie – e, nello specifico, la caduta del potere di acquisto dei salari. Siamo dunque convinti che non sarebbe stato preferibile un intervento strutturale a proposito di progressività delle aliquote, salari e democrazia nei luoghi di lavoro, invece che il prosieguo della flat tax e del percorso di regolamentazione normativa in favore della contrattazione di secondo livello e del cosiddetto “coinvolgimento dei lavoratori nella gestione dell’impresa”[3]? Per concludere, fra i contenuti della Manovra anticipati dal Ministro ci sono i circa 3,5 miliardi per la famiglia e contrasto alla povertà previsti per il prossimo triennio (assolutamente insufficienti se rapportati all’effettivo aumento della popolazione in povertà occorso negli ultimi anni[4]). Notizie dell’ultima ora dal pianeta previdenziale con la esclusione dei lavori usuranti dall’aumento di 3 mesi dell’età necessaria per andare in pensione in base all’aspettativa di vita. Per una maggioranza andata al Governo promettendo la cancellazione della Fornero un magro risultato e l’ennesima beffa ai danni di un elettorato ora smemorato e prima credulone. LA DIFESA Le spese per la difesa sono favorite attraverso il ricorso alla clausola di salvaguardia pensata appositamente per andare in deroga alla regola aurea del contenimento del rapporto debito/PIL. La UE non poteva rinunciare a uno dei suoi capisaldi, pur se risalente agli anni delle politiche economiche di austerità, ma al contempo doveva favorire la spesa per le armi: da qui il ricorso al sistema delle deroghe. Secondo le proiezioni, nel 2028 – ultimo anno previsto per applicare la clausola di salvaguardia – l’indebitamento risulterebbe più elevato rispetto ad oggi, ma la scommessa del Governo sembra essere quella di tenere a bada il rapporto debito/Pil nonostante l’aumento della spesa militare. L’idea è che «il 60 per cento della maggiore spesa venga soddisfatta attraverso l’importazione di beni militari»[5], il che farebbe aumentare il Pil, rendendo però la nostra economia sempre più dipendente dall’industria bellica e il nostro Paese via via più legato alle dinamiche pre-belliche che si svolgono negli ultimi anni, sotto i nostri occhi, tra le principali potenze globali. Tutta l’analisi del Governo e dei suoi centri studi parte dal presupposto che l’aumento delle spese militari produrrà effetti benefici sulla economia e che fondamentalmente il Pil sia destinato a crescere, assieme a un progressivo abbattimento del debito e all’aumento della produttività del lavoro. A pagare queste scelte sarà senza dubbio la classe lavoratrice mentre gli effetti benefici paventati dal Governo sono ancora da dimostrare e in ogni caso avrebbero come merce di scambio guerre e devastazioni in vaste aree del Globo. Federico Giusti ed Emilio Gentili, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università -------------------------------------------------------------------------------- [1] E. Gentili, L’attacco degli imprenditori. Roma: Sensibili alle foglie, 2025, p. 475. [2] Ufficio Parlamentare di Bilancio, Rapporto sulla politica di bilancio, Giugno 2024, p. 17. [3] E. Gentili, F. Giusti, S. Macera, Legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese, https://cub.it/legge-sulla-partecipazione-dei-lavoratori-alla-gestione-al-capitale-e-agli-utili-delle-imprese/. [4] https://www.openpolis.it/parole/che-cose-la-poverta-assoluta/. [5] Audizione della Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (Doc. CCXLIV, n. 1), p. 84.
#norearmeurope Spese militari. 23 miliardi in più nei prossimi 3 anni Dal Documento Programmatico di Finanza Pubblica per il 2026-2028 emerge l’intenzione del #Governo di portare le spese per la #Difesa al 2,5% del Pil nel 2028 (61 miliardi di euro) https://radioblackout.org/2025/10/spese-militari-23-miliardi-in-piu-nei-prossimi-3-anni/
#stopthegenocideingaza🇵🇸 L'ignobile video del Ministero della #Difesa italiano sui vergognosi, costosi e disumani lanci di "aiuti alimentari" su #Gaza. Mera propaganda per legittimare la "soluzione finale" di #Israele contro la popolazione palestinese. https://www.difesa.it/primopiano/primo-volo-in-decollo-per-il-lancio-con-paracadute-di-aiuti-umanitari-nella-striscia-di-gaza/77065.html
Defence Summit a Roma, NO! di Stop Rearm Europe
“Cultura della difesa“ sempre più martellante in Italia, sul tema interviene con un comunicato Rearm Europe Roma critica nei confronti del prossimo “Defence Summit” annunciato per settembre nella capitale. “Diciamo NO allo show dei mercanti di morte!! Il prossimo 11 settembre si terrà presso l’Auditorium di Roma la prima edizione del DEFENCE SUMMIT, un’iniziativa promossa dal Sole 24ore che vede come partner tutte le maggiori industrie militari italiane. Il Summit viene presentato con le parole del Ministro Crosetto “La cultura della Difesa incarna il principio fondamentale della cultura democratica” e vedrà sfilare i Capi di Stato Maggiore dei diversi corpi dell’Esercito Italiano assieme ai Ceo delle industrie degli armamenti. Dentro un contesto nel quale la dimensione della guerra assume un ruolo sempre più rilevante a livello globale, mentre si abbandona qualunque ruolo diplomatico per porre fine alla guerra in Ucraina e ci si rende complici del genocidio in atto in Palestina, si tiene a Roma in uno spazio pubblico un convegno fra i soggetti che questi scenari alimentano e i soggetti che su questi scenari fanno profitti. Riteniamo totalmente inaccettabile che la Fondazione Musica per Roma, dentro il quale il Comune di Roma è ente fondamentale, abbia concesso uno spazio per un’iniziativa che è in diretto contrasto con le finalità statutarie della fondazione stessa. Chiediamo pertanto al Comune di Roma il ritiro della concessione dell’Auditorium per un’iniziativa che propaganda la guerra. Chiamiamo la città a promuovere l’11 settembre un SOCIAL SUMMIT nel piazzale esterno dell’Auditoriun per dire con determinazione e creatività il nostro collettivo NO alla guerra, al riarmo, al genocidio, all’autoritarismo. Fermiamo la guerra, riprendiamoci il futuro. STOP REARM EUROPE ROMA“
Come il governo e il ministro #Crosetto promuovono la ‘#cultura della #Difesa’ per portarci verso la #guerra, ai danni della cultura pacifista e internazionalista. https://www.fanpage.it/politica/come-il-governo-e-il-ministro-crosetto-promuovono-la-cultura-della-difesa-per-portarci-verso-la-guerra/
Ermetespeacebook.blog: Una difesa più…comunicativa? Una comunicazione strategica
DI ERMETE FERRARO PUBBLICATO SU WWW.ERMETESPEACEBOOK.BLOG IL 6 GIUGNO 2025 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante contributo di Ermete Ferraro, Presidente del MIR e aderente all’Osservatorio, pubblicato su Ermetespeacebook il 6 giugno 2025, in cui viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo, in particolare in relazione al Piano della Comunicazione delle Forze Armate del 2025. «Insomma, teniamo conto di questa ’strategia comunicativa’ del Ministero della difesa quando siamo raggiunti – sempre più spesso – da messaggi mediatici che esaltano le forze armate e promuovono la ‘cultura militare’. Si tratta di narrazioni smaccatamente propagandistiche, che mirano solo ad accrescere subdolamente il consenso alla militarizzazione della società civile, alla quale dobbiamo invece fermamente opporci (Su questo tema ci sono varie ed utili fonti informative da consultare, in primo luogo il sito dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università https://osservatorionomilscuola.com/ )…continua a leggere su www.ermetespeacebook.blog.
#noponte #Messina, martedì 6 maggio, ore 18.30 Il #pontesullostretto utile alla #difesa? Focus sulla relazione Iropi e la "#guerra" ai territori #militarizzazione L'incontro alla Casa del Popolo per analizzare la reale portata bellica dell'infrastruttura e come si inserisca nel disegno del governo Meloni-Salvini-Crosetto di aumentare enormemente le spese militari https://www.messinatoday.it/cronaca/ponte-stretto-difesa-focus-srelazione-iropi-guerra-nato.html